20 LUGLIO
Stanotte parto e vengo lì
Anni 40, da troppo tempo fermo agli anni della grande utopia. Prigioniero
politico primi anni '80, poi perso nelle difficoltà della vita. ORA QUI, che vi
guardo da lontano. Ma finalmente ho deciso, stanotte parto e vengo lì con
grande emozione. Complimenti per il lavoro che state facendo.
Massimo
Sono vicina a voi, ma resto a casa
Scusate il mio dissenso forse stupido. Ma chi ha scelto Genova per il G8
? È una città talmente stretta e si inerpica tra vicoli piccoli e chiusi. E'
inevitabile che ci siano scontri gravi non essendoci vie di fuga. Io con il
cuore sono vicino ai manifestanti ma so già che mi sconvolgerebbe la morte di
qualcuno, sia dei contestatori che di qualcun altro. Anche perché sarebbe solo
un pretesto per gli 8 grandi per fare ancora di più ciò che vogliono. Speriamo
veramente che al di là dei disordini nessuno ci debba rimettere la vita. Non
sono così idealista da credere che la propria vita valga tanto. Dopo poco tutti
si dimenticano di te e le cose restano uguali. Senz'altro vi sembrerò una di
quelle che hanno belle idee ma preferiscono restare a casa loro e forse è così.
Grazie per avermi dato la possibilità di dire la mia e in bocca al lupo a tutti
ciao Robi
La stampa criminalizza il movimento
Non mancheremo di acquistare il numero 5 di Carta.
Sapete che di questi tempi non è facile trovare un'informazione che dica
davvero le cose come stanno su certi temi? Noto un'uniformità totale (da velina
di partito e in questo caso di governo) nei tg Rai. Puntano il dito sulla
minoranza di anarcoidi tedeschi e inglesi che creano disordini e non parlano dei
punti di vista degli antiglobalizzatori. In una parola tentano di criminalizzare
un movimento e i violenti fanno solo il gioco di Bush e compagni.
L'unica prospettiva che conta e che ha asilo sulle reti Rai è quella del
governo. Chi è contro la globalizzazione non vuole il progresso, dicono tutti.
E questa cosa mi fa davvero incazzare.
Continuate ad esistere, per favore.
Gordiano Lupi, capo redattore del Foglio Letterario
Vedere con i miei occhi
Non vi ho scritto sin'ora ma lo faccio oggi, mentre a Genova si manifesta
e io sono qui a casa e mi sento così impotente perché vorrei essere lì a
vedere coi miei occhi a sentire con le mie orecchie e a gridare coi miei polmoni
finalmente quel sentimento che è cresciuto dentro di me, sempre più forte in
queste settimane di lettura intensa di Carta. Ho una nuova consapevolezza e sono
una persona diversa e la mia vita non sarà più la stessa perché ora guardo le
cose di questo mondo e riesco a capire come funzionano, e capirlo non è sempre
bello. Ora sono molto arrabbiata e anche triste ma anche con una gran voglia di
fare. Dopo i quattro numeri di carta letteralmente divorati è forse ora di
abbonarmi. Non so se ce la faccio domani ad andare a Genova e lo so questo mi
renderà triste perché già ora lo sono ma come dite anche voi Genova è solo
il punto di partenza ed io voglio fare qualcosa di concreto in questo cammino.
Vi devo molto, grazie e in bocca al lupo.
Alessia, associazione Al-Alif, Pisa
Domani ci saremo
Noi ci saremo sicuri che il messaggio di pace, giustizia e solidarietà
che vogliamo promuovere saprà sovrastare le provocazioni e la violenza!
Sarah Caldiera Reale
Non potrò essere con voi
Carissimi, scrivo da Londra e sono desolato per non poter essere con voi
domani, ma sono soprattutto incazzato per l'assassinio del giovane ragazzo da
parte dei carabinieri, visto che le sequenze sono così chiare, chi ha sparato e
da dove, e possiamo anche vedere la targa della macchina. Spero che qualcuno
penserà a denunciare per assassinio certamente il corpo dei Carabinieri, e in
ultima istanza il bastardo che ha sparato...
Un abbraccio!
Enrico da Londra
Non fatevi del male
Io domani non ci sarò, perché lavoro. Il mio è un lavoro
"socialmente utile", nel senso che lavoro in un campo solare per
bambini/e i cui genitori lavorano e non sanno dove lasciare i pargoli.
Sinceramente, mi rattrista molto questa situazione che si è venuta a creare.
Non perché siano stati bruciati dei cassonetti o perché macchine e altri beni
(mobilie immobili) siano stati distrutti. Queste sono cose che si possono
facilmente rimpiazzare. La tragedia, invece, è data dalla morte di quel ragazzo
e dal fatto che questa morte è dipesa dall'azione di un altro essere umano,
quasi sicuramente giovane se non addirittura coetaneo. Una vita recisa e
un'altra segnata per sempre dalla fine della prima, questa è una tragedia che
non può essere non sentita come tale da chi ha la consapevolezza che il G8 e il
GSF riguardano tutte le forme viventi di questo pianeta, e quindi anche le teste
di cazzo che usano l'idelogia o il senso del dovere solo per dare adito alla
bestia che portano dentro. Io a questo gioco non ci sto. Mi rifiuto di credere
che la vita di una persona possa essere giudicata da una divisa o da un
passamontagna. Dico questo non per fare di un'erba un fascio. Credo di sapere di
cosa parlo perché provocazioni e strumentalizzazioni non sono nuove in questo
paese. So anche, però, che queste cose funzionano perché c'è chi ci casca in
queste sporche, lerce trappole. Un caro saluto e cercate di non farvi e di non
fare del male.
Salvatore Annunziata
La terra gira
Sono iniziati gli scontri. La televisione non parla d’altro. Un ragazzo
è morto. Diversi sono i feriti. È la lotta di qualcuno che viene mascherata
con la delinquenza. La militanza politica diventa barbarie, come la vecchia
storia delle teppe milanesi, che aiutavano il popolo e al popolo furono additate
come teppisti. Agli occhi anche di mio padre, un governo democraticamente eletto
può rendersi artefice di qualsiasi delitto. Non troverà mai nessuno a
giudicarlo colpevole. Otto governi e dietro loro la plutocrazia del pianeta
terra fanno ciò che vogliono perché democraticamente eletti. Vorrei che
davvero si verificasse quanta sia la parte della società civile che
indirettamente governa per mano e mente delle multinazionali della finanza,
l’economia che non esiste eppure decide, governa, uccide, affama, ammala, fa
impazzire i frutti puri del mondo. La ragione fosse anche di una minoranza è
una ragione che deve invece emergere, per invertire il senso e la direzione
dell’umanità, ormai incapace di guardare il mondo con occhi neutri,
innocenti, gli eventi della natura che sul terrore degli uomini comunque
governano, il caso non gli scopi, la sorte non i piani economici, la pesantezza
della biosfera, non la leggerezza di uomini che cacano, pisciano, scopano,
mangiano, bevono, respirano come tutte le cose del mondo, senza più
ricordarselo. La terra gira. Non si considera che il mondo invecchia ogni giro
che compie attorno al sole con appresso la luna. Cambiando il suo caos interno.
Forse è per questo che le democrazie dittatoriali e plutocratiche del mondo del
benessere, sulle spalle di culture ben diverse, e non solo umane, riescono ad
essere di fatto sostenute dalla voglia dei più (e li vorrei contare). Per via
della paura di un mondo che gira, e cambia il suo respiro ogni istante, si
scuote. Senza dimenticare la misura in cui l’uomo sa capire quanto il suo
attuale vivere condizioni negativamente le reazioni del pianeta quelle più
crudeli. Più sanguinarie. Più evidenti. Più catastrofiche. Se la terra è
condannata a morire di suo non riesco ad averne paura. L’uomo morirà come si
sono estinti i dinosauri. Ma ho paura di quello che certi uomini sostengono, di
come aleggi nell’aria l’inconsapevolezza del muoversi delle cose umane, in
mezzo a tutto il resto di cui siamo evidentemente parte. Si possono ascoltare
queste cose, o siamo condannati a credere in un ordine umano che organizza se
stesso come per il paradiso in terra, e invece crea l’inferno cancellando la
natura delle cose?
Ma io non sono a Genova a lottare contro gli otto (tanto per contarli), e per
questo smetto di scrivere, nel rispetto di coloro che sono lì, e mi chiudo in
un silenzio che è come quello delle montagne assopite dentro l’atmosfera
malata di governi democraticamente eletti.
Luca Galeano, studente
Versioni aggiustate
Abbiamo partecipato alla manifestazione odierna a Genova. Vogliamo fare
la cronaca di ciò che abbiamo vissuto e fare in merito alcune considerazioni a
caldo, prima che si possa ripensare a ‘versioni aggiustate’.
Partiamo con una cronaca asettica.
Ci troviamo verso le tredici e trenta in Piazza Manin e scendiamo in Via
Assarotti dove diversi manifestanti stanno facendo festa. Apprendiamo che, in
accordo con la polizia che presidia il varco di Via Assarotti, alcune persone
possono avvicinarsi alle barriere per appendere cartelli, palloncini o
quant’altro. Ci rallegriamo di questa situazione che riteniamo di massima
tranquillità. Poco dopo purtroppo, un allarme, vero o falso, ci fa arretrare di
molti metri; cerchiamo rifugio da un pericolo ignoto. La situazione ritorna
tranquilla fino a quando non ci comunicano che ‘gli anarchici?’ erano
intenzionati a dirigersi nella zona. Rapidamente ripieghiamo verso Piazza Manin.
Effettivamente i ‘sovversivi’ arrivano e decidiamo di allontanarci verso la
strada che conduce al Righi. Qualcuno fortunatamente e coraggiosamente si ferma
cercando di sbarrare la strada a questi violenti e riesce ad evitare che questi
si dirigano in Via Assarotti dove stazionano ancora ignari e pacifici
manifestanti. A questo punto la polizia giunta dalla parte opposta non trova di
meglio che sparare lacrimogeni, spingendo di fatto i ‘sovversivi’ contro chi
aveva fermato la folle corsa, e, subito dopo aggredire i ‘difensori’ dei
manifestanti. Nel frattempo i ‘sovversivi’ hanno modo di allontanarsi,
dirigersi verso l’Ospedale Evangelico e fare tutti i danni che hanno voluto.
La polizia scompare. Le persone che erano ‘fuggite’ lentamente si
riaggregano in Piazza. Troviamo una signora, non più giovanissima, con la testa
fracassata dalla Polizia. Questa signora accetta i soccorsi dei sanitari
presenti, ma rifiuta, per non essere denunciata di ricorrere all’ospedale.
Questo la dice lunga sulla differenza di feriti fra le forze dell’ordine e i
manifestanti che si rileva per ogni manifestazione.
Ritornano un’altra volta i ‘sovversivi’; questa volta attraversano la
Piazza tra i fischi e le urla dei presenti che si ritengono indignati e
defraudati del loro diritto alla manifestazione pacifica. La Polizia non c’è,
o perlomeno non si vede. Quando tutto è finito da almeno quindici minuti,
arrivano da via Assarotti i militi in tenuta antisommossa. A questo punto
decidiamo di allontanarci perché non sappiamo più se saremo difesi o attaccati
dalle Forze dell’Ordine. La giornata continua e decidiamo di portarci verso la
Foce, come chiesto dal coordinamento del Gfs e (secondo informazioni giunte in
piazza) come consigliato dal Sindaco di Genova. Purtroppo siamo fermati dalle
Forze dell’Ordine prima di Brignole che dichiarano che ‘il sindaco comanda
sino ad un certo punto’. Dobbiamo pensare di essere in un ‘regime
militare’ in cui la democrazia può essere sospesa in qualsiasi momento?
Nel frattempo apprendiamo che c’è un morto tra i manifestanti.
Questo ci fa pensare ulteriormente: è possibile che i Black Block abbiano
potuto fare ciò che hanno voluto e che chi aderisce al Gfs non possa nemmeno
radunarsi alla Foce senza subire intimidazioni?
C’è qualcosa che non torna. Le forze dell’ordine hanno garantito
l’incolumità della zona rossa e non hanno fatto nulla per fermare chi
devastava la città.
Senza voler male ai lavoratori poliziotti o carabinieri che siano, dobbiamo
pensare che abbiano ricevuto ordini precisi di lasciar campo libero ai Black
Block per inficiare l’operato dell’insieme del Gsf. Si consideri che i Black
Block hanno avuto tempo di distruggere e saccheggiare negozi, incendiare auto e
si sono mossi celermente come chi conosce perfettamente la città. Le forze
dell’ordine al contrario non hanno avuto ‘la prontezza’ di fermarli. Da
considerare inoltre che sono state effettuate preventive perquisizioni a tappeto
e, casualmente, i Black Block sono riusciti ad evitarle.
Tutto ciò lascia molto perplessi.
Riteniamo che come minimo segnale di distensione debbano essere interrotti i
lavori del G8 e che, per permettere di fare chiarezza sui fatti relativi alla
morte del manifestante, si ‘faccia da parte’ (leggi: dimettersi) il Ministro
degli Interni.
Franco Gallino, Carmela Miceli, Donatella Beatini,
Elisabetta Gaudioso
Prendere le distanze dai Black
Sono Luca D'Amico, un vostro abbonato (che tra poco rinnoverà
l'abbonamento al settimanale). Vi scrivo due righe, perché sono appena tornato
da lavoro e anche perché tra poco devo registrare un po' di telegiornali. Vi
dico solo che vorrei leggere sul vostro/nostro settimanale qualche riga di
"disgusto" su chi si veste di nero e sfascia tutto l'impossibile e
butta automaticamente fango su questo grande movimento.
Il mondo migliore che è possibile realizzare, non lo si fa con questi!
Lo so, un ragazzo è appena morto, ma per me andrà a morire tutto il movimento
e tutta quell'attenzione che vorremmo che anche la maggior parte della
popolazione incominci ad avere.
Qualche distanza o tiratina d'orecchio alle tute bianche? Pure se bisogna
riconoscere che si sono giustamente dissociate dal black bloc.
Vi saluto e a presto.