La messa

 

 

« Il sacramento del corpo e del sangue di Cristo è veramente una cosa divina; ma il pane e il vino conservano la loro sostanza nella natura del pane e del vi no, e la celebrazione del santo mistero non è certo che una immagine o una similitudine del sacrificio del corpo e del sangue di Gesù ».

Papa Gelasio I .

1. Che cos’e la messa?

E’ il rito principale del culto romano, durante il quale i sacerdoti affermano che per virtù delle parole sacramentali da loro pronunziate, l’ostia viene trasformata materialmente nel corpo, e il vino nel sangue di Cristo.

« I parroci dovranno ora spiegare che nell’eucaristia si contiene non soltanto il vero corpo di Cristo, e tutto quanto appartiene a un vero corpo, come le ossa e i nervi, ma Gesù Cristo tutto intero.

« II Cristo non si rende presente in questo sacramento che per la conversione di tutta la sostanza del pane nel corpo di Cristo e di tutta la sostanza del vino nel sangue di Cristo ».

Questo miracolo (che è privo della caratteristica essenziale di qualsiasi miracolo, e cioè di « essere veduto ») è chiamato « transustanziazione », parola ignorata prima del dodicesimo secolo.

In conseguenza, il sacerdote (il quale non ha più nelle mani un’ostia e del vino, ma il vero corpo fisico di Cristo), afferma di rinnovare, senza spargimento di sangue, il sacrificio di Cristo e lo offre a Dio.

2. Quando è sorta la dottrina della messa, come oggi è insegnata?

La data di nascita della dottrina della transustanziazione risale al IV Concilio del Laterano nel 1215. Prima di allora si era liberi di crederci o di respingerla.

3. Quali prove sono offerte in appoggio a questa dottrina?

A sostegno di questa dottrina, in numerose pubblicazioni debitamente autorizzate con imprimatur, il clero cita una infinità di miracoli, nei quali la credulità popolare trova il suo nutrimento spirituale. Numerosi sono i casi di ostie da cui sprizza il sangue, quelli di ostie che si moltiplicano miracolosamente per sopperire ad una imprevista affluenza di comunicanti, ostie che si trasformano in carne umana. Ecco due esempi fra mille:

Folle di pellegrini ogni anno, dal 24 al 31 ottobre si riversano sul colle, ove sorge la cittadina di Lanciano in provincia di Chieti. Per un’intera settimana si susseguono le funzioni in chiesa e tutti vogliono vedere le specie eucaristiche, che sono un miracolo permanente. Il fatto rimonta a dodici secoli fa, ma per la sua importanza storica merita di essere considerato nei particolari e negli effetti.

Un sacerdote dell’Ordine di San BasiIio, da tempo era soggetto ad una forte tentazione. II demonio gli suggeriva che Gesù non era presente nell’eucaristia... Una mattina si reca alla chiesa di San Legonziano, distante circa tre chilometri da Lanciano. Cominciò la celebrazione della messa e giunse alla consacrazione. Appena ebbe finito di pronunciare le parole dette da Gesù sul pane e sul vino, all’improvviso l’ostia consacrata si muta in carne umana, viva e sanguinante. La sua impressione non si può descrivere. Aumentò lo sgomento quando vide che nel calice c’era vivo sangue...

Questa stessa ostia oggi è contenuta tra due cristalli e vi si vedono ancora le fibre della carne umana, che sembra ancora viva, benchè siano trascorsi 1200 anni.

Però, a dire degli stessi storici cattolici, ci furono anche altri sacerdoti che non erano molto convinti di questi portenti.

Nel 1264 un prete boemo, assai scettico, mentre celebrava la messa a Bolsena, vicino a Orvieto, vide delle gocce di sangue cadere dall’ostia. Per celebrare questo miracolo, il papa Giacomo Pantaleone (Urbano IV: 1261-1264) istituì la festa del Corpus Domini e l’attuale pontefice, per celebrare il VII centenario di questo miracolo, si è recato in elicottero a Orvieto, confermando così l’autenticità della leggenda.

4. Quali parole della Sacra Scrittura sono adoperate in sostegno della transustanziazione?

Quelle stesse di Gesù: « Questo è il mio corpo... questo è il mio sangue » (Matteo 26:26). « In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figliuol dell’uomo, e non bevete il suo sangue, non avete la vita in voi » (Giovanni 6:53).

5. Qual’ è il chiaro significato di queste parole?

Gesù stesso le ha immediatamente spiegate, dicendo: « Fate questo in memoria di me ». Se avesse voluto indicare il miracolo della transustanziazione, avrebbe detto: « Fate questo in sacrificio di me ». Perciò queste parole sono una delle tante immagini che Gesù adoperava, come: « lo sono la vera vite, io sono la porta ». Non è che Gesù intendesse trasformarsi materialmente in una porta o in una vite o nel pane o nel vino. I Giudei, al contrario, avevano interpretato materialmente le parole di Gesù, e dicevano: « Come mai può costui darci a mangiare la sua carne? » (Giovanni 6:52). Perciò Gesù cerca di illuminarli: « E lo spirito quel che vivifica; la carne non giova nulla; le parole che vi ho dette, sono spirito e vita » (Giovanni 6:63).

6. Perché è da respingersi l’affermazione che nella messa viene rinnovato il sacrificio di Cristo?

Perché, come dice la Bibbia, « noi siamo stati santificati, mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre » (Ebrei 10:10). E perché è un sofisma sostenere che l’unico sacrificio compiuto da Gesù Cristo, e che ha consistito nella sua morte sulla croce, possa rinnovarsi in maniera incruenta, senza morte, nel pane e nel vino transustanziati .

7. La Chiesa dei primi secoli credeva nella messa?

II consenso dei Padri della Chiesa è nettamente contrario alla dottrina della transustanziazione. Ecco alcune testimonianze: S. Agostino (c. anno 400), parafrasando le parole di Gesù scrive: « Comprendete in senso spirituale quello che vi dissi. Non mangerete questo corpo che vedete, e non berrete questo sangue che sarà sparso da quelli che mi crocifiggeranno. Vi ho raccomandato un sacramento che vi darà la vita, se lo intendete spiritualmente e, quantunque sia necessario celebrarlo in modo visibile, bisogna tuttavia intenderlo spiritualmente » . S. Giovanni Crisostomo (344-407): « Prima della consacrazione lo chiamiamo pane, ma poi... perde il nome di pane e diventa degno che lo si chiami il Corpo del Signore, sebbene la natura del pane continui tale in esso » . Teodoreto, vescovo di Ciro (393-458): « I simboli mistici [il pane e il vino] non abbandonano la loro natura dopo la consacrazione, ma conservano la sostanza e la forma in tutto come prima ».

8. I teologi della chiesa romana sono oggi tutti d’accordo su questa dottrina?

No, tanto è vero che il 3 settembre 1965 il papa ha emanato una enciclica da cui veniamo a sapere che in certi ambienti cattolici non si vuole più parlare di « transustanziazione », ma di « transignificazione » o « transfinalizzazione ». L’enciclica non deve avere avuto l’effetto desiderato se, il 24 luglio 1966, il cardinale Ottaviani, in una lettera alle Conferenze episcopali del mondo intero è costretto a lamentare che « ve ne sono di quelli che discutono favorendo un simbolismo esagerato, come se il pane e il vino non fossero cambiati mediante la transustanziazione nel corpo e nel sangue del nostro Signore ». Di rincalzo, poco dopo, il papa ha scritto ai cattolici olandesi auspicando che « si metta fine a certe opinioni inconsiderate ed erronee, le quali, come si sa, in questi ultimi tempi hanno oscurato la purezza della fede e hanno turbato la fermezza e la serenità di molti fedeli cattolici».

II clero olandese si è sentito particolarmente preso di mira, tanto che il 2 febbraio 1968 ha risposto che « un Sillabo di nuove semi-eresie, farebbe più male che bene alla fede ».

Come si vede, proprio la dottrina sulla eucaristia comincia a essere discussa in vasti ambienti della chiesa romana.

9. Perché è stato soppresso il calice al popolo?

II clero insegna che e inutile distribuire il vino, perché tutto il corpo di Cristo, sangue e carne, è già contenuto nell’ostia.

10. Perché non accettiamo che il popolo venga privato della partecipazione al calice?

1) Perché Gesù ha esplicitamente invitato i discepoli a celebrare la sua Cena per mezzo del pane e del vino: « Poi, preso un calice e rese grazie, lo diede loro, dicendo: Bevetene tutti, perché questo e il mio sangue » (Matteo 26:27). « Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me, ed io in lui » (Giovanni 6:56).

2) Perché, per testimonianza unanime degli stessi teologi della chiesa romana, durante almeno dieci secoli, in tutte le chiese cattoliche, la comunione veniva distribuita con il pane e con il vino. Fu nel quindicesimo secolo che il Concilio di Costanza abolì la distribuzione del vino ai fedeli. Più di mille anni dovevano trascorrere prima che la chiesa romana si rendesse finalmente conto che « comprensibili motivi di igiene e di riverenza [a cui ne Gesù nè gli apostoli avevano pensato!] esigessero l’abolizione del calice ai fedeli ».

3) Perché, se il rito fosse competo con il solo pane, i sacerdoti non dovrebbero neppure loro bere il vino. Se l’argomento è buono per il popolo, dovrebbe esserlo anche per il clero. « Chiedo dunque che mi si spieghi - scriveva Lutero - perché ai laici è lecito dare una parte del sacramento, e solo ad essi è permesso darlo non completo. Non ammettono forse, per la loro stessa testimonianza, che ovvero ai laici si concedono le due specie, ovvero ad essi non e dato il vero sacramento? In che modo per i preti una sola specie non costituisce il sacramento e per i laici sì?.

4) Perché infine nella stessa chiesa cattolica, in Oriente, oggi ancora si celebra la messa distribuendo ai fedeli il pane e il vino a differenza delle chiese latine.

11. Dove viene celebrata la messa?

Sopra un altare. L’altare è la tavola su cui i pagani e i Giudei offrivano dei sacrifizi in espiazione dei loro peccati. in tutte le chiese romane vi sono degli altari sui quali, secondo la dottrina cattolica, viene rinnovato il sacrificio di Cristo.

12. Perché nelle chiese evangeliche non vi sono altari?

Perché il sacrificio di Cristo è stato compiuto una volta per sempre e non ha bisogno di essere ripetuto. Così infatti afferma la Scrittura: « Cristo non ha bisogno, come gli altri sommi sacerdoti, d’offrir dei sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, perché questo EGLI HA FATTO UNA VOLTA PER SEMPRE, QUANDO HA OFFERTO SE STESSO » (Ebrei 7:27).

13. In che lingua viene celebrata la messa?

« Più di cento anni fa - scrive fra’ Nazareno Fabbretti - Rosmini auspicava la lingua del popolo nei riti liturgici, e il libro in cui questo era auspicato fu messo all’indice. Quattrocento anni fa Lutero reclamava la stessa cosa, e anche per questo (benché non certo solo per questo) Lutero fu scomunicato. Si è dovuto aspettare il Concilio per capire ed ammettere che Lutero e Rosmini, in questo, avevano ragione. Meglio tardi che mai, d’accordo, ma quattrocento e cento anni sono sempre troppi per trovare delle scuse valide ».

14. Che c’è di vero in quel che si dice che per i protestanti la comunione è null’altro che un simbolo, e che essi non credono alla presenza reale di Cristo?

Nulla. Ecco infatti come si sono espressi i rappresentanti delle chiese protestanti alla Conferenza mondiale di Losanna:

Noi crediamo che il nostro Signore è presente nella Santa Cena. In essa noi comunichiamo con Dio, nostro Padre, e in Gesù Cristo, suo Figlio e nostro Signore glorificato. Egli è il nostro medesimo Pane, dato per la vita del mondo, il quale sostiene la vita di tutti quelli che gli appartengono, cosicché noi siamo in comunione con tutti quelli che sono uniti a Lui. Noi affermiamo concordemente che il Sacramento della santa cena è, nella Chiesa, l’atto di culto più solenne. per mezzo del quale noi commemoriamo e annunziamo la morte espiatrice del Signore. Esso è anche un sacrificio di lode, di azioni di grazie e un solenne atto di consacrazione dell’individuo. Vi sono fra noi delle divergenze di vedute... ma riconosciamo d’altra parte che Ia realtà della presenza divina in questo sacramento non può essere pienamente concepita, né espressa adeguatamente, dall’intelletto umano.

 

 

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