All I Want Is You by eMeMeM tratta dal soundcheck per un concerto che si teneva ad Arles nel 1997. Una buona versione acustica, non nel repertorio del ragazzi - che non fanno cover, ehm - qui registrata in presa diretta in un torrido pomeriggio, con un registratore a quattro piste, due solo delle quali, credo, furono usate. Rimixata senza grande sforzo - che credevate? - nel 1999 per un provino che (non) andò in giro, é finalmente digitalizzata nel 2006 con qualche intervento di riduzione del fruscio e di fade-out - comunque eccola in tutta la sua bellezza originale. Chitarra e voce by Bazzani. Jayce fece qualcosa, ma non ricorda bene. (Blanche)
 


 
Pablo by TeGe appartiene ad un vecchio progetto in divenire di Rapisarda, intitolato "People". Dato che in queste brevi note sto a fare un po' la maestrina, ricordo che era una cosa abbastanza complessa, di quelle che tornano nelle poetiche di un artista - sopite, si rifanno vive in varie incarnazioni. Così dapprima fu messa in forma come parte di un progetto ConCept per un'amministrazione pubblica (“people, places, events”), poi riutilizzata con variazioni sul tema – cioè, organizzazione di contenuti - per altre iniziative del nostro gruppo di Bologna. Qui, più correttamente, la sequenza di ritratti - iniziata con "Robert" - fa seguito ad una serie protostorica in computer graphic, con tutti i collaboratori ConCept, ed a quella realizzata da Rapisarda molto tempo addietro, (People One - ovvero People Zero), che fu pubblicata solo nel 2001, sulle tracce di una serie persino antecedente che esiste in versione indoor su carta raffinata. Per quel che riguarda i cognomi - tutte queste "People" sono intitolate col nome proprio -, non aggiungo nulla. L'obiettivo dichiarato era di presentare una rassegna di parenti, conoscenti e vicini di casa - ma se non tenete sufficienti relazioni umane col mondo circostante, non chiedete chi è questo caro vecchio amico. (Blanche)
 


 
Roxanne by eMeMeM. Tecnicamente vi rimando alla prima voce, perchè questo nastro fu registrato nella stessa occasione di "All I Want Is You". Qui il recupero del repertorio dei Police - operazione che, va riconosciuto, tiene conto soprattutto degli rivistiazioni che di sé stesso fece Sting da solista - ebbe, tra le cover da soundcheck della nostra band transnazionale -, anche la stupenda "Message in a Bottle", e qualcos'altro - tutte pesantemente rimaneggiate a livello di scrittura. Se è strano che si rielabori un pezzo non destinato a pubbliche orecchie (ma chi può dirlo: dopotutto questi pezzi ora sono qui), oggi mi piace soprattutto notare che l'elisione del ritornello (che Alberto detesta) è tutta intenzionale farina del loro sacco. (Blanche)
 


 
Mediterraneo by eMeMeM, è finalmente una demo tape tratta dalle session per “eXiles” - dunque un pezzo originale del gruppo, in una versione intermedia tra le demo e il brano finito. Siccome anche in questo brano non c'é Blanche, mi sento di rassicurarla: sto rimixando un suo assolo, forse di qualche tempo antecedente la messa in atto del progetto francese (eXiles appunto), ma sono certo che le registrazioni del gruppo rivestano tutte lo stesso interesse, indipendentemente dal contesto in cui furono realizzate. Alcune note storiche e tecniche su questo pezzo: le registrazioni di “eXiles” si sono tenute a Venezia in uno studio “da salotto”, come mi piace chiamarlo. Era già il 1999/2000, il che significa che la dead-line, che avrebbero voluto il prodotto completo entro il 1998, fu stravolta. Si aggiunga che fu prodotta una quantità sterminata di materiale: le lunghe ore in studio assommarono spesso [ai brani originali] ulteriori cover e lunghe improvvisazioni blues o “alternative”. Tutto fu registrato in analogico su quattro piste, equivalenti agli strumenti del trio più la voce - anche se in questa occasione (e in generale come prassi), una sovraincisione da parte dello stesso musicista esclude alternativamente uno degli altri strumenti, o la parte vocale, come qui: è un brano strumentale. La suite "Mediterraneo" - chitarra, percussioni e mandolino - rappresenta la direzione della musica del nostro gruppo ... così, per tenere ben presente il filo del discorso, se ne fece qualche missaggio analogico in stereofonia, per delle istant-cassette (che i musicisti portano a casa a fine giornata, in genere per giudicare serenamente il proprio lavoro a distanza dall'atmosfera pressurizzata delle session). Da una di quelle cassette proviene il frammento (fu rimixato come frammento in tutte le sue variazioni), ed è digitalizzato senza alcun ulteriore intervento. (Alberto)
 


 
Nel santo nome del Signore by Rapisarda, sceneggiatura di un fumetto con protagonista Riki Andrews, è il più puro esempio di quello che è stato il progetto “eXiles”, qui in particolare nella sua diramazione “Street Comics”. Mi riprometto di parlare più avanti, o altrove, di quest’iniziativa, di cui dovreste ancora trovare una pubblica dichiarazione di intenti (in forma di comunicato stampa / invito agli autori), grazie a Google. Io ricordo invece un sacco di particolari sui fumetti che vennero presentati, anche perchè in uno o due casi prestai la mia opera. Questa storia fu esperienza a parte - perché non si riferisce ad un fatto accaduto realmente, ma ha la sua genesi nell'indignazione morale per lo sfruttamento sessuale di tanti bambini dell'America latina - prendendo spunto da un servizio giornalistico trasmesso da Rai Tre -, ed infatti era intesa come albo speciale fuori serie, i cui proventi andavano a beneficio dell'UNICEF. (Tania)
 


 
Let It Loose by TeGe. Mi sarebbe piaciuto includere la musica qui, ma alla fine abbiamo deciso per il solo testo (per delle scelte estetiche su cui non mi dilungo), testo che trasmette solo in piccolissima parte la bellezza di questa track musicale del 1972 ad opera dei Glimmer Twins (ehm...). All'epoca delle prime cose per eXiles (1997), compreso un libricino che è una specie di ponte tra l'era dei lavori bolognesi, e tutto ciò che fu fatto poi in Francia ed a Venezia, io ad Arles ero sistemata presso un ostello di suore - dunque solo femminile -, così Bazzani dovette procurarsi una stanza a pochi passi dalla stazione dei treni. La sera del primo giorno (dei molti e molti che seguirono), eravamo concentrati sugli appunti del programma di lavoro. Un walkman da quattro soldi diffondeva la musica di "Exile on Main Street", e noi, quando arrivò questo brano - come quel personaggio di Sartre alla fine de "La Nausea" -, provammo una specie di epifania. L'indomani, nell'andare avanti ed indietro dalla piazza dove Bazzani dormiva, apprendemmo che in quel medesimo edificio, durante i "suoi" tempi arlesiani, era lì alloggiato Vincent Van Gogh. (Tania)
 


 
Jonas ou l'artiste au travail by TeGe. Parabola praticamente perfetta della figura dell'artista. Il suo autore originale (TeGe spesso "campiona", urgh) forse parlò di sé stesso, più probabilmente intese affrontare con estrema lucidità la questione dell'ispirazione, di come arriva, di quanto la si mantiene oppure s'annebbia, infine la si perde, bistrattata da mille disturbi esterni. Un paio di brani, da questo lungo racconto, li incollai come citazione iniziale nei due capitoli del libricino "di raccordo", detto nella presentazione di "Let It Loose". La prima citazione, frecciatina velenosa al mio amato ambiente bolognese, fu recupero del discorso sugli artisti che parlano male dei colleghi, che indagano, cercano prove, condannano... solo per credere ancora nel proprio lavoro - nel quale hanno perso fiducia magari da anni. Il secondo brano, più onesto ed umile (anche noi cercammo prove d'accusa, no?), si collegava alle lunghe ore passate ai tavolini delle Brasserie, a tradurre in bella grafia tutti i nostri pensieri sullo stato del mondo. Qui Jonas è compiaciuto del fatto che il cameriere che gli porta il caffè gli domandi se "pittore" è quello che imbianca le pareti, o quello che dipinge quadri. Alla fine, sia Jonas, sia io che Alberto, fummo tutti contentissimi perché i camerieri non curiosarono mai (con la suddetta ed educata eccezione che conferma la regola) nei nostri turbamenti estetici. Difficile dire cosa successe a Jonas, "dopo" l'ultimo fatto raccontato qui... certo è che noi "eSuli", concordata l'esigenza di completare gli studi scolastici, e trovare il famoso "posto" che ai genitori piace tanto, con le questioni artistiche continuammo a lungo. (Tania)
 


 
Il Poema di un Poeta Cieco by TeGe, è il capitolo conclusivo del libro "Esuli", ed è stato scritto con certa abilità d'equilibrismo letterario da Tania e dal sottoscritto, anche se quasi tutte le suggestioni (e naturalmente i fatti - se riuscite a distinguerli) sono farina nel sacco della mia scrittrice preferita. Il racconto breve, secondo me, è stato sempre incompreso, perché quasi nessuno ha provato a leggerlo come si dovesse ascoltare un brano di Modest Petrovic Mussorsky. Si tratta di un melange tra tre differenti ritorni, ed una quarta partenza/ritorno. Geograficamente è impossibile, lo riconosco, ricostruire in quale città ci si trova in un particolare momento del racconto, tanto che avevo proposto di mettere delle note a pie' di pagina, come si fa - ehm - per Dante... in modo da guidare il lettore almeno nella ricostruzione cronologica (o quella geografica di cui dicevo), che in realtà è ben delineata, e schiuderebbe i segreti di questa letteratura astratta. Ad una prima casa editrice non piacque molto, ed anche un concorso letterario, a cui si voleva partecipare, rifiutò di accettarlo perché non sufficentemente breve (!). Eccolo qui in tutta la sua originale bellezza - quando lo leggerete su volume probabilmente alcuni periodi saranno accorciati e limati, dunque godetevelo nell'interezza di una delle prime stesure. (Alberto)
 



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