Esperienza di allevamento con il meraviglioso lilianae

Tra gli Agapornis (9 specie), I'A. Lilianae rappresenta senza alcun dubbio il più bell'esempio di adattabilità alla vita captiva.                                                                                                                  

 Identificazione.                                                                                                                               

A prima vista, osservando un A. Iilianae si ha l'impressione di trovarsi di fronte ad un A. fischeri; ad un esame più attento, però, notiamo che:

1) la taglia rispetto al Fischer è più minuta: raggiunge solo i 13,5 cm.;

2) il becco è rosso, come nell'A. fischeri, ma schiarisce fortemente alla base ed è più piccolo

3) il canto è addirittura piacevole e non raggiunge mai gli acuti dei congeneri (A. roseicollis, A. fischeri).

Ma la caratteristica che ci dice subito se (avendo la possibilità di osservarlo da vicino siamo di fronte ad un A. Iilianae è il colore del groppone, verde in questa specie, viola, come sappiamo, nell'A. fischeri.

        

Dimorfismo sessuale assente.

E' estremamente difficile determinare se un soggetto appartiene all'uno o all'altro sesso. Come sempre, nel formare una coppia non mancheranno i dubbi. Si può tentare con la palpazione delle ossa pubiche; si può osservare la conformazione cranica; la taglia che nella femmina è in genere più massiccia confronto). I risultati, però, come sempre, saranno validi solo all'80-85% dei casi.

Con l'A. Iilianae viene a mancare un altro importante segno di riconoscimento comportamentale: la costruzione del nido  infatti entrambi i sessi contribuiscono alla costruzione del nido.

Alimentazione.

L'A. Iilianae può essere alimentato con semi di panico, miglio, scagliola, girasole, poco niger, avena e canapa. Per ben bilanciare la dieta non dovrà mancare la frutta, la verdura e un buon pastoncino all'uovo. Consigliabile è l'uso del grit, del carbone vegetale e dell'osso di seppia. Dopo un lungo periodo di appastellamento appetiscono anche tarme della farina (tenebrio molitor). Nel periodo della muta è consigliabile l'uso di un integratore vitaminico.

Corteggiamento.

Non mi è stato ancora possibile osservare come si svolgono il corteggiamento e l'accoppiamento, ma ritengo che non ci dovrebbero essere differenze rispetto al comportamento dei congeneri ad occhio cerchiato. Come è noto i componenti del genere ad occhio non cerchiato hanno un corteggiamento poco cerimonioso.

Cova.

Le uova deposte a giorni alterni non superano mai il numero di 5 (almeno per le mie esperienze e misurano 15,1 x 13,2 mm. di media. La cova ha inizio tra la deposizione del 2° e del 30 uovo; i piccoli, che nascono dopo 20 giorni di effettiva cova, sono coperti da un folto piumino roseo. La loro crescita è rapida e già ad ~9 giorni aprono gli occhi. A 15 giorni sono coperti da un folto piumino grigio e il primo verde delle ali compare. L'autosufficienza viene raggiunta dopo 5-6 giorni dall'uscita dal nido, vale a dire intorno al 35O giorno di vita.

Alloggio.

L'A. Iilianae si adatta benissimo alla vita captiva e sembra accontentarsi di qualsiasi alloggio, ciò nonostante è doveroso non lasciarlo vivere in piccole gabbie. Particolare cura si deve tenere nella scelta del nido. Questa specie non ama nidificare nei nidi in cui la luce raggiunge direttamente le uova. E' consigliabile usare nidi aventi 2 stanze.

 

PRIME NOZIONI SULL'ALLEVAMENTO DEGLI AGAPORNIS

Gli Agapornis stanno prendendo sempre più piede negli allevamenti, sia per la loro bellezza, sia per la facilità con cui si riproducono in cattività,pur richiedendo particolari cure.

Sopportano bene le basse temperature, ma possono essere alloggiate e allevati benissimo in interno in adatti e luminosi locali d'allevamento

Il locale deve essere arieggiato, molto luminoso, con la presenza diretta del sole per almeno qualche ora al giorno, con la giusta umidità e con la possibilità di riscaldarlo quando necessario.

Durante il periodo di riposo una temperatura di circa 12 gradi e una umidità del 70% sono da preferire, mentre durante il periodo riproduttivo la temperatura deve salire a 18 gradi.

Se la temperatura dovesse essere maggiore e l'umidità scendere al 50% (durante l'estate può accadere di frequente) allora è necessario l'utilizzo di un umidificatore

A volte può anche succedere che la temperatura si aggiri intorno ai 15 gradi, valore ottimale, ma che l'umidità sia molto alta e raggiunga anche il 90-100%.

In questo caso si consiglia di riscaldare il locale anche per poche ore.al giorno per cercare di abbassare l'umidità; per fare questo si può utilizzare un termosifone elettrico ad olio che non alza polvere come invece fanno le stufette con la resistenza o ad aria calda.

Ma passiamo ora all'alimentazione. - Gli Agapornis sono uccelli di piccola taglia, ma che mangiano parecchio rispetto al loro peso.

Inoltre hanno gusti molto personali che possono cambiare nell'arco dell'anno. Si può anche notare come i soggetti di ogni allevamento prediligano alimenti diversi tra loro rendendo la formulazione di una dieta standard abbastanza difficile.

Anche la quantità di cibo ingerito varia a seconda del periodo dell'anno. Durante l'inverno, quando le giornate sono molto corte, si consiglia di allungare la durata della luce ad almeno 12 ore in modo da permettere ai soggetti di alimentarsi a sufficienza; se poi gli Agapornis sono in piena riproduzione allora le ore di luce devono aumentare ad almeno 14.

Oltre alla quantità è necessaria anche la qualità e soprattutto la varietà.

Purtroppo in cattività non si riesce ad offrire agli uccelli il cibo che possono trovare in natura, ma si può cercare di venire loro incontro con un'alimentazione il più diversificata possibile.

Essendo sostanzialmente granivori, necessitano di un 50% di semi ricchi di carboidrati quali il miglio di tutti i tipi, l'avena, il frumento e altri e di semi invece ricchi in grassi come i semi di girasole e la canapa. Inoltre necessitano di proteine animali, sali minerali e vitamine.

Ma se anche offriamo loro una dieta molto varia può succedere che gli uccelli si alimentino solo con i semi di loro preferenza avendo poi dei disturbi iù o meno gravi.

Se prediligono i semi grassi possono manifestarsi a lungo andare dei problemi al frato, problemi che possono insorgere anche se vengono ingerite troppe proteine. Tn questi casi è consigliabile la riduzione di questi alimenti dalla dieta.

Tra i disturbi che si rendono evidenti con un errore alimentare la difficoltà di riproduzione è forse il più frequente e quindi se vogliamo avere nidi pieni di novelli sani e robusti, dobbiamo anno- K tare le loro preferenze alimentari cercando di aggiustarle in caso di evidenti anomalie.

Ovviamente questo procedimento va fatto lentamente per permettere agli I uccelli di abituarsi alla nuova alimentazione, ma va fatto, se non si vuole perdere qualche soggetto.

Ecco ora una dieta che può essere utilizzata per allevare in modo sano gli Agapornis:

* miscela composta al 90% da miglio e avena decorticata e al 10% da semi di girasole

* miscela di semi germinati composta da 40% miglio, 40% avena decorticata e 20% semi di girasole

* verdura e frutta quali mele e pere

* pastoncino composto da biscotto secco, farina di soja, pane bianco raffermo, ricotta magra, latte in polvere magro,

sali minerali, vitamine e un 25% di uovo sodo, il tutto ben mescolato e inumidito con carota gratuggiata o verza.

Questa dieta va somministrata giornalmente ad eccezione del pastoncino che va dato ogni giorno solo quando hanno la nidiata da allevare, altrimenti a giorni alterni.

La miscela di semi si può anche sostituire con la seguente:

* 50% di miglio bianco, giallo e rosso e avena decorticata

50% miglio, avena, frumento e semi di girasole germinati.

Speriamo quindi con queste annotazioni di avere dato qualche utile suggerimento a coloro i quali si avvicinano per la prima volta a questi simpatici psittacidi che tante soddisfazioni possono darci.

 

 

IL LILIANAE O NYASA

   
Della specie Lilianae, uno dei quattro agapornis ad occhio cerchiato, esiste una sola razza. Ha un habitat ristrettis-
simo nel nord della Rodesia ad est della vallata Longwa al Nyasa, a sud dello Zambesi, a poche miglia dell'area di   
distribuzione del Nigrigenis al quale non si è, però, mai mescolato.

Dati somatici


Descrizione: I sessi sono perfettamente uguali. Il corpo è verde, più pallido nelle parti inferiori, più scuro sul dorso e le ali, giallastro sul groppone e le copritrici della coda. La testa è rosa salmone,più brillante sulla fronte e più  pallido sulle guance, gola e parte superiore del petto. Le ali sono verde sporco e verde chiaro il sottoala.
La coda ha verdi le due penne centrali, le laterali arancio alla base, quindi verdi, poi una barra nera ed ancora verdi le  punte. Cera e anello oculare bianchi, privi di piume. Iride tra il giallo e il bruno-rosso.   
Becco rosso piuttosto piccolo.
Gambe grigie. Taglia tozza tra i 12-13 cm.
I giovani sono simili agli adulti con colori meno vivaci e netti e, spesso, con macchie scure alle guance.   
Noto fin dal 1894 ma in Europa non si vide che nel 1926
Il Lilianae per la prima volta segnalato nel Nyasa lungo il fiume Shire nel 1864, fu dagli esperti ritenuto un Fischer.
Nel 1894 Shelly lo descrisse nei suoi "appunti di sistematica" e fu ufficialmente denominato Lilianae in onore di Lilian Sclater. Ma gli ornitologhi europei non lo conobbero che nel 1926 quando se ne importò un considerevole contingente sotto il nome di Fischer.
Allo stato libero il Lilianae ha le stesse abitudini delle altre tre specie con anello oculare. Vive ad un'altitudine fra i 500 ed i 1.000 metri, lungo i fiumi e non gradisce le zone aride e deserte. La sua area di distribuzione è vicina e più estesa di quella del Nigrigenis con il quale non si è mai spontaneamente ibridato. E' uccello gregario formando piccoli gruppi di 20 o più soggetti Della sua vita in libertà, delle sue abitudini di nidificazione, etc. si sa veramente poco mentre si conosce bene il suo comportamento in cattività.

UcceIlo originariamente robusto     e prolifico.

Fin dalle prime importazioni il Lilianae dimostrò di adattarsi al clima europeo alle condizioni di cattività tanto da far scrivere al Marchese di Tavistock: è destinato a diventare il più comune degli uccelli da voliera e
rivale, in popolarità, al Pappagallino ondulato.
   
Le cose andarono diversamente. Il divieto di esportazione e la seconda guerra mondiale fecero sparire dalle voliere il Lilianne. Nel '47, in Inghilterra, a seguito di una accurata indagine, pare esistessero 5 soli soggetti dii sesso non accertato.
Attualmente la situazione è migliore in quanto a numero, ma i soggetti disponibili, con ogni probabilità provenienti dal Giappone o dall'Asia, sono di ceppi allevati in prigionia, molto deboli e poco fecondi. Questi soggetti non hanno nulla a  che fare con quelli un tempo importati dal Paese di origine e se non sapremo migliorare i sistemi di riproduzione e di allevamento, studiando le necessità fisiologiche assisteremo alla sua scomparsa.   
Possibile l'alievamento in colonia ma è da preferirsi la riproduzione per coppie
Il Lilianae è più tollerante dei congeneri nei riguardi dei  compagni della stessa specie, così che è possibile l'alleva-
mento in colonia con non molti soggetti. Di solito gli adulti non fanno cerimonie con i giovani che accettano nella lo-
ro voliera. Ciò non toglie che l'intrusione di soggetti estranei, può provocare scompigli e paure.La selezione ai fini degli
accoppiamenti richiede attenzione e riguardi. Ad ogni modo se in una comunità sorgessero difficoltà, a causa di un soggetto estremamente litigioso, l'unica cosa da fare è di metterlo in un altra voliera con un partner perché dia origine ad una seconda famiglia.
Nonostante le possibilità dell' allevamento in colonia, la  scarsità della specie consiglia la riproduzione per coppie che   dà sempre una maggiore garanzia di successo.


Avvertenze per la riproduzione    
Il nido costruito da questo agapornis è a duomo con due reparti, difficile da controllare. I1 materiale da nido è portato con il becco e non tra le piume del groppone. I piccoli nascono con un piumino color arancio che diventa grigio appena le piume cominciano a spuntare. Sarà bene abituare i gentori alle verdure con le quali alimentano solitamente la prole. 
Mentre è praticamente impossibile sessare i giovani: il miglior modo di distinguere gli   adulti è la palpazione delle  ossa pelviche.

I soggetti un tempo erano  importati dal Nyasa, attualmente permane  il divieto di esportazione.
I soggetti comunque reperibili non hanno  alcuna difficooltà a svernare, eventualmente in voliera, all'aperto, cio che  è prudente evitare coi pochi soggetti oggi disponibili molto più deboli e meno rustici, è l'umidità e il vento freddo diretto.


Una varietà lutina   
Il Lilianae è il primo Agapornis che abbia dato origine agli inizi del secolo scorso a ceppi fissati di una varietà lutina veramente bella. La prima mutazione registrata è avvenuta nel 1933 nelle voliere del signor Prendergast in Australia dove da una coppia normale nacquero due lutini.  

L'ultima guerra distrusse un po' dovunque la varietà lutina ,Inghilterra compresa, dove il duca di Bedford riuscì  a salvare 5 a reperire un maschio dal quale ottenne una mczza dozzina di lutini. Il fattore, contrariamente a quanto si riteneva, non era legato al sesso, ma recessivo

Il Lilianae lutino era complemente giallo con la mascherina, il bocco e naturalmente gli occhi rossi. Un soggetto
pulito di grande effetto e bellezza .


 

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