Complesso ipogeo di San Giovanni d'Antro


Uscita del fiume sotterraneo

Acquasantiera sulle scale che portano al castello


L'ingresso al complesso ipogeo detto "grota di San Giovanni d'Antro"


Forno medievale


Antica chiesa ipogea della Beata Vergine e la cappella a S.Giovanni Battista ed Evangelista


Soffitto della cappella S.Giovanni Battista ed Evangelista


I capitelli che sorreggono la volta


Le antiche decorazioni medioevali


Crocefisso nella cappella


La Veronica












Il sistema fortificato di San Giovanni d'Antro faceva parte della linea di difesa della Decima Regio, Venetia et Histria. A questo luogo strategico si può attribuire solo una funzione di carattere militare o di rifugio per gli abitanti dei paesi vicini durante le invasioni che si sono succedute nei secoli su questo territorio. Antro era l'ultimo riparo dalle invasioni. Questo si deduce anche dalla leggenda tramandata della regina assediata nella grotta, identificata, da diversi autori, a volte di stirpe slava (Vida) o Longobarda (Teodolinda) contrapposta ad Attila re degli Ungari. Questa regina, gettando dalla rupe sugli assalitori un sacco di grano (l'ultimo) disse: abbiamo tanti sacchi di grano quanti sono i chicchi di questo. L'intento era quello di far credere al nemico la presenza di un notevole quantitativo di provviste, tali da impedire la conquista del castello per fame. Lo stratagemma funzionò, i nemici levarono l'assedio e gli assediati poterono abbandonare la grotta e ritornare ai paesi. Nella prima parte della grotta sono state ricavate una chiesa ipogea ed una cappella laterale. Quest'ultima c'è giunta con l'impostazione gotica dell'ultima radicale ristrutturazione del 1477. Il pavimento in lastre di pietra dell'attuale chiesa è sostenuto da un criptoportico in pietra, straordinaria costruzione che ha permesso l'uso dell'antro evitando le piene del fiume sotterraneo. L'aula, formata lateralmente dalle pareti di roccia, ha una lunghezza di sedici metri ed una larghezza di dieci. Sulle pareti è riportato un fiore a sei petali inscritto in un cerchio. Questo simbolo, assieme ad una croce a braccia uguali e ad un volto di Cristo è l'unica presenza affrescata nella chiesa. L'attuale altare ligneo risale al XVII secolo. Alla cappella laterale si entra attraversando un ampio arco gotico a sesto acuto, salendo un gradino che rialza la soglia del pavimento in mattoni. L'arco è costruito in blocchi di calcare grigio, sagomato a facce ottagonali e interrotto da un capitello a mensola. Un altro gradino separa l'auletta dal presbiterio dove vi è un altare con mensa in pietra. E' illuminata da due uniche monofore gotiche, che si aprono a circa due metri d'altezza, rispettivamente a sud-est quella del presbiterio e a sud quella dell'aula. Sul soffitto della cappella troviamo diversi simboli: la terra (il quotidiano); la volta celeste identificata dalle figure celesti -la Madonna incoronata con il bambino e un "Cristo Maestro" con il Vangelo; il sole contrapposto alla luna e alle stelle. I simboli terreni sono i personaggi che sostengono i costoni sagomati del soffitto: un oste con brocca e bicchiere in rilievo sulla spalla; due profeti dalla lunga barba e cartiglio a fascia; un pellegrino con il bastone; una figura femminile con le mani appoggiate alle ginocchia (stato di riposo) che, con tutta probabilità rappresenta il giorno di festa; un suonatore di cornamusa; un suonatore di "gusla"(violino popolare); una figura con mani giunte in preghiera. Questi personaggi sono tutti ritratti inginocchiati in segno di devozione. Tutta la decorazione lapidea doveva essere dipinta, ma oggi si scorgono solo blande tracce di colore. Dell'antica decorazione medievale ci rimangono più strati di dipinti a fresco: · il primo e più antico strato, con segno in terra rossa, rappresenta palme che fuoriescono da vasi con a lato una scritta in lingua greca e cinque soli a raggi uncinati (ruote di fuoco) si sviluppano lungo tutte le pareti con un andamento ad onde; · lo strato superiore è formato da un lacerto di affresco su cui si può intravedere la testa dai lunghi capelli di San Giovanni Battista forse del XIII secolo, delle croci di consacrazione inscritte in un cerchio e, nella parete sud in alto, un piccolo lacerto (forse una crocifissione). Da queste decorazioni intuiamo che queste parti di muro non sono state oggetto dei lavori eseguiti nel 1477.

Lorenzo Favia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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