Beatificazione preti filofascisti!

 

Nessun ritegno, nessun pudore.
Il Papa beatifica 233 fra sacerdoti e cristiani morti durante la Guerra di Spagna, caso strano, lottando contro la Repubblica ed a fianco di Francisco Franco.



Non ha più nessun ritegno, il vescovo di Roma. Lui e chi lo manovra sono riusciti, in tempi di revisionismo storico dilagante, anche nel beatificare di botto i 233 religiosi morti durante la guerra civile spagnola. "Sacerdoti, suore e laici che morirono nel 1936 in Spagna, tutti in odio alla fede, senza essere implicati in lotte politiche o ideologiche" ha detto il Papa, in disprezzo alla storia ed alla decenza.

Solo di fronte ad un popolo di ignoranti, si può affermare che il clero spagnolo non sia stato complice, nel 1936, del 'pronunciamento' dei colonnelli fedeli a Franco, insorti contro la Repubblica ed il suo governo democraticamente eletto. 

Solo chi è in malafede, oppure si fa consigliare da Navarro, può, tra le altre cose, legare le violenze dell'ETA alle tragiche vicende della Guerra di Spagna.

Chi conosce la Storia sa come si sono svolti i fatti, e nessuno nega che l'esercito repubblicano si sia lasciato andare a gravi atti nei confronti del clero. Ma clero, è giusto ricordarlo, che stava attivamente a fianco dei fascisti e dei falangisti spagnoli nella lotta contro la Repubblica, clero che ha benedetto le orde di nazisti e fascisti europei accorsi a combattere contro la libertà, clero che ha sostenuto senza nessuna remora il franchismo e che lo ha aiutato a dominare la Spagna fino al non lontano 1975. 

Dunque, un clero militante, antipopolare, nelle forme e nei modi che solo chi conosce la storia spagnola del '900 può sapere. Ma quello di pretendere che in Vaticano si racconti la storia seguendo un criterio di verità, specie quando si toccano pagine ingloriose per esso come la guerra di Spagna, è un pio desiderio. Quello che più preoccupa è che erano in 30 mila imbecilli a sentirsi dire che, come l'ETA, l'Esercito Repubblicano era composto solo una masnada di terroristi senza dio.

La vergogna, alle volte, è un sentimento troppo nobile per gente simile.