Dure reazioni: Tullia Zevi

Zevi: pericolose quelle gerarchie

Non ci sta Tullia Zevi alla "classifica delle civiltà" di Berlusconi: "Pericoloso complesso di superiorità". Dure reazioni dell'Ulivo: "Parole che non stanno né in cielo né in terra".

ROMA- Se non è un vero e proprio coro di critiche sferzanti è comunque qualcosa che gli assomiglia moltissimo. Stiamo parlando della raffica di censure lanciate dal centrosinistra (ma anche da ambienti non strettamente politici) contro le esternazioni di Silvio Berlusconi a Berlino mercoledì mattina. Quelle, per intenderci, attraverso le quali il premier ha rivendicato la supremazia della nostra civiltà occidentale rispetto a  quella dei paesi islamici. Le idee del Cavaliere secondo cui "noi" rispetto a  "loro" garantiamo: "benessere largo, rispetto dei diritti imani e religiosi tolleranza e valore della diversità" sono parse ad alcune inopportune, ad altri decisamente sbagliate.

Fra i primi a mostrarsi perplessa in proposito è un esponente della società civile "Trovo molto pericoloso - dichiara infatti Tullia Zevi, ex Presidente delle comunità ebraiche italiane - stabilire gerarchie di civiltà. Il premier dovrebbe liberarsi dal vezzo delle generalizzazioni e dal complesso di superiorità".

Ma se tutto sommato la signora Zevi rampogna con una qualche benevolenza il primo ministro italiano, i suoi antagonisti politici ci vanno giù pesante. Giovanni Berlinguer non usa metafore. "Le parole di Berlusconi - dice il candidato alla segreteria dei Ds - sono assurde. Perché non esiste tutto il bene da una parte e tutto il male dall'altra. E  perché non sta né in cielo né in terra che la nostra civiltà e superiore e ha quindi il diritto di conquistare il mondo". Aggiunge il leader dell'Ulivo, Francesco Rutelli: "Sull'Islam e l'Occidente Silvio Berlusconi dice cose che 'non stanno né in cielo, né in terra''. Affermazioni come quelle del premier italiano ''sembrano fatte apposta per avvicinare il mondo islamico ad alcuni fanatici'' quando, riprende Rutelli, ''invece va mantenuto nel campo moderato''. ''L'opposizione - sottolinea ancora il leader dell'Ulivo - è stata molto responsabile nell'impegno nella lotta al terrorismo e a favore della pace: il governo eviti dire cose che non stanno né in cielo, né in terra''. Infine il candidato alla segreteria ds, Fassino: "Trovo le dichiarazioni di Berlusconi sbagliate e del tutto inopportune''.

Una censura quella di Berlinguer a cui si associano, con accenti diversi, numerosi suoi collegi di partito. Fabio Mussi, vicepresidente diessino della Camera, nota sferzante che "la linea dello scontro di civiltà e la linea dei terroristi"; l'ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari dichiara invece che "quello di Berlusconi è il modo più ridicolo e sbagliato di affrontare il rapporto tra civiltà, soprattutto in un momento come questo". Non è meno tenero Ermete Realacci, Presidente di Legambiente e deputato della Margherita. Per lui infatti "le insinuazioni e i pericolosi proclami" appena enunciati dal Cavaliere sono "tipici di un pensiero fondamentalista". E anche un altro suo compagno di coalizione, il Popolare Giuseppe Fioroni, non lesina critiche. "Una classifica fra civiltà - dice  - è un atto improvvido e pericoloso. Oltre tutto estremamente superficiale se a stilarla è un Presidente del Consiglio in viaggio all'estero in questo momento cruciale".

Insomma un concerto di contestazioni più o meno vigorose. A cui cercano di contrapporsi alcuni esponenti di Forza Italia. L'onorevole Sandro Bondi trova infatti "stupefacenti" le reazioni del centrosinistra alle parole di Berlusconi a Berlino. "Alla sinistra italiana non va giù - commenta il deputato azzurro - che si ricordi come le ragioni che hanno spinto i terroristi ad uccidere migliaia di innocenti non hanno a  che fare con la povertà e le ingiustizie, ma con l'odio dei terroristi verso i valori e i principi della nostra civiltà". E anche il coordinatore dei giovani di Forza Italia scende in campo per dare ragione al proprio leader, specie quando questi accosta l'antioccidentalismo degli antiglobalizzatori a quello di Bin Laden. "Anche se questo non significa - precisa Simone Baldelli - accusare i no-global di terrorismo".