Grappoli di bombe
L'Onu: "Gli Usa adoperano le bombe a grappolo, micidiali per i civili". Rumsfeld ammette: "Potremmo non prendere mai bin Laden". Poi si corregge: "Stiamo per catturarlo"

ANDREA COLOMBO

 

Per l'America l'intervista del segretario alla Difesa Donald Rumsfeld pubblicata ieri sul quotidiano più venduto degli states, UsaToday, è stata una doccia fredda. "Potremmo non catturare mai bin Laden", ipotizzava Rumsfeld. L'ammissione non poteva certo entusiasmare gli americani, già esasperati dall'emergenza Antrace (ieri altri tre casi, un dipendente della Nbc, un postino a Stearling, in Virginia, un nuovo caso di infezione polomonare nel New Jersey). Abbinate alle affermazioni pronunciate la sera prima dal portavoce del Pentagono, "La guerra sarà lunga, molto lunga", le parole di Rumsfeld lasciavano intravedere un bilancio dell'operazione Enduring Freedom tutt'altro che trionfale. Il segretario alla Difesa deve essersi reso conto dell'errore perché poche ore dopo ha capovolto la sua dichiarazione: "Penso che stiamo per catturare bin Laden".
La realtà, però, è che dopo diciotto giorni di martellamento aereo i risultati dell'operazione americana sono scarsi. Ieri i bombardamenti sono stati continui su Kandahar, Herat e sulle linee del fronte a nord della capitale. Sono costati la vita a decine di civili secondo i Taleban, che hanno chiesto alla Organizzazione della conferenza islamica di inviare una delegazione in Afghanistn per verificare i danni. A Kandahar è stato colpito un autocarro che trasportava numerosi civili, tutti morti.
Dopo 24 ore di relativa calma, gli aerei hanno bersagliato di nuovo anche Kabul, dove si sono udite sei esplosioni in rapida successione, le più forti da molti giorni. Alle missioni, ha fatto sapere ieri l'Eliseo, partecipano da qualche giorno anche i francesi, che hanno inviato alcuni aerei da ricognizione e da rifornimento già operativi. Ma il morale dei Taleban non pare fiaccato, e l'offensiva finale dell'Alleanza del nord contro Mazar-i-Sharif continua a slittare.

Le denunce dell'Onu

Al momento, i soli risultati concreti della guerra afghana sono il moltiplicarsi degli "errori", in concreto delle vittime civili, un esodo di proporzioni bibliche dalle città e dai villaggi che mette a rischio la vita di milioni di persone, e una polemica di giorno in giorno più dura delle organizzazioni umanitarie dell'Onu. Ieri la portavoce delle Nazioni Unite a Islamabad Stephanie Bunker ha denunciato l'uso da parte dell'aviazione americana delle bombe a grappolo. Progettate inizialmente in funzione anti-carro armato, dovrebbero essere limitate da una convenzione Onu dell'81. Contenute in una bomba-madre e fornite di un piccolo paracadute, le "baby-bombe" esplodono vicine a terra. In un villaggio visitato dall'Onu hanno ucciso nove civili. Ma spesso restano inesplose e si trasfomano in micidiali mine anti-uomo, come quelle a frammentazione, la cui pericolosità per i civili era stata mercoledì al centro di un'altra denuncia dell'Onu.
Quasi tutte le organizzazioni afghane che si oppongono dall'esilio ai Taleban hanno chiesto ieri agli Usa di interrompere i raid. "Non sono stati efficaci e nelle città hanno causato vittime soprattutto tra i civili", hanno dichiarato fonti del governo afghano in esilio guidato da Rabbani. Suona di nuovo l'allarme anche la Croce Rossa, che in un comunicato ricorda a tutte le fazioni belligeranti che "gli attacchi contro i civili sono proibiti". La Croce Rossa insiste anche sul dovere di trattare i prigionieri in conformità con il rispetto dei diritti umani, ma soprattutto chiede a tutti "di permettere il passaggio dei soccorsi indispensabili e facilitare le operazioni di soccorso umanitario".
La principale preoccupazione della Croce Rossa, come del Programma alimentare mondiale e dell'Alto commissariato per i rifugiati dell'Onu è rappresentato dalla marea di profughi. Impossibile quantificarne il numero. Secondo l'Onu almeno 300mila persone sarebbero in marcia verso le frontiere. Potrebbero arrivare a un milione e mezzo nei prossimi mesi.
I soli successi che gli Usa possano vantare al momento sono quelli diplomatici. L'asse con la Russia, nonostante alcune divergenze sul futuro dell'Afghanistan, resiste. Ieri Mosca ha lanciato un secondo satellite, pronta a "condividere" con gli americani le informazioni sull'Afghanistan. Gli Stati Uniti onorano la rafforzata alleanza rinviando i test per lo scudo spaziale. Lo ha annunciato Donald Rumsfeld, lasciando capire che i test non verranno ripresi fino al vertice Bush-Putin di novembre, nel quale gli Usa sperano di firmare il Trattato anti-balistico con la Russia.

Il panico e l'emergenza

Per la diplomazia americana è stato un successo anche l'incontro tra il premier pakistano Musharraf e il ministro degli Esteri dell'Arabia saudita al Faisal. Al termine, Faisal ha confermato il pieno appoggio del suo paese, dal quale provenivano 15 dei 19 dirottatori dell'11 settembre, alla campagna contro l'Afghanistan. L'accordo tra i due paesi islamici dove la simpatia popolare per i Taleban è più diffusa è senz'altro una buona notizia per gli Usa, anche se ieri si sono ripetuti disordini a Karachi in occasione dei funerali di un leader integralista ucciso nel corso di un bombardamento su Kabul e alcune migliaia di integralisti si sono ammassate alle frontiera con l'Afghanistan per dichiararsi pronte a unirsi ai Taleban.
Ma per Washington resta quello interno il fronte più delicato. Il capo dell'Ufficio per la sicurezza interna degli Usa Tom Ridge ha detto ieri che l'antrace in circolazione è "stato concepito come un'arma". Quello spedito al senato era stato trattato chimicamente e privato della carica elettrostatica in modo che le spore potessero muoversi nell'aria. Cresce il panico, e col panico la richiesta di misure eccezionali. Il senato ha approvato ieri la legge anti-terrorismo che demolisce il diritto alla privacy: Bush la firmerà oggi. E due terzi degli americani si dichiarano favorevoli a un attacco contro l'Iraq, ritenuto responsabile degli attentati all'antrace.