Il
premier: "È la prova che coprivano i violenti"
- Agnoletto: "Dice il falso, siamo noi le vittime"
Bufera sul blitz notturno - Berlusconi attacca il Gsf
Polizia accusata anche da Fns e Amnesty International -
Il regista Citto Maselli: "Immagini agghiaccianti"
22 LUGLIO. Leggete attentamente le arroganti dichiarazioni del Berluskaiser... e pensate a ciò che è successo in realtà...
GENOVA
- Sembrava che il peggio fosse passato, che le violenze e le polemiche che hanno
accompagnato i primi due giorni del G8 di Genova si stessero stemperando. E
invece il blitz notturno della polizia alle scuole occupate dal Genoa social
forum ha allargato ulteriormente la spaccatura che divide il governo e i
contestatori. Cosa è successo la notte scorsa? E soprattutto perché? Domande a
cui le parti rispondono in modo diametralmente opposto.
Per Silvio Berlusconi si tratta della prova che i devastatori si sono nascosti
sotto l'ala protettiva dei manifestanti pacifisti. Per i dimostranti è la
conferma che le forze dell'ordine hanno agito scientemente non contro il Black
bloc, ma contro i non violenti. Una tesi, questa, che incontra il consenso anche
di numerosi giornalisti, politici e osservatori presenti nel capoluogo ligure in
questi giorni.
I protagonisti dei disordini, dice Silvio Berlusconi, si sono "occultati
con la connivenza di esponenti del Genoa social forum". Il premier ha anche
aggiunto - a proposito delle perquisizioni - di avere avuto dal ministro
dell'Interno Claudio Scajola notizie "tendenti a chiarire che non c'era
distinzione tra i violenti ed esponenti del Gsf che avrebbero favorito e coperto
questa loro presenza".
Dichiarazioni che hanno mandato su tutte le furie i responsabili del Gsf.
"Sta affermando il falso", ha detto Vittorio Agnoletto. "Siamo
stati noi ad avere problemi di tutela nei confronti del cosiddetto Blocco
nero". I contestatori -dopo i fatti della notte - hanno ribadito le
richieste di dimissioni di Scajola e del capo della polizia Gianni De Gennaro.
Ma non sono i soli a chiedere chiarezza.
Denunce sono state presentate da giornalisti che hanno dichiarato di essere
stati malmenati dalla polizia durante il blitz. La Federazione nazionale della
stampa - il sindacato della categoria - è intervenuta per protestare contro
"la drammatica aggressione al centro stampa e all'ufficio legale del Genoa
social forum", definendo l'incursione come un "blitz indiscriminato,
dalle caratteristiche violente e sproporzionate rispetto all'obiettivo
dichiarato".
Dalla parte dei contestatori ci sono anche il regista Citto Maselli, che insieme
a Ricky Tognazzi, Ettore Scola e Franco Giraldi, ha commentato: "Quanto
avvenuto ieri sera è roba da Stato sudamericano. Il classico colpo di coda:
dopo tre giorni in cui hanno favorito di fatto gli incidenti, e dopo che il G8
di fatto è stato oscurato, hanno voluto dare una lezione a modo loro. Sono
esterrefatto, sconvolto, molto preoccupato". Maselli è stato tra i primi
ad accorrere con le sue troupe alla scuola "Diaz" per cercare di
riprendere la scena. "Ci hanno lasciato entrare solo alla fine, abbiamo
filmato uno scenario agghiacciante. La cosa che più mi ha colpito era il sangue
sui termosifoni, segno evidente del livello di repressione a cui miravano".
Dubbi sulle modalità con cui le forze dell'ordine hanno agito in questi giorni
sono stati avanzati anche da Amnesty International. Che ha chiesto "una
completa revisione dell'attuale addestramento e dell'impiego di rappresentanti
delle forze dell'ordine nel controllo dei cortei. Bisogna prendere tutte le
necessarie misure - continua Amnesty - perché gli agenti siano adeguatamente
equipaggiati e addestrati per l'uso di metodi non letali".
La polizia - intanto - tace: ha convocato stamattina i giornalisti in questura
per mostrare le armi rinvenute nella scuola. Gli agenti però si sono limitati a
mostrare gli oggetti, rifiutandosi di rispondere alle domande dei giornalisti.
Ci sono stati vivaci scambi di opinione, ma, nonostante le insistenze, i
responsabili della questura hanno opposto il più assoluto silenzio davanti ad
ogni richiesta di delucidazioni.