La "Grande Beffa" Del Purgatario!

 

E' L'INVENZIONE PIU' TRAGICA, E ALLO STESSO TEMPO PIU' REDDITIZIA (PER L'INVENTORE), CHE LA STORIA DELL'ESSERE UMANO CI POSSA RACCONTARE! A PARTE CIO' CHE LA "SACRA BIBBIA" CI DICE AL RIGUARDO, (CIOE', NULLA!!!), E DI CIO' CHE I TANTI TEOLOGI PROTESTANTI, A COMINCIARE DA MARTIN LUTERO, POSSANO DIRCI, SENTIAMO INVECE CIO' CHE IL "CATTOLICO" JACQUES LE GOFF, NOTO MEDIEVALISTA FRANCESE ABBIA DA DIRCI AL RIGUARDO.

LA CHIESA INVENTO' I TEMPI SUPPLEMENTARI

Jacques Le Goff, noto medievalista francese, ha appena (1982) pubblicato in Francia (presso Gallimard) un libro "La Naissance Du Purgatoire" (La Nascita Del Purgatorio) destinato a far parlare di se, e a causare discussioni anche tra coloro che di storia abitualmente non trattano.

Agli albori del XIII secolo la Chiesa operò la conquista piu importante (altri la chiamano scoperta, altri invenzione) che mai fosse avvenuta da molti e molti secoli. Si trattava di impadronirsi di un regno tutto speciale, tremendo e immenso, di un "luogo"che pareva al di là delle influenze di ogni struttura umana, di uno "spazio" che si era sempre pensato proprio di essenze trascendenti l'umanità: la Divinità, il Fato, la Morte. La chiesa si impadroni decisamente dell'aldilà. Una conquista di tale importanza avvenne grazie a una "invenzione" (invenire significa anche trovare) e a una scoperta, quella del Purgatorio. Quella cioè di un "terzo luogo" (secondo l'espressione di Martin Lutero) dove si "ripara", un luogo dove la speranza può ancora vivere tra i patimenti.

Abituati (tutti noi allevati nel cristianesimo cattolico) a considerare il Purgatorio come un "posto" al di là del Tempo, alla pari di Paradiso e Inferno ("innanzi a me non fur cose create") possiamo restare stupiti davanti a questa tesi. Eppure, a sostenerla, non è uno qualsiasi ma nientemeno che Jacques Le Goff, il grande medievalista francese, erede di Marc Bloch, "signore" della Nouvelle Histoire, condirettore di quegli "Annali" che hanno rivoluzionato il modo di fare la ricerca storica.

La tesi di Le Goff (ma è più che una tesi) è semplice: prima del XIII secolo né la parola Purgatorio né la sua rappresentazione esistevano. Fino a quel momento c'erano solo vaghe credenze. Come ha dichiarato al settimanale parigino "L'Express" lo stesso Le Goff, a partire da questa scoperta "poiché" l'Aldilà rinvia sempre al modo in cui è vissuto e pensato l'Aldiqua io ho cercato di comprendere la base di questa invenzione nella grande mutazione dell'Occidente del XII-XIII secolo. Perché per arrivare alla "scoperta" (o invenzione) del Purgatorio ci è voluto del tempo: la Bibbia non ne faceva parola (come ribadiranno, in epoca della Riforma, i Protestanti) e il concetto andò sviluppandosi adagio. Il concetto di un terzo luogo intermedio tra Inferno e Paradiso dove non ci fosse né salvezza né dannazione era un'idea terribilmente estranea all'uomo medievale, abituato, quasi come un antico manicheo o un càtaro, a ragionare su sistemi binari: Dio e Diavolo, bene e male, nobili e plebei, chierici e laici, ricchi e poveri.

Inventare il Purgatorio, sostiene Le Goff, era né più nè meno che spezzare la concezione dualistica del mondo e della società. E in effetti, aggiungiamo, non a caso contemporaneamente al Purgatorio, terzo luogo teologico, nasce un terzo luogo sociale, quello del mercante, seme della borghesia. Il mercante è spesso ricco ma non nobile, lavora ma non è plebeo, è colto ma non è chierico, è, insomma, un germe di confusione (rinnovamento) sociale, destinato, con le sue radici, a sgretolare pian piano la struttura preesistente, come in effetti la borghesia mercantile e cittadina fece.

Con il Purgatorio, immaginazione potente che godè di un pubblicitario di eccezione, Dante Alighieri, la Chiesa, dicevamo, conquista l'Aldilà e, attraverso di esso, l'Aldiqua. La morte, dice Le Goff, finisce di essere il momento cruciale in cui tutto è giocato, momento di frontiera tra vita e eternità. "Si può parlare - afferma - di una vera e propria dilatazione delle occasioni di salvezza".

Da quel momento tra vivi e morti inizia una attiva solidarietà, uno scambio. Di qua le messe per aiutare l'anima del penitente a liberarsi più in fretta dal Purgatorio, di là il rapporto individuale con l'Oltretomba. E in questa situazione è la Chiesa, osserva Le Goff, che gestisce la "politica" del Purgatorio, che conquista il territorio della Morte. Cosi la giurisdizione ecclesiastica si estende all'Aldilà che era di Dio. La folla di anime in attesa del Purgatorio si trova legata al mondo dei vivi. E i fedeli vengono gradualmente abituati (quasi legati) a un nuovo repertorio di gesti, preghiere, elemosine.

"Le indulgenze - dice Le Goff - queste chiavi del Paradiso, ne sono l'esempio celebre e remunerativo". La Chiesa che conquista l'Aldilà stabilisce in terra un potere spirituale, ma anche economico, vastissimo. L'operazione, sostiene il libro, è teologica, ma l'operazione teologica non fa che sanzionare una idea che gia si era profondamente radicata nell'inconscio collettivo, nella immaginazione popolare. In un'epoca come il Medioevo, in cui gli spiriti viaggiavano in "strani universi" e tornavano a preoccupare i viventi, la Chiesa seppe far buon viso a cattivo gioco: appropriandosi del Purgatorio seppe incanalare una offensiva che non poteva contenere. "Se si vuole - dice lo storico - e il grande rinserramento dei morti. Per fare questo, per portare Immaginazione e Potere a coincidere, la Chiesa ebbe bisogno di rendere "visibile" il Purgatorio, di descriverlo, di dargli una immagine reale. E il trionfo visuale del Purgatorio avviene grazie all'Opera di un grandissimo propagandista, Dante Alighieri e la sua seconda Cantica. In fondo, prima di Le Goff che porta dimostrazioni e prove, due poeti avevano percepito lo sforzo geniale dantesco: sia Chateaubriand ("le purgatoire surpasse en poesie le ciel et l'enfer"), che Ezra Pound avevano per il Purgatorio una predilezione assoluta.

Con tutto questo (forse proprio per questo carattere, misterioso sognante e nuovo) l'idea del Purgatorio non si affermò poi tanto facilmente. Gli uomini dell'epoca e le loro consuetudini mentali cozzarono con l'idea nuova. La stessa teologia fu, seppure mal avversa, abbastanza cauta: il Purgatorio diviene dogma solo nel XVI secolo.

CI RENDIAMO CONTO DELLA TRAGEDIA?

 

 

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