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IL
BOMBAROLO
Chi va dicendo in giro che odio il mio lavoro... non sa con quanto amore mi dedico al tritolo: e' quasi indipendente, ancora poche ore... poi gli daro' la voce, il detonatore. Il mio Pinocchio fragile, parente artigianale di ordigni costruiti su scala industriale, di me non fara' mai un cavaliere del lavoro... Io son d'un'altra razza, son Bombarolo. Nel scendere le scale ci metto piu' attenzione sarebbe imperdonabile giustiziarmi sul portone, proprio nel giorno in cui la decisione e' mia sulla condanna a morte o l'amnistia. Per strade tante facce, non hanno un bel colore qui chi non terrorizza si ammala di terrore c'e' chi aspetta la pioggia per non piangere da solo. Io son d'un altro avviso, son Bombarolo. Intelletuali d'oggi idioti di domani, ridatemi il cervello che basta alle mie mani. Profeti molto acrobati della rivoluzione oggi faro' da me senza lezione. Vi scovero' i nemici per voi cosi' distanti e dopo averli uccisi saro' fra i latitanti... Ma finche' li cerco io i latitanti sono loro. Ho scelto un'altra scuola, son Bombarolo. Potere troppe volte delegato ad altre mani, sganciato e restituitoci dai tuoi aereoplani, io vengo a restituirti un po' del tuo terrore, del tuo disordine, del tuo rumore. Cosi' pensava forte un trentenne disperato, se non del tutto giusto, quasi niente sbagliato... cercando il luogo idoneo adatto al suo tritolo, insomma il posto degno d'un Bombarolo. C'e' chi lo vide ridere davanti al Parlamento, aspettando l'esplosione che provasse il suo talento, c'e' chi lo vide piangere un torrente di vocali vedendo esplodere un chiosco di giornali. Ma cio' che lo feri' profondamente nell'orgoglio fu l'immagine di lei che si sporgeva ad ogni foglio, lontana dal ridicolo in cui lo lascio' solo, ma in prima pagina, col bombarolo. |
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