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BALLATA
DELL'AMORE CIECO (O DELLA VANITA')
Un uomo onesto, un uomo probo, tra-la-la-lalla tra-la-la-lero s'innamorò perdutamente di una che non lo amava niente. Gli disse: "Portami domani", tra-la-la-lalla tra-la-la-lero gli disse: "Portami domani il cuore di tua madre per i miei cani". Lui dalla madre andò e l'uccise, tra-la-la-lalla tra-la-la-lero, dal petto il cuore le strappò e dal suo amore ritornò. Non era il cuore, non era il cuore, tra-la-la-lalla tra-la-la-lero, non le bastava quell'orrore voleva un'altra prova del suo cieco amore. Gli disse ancor: "se mi vuoi bene" tra-la-la-lalla tra-la-la-lero gli disse ancor: "se mi vuoi bene tagliati, di polsi, le quattro vene". Le vene ai polsi lui si tagliò, tra-la-la-lalla tra-la-la-lero, e come il sangue ne sgorgò correndo come un pazzo da lei tornò. Gli disse lei, ridendo forte tra-la-la-lalla tra-la-la-lero, gli disse lei, ridendo forte: "l'ultima tua prova sarà la morte". E mentre il sangue lento usciva e ormai cambiava il suo colore la vanità fredda gioiva : un uomo s'era ucciso per il suo amore. Fuori soffiava dolce il vento tra-la-la-lalla tra-la-la-lero, ma lei fu presa da sgomento quando lo vide morir contento morir contento e innamorato quando a lei niente era restato non il suo amore, non il suo bene ma solo il sangue secco delle sue vene. |
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