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LETTERATURA Linfanzia riscattata del bardo Dylan «E là io mi addormentai sul montagnoso panciotto di
mio zio, e, mentre dormivo, Chi va là? gridò Sentry alla luna che volava.» di NICOLA D'UGO Di pochi scrittori di questo secolo si sa e si è scritto tanto quanto
di Dylan Thomas (Swansea 1914 New York 1953). Unattrazione straordinaria ha
fatto sì che tutto ciò che lo riguardasse fosse pervaso da un senso di leggenda. Capita
così che ogni scrittore aspiri in qualche modo a dire la sua sullautore, come è
evidentemente il mio caso. In altri casi penso a Bob Dylan si è preso il nome
dellautore per farne il proprio nome darte, o come è il caso di Dylan
Dog ci si è ispirati per il titolo di un fumetto. Questo autore lo vorrebbero
raccontare in molti. Purtroppo, come nel caso di un ampio articolo di Pietro Citati
pubblicato su Repubblica un paio di anni fa, ognuno descrive il poeta a modo suo,
infischiandosi di cosa accadde nella vita di Thomas e nella sua opera. Da un certo punto
di vista, questa posizione è legittima, nella misura in cui si vuole sentirsi vivi
allombra semovente duno dei grandi bardi del Novecento, scherzoso e ridanciano
e cupo come pochi altri colleghi. Del resto il personaggio pare uscito da un film: povero
in canna, ubriacone, donnaiolo, vissuto in uno sperduto paesino gallese di duecento anime
e diventato famoso in tutto il mondo. |
Dylan Thomas nasce nel
1914 a
Swansea ( Galles ). Nel 1934 pubblica la prima raccolta di versi, 18 poesie , che scuotono l'ambiente letterario inglese. In essi svela tutto quel mondo poe tico che ha fatto di lui un mito: la nascita, l'amore e la morte, la natura ;un linguaggio magico, a volte oscuro , che fonde la tradi zione dei bardi alla poesia visio naria inglese. Nel 1940 escono i racconti autobiografici (ritratto dell'artista da cucciolo ) e nel 1946 il libro che raccoglie le sue poesie piu' .. (morti e ingressi ) Distrutti dall'alcool muore a New York nel 1953 |
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AD ALTRI DA TE Amico da nemico io ti sfido Tu con monete false nella borsadegli occhi, Tu amico mio dall'aria accattivante Che per vera mi rifilasti la menzogna Mentre spiavi bronzeo i miei piu' gelosi pensieri Che mi allettasti con luccicanti pezzi d'occhio finche' il dente goloso del mio affetto trovo' il duro E scicchiolo' , e io inciampai e succhiai, Tu che ora evoco a stare come un ladro Nella memoria, moltiplicato da specchi, In sofferente inobliabile atto , Mano lesta nel guanto di velluto E un martello contro il mio cuore Eri una volta una tale creatura, un cosi' allegro, Schietto, spassionato compagno, Che non avrei mai detto ne' creduto Mentre una verita' spostavi nell'aria, Che per quanto li amassi per i loro difetti Come per i loro pregi, I miei amici non erano che nemici sui trampoli Con la testa fra nuvole d'astuzia ! DYLAN THOMAS
POESIA ... "Ribellati alle leggi della luna E al parlamento del cielo, Al governo del mare perverso, A tirannia del giorno e della notte, A dittatura di sole Ribellati all'osso e alla carne, A parola di sangue, ad astuzia di pelle, E al verme che nessuno puo' ammazzare". La sete e' spenta, la fame placata, E lungo il cuore ho uno spacco; La faccia e' smunta allo specchio, Le labbra smorte dai baci. Ed e' smagrito il mio petto. Una ragazza allegra mi prese per uomo. La stesi giu' e le narrai il peccato, Le misi accanto una rosa d'ariete. La nera notte amministri la luna il cielo detti pure le sue leggi il mare parli con voce regale: non nemici ma un unico compagno sono il buio e la luce. _Guerra al ragno e allo scricciolo! Guerra al destino umano! Edistruzione al sole!_ Prima che morte ti prenda, ah sconfessalo! DYLAN THOMAS
QUI IN PRIMAVERA Qui in primavera,le stelle navigano il vuoto; Qui nell'inverno ornamentale Il nudo cielo viene giu' a rovesci ; L'estate seppellisce l'uccello nato in primavera. I simboli provengono dal lento costeggiare dell'anno. Le rive di quattro stagioni, Fuochi di tre stagioni insegnano in autunno E note di quattro uccelli. Dovrei distinguere l'estate dagli alberi, i vermi, se lo fanno,narrano le tempeste dell'inverno o il funerale del sole ; Dovrei imparare la primavera dal canto del cuculo e la lumaca mi dovrebbe imparare distruzione. Un verme racconta l'estate meglio dell'orologio, la lumaca e' un vivente calendario di giorni ; che cosa mi dira' se un insetto senza tempo dice che il mondo lentamente si consuma ?
DYLAN THOMAS
POESIA 3 Lasciatemi fuggire,essere libero Vivere per me stesso E soffocare dentro di me gli dei O schiacciare sotto il piede le loro teste di vipera Nessuno spazio,voi dite,nessuno spazio ; Ma non ci terrete. Anche se e' forte la vostra gabbia. La mia forza minera' la vostra, Perforero' la vostra nuvola oscura
Per vedermelo il sole
Pallido e marcio, una brutta escrescenza
DYLAN THOMAS
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