La Cia e l'estremismo islamico: un'alleanza boomerang

John K. Cooley: dall'accordo "afghano" anni '70 agli attacchi anti-Usa degli ex "alleati"

 

Fu l´alleanza stretta dalla Cia con gli estremisti islamici e in particolare con lo spietato Osama Bin Laden contro l´invasione sovietica dell´Afghanistan a spianare la via al terrorismo degli integralisti musulmani che, ironia della storia, ora colpisce tragicamente al cuore gli Stati Uniti? 

   John K. Cooley, giornalista e scrittore attualmente corrispondente da Atene di Abc News, non ha dubbi e nel suo volume di stampa «Una guerra empia. La Cia e l´estremismo islamico» (Elèuthera, luglio 2000, pp. 399, lire 35 mila) documenta in modo dettagliato i vari passaggi di questa pagina di storia cominciandone la ricostruzione ben prima di quel 1979 che vide gli Stati Uniti avviare un rapporto stretto con i terroristi in funzione anti-sovietica. Cooley, tra l´altro, spiega che gli Usa, per mano della Cia e con la collaborazione fattiva di Pakistan, Arabia Saudita e Cina, armarono, addestrarono e finanziarono 250 mila mercenari islamici di ogni parte del mondo. Stretto in questa fase anche il rapporto con Bin Laden. «Gli analisti occidentali, nei loro pensatoi, e i servizi di controspionaggio di Washington, Londra, Parigi e Roma si chiedevano: chi è il principale nemico del nostro nemico, il comunismo? In che modo potrebbe aiutarci?

   E, nello stesso tempo, come possiamo contrastare i leader del terzo mondo e le loro dottrine, che consideriamo al servizio del comunismo?», osserva l´autore. E poi spiega come si avviarono i contatti con personalità degli stati islamici e arabi più conservatori. «Fu così - scrive Cooley - che ebbe inizio quello che in un primo tempo era un semplice flirt tra gli Usa e l´Islam e che si esprimeva con un sostegno moderato e prudente, in genere
occulto, agli attivisti politici "islamisti"». Cooley sostiene che sulla scorta di questi nuovi contatti, gli Usa e alcuni alleati finanziarono «una serie di guerre per procura» in Africa e in Asia, contro i propri avversari, spesso alleati veri o supposti di Mosca. Quando il Cremlino guidato da Breznev decise l´invasione dell´Afghanistan nel 1979, la Casa Bianca di Carter vide nell´iniziativa una minaccia all´equilibrio mondiale ma anche una buona occasione per «assestare un colpo decisivo al già vacillante impero sovietico».

   Fu così che quella che Cooley definisce «love story» fra gli Usa e l´islamismo ebbe un nuovo «sussulto di passione» con l´alleanza tra la dittatura militare pakistana, d´ispirazione islamica, e gli americani. Dieci anni dopo l´armata rossa sarà sconfitta e le vicende afghane daranno un colpo duro all´Urss. 

Nel frattempo, in Afghanistan il movimento dei talebani, favorito da Pakistan e Arabia Saudita, conquisterà il potere e lo gestirà in modo liberticida terrorizzando la popolazione nel nome di un´interpretazione severa dell´islamismo sunnita. Ma il grande movimento mercenario messo in moto dagli Usa avrà effetti anche fuori dei confini afghani. I talebani e l´orrore che seminano è solo una delle conseguenza. Le altre faranno anche vittime americane, fino alla tragedia incredibile di ieri: alle tensioni destabilizzanti in Egitto (attacchi ai turisti e agli autoctoni), Cecenia, Algeria e altri paesi si affiancano gli attentati sanguinosi al World Trade Center e alle ambasciate americane di Nairobi (1998, 247 morti, 12 cittadini Usa) e di Dar-es-Salaam (dieci morti, cento feriti). 

   E così il terrorismo islamico e la sua eminenza grigia, Osama bin Laden, da alleati degli Stati Uniti diventano il grande nemico che, purtroppo, non si è stati in grado di neutralizzare.
 

(Zenone Sovilla)