Agnoletto: "Dopo quel voto non ha molto senso incontrare l'Ulivo"
di Piero Sansonetti

Roma. Il “popolo di Seattle” sta agitando le acque dentro l’Ulivo, e in particolare dentro i Ds. Si mescolano insieme molti problemi e molte tensioni: quelle legate alla sconfitta elettorale e alla nuova collocazione all’opposizione, quelle legate al congresso del partito e ai problemi di leadership, e quelle determinate dai dissensi politici veri e propri. Che non sono poi così piccoli. Mercoledì l’Ulivo si è diviso al momento del voto delle mozioni sul G8. Cioè su un grande problema che riguarda la politica internazionale e riguarda i rapporti coi movimenti di protesta. La divisione a sua volta ha creato nuove polemiche all’interno del partito e dell’Ulivo e anche all’esterno. Il Presidente dei deputati Ds Luciano Violante ha riunito il gruppo parlamentare per esaminare la situazione, ed ha rimproverato i deputati che il giorno prima non avevano rispettato le indicazioni del partito. Una parte di questi deputati ha confessato di avere votato in modo diverso dalla maggioranza del gruppo per puro errore tecnico, o addirittura per distrazione. E tra questi alcuni dirigenti di primissimo piano del partito, come Fabio Mussi e Livia Turco. Un altro gruppetto però ha rivendicato la sua scelta e ha ribaltato la polemica contro Violante. Alfiero Grandi, della sinistra ds, ha accusato Violante addirittura di autoritarismo. E in modo un po’ colorito ha detto che se si vuole imporre un sistema di comando, nel gruppo parlamentare, simile a una «monarchia assoluta», allora bisogna sapere che in quei casi l’unica via d’uscita politica, per chi non è d’accordo, è tentare il regicidio. Poco più tardi le agenzie di stampa hanno diffuso dichiarazioni dei leader del “Genoa Social Forum” tutt’altro che tenere verso i gruppi parlamentari della sinistra. Dopo il voto di mercoledì alla Camera rischia ora di saltare l’incontro tra i leader del Forum e il vertice dell’Ulivo che era stato chiesto proprio dall’Ulivo nei giorni scorsi.
Vediamo di riassumere l’essenziale del dissenso. Mercoledì, governo e opposizione hanno trovato in Parlamento un accordo che ha evitato lo scontro in aula sul tema del G8. I due schieramenti politici hanno scelto questa via per dare l’immagine di un paese politico unito sulle grande scelte internazionali. L’Ulivo, in particolare, ha motivato la sua scelta con il dovere di difendere l’impostazione del G8 di Genova costruita dai governi di centrosinistra. La soluzione tecnica trovata da destra e sinistra è stata quella di votare su due documenti separati (uno del governo e uno di opposizione)in modo che ciascuno schieramento potesse votare il suo documento e astenersi si quello degli avversari. Il centro-destra, però, per astenersi sulla mozione dell’Ulivo ha chiesto che fosse abolito un riferimento alla cosiddetta Tobin-Tax. E’ stato accontentato e la proposta di Tobin-Tax è stata relegata in un terzo documento, votato a parte e bocciato. La Tobin-Tax è una proposta che da tempo viene avanzata da ampi settori della sinistra europea e che è condivisa da gran parte del “movimento di Seattle”. Consiste nell’introdurre una minuscola tassa (inferiore all’1 per cento) sui movimenti internazionali di denaro (diciamo sulla speculazione finanziaria) per raccogliere denaro da destinare alla lotta contro la povertà. La sinistra Ds e alcuni deputati della Margherita hanno contestato sia la scelta di tagliare la Tobin-tax dal documento ufficiale dell’Ulivo, sia la scelta di accordarsi col Polo su un tema “determinante” come quello del G8. E hanno contestato in particolare a Violante e ai dirigenti del gruppo della Margherita di avere fatto tutto ciò senza consultare i deputati. Dicono che non si può decidere dall’alto una linea “bi-partizan” su un tema così importante, che in fondo investe i grandi orientamenti della sinistra e la sua identità su questioni generali e di grande peso.
Analoga la posizione dei portavoce del «Genoa Social Forum». Vittorio Agnoletto ha dichiarato alle agenzie che dopo quello che è successo in Parlamento il movimento ha deciso una consultazione on-line, ma che a lui non sembra che esistano più le condizioni per un incontro tra il Forum e l’Ulivo.