22 LUGLIO
Genova, ore 24
La polizia ha sfondato la porta ed è entrata a Radio K Centrale.
Hanno interrotto le trasmissioni. via Battisti 60 Genova
Saluti Rossana
Urgente
Ciao, vi segnalo per diffonderlo, che è stata caricata la sede dei
media, radio Gap,è incredibile, assurdo, c'è un solo nome per tutto questo:
Fascismo. I fatti di Genova sono gravissimi, occorre una riflessione comune e
una campagna di informazione e sensibilizzazione. La polizia, il governo e il G8
stesso devono rispondere di responsabilità precise, e io credo che bisognerebbe
anche far luce su questi sintomatici black bloc. Concludo manifestando tutto il
mio apprezzamento per Carta e tutta la controinformazione indipendente.
Silvia Cervigni
Di ritorno
Cari amici, sono tornata adesso da Genova, reduce da un bel po' di cose.
Ero presente alla sparatoria in cui è morto il ragazzo (era Beirut, non Genova),
voi c'eravate, sapete cosa intendo onestamente. Tre energumeni che mi hanno
pestato (preso a calci) perché avevo al collo il pass con su scritto Stampa,
tre contro una (ero sola): questa non me l'aspettavo.
I medici del pronto soccorso... che vi devo dire.... non ho parole!
L'unico che si è mostrato benevolo è stato il tassista che mi ha riportato a
casa alle due di notte, zoppa, in un paese che non conoscevo, partita sola,
senza un gruppo, solo per fare giornalismo. Purtroppo certe cose senza le prove
non si possono dimostrare, ma almeno ho imparato quello che Antonio Russo mi
aveva detto un giorno: fidati solo di te stesso!
un abbraccio caloroso
Antonella
Ministro, si dimetta
Il modo inadeguato, nonché barbaro e incivile di usare la polizia e i
carabinieri allungano l'ombra di uno stato fascista e autoritario.
Ministro, Lei è il responsabile primo dei gravi fatti di Genova e, da ultimo,
dell'aggressione incostituzionale e oltraggiosa alla sede del Gsf. Il questore
di Genova deve dimettersi. E non lui solo.
Ministro si dimetta
Simone Brunetti, dottore di ricerca presso l'
Università di Siena
In memoria di Carlo Giuliani
"Parmi un assurdo che le leggi,
che sono l'espressione della pubblica volontà,
che detestano e puniscono l'omicidio,
ne commettono uno esse medesime,
e, per allontanare i cittadini dall'assassinio,
ordinino un pubblico assassinio"
(Cesare Beccaria, 1764)
Gigi Perrone
Chi era il tipo con il megafono?
Vi mando questo resoconto che può essere utile alla ricostruzione dei
fatti, ma anche alcune domande sulle quali lavorare: chi era quello sul
cassonetto con il megafono? chi ha detto al corteo di muoversi?
Davanti a noi c'era anche un pezzo di rifondazione. Giravano voci incontrollate
su scontri dietro che ovviamente bastavano per impedirci di tornare indietro.
Ero nello spezzone della rete di Lilliput, siamo stai fermati per molto tempo
sul lungo mare per gli scontri di piazzale Kennedy. Il servizio d'ordine era
lasciato alla buona volontà delle persone, ovviamente non era adeguato alla
situazione. Il cordone è stato rotto in due poco prima di piazzale Kennedy da
uno spezzone (Cobas mi pare) che ha rotto il gruppo della rete di Lilliput in
due. Non si era ancora riusciti a compattare il gruppo, quando siamo passati nel
punto caldo, l'incrocio di fronte il piazzale dove la manifestazione svoltava
verso nord e c'era una persona, su alcuni cassonetti in mezzo alla strada che
invitava a fare presto con un megafono. Apparentemente teneva d'occhio una
laterale in cui c'erano degli scontri. Guarda caso nel momento in cui è passato
lo spezzone della rete sono arrivati quattro o cinque black a cui è bastato
buttare per terra tre cassonetti per giustificare il lancio di lacrimogeni (uno
mi è caduto molto vicino) e subito dopo la carica. Il cordone della rete si è
sfaldato praticamente all'arrivo dei black, quello dei Cobas che seguivano ha
avuto un momento di cedimento nonostante qualcuno insieme a me tentasse di
rinforzarlo. I lacrimogeni hanno fatto il resto. La persona sui cassonetti si è
allontanata con una calma che mi ha stupito.
Nota: utilizzare quei mezzi per fermare cinque persone è, se in buonafede, un
atto come minimo di incompetenza ed incapacità. Lanciare lacrimogeni su una
parte di corteo pacifica è un atto di puro terrorismo. Caricare uno spezzone
pacifico è semplicemente un atto criminale. Tornando ai fatti, i quattro/cinque
si sono ovviamente inseriti nello spezzone di corteo che era riuscito a passare,
mentre guarda caso la polizia manganellava a sangue dietro. Tranquilli come in
gita scolastica sono stati dentro al corteo finché non sono stati individuati
ed allontanati dal corteo al grido di "fuori fuori" come in piazza
Manin venerdì. Insomma, stessa dinamica, solo che questa volta erano in quattro
o cinque. È pura coincidenza, è pura incompetenza, è malafede?
Ciao
Leonardo Fiorentini
Non ci sono parole
Cosa dire? Troppe sarebbero le cose da dire ma sono sconvolta. Non sono
potuta andare a Genova ma lì ci sono le persone a cui voglio più bene e sono
tre giorni che ho paura. Vedere un esercito schierato contro il libero pensiero
è troppo. Sono accadute cose che non si dovranno mai dimenticare e che non
dovranno mai più ripetersi. Ogni città che sarà designata come luogo di
incontro dei grandi dittatori della terra deve dire "No"!
Le cerimonie sono finite e la vita di qualcuno pure.
Federica Lalli
Le meschinità del G8
"Dico grazie al governo italiano che ha garantito qui a Genova
un'atmosfera sicura"
(George W. Bush)
"La povertà, la fame, l'aids, semplici inconvenienti"
(Silvio Berlusconi)
Ecco l'etica e il senso morale di quei piccoli, meschini e vigliacchi, riuniti a
pranzo (di lusso) per due giorni in una città sequestrata con arroganza e
prepotenza ai suoi abitanti, per ostentare il più osceno e vergognoso dei
rituali pseudopolitici, in cui discutere del governo del mondo globalizzato
(ovvero degli interessi "inalienabili" del Mercato Globale). Eccoli i
"Grandi", governanti del mondo: cinici e meschini rappresentanti di se
stessi, del loro profondo disprezzo per la vita umana, del loro volgare
esibizionismo da strapazzo, del loro attaccamento viscerale al ruolo che si sono
conquistati. Non c'è prezzo sufficiente a pagare la loro arroganza: una giovane
vita stroncata sull'asfalto di una città devastata non turba il loro appetito,
anzi costituisce nient'altro che un piccolo inconveniente all'interno di una
atmosfera sicura e protetta così necessaria in una raffinata cena di lavoro da
cinquanta miliardi di lire a carico della città sequestrata a loro uso e
consumo. Solo piccoli e semplici inconvenienti come possono esserlo qualche
milione di bambini morti di fame o i tanti "effetti collaterali"
massacrati in qualche guerra umanitaria, che non turbano certamente i loro sonni
beati all'interno di sfarzose navi debitamente separate dal mondo reale dei
comuni esseri mortali.
Piccoli e meschini ladri di vite umane, vanno via alla fine dello spettacolo,
come sempre, senza pagare il conto, o, al massimo, elargendo qualche miserevole
elemosina a coloro che hanno abbondantemente derubato di vita e di dignità
umana: ad altri il compito di contare i morti e i feriti, a loro la
soddisfazione di un party ben riuscito con buona gastronomia e ancor più
pregevole ambientazione scenografica da parte dell'ospite italiano, grande
esperto di media e di spettacolo.
E noi continuiamo a chiamare, sia pure ironicamente, "Grandi" questi
piccoli criminali da strapazzo, "democraticamente" eletti con il
denaro e la forza dei grandi capitali? Piccoli e meschini!
Di grande non hanno che l'arroganza e la vigliaccheria dei servi, di chi serve e
amministra il potere, quello vero, quello delle Grandi finanze, delle Grandi
Multinazionali, dei veri Grandi Potenti della terra, che li hanno fatti eleggere
"democraticamente" per governare i loro interessi, a recitare sulla
scena di una politica-spettacolo la parte di chi progetta il governo del mondo.
Piccoli e meschini nel loro cinismo ipocritamente camuffato da ragionevolezza e
fini umanitari, nel loro esibizionismo osceno di ufficialità massmediatica
ostentata con l'arroganza provocatoria dei grandi dispiegamenti di polizie e
eserciti, col sequestro legalizzato di città e popolazioni.
Piccoli e meschini e infinitamente vigliacchi, nelle loro menzogne (queste sì
davvero Grandi), nelle loro false dichiarazioni in difesa di diritti umani
puntualmente annientati dai veri Grandi diritti del libero mercato, di cui sono
nient'altro che fedeli servitori e amministratori politici.
Piccoli e meschini in ogni loro manifestazione, in ogni loro parola, in ogni
loro stretta di mano, nei loro rituali da Grande diplomazia, nei Grandi apparati
dentro cui nascondersi e proteggersi dal contatto reale con il mondo vero,
quello di miliardi di esseri umani che soffrono la miseria e il dolore profusi
con Grande "generosità" da quel Mercato Globale (sarebbe meglio dire
Assoluto) che ha ridotto la politica a pura e semplice amministrazione
dell'esistente.
Piccoli e meschini (e vigliacchi) complici o mandanti di Grandi crimini, di
Grandi ingiustizie, di Grandi distruzioni, di Grandi eventi lesivi della dignità
e dell'umanità stessa di milioni di esseri umani, trasformati con sottile
violenza in merci o azzerati nel loro diritto a esistere. Pìccoli e meschini,
ma Grandi provocatori di violenza e di sofferenza per interi popoli, anche dei
loro stessi popoli da cui si vantano di essere stati democraticamente eletti
(con la forza del denaro e dei Grandi capitali)!
Piccoli e meschini vorrebbero rimanere lì in eterno, attorno alla solita
millenaria tavola imbandita, a distruggere i Grandi sogni e le Grandi speranze
di ogni piccolo grande uomo di questo povero globo brutalmente mercificato.
Mario Bonica (Catania)
Era una bella atmosfera
Vi sto scrivendo con gli occhi pieni di lacrime. Ho appena saputo che
hanno fatto di tutto anche ieri notte alla Diaz sede logistica del Gsf. Io ci ho
lavorato durante questa settimana: era un po' un casino ma tutto andava bene era
una bella atmosfera. Non ho parole ma, ancora peggio, non riesco a ragionare, a
trovare un filo conduttore. Siamo ormai in un vortice di repressione
inarrestabile, io sto perdendo il controllo delle emozioni. Dobbiamo stare
attenti o ci disintegrano.
Luca 23 anni Genova
Solidarietà
Ciao siamo Alessandro ed Antonella due lavoratori di una cooperativa
sociale di Firenze; non abbiamo potuto essere a Genova per motivi di malattia di
entrambi: abbiamo assistito con la televisione agli eccidi ed i massacri che
nuovamente distruggono quello che c'è di giusto nella protesta.Vi siamo vicini
con tutto noi stessi. Di più purtroppo non possiamo fare.
Una cosa è certa: mi ricorda altre cose...
Chi sono i Blacks
Per chi avesse dei dubbi su chi sono i blacks block. Non si può
dire: sono compagni che sbagliano. Tantomeno che sono ragazzi vivaci. Ne hanno
visti, e non solo Agnoletto o Casarini, come da comunicati, parlare con
poliziotti o entrare/uscire dalle questure. Quanto è stato provocato nei giorni
scorsi nelle strade di Genova ha, nella sostanza, allontanato di chilometri e
chilometri la gente (tantissima) che manifestava dai punti faticosamente
concordati delle manifestazioni, disperdendola su spiagge e colline. Racconto la
scena a Piazza Manin: il concentramento delle donne, della rete Lilliput, del
commercio equo e solidale, uno dei punti quindi più pacifici. In modo
splendidamente colorato e molto divertente il corteo è arrivato a manifestare
fin sotto le famose barriere della zona rossa, poi colpo di scena. Le/i
manifestanti corrono via inseguiti dai black, inseguiti dai poliziotti. C'era
qualcuna di voi in quella piazza, dalla quale per giunta non si riusciva ad
andar via per paura delle botte (dei black come dei poliziotti), dei
lacrimogeni, della gente in fuga giù per le scalette, dei fumi dei cassonetti
mischiati a quelli dei lacrimogeni? E cosa dire della città surrealisticamente
desertificata, blindata fino all'inverosimile da misure di sicurezza di ogni
tipo, dove occhieggiavano proprio sui percorsi dei cortei cantieri aperti, con
succosi tubi Innocenti a disposizione dei "ragazzi vivaci"? Una svista
dell'apparato, ops, ma che svista! Tubi Innocenti prontamente smontati e
utilissimi a devastare la città dove i vecchietti (pochi asserragliati nei
pochissimi bar aperti) ricordavano il 1960 per ritrovare qualcosa di così
rivoluzionario nella loro città, senza capire però perché questi
rivoluzionari bruciassero decine di cassonetti e devastassero tutto quello che
trovavano sulla loro strada, generosamente riforniti di spranghe dall'apparato
che aveva così meticolosamente ripulito la città persino dalle mutande e
dall'aglio. La conclusione qual è? Che a questa democrazia, che si rende
ridicola dall'elezione al governo dei più ricchi, dall'avere le galere piene
dei più poveri, oggi viene meno anche il diritto di manifestare. Chi può
manifestare in piazze infiltrate da bande di hooligans in astinenza da fine
campionato,armati di tubi dalmine "dimenticati" nei cantieri dalle
forze dell'ordine? In un clima da "Apocalipse now". Vi descrivo solo
alcune scene di panico non nei cortei o nelle manifestazioni, ma nei mille
rivoli dispersi di queste: sulla spiaggia, i poliziotti inseguono i black, i
black inseguono la gente, gli elicotteri bombardano inseguiti e inseguitori di
lacrimogeni, e tanto per rendere la scena più cinematografica, non bastasse il
costante rumore del sorvolio degli elicotteri, gommoni e motoscafi di varie
polizie che arrivano via mare. Mancava la cavalcata delle valchirie. E ripeto:
il tutto a chilometri e chilometri dalle manifestazioni e dalle famose barriere.
Perché i lanzichenecchi, se fossero veramente solo hooligans in furore e in
cerca di scontri, sotto le barriere avrebbero dovuto stare, non a devastare la
città lungo i percorsi dei cortei e "ben lontani" dalle barriere.
Lucia.
Bevevano tranquilli
Ciao...
Venerdì sono passato da Piazza Manin (proveniente dalla zona di Brignole) poco
dopo l'episodio raccontato da Claudia. Qui ho visto i manifestanti pacifici
terrorizzati e sconvolti, la polizia schierata in posizione e in Corso Armellini
(verso ponente) una scia di fumo e devastazione... segno del passaggio del Black
Block. Mi aspettavo che la polizia partisse all'inseguimento dei Blacks, invece
niente, hanno girato e se ne sono andati....probabilmente a picchiare qualche
altro manifestante pacifico.
Io li ho seguiti e all'altezza di Largo Pacifici li ho superati. Erano fermi ai
giardinetti, intorno alla fontanella: alcuni bevevano, altri si riposavano,
nessuna sentinella, erano tranquillissimi, per niente in allarme.
Evidentemente sapevano che non dovevano temere nulla dalla polizia.
Stefano, Genova
Dove siamo?
In queste ore di estrema rabbia,angoscia e incredulità,mista
all'impotenza di fronte a ciò che sta accadendo voglio solamente lanciare alla
redazione e collaboratori tutti un segno di incoraggiamento per andare avanti,
nonostante tutto. Ora più che mai. Voi, insieme a (per ora) altre libere
testate e iniziative, siete la nostra ancora di salvezza e l'unica aria pura che
ancora possiamo respirare.
Tornando ieri sera,tra la delusione e la rabbia,la rassegnazione iniziavano a
farsi strada dentro me. Una volta a casa non avrei avuto la forza di accendere
la tv e ascoltare tante false notizie dell'informazione strumentalizzata. Ma ho
allontanato la rassegnazione e ho deciso di alzare la testa. Voi ci siete.
Simona Almese (To)
Li ho visti parlare con la polizia
Buonasera a tutti, io voglio segnalare di aver probabilmente
riconosciuto uno di quegli strani individui mascherati "da black blok"
che parlottavano con agenti di polizia o carabinieri. Il filmato l'ho visto su
Rai3, questo stesso individuo l'ho notato ieri nella diretta di Rai3 circa alle
ore 15 o 15,30 durante gli scontri si è visto questo tizio camminare tra la
polizia, indossava un gilet scuro o nero con un distintivo lucido, era ben
piazzato ed alto con capelli corti, camminava dietro ad una inviata del Tg3.
Spero che questa mia segnalazione contribuisca alla verità che non credo sia
solo quella dei media.
Luca Rizzieri
Di ritorno dall'inferno
Sono una delle persone massacrate venerdì dalla polizia in piazza
Manin, come racconta la testimonianza che avete pubblicato. I poliziotti hanno
fatto irruzione, ci hanno bloccato le vie di fuga coi lacrimogeni e poi, invece
di andare verso i blacks, hanno puntato dritto verso di noi: poiché tenevo le
mani alzate, mi hanno fratturato la destra e poi, quando sono caduta a terra,
hanno continuato a pestarmi con violenza incrinandomi la spalla. Vicino a me
c'erano molte teste sanguinanti. Poi si sono fermati, soddisfatti; i black nel
frattempo si erano allontanati indisturbati; le ambulanze sono arrivate dopo
un'ora buona e non mi hanno voluto caricare, non ero abbastanza grave; sono
stata accompagnata in ospedale da un giornalista, anche lui pestato, e
immediatamente operata; qui ho evitato la denuncia o il fermo solo grazie alla
solidarietà di medici e impiegati dell'ospedale; penso che dovremmo riunire
tutte le testimonianze dirette su ogni singolo episodio, in modo da avere
testimonianze incrociate.
Simona
Siamo in lutto
Venerdì 20 luglio è stato ucciso Carlo Giuliani, è morto un
giovane come noi che chiedeva un mondo più giusto. È morta la gioia di
migliaia di persone che, ricche della propria diversità, manifestano contro lo
sfruttamento del pianeta e contro l'iniqua ridistribuzione delle risorse.
Resteranno vive le coscienze di quanti intendono contribuire all'emancipazione
dell'umanità
Ciro
Abbiamo vinto nonostante le provocazioni
Cari compagni
Sono un operaio metalmeccanico delegato della Fiom, il 21 ho partecipato,assieme
a mia figlia di tredici anni ed un gruppo di operai di varie fabbriche della
zona di Padova, alla manifestazione contro i potenti della terra. Premetto che
ho 50 anni e in passato ho vissuto situazioni simili con provocatori della
polizia che creavano pretesti per potere inserire il disordine tra gente che
manifestava pacificamente, questo per dire che l'esperienza vissuta la conoscevo
già. Sinceramente non credo alla democratizzazione delle forze "in questo
caso del disordine"di polizia, poche decine di infiltrati hanno sconvolto
migliaia di persone che si erano presentate a Genova non per espellere i
cittadini di quella città (tra l'altro i pochi rimasti sono stati solidali con
noi) ma per manifestare pacificamente il loro dissenso.
È stata una grande festa di popolo rovinata da una volontà di chiara matrice
di stato questa è la mia convinzione e fin d'ora non ci sono elementi che
dimostrino il contrario, lasciatemelo dire visto che ne ero testimone, la vera
tragedia (anche se di per sé la morte di quel ragazzo è molto di più) non si
è consumata perché questo popolo è molto più maturo di quello che vogliono
descriverlo. Io ero in uno spezzone del corteo con altri compagni della Fiom e
lo stesso Sabattini e il senso di responsabilità di tutti era da ammirare,
siamo arrivati a 300 metri dai cassonetti bruciati, con un odore di lacrimogeni
acre, si doveva decidere se proseguire o tornare. E tornare voleva dire creare
confusione maggiore, abbiamo serrato le fila con un servizio d'ordine (questo sì
da consigliare a chi di dovere), una moltitudine di ragazzi dei centri sociali e
del Prc hanno fatto quadrato con noi e gridando "corteo corteo" siamo
rimasti uniti e facendo una deviazione siamo arrivati alla meta senza incidenti,
a dimostrazione che i facinorosi sono i poliziotti e i loro servi.
Un ultima considerazione se questi ieri si consideravano potenti, da oggi lo
sono tanto di meno: un popolo pur provocato ha vinto.
Un grosso saluto
Gianfranco Coccoli
Cosa ho visto a Genova
I was in Corso Torino in the morning of 20.I started the
manifestation with Pink people,with pacific intention,but also with the
intention to testify as a reporter.
So I was there,and suddenly this "black bloc" arrives, maybe they were
1000,I was really afraid of them and I help civil people of Genoa,who were
really in panic,not to be afraid and to go home.The reaction of cops has been
really light: only few lacrymogens, and they let them to destroy everything and
to go down to Corso Torino direction in the opposit of cops, burning
everything... I saw that from the house of a woman of Genoa who helps me, making
me enter in her house in Corso Torino.
At the same moment I've known one of this "black" has beaten one of
pacific manifester.
Personally I want to change the world without violence, I disapprove what happen
in Genoa, but I also disapprove the reaction of cops and the government, who
make that strange people make everything they wanted. I also want to say that
many people saw what I saw, especially people from Genoa, living in Corso
Torino. I don't want to adfirm the "blacks" were cops, but they really
destroy our pacific way of manifest. Now reflect, and TESTIFY.
Ciao a tutti
Sto bene per fortuna ero nella scuola dove c'e' il centro stampa e
non in quella di fronte questa notte è successo il delirio quando sono
arrivati, da entrambi i lati della stradina hanno prima massacrato quelli che si
trovavano sulla strada poi sono saliti nella scuola di fronte noi quando ce ne
siamo accorti ci siamo barricati tutti nella stanza della radio che ha
continuato a trasmettere in diretta (tra l'altro tutto il momento precedente
l'irruzione e le trattative successive sono registrate e disponibili in rete).
Grazie alla potenza mediatica della diretta e al fatto che (per una volta devo
dire grazie ai -finora- odiati da me cellulari) siamo riusciti a metterci in
contatto immediatamente con Agnoletto, avvocati e stampa italiana ed estera
varia riuscendo quindi a portare la testolina e le ossa intere fino alla mattina
successiva. Dall'altra parte non vi dico scene cilene gente massacrata mentre
dormiva sangue sui muri dappertutto decine (dopo più di mezzora) i compagni
portati via in barella ad un certo punto quando le guardie sono uscite portando
con loro un sacco a pelo nero pieno e molto pesante e poi altri due si è
pensato a dei morti invece sembra che fosse solo materiale sequestrato. Il resto
lo potete leggere sui giornali adesso cercherò di partire per tornare a Cuneo
spero di arrivarci tra l'altro sabato mattina è stato arrestato (leggi,
associazione a delinquere finalizzata alla devastazione) un compagno dei Cobas
scuola siciliano, dovrebbe essere detenuto a Pavia ci sentiamo, sperem.
Mauro, Cuneo from Genova
Una ferita profonda
Scrivo queste righe a caldo e assolutamente coinvolta emotivamente.
Ringrazio di essere tornata a casa miracolosamente sana e salva. Ringrazio gli
organizzatori del corteo e la gente che c'era con me che è riuscita a farci
mantenere la calma anche nei momenti più terribili. Quelli che sono riusciti a
tenerci uniti e compatti deviandoci uniti per altre strade nei momenti di carica
della polizia, perché quelli che si sono defilati a piccoli gruppi sono stati
in gran parte rastrellati e picchiati selvaggiamente dalla polizia. Una cosa mai
vista, degna, come dice Agnoletto, del sudamerica negli anni 70. Io ho avuto la
"fortuna" di subire solo un attacco di lacrimogeni, sparati dalla
polizia contro il nostro corteo assolutamente pacifico. Eravamo in via Torino e
per almeno tutto il lunghissimo viale che potevamo vedere davanti e dietro i
manifestanti erano assolutamente composti e pacifici. La sensazione é stata
quella di soffocamento, tutti tossivano e piangevano, una ragazzina a fianco a
me (avrà avuto 15 anni) vomitava. La gente si aiutava. Ci si passavano
bottiglie d'acqua, limoni, fazzoletti. Altri miei compagni di pullman sono stati
meno fortunati, e sono stati più direttamente coinvolti negli scontri. Dalla
diretta di Radio Popolare si sentivano mano a mano tutti i vari soprusi che
venivano fatti. La gente di Genova è stata gentilissima. Offriva acqua, a volte
anche cibo, bagnava con getti d'acqua gli "accaldati", molti hanno
aperto i portoni ai ragazzi braccati dalla polizia. E la polizia ha sfondato a
calci e manganellate le porte dei condomini per continuare la caccia all'uomo.
Sono state manganellate donne di cinquant'anni, dopo essere state fatte
inginocchiare contro il muro, ragazzini di 13 anni che stavano seduti appoggiati
al muro con le mani alzate, ragazzi che stavano in piazza ad aspettare il
pullman per tornare a casa, pensionati in vespa che passavano per caso, preti,
suore, chiunque. Chiunque si trovava a passare dalla manifestazione durante una
carica o semplicemente veniva "intercettato" da una pattuglia della
polizia o dei carabinieri, veniva picchiato. La polizia ha sparato un
lacrimogeno addosso a una ragazza che teneva per mano il suo compagno su una
sedia a rotelle, poi li hanno raggiunti e manganellati. La polizia ha picchiato
selvaggiamente una ragazza e poi le hanno orinato addosso. Hanno gridato a un
ragazzo mentre lo picchiavano "Il fascio e' tornato! Tremate ebrei di merda!".
Tutto questo mentre i black-block hanno agito indisturbati giorno e notte senza
che nessuno li fermasse. Dopo una pesantissima carica della polizia in una
piazza dove stavano seduti a mani alzate un sacco di ragazzi pacifisti, sono
stati visti una decina di black-block (che avevano causato incendi e distruzioni
che avevano dato "la scusa" alla polizia per intervenire) armati di
spranghe e catene, nelle auto di polizia e intorno ai poliziotti mentre
chiacchieravano con loro. Agnoletto, presidente del Genoa Social Forum, ha
dichiarato ieri sera in televisione, alla Rai, di avere le prove (foto e
filmati) che i black-block (almeno certamente una parte) sono poliziotti
provocatori infiltrati per creare "casino". Dopo questa dichiarazione,
nella notte, senza alcun mandato, uno squadrone della polizia ha attaccato
l'ufficio stampa del Gsf, situato in una scuola concessa appositamente dal
comune di Genova. Hanno distrutto tutto quello che incontravano, spaccato
computer, televisioni, sequestrato documenti cartacei e supporti magnetici,
(dove forse speravano di trovare le prove sbandierate da Agnoletto), hanno
massacrato di botte i ragazzi che erano lì a dormire (una trentina sono ora
ricoverati in ospedale), hanno insultato gli avvocati del Gsf accorsi per
aiutare i ragazzi e controllare che fossero rispettati i loro diritti
("Fuori dai coglioni, avvocati di merda"), hanno spintonato e
manganellato lo stesso Agnoletto e l'europarlamentare lì con lui in quel
momento, hanno messo al muro tutti i giornalisti presenti nel punto stampa
mentre distruggevano tutto. Poi, senza nessun testimone, hanno detto di aver
trovato molotov e tute nere, e mazze e picconi, omettendo pero' di dire che li
hanno trovati nel cantiere della scuola. Stamattina la polizia ha "messo in
mostra" i "trofei" rastrellati nella scuola, ma ha impedito ai
giornalisti di parlare e di fare domande, e soprattutto non ha voluto dare
risposte. (Il governo si starà organizzando per come gestire la cosa, e per le
versioni da dare in pasto al pubblico). La polizia sparava lacrimogeni sui
manifestanti per spezzare il corteo, e caricare i singoli spezzoni. Alcuni
provocatori violenti (i black-block) cercavano di sfondare i cordoni laterali
del corteo per dividere la gente e creare casino, ma in diversi punti sono stati
fermamente respinti e fatti indietreggiare. In particolare noi eravamo con il
sindacato di Lecco, la Fiom, e rifondazione comunista, e grazie anche a loro e a
chi gestiva il servizio d'ordine è stato impedito il panico. Il senso di
responsabilità dei manifestanti e' stato altissimo. Nessuno ha mai perso la
testa (anche una banale corsa quando si e' in 200.000 può diventare
pericolosissima) e nessuno ha mai reagito a nessuna provocazione, nè della
polizia, nè dei famigerati black-block. Non ho ancora avuto il
"piacere" di seguire gli avvenimenti in tv, se non in minima parte.
Posso solo immaginare che cercheranno di rigirare i fatti e nascondere la verità.
Ma questa volta credo che non sarà così facile. C'erano 200.000 manifestanti
che possono testimoniare, e tutta la città di Genova ha visto. La gente era con
noi, ci aiutava e chiedeva perché la polizia non intervenisse contro i
violenti. Il giornale locale di Genova (il secolo XIX) ha riportato i fatti così
come sono successi. Un sacco di giornalisti sono stati picchiati, anche in
diretta. Dal giornalista del "resto del carlino" con due braccia
spezzate, ai cameramen di canale 5, a decine di altri. Questa volta le
testimonianze sono davvero tante, e ci sono anche foto e filmati. La polizia ha
agito provocando il corteo, sparando lacrimogeni sulla gente, caricando in
maniera violenta e cercando una risposta violenta. Ma i manifestanti non hanno
reagito. Ora la controinformazione dovrà essere fortissima e capillare. Vi
invito per questo ad ascoltare Radio Popolare (107.6/107.8) che sta raccogliendo
tantissime testimonianze, e possibilmente a sostenerla e ad abbonarvi. E a
vigilare perché non le succeda niente, visto l'aria che sta tirando. È stata
una cosa tremenda. Io sono ancora molto scossa, e non sono ancora riuscita ad
analizzare bene la cosa. Quello che appare chiaro é che sono stati violati i
diritti umani della gente, di tutta la gente indistintamente, senza rispetto
alcuno per nessuno: uomini, donne, vecchi, bambini, disabili. Una vergogna. Ma
se la polizia si e' sentita tanto forte da poter agire in questo modo, vuol dire
che c'è qualcuno di molto in alto che la sta coprendo, e che forse ha dato
queste indicazioni. O forse é stato sufficiente avere un vice-presidente del
consiglio fascista. Ringrazio di avere avuto con me (come molti altri) una
radio, perché Radio Popolare é stata preziosissima. Con tutti i suoi inviati e
con la gente che chiamava dal corteo, sapeva indicare i punti in cui c'erano gli
scontri e dirottare il corteo nei punti più tranquilli. Mi scuso se sono stata
concitata e confusa, ma credo che una violazione così grossa non si vedesse da
molti, molti anni. È un fatto di inaudita gravità. Abbiamo chiesto la piazza,
proprio per informare la gente che passa, la gente comune che se ne sta al caldo
in casa propria a guardare la televisione, perchè anche loro sappiano quello
che e' successo. Ci saranno molti di quelli che sono stati a Genova, anche i
ragazzi del G8 che ci sono andati in bicicletta, e vi prego di diffondere il più
possibile la notizia. Perchè se tutti i manifestanti, se tutti quelli che
c'erano riescono a raccontare quello che hanno visto e vissuto in prima persona,
la gente saprà la verità. Un'ultima nota: la questura ha chiesto alla Fiom la
lista dei nomi delle persone che prendevano i pullman per andare alla
manifestazione. La Fiom ovviamente ha invocato la legge sulla privacy e si e'
rifiutata di dargliela. Tanto ci conoscono già tutti. Non so se lo sapete, ma
la piazza e' piena di polizia in borghese che ci fotografa e ci filma. Dalla
partenza in bici per il G8, alle manifestazioni e ai banchettini e alla
distribuzione di volantini (il cui testo viene per altro depositato in questura
prima di essere distribuito). Ma non temete: lo fanno per proteggerci, così
come ci proteggono durante le manifestazioni.
Un bacio a tutti
BarbaraFeritaNelProfondoDell'Anima
Ho pensato: adesso mi ammazzano
Ho passato tre giorni di inferno e di passione. La gioia collettiva
rovinata. Funestata. Teppisti in divisa hanno picchiato, ferocemente
pestato,massacrato ed ucciso. In maniera scientifica e predeterminata. Ho
incontrato tanti vecchi amici e ne ho conosciuto di nuovi. Sono partito con un
pullman di compagni ventimigliesi ed imperiesi de "La scintilla" e dei
Giovani Comunisti. Siamo arrivati mercoledì, dovevamo vedere il concerto, ma il
nostro pullman è stato fermato e perquisito per circa un'ora e mezza. E siamo
riusciti a vedere soltanto la fine del concerto di Manu Chau. Siamo andati a
dormire a Nervi, dove aveva sede il Network per i Diritti Globali. Giovedì,
giornata festosa, corteo per i migranti. Colorato e allegro. Venerdì sapevamo
che sarebbe stata una dura giornata, c'erano sbirri dappertutto. Davano segnali
di nervosismo e più di una volta a distanza di ore dall'inizio della
manifestazione hanno provocato compagni con insulti e saluti romani. Arriviamo
in piazza Di Novi,piazza tematica sul lavoro,presenti in piazza lavoratori Cobas,
Centri Sociali e Collettivi,alcune decine di compagni dei giovani comunisti e di
Rifondazione che "disobbedendo" alle direttive sulla disobbedienza
civile, preferiscono le tute blu alle tute bianche. Dopo un giro di interventi
sarebbe dovuto partire il corteo. Siamo circa 8.000/10.000 ma gli altri compagni
non riescono ad arrivare chiusi dalla polizia allo scopo di dividere
preventivamente il nostro spezzone. La notizia è abbastanza allarmante, si
sente puzza di bruciato. Vediamo anche arrivare circa 400 persone tutte vestite
di nero. Quasi tutte tedesche, inglesi ed americane. Quasi tutte giovanissime
tra i 18 e i 28 anni. Sono i famigerati black block. Si mettono il
passamontagna,i caschi, raccolgono sampietrini, brandiscono spranghe e bastoni.
Come d'altronde la maggioranza dei compagni del Network ke autonomamente si
attrezzava per l'autodifesa del corteo dalle guardie. Il corteo non riesce
nemmeno a partire,il servizio d'ordine neanche a formarsi... arrivano le forze
dell'ordine e senza motivo caricano brutalmente la piazza. La maggior parte
delle persone era seduta in terra, mangiava, beveva, discuteva. Questo attacco
ingiustificato e inatteso obbliga tutti ad una fuga precipitosa. Una prima linea
composta da Tute Nere e compagni del Network, tentano di respingere l'attacco
per tutelare e riparare il resto del corteo preso dal panico. Le tute nere
devastano un paio di banche e fanno le barricate con alcuni cassonetti ed un
paio di macchine messe in mezzo alla strada. La polizia attacca in tre punti,
arrivano un sacco di camionette. Il corteo viene spezzato in due tronconi da una
parte il grosso del network. Dall'altra tute bianche e 3/400 compagni tra cui
noi. I candelotti continuano ad arrivare senza sosta ad altezza d'uomo e i
poliziotti continuano nella carica, una prima linea continua la battaglia,
tentando di fermarli scagliando sampietrini. Il fumo è densissimo, forma una
spessa coltre nebbiosa, quelli senza maschere sono costretti ad arretrare, ora
la nostra prima linea è composta da circa una sessantina di compagni, gli
sbirri caricano in più di 300. E' in questo preciso momento che me la vedo
brutta. Un candelotto mi colpisce in pieno in testa. Naturalmente avevo il casco
altrimenti con tutta probabilità non sarei qui a raccontarlo. Non mi ha fatto
male ma la botta mi ha inebetito ed il contraccolpo mi ha scagliato per terra.
Rimango circa trenta secondi per terra in mezzo al fumo dei lacrimogeni, dalla
mascherina e dagli occhialini che portavo penetra il gas maledetto,non riesco a
respirare e non vedo nulla, non capisco più niente, il panico s'impossessa di
me e non riesco a muovermi. Sentivo i passi dei celerini farsi più vicini,
avvicinarsi a me. Penso:è fatta!qui m'amazzano! Sento quattro sante braccia
salvatrici, sollevarmi di peso e portarmi via. Mi versano del liquido biancastro
e subito gli occhi mi bruciano di meno, riesco a vederci di nuovo, adesso
respiro bene. Erano due ragazzi del Black Block. Entrambi tedeschi, quello senza
passamontagna era biondissimo, aveva gli occhi chiari. Sui 18 anni direi. Tra me
e me ho pensato: sarò eternamente grato a costoro!Ma intanto la guerriglia
continua, un altro violento attacco della celere viene fermato a colpi di
molotov, un muro di fuoco si frappone tra noi e loro. Intanto le tute nere
appiccano fuoco a cassonetti e trascinano macchine in mezzo alla strada,
assaltano banche ed agenzie. Quello che posso loro rimproverare è forse un
certo feticismo nelle loro gesta. Hanno una banda di tamburisti fenomenali che
suona la carica all'organizzatissima milizia. Hanno anke una decina di
sbandieratori che si affianca ai tamburisti e che sfila durante gli attacchi e
le azioni dirette. Tutto è simbolico in loro. Colpire una banca non significa
colpire il cuore del capitalismo ma dare un imput, un segnale. La loro Zona
Rossa era quella in quel momento. Sucessivamente vi è un assalto ad un
supermercato! Molto divertente e folcloristico tra l'altro. Con una bomboletta
di vernice nera scrivono qualcosa come "all the food to the people",
centinaia di manifestanti si riappropriano delle merci in modo del tutto
gratuito. Esproprio Proletario è la parola che ricorre più frequentemente tra
chi entra ed esce con carelli ricolmi e sacchetti strabordanti di ogni sorta di
libagioni che verranno distribuite in giro. Da segnalare che anche alcuni
cittadini genovesi sono venuti per nulla intimoriti ad approvigionarsi al
"supermercato del popolo". Con un gruppo di compagni ci stacchiamo
dalle tute nere e andiamo verso il corteo delle tutine e dei giovani comunisti,
volevamo avvertirli che sotto c'erano i pazzi del black block ed erano in corso
scontri con la polizia. Ma Casarini ed alcune tutine romane ci accolgono a
spintoni ed a insulti perché in mano avevamo bastoni e perché avevamo il volto
coperto. Ci dicono voi del Network dei diritti globali fate una brutta fine, vi
passeremo sopra e vi schiacceremo! Ci spostiamo in fondo al corteo per evitare
problemi. Ma anche lì il servizio d'ordine delle tutine accoglie a spintoni
alcuni compagni napoletani e toscani del network con le "magliette a
strisce", stavano fuggendo da una carica ed avevano alcuni bastoni, una
tutina leva il bastone dalle mani di un compagno napoletano e quando questo si
gira lo colpisce vigliaccamente alla schiena. Nascono tafferugli. Poi facciamo
tutti insieme ritorno verso il quartier generale del Network. Arrivati sappiamo
della notizia del compagno morto, si sa anche che una ragazza è in fin di vita.
La tensione è palpabile nell'aria, la cosa non è una sorpresa per nessuno
vista la cattiveria e la ferocia delle cariche poliziesche. Hanno ucciso un
ragazzo di 23 anni cazzo!Potevo essere io!Già immaginavo gli avvoltoi
volteggiare sopra il suo corpo, i giornali del giorno dopo mi confermano:
"era un punkabbestia" "un facinoroso" "uno che chiedeva
l'elemosina" insomma se l'è cercata in fondo il carabiniere ha sparato
solo "per legittima difesa" ed è per questo che gli sono pure passati
due volte sopra con il gippone, per legittima difesa!La prima versione data dai
carabinieri alla stampa parla di una pietra lanciata dai manifestanti che ha
colpito il ragazzo. Maledetti!Appena si diffonde la voce che ci sono le prove
visive, smentiscono tutto e parlano di "legittima difesa". Sappiamo
che la polizia ha caricato tutti e tutte, dai pacifisti ai gruppi stranieri.
Dopo circa un'ora vediamo arrivare un compagno di Rifonda e de La Scintilla di
Ventimiglia, è completamente ricoperto di sangue, dalla testa ai piedi, i
vestiti sono pregni di rosso e la testa è aperta dalle manganellate,ricoperta
malamente con una maglietta escono continui fiotti di sangue. Barcolla. Non
riesce a respirare. Parla affannosamente e ammalapena. Arriva il soccorso
medico. Gli cuciono 25 punti in testa e gli diagnosticano alcune ossa rotte e
fratturate. Bruno ha 53 anni. Era al mio fianco anche e a Nizza. È un padre di
famiglia. È stato massacrato dai terroristi in divisa che e hanno infierito sul
suo corpo esausto e pesto anche dopo la carica. Veniamo a sapere che uno dei
black block ha menato un colpo di bastone alla testa di un leader dei Cobas. Più
tardi viene accertato che si trattava solo di un cane sciolto milanese. La
posizione del Network per i Diritti Globali è di non criminalizzare ne additare
pubblicamente quella parte del movimento che ha strategie diverse dagli
altri.Condivido questa scelta. Ci risvegliamo alla mattina di sabato. Il clima
è plumbeo. Una muta rabbia, una sensazione di rabbiosa impotenza possiede molti
compagni. Non si cantano slogan questa mattina. C'è tensione e il dolore,
lancinante e rabbioso, si respira a pieni polmoni Hanno ammazzato uno, forse 2
compagni. Centinaia i feriti massacrati di botte. Centinaia le teste rotte. Per
tutta la prima parte del corteo neanke uno sbirro in giro. Noi siamo nel
servizio d'ordine dei Cobas del Network. Abbiamo scudi,caschi e bachi. Ci
accorgiamo con stupore che all'interno del gigantesco corteo a portare strumenti
di difesa siamo proprio in pochi. Forse il corteo scorrerà senza problemi, gli
sbirri visto il comportamento "cileno" del giorno prima saranno più
calmi, non faranno provocazioni? Mentre in molti si pongono questa domanda
veniamo a sapere ke ci sono dei problemi alla cima del corteo. Io ed altri 3
compagni del servizio d'ordine andiamo a vedere ke succede. È incredibile le
forze dell'ordine caricano la testa del corteo dove ci sono alcune frange ke
rispondono a sanpietrini e caricano pure l'altra testa del corteo, composta da
famiglie, bambini, vecchi di Rifondazione, associazionismo ecc. ke stava
svoltando verso via Torino. All'improvviso mi accorgo ke è il caos!La polizia
vuole chiuderci e fare una mattanza come a Napoli! Riesco a raggiungere il mio
spezzone in tempo per vedere i cecchini appostati sul tetto ke sparano
candelotti sulle teste della gente in mezzo al corteo. Una pioggia di candelotti
viene sparata pure dagli elicotteri, un paio dai canotti della P.S. presenti in
mare. È il caos!È il Delirio! La gente fugge impazzita in preda al panico. Io
vedo una signora corpulenta, avrà sessant'anni, sta vomitando per il fumo dei
lacrimogeni, accasciata a terra. L'aiuto ad alzarsi ma devo scappare, sento i
colpi dei candelotti picchiare a pochi metri, a pochi centimetri da me. Ho perso
quasi totalmente la mia lucidità... non riesco proprio a respirare, non ci vedo
e questi maledettissimi lacrimogeni mi stanno bruciando a morte la pelle.Vedo un
mezzo di soccorso!Mi ci butto dentro!Ma ci sono già ammassate decine di persone
le une sulle altre, tutti gridano,piangono, vedo un bambino svenuto all'interno.
L'infermiere mi porge del liquido, lo passo in faccia e ci vedo ma... è
veramente pazzesco!Stanno sparando all'ambulanza!Sento i colpi secchi dei
candelotti picchiare sul tetto, Tum, Tum, Tum, Tum, colpi sordi picchiano ai
lati e sul tetto della vettura.Sento ke l'autocontrollo mi sta abbandonando
completamente e ke il panico si sta impossessando di me! Decido di rischiare il
tutto per tutto... esco in mezzo ai gas e corro all'impazzata coprendomi la
testa con le braccia, sento ancora quei colpi a pochi metri da me!Una folle
corsa con gli occhi chiusi. Dopo 2/300 metri sbatto contro dei compagni di
Lilliput credo, erano tutti a mani alzate, cercavano di uscire dalla ressa.
Finalmente Fuori! È incredibile!La Polizia non ci sta proprio con la
testa!Criminali!Terroristi!Assassini!Gli unici concetti con cui la mia mente si
arrovella! Incontro un altro compagno di Imperia, camminiamo per kilometri ed
arriviamo nei pressi del Network!Arriviamo nell'area di nervi e vediamo gente
con le mani nei capelli, altri seduti con la testa tra le mani, tutti o piangono
o inveiscono. È incredibile!La teppa in divisa è arrivata durante la
manifestazione ha arrestato alcune decine di compagni (sopratutto ragazze, donne
e feriti)ed ha devastato tutto!Telefonini spaccati, bagagli e valige devastati,
tende divelte, vestiti di compagni gettati nei cessi chimici! Un delirio!
Sinceramente, non pensavo potessero arrivare a tanto! Raccogliamo quello ke
ritroviamo, poi 3 macchine sono pronte a riportarci a casa. Non è finita, ci
fermiamo per una sosta ad un'autogrill ci sono tre camionette della polizia e il
più grosso dei poliziotti nota un nostro compagno con la maglietta a strisce.
Lo afferra per un braccio da dentro l'autogrill, lo porta fuori e lo sbatte
violentemente contro la camionetta, impugna una pila di ferro nella mano.
Usciamo di corsa anche noi, increduli e sbigottiti. I poliziotti sembrano
drogati, ci insultano, inveiscono contro di noi. È una brutta situazione, sono
tutti esaltati, io ed il babbo di un compagno cerchiamo di riportare un minimo
di razionalità, di tranquillità. Alcuni di questi poliziotti però attaccano
ad insultarci pesantemente, si fanno consegnare i documenti e cercano di
umiliare il padre di questo nostro compagno. Per fortuna dopo circa mezz'ora di
minacce ci lasciano andare via. In vita mia non ho mai visto nulla di
lontanamente avvicinabile, assimilabile a quello ke ho vissuto in questi 3
giorni. Ancora adesso nel tepore della mia camera sono scosso, lo stomaco mi
duole, le orecchie sono tappate, la testa è appesantita, il rumore degli
elicotteri, le urla dei poliziotti schiacciano le mie meningi come una raffica
di mitra.
"L'uomo odierno passeggia monco e con la museruola in un palazzo di
miraggi.
A volte, comunque, un cubetto vola contro una vetrina, e un giovane corpo si
avventa sui frutti proibiti". Michel Tournier
Ivan
Aspettando i barbari
Cari amici, certe volte, qualche poeta viene in soccorso dei silenzi
feriti.
Peppo.
ASPETTANDO I BARBARI
Che aspettiamo, raccolti nella piazza ?
Oggi arrivano i barbari.
Perché mai tanta inerzia nel Senato ?
E perché i senatori siedono e non fan leggi ?
Oggi arrivano i barbari.
Che leggi devon fare i senatori ?
Quando verranno le faranno i barbari.
Perché l'imperatore s'è levato
così per tempo e sta, solenne, in trono,
alla porta maggiore, incoronato ?
Oggi arrivano i barbari.
L'imperatore aspetta di ricevere
il loro capo. E anzi ha già disposto
l'offerta d'una pergamena. E là
gli ha scritto molti titoli ed epiteti.
Perché i nostri due consoli e pretori
sono usciti stamani in toga rossa ?
Perché i bracciali con tante ametiste,
gli anelli con gli splendidi smeraldi luccicanti ?
Perché brandire le preziose mazze
coi bei ceselli tutti d'oro e argento ?
Oggi arrivano i barbari,
e questa roba fa impressione ai barbari.
Perché i valenti oratori non vengono
a snocciolare i loro discorsi, come sempre ?
Oggi arrivano i barbari:
sdegnano la retorica e le arringhe.
Perché d'un tratto questo smarrimento
ansioso ? (I volti come si son fatti seri !)
Perché rapidamente e strade e piazze
si svuotano, e ritornano tutti a casa perplessi ?
S'è fatta notte, e i barbari non sono più venuti.
Taluni sono giunti dai confini,
han detto che di barbari non ce ne sono più.
E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi ?
Era una soluzione, quella gente.
Poesia tratta da : Kavafis, "53 Poesie", Arnoldo Mondadori Editore,
Milano 1996
Ballata per Carlo Giuliani
Era giorno e la gente cantava
Per le strade il corteo contestava
Ed i sogni crescevano in fretta
Nelle piazze e nei vicoli stretti.
I padroni avevano chiuso
La città i cancelli e la mente
E le idee nascevano presto
Dentro i cuor battevan il contesto.
Quei signori avevan cercato
Con discorsi e promesse infamanti
Che i poveri cristi del mondo
Era affare di un pugno di gente.
Ed un bimbo era lì sulla strada
Con stupore impaurito osservava
Un pensier sopraggiunse lontano
Una donna lo prese per mano.
Era morto sulla bandiera
Era morto strozzando una frase
Una frase che incute paura
"libertà è la mia vera madre".
Quei fascisti lo avevan ammazzato
E gridavan che un compagno era stato
Ma il popolo aveva osservato
Sentenziò: "un boia ha sparato".
"Poveracci in un sogno restate
della crudel vita aspettate
sacrificio della mia giovinezza
la mia vita il mio cuor vi ho donato.
Caro Carlo che invano viaggiavi
Su quel treno riempito di sogni
La tua mano era solo un tormento
Dei signori un forte spavento.
Vincenzo Giordano
Mi vergogno
Per tutto quello che è successo e che non doveva accadere....mi
vergogno....non so cosa avrei potuto fare...ma so certamente che la tragedia
annunciata e che temevo è accaduta....il solo fatto di temerla e di non aver
fatto nulla tranne blaterare e cercare giustificazioni...mi fa
vergognare.....questo é un sito libero fate che rimanga tale...ma non esimetevi
dal cercare responsabilità ovunque anche tra di voi...perché tutto quello che
é accaduto anche voi sapevate che sarebbe successo...e doveva essere
evitato...cercate di mitigare gli animi esasperati che ci sono ovunque. Si
preparano lotte e rappresaglie. Non cadete nel tranello della violenza. Sento e
leggo discorsi da esaltati ed ho paura di quello che accadrà....da una parte si
incita il popolo alla ribellione dall'altra si giustifica la repressione...tutta
violenza.... che poteva e doveva essere evitata!
Tutti cercano di scaricarsi le responsabilità...nessuno che dichiara che si
poteva e si doveva prevenire...la cura che ci apprestiamo a prenderci sarà una
pillola di guerra e di dolore se non torniamo ad essere persone e non
animali....la non violenza è l'unica strada...a Genova in questi giorni è
imperversata violenza...nulla giustifica il danno che è stato fatto alla città,
i feriti e soprattutto la morte di Carlo....ma tutti ne siamo responsabili. Ho
scritto lettere di protesta a tutti..ai politici...ai giornali ed anche a
voi....perché è tutto sbagliato...bisogna cambiare strada...perché non torni
l'epoca dei brigatisti e dei fascisti...perché ognuno di noi abbia il diritto
di andare a lavorare, vivere, divertirsi, manifestare il proprio dissenso e
aiutare i più deboli pacificamente senza paura!
Si può veramente fare qualcosa...ma devi esserci una terza strada....non posso
rassegnarmi al fatto che i grandi cambiamenti debbano essere per forza fatti con
la violenza, con i partiti politici pronti a strumentalizzare tanto per fare
campagna elettorale…ancora e ancora BASTA!
Un genovese un tempo pacifico mi ha detto che dopo quello che ha visto non
esiste una terza via ...che gli é venuta voglia anche a lui di
"armarsi" e di rispondere con la violenza alla violenza!
Se manifestate contro le guerre, la fame, le malattie i diritti civili: non
armatevi!...e' un appello che faccio a tutti anche a me...non esasperate chi è
senza una via e non ha speranze e vuole solo cercare una strada per sfogare la
propria violenza e dissesto interiore...queste persone vanno aiutate non
esaltate...Questo governo…la classe politica tutta...i capi di stato
internazionali...i media...i capi delle forze dell'ordine e dei servizi segreti
di tutto il mondo...tutti voi che eravate a Genova ...tutti quelli che sono
rimasti a casa...tutti noi abbiamo premuto quel grilletto...perché una vita
umana non merita di essere spezzata per alcun motivo...tutti noi abbiamo fatto
scempio di una città...tutti noi abbiamo fatto feriti e dobbiamo
vergognarci...io mi vergogno e non so come farò a dormire pensando a quante
volte ho visto tutto dal di fuori ed ho continuato a pensare a i fatti miei come
se nulla mi potesse toccare, dolendomi di un mondo alla rovina e convinta che
bastasse il mio comportarmi bene per far tacere la mia coscienza...meno male che
mi sono svegliata...ma che dolore!
Ora voglio concentrarmi su le eventuali vie da percorrere ma saranno tutte
...sempre contro la violenza, non userò violenza per combattere violenza!...per
questo sono malvista da tutti ma non importa troverò qualcuno con cui dividere
tutto ciò ma questo non é l'unico obiettivo né il più importante...non
voglio smettere di ascoltare tutte le voci...non voglio stringermi solo tra
quelli che potrebbero pensarla come me...voglio cercare un dialogo con tutti
perché un punto di incontro deve essere trovato....solo per la morte non c'e
rimedio!
Lucilla
Dubbi
Mi chiamo Gianpaolo Ferrara, lavoro per la Cooperativa Distrazioni
Editoriali, e ho molti contatti col Centro Sociale Depistaggio di Benevento. Vi
scrivo a proposito dei fatti di Genova. Da premettere che non ero presente alle
manifestazioni per problemi personali, ma che avevo molti amici lì in prima
fila, a iniziare da Francesco Caruso della Rete No Global di Napoli. Sono stato
48 ore innanzi alla tv. Ho molti dubbi su come siano andate le cose.
Ricostruisco ciò che ho veduto e illustro i miei dubbi: Dapprima hanno cercato
di far credere che il giovane fosse stato preso in testa da una pietra lanciata
dagli stessi manifestanti alcuni giornalisti hanno onestamente detto che non si
sapeva con certezza, altri però sostenevano la tesi del sasso. Poi, hanno fatto
vedere l'immagine di un altro manifestante che da sopra una scala gridava
"assassino, assassino" (al singolare! Forse aveva visto tutto - il
telegiornale, l'unico a mandare questa scena, è stato quello di Mentana).
Subito dopo un poliziotto è uscito dal suo gruppo e iniziando a rincorrere il
manifestante urlava: "sei stato tu, assassino, hai lanciato tu la
pietra"(riferendosi al ragazzo sulla scalinata - ma se fosse stato il
ragazzo, sarebbe fuggito, non sarebbe rimasto sulla scala ad accusare quel
poliziotto). Poco dopo un giovane testimone intervistato mentre parlava ad un
cellulare, ha detto: il ragazzo morto è stato colpito da un'arma da fuoco o
forse un lacrimogeno, io ero lì vicino, ho visto tutto, ero a cinque metri. Nel
frattempo alla Rai compare un giornalista (mi sembra Capraro, o qualche nome del
genere) che dice: "le forze dell'ordine hanno dovuto reagire. Il giovane è
stato colpito da una pietra. Ero testimone, nessuno gli ha sparato." Questo
è quello che volevano fare credere (?). Poi la verità: giungono fotografie di
un fotoreporter inglese (il primo a mandarle in onda è Mentana): Una prima
immagine fa vedere la futura vittima col viso coperto che cerca di lanciare un
oggetto rosso non identificato contro la jeep dei Carabinieri; dalla Jeep si
vede uscire una pistola. Un'altra foto fa vedere il giovane in terra morto. In
un primo momento non si riesce a capire se il giovane che lancia l'oggetto e la
vittima siano la stessa persona. Mentana studia le due foto e, grazie ad un
tatuaggio e ad un nastro presenti sia sull'avambraccio del giovane con l'oggetto
sia della vittima, capisce che si tratta della stessa persona (alcuni dicevano
che non fosse la stessa persona). Poi giungono altre foto. La jeep fa marcia in
dietro, calpesta il corpo ormai cadavere sfondandogli il torace. Altre foto
ancora arrivano: i primi soccorsi e poi il tentativo dei carabinieri di non fare
avvicinare nessuno: loro sanno com'è andata, stanno cercando di inscenare una
farsa e infatti uno di loro inizia ad accusare il ragazzo che era sulla scala di
avere lanciato una pietra: i carabinieri sapevano che non si trattava di una
pietra, i carabinieri sapevano che era stato un colpo di pistola. Allora perché
accusare quel giovane sulla scala? - hanno avuto tutto il tempo per costatare
che aveva un buco in fronte; volete farmi credere che un militare non sappia
riconoscere un colpo in fronte da una batosta? Gli scontri continuano per tutta
la giornata. Si parla dei black bloc (blocco nero) degli anarchici
insurrezionalisti. Questi anarchici erano in mille armati di mazze. Chi li ha
fatti entrare in città? Come è possibile che mille persone armate di mazza da
baseball siano entrate in una città blindata e militarizzata? Le Tute Bianche
(i pacifisti) dicono che gli anarchici (o presunti tali) sono stati guidati e
spinti dalle stesse forze dell'ordine verso le migliaia di persone che stavano
manifestando pacificamente su un'altra via. I feriti sono 180, tra cui vecchi,
donne, parlamentari, ragazzi. A mio avviso, i Black Bloc sono il capro
espiatorio. Prima ancora del morto, sono stati trovati in terra dei proiettili.
La polizia era armata e gli accordi dicevano che non ci sarebbero dovute essere
armi da fuoco. L'Unità di oggi parla di un altro accordo preso all'ultimo
momento tra forze dell'ordine e Cia per armare poliziotti e carabinieri. Durante
il secondo giorno di scontri, arriva la testimonianza di un fotografo
indipendente che dice al Le Monde: non ha sparato il carabiniere nella jeep,
bensì un altro distante cinque metri dalla vittima. Il carabiniere presunto
assassino dichiara che: "Ho cacciato la pistola, ma non ricordo d'avere
sparato. In più il ragazzo è stato colpito da sinistra: il proiettile entra
nello zigomo sinistro ed esce sulla destra del capo. Se si va a vedere la foto
di quando Carlo Giuliani lancia l'estintore, ci si rende conto che se avesse
sparato il carabiniere nella jeep, il colpo sarebbe dovuto entrare da destra e
uscirgli dietro nella nuca a sinistra." Agnoletto & company dicono di
avere altri filmati su come realmente le cose siano andate. E infatti la notte
del secondo scontro la polizia va al Gsf senza un permesso di perquisizione, e
hanno menato di brutto. Hanno trovato mazze e tute nere... ma cosa cercavano
realmente? Sarebbero potuti entrare anche la notte precedente (ed evitare il
secondo giorno di guerriglia), e invece no, sono entrati dopo le dichiarazioni
di Agnoletto di avere altri filmati su come sono andate le cose. Il marcio a mio
avviso sta nell'immagine del carabiniere che accusa il giovane di essere
l'assassino e di avere ucciso lui il giovane ragazzo. Ripeto, è troppo strano,
i Carabinieri erano lì, hanno avuto tutto il tempo di vedere, capire che non si
trattava di una pietra. E invece l'accusa. Queste sono mie personali riflessioni
su ciò che ho visto e analizzato alla tv.
Gianpaolo Ferrara, Benevento
Ps: i colpi sono stati due fino a stanotte. Ora tutti i telegiornali concordano
che il colpo sia stato solo uno.
È troppo debole la rappresentatività politica del
Gsf
Gentile Redazione di Carta,
queste poche righe vogliono essere voce dei pensieri che turbano la mia mente
oggi. Da una parte la persecuzione mirata di chi fa della pace e della non
violenza lo strumento per dire al mondo che c'è tanta gente che muore muta e
senza speranza; dall'altra l'ingenuità di chi agisce convinto delle proprie
idee e, sospinto dalla voglia di farsi sentire, trascura accorgimenti necessari
e indispensabili e controlli utili per isolare i "violenti" la cui
mancanza, forse, macchia il "nome" della pace e dei suoi portatori
onesti. Da una parte la voce di un movimento trasversale fatto di gruppi,
partiti, associazioni, cooperative che vuole dare voce a chi voce non ha;
dall'altra le istituzioni che non sono capaci di assumersi la responsabilità di
accettare che semplicemente il Mondo è nella sua maggior parte
"morte" ed anzi, si adeguano alla morte offrendo repressione e
manganelli, ferite e sangue, al posto di politiche serie di sviluppo, di idee,
di azioni concrete di solidarietà. Da una parte i potenti ciechi del mondo:
essi vedono, e in quanto uomini sanno, ma mentono a se stessi in buona fede
forti delle proprie convinzioni liberiste e della droga del denaro; dall'altra
una parte della società civile che urla le ragioni dei più poveri, che chiede
ascolto, che sensibilizza verso tematiche di rilevanza mondiale che oggi sono la
necessità più urgente da risolvere.
In mezzo?
In mezzo anzitutto loro, le persone che anche oggi muoiono malate di Aids su una
stuoia in un capanno chissà dove, loro, gli abitanti di una città che hanno
vissuto la guerra di questi giorni come ostaggi tra "fazioni" in lotta
per affermare ognuna il torto dell'altra, loro, i poliziotti mandati a pestare
la gente ma che lo fanno per dovere e che non sono certo tutti uguali, loro, i
manifestanti onesti che volevano essere là a festeggiare la voce del Mondo….e
tutti coloro che vivono la certezza che il mondo così come è sta morendo, ma
che non sanno da che parte schierarsi, perché non capiscono le ragioni di un
dissenso ideologico così forte tra due soggetti, tra due "popoli",
tra due parti.
La sintesi: 300.000 sono tanti uomini, sono tante voci singole che unite possono
essere sentite lontano, ma non così lontano da soddisfare le esigenze concrete
di chi muore oggi, in questo istante.
Il rischio che ho percepito in questi giorni è che oltre le manifestazioni di
piazza e oltre a qualche misera concessione che i potenti possono fare, troppo
debole è ancora la rappresentatività "politica" di un gruppo, di un
"popolo" in cammino su cui pesa troppo forte il pregiudizio e lo
stampo dei rivoltosi, dei violenti.
Altri strumenti vanno pensati e affiancati al semplice manifestare. Manifestare
in pace non è possibile dove i tuoi avversari non sono solo uomini blu, armati
fino ai denti, ma sono anche la nebbia sugli obiettivi futuri da raggiungere.
Credo sia indispensabile agire nelle sedi dove si decide, assumere rilevanza
politica ( perché la politica è la sintesi dei valori che un soggetto vuole
fare propri e passare agli altri), affiancando e opponendosi alle idee della
globalizzazione selvaggia all'interno delle Istituzioni nel compromesso che le
democrazia richiede.
Sarebbe bello sfilare muti, nudi o quasi, senza provocare a parole nessuno,
senza ingiurie a chi hai di fronte e non la pensa come te, testimoniando
direttamente con i corpi e i gesti la forza di idee di pace.
Sarebbe bello evitare di essere strumentalizzati da un partito piuttosto che un
altro, diventare rappresentanti politici di interessi diffusi della collettività
laddove ora si è solo deboli testimoni di ingiustizia e dolore.
Massimo Davi
L'unità della sinistra
Se questa pazzesca 3 giorni non rinsalderà le varie anime
democratiche della sinistra nulla potrà farlo.
(buda/sacha, macherio,Mi)
Riflessioni dopo Genova
Le iniziative del Genova Social Forum hanno avuto un'ampia eco ed
hanno, in qualche modo, oscurato il G8. Ma ciò è costato un prezzo molto alto:
una vita umana, in primo luogo, ed inoltre lo sconvolgimento di una città, con
distruzioni e violenze causate da un gruppo ben organizzato di teppisti e
dall'azione insensata e indiscriminata delle forze di polizia.
I responsabili principali della situazione sono ben individuabili: i G8, con la
loro assurda parata nel palazzo fortificato e la pretesa di decidere, in quanto
i più ricchi, le sorti del mondo; il Governo Berlusconi, attento alle mutande
esposte alle finestre ed incapace, nella più benevola delle ipotesi, di gestire
l'ordine pubblico garantendo il diritto costituzionale alla manifestazione del
dissenso (a tutto ciò si aggiungono le incredibili notizie di queste ultime
ore, e cioè il tentativo di criminalizzare l'intero Genova Social Forum con
atti lesivi dei diritti della persona); la maggior parte del mondo politico -
istituzionale (non solo quindi gli ultra - liberisti, razzisti, populisti della
Casa delle Libertà), che, rinchiuso nella propria auto - referenzialità, non
ha nemmeno ricercato un dialogo con la società civile attiva, componente
essenziale del Genova Social Forum (tuttavia, nell'ambito delle istituzioni, si
registrano alcune significative eccezioni che andranno messe alla prova nei
prossimi mesi).
Sottolineo, come partecipante alla grande manifestazione di sabato 21/7,
l'insensatezza (o peggio) delle azioni della polizia: di fronte agli atti
demenziali degli esponenti del Black Bloch (incendio di cassonetti, devastazione
di auto, negozi, agenzie bancarie, distributori e simili), venivano regolarmente
lanciati lacrimogeni sull'insieme del corteo, che non aveva niente a che fare
con tali atti, con il rischio di provocare, fra persone stipate una addosso
all'altra, scene di panico dalle conseguenze disastrose (si è giunti fino a
gettare i lacrimogeni fra coloro che, a fine manifestazione, stavano aspettando,
in piazza di Marassi, di risalire sugli autobus per ritornare a casa).
Premesso tutto questo, che ritengo basilare, vorrei però affrontare un altro
punto.
L'iniziativa del 21/7, che ha superato per l'ampiezza e la varietà della
partecipazione ogni più rosea aspettativa (nonostante i fatti gravissimi del
giorno prima), è stata per certi versi ostaggio di un numero ristretto di
persone, che a loro piacimento, ed usufruendo dell'incapacità (o peggio) della
polizia, ne hanno condizionato, con i loro atti violenti, lo svolgimento.
Indubbiamente ciò costituisce un problema di primaria importanza, che forse
avrebbe dovuto essere affrontato con maggiore attenzione, da parte del
coordinamento del Genova Social Forum, anche prima delle giornate del 19, 20 e
21 luglio, visto che la probabile presenza e le intenzioni del Black Block erano
note (tanto che "Carta", con scelta alquanto discutibile - lo dico da
socio dei Cantieri Sociali e membro di associazioni che aderiscono alla
cooperativa produttrice della rivista -, presenta, nel n° 5 uscito il 19/7,
un'intervista simpatizzante con un esponente americano del Bb, Chuck Munson, in
parallelo con un'altra intervista, a Massimiliano Morettini dell'Arci e del
Genova Social Forum, quasi fossero espressioni diverse di un movimento fatto
appunto di diversità).
Ebbene, io ritengo (come del resto è stato più volte detto, in modo incisivo
ed efficace, dal portavoce del Genova Social Forum, Vittorio Agnoletto) che chi
compie, nella nostra realtà, azioni violente, di distruzione di cose e di
offesa alle persone, in una logica di guerriglia urbana, non sia una componente
diversa, più radicale - di cui magari non condividiamo i metodi -, del vasto
movimento anti - globalizzazione, ma sia un avversario a tutto tondo di ciò che
si cerca qui di sviluppare e che ha avuto in Genova una tappa importante.
Infatti, chi si comporta in tal modo ostacola e danneggia in maniera grave il
processo di presa di coscienza, di ampliamento della partecipazione, di
confronto e di elaborazione fra diversi, di promozione di iniziative e di lotte
su punti precisi e specifici, che era, e rimane, l'obiettivo principale del
movimento anti - liberista in Italia - e non solo -.
Perciò è indispensabile che quanti hanno trovato espressione e sintesi nel
Genova Social Forum (la cui azione è importante che prosegua) riflettano su
come riuscire, in futuro, a difendere le proprie iniziative, in special modo
quelle di massa, dagli interventi dei guastatori, ad isolare chi opera secondo
la logica violenta enunciata in precedenza, a dare conseguentemente maggiore
efficacia alle proprie azioni.
E' nella prospettiva dello sviluppo della partecipazione, della
sensibilizzazione, del consenso che vanno viste anche le iniziative di
disobbedienza civile, tipo quelle programmate per il 20 u. s., evitando il
rischio che siano soltanto dei bei gesti esemplari, utili magari quando c'è da
destare l'attenzione su un argomento, ma forse non del tutto opportuni quando
invece si tratta di far sì che partecipi, scendendo in piazza, il più alto
numero possibile di persone e si dà modo, con gli atti di disobbedienza, di
entrare in campo a chi ricerca lo scontro per lo scontro.
L'impostazione per cui alla violenza del potere si risponde con atti violenti
nei confronti di persone e cose - un'impostazione rivelatasi tragicamente
perdente in moltissime situazioni - viene pericolosamente riproposta (sui muri
di Genova si è letto nuovamente l'affermazione "...uccidere uno sbirro non
è reato"). E' compito particolare di coloro che vogliono che il movimento
anti - liberista cresca davvero, in qualità ed in quantità, contrastarla con
forza.
Moreno Biagioni
Forse bisogna cambiare metodo
Bisogna cambiare metodo rivoluzionario, bisogna rinunciare allo
scontro diretto o indiretto con i "soldatini blu", bisogna
privilegiare il sistema delle piazze tematiche, degli incontri-studio, delle
manifestazione-festa, tipo concerti, per stare insieme e basta, i colpi a questo
regime mondiale devono arrivare attraverso la creazione, come già avviene, di
una nuova forma di economia, di una nuova forza sociale, con ideali ben precisi,
da discutere e da votare, che vadano poi consegnati ai potenti in forma
ufficiale solo da rappresentanze di portavoci e politiche, e sostenute
concretamente altrove, mentre si fa la spesa, sui posti di lavoro con le azioni
capillari da persona a persona, con volantini, con magliette, con i concerti,
con libri, film, in Internet, senza manifestazione di contestazione, dove ci sia
la minima possibilità di scontri, e dove diventiamo facile bersaglio per il
regime mondiale e per la sua informazione fasulla.
La vera manifestazione anti-g8 secondo me e' stato il concerto di Manu Chao a
Milano, nessuno caricava, tutti ballavano, poche parole di lotta dal palco ma
con un intensità che solo la musica può dare, quasi tutti quelli che erano lì
volevano chiedere quello che il Gsf ha poi tentato, invano, di chiedere ai g8 a
Genova.
Nessun attacco, nessun morto, nessun "black block", nessun corteo, ma
la protesta c'era ed era potente, un nuovo mondo che ballava, e niente e nessuno
avrebbe potuto fermarlo.....e anche quando la legge prevedeva il
"silenzio", nelle vene la Patchanka continuava, quella è la forma di
protesta di piazza migliore....!!!
Grazie per quello che fate e per quello che scrivete.
Dalle montagne del sud-est del mio cervello....un saluto
Davide.
Qualche domanda
Dopo aver trascorso due giorni nella mia Genova, mi pongo una domanda che
rivolgo anche a voi: I servizi dello stato (segreti o meno) hanno da sempre
operato infiltrazioni nei movimenti politici di opposizione, più o meno
dichiaratamente violenti, sia di destra che di sinistra: non sò bene se questo
sia "costituzionale" o legittimo ma comunque è una prassi da sempre
attuata e che, se è finalizzata a raccogliere informazioni atte a contrastarne
le manifestazioni violente, credo che possa essere compresa, condivisa o
quantomeno generalmente accettata, anche se entro certi limiti. Mi domando perché
allora oggi nessuno ammette che tra i Black (scusate se, a differenza di altri,
non mi sento di usare termini diversi per definirli) ci fossero informatori
infiltratati dai servizi? 1) Se i servizi non sono riusciti ad infiltrare
nessuno sono davvero degli incapaci: ma perché non l'ammettono? 2) Se gli
infiltrati c'erano a cosa sono serviti? Non pare certo ad individuarne le azioni
violente e quindi a circoscriverle isolandole dai cortei dei manifestanti
(pubblici ed autorizzati). 3) Se c'erano, e verosimilmente c'erano, a cosa
davvero sono serviti?
- Chi, autorevolmente, può chiedere al governo se c'erano infiltrati nei gruppi
violenti?
- - Chi può chiedere a che azioni erano deputati gli infiltrati?
- - Chi può sapere le risultanze che tali informatori infiltrati hanno fornito
a favore dell'ordine pubblico?
- Magari ci scappa il segreto di stato, ma in fondo è lampante che o questi
infiltrati
c'erano oppure i servizi di sicurezza (governo vecchio o governo nuovo) non
funzionano per nulla. Ma che hanno fatto in effetti questi personaggi? Nulla?
Davvero nulla, né per un verso né per l'altro? Strano: che li si paga a fare
allora? In quest'ultimo caso, spero che non dovremo quindi, come cittadini,
sostenerne le spese vive. Per le altre, purtroppo, come diciamo a Genova,
"abbiamo già dato".
Alessio Robotti
Salve,
sono uno studente di 26 anni e mi sono imbattuto nel vostro sito , che a mio
parere offre spunti interessanti.
Ma purtroppo non si limita a questo, volendo anche chiudere un occhio sulle
campagne e gli articoli contro Israele, probabilmente solo un fastidioso lascito
dell'antisemitismo comunista, trovo quasi ridicolo definire l' incresciosissimo
fatto accaduto ieri a Genova una esecuzione.
Vado a spiegare: 1) lo sparatore non è un freddo killer ingaggiato da chissà
quale deviato paese per spegnere voci di una giusta protesta, infatti è un
ragazzo di 20 anni un po' più giovane della vittima che è stato, facendo il
suo lavoro di pubblico ufficiale, preso a sprangate e quasi lapidato 2)
la reazione che è stata sicuramente esagerata, è da valutare considerando la
situazione contingente (un gruppo di allegri e pacifici dimostranti che in modo
assolutamente amichevole tentano di fare la pelle a tre carabinieri in
camionetta) 3) un po'di onesta anche nel divulgare in un sito "di
parte" non guasterebbe, vi renderebbe più credibili anche da un perplesso
come me.
Grazie per l'attenzione,
Luca Perego