ERNESTO "CHE" GUEVARA
BIOGRAFIA BREVE
1928.
Il 14 giugno nasce a Rosario, in Argentina, da Celia de la Serna ed Ernesto
Guevara Lynch. Trascorre i primi due anni a Puerto Caraguatay, nella provincia
di Misiones, sulle rive dell'Alto Paranà, ai margini della selva paraguaiana.
1930. A due anni contrae l'asma in forma cronica e
la famiglia è costretta a trasferirsi in un clima asciutto. Viene scelta la
cittadina di Alta Gracia sulla sierra di Còrdoba.
1945-50. Termina il liceo e si trasferisce con la
famiglia a Buenos Aires. Trova un lavoro come impiegato municipale e si iscrive
alla facoltà di Medicina. Da paziente si trasforma in collaboratore nel
laboratorio di un celebre allergologo, il dottor Pisani.
1951-52. Viaggia in motocicletta con l'amico
Alberto Granado. L'obiettivo è la visita dei più celebri lebbrosari
latinoamericani, ma il viaggio si rivela una fonte inesauribile di avventure ed
esperienze. Abbandonata la motocicletta in Cile, il viaggio continua attraverso
il Perù e la Colombia, fino a Caracas, con ogni tipo di mezzi (inclusa una
zattera sul Rio delle Amazzoni). Si conclude a Miami nell'agosto del 1952, da
dove Ernesto ritorna in aereo.
1953. Supera in pochi mesi la quindicina di esami
residui e si laurea in medicina, con tesi di allergologia. Riparte in treno per
un viaggio in America latina, insieme all'amico d'infanzia Calica Ferrer. Gli
interessi originariamente archeologici si trasformano mano mano in politici. A
Laz Paz, in Bolivia, assiste a un momento di crescita impetuosa del movimento
operaio e contadino, sotto il governo di Paz Estenssoro. Per scelta politica
decide di andare a conoscere un movimento analogo in Guatemala.
1954. In Guatemala da gennaio ad agosto. Partecipa
attivamente al movimento sorto sotto il governo di Jacobo Arbenz, collaborando
nel servizio sanitario e arruolandosi nelle brigate giovanili. Si avvicina agli
ambienti del Pgt (il Partito comunista)e comincia a darsi una formazione
marxista. Lo aiuta una giovane aprista di sinistra, la peruviana Hilda Gadea,
della quale si innamora. La sposerà in Messico due anni dopo, avendone la
figlia Hildita. Un'aggressione di mercenari, organizzati in Honduras dalla Cia e
guidati dal colonnello Castillo Armas, pone termine al movimento in Guatemala.
Arbenz abdica senza reagire e Guevara deve rifugiarsi nell'ambasciata argentina.
1955-56. Ripara a Città del Messico, dove
sopravvive alla meno peggio facendo il fotografo ambulante e il venditore di
libri, finché ottiene un posto nel reparto d'allergica dell'Ospedale generale.
Termina alcune pubblicazioni scientifiche e riprende con vigore gli studi di
marxismo. Conosce il gruppo degli esiliati cubani e si arruola come medico
nella spedizione che preparano sotto la guida di Fidel Castro, l'eroe del
Moncada. Partecipa a dei corsi all'accampamento cubano e all'addestramento militare
sotto la guida di un fuoruscito della Guerra civile spagnola, il gen. Bayo.
L'accampamento viene scoperto e il Che è arrestato con gli altri cubani. Per la
loro scarcerazione compie uno sciopero della fame in prigione. Vi resta più a
lungo degli altri (57 giorni). Liberato, salpa col "Granma" da Tuxpàn,
il 25 novembre, e sbarca a la Playa de las Coloradas, il 2 dicembre.
1957-58. Sono gli anni della guerra rivoluzionaria.
Costruisce la Seconda colonna che si forma a partire da quella diretta da Fidel.
Sulla Sierra Maestra organizza il "territorio libero" di El Hombrito.
Dirige, nella fase finale, una delle colonne che devono realizzare l'invasione
della Sierra all'Avana:campagna di Las Villas e vittoria nella battaglia di
Santa Clara.
1959. Membro del governo rivoluzionario, diventa
cittadino cubano. A giugno sposa Aleida March, dalla quale avrà quattro figli:
Aleidita, Camilo, Celia ed Ernesto. Tra giugno e settembre dirige una
delegazione economica all'estero, in Egitto, India, Giappone, Indonesia, Sri
Lanka, Pakistan, Jugoslavia, Marocco. Al ritorno è posto a capo del
Dipartimento di industrializzazione dell'Inra (Istituto per la riforma agraria).
A novembre è nominato Presidente della Banca nazionale.
1960. A ottobre-novembre compie una visita
ufficiale in Cecoslovacchia, Urss, Cina, Corea, Rdt. Comincia ad occuparsi
fondamentalmente di problemi economici.
1961-64. Dirige per quattro anni il Ministero
dell'industria (Minind). E' la sua attività principale, insieme a corsi di
formazione (per se stesso, nelle materie necessarie al Ministero), viaggi
diplomatici all'estero e una ricca produzione teorica in vari campi. Ad agosto
del 1961 dirige la delegazione cubana alla Conferenza degli Stati americani a
Punta del Est, in Uruguay. Durante la Crisi dei missili, nell'ottobre 1962, gli
viene affidato il comando della difesa sul fronte occidentale (Pinar del Rìo).
Nel 1963-64 darà il via e animerà il celebre "Dibattito economico"-
su la legge del valore, i criteri della pianificazione, i rapporti tra economia
di mercato e socialismo. Ne uscirà sconfitto, ma dopo aver dato prova notevoli
capacità teoriche e profonda ispirazione democratico - rivoluzionaria. A luglio
del 1963 compie un'importante visita nell'Algeria di Ben-Bella. A marzo-aprile
del 1964 dirige la delegazione cubana alla conferenza di commercio e sviluppo
convoca dall'Onu a Ginevra. A novembre del 1964 è a capo della delegazione
cubana che a Mosca partecipa ai festeggiamenti per il 47° anniversario della
Rivoluzione d'Ottobre. E' il suo terzo e ultimo viaggio in Urss. Il 9 dicembre
pronuncia un discorso a New York, all'assemblea dell'Onu e pochi giorni dopo
proclama apertamente le proprie posizioni rivoluzionarie sull'America latina.
Parte successivamente per un lungo viaggio in vari paesi africani. Il primo è
l'Algeria.
1965. Tra gennaio e marzo visita Mali, il Congo Brazzaville, la Guinea, il
Ghana, il Dahomey, la Cina, la Tanzania. Il 24 febbraio interviene al Secondo
seminario economico di solidarietà afroasiatica di Algeri, dove denuncia lo
sfruttamento mondiale dell'imperialismo, ma anche il profitto che i paesi
"socialisti" ricavano dai meccanismi dello scambio ineguale. Si reca
poi in Egitto dove pronuncia, accanto a Nasser, il suo ultimo intervento pubblico. Il 14 marzo rientra all'Avana, accolto dai massimi dirigenti. E'
l'ultima volta che compare in pubblico. Ad aprile si reca segretamente in Congo,
passando per la Tanzania (dove giunge il 19 aprile), alla direzione del gruppo
di cubani incaricati di aiutare militarmente la guerriglia congolese. Vi resta
sino alla fine di novembre. Dall'Africa, fermandosi in uno dei paesi dell'Est,
torna clandestinamente a Cuba e si dedica alla preparazione della spedizione
boliviana.
1966. Ai primi di novembre compare in Bolivia,
sotto falso nome e sembianze irriconoscibili. Raggiunge la zona operazioni della
guerriglia e comincia a tenere un diario (potete comprarlo - cercatelo i
libreria, è molto bello!)
1967. Il 17 aprile viene reso pubblico il testo del
"Messaggio alla Tricontinentale", più noto col nome: "Creare 2, 3,
molti Vietnam!". Le agenzie di stampa cominciano a parlare della presenza
del Che il Bolivia. Il 7 giugno il governo boliviano di Barrientos dichiara lo
stato d'assedio. Il 24 giugno viene repressa nel sangue la rivolta dei minatori
di Catavi e Huanumi. La guerriglia riporta qualche successo militare. Ma si
divide in due gruppi che non riusciranno più a ricongiungersi. Il 31 agosto, a
Puerto Mauricio, attraverso il Rio Grande, viene distrutto in un'imboscata il
gruppo Joaquìn, di cui fa parte anche "Tania la guerrigliera". Il 26
settembre, nella zona di Valla Grande, il gruppo del Che cade in'imboscata. L'8
ottobre, alla Quebrada del Yuro, il gruppo è accerchiato e il Che, ferito alle
gambe e ormai solo, viene catturato. Trasferito nella scuola del villaggio de La Higuera,
viene interrogato e poi lasciato per una notte senza cure. Al mattino del 9
ottobre viene ucciso a sangue freddo, per decisione ufficiale del governo. Il
suo cadavere viene trasportato in elicottero a Valle Grande, esposto al pubblico
e successivamente sepolto in un luogo, rimasto per molti anni
"ufficialmente" segreto, nei pressi dell'aeroporto di quella stessa
città. Il mondo, incredulo, attende la conferma della morte, che viene data da
Fidel Castro, il 15 ottobre. In varie parti del mondo - ma sopratutto in Europa
occidentale e nelle Americhe - la notizia della sua morte è accompagnata da
manifestazioni combattive e di massa.