Montagna che con i suoi 3692 metri domina dall'alto il vallone di Piantonetto. Si tratta a mio parere di un'ascensione da non sottovalutare, non tanto per le difficoltà tecniche, ma per la lunghezza, la via non sempre evidente, la quota e la discesa tutt'altro che banale.
La via non è attrezzata, fatta eccezione per un cuneo di legno di almeno trent'anni e un chiodo che protegge il muro finale di V+(evitabile). Salita di grande respiro e di grande soddisfazione, a detta di molti con un sapore un po' d'altri tempi.
Accesso: Risalire la Valle dell'Orco fino a Rosone. Da qui parte sulla destra la carrozzabile del Vallone di Piantonetto. La si percorre fino alla diga di Teleccio dove questa termina. Dislivello: 1900 m (500 di arrampicata) Discesa: dalla vetta si scende a piedi lungo la cresta nord (in posto ancoraggi per doppie, ma verificarli); poco prima di giungere al colletto fra San Pietro e Sant'Andrea si scende sulla destra uno speroncino di rocce non difficili ma alquanto instabili che degrada fino al Colle di Teleccio Difficoltà: AD Tempo di salita: 9 ore Materiale: corda, piccozza, ramponi, molte fettucce, qualche protezione veloce Punti d'appoggio: rifugio Pontese, bivacco Carpano Bibliografia: G. C. Grassi, Gran Paradiso, le 100 più belle ascensioni, Zanichelli