L'Italia è tra le maggiori potenze bridgistiche a livello mondiale, grazie soprattutto
all'irripetibile serie di successi riportati da un'imbattibile squadra che tra il 1957 e il 1975
si affermò in ogni manifestazione internazionale.
Il "Blue Team" - questo è il nome con cui quella gloriosa squadra era nota in ogni angolo
del mondo
- ha vinto infatti 13 titoli mondiali, 3 titoli olimpionici e 12 europei. Non esiste altro
sport o attività parasportiva che abbia portato all'Italia così tanti allori in un così breve
lasso di tempo. Lo straordinario è infatti che il Blue Team ha vinto continuativamente 13 titoli
Mondiali e 3 titoli Olimpionici, lasciando agli Stati Uniti le vittorie nel 1970, 1971 e 1972 solo
perché i campioni italiani avevano deciso di ritirarsi dalle gare. Oggi i nomi di Walter Avarelli,
Giorgio Belladonna, Eugenio Chiaradia, Mimmo D'Alelio, Pietro Forquet, Benito Garozzo,
Camillo Pabis Ticci (e del leggendario capitano del Blue Team, Carlo Alberto Perroux) sono
conosciuti in ogni angolo del mondo e rimarranno per sempre nella storia del bridge come i
maestri di una scuola che ha caratterizzato un'epoca e ha segnato il bridge mondiale.
Questa irripetibile serie di successi ha fatto sì che le prime tre posizioni nella classifica
mondiale di merito di tutti i tempi siano occupate da Giorgio Belladonna, Benito Garozzo e
Pietro Fourquet; quinto è Mimmo D'Alelio e settimo Camillo Pabis Ticci. Solamente i grandissimi
Bob Hamman e Bobby Wolff, due componenti del famoso "Team Aces" di Dallas, sono riusciti ad
inserirsi al quarto e sesto posto.