Riki Andrews in:
Nel Santo Nome del Signore
di Alberto Rapisarda
Le domande che mi posero i membri del
TWICS dopo avermi parlato di loro fecero affiorare
alcune affinità con gli altri sistemi telematici. In realtà
la prima domanda scatenò una discussione tra i membri del TWICS che avrebbe
potuto essere la trascrizione di una discussione del WELL o del CIX. Mi
domandarono: “Nelle comunità virtuali la gente pensa che le parole sullo
schermo possano ferire?”. Risposi che io personalmente pensavo di si
Howard Rheingold
Prima.Parte
La
scena si apre sulla panoramica di un albergo di Santo Domingo, in un periodo pre-autunnale nel quale i caldi estivi stanno lasciando il
posto alle prime brezze.
L’atrio
dell’albergo è molto ampio, ed ha un tipo di arredamento
che chiunque potrebbe immaginare come caratteristico dell’America centrale.
I
mobili sono in legno verniciato di bianco, le finestre
con le tapparelle costantemente calate, in modo da permettere alla luce di
entrare solo attraverso le intercapedini. Sul soffitto si trovano enormi
ventilatori che sono continuamente in funzione.
Gli
avventori del locale, che è la reception dell’albergo
ed allo stesso tempo un posto dove trascorrere il tempo - con servizio bar,
hanno caratteri multi-etnici,
ed un abbigliamento estivo con accessori e stili africani, con larghi cappelli
per ripararsi dal sole, e pantaloni tipo esploratore, lunghi fino al ginocchio.
Riki
Andrews si sta guardando attorno, ed individua un gruppo di bagagli accatastati
in un angolo del locale. In cima ad uno dei pacchi si trova una lettera dove è
scritto “To Mr. Richard Dwight Andrews, c/o Hotel Miriana, One Boulevard #11, Santo
Domingo Dominicam Republic”.
Riki
si china e prende in mano la lettera. Guarda il retrobusta.
Il mittente è Heater Faith, e la lettera proviene da
New York City.
“Caro
Riki,
ti ho mandato i tuoi bagagli il prima
possibile. Si tratta di quattro colli, più una valigetta dove troverai tutti i
tuoi documenti personali.
Come
da tue istruzioni, ho spedito ogni singolo oggetto che si trovava nell’ufficio
a Manhattan.
Non
tutto, ad essere onesta.
Ho
gettato via un certo numero di cose che mi sembravano proprio inutili.
Probabilmente nemmeno ricorderai di cosa si trattava.
Invece
i tuoi archivi ho preferito tenerli con me, perché non
mi è sembrato opportuno mandarti tutti quei chili di carte, che ho tuttavia
fotografato, foglio per foglio. Su una tasca interna della valigetta troverai
un set di microfilm che contengono tutte le schede del tuo archivio, nello
stesso ordine con cui le tenevi nei cassetti.
Stavo
cercando invece di trasferire i testi essenziali in un floppy-disk. Mi sembra
una soluzione più pratica. Sto ricopiando io stessa una parte del materiale al
computer, e tra breve dovrei essere in grado di fare lo stesso lavoro con
velocità e precisione, grazie ad uno strumento che converte i testi
dattiloscritti in un formato per PC che occupa pochissimo spazio su dischetto.
Ti
telefono appena possibile, così ti prego di verificare se hai ricevuto tutto
quello di cui avevi bisogno.
Spero
anche che ti possa trovare bene nella tua permanenza futura a Santo Domingo.
Naturalmente
non intendo insistere, ma sono molto preoccupata per questa tua decisione
improvvisa, e anche se New York diventa davvero sempre più invivibile,
non riesco ad immaginare il senso di andare a vivere in un posto dove chi
effettivamente vi trasferisce la propria residenza, lo fa per motivi fiscali,
oppure per trascorrervi gli anni della pensione, a godersi i soldi risparmiati
in una vita di lavoro.
So
che ne abbiamo già parlato a lungo, così se pensi di
lasciare indietro il tuo passato, credimi, ovunque andrai puoi trovare solo te
stesso - e non sei niente male, secondo me.
Se proprio io devo essere in minoranza
rispetto al resto del mondo, cerca di non confondermi con il mondo intero.
Ti
ho messo nella valigetta anche la mia foto di Coney Island, e una cornice a giorno della giusta dimensione. Se ti basta il mio sorriso, comincia a sorridere al mondo.
Auguri
cari
Heater
NYC,
settembre 1996”
Riki
ha trasportato tutte le valige nel suo alloggio. Si tratta di una camera
d’albergo, anche se l’albergo è strutturato su piccole “dependance” ad un unico
piano che guardano alla pineta circostante ed alla spiaggia - come dei
bungalow.
Anche
nelle camere si ritrova un tipo di arredamento come
quello della hall dell’albergo, con i mobili in bambù, o in legno verniciato di
bianco, le pareti molto sottili a pannelli modulari, ed al posto delle porte,
accetto quella d’entrata, di tipo tradizionale, delle “tende” fatte con sezioni
di giunchi e di bambù infilati lungo un gran numero di cordicelle.
Sul
soffitto il medesimo tipo di ventilatore visto nella hall.
Riki
apre le valigie ad una ad una, e comincia ad esaminare
ed a riporre nei mobili le sue cose secondo l’ordine dovuto, mentre con la coda
dell’occhio ancora sta leggendo la lettera di Heater. Per ultimo osserva la
foto di Heater a Coney Island,
una stampa formato 20x30 di lei che sorride all’obiettivo, seduta sul
cavalluccio di una giostra vecchio stile.
Riki
inserisce la foto nella cornice a giorno e si appresta ad appenderla alla
parete. Con una mossa falsa cade dallo sgabello dove era
montato (per piantare il chiodo nella parte alta della parete).
Nella
caduta trascina con sé l’abat-jour che illuminava la camera da letto, e si
ritrova per terra, nel buio più assoluto. L’unico fascio di luce filtra dal
buco del chiodo - anch’esso caduto per terra.
La
sottile parete separatoria permette infatti di vedere
la stanza attigua mediante questo piccolo foro.
Riki,
incuriosito, non tanto dalla luce quanto da un vociferare sommesso, avvicina
l’occhio al foro senza riaccendere la luce, ed intravede alcune persone che con
accento newyorchese borbottano frasi incomprensibili. La persona alloggiata
nell’albergo è un uomo di mezza età, di aspetto
giovanile. Questi infine congeda con una stretta di mano le altre persone e
rimane solo nella stanza. Poi si avvicina ad un computer che si trova su un
tavolo, e comincia a scrivere (con la tastiera).
Riki
rimane immobile, con lo sguardo fisso a questo evento
nuovo. Ad un punto squilla il telefono del vicino. Lui risponde e dice qualcosa
su “Ornella”, su sé stesso, e su “Alessandra”. Quindi
chiude la comunicazione.
Seconda.Parte
“Rheingold ? Non l’ho mai sentito nominare ... Capisco
cosa vuoi dire : una comunità virtuale è come un bar dove la gente si
parla tramite il computer anziché di persona ... Posso immaginare il vantaggio,
io e te potremmo farlo con Internet senza i costi di
una telefonata internazionale, e nello stesso momento si potrebbe comunicare
contemporaneamente anche con altre persone. Una specie di teleconferenza.
Si si ... credo
che stia facendo proprio questo ... non lo so Heater. Non vedo molto
chiaramente, però sono sicuro che è proprio quel sistema di messaggeria ... Si, una serie di nomi di persone, e dei messaggi in sequenza
...
Lui
è americano, l’ho sentito parlare. E
si trattiene davanti al computer per ore ...
Niente
di strano ... no, solo la cosa mi aveva incuriosito
... Heater, sai quando qualcosa non ti quadra ? ... siccome
non è proprio la mia materia, volevo essere sicuro della coerenza delle mie
impressioni ...
...
perché una persona dovrebbe dire di essere
qualcun’altra ?
Un
gioco ? ... si ... sissi,
pare proprio un gioco, un gioco di bambini ...
Lo
so ! ... lo so anch’io che vuoi dire ... certo ! La vita è tutta
una commedia ! Eh eh !
...
i muds ? no, no so di
cosa si tratta ...
Vuoi
dire che c’è gente che si collega ad Internet con altre persone per
giocare ? Un gioco di società telematico ...
...
no, Heater, sei un tesoro, ...ma come fai a sapere
tutte queste cose ... si ? Capisco ...
No,
neanch’io l’ho mai fatto ... proverò a leggere
qualcosa, se dici che è un libro interessante ... però mi piacerebbe
provare, vorrei chiedere qui in città ...
Mi
sembra che dovrebbero avere anche loro questo tipo di cose ... grazie, Heater
... si, qui va tutto bene, sto ambientandomi ... ho
fatto qualche amicizia ... si ... è Jimmy, il
portiere di notte ... eh eh ... si, le donne sono uno
schianto qui, Heater ...
Terza.Parte
È
sera. Riki s’incammina per le strade della capitale, piene di gente che
passeggia.
I
negozi sono ancora tutti aperti, e le insegne luminose creano lo stesso “mood”
di una città balneare del mediterraneo.
Sui
lati della “promenade” si trovano tanti banchetti che vendono hamburger, pesce
fritto e altre leccornie.
Riki
si ferma ad acquistare una ciambella dolce, e comincia a mordicchiarla, ancora
calda e fumante.
Lo
sguardo cade su un’insegna luminosa: è una sala giochi molto grande ed
affollata.
La scritta dice “Inside Santo Domingo”,
“Electronic Games”, “Get In, Turn On, Win All !”,
“Now Full Internet Access”, “Live Chat - All Over the World”, “Fun !
Games ! Excitement ! Sex !
Outrageous Encounters !”, “Try It ! Buy It ! Win It !”.
Riki
entra nel locale e si avvicina ad un computer. Le
scritte sono esplicite: “Full Internet Access”, “Try It !
Buy It ! Win It !”
“Only 10 Bucks a Hour”, “Live Chat”, “Sex !”,
“Babes !”, “Try It ! Discount ! 10-hours Packet ! Just Ask : Try It !”.
Riki
206.83.173.114
Il
mio nome è Richard, ma mi chiamano tutti Riki. Tu
puoi chiamarmi Riki se vuoi
Nellie
206.83.173.93
Quanti
anni hai - RIKI ?
Riki
206.83.173.114
Un
sacco, ho passato i quaranta da un pochino.
Nellie
206.83.173.93
RIKI
- Sei elusivo, non lo sei ?
Riki
206.83.173.114
No
che non lo sono, è la prima volta che provo questa cosa. È divertente ?
Nellie
206.83.173.93
Piacere
allora ! ! ! Io sono Ornella e ho 13 anni. Sono un’esperta delle
chat internet e tutti mi conoscono, così sei stato fortunato RIKI perché hai
incontrato la persona giusta.
Nellie
206.83.173.93
Che
lavoro fai RIKI ?
Riki
206.83.173.114
Sono un investigatore privato, almeno lo ero.
Sto cercando di smettere.
Nellie
206.83.173.93
MMMMMh, è vero che ne uccide più
la curiosità che il fumo ! Ma non mi pigli in
giro, RIKI ?
Riki
206.83.173.114
Non
preoccuparti, Ornella, non sono in quel tipo di fase (della mia vita) ...anzi
vorrei davvero cambiare lavoro !
Nellie
206.83.173.93
Fuga
dalla GRANDE MELA ? ? ? ... RIKI
Riki
206.83.173.114
Più
o meno ...
Nellie
206.83.173.93
RIKI
- Lontano dallo stress - e cibo sano
Riki
206.83.173.114
Si si
Nellie
206.83.173.93
Capisco capisco
RIKI. Ne vengono non pochi a Santo Domingo come te, gli altri vanno in India o
in Tailandia
Riki
206.83.173.114
Come
fai a sapere che sono a Santo Domingo ?
Nellie
206.83.173.93
RIKI
- si vede dall’indirizzo della tua macchina internet, è in serie con la mia e
io SONO a Santo Domingo
Riki
206.83.173.114
Logica
stringente ! Sei una ragazzina sveglia. Di tutti i casi del mondo ...
Nellie
206.83.173.93
No no RIKI, non
è mica un caso ! Ti ho cercato io, ho visto che eri un nome nuovo in
città, questa città virtuale s’intende ......
Riki
206.83.173.114
Come
sei Ornella ?
Nellie
206.83.173.93
Sono
magra, capelli corvini, occhi grandi e neri, pelle caffelatte - con tanto latte
- e ho i buchi nelle orecchie RIKI
Riki
206.83.173.114
I
buchi ?
Nellie
206.83.173.93
RIKI, per gli orecchini NO ? Mamma me li ha fatti
togliere
Riki
206.83.173.114
Come
sei vestita ?
Nellie
206.83.173.93
RIKI
- Oggi ho le NIKE che mi ha regalato mio zio - il fratello di mia mamma - e i pantaloncini da ciclista neri della
CHAMPION. Poi ho una camicetta in pizzo nero e un gilet in
pelle - il pizzo è un po’ trasparente ;> E ho i fiori sui capelli, i
fiori li ho colti stamattina così non sono tutta in nero, ma di mille
colori ! ! !
Riki
206.83.173.114
Sei
carina
Nellie
206.83.173.93
RIKI,
lo so, faccio del mio meglio per essere carina, finché
non mi verrà la cellulite, o le borse sotto gli occhi
Riki
206.83.173.114
Mi
pare presto per dirlo !
Nellie
206.83.173.93
Si
è vero RIKI, ma da un piccolo successo ci si può aspettare un successo più
grande - e quando hai successo ti perdonano la
cellulite e le borse sotto gli occhi
Riki
206.83.173.114
Questo
ti dice la mamma ?
Nellie
206.83.173.93
Si,
RIKI, è questo che mi dice, anche se mi fa togliere gli orecchini - e non
parliamo del trucco
Riki
206.83.173.114
Quale
trucco ? Il rossetto ?
Nellie
206.83.173.93
RIKI
- Il rossetto, très bien, e
le ciglia finte ...
Riki
206.83.173.114
E qual è la tua idea di successo ?
Nellie
206.83.173.93
RIKI
- La MODELLA, e cosa sennò ? :> ...
davvero NO ! ! ! Una buona moglie e una brava mamma - e voglio
essere rispettata come donna - nella vita voglio RISPETTO
Riki
206.83.173.114
Anche questo te lo dice la
mamma ?
Nellie
206.83.173.93
QUESTO
LO DICO IO, RIKI
Riki
206.83.173.114
Come
faccio a sapere se non mi prendi in giro ? Che non sei tu, per dire, tua mamma ?
Nellie
206.83.173.93
Semplice, perché io sono qui
...
Riki
206.83.173.114
Qui ? ? ?
Nellie
206.83.173.93
Qui-qui, dilà
dalla vetrata, quella proprio davanti ai tuoi occhi, se sollevi un poco lo
sguardo dallo schermo
(Riki
guarda la parete e la vetrata, oltre le quali ci sono alcuni PC, e delle
ragazze che digitano. Si tratta di una zona che è riservata allo staff della
messaggeria e a cui può accedere solo il personale
autorizzato. Il locale è in penombra, così si vedono le persone perché sono
illuminate dalla luce irradiata dallo schermo de PC. Anche
Ornella si trova di fronte ad un computer. È una ragazza molto carina. Agita la
mano per salutare. Riki resta a bocca aperta)
Nellie
206.83.173.93
RIKI
- “Alzai gli occhi, e fu allora che la vidi ...”
Riki
206.83.173.114
Come ?
Che hai detto ?
Nellie
206.83.173.93
Ho
detto che *TU* hai pensato “... fu allora che la vidi” - Momentone,
eh RIKI ?
Riki
206.83.173.114
Mi
hai messo in imbarazzo ...
Nellie
206.83.173.93
RIKI
- Lo so lo so, sono una Vipera :>
Riki
206.83.173.114
Che
ci fai dilà Ornella ?
Nellie
206.83.173.93
RIKI
- Che ci faccio di-qua ? ... lavoro, questo è il mio lavoro, sono
un’animatrice della chat locale. Mi pagano - perché sono brava
Riki
206.83.173.114
Tu
non puoi lavorare alla tua età !
Nellie
206.83.173.93
Certo
che LO posso, siamo a Santo Domingo qui ... sai, la vita non è semplice per la
mia famiglia, e bisogna arrangiarsi RIKI ! ! !
Riki
206.83.173.114
Sei
davvero molto in gamba ...
Nellie
206.83.173.93
RIKI
- Lo sooo - e a scuola
prendo ottimi voti. Da un piccolo successo ......
Riki
206.83.173.114
Mi
fa piacere Ornella, anche se non dovresti lavorare alla tua età ...
Nellie
206.83.173.93
RIKI
- per la mia età sono matura, e posso anche vedere attraverso i tuoi occhiali
neri per sapere che sei un tipo a posto - così se impari a conoscermi capirai
che sarebbe un vero spreco se non facessi quello che
faccio, e detto in confidenza, quello che passa la mia città è spesso ben-di-peggio - invece qui c’è un vetro in mezzo. Ringrazio
il Signore ad ogni sole che sorge e che tramonta
Riki
206.83.173.114
Penso
di capire
Nellie
206.83.173.93
RIKI
- Ora devi andare ?
Riki
206.83.173.114
Si,
ora vado in albergo
Nellie
206.83.173.93
Ma
tornerai per fare amicizia con me, vero RIKI ?
Riki
206.83.173.114
Certo,
pensavo proprio di tornare per fare amicizia con te
Nellie
206.83.173.93
RIKI
- Ti sbagli, non occorre ! ! !
L’abbiamo già fatta !
Riki
206.83.173.114
Sei
speciale, Ornella
Nellie
206.83.173.93
Naah, TU sei speciale
RIKI !
(Riki
si alza dalla “consolle” e osserva ancora una volta oltre il vetro, per dare
un’ultima occhiata ad Ornella. Lei lo fissa
sorridente, e alza la mano destra con due dita a mo’ di vittoria ... Riki si
allontana per i viali di Santo Domingo, mentre una ad una si spengono le
insegne.)
Quarta.Parte
Siamo
nella stanza d’albergo di Riki Andrews, nella totale oscurità. Si ode un
leggero “ciok”, e immediatamente appare un fascio di
luce che filtra dal foro nella parete che Riki ha ostruito con un tappo di
sughero.
Riki
avvicina l’occhio alla parete. Il suo vicino di stanza sta digitando al
computer. Si sente bussare ed entrano alcune persone, un paio di uomini pressoché identici, e più indietro un tipo
imponente di cui si distingue solo la sagoma. In mezzo al triangolo delineato
dai gemelli, leggermente più avanti, e il gigantesco individuo che sta qualche
passo più indietro, si intravede una figura minuta, in
posizione composta, come un soldato a riposo, con le mani dietro la schiena. Il
vicino di stanza di Riki allunga una mano per toccare il corpicino,
che arretra come per scappare,
Questi
allora si muove in maniera concitata, e si ode uno schiaffo.
Riki
cerca di osservare meglio, e vede il corpicino
stramazzare in terra in una nuvola di petali di fiori.
Le
mani sono legate dietro alla schiena. Riki cade dallo sgabello in un fracasso
assordante, e si precipita fuori dalla porta con la
pistola in pugno.
Sfonda
la porta contigua alla sua, e viene atterrato dai due
gemelli, mentre il suo vicino di stanza giaceva già a terra, con il volto bloccato
da uno dei piedi del gigante.
Quest’ultimo grida
“Fermi, lasciatelo !”
Si inginocchia, e bonariamente
dice “Chi non muore si rivede ! ?”
Riki
esclama “Ornella, Ornella ! ! !” - e lei
“Riki ! ! !”
Pianti,
abbracci, grovigli di corpi.
Lo
schermo illuminato del PC dice : “Il computer remoto
potrebbe avere interrotto il collegamento. Riconnettere ?”. Cursore che lampeggia ...
È
il tramonto del giorno successivo. Sulla spiaggia di Santo Domingo, seduti ad
un tavolo di un bar che si affaccia sul proprio mare, si distinguono i profili
di Riki Andrews e di Hugh, il vecchio capo di Riki alla CIA, ora in pensione.
Riki
protende il busto in avanti, come per esprimere sofferenza, mentre Hugh, molto
più rilassato, è comodamente affondato in una poltrona di vimini in stile
africano, e sorseggia un cocktail.
Parlano
di quello che è successo, del traffico di minorenni, dell’incarico di Hugh, in
servizio su questioni di particolare delicatezza :
Riki : Heater
mi ripete che non mi serve scappare, ma io non scappo da nulla,
accidenti ! ! !
Hugh : Noi
siamo ancora sani, Riki, senza enfasi o facili entusiasmi. Non credo di aver
giurato fedeltà alla mia nazione a vuoto, quella volta
... La vita è difficile ma non rendiamola peggiore.
Riki : Sfondi
una porta aperta, Hugey. Come sta Ornella ?
Hugh : La
bimba sta bene, nessuno le avrebbe torto un capello, non in mia presenza. Le
autorità locali sono rigidissime verso la piaga del turismo sessuale, e
butteranno via le chiavi della cella, puoi
scommetterlo. Ma io ho imparato qualcosa dal mio
passato nei servizi segreti, anche ad essere spietato. Sto cominciando a
riconciliarmi col mio sentirmi una macchina da guerra, anche perché il peccato
sta nel cuore, non nel braccio. Questo te lo dico a 74 anni, e sono ancora il
migliore, che sta parlando col migliore di tutti i miei ragazzi.
Non
credere che non ci sia un posto per te a questo mondo, Riki, per te c’è sempre
un posto.
Riki : M-mi sento ... lacerato,
spezzato in due. Non so cosa sia successo, ma provo un dolore intimo, talmente
profondo ... non sono pronto, Hugh, e ora non so più che mi succede
Hugh : Riki,
anch’io mi sento così, per questo te lo dico. Non puoi condividere, e non devi,
dico non devi, tenere tutto dentro. Se non ti fai capire dagli
altri finisce che non capirai più nemmeno te stesso.
Riki : Ho
bisogno di piangere
Riki
posa gli occhiali sul tavolino e guarda il sole che tramonta. In riva al mare
si vedono le sagome di bimbi che si rincorrono. Hugh si alza, si avvicina al
bagnasciuga e, dritto con posa statuaria, guarda a sua volta verso l’oceano.
Fine