22 LUGLIO

Genova, ore 24
La polizia ha sfondato la porta ed è entrata a Radio K Centrale. Hanno interrotto le trasmissioni. via Battisti 60 Genova
Saluti Rossana

Urgente
Ciao, vi segnalo per diffonderlo, che è stata caricata la sede dei media, radio Gap,è incredibile, assurdo, c'è un solo nome per tutto questo: Fascismo. I fatti di Genova sono gravissimi, occorre una riflessione comune e una campagna di informazione e sensibilizzazione. La polizia, il governo e il G8 stesso devono rispondere di responsabilità precise, e io credo che bisognerebbe anche far luce su questi sintomatici black bloc. Concludo manifestando tutto il mio apprezzamento per Carta e tutta la controinformazione indipendente.
Silvia Cervigni

Di ritorno
Cari amici, sono tornata adesso da Genova, reduce da un bel po' di cose. Ero presente alla sparatoria in cui è morto il ragazzo (era Beirut, non Genova), voi c'eravate, sapete cosa intendo onestamente. Tre energumeni che mi hanno pestato (preso a calci) perché avevo al collo il pass con su scritto Stampa, tre contro una (ero sola): questa non me l'aspettavo.
I medici del pronto soccorso... che vi devo dire.... non ho parole!
L'unico che si è mostrato benevolo è stato il tassista che mi ha riportato a casa alle due di notte, zoppa, in un paese che non conoscevo, partita sola, senza un gruppo, solo per fare giornalismo. Purtroppo certe cose senza le prove non si possono dimostrare, ma almeno ho imparato quello che Antonio Russo mi aveva detto un giorno: fidati solo di te stesso!
un abbraccio caloroso
Antonella

Ministro, si dimetta
Il modo inadeguato, nonché barbaro e incivile di usare la polizia e i carabinieri allungano l'ombra di uno stato fascista e autoritario.
Ministro, Lei è il responsabile primo dei gravi fatti di Genova e, da ultimo, dell'aggressione incostituzionale e oltraggiosa alla sede del Gsf. Il questore di Genova deve dimettersi. E non lui solo.
Ministro si dimetta
Simone Brunetti, dottore di ricerca presso l' Università di Siena

In memoria di Carlo Giuliani
"Parmi un assurdo che le leggi,
che sono l'espressione della pubblica volontà,
che detestano e puniscono l'omicidio,
ne commettono uno esse medesime,
e, per allontanare i cittadini dall'assassinio,
ordinino un pubblico assassinio"
(Cesare Beccaria, 1764)
Gigi Perrone

Chi era il tipo con il megafono?
Vi mando questo resoconto che può essere utile alla ricostruzione dei fatti, ma anche alcune domande sulle quali lavorare: chi era quello sul cassonetto con il megafono? chi ha detto al corteo di muoversi?
Davanti a noi c'era anche un pezzo di rifondazione. Giravano voci incontrollate su scontri dietro che ovviamente bastavano per impedirci di tornare indietro. Ero nello spezzone della rete di Lilliput, siamo stai fermati per molto tempo sul lungo mare per gli scontri di piazzale Kennedy. Il servizio d'ordine era lasciato alla buona volontà delle persone, ovviamente non era adeguato alla situazione. Il cordone è stato rotto in due poco prima di piazzale Kennedy da uno spezzone (Cobas mi pare) che ha rotto il gruppo della rete di Lilliput in due. Non si era ancora riusciti a compattare il gruppo, quando siamo passati nel punto caldo, l'incrocio di fronte il piazzale dove la manifestazione svoltava verso nord e c'era una persona, su alcuni cassonetti in mezzo alla strada che invitava a fare presto con un megafono. Apparentemente teneva d'occhio una laterale in cui c'erano degli scontri. Guarda caso nel momento in cui è passato lo spezzone della rete sono arrivati quattro o cinque black a cui è bastato buttare per terra tre cassonetti per giustificare il lancio di lacrimogeni (uno mi è caduto molto vicino) e subito dopo la carica. Il cordone della rete si è sfaldato praticamente all'arrivo dei black, quello dei Cobas che seguivano ha avuto un momento di cedimento nonostante qualcuno insieme a me tentasse di rinforzarlo. I lacrimogeni hanno fatto il resto. La persona sui cassonetti si è allontanata con una calma che mi ha stupito.
Nota: utilizzare quei mezzi per fermare cinque persone è, se in buonafede, un atto come minimo di incompetenza ed incapacità. Lanciare lacrimogeni su una parte di corteo pacifica è un atto di puro terrorismo. Caricare uno spezzone pacifico è semplicemente un atto criminale. Tornando ai fatti, i quattro/cinque si sono ovviamente inseriti nello spezzone di corteo che era riuscito a passare, mentre guarda caso la polizia manganellava a sangue dietro. Tranquilli come in gita scolastica sono stati dentro al corteo finché non sono stati individuati ed allontanati dal corteo al grido di "fuori fuori" come in piazza Manin venerdì. Insomma, stessa dinamica, solo che questa volta erano in quattro o cinque. È pura coincidenza, è pura incompetenza, è malafede?
Ciao
Leonardo Fiorentini

Non ci sono parole
Cosa dire? Troppe sarebbero le cose da dire ma sono sconvolta. Non sono potuta andare a Genova ma lì ci sono le persone a cui voglio più bene e sono tre giorni che ho paura. Vedere un esercito schierato contro il libero pensiero è troppo. Sono accadute cose che non si dovranno mai dimenticare e che non dovranno mai più ripetersi. Ogni città che sarà designata come luogo di incontro dei grandi dittatori della terra deve dire "No"!
Le cerimonie sono finite e la vita di qualcuno pure.
Federica Lalli

Le meschinità del G8
"Dico grazie al governo italiano che ha garantito qui a Genova un'atmosfera sicura"
(George W. Bush)
"La povertà, la fame, l'aids, semplici inconvenienti"
(Silvio Berlusconi)
Ecco l'etica e il senso morale di quei piccoli, meschini e vigliacchi, riuniti a pranzo (di lusso) per due giorni in una città sequestrata con arroganza e prepotenza ai suoi abitanti, per ostentare il più osceno e vergognoso dei rituali pseudopolitici, in cui discutere del governo del mondo globalizzato (ovvero degli interessi "inalienabili" del Mercato Globale). Eccoli i "Grandi", governanti del mondo: cinici e meschini rappresentanti di se stessi, del loro profondo disprezzo per la vita umana, del loro volgare esibizionismo da strapazzo, del loro attaccamento viscerale al ruolo che si sono conquistati. Non c'è prezzo sufficiente a pagare la loro arroganza: una giovane vita stroncata sull'asfalto di una città devastata non turba il loro appetito, anzi costituisce nient'altro che un piccolo inconveniente all'interno di una atmosfera sicura e protetta così necessaria in una raffinata cena di lavoro da cinquanta miliardi di lire a carico della città sequestrata a loro uso e consumo. Solo piccoli e semplici inconvenienti come possono esserlo qualche milione di bambini morti di fame o i tanti "effetti collaterali" massacrati in qualche guerra umanitaria, che non turbano certamente i loro sonni beati all'interno di sfarzose navi debitamente separate dal mondo reale dei comuni esseri mortali.
Piccoli e meschini ladri di vite umane, vanno via alla fine dello spettacolo, come sempre, senza pagare il conto, o, al massimo, elargendo qualche miserevole elemosina a coloro che hanno abbondantemente derubato di vita e di dignità umana: ad altri il compito di contare i morti e i feriti, a loro la soddisfazione di un party ben riuscito con buona gastronomia e ancor più pregevole ambientazione scenografica da parte dell'ospite italiano, grande esperto di media e di spettacolo.
E noi continuiamo a chiamare, sia pure ironicamente, "Grandi" questi piccoli criminali da strapazzo, "democraticamente" eletti con il denaro e la forza dei grandi capitali? Piccoli e meschini!
Di grande non hanno che l'arroganza e la vigliaccheria dei servi, di chi serve e amministra il potere, quello vero, quello delle Grandi finanze, delle Grandi Multinazionali, dei veri Grandi Potenti della terra, che li hanno fatti eleggere "democraticamente" per governare i loro interessi, a recitare sulla scena di una politica-spettacolo la parte di chi progetta il governo del mondo.
Piccoli e meschini nel loro cinismo ipocritamente camuffato da ragionevolezza e fini umanitari, nel loro esibizionismo osceno di ufficialità massmediatica ostentata con l'arroganza provocatoria dei grandi dispiegamenti di polizie e eserciti, col sequestro legalizzato di città e popolazioni.
Piccoli e meschini e infinitamente vigliacchi, nelle loro menzogne (queste sì davvero Grandi), nelle loro false dichiarazioni in difesa di diritti umani puntualmente annientati dai veri Grandi diritti del libero mercato, di cui sono nient'altro che fedeli servitori e amministratori politici.
Piccoli e meschini in ogni loro manifestazione, in ogni loro parola, in ogni loro stretta di mano, nei loro rituali da Grande diplomazia, nei Grandi apparati dentro cui nascondersi e proteggersi dal contatto reale con il mondo vero, quello di miliardi di esseri umani che soffrono la miseria e il dolore profusi con Grande "generosità" da quel Mercato Globale (sarebbe meglio dire Assoluto) che ha ridotto la politica a pura e semplice amministrazione dell'esistente.
Piccoli e meschini (e vigliacchi) complici o mandanti di Grandi crimini, di Grandi ingiustizie, di Grandi distruzioni, di Grandi eventi lesivi della dignità e dell'umanità stessa di milioni di esseri umani, trasformati con sottile violenza in merci o azzerati nel loro diritto a esistere. Pìccoli e meschini, ma Grandi provocatori di violenza e di sofferenza per interi popoli, anche dei loro stessi popoli da cui si vantano di essere stati democraticamente eletti (con la forza del denaro e dei Grandi capitali)!
Piccoli e meschini vorrebbero rimanere lì in eterno, attorno alla solita millenaria tavola imbandita, a distruggere i Grandi sogni e le Grandi speranze di ogni piccolo grande uomo di questo povero globo brutalmente mercificato.
Mario Bonica (Catania)

Era una bella atmosfera
Vi sto scrivendo con gli occhi pieni di lacrime. Ho appena saputo che hanno fatto di tutto anche ieri notte alla Diaz sede logistica del Gsf. Io ci ho lavorato durante questa settimana: era un po' un casino ma tutto andava bene era una bella atmosfera. Non ho parole ma, ancora peggio, non riesco a ragionare, a trovare un filo conduttore. Siamo ormai in un vortice di repressione inarrestabile, io sto perdendo il controllo delle emozioni. Dobbiamo stare attenti o ci disintegrano.
Luca 23 anni Genova

Solidarietà
Ciao siamo Alessandro ed Antonella due lavoratori di una cooperativa sociale di Firenze; non abbiamo potuto essere a Genova per motivi di malattia di entrambi: abbiamo assistito con la televisione agli eccidi ed i massacri che nuovamente distruggono quello che c'è di giusto nella protesta.Vi siamo vicini con tutto noi stessi. Di più purtroppo non possiamo fare.
Una cosa è certa: mi ricorda altre cose...

Chi sono i Blacks
Per chi avesse dei dubbi su chi sono i blacks block. Non si può dire: sono compagni che sbagliano. Tantomeno che sono ragazzi vivaci. Ne hanno visti, e non solo Agnoletto o Casarini, come da comunicati, parlare con poliziotti o entrare/uscire dalle questure. Quanto è stato provocato nei giorni scorsi nelle strade di Genova ha, nella sostanza, allontanato di chilometri e chilometri la gente (tantissima) che manifestava dai punti faticosamente concordati delle manifestazioni, disperdendola su spiagge e colline. Racconto la scena a Piazza Manin: il concentramento delle donne, della rete Lilliput, del commercio equo e solidale, uno dei punti quindi più pacifici. In modo splendidamente colorato e molto divertente il corteo è arrivato a manifestare fin sotto le famose barriere della zona rossa, poi colpo di scena. Le/i manifestanti corrono via inseguiti dai black, inseguiti dai poliziotti. C'era qualcuna di voi in quella piazza, dalla quale per giunta non si riusciva ad andar via per paura delle botte (dei black come dei poliziotti), dei lacrimogeni, della gente in fuga giù per le scalette, dei fumi dei cassonetti mischiati a quelli dei lacrimogeni? E cosa dire della città surrealisticamente desertificata, blindata fino all'inverosimile da misure di sicurezza di ogni tipo, dove occhieggiavano proprio sui percorsi dei cortei cantieri aperti, con succosi tubi Innocenti a disposizione dei "ragazzi vivaci"? Una svista dell'apparato, ops, ma che svista! Tubi Innocenti prontamente smontati e utilissimi a devastare la città dove i vecchietti (pochi asserragliati nei pochissimi bar aperti) ricordavano il 1960 per ritrovare qualcosa di così rivoluzionario nella loro città, senza capire però perché questi rivoluzionari bruciassero decine di cassonetti e devastassero tutto quello che trovavano sulla loro strada, generosamente riforniti di spranghe dall'apparato che aveva così meticolosamente ripulito la città persino dalle mutande e dall'aglio. La conclusione qual è? Che a questa democrazia, che si rende ridicola dall'elezione al governo dei più ricchi, dall'avere le galere piene dei più poveri, oggi viene meno anche il diritto di manifestare. Chi può manifestare in piazze infiltrate da bande di hooligans in astinenza da fine campionato,armati di tubi dalmine "dimenticati" nei cantieri dalle forze dell'ordine? In un clima da "Apocalipse now". Vi descrivo solo alcune scene di panico non nei cortei o nelle manifestazioni, ma nei mille rivoli dispersi di queste: sulla spiaggia, i poliziotti inseguono i black, i black inseguono la gente, gli elicotteri bombardano inseguiti e inseguitori di lacrimogeni, e tanto per rendere la scena più cinematografica, non bastasse il costante rumore del sorvolio degli elicotteri, gommoni e motoscafi di varie polizie che arrivano via mare. Mancava la cavalcata delle valchirie. E ripeto: il tutto a chilometri e chilometri dalle manifestazioni e dalle famose barriere. Perché i lanzichenecchi, se fossero veramente solo hooligans in furore e in cerca di scontri, sotto le barriere avrebbero dovuto stare, non a devastare la città lungo i percorsi dei cortei e "ben lontani" dalle barriere.
Lucia.

Bevevano tranquilli
Ciao...
Venerdì sono passato da Piazza Manin (proveniente dalla zona di Brignole) poco dopo l'episodio raccontato da Claudia. Qui ho visto i manifestanti pacifici terrorizzati e sconvolti, la polizia schierata in posizione e in Corso Armellini (verso ponente) una scia di fumo e devastazione... segno del passaggio del Black Block. Mi aspettavo che la polizia partisse all'inseguimento dei Blacks, invece niente, hanno girato e se ne sono andati....probabilmente a picchiare qualche altro manifestante pacifico.
Io li ho seguiti e all'altezza di Largo Pacifici li ho superati. Erano fermi ai giardinetti, intorno alla fontanella: alcuni bevevano, altri si riposavano, nessuna sentinella, erano tranquillissimi, per niente in allarme.
Evidentemente sapevano che non dovevano temere nulla dalla polizia.
Stefano, Genova

Dove siamo?
In queste ore di estrema rabbia,angoscia e incredulità,mista all'impotenza di fronte a ciò che sta accadendo voglio solamente lanciare alla redazione e collaboratori tutti un segno di incoraggiamento per andare avanti, nonostante tutto. Ora più che mai. Voi, insieme a (per ora) altre libere testate e iniziative, siete la nostra ancora di salvezza e l'unica aria pura che ancora possiamo respirare.
Tornando ieri sera,tra la delusione e la rabbia,la rassegnazione iniziavano a farsi strada dentro me. Una volta a casa non avrei avuto la forza di accendere la tv e ascoltare tante false notizie dell'informazione strumentalizzata. Ma ho allontanato la rassegnazione e ho deciso di alzare la testa. Voi ci siete.
Simona Almese (To)

Li ho visti parlare con la polizia
Buonasera a tutti, io voglio segnalare di aver probabilmente riconosciuto uno di quegli strani individui mascherati "da black blok" che parlottavano con agenti di polizia o carabinieri. Il filmato l'ho visto su Rai3, questo stesso individuo l'ho notato ieri nella diretta di Rai3 circa alle ore 15 o 15,30 durante gli scontri si è visto questo tizio camminare tra la polizia, indossava un gilet scuro o nero con un distintivo lucido, era ben piazzato ed alto con capelli corti, camminava dietro ad una inviata del Tg3. Spero che questa mia segnalazione contribuisca alla verità che non credo sia solo quella dei media.
Luca Rizzieri

Di ritorno dall'inferno
Sono una delle persone massacrate venerdì dalla polizia in piazza Manin, come racconta la testimonianza che avete pubblicato. I poliziotti hanno fatto irruzione, ci hanno bloccato le vie di fuga coi lacrimogeni e poi, invece di andare verso i blacks, hanno puntato dritto verso di noi: poiché tenevo le mani alzate, mi hanno fratturato la destra e poi, quando sono caduta a terra, hanno continuato a pestarmi con violenza incrinandomi la spalla. Vicino a me c'erano molte teste sanguinanti. Poi si sono fermati, soddisfatti; i black nel frattempo si erano allontanati indisturbati; le ambulanze sono arrivate dopo un'ora buona e non mi hanno voluto caricare, non ero abbastanza grave; sono stata accompagnata in ospedale da un giornalista, anche lui pestato, e immediatamente operata; qui ho evitato la denuncia o il fermo solo grazie alla solidarietà di medici e impiegati dell'ospedale; penso che dovremmo riunire tutte le testimonianze dirette su ogni singolo episodio, in modo da avere testimonianze incrociate.
Simona

Siamo in lutto
Venerdì 20 luglio è stato ucciso Carlo Giuliani, è morto un giovane come noi che chiedeva un mondo più giusto. È morta la gioia di migliaia di persone che, ricche della propria diversità, manifestano contro lo sfruttamento del pianeta e contro l'iniqua ridistribuzione delle risorse. Resteranno vive le coscienze di quanti intendono contribuire all'emancipazione dell'umanità
Ciro

Abbiamo vinto nonostante le provocazioni
Cari compagni
Sono un operaio metalmeccanico delegato della Fiom, il 21 ho partecipato,assieme a mia figlia di tredici anni ed un gruppo di operai di varie fabbriche della zona di Padova, alla manifestazione contro i potenti della terra. Premetto che ho 50 anni e in passato ho vissuto situazioni simili con provocatori della polizia che creavano pretesti per potere inserire il disordine tra gente che manifestava pacificamente, questo per dire che l'esperienza vissuta la conoscevo già. Sinceramente non credo alla democratizzazione delle forze "in questo caso del disordine"di polizia, poche decine di infiltrati hanno sconvolto migliaia di persone che si erano presentate a Genova non per espellere i cittadini di quella città (tra l'altro i pochi rimasti sono stati solidali con noi) ma per manifestare pacificamente il loro dissenso.
È stata una grande festa di popolo rovinata da una volontà di chiara matrice di stato questa è la mia convinzione e fin d'ora non ci sono elementi che dimostrino il contrario, lasciatemelo dire visto che ne ero testimone, la vera tragedia (anche se di per sé la morte di quel ragazzo è molto di più) non si è consumata perché questo popolo è molto più maturo di quello che vogliono descriverlo. Io ero in uno spezzone del corteo con altri compagni della Fiom e lo stesso Sabattini e il senso di responsabilità di tutti era da ammirare, siamo arrivati a 300 metri dai cassonetti bruciati, con un odore di lacrimogeni acre, si doveva decidere se proseguire o tornare. E tornare voleva dire creare confusione maggiore, abbiamo serrato le fila con un servizio d'ordine (questo sì da consigliare a chi di dovere), una moltitudine di ragazzi dei centri sociali e del Prc hanno fatto quadrato con noi e gridando "corteo corteo" siamo rimasti uniti e facendo una deviazione siamo arrivati alla meta senza incidenti, a dimostrazione che i facinorosi sono i poliziotti e i loro servi.
Un ultima considerazione se questi ieri si consideravano potenti, da oggi lo sono tanto di meno: un popolo pur provocato ha vinto.
Un grosso saluto
Gianfranco Coccoli

Cosa ho visto a Genova
I was in Corso Torino in the morning of 20.I started the manifestation with Pink people,with pacific intention,but also with the intention to testify as a reporter.
So I was there,and suddenly this "black bloc" arrives, maybe they were 1000,I was really afraid of them and I help civil people of Genoa,who were really in panic,not to be afraid and to go home.The reaction of cops has been really light: only few lacrymogens, and they let them to destroy everything and to go down to Corso Torino direction in the opposit of cops, burning
everything... I saw that from the house of a woman of Genoa who helps me, making me enter in her house in Corso Torino.
At the same moment I've known one of this "black" has beaten one of pacific manifester.
Personally I want to change the world without violence, I disapprove what happen in Genoa, but I also disapprove the reaction of cops and the government, who make that strange people make everything they wanted. I also want to say that many people saw what I saw, especially people from Genoa, living in Corso Torino. I don't want to adfirm the "blacks" were cops, but they really destroy our pacific way of manifest. Now reflect, and TESTIFY.

Ciao a tutti
Sto bene per fortuna ero nella scuola dove c'e' il centro stampa e non in quella di fronte questa notte è successo il delirio quando sono arrivati, da entrambi i lati della stradina hanno prima massacrato quelli che si trovavano sulla strada poi sono saliti nella scuola di fronte noi quando ce ne siamo accorti ci siamo barricati tutti nella stanza della radio che ha continuato a trasmettere in diretta (tra l'altro tutto il momento precedente l'irruzione e le trattative successive sono registrate e disponibili in rete). Grazie alla potenza mediatica della diretta e al fatto che (per una volta devo dire grazie ai -finora- odiati da me cellulari) siamo riusciti a metterci in contatto immediatamente con Agnoletto, avvocati e stampa italiana ed estera varia riuscendo quindi a portare la testolina e le ossa intere fino alla mattina successiva. Dall'altra parte non vi dico scene cilene gente massacrata mentre dormiva sangue sui muri dappertutto decine (dopo più di mezzora) i compagni portati via in barella ad un certo punto quando le guardie sono uscite portando con loro un sacco a pelo nero pieno e molto pesante e poi altri due si è pensato a dei morti invece sembra che fosse solo materiale sequestrato. Il resto lo potete leggere sui giornali adesso cercherò di partire per tornare a Cuneo spero di arrivarci tra l'altro sabato mattina è stato arrestato (leggi, associazione a delinquere finalizzata alla devastazione) un compagno dei Cobas scuola siciliano, dovrebbe essere detenuto a Pavia ci sentiamo, sperem.
Mauro, Cuneo from Genova

Una ferita profonda
Scrivo queste righe a caldo e assolutamente coinvolta emotivamente. Ringrazio di essere tornata a casa miracolosamente sana e salva. Ringrazio gli organizzatori del corteo e la gente che c'era con me che è riuscita a farci mantenere la calma anche nei momenti più terribili. Quelli che sono riusciti a tenerci uniti e compatti deviandoci uniti per altre strade nei momenti di carica della polizia, perché quelli che si sono defilati a piccoli gruppi sono stati in gran parte rastrellati e picchiati selvaggiamente dalla polizia. Una cosa mai vista, degna, come dice Agnoletto, del sudamerica negli anni 70. Io ho avuto la "fortuna" di subire solo un attacco di lacrimogeni, sparati dalla polizia contro il nostro corteo assolutamente pacifico. Eravamo in via Torino e per almeno tutto il lunghissimo viale che potevamo vedere davanti e dietro i manifestanti erano assolutamente composti e pacifici. La sensazione é stata quella di soffocamento, tutti tossivano e piangevano, una ragazzina a fianco a me (avrà avuto 15 anni) vomitava. La gente si aiutava. Ci si passavano bottiglie d'acqua, limoni, fazzoletti. Altri miei compagni di pullman sono stati meno fortunati, e sono stati più direttamente coinvolti negli scontri. Dalla diretta di Radio Popolare si sentivano mano a mano tutti i vari soprusi che venivano fatti. La gente di Genova è stata gentilissima. Offriva acqua, a volte anche cibo, bagnava con getti d'acqua gli "accaldati", molti hanno aperto i portoni ai ragazzi braccati dalla polizia. E la polizia ha sfondato a calci e manganellate le porte dei condomini per continuare la caccia all'uomo. Sono state manganellate donne di cinquant'anni, dopo essere state fatte inginocchiare contro il muro, ragazzini di 13 anni che stavano seduti appoggiati al muro con le mani alzate, ragazzi che stavano in piazza ad aspettare il pullman per tornare a casa, pensionati in vespa che passavano per caso, preti, suore, chiunque. Chiunque si trovava a passare dalla manifestazione durante una carica o semplicemente veniva "intercettato" da una pattuglia della polizia o dei carabinieri, veniva picchiato. La polizia ha sparato un lacrimogeno addosso a una ragazza che teneva per mano il suo compagno su una sedia a rotelle, poi li hanno raggiunti e manganellati. La polizia ha picchiato selvaggiamente una ragazza e poi le hanno orinato addosso. Hanno gridato a un ragazzo mentre lo picchiavano "Il fascio e' tornato! Tremate ebrei di merda!". Tutto questo mentre i black-block hanno agito indisturbati giorno e notte senza che nessuno li fermasse. Dopo una pesantissima carica della polizia in una piazza dove stavano seduti a mani alzate un sacco di ragazzi pacifisti, sono stati visti una decina di black-block (che avevano causato incendi e distruzioni che avevano dato "la scusa" alla polizia per intervenire) armati di spranghe e catene, nelle auto di polizia e intorno ai poliziotti mentre chiacchieravano con loro. Agnoletto, presidente del Genoa Social Forum, ha dichiarato ieri sera in televisione, alla Rai, di avere le prove (foto e filmati) che i black-block (almeno certamente una parte) sono poliziotti provocatori infiltrati per creare "casino". Dopo questa dichiarazione, nella notte, senza alcun mandato, uno squadrone della polizia ha attaccato l'ufficio stampa del Gsf, situato in una scuola concessa appositamente dal comune di Genova. Hanno distrutto tutto quello che incontravano, spaccato computer, televisioni, sequestrato documenti cartacei e supporti magnetici, (dove forse speravano di trovare le prove sbandierate da Agnoletto), hanno massacrato di botte i ragazzi che erano lì a dormire (una trentina sono ora ricoverati in ospedale), hanno insultato gli avvocati del Gsf accorsi per aiutare i ragazzi e controllare che fossero rispettati i loro diritti ("Fuori dai coglioni, avvocati di merda"), hanno spintonato e manganellato lo stesso Agnoletto e l'europarlamentare lì con lui in quel momento, hanno messo al muro tutti i giornalisti presenti nel punto stampa mentre distruggevano tutto. Poi, senza nessun testimone, hanno detto di aver trovato molotov e tute nere, e mazze e picconi, omettendo pero' di dire che li hanno trovati nel cantiere della scuola. Stamattina la polizia ha "messo in mostra" i "trofei" rastrellati nella scuola, ma ha impedito ai giornalisti di parlare e di fare domande, e soprattutto non ha voluto dare risposte. (Il governo si starà organizzando per come gestire la cosa, e per le versioni da dare in pasto al pubblico). La polizia sparava lacrimogeni sui manifestanti per spezzare il corteo, e caricare i singoli spezzoni. Alcuni provocatori violenti (i black-block) cercavano di sfondare i cordoni laterali del corteo per dividere la gente e creare casino, ma in diversi punti sono stati fermamente respinti e fatti indietreggiare. In particolare noi eravamo con il sindacato di Lecco, la Fiom, e rifondazione comunista, e grazie anche a loro e a chi gestiva il servizio d'ordine è stato impedito il panico. Il senso di responsabilità dei manifestanti e' stato altissimo. Nessuno ha mai perso la testa (anche una banale corsa quando si e' in 200.000 può diventare pericolosissima) e nessuno ha mai reagito a nessuna provocazione, nè della polizia, nè dei famigerati black-block. Non ho ancora avuto il "piacere" di seguire gli avvenimenti in tv, se non in minima parte. Posso solo immaginare che cercheranno di rigirare i fatti e nascondere la verità. Ma questa volta credo che non sarà così facile. C'erano 200.000 manifestanti che possono testimoniare, e tutta la città di Genova ha visto. La gente era con noi, ci aiutava e chiedeva perché la polizia non intervenisse contro i violenti. Il giornale locale di Genova (il secolo XIX) ha riportato i fatti così come sono successi. Un sacco di giornalisti sono stati picchiati, anche in diretta. Dal giornalista del "resto del carlino" con due braccia spezzate, ai cameramen di canale 5, a decine di altri. Questa volta le testimonianze sono davvero tante, e ci sono anche foto e filmati. La polizia ha agito provocando il corteo, sparando lacrimogeni sulla gente, caricando in maniera violenta e cercando una risposta violenta. Ma i manifestanti non hanno reagito. Ora la controinformazione dovrà essere fortissima e capillare. Vi invito per questo ad ascoltare Radio Popolare (107.6/107.8) che sta raccogliendo tantissime testimonianze, e possibilmente a sostenerla e ad abbonarvi. E a vigilare perché non le succeda niente, visto l'aria che sta tirando. È stata una cosa tremenda. Io sono ancora molto scossa, e non sono ancora riuscita ad analizzare bene la cosa. Quello che appare chiaro é che sono stati violati i diritti umani della gente, di tutta la gente indistintamente, senza rispetto alcuno per nessuno: uomini, donne, vecchi, bambini, disabili. Una vergogna. Ma se la polizia si e' sentita tanto forte da poter agire in questo modo, vuol dire che c'è qualcuno di molto in alto che la sta coprendo, e che forse ha dato queste indicazioni. O forse é stato sufficiente avere un vice-presidente del consiglio fascista. Ringrazio di avere avuto con me (come molti altri) una radio, perché Radio Popolare é stata preziosissima. Con tutti i suoi inviati e con la gente che chiamava dal corteo, sapeva indicare i punti in cui c'erano gli scontri e dirottare il corteo nei punti più tranquilli. Mi scuso se sono stata concitata e confusa, ma credo che una violazione così grossa non si vedesse da molti, molti anni. È un fatto di inaudita gravità. Abbiamo chiesto la piazza, proprio per informare la gente che passa, la gente comune che se ne sta al caldo in casa propria a guardare la televisione, perchè anche loro sappiano quello che e' successo. Ci saranno molti di quelli che sono stati a Genova, anche i ragazzi del G8 che ci sono andati in bicicletta, e vi prego di diffondere il più possibile la notizia. Perchè se tutti i manifestanti, se tutti quelli che c'erano riescono a raccontare quello che hanno visto e vissuto in prima persona, la gente saprà la verità. Un'ultima nota: la questura ha chiesto alla Fiom la lista dei nomi delle persone che prendevano i pullman per andare alla manifestazione. La Fiom ovviamente ha invocato la legge sulla privacy e si e' rifiutata di dargliela. Tanto ci conoscono già tutti. Non so se lo sapete, ma la piazza e' piena di polizia in borghese che ci fotografa e ci filma. Dalla partenza in bici per il G8, alle manifestazioni e ai banchettini e alla distribuzione di volantini (il cui testo viene per altro depositato in questura prima di essere distribuito). Ma non temete: lo fanno per proteggerci, così come ci proteggono durante le manifestazioni.
Un bacio a tutti
BarbaraFeritaNelProfondoDell'Anima

Ho pensato: adesso mi ammazzano
Ho passato tre giorni di inferno e di passione. La gioia collettiva rovinata. Funestata. Teppisti in divisa hanno picchiato, ferocemente pestato,massacrato ed ucciso. In maniera scientifica e predeterminata. Ho incontrato tanti vecchi amici e ne ho conosciuto di nuovi. Sono partito con un pullman di compagni ventimigliesi ed imperiesi de "La scintilla" e dei Giovani Comunisti. Siamo arrivati mercoledì, dovevamo vedere il concerto, ma il nostro pullman è stato fermato e perquisito per circa un'ora e mezza. E siamo riusciti a vedere soltanto la fine del concerto di Manu Chau. Siamo andati a dormire a Nervi, dove aveva sede il Network per i Diritti Globali. Giovedì, giornata festosa, corteo per i migranti. Colorato e allegro. Venerdì sapevamo che sarebbe stata una dura giornata, c'erano sbirri dappertutto. Davano segnali di nervosismo e più di una volta a distanza di ore dall'inizio della manifestazione hanno provocato compagni con insulti e saluti romani. Arriviamo in piazza Di Novi,piazza tematica sul lavoro,presenti in piazza lavoratori Cobas, Centri Sociali e Collettivi,alcune decine di compagni dei giovani comunisti e di Rifondazione che "disobbedendo" alle direttive sulla disobbedienza civile, preferiscono le tute blu alle tute bianche. Dopo un giro di interventi sarebbe dovuto partire il corteo. Siamo circa 8.000/10.000 ma gli altri compagni non riescono ad arrivare chiusi dalla polizia allo scopo di dividere preventivamente il nostro spezzone. La notizia è abbastanza allarmante, si sente puzza di bruciato. Vediamo anche arrivare circa 400 persone tutte vestite di nero. Quasi tutte tedesche, inglesi ed americane. Quasi tutte giovanissime tra i 18 e i 28 anni. Sono i famigerati black block. Si mettono il passamontagna,i caschi, raccolgono sampietrini, brandiscono spranghe e bastoni. Come d'altronde la maggioranza dei compagni del Network ke autonomamente si attrezzava per l'autodifesa del corteo dalle guardie. Il corteo non riesce nemmeno a partire,il servizio d'ordine neanche a formarsi... arrivano le forze dell'ordine e senza motivo caricano brutalmente la piazza. La maggior parte delle persone era seduta in terra, mangiava, beveva, discuteva. Questo attacco ingiustificato e inatteso obbliga tutti ad una fuga precipitosa. Una prima linea composta da Tute Nere e compagni del Network, tentano di respingere l'attacco per tutelare e riparare il resto del corteo preso dal panico. Le tute nere devastano un paio di banche e fanno le barricate con alcuni cassonetti ed un paio di macchine messe in mezzo alla strada. La polizia attacca in tre punti, arrivano un sacco di camionette. Il corteo viene spezzato in due tronconi da una parte il grosso del network. Dall'altra tute bianche e 3/400 compagni tra cui noi. I candelotti continuano ad arrivare senza sosta ad altezza d'uomo e i poliziotti continuano nella carica, una prima linea continua la battaglia, tentando di fermarli scagliando sampietrini. Il fumo è densissimo, forma una spessa coltre nebbiosa, quelli senza maschere sono costretti ad arretrare, ora la nostra prima linea è composta da circa una sessantina di compagni, gli sbirri caricano in più di 300. E' in questo preciso momento che me la vedo brutta. Un candelotto mi colpisce in pieno in testa. Naturalmente avevo il casco altrimenti con tutta probabilità non sarei qui a raccontarlo. Non mi ha fatto male ma la botta mi ha inebetito ed il contraccolpo mi ha scagliato per terra. Rimango circa trenta secondi per terra in mezzo al fumo dei lacrimogeni, dalla mascherina e dagli occhialini che portavo penetra il gas maledetto,non riesco a respirare e non vedo nulla, non capisco più niente, il panico s'impossessa di me e non riesco a muovermi. Sentivo i passi dei celerini farsi più vicini, avvicinarsi a me. Penso:è fatta!qui m'amazzano! Sento quattro sante braccia salvatrici, sollevarmi di peso e portarmi via. Mi versano del liquido biancastro e subito gli occhi mi bruciano di meno, riesco a vederci di nuovo, adesso respiro bene. Erano due ragazzi del Black Block. Entrambi tedeschi, quello senza passamontagna era biondissimo, aveva gli occhi chiari. Sui 18 anni direi. Tra me e me ho pensato: sarò eternamente grato a costoro!Ma intanto la guerriglia continua, un altro violento attacco della celere viene fermato a colpi di molotov, un muro di fuoco si frappone tra noi e loro. Intanto le tute nere appiccano fuoco a cassonetti e trascinano macchine in mezzo alla strada, assaltano banche ed agenzie. Quello che posso loro rimproverare è forse un certo feticismo nelle loro gesta. Hanno una banda di tamburisti fenomenali che suona la carica all'organizzatissima milizia. Hanno anke una decina di sbandieratori che si affianca ai tamburisti e che sfila durante gli attacchi e le azioni dirette. Tutto è simbolico in loro. Colpire una banca non significa colpire il cuore del capitalismo ma dare un imput, un segnale. La loro Zona Rossa era quella in quel momento. Sucessivamente vi è un assalto ad un supermercato! Molto divertente e folcloristico tra l'altro. Con una bomboletta di vernice nera scrivono qualcosa come "all the food to the people", centinaia di manifestanti si riappropriano delle merci in modo del tutto gratuito. Esproprio Proletario è la parola che ricorre più frequentemente tra chi entra ed esce con carelli ricolmi e sacchetti strabordanti di ogni sorta di libagioni che verranno distribuite in giro. Da segnalare che anche alcuni cittadini genovesi sono venuti per nulla intimoriti ad approvigionarsi al "supermercato del popolo". Con un gruppo di compagni ci stacchiamo dalle tute nere e andiamo verso il corteo delle tutine e dei giovani comunisti, volevamo avvertirli che sotto c'erano i pazzi del black block ed erano in corso scontri con la polizia. Ma Casarini ed alcune tutine romane ci accolgono a spintoni ed a insulti perché in mano avevamo bastoni e perché avevamo il volto coperto. Ci dicono voi del Network dei diritti globali fate una brutta fine, vi passeremo sopra e vi schiacceremo! Ci spostiamo in fondo al corteo per evitare problemi. Ma anche lì il servizio d'ordine delle tutine accoglie a spintoni alcuni compagni napoletani e toscani del network con le "magliette a strisce", stavano fuggendo da una carica ed avevano alcuni bastoni, una tutina leva il bastone dalle mani di un compagno napoletano e quando questo si gira lo colpisce vigliaccamente alla schiena. Nascono tafferugli. Poi facciamo tutti insieme ritorno verso il quartier generale del Network. Arrivati sappiamo della notizia del compagno morto, si sa anche che una ragazza è in fin di vita. La tensione è palpabile nell'aria, la cosa non è una sorpresa per nessuno vista la cattiveria e la ferocia delle cariche poliziesche. Hanno ucciso un ragazzo di 23 anni cazzo!Potevo essere io!Già immaginavo gli avvoltoi volteggiare sopra il suo corpo, i giornali del giorno dopo mi confermano: "era un punkabbestia" "un facinoroso" "uno che chiedeva l'elemosina" insomma se l'è cercata in fondo il carabiniere ha sparato solo "per legittima difesa" ed è per questo che gli sono pure passati due volte sopra con il gippone, per legittima difesa!La prima versione data dai carabinieri alla stampa parla di una pietra lanciata dai manifestanti che ha colpito il ragazzo. Maledetti!Appena si diffonde la voce che ci sono le prove visive, smentiscono tutto e parlano di "legittima difesa". Sappiamo che la polizia ha caricato tutti e tutte, dai pacifisti ai gruppi stranieri. Dopo circa un'ora vediamo arrivare un compagno di Rifonda e de La Scintilla di Ventimiglia, è completamente ricoperto di sangue, dalla testa ai piedi, i vestiti sono pregni di rosso e la testa è aperta dalle manganellate,ricoperta malamente con una maglietta escono continui fiotti di sangue. Barcolla. Non riesce a respirare. Parla affannosamente e ammalapena. Arriva il soccorso medico. Gli cuciono 25 punti in testa e gli diagnosticano alcune ossa rotte e fratturate. Bruno ha 53 anni. Era al mio fianco anche e a Nizza. È un padre di famiglia. È stato massacrato dai terroristi in divisa che e hanno infierito sul suo corpo esausto e pesto anche dopo la carica. Veniamo a sapere che uno dei black block ha menato un colpo di bastone alla testa di un leader dei Cobas. Più tardi viene accertato che si trattava solo di un cane sciolto milanese. La posizione del Network per i Diritti Globali è di non criminalizzare ne additare pubblicamente quella parte del movimento che ha strategie diverse dagli altri.Condivido questa scelta. Ci risvegliamo alla mattina di sabato. Il clima è plumbeo. Una muta rabbia, una sensazione di rabbiosa impotenza possiede molti compagni. Non si cantano slogan questa mattina. C'è tensione e il dolore, lancinante e rabbioso, si respira a pieni polmoni Hanno ammazzato uno, forse 2 compagni. Centinaia i feriti massacrati di botte. Centinaia le teste rotte. Per tutta la prima parte del corteo neanke uno sbirro in giro. Noi siamo nel servizio d'ordine dei Cobas del Network. Abbiamo scudi,caschi e bachi. Ci accorgiamo con stupore che all'interno del gigantesco corteo a portare strumenti di difesa siamo proprio in pochi. Forse il corteo scorrerà senza problemi, gli sbirri visto il comportamento "cileno" del giorno prima saranno più calmi, non faranno provocazioni? Mentre in molti si pongono questa domanda veniamo a sapere ke ci sono dei problemi alla cima del corteo. Io ed altri 3 compagni del servizio d'ordine andiamo a vedere ke succede. È incredibile le forze dell'ordine caricano la testa del corteo dove ci sono alcune frange ke rispondono a sanpietrini e caricano pure l'altra testa del corteo, composta da famiglie, bambini, vecchi di Rifondazione, associazionismo ecc. ke stava svoltando verso via Torino. All'improvviso mi accorgo ke è il caos!La polizia vuole chiuderci e fare una mattanza come a Napoli! Riesco a raggiungere il mio spezzone in tempo per vedere i cecchini appostati sul tetto ke sparano candelotti sulle teste della gente in mezzo al corteo. Una pioggia di candelotti viene sparata pure dagli elicotteri, un paio dai canotti della P.S. presenti in mare. È il caos!È il Delirio! La gente fugge impazzita in preda al panico. Io vedo una signora corpulenta, avrà sessant'anni, sta vomitando per il fumo dei lacrimogeni, accasciata a terra. L'aiuto ad alzarsi ma devo scappare, sento i colpi dei candelotti picchiare a pochi metri, a pochi centimetri da me. Ho perso quasi totalmente la mia lucidità... non riesco proprio a respirare, non ci vedo e questi maledettissimi lacrimogeni mi stanno bruciando a morte la pelle.Vedo un mezzo di soccorso!Mi ci butto dentro!Ma ci sono già ammassate decine di persone le une sulle altre, tutti gridano,piangono, vedo un bambino svenuto all'interno. L'infermiere mi porge del liquido, lo passo in faccia e ci vedo ma... è veramente pazzesco!Stanno sparando all'ambulanza!Sento i colpi secchi dei candelotti picchiare sul tetto, Tum, Tum, Tum, Tum, colpi sordi picchiano ai lati e sul tetto della vettura.Sento ke l'autocontrollo mi sta abbandonando completamente e ke il panico si sta impossessando di me! Decido di rischiare il tutto per tutto... esco in mezzo ai gas e corro all'impazzata coprendomi la testa con le braccia, sento ancora quei colpi a pochi metri da me!Una folle corsa con gli occhi chiusi. Dopo 2/300 metri sbatto contro dei compagni di Lilliput credo, erano tutti a mani alzate, cercavano di uscire dalla ressa. Finalmente Fuori! È incredibile!La Polizia non ci sta proprio con la testa!Criminali!Terroristi!Assassini!Gli unici concetti con cui la mia mente si arrovella! Incontro un altro compagno di Imperia, camminiamo per kilometri ed arriviamo nei pressi del Network!Arriviamo nell'area di nervi e vediamo gente con le mani nei capelli, altri seduti con la testa tra le mani, tutti o piangono o inveiscono. È incredibile!La teppa in divisa è arrivata durante la manifestazione ha arrestato alcune decine di compagni (sopratutto ragazze, donne e feriti)ed ha devastato tutto!Telefonini spaccati, bagagli e valige devastati, tende divelte, vestiti di compagni gettati nei cessi chimici! Un delirio! Sinceramente, non pensavo potessero arrivare a tanto! Raccogliamo quello ke ritroviamo, poi 3 macchine sono pronte a riportarci a casa. Non è finita, ci fermiamo per una sosta ad un'autogrill ci sono tre camionette della polizia e il più grosso dei poliziotti nota un nostro compagno con la maglietta a strisce. Lo afferra per un braccio da dentro l'autogrill, lo porta fuori e lo sbatte violentemente contro la camionetta, impugna una pila di ferro nella mano. Usciamo di corsa anche noi, increduli e sbigottiti. I poliziotti sembrano drogati, ci insultano, inveiscono contro di noi. È una brutta situazione, sono tutti esaltati, io ed il babbo di un compagno cerchiamo di riportare un minimo di razionalità, di tranquillità. Alcuni di questi poliziotti però attaccano ad insultarci pesantemente, si fanno consegnare i documenti e cercano di umiliare il padre di questo nostro compagno. Per fortuna dopo circa mezz'ora di minacce ci lasciano andare via. In vita mia non ho mai visto nulla di lontanamente avvicinabile, assimilabile a quello ke ho vissuto in questi 3 giorni. Ancora adesso nel tepore della mia camera sono scosso, lo stomaco mi duole, le orecchie sono tappate, la testa è appesantita, il rumore degli elicotteri, le urla dei poliziotti schiacciano le mie meningi come una raffica di mitra.

"L'uomo odierno passeggia monco e con la museruola in un palazzo di miraggi.
A volte, comunque, un cubetto vola contro una vetrina, e un giovane corpo si
avventa sui frutti proibiti". Michel Tournier

Ivan

Aspettando i barbari
Cari amici, certe volte, qualche poeta viene in soccorso dei silenzi feriti.
Peppo.


ASPETTANDO I BARBARI

Che aspettiamo, raccolti nella piazza ?

Oggi arrivano i barbari.

Perché mai tanta inerzia nel Senato ?
E perché i senatori siedono e non fan leggi ?

Oggi arrivano i barbari.
Che leggi devon fare i senatori ?
Quando verranno le faranno i barbari.

Perché l'imperatore s'è levato
così per tempo e sta, solenne, in trono,
alla porta maggiore, incoronato ?

Oggi arrivano i barbari.
L'imperatore aspetta di ricevere
il loro capo. E anzi ha già disposto
l'offerta d'una pergamena. E là
gli ha scritto molti titoli ed epiteti.

Perché i nostri due consoli e pretori
sono usciti stamani in toga rossa ?
Perché i bracciali con tante ametiste,
gli anelli con gli splendidi smeraldi luccicanti ?
Perché brandire le preziose mazze
coi bei ceselli tutti d'oro e argento ?

Oggi arrivano i barbari,
e questa roba fa impressione ai barbari.

Perché i valenti oratori non vengono
a snocciolare i loro discorsi, come sempre ?

Oggi arrivano i barbari:
sdegnano la retorica e le arringhe.

Perché d'un tratto questo smarrimento
ansioso ? (I volti come si son fatti seri !)
Perché rapidamente e strade e piazze
si svuotano, e ritornano tutti a casa perplessi ?

S'è fatta notte, e i barbari non sono più venuti.
Taluni sono giunti dai confini,
han detto che di barbari non ce ne sono più.

E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi ?
Era una soluzione, quella gente.

Poesia tratta da : Kavafis, "53 Poesie", Arnoldo Mondadori Editore,
Milano 1996

Ballata per Carlo Giuliani

Era giorno e la gente cantava
Per le strade il corteo contestava
Ed i sogni crescevano in fretta
Nelle piazze e nei vicoli stretti.
I padroni avevano chiuso
La città i cancelli e la mente
E le idee nascevano presto
Dentro i cuor battevan il contesto.
Quei signori avevan cercato
Con discorsi e promesse infamanti
Che i poveri cristi del mondo
Era affare di un pugno di gente.
Ed un bimbo era lì sulla strada
Con stupore impaurito osservava
Un pensier sopraggiunse lontano
Una donna lo prese per mano.
Era morto sulla bandiera
Era morto strozzando una frase
Una frase che incute paura
"libertà è la mia vera madre".
Quei fascisti lo avevan ammazzato
E gridavan che un compagno era stato
Ma il popolo aveva osservato
Sentenziò: "un boia ha sparato".
"Poveracci in un sogno restate
della crudel vita aspettate
sacrificio della mia giovinezza
la mia vita il mio cuor vi ho donato.
Caro Carlo che invano viaggiavi
Su quel treno riempito di sogni
La tua mano era solo un tormento
Dei signori un forte spavento.

Vincenzo Giordano

Mi vergogno
Per tutto quello che è successo e che non doveva accadere....mi vergogno....non so cosa avrei potuto fare...ma so certamente che la tragedia annunciata e che temevo è accaduta....il solo fatto di temerla e di non aver fatto nulla tranne blaterare e cercare giustificazioni...mi fa vergognare.....questo é un sito libero fate che rimanga tale...ma non esimetevi dal cercare responsabilità ovunque anche tra di voi...perché tutto quello che é accaduto anche voi sapevate che sarebbe successo...e doveva essere evitato...cercate di mitigare gli animi esasperati che ci sono ovunque. Si preparano lotte e rappresaglie. Non cadete nel tranello della violenza. Sento e leggo discorsi da esaltati ed ho paura di quello che accadrà....da una parte si incita il popolo alla ribellione dall'altra si giustifica la repressione...tutta violenza.... che poteva e doveva essere evitata!
Tutti cercano di scaricarsi le responsabilità...nessuno che dichiara che si poteva e si doveva prevenire...la cura che ci apprestiamo a prenderci sarà una pillola di guerra e di dolore se non torniamo ad essere persone e non animali....la non violenza è l'unica strada...a Genova in questi giorni è imperversata violenza...nulla giustifica il danno che è stato fatto alla città, i feriti e soprattutto la morte di Carlo....ma tutti ne siamo responsabili. Ho scritto lettere di protesta a tutti..ai politici...ai giornali ed anche a voi....perché è tutto sbagliato...bisogna cambiare strada...perché non torni l'epoca dei brigatisti e dei fascisti...perché ognuno di noi abbia il diritto di andare a lavorare, vivere, divertirsi, manifestare il proprio dissenso e aiutare i più deboli pacificamente senza paura!
Si può veramente fare qualcosa...ma devi esserci una terza strada....non posso rassegnarmi al fatto che i grandi cambiamenti debbano essere per forza fatti con la violenza, con i partiti politici pronti a strumentalizzare tanto per fare campagna elettorale…ancora e ancora BASTA!
Un genovese un tempo pacifico mi ha detto che dopo quello che ha visto non esiste una terza via ...che gli é venuta voglia anche a lui di "armarsi" e di rispondere con la violenza alla violenza!
Se manifestate contro le guerre, la fame, le malattie i diritti civili: non armatevi!...e' un appello che faccio a tutti anche a me...non esasperate chi è senza una via e non ha speranze e vuole solo cercare una strada per sfogare la propria violenza e dissesto interiore...queste persone vanno aiutate non esaltate...Questo governo…la classe politica tutta...i capi di stato internazionali...i media...i capi delle forze dell'ordine e dei servizi segreti di tutto il mondo...tutti voi che eravate a Genova ...tutti quelli che sono rimasti a casa...tutti noi abbiamo premuto quel grilletto...perché una vita umana non merita di essere spezzata per alcun motivo...tutti noi abbiamo fatto scempio di una città...tutti noi abbiamo fatto feriti e dobbiamo vergognarci...io mi vergogno e non so come farò a dormire pensando a quante volte ho visto tutto dal di fuori ed ho continuato a pensare a i fatti miei come se nulla mi potesse toccare, dolendomi di un mondo alla rovina e convinta che bastasse il mio comportarmi bene per far tacere la mia coscienza...meno male che mi sono svegliata...ma che dolore!
Ora voglio concentrarmi su le eventuali vie da percorrere ma saranno tutte ...sempre contro la violenza, non userò violenza per combattere violenza!...per questo sono malvista da tutti ma non importa troverò qualcuno con cui dividere tutto ciò ma questo non é l'unico obiettivo né il più importante...non voglio smettere di ascoltare tutte le voci...non voglio stringermi solo tra quelli che potrebbero pensarla come me...voglio cercare un dialogo con tutti perché un punto di incontro deve essere trovato....solo per la morte non c'e rimedio!
Lucilla

Dubbi
Mi chiamo Gianpaolo Ferrara, lavoro per la Cooperativa Distrazioni Editoriali, e ho molti contatti col Centro Sociale Depistaggio di Benevento. Vi scrivo a proposito dei fatti di Genova. Da premettere che non ero presente alle manifestazioni per problemi personali, ma che avevo molti amici lì in prima fila, a iniziare da Francesco Caruso della Rete No Global di Napoli. Sono stato 48 ore innanzi alla tv. Ho molti dubbi su come siano andate le cose. Ricostruisco ciò che ho veduto e illustro i miei dubbi: Dapprima hanno cercato di far credere che il giovane fosse stato preso in testa da una pietra lanciata dagli stessi manifestanti alcuni giornalisti hanno onestamente detto che non si sapeva con certezza, altri però sostenevano la tesi del sasso. Poi, hanno fatto vedere l'immagine di un altro manifestante che da sopra una scala gridava "assassino, assassino" (al singolare! Forse aveva visto tutto - il telegiornale, l'unico a mandare questa scena, è stato quello di Mentana). Subito dopo un poliziotto è uscito dal suo gruppo e iniziando a rincorrere il manifestante urlava: "sei stato tu, assassino, hai lanciato tu la pietra"(riferendosi al ragazzo sulla scalinata - ma se fosse stato il ragazzo, sarebbe fuggito, non sarebbe rimasto sulla scala ad accusare quel poliziotto). Poco dopo un giovane testimone intervistato mentre parlava ad un cellulare, ha detto: il ragazzo morto è stato colpito da un'arma da fuoco o forse un lacrimogeno, io ero lì vicino, ho visto tutto, ero a cinque metri. Nel frattempo alla Rai compare un giornalista (mi sembra Capraro, o qualche nome del genere) che dice: "le forze dell'ordine hanno dovuto reagire. Il giovane è stato colpito da una pietra. Ero testimone, nessuno gli ha sparato." Questo è quello che volevano fare credere (?). Poi la verità: giungono fotografie di un fotoreporter inglese (il primo a mandarle in onda è Mentana): Una prima immagine fa vedere la futura vittima col viso coperto che cerca di lanciare un oggetto rosso non identificato contro la jeep dei Carabinieri; dalla Jeep si vede uscire una pistola. Un'altra foto fa vedere il giovane in terra morto. In un primo momento non si riesce a capire se il giovane che lancia l'oggetto e la vittima siano la stessa persona. Mentana studia le due foto e, grazie ad un tatuaggio e ad un nastro presenti sia sull'avambraccio del giovane con l'oggetto sia della vittima, capisce che si tratta della stessa persona (alcuni dicevano che non fosse la stessa persona). Poi giungono altre foto. La jeep fa marcia in dietro, calpesta il corpo ormai cadavere sfondandogli il torace. Altre foto ancora arrivano: i primi soccorsi e poi il tentativo dei carabinieri di non fare avvicinare nessuno: loro sanno com'è andata, stanno cercando di inscenare una farsa e infatti uno di loro inizia ad accusare il ragazzo che era sulla scala di avere lanciato una pietra: i carabinieri sapevano che non si trattava di una pietra, i carabinieri sapevano che era stato un colpo di pistola. Allora perché accusare quel giovane sulla scala? - hanno avuto tutto il tempo per costatare che aveva un buco in fronte; volete farmi credere che un militare non sappia riconoscere un colpo in fronte da una batosta? Gli scontri continuano per tutta la giornata. Si parla dei black bloc (blocco nero) degli anarchici insurrezionalisti. Questi anarchici erano in mille armati di mazze. Chi li ha fatti entrare in città? Come è possibile che mille persone armate di mazza da baseball siano entrate in una città blindata e militarizzata? Le Tute Bianche (i pacifisti) dicono che gli anarchici (o presunti tali) sono stati guidati e spinti dalle stesse forze dell'ordine verso le migliaia di persone che stavano manifestando pacificamente su un'altra via. I feriti sono 180, tra cui vecchi, donne, parlamentari, ragazzi. A mio avviso, i Black Bloc sono il capro espiatorio. Prima ancora del morto, sono stati trovati in terra dei proiettili. La polizia era armata e gli accordi dicevano che non ci sarebbero dovute essere armi da fuoco. L'Unità di oggi parla di un altro accordo preso all'ultimo momento tra forze dell'ordine e Cia per armare poliziotti e carabinieri. Durante il secondo giorno di scontri, arriva la testimonianza di un fotografo indipendente che dice al Le Monde: non ha sparato il carabiniere nella jeep, bensì un altro distante cinque metri dalla vittima. Il carabiniere presunto assassino dichiara che: "Ho cacciato la pistola, ma non ricordo d'avere sparato. In più il ragazzo è stato colpito da sinistra: il proiettile entra nello zigomo sinistro ed esce sulla destra del capo. Se si va a vedere la foto di quando Carlo Giuliani lancia l'estintore, ci si rende conto che se avesse sparato il carabiniere nella jeep, il colpo sarebbe dovuto entrare da destra e uscirgli dietro nella nuca a sinistra." Agnoletto & company dicono di avere altri filmati su come realmente le cose siano andate. E infatti la notte del secondo scontro la polizia va al Gsf senza un permesso di perquisizione, e hanno menato di brutto. Hanno trovato mazze e tute nere... ma cosa cercavano realmente? Sarebbero potuti entrare anche la notte precedente (ed evitare il secondo giorno di guerriglia), e invece no, sono entrati dopo le dichiarazioni di Agnoletto di avere altri filmati su come sono andate le cose. Il marcio a mio avviso sta nell'immagine del carabiniere che accusa il giovane di essere l'assassino e di avere ucciso lui il giovane ragazzo. Ripeto, è troppo strano, i Carabinieri erano lì, hanno avuto tutto il tempo di vedere, capire che non si trattava di una pietra. E invece l'accusa. Queste sono mie personali riflessioni su ciò che ho visto e analizzato alla tv.
Gianpaolo Ferrara, Benevento
Ps: i colpi sono stati due fino a stanotte. Ora tutti i telegiornali concordano che il colpo sia stato solo uno.

È troppo debole la rappresentatività politica del Gsf
Gentile Redazione di Carta,
queste poche righe vogliono essere voce dei pensieri che turbano la mia mente oggi. Da una parte la persecuzione mirata di chi fa della pace e della non violenza lo strumento per dire al mondo che c'è tanta gente che muore muta e senza speranza; dall'altra l'ingenuità di chi agisce convinto delle proprie idee e, sospinto dalla voglia di farsi sentire, trascura accorgimenti necessari e indispensabili e controlli utili per isolare i "violenti" la cui mancanza, forse, macchia il "nome" della pace e dei suoi portatori onesti. Da una parte la voce di un movimento trasversale fatto di gruppi, partiti, associazioni, cooperative che vuole dare voce a chi voce non ha; dall'altra le istituzioni che non sono capaci di assumersi la responsabilità di accettare che semplicemente il Mondo è nella sua maggior parte "morte" ed anzi, si adeguano alla morte offrendo repressione e manganelli, ferite e sangue, al posto di politiche serie di sviluppo, di idee, di azioni concrete di solidarietà. Da una parte i potenti ciechi del mondo: essi vedono, e in quanto uomini sanno, ma mentono a se stessi in buona fede forti delle proprie convinzioni liberiste e della droga del denaro; dall'altra una parte della società civile che urla le ragioni dei più poveri, che chiede ascolto, che sensibilizza verso tematiche di rilevanza mondiale che oggi sono la necessità più urgente da risolvere.
In mezzo?
In mezzo anzitutto loro, le persone che anche oggi muoiono malate di Aids su una stuoia in un capanno chissà dove, loro, gli abitanti di una città che hanno vissuto la guerra di questi giorni come ostaggi tra "fazioni" in lotta per affermare ognuna il torto dell'altra, loro, i poliziotti mandati a pestare la gente ma che lo fanno per dovere e che non sono certo tutti uguali, loro, i manifestanti onesti che volevano essere là a festeggiare la voce del Mondo….e tutti coloro che vivono la certezza che il mondo così come è sta morendo, ma che non sanno da che parte schierarsi, perché non capiscono le ragioni di un dissenso ideologico così forte tra due soggetti, tra due "popoli", tra due parti.
La sintesi: 300.000 sono tanti uomini, sono tante voci singole che unite possono essere sentite lontano, ma non così lontano da soddisfare le esigenze concrete di chi muore oggi, in questo istante.
Il rischio che ho percepito in questi giorni è che oltre le manifestazioni di piazza e oltre a qualche misera concessione che i potenti possono fare, troppo debole è ancora la rappresentatività "politica" di un gruppo, di un "popolo" in cammino su cui pesa troppo forte il pregiudizio e lo stampo dei rivoltosi, dei violenti.
Altri strumenti vanno pensati e affiancati al semplice manifestare. Manifestare in pace non è possibile dove i tuoi avversari non sono solo uomini blu, armati fino ai denti, ma sono anche la nebbia sugli obiettivi futuri da raggiungere.
Credo sia indispensabile agire nelle sedi dove si decide, assumere rilevanza politica ( perché la politica è la sintesi dei valori che un soggetto vuole fare propri e passare agli altri), affiancando e opponendosi alle idee della globalizzazione selvaggia all'interno delle Istituzioni nel compromesso che le democrazia richiede.
Sarebbe bello sfilare muti, nudi o quasi, senza provocare a parole nessuno, senza ingiurie a chi hai di fronte e non la pensa come te, testimoniando direttamente con i corpi e i gesti la forza di idee di pace.
Sarebbe bello evitare di essere strumentalizzati da un partito piuttosto che un altro, diventare rappresentanti politici di interessi diffusi della collettività laddove ora si è solo deboli testimoni di ingiustizia e dolore.
Massimo Davi

L'unità della sinistra
Se questa pazzesca 3 giorni non rinsalderà le varie anime democratiche della sinistra nulla potrà farlo.
(buda/sacha, macherio,Mi)

Riflessioni dopo Genova
Le iniziative del Genova Social Forum hanno avuto un'ampia eco ed hanno, in qualche modo, oscurato il G8. Ma ciò è costato un prezzo molto alto: una vita umana, in primo luogo, ed inoltre lo sconvolgimento di una città, con distruzioni e violenze causate da un gruppo ben organizzato di teppisti e dall'azione insensata e indiscriminata delle forze di polizia.
I responsabili principali della situazione sono ben individuabili: i G8, con la loro assurda parata nel palazzo fortificato e la pretesa di decidere, in quanto i più ricchi, le sorti del mondo; il Governo Berlusconi, attento alle mutande esposte alle finestre ed incapace, nella più benevola delle ipotesi, di gestire l'ordine pubblico garantendo il diritto costituzionale alla manifestazione del dissenso (a tutto ciò si aggiungono le incredibili notizie di queste ultime ore, e cioè il tentativo di criminalizzare l'intero Genova Social Forum con atti lesivi dei diritti della persona); la maggior parte del mondo politico - istituzionale (non solo quindi gli ultra - liberisti, razzisti, populisti della Casa delle Libertà), che, rinchiuso nella propria auto - referenzialità, non ha nemmeno ricercato un dialogo con la società civile attiva, componente essenziale del Genova Social Forum (tuttavia, nell'ambito delle istituzioni, si registrano alcune significative eccezioni che andranno messe alla prova nei prossimi mesi).
Sottolineo, come partecipante alla grande manifestazione di sabato 21/7, l'insensatezza (o peggio) delle azioni della polizia: di fronte agli atti demenziali degli esponenti del Black Bloch (incendio di cassonetti, devastazione di auto, negozi, agenzie bancarie, distributori e simili), venivano regolarmente lanciati lacrimogeni sull'insieme del corteo, che non aveva niente a che fare con tali atti, con il rischio di provocare, fra persone stipate una addosso all'altra, scene di panico dalle conseguenze disastrose (si è giunti fino a gettare i lacrimogeni fra coloro che, a fine manifestazione, stavano aspettando, in piazza di Marassi, di risalire sugli autobus per ritornare a casa).
Premesso tutto questo, che ritengo basilare, vorrei però affrontare un altro punto.
L'iniziativa del 21/7, che ha superato per l'ampiezza e la varietà della partecipazione ogni più rosea aspettativa (nonostante i fatti gravissimi del giorno prima), è stata per certi versi ostaggio di un numero ristretto di persone, che a loro piacimento, ed usufruendo dell'incapacità (o peggio) della polizia, ne hanno condizionato, con i loro atti violenti, lo svolgimento.
Indubbiamente ciò costituisce un problema di primaria importanza, che forse avrebbe dovuto essere affrontato con maggiore attenzione, da parte del coordinamento del Genova Social Forum, anche prima delle giornate del 19, 20 e 21 luglio, visto che la probabile presenza e le intenzioni del Black Block erano note (tanto che "Carta", con scelta alquanto discutibile - lo dico da socio dei Cantieri Sociali e membro di associazioni che aderiscono alla cooperativa produttrice della rivista -, presenta, nel n° 5 uscito il 19/7, un'intervista simpatizzante con un esponente americano del Bb, Chuck Munson, in parallelo con un'altra intervista, a Massimiliano Morettini dell'Arci e del Genova Social Forum, quasi fossero espressioni diverse di un movimento fatto appunto di diversità).
Ebbene, io ritengo (come del resto è stato più volte detto, in modo incisivo ed efficace, dal portavoce del Genova Social Forum, Vittorio Agnoletto) che chi compie, nella nostra realtà, azioni violente, di distruzione di cose e di offesa alle persone, in una logica di guerriglia urbana, non sia una componente diversa, più radicale - di cui magari non condividiamo i metodi -, del vasto movimento anti - globalizzazione, ma sia un avversario a tutto tondo di ciò che si cerca qui di sviluppare e che ha avuto in Genova una tappa importante. Infatti, chi si comporta in tal modo ostacola e danneggia in maniera grave il processo di presa di coscienza, di ampliamento della partecipazione, di confronto e di elaborazione fra diversi, di promozione di iniziative e di lotte su punti precisi e specifici, che era, e rimane, l'obiettivo principale del movimento anti - liberista in Italia - e non solo -.
Perciò è indispensabile che quanti hanno trovato espressione e sintesi nel Genova Social Forum (la cui azione è importante che prosegua) riflettano su come riuscire, in futuro, a difendere le proprie iniziative, in special modo quelle di massa, dagli interventi dei guastatori, ad isolare chi opera secondo la logica violenta enunciata in precedenza, a dare conseguentemente maggiore efficacia alle proprie azioni.
E' nella prospettiva dello sviluppo della partecipazione, della sensibilizzazione, del consenso che vanno viste anche le iniziative di disobbedienza civile, tipo quelle programmate per il 20 u. s., evitando il rischio che siano soltanto dei bei gesti esemplari, utili magari quando c'è da destare l'attenzione su un argomento, ma forse non del tutto opportuni quando invece si tratta di far sì che partecipi, scendendo in piazza, il più alto numero possibile di persone e si dà modo, con gli atti di disobbedienza, di entrare in campo a chi ricerca lo scontro per lo scontro.
L'impostazione per cui alla violenza del potere si risponde con atti violenti nei confronti di persone e cose - un'impostazione rivelatasi tragicamente perdente in moltissime situazioni - viene pericolosamente riproposta (sui muri di Genova si è letto nuovamente l'affermazione "...uccidere uno sbirro non è reato"). E' compito particolare di coloro che vogliono che il movimento anti - liberista cresca davvero, in qualità ed in quantità, contrastarla con forza.
Moreno Biagioni

Forse bisogna cambiare metodo
Bisogna cambiare metodo rivoluzionario, bisogna rinunciare allo scontro diretto o indiretto con i "soldatini blu", bisogna privilegiare il sistema delle piazze tematiche, degli incontri-studio, delle manifestazione-festa, tipo concerti, per stare insieme e basta, i colpi a questo regime mondiale devono arrivare attraverso la creazione, come già avviene, di una nuova forma di economia, di una nuova forza sociale, con ideali ben precisi, da discutere e da votare, che vadano poi consegnati ai potenti in forma ufficiale solo da rappresentanze di portavoci e politiche, e sostenute concretamente altrove, mentre si fa la spesa, sui posti di lavoro con le azioni capillari da persona a persona, con volantini, con magliette, con i concerti, con libri, film, in Internet, senza manifestazione di contestazione, dove ci sia la minima possibilità di scontri, e dove diventiamo facile bersaglio per il regime mondiale e per la sua informazione fasulla.
La vera manifestazione anti-g8 secondo me e' stato il concerto di Manu Chao a Milano, nessuno caricava, tutti ballavano, poche parole di lotta dal palco ma con un intensità che solo la musica può dare, quasi tutti quelli che erano lì volevano chiedere quello che il Gsf ha poi tentato, invano, di chiedere ai g8 a Genova.
Nessun attacco, nessun morto, nessun "black block", nessun corteo, ma la protesta c'era ed era potente, un nuovo mondo che ballava, e niente e nessuno avrebbe potuto fermarlo.....e anche quando la legge prevedeva il "silenzio", nelle vene la Patchanka continuava, quella è la forma di protesta di piazza migliore....!!!
Grazie per quello che fate e per quello che scrivete.
Dalle montagne del sud-est del mio cervello....un saluto
Davide.

Qualche domanda
Dopo aver trascorso due giorni nella mia Genova, mi pongo una domanda che rivolgo anche a voi: I servizi dello stato (segreti o meno) hanno da sempre operato infiltrazioni nei movimenti politici di opposizione, più o meno dichiaratamente violenti, sia di destra che di sinistra: non sò bene se questo sia "costituzionale" o legittimo ma comunque è una prassi da sempre attuata e che, se è finalizzata a raccogliere informazioni atte a contrastarne le manifestazioni violente, credo che possa essere compresa, condivisa o quantomeno generalmente accettata, anche se entro certi limiti. Mi domando perché allora oggi nessuno ammette che tra i Black (scusate se, a differenza di altri, non mi sento di usare termini diversi per definirli) ci fossero informatori infiltratati dai servizi? 1) Se i servizi non sono riusciti ad infiltrare nessuno sono davvero degli incapaci: ma perché non l'ammettono? 2) Se gli infiltrati c'erano a cosa sono serviti? Non pare certo ad individuarne le azioni violente e quindi a circoscriverle isolandole dai cortei dei manifestanti (pubblici ed autorizzati). 3) Se c'erano, e verosimilmente c'erano, a cosa davvero sono serviti?
- Chi, autorevolmente, può chiedere al governo se c'erano infiltrati nei gruppi violenti?
- - Chi può chiedere a che azioni erano deputati gli infiltrati?
- - Chi può sapere le risultanze che tali informatori infiltrati hanno fornito a favore dell'ordine pubblico?
- Magari ci scappa il segreto di stato, ma in fondo è lampante che o questi infiltrati
c'erano oppure i servizi di sicurezza (governo vecchio o governo nuovo) non funzionano per nulla. Ma che hanno fatto in effetti questi personaggi? Nulla? Davvero nulla, né per un verso né per l'altro? Strano: che li si paga a fare allora? In quest'ultimo caso, spero che non dovremo quindi, come cittadini, sostenerne le spese vive. Per le altre, purtroppo, come diciamo a Genova, "abbiamo già dato".
Alessio Robotti

Salve,
sono uno studente di 26 anni e mi sono imbattuto nel vostro sito , che a mio parere offre spunti interessanti.
Ma purtroppo non si limita a questo, volendo anche chiudere un occhio sulle campagne e gli articoli contro Israele, probabilmente solo un fastidioso lascito dell'antisemitismo comunista, trovo quasi ridicolo definire l' incresciosissimo fatto accaduto ieri a Genova una esecuzione.
Vado a spiegare: 1) lo sparatore non è un freddo killer ingaggiato da chissà quale deviato paese per spegnere voci di una giusta protesta, infatti è un ragazzo di 20 anni un po' più giovane della vittima che è stato, facendo il suo lavoro di pubblico ufficiale, preso a sprangate e quasi lapidato 2)
la reazione che è stata sicuramente esagerata, è da valutare considerando la situazione contingente (un gruppo di allegri e pacifici dimostranti che in modo assolutamente amichevole tentano di fare la pelle a tre carabinieri in camionetta) 3) un po'di onesta anche nel divulgare in un sito "di parte" non guasterebbe, vi renderebbe più credibili anche da un perplesso come me.
Grazie per l'attenzione,
Luca Perego