FILOSOFIA

   (Friedrich Nietzsche)

                           

L’Anticristo, Maledizione del cristianesimo

 di Friedrich Nietzsche

 

 

                              

Genere letterario: Aforisma

                                                                      Data: 1895

L’opera si presenta come il definitivo punto di rottura che si crea tra l’autore ed il cristianesimo, considerata come  la religione della compassione. La critica spietata mossa alla religione si rivela alla fine dell’opera come la realizzazione della “trasvalutazione dei valori” sia religiosi che morali. L’ateismo radicale di Nietzsche prevede che i deplorevoli effetti e l’impostazione nichilista della morale e della religione siano già impliciti nella loro origine, attaccando direttamente il concetto di Dio che si è andato a formare nel mondo moderno.

La critica si sviluppa su diversi punti che analizzano i vari aspetti della religione e della morale:

-         la religione stessa supportata dalla compassione e da valori che portano inevitabilmente alla decadenza  ed alla formazione di un uomo dalla personalità debole

 

-         le origini del cristianesimo, visto come prosecuzione e sviluppo dell’ebraismo, falsificate attraverso l’opera di Paolo di Tarso e all’interpretazione sbagliata che i Vangeli hanno praticato della figura di Cristo

 

-         la filosofia tedesca (Liebniz, Kant, Lutero) considerata nient’altro che una nullità  e vista come motivo principale della sopravvivenza del cristianesimo

 

-         la Chiesa  che attraverso l’azione dei preti riesce a dominare la popolazione: i preti sono gli ideatori del peccato, la negazione della scienza, la causa principale di guerre e malattie viste come mezzo per impedire all’uomo di pensare, di conoscere

 

-         la morale tradizionale con i suoi valori che ha portato alla negazione della verità e all’affermazione di una morale di schiavitù.

 

 

 L’uomo di fine XIX secolo si trova privo di un’eredità storica che sia in grado di spiegare la sua vita e i valori fino a questo momento portati avanti dalla società (Cristianesimo, Idealismo, Positivismo) vengono meno. L’opera vuole mettere in risalto come l’uomo, durante il corso della storia, sia andato a costruirsi dei valori che lo hanno allontanato dalla sua esistenza e dalla realtà.

 

All’interno dell’opera ricorrono insistentemente gli aspetti fondamentali della concezione di Nietzsche:

-         il nichilismo inteso come il ridurre a niente la vita, accettando il Cristianesimo, rinunciare alla ricerca del potere, reprimendo gli istinti che portano al miglioramento, intralciando la selezione naturale.

 

-         la trasvalutazione dei valori  che giunge a compimento attraverso l’affermazione dell’ateismo, la negazione del cristianesimo come presa di coscienza che la fede in Dio è in declino

 

-         l’affermazione del Superuomo che avviene con la proclamazione della legge contro il Cristianesimo

 

-         la rivalutazione della scienza come mezzo antitetico all’imposizione dei valori cristiani e come mezzo di riscatto dell’uomo contro i preti

 

-         l’affermazione di una morale aristocratica nei confronti di una morale di schiavitù

 

-         l’eterno ritorno dell’eguale che emerge dalla lotta tra l’uomo antico e quello moderno, giudicato e sconfitto dal primo. L’analisi della civiltà classica fa emergere tutti i valori positivi che in essa erano presenti, la nobiltà dell’istinto, il gusto, l’indagine metodica (metodo scientifico), la volontà dell’avvenire umano, il grande si  a tutte le cose divenute vita, realtà, e che sono stati spazzati via dal cristianesimo.

     

Un aspetto della realtà contemporanea che trova indubbiamente riscontro all’interno dell’opera è la contrapposizione esistenze tra scienza e religione. Anche se l’autore nella sua spietata critica estremizza tale concetto, la base su cui poggia è ancora oggi valida.

  La religione basandosi sul concetto di fede preclude la possibilità di una conoscenza scientifica.  “ Se questo Dio dei cristiani ci venisse dimostrato crederemmo ancora meno in lui” per cui  “ l’uomo non deve pensare”, come afferma l’autore, non deve conoscere. Risultano assolutamente impensabili nel pensiero moderno quelle parti del pensiero di Nietzsche che sono state erroneamente ricondotte al pensiero nazista mentre si rifacevano al concetto di superuomo, l’espressione della volontà di potenza, del dire di si alla vita (“I deboli e i malriusciti devono perire: questo è il principio del nostro amore. E a tale scopo si deve essere loro anche di aiuto” ).

 

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