Capitolo 4

La Chiesa, i sacramenti, i 144.000

 

LA CHIESA

La dottrina dei Testimoni di Geova

Leggendo i libri e le pubblicazioni dei Testimoni di Geova emerge in maniera chiara che essi credono di essere i soli veri cristiani e che tutti gli altri che si dicono cristiani sono falsi. Secondo loro tutte le organizzazioni ecclesiastiche, dalla chiesa cattolica romana alle denominazioni protestanti costituiscono la meretrice descritta nell’Apocalisse: la chiesa cattolica viene definita la madre delle meretrici mentre le denominazioni protestanti sorte in seguito alla riforma sono le sue figlie. Loro invece, vale a dire i Testimoni di Geova, sono usciti da Babilonia, ossia dalla falsa religione, e costituiscono l’organizzazione di Dio sulla terra, quella genuina, quella che possiede la verità e che scamperà ad Armaghedon, ossia al giudizio di Dio contro le organizzazioni sataniche, così come sono definite da loro. Quindi, chi non fa parte dei Testimoni di Geova non potrà non incorrere nel giudizio di Dio. Per questa ragione essi vanno in giro di casa in casa; per convincere le persone ad entrare nella loro organizzazione, unica arca di salvezza che sopravviverà ad Armaghedon ! Un’altra cosa che emerge in maniera chiara leggendo le riviste e i libri della Torre di Guardia è la distinzione netta che essi fanno tra i 144.000 ossia gli ‘unti’ e ‘le altre pecore’. Ricordiamo brevemente a tale proposito che secondo questo loro insegnamento la chiesa di Dio, ossia la sposa di Cristo, è formata solo dai 144.000 (di cui gli ultimi membri si trovano tra loro) e solo costoro sono destinati a regnare in cielo con Gesù perché solo loro possono nascere di nuovo, diventare figli di Dio, essere giustificati, ed essere fatti re e sacerdoti. Gli altri, che formano ‘la grande moltitudine’ sono esclusi da questi privilegi e sono destinati a regnare per sempre sulla terra. In altre parole secondo loro queste due classi rimarranno separate per sempre. La seguente loro affermazione rende bene l’idea di quanto ho appena detto: ‘... la Bibbia è esplicita nel preannunciare che il numero finale dei membri della chiesa celeste sarà, secondo il decreto di Dio, di 144.000. (...) ‘La chiesa’, quindi, è limitata a questo numero scelto, (...). Tutte le altre creature che otterranno la vita dalle mani di Dio mediante la disposizione del Regno, non faranno parte della ‘chiesa’, ma vivranno su questa terra sotto il governo di Cristo Gesù e della sua chiesa nei cieli’ (Sia Dio riconosciuto verace, pag. 113). E come si fa a riconoscere la chiesa sulla terra? ‘Alla vera chiesa è affidata la responsabilità di procurare che tale predicazione sia compiuta nella stessa maniera seguita da Gesù; e soltanto la vera chiesa sta attualmente adempiendo quest’opera. E’ pertanto chiaramente identificabile quale sia la vera chiesa e chi siano coloro che le sono associati sulla terra’ (ibid., pag. 116).

Confutazione

I Testimoni di Geova non sono dei Cristiani, ma delle persone che giacciono ancora nelle tenebre

Sono i Testimoni di Geova a giusta ragione degni di essere chiamati i soli veri cristiani sulla faccia della terra? Affatto; perché i fatti dimostrano chiaramente che i Testimoni di Geova sono anch’essi come tanti altri nel pantano fangoso, nella fossa di perdizione in cui noi tutti eravamo prima di conoscere Dio. E perciò sono ancora senza Cristo nel mondo. Basta considerare le loro dottrine (anche solo quelle sin qui viste) per rendersi conto chiaramente di questo. E’ vero che essi mostrano grande zelo per quanto riguarda la divulgazione del loro messaggio, è vero che fanno sfoggio di diversi passi della Bibbia per sostenere questo loro messaggio, ma questo non significa proprio nulla. Si può essere convinti di essere nella verità e nella giusta organizzazione terrena e di divulgare il retto messaggio ed essere nello stesso tempo schiavi del peccato, sulla via della perdizione. E di tali esempi, cioè di uomini e donne che hanno dato retta alle più strane dottrine e nonostante ciò credono di essere nella verità, e facenti parte dell’unico gruppo di salvati esistente sulla terra, ma nella realtà sono sotto la potestà delle tenebre perché non conoscono il Signore Gesù, ce ne sono molti sulla terra. Ma vediamo ora di dimostrare che i Testimoni di Geova fanno parte della ‘falsa religione’ (così la chiamano loro) mediante le loro stesse parole che troviamo in La verità che conduce alla vita eterna. In questo libro nel capitolo intitolato: ‘Come si identifica la vera religione’ troviamo scritto in che maniera si riconoscono i veri adoratori di Dio, quelli cioè di cui parlò Gesù alla donna samaritana quando le disse: "Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in ispirito e verità; poiché tali sono gli adoratori che il Padre richiede" (Giov. 4:23). Dopo avere detto: ‘Ciò che realmente determina se siamo veri adoratori di Dio non è la nostra semplice asserzione né le nostre opere apparentemente lodevoli, ma il nostro fare in effetti la volontà del Padre celeste..’ (La verità che conduce alla vita eterna, New York 1968, pag. 123); gli scrittori cominciano a enumerare i frutti da cui si riconoscono i veri adoratori di Dio.

Il primo è l’amore infatti leggiamo: ‘La Bibbia ci dice che ‘Dio è amore’’. In armonia con ciò, Gesù mostrò che il più rimarchevole segno di quelli che seguono il suo esempio nell’adorare Dio sarebbe stato quello di avere amore fra loro. Egli disse: ‘Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore fra voi’ (ibid., pag. 123). Ben detto; ma dov’è nei Testimoni di Geova questo amore di Dio in verso noi figliuoli di Dio? Non esiste. Se essi dicono di essere persone che hanno creduto in Dio, di seguire le orme di Gesù, di amare Dio, come mai non amano coloro che sono stati generati da Dio? Come mai non amano i fratelli e le sorelle di Gesù? Non ha forse detto Giovanni: "Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chiunque ama Colui che ha generato, ama anche chi è stato da lui generato" (1 Giov. 5:1)? Ecco la prova che dimostra che essi sono ancora nelle tenebre più fitte; il fatto che essi non ci amano a noi che siamo stati generati da Dio e adottati quali suoi figliuoli. "Chi non ama non ha conosciuto Iddio; perché Dio è amore" (1 Giov. 4:8) dice Giovanni. Per questa ragione possiamo affermare con tutta tranquillità che i Testimoni di Geova non hanno conosciuto Dio e perciò non sono tra i veri adoratori che adorano il Padre in ispirito e verità. Se consideriamo bene le parole e gli atteggiamenti dei Testimoni di Geova verso noi figliuoli di Dio (tenete presente che essi sono chiamati a nutrire un odio puro verso di noi) ci possiamo accorgere che assomigliano ai Giudei che odiavano Gesù e lo volevano uccidere. Perché? Perché essi da un lato affermavano di avere come Padre Iddio, e dall’altro rifiutavano di ascoltare le parole di Gesù e volevano ucciderlo. Ma che gli disse Gesù? Egli disse loro: "Se Dio fosse vostro Padre, amereste me, perché io son proceduto e vengo da Dio... Voi siete progenie del diavolo, ch’è vostro padre, e volete fare i desiderî del padre vostro. Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate; perché non siete da Dio" (Giov. 8:42,44,47). Anche noi possiamo dire delle cose simili ai Testimoni di Geova che si vantano di conoscere Dio, di avere Dio come Padre ma non ci amano e rifiutano di ascoltare la verità che gli proclamiamo. Se Dio è Padre vostro, come mai non amate noi che siamo suoi figliuoli? Perché il padre vostro è il diavolo. Sì, il seduttore di tutto il mondo perché egli si usa anche di voi per sedurre le persone. Se siete da Dio come mai non ascoltate la parola di verità che vi annunziamo? Perché voi non siete da Dio ma dal diavolo che è nemico della verità. Ma forse qualcuno dirà: ‘Essi tra di loro si amano!’. No, non è affatto così, il loro è solo un apparente amore, qualcosa che ha nome di amore ma non è l’amore di Dio di cui parla la Scrittura. Chi li ha frequentati lo sa molto bene questo; ma d’altronde che cosa ci si può aspettare da persone che ancora sono schiave di Satana e perciò sotto la potestà delle tenebre? Che si amino come Cristo ci ha amati? Ma se non hanno conosciuto Colui che è amore come si ameranno?

Ma passiamo agli altri segni da cui si riconoscono i veri adoratori di Dio. ‘Un’altro segno della vera religione e di quelli che la praticano è il rispetto per la Parola di Dio. Quando fu sulla terra il Figlio di Dio ne diede il modello, mostrando il più alto rispetto per le ispirate Scritture. Egli le citò come autorità finale nelle questioni. Di continuo indirizzò gli uditori alla Parola di Dio, incoraggiandoli a leggerla e ad applicarla...’ (ibid., pag. 125). Ben detto; ma dov’è questo rispetto per le Scritture nei Testimoni di Geova? Noi non lo intravediamo. Cominciamo col dire che i loro dirigenti hanno contorto le Scritture facendogli dire quello che esse non dicono; questo basterebbe a dimostrare che se ci sono persone sulla terra che non rispettano la Parola di Dio sono proprio i dirigenti di questa organizzazione (che sono chiamati ‘lo schiavo fedele e discreto’ e che fanno parte dei 144.000) che senza alcun timore di Dio hanno manipolato le sacre Scritture profanandole (le loro manipolazioni le vedremo più avanti). Ma dov’è questo alto rispetto per la Parola di Dio nei Testimoni di Geova che negano gli insegnamenti scritturali sulla Trinità, sulla divinità di Cristo, sulla personalità e divinità dello Spirito Santo, sulla giustificazione, sulla nuova nascita, sull’immortalità dell’anima, sull’inferno, sulla Geenna e sul tormento eterno per citarne solo alcuni? Ma dov’è questo rispetto per la Parola di Dio in loro che interpretano in maniera fantasiosa e arbitraria molti e molti passi della Scrittura che non hanno per nulla quel significato ma un’altro? E poi, quando mai i Testimoni di Geova indirizzano le anime a leggere la Parola di Dio e la citano come autorità finale? Ma non è forse vero il contrario? Non è forse vero che l’autorità finale che essi citano è la Torre di Guardia e che ribellarsi ad essa, anche quando dice le cose più assurde, significa ribellarsi a Dio che parla per mezzo di essa, secondo loro? Ma che vanno cianciando i Testimoni di Geova? Esaminino le loro vie e si accorgeranno che le loro stesse parole testimoniano contro di loro in maniera eloquente!

‘Un’ulteriore esigenza della vera religione è che deve santificare il nome di Dio (...) Se volete ottenere la salvezza, anche voi, dovete conoscere e onorare il nome di Dio’ (ibid., pag. 127). Ora, il nome di Dio è Yahweh che significa Colui che è; i Testimoni di Geova però lo hanno reso in italiano Geova. Ma a prescindere per ora questo (su questa cosa torneremo in appresso), noi diciamo: ‘Ma in che maniera santificano i Testimoni di Geova il nome santo di Dio? Chiamandolo Geova anziché Dio? Ma non è questa la maniera in cui si deve santificare il nome di Dio altrimenti Gesù e gli apostoli ce lo avrebbero lasciato detto. Il nome di Dio lo si santifica facendo ciò che è giusto agli occhi di Dio, e parlando in maniera giusta. Domandiamoci allora: Qual è il comportamento dei Testimoni di Geova? Come parlano? Le loro opere e parole testimoniano contro di loro. Prendiamo per esempio quello che essi dicono a riguardo di Gesù Cristo il Figliuolo di Dio: essi dicono che Gesù è una creatura, la prima creatura di Dio, il che è in netto contrasto con la Parola di Dio che definisce Gesù Dio benedetto in eterno. Questo significa disonorare il Figliuolo, cioè togliergli l’onore che ha quale Dio, e non è cosa da nulla. Ma cosa disse Gesù? "Chi non onora il Figliuolo non onora il Padre che l’ha mandato" (Giov. 5:23). Quindi i Testimoni di Geova disconoscendo Cristo come Dio non fanno altro che disonorare il Padre che l’ha mandato. Riflettano bene dunque alle loro vie, perché sono proprio loro che stanno disonorando Dio e non coloro che affermano che Cristo è Dio.

‘I veri adoratori inoltre proclamano il regno di Dio come la vera speranza dell’uomo’ (ibid., pag. 128). Sì, è vero che i veri adoratori proclamano il regno di Dio: Filippo infatti annunziava la buona novella relativa al regno di Dio e Paolo pure annunziava il Regno. E’ dunque biblico annunziare il Regno di Dio; ma non il regno della Torre di Guardia perché quello non è altro che una favola artificiosamente composta per sedurre le persone. Ma quando mai nella Scrittura c’è scritto che il Regno di Dio è formato da 144.000 persone? Ma dove mai si dice che solo questi regneranno in cielo con Gesù mentre gli altri regneranno sulla terra? Ma dove mai c’è scritto che i credenti sono divisi in due classi una delle quali ha la speranza celeste mentre l’altra una terrena. Ma non ha forse detto Paolo: "Siete stati chiamati ad un’unica speranza, quella della vostra vocazione" (Ef. 4:4)? Il Regno di Dio è quello celeste nel quale gli uomini possono entrare solo nascendo di nuovo, cioè ravvedendosi e credendo nel nome del Figliuolo di Dio che è il Sovrano di questo regno. Il Regno di Dio è formato da tutti coloro che credono in Cristo Gesù, nessuno escluso, perché è scritto che Gesù ci ha fatti esser un regno. E perciò questo regno si trova sulla terra.

‘Un’altra esigenza ancora della vera religione è che si mantiene separata dal mondo e dalle sue cose’ (ibid., pag. 129).

E’ vero che la chiesa si deve mantenere pura dal mondo; questo lo dice Giacomo (cfr. Giac. 1:27). Ma noi non vediamo che i Testimoni di Geova si conservano puri dal mondo; anche loro si danno ai piaceri della vita, alle mondane concupiscenze come tanti altri; per esempio essi vanno a ballare, le donne si truccano e si adornano con gioielli d’oro, ritengono di avere il diritto di impedire il concepimento, vanno al cinema, vedono tranquillamente la televisione (tutte cose che fanno perché viene loro insegnato che possono farle), ecc. In che cosa si differenziano dunque? Solo nel fatto che non vogliono fare il servizio militare? O forse perché non vogliono festeggiare i compleanni, la festa del papà, quella della mamma o la festività del natale ? Ben poca cosa, veramente ben poca cosa. Quindi ancora una volta dobbiamo dire che essi stessi con le loro stesse parole si dichiarano - senza rendersene conto - non essere i veri adoratori di Dio.

Ma alla fine del capitolo troviamo scritto: ‘Chi sono dunque quelli che oggi formano il corpo dei veri adoratori? In base all’evidenza, che è nota o disponibile alle persone di ogni parte della terra, non esitiamo a dire che sono i cristiani testimoni di Geova. Per condividere questa convinzione li dovete conoscere bene. Il miglior modo è quello di assistere alle loro adunanze nella Sala del Regno dei Testimoni di Geova’ (La verità che conduce alla vita eterna, pag. 130). No, non è vero; i Testimoni di Geova non sono i veri adoratori di Dio perché non lo conoscono. Essi sono dei lupi rapaci travestiti da pecore. Guardatevi dunque da loro e tenete i vostri piedi lontani dalle loro sale.

Il popolo di Dio non è suddiviso in due classi che hanno una speranza diversa

I Testimoni di Geova con la loro dottrina sui 144.000 e le ‘altre pecore’ fanno apparire il popolo di Dio diviso in due classi, una per il cielo e l’altra per la terra, una con una speranza celeste e l’altra con una speranza terrena. Tutto ciò - e lo vogliamo dichiarare con forza - va contro l’insegnamento della Parola di Dio secondo il quale in mezzo al popolo di Dio non ci sono classi di nessun genere. Ecco alcuni passi che lo confermano: Paolo dice agli Efesini: "V’è un corpo unico... come pure siete stati chiamati ad un’unica speranza, quella della vostra vocazione.." (Ef. 4:4); ed ai Galati: "Siete tutti figliuoli di Dio, per la fede in Cristo Gesù. Poiché voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; poiché voi tutti siete uno in Cristo Gesù. E se siete di Cristo, siete dunque progenie d’Abramo; eredi, secondo la promessa" (Gal. 3:26-29). Ma considerate questo: ‘Pensate voi che l’apostolo Paolo, che non si tirava indietro dall’annunziare tutto il consiglio di Dio, e nessuna delle cose che fossero utili ai credenti, avrebbe omesso di parlare chiaramente, in qualcuna delle sue epistole che abbiamo, di questa suddivisione del popolo di Dio, tra ‘unti’ e ‘altre pecore’, tra credenti che vanno in cielo per sempre e credenti che regneranno per sempre sulla terra, se questa dottrina fosse stata una delle dottrine fondamentali o quanto meno una delle dottrine da dover insegnare? Non crediamo affatto. Riteniamo quindi che il fatto che lui, come anche gli altri scrittori del Nuovo Testamento, abbiano taciuto su questa suddivisione vuol dire che essa non veniva insegnata alla fratellanza ai giorni degli apostoli. E come avrebbero potuto gli apostoli insegnare questa assurdità? Dobbiamo concludere dunque ancora una volta che i Testimoni di Geova hanno veramente pervertito le diritte vie del Signore.

La chiesa di Dio è l’assemblea dei riscattati, degli eletti, dei fedeli, dei chiamati, dei santi; in altre parole di tutti coloro che Cristo ha affrancato dal presente secolo malvagio. Ed essa non si può identificare con un gruppo particolare perché è formata da uomini e donne che fanno parte (umanamente parlando) di organizzazioni religiose che portano nomi diversi. Essa certo si riconosce anche dal fatto che annuncia al mondo l’Evangelo del Regno in ubbidienza all’ordine di Cristo, ma questo Evangelo che essa è chiamata ad annunciare non è affatto quello della Torre di Guardia perché esso consiste nel lieto annuncio che Gesù è morto per le nostre offese e risorto corporalmente (riprendendosi quindi il suo corpo) per la nostra giustificazione. Cosicché chiunque crede nel nome di Cristo riceve la remissione dei peccati e la vita eterna.

 

I SACRAMENTI

La dottrina dei Testimoni di Geova

Il battesimo. A coloro che si convertono alla Torre di Guardia è richiesto che si facciano battezzare per immersione. Il significato del battesimo per loro è questo: ‘L’essere messo sott’acqua simbolizza la morte della volontà personale di un individuo, e l’esserne tirato fuori simbolizza d’esser risuscitato e reso vivente per fare la volontà di Dio’ (Sia Dio riconosciuto verace, pag. 294-295). Questo battesimo viene loro ministrato nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, il che significa che essi devono riconoscere Dio come Essere Supremo, devono riconoscere la parte che il Figlio compie nel proposito di Dio e cosa egli ha fatto per loro, e devono anche riconoscere lo Spirito Santo come forza attiva di Dio che li aiuterà a portare avanti la loro dedicazione. I Testimoni di Geova rigettano il battesimo degli infanti. Questo battesimo in acqua è per tutti i Testimoni di Geova; ma per la ‘classe unta’ oltre ad esso c’è un battesimo che è loro amministrato da Cristo; questo battesimo è chiamato ‘battesimo dello spirito santo’ e talvolta ‘battesimo con lo spirito santo’. Esso indica che la persona è stata battezzata nel corpo di Cristo ed è stata battezzata nella morte di Cristo; è infatti chiamato anche battesimo nella sua morte. Essi dicono: ‘I fedeli apostoli di Gesù Cristo erano stati tutti battezzati in acqua (...). Ma non erano ancora stati battezzati con lo spirito santo quando Gesù fece notare che anch’essi dovevano essere battezzati con un battesimo simbolico come il suo, un battesimo nella morte. Quindi il battesimo nella sua morte è una cosa ben diversa dal battesimo in acqua’ (Perspicacia nello studio delle Scritture, vol. I, pag. 301-302). Questo battesimo non è per ‘le altre pecore’; esse ne sono escluse perché esse non fanno parte del corpo di Cristo secondo i Testimoni di Geova; esse non fanno parte del Regno di Dio essendo che sono solo sudditi sui quali regneranno per sempre Cristo assieme ai 144.000.

La cena del Signore. La cena del Signore è dai Testimoni di Geova chiamata Commemorazione o Pasto serale del Signore. Essa viene celebrata una volta sola all’anno, il 14 del mese di Abib o Nisan; ossia nel giorno in cui ricorre la Pasqua giudaica. Essa è servita con pane non lievitato e vino fermentato e serve a fare ricordare il sacrificio di Cristo. Va detto che essi rigettano sia la dottrina della transustanziazione che quella della consustanziazione. Ma alla Commemorazione non possono partecipare tutti i Testimoni di Geova, ossia gli emblemi non possono essere presi da tutti ma solo dal rimanente dei 144.000 che si trova tra loro che ammonta ad alcune migliaia solamente. E questo perché secondo la Torre di Guardia Gesù ‘parlò di due patti conclusi con i suoi discepoli e correlati fra loro, ‘il nuovo patto’ e ‘un patto per un regno’. Entrambi i patti avevano a che vedere con il fatto che i partecipanti avrebbero avuto l’opportunità di essere sacerdoti e re insieme a Cristo Gesù’ (La Torre di Guardia, 15 febbraio 1985, pag. 18). Gli altri (cioè ‘le altre pecore’), e sono milioni in tutto il mondo, possono solo osservare ma non partecipare. ‘Ora, è in vita solo un rimanente di figli spirituali e sono questi a prendere giustamente gli emblemi. Questo, pertanto, spiega il motivo per cui la stragrande maggioranza dei testimoni di Geova sono osservatori e non partecipanti’ (La Torre di Guardia, 15 febbraio 1985, pag. 17). Come potete di nuovo vedere questa dei 144.000 è una dottrina che ha avuto delle serie ripercussioni anche sulla cena del Signore. Ma come fanno a confermare che Cristo ha istituito la cena solo per i 144.000? Oltre ad affermare che per prendere gli emblemi bisogna essere sicuri di essere dei figli di Dio, e che questi figli di Dio sono solo 144.000 dal giorno della Pentecoste in poi fino a quest’oggi, essi dicono che per comprendere se si è figli di Dio bisogna esaminare se stessi; se lo Spirito di Dio attesta che si è figli di Dio allora si possono prendere. E’ dunque una questione strettamente personale.

Confutazione

Il battesimo in acqua va ministrato a persone che sono già nate di nuovo e nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo, per cui riconoscendo la Trinità; questo non avviene nel caso del battesimo dei Testimoni di Geova per cui esso è nullo

Innanzi tutto diciamo che quantunque il battesimo dei Testimoni di Geova sia per immersione, e sia amministrato nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, esso non è valido perché la persona che si lascia battezzare deve riconoscere per farsi battezzare che Gesù Cristo non è Dio e che lo Spirito Santo non è una persona ma solo una forza impersonale che aiuta i servi di Dio a fare la sua volontà. In altre parole esso non può essere considerato il battesimo in acqua che Gesù comandò ai suoi discepoli di amministrare (cfr. Matt. 28:19) perché sia da parte di chi lo ministra che dalla parte di chi lo riceve c’è il disconoscimento della Trinità, cioè della dottrina che dice che la Divinità è composta da Dio Padre, il suo Figliuolo, e lo Spirito Santo. Si tenga poi presente che in base alla loro dottrina il battesimo in acqua precede sempre la nuova nascita, perché - come abbiamo prima visto - secondo loro chi lo riceve si mette in condizione di nascere di nuovo se questa è la volontà di Dio (e chi nasce di nuovo diventa membro dei 144.000). Il che fa chiaramente capire che chi lo riceve non è ancora nato di nuovo (sia che poi diventerà uno dei 144.000 o che non lo diventerà mai), e perciò egli non ha ancora creduto col cuore in Gesù Cristo (mentre loro dicono che ha creduto) perché la Scrittura dice che "chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio" (1 Giov. 5:1). Mentre noi sappiamo da quello che insegna la Scrittura che il battesimo va ministrato solo a persone che avendo realmente creduto col loro cuore sono (già) nate da Dio, e perciò sono dei figliuoli di Dio per la loro fede in Gesù Cristo . Non ci può essere quindi vero battesimo in acqua prima che uno nasce di nuovo. E perciò non si può accettare questo loro battesimo in acqua ministrato in nome della Divinità da persone e a persone che non conoscono ancora Dio (perché appunto non nate da Dio). Queste sono le ragioni per cui i Testimoni di Geova che si convertono a Cristo devono ricevere il vero battesimo, perché quello che queste persone hanno ricevuto in quell’organizzazione religiosa è un battesimo falso.

Inoltre è falso affermare che dopo avere creduto ed essere stati battezzati è necessario il battesimo con lo Spirito Santo per essere battezzati nella morte di Cristo; perché la Scrittura dice: "O ignorate voi che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Noi siam dunque stati con lui seppelliti mediante il battesimo nella sua morte..." (Rom. 6:3-4); il che significa che quando si viene battezzati nel nome di Cristo di conseguenza si viene seppelliti con Cristo. Ma per loro non è così, perché secondo loro non tutti coloro che credono e vengono battezzati entrano a fare parte del corpo di Cristo; perché l’entrata nel corpo di Cristo è riservata solo ai 144.000. Solo loro dopo il battesimo vengono generati come figli spirituali da Dio aventi il diritto alla vita eterna, e questo appunto mediante questo battesimo dello o con lo Spirito Santo che li fa diventare parte degli ‘unti’ che rimangono sulla terra. Secondo loro infatti il giorno della Pentecoste quando i discepoli furono battezzati con lo Spirito Santo furono generati come figli spirituali e entrarono a fare parte dei 144.000 (cfr. Sia Dio riconosciuto verace, pag. 297-298)  (per questo Abramo, Isacco e Giacobbe e Davide ed altri giusti del passato che sono morti prima della Pentecoste non possono andare in cielo neppure loro perché non fanno parte dei 144.000) Secondo loro fu in quel giorno che i discepoli nacquero di nuovo! Ma questo è falso perché i discepoli che ricevettero il battesimo con lo Spirito Santo il giorno della Pentecoste erano di già dei figli di Dio ancora prima di essere battezzati con lo Spirito Santo. Infatti Gesù li chiamò "fratelli" (Matt. 28:10) dopo essere risorto dai morti; come avrebbe potuto chiamarli fratelli se essi non fossero stati dei figliuoli di Dio? Non è forse Gesù il primogenito fra molti fratelli, cioè il primogenito tra tutti i figliuoli di Dio? E poi ancora, ma non è forse scritto che "chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio" (1 Giov. 5:1), e quindi è un figlio di Dio? Perciò se accettiamo il fatto che i discepoli di Gesù avevano creduto che lui era il Cristo dobbiamo accettare di conseguenza il fatto che essi erano già nati di nuovo prima di essere battezzati con lo Spirito Santo nel giorno della Pentecoste. Ma allora che cosa avvenne ai discepoli il giorno della Pentecoste quando essi furono battezzati con lo Spirito Santo? Avvenne che essi furono rivestiti di potenza dall’alto perché questo il Signore aveva loro detto sarebbe successo quando lo Spirito Santo sarebbe venuto su di loro secondo che è scritto: "Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi, e mi sarete testimoni e in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra" (Atti 1:8). E si tenga inoltre presente che quando essi ricevettero questo battesimo essi si misero a parlare in altre lingue secondo che è scritto: "E tutti furon ripieni dello Spirito Santo, e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro d’esprimersi" (Atti 2:4). Quello del parlare in altre lingue fu quindi il segno esteriore dell’avvenuta ricezione del battesimo con lo Spirito Santo. E questo è tuttora il segno esteriore che attesta che un credente ha ricevuto il battesimo con lo Spirito Santo. Ma non per i Testimoni di Geova perché essi negano che lo Spirito Santo ancora oggi dia di parlare in altre lingue ai credenti che ricevono il battesimo con lo Spirito Santo come fece con i discepoli a Pentecoste perché le lingue sono cessate. Quindi quelli dei loro che dicono di essere parte dei 144.000 perché hanno ‘ricevuto’ il battesimo con lo Spirito Santo non parlano in altre lingue. E quindi? Quindi, questo conferma ulteriormente che costoro non hanno per nulla ricevuto il battesimo con lo Spirito Santo di cui parla la Scrittura.

Alla luce della Scrittura quindi cade anche questa dottrina dei Testimoni di Geova secondo la quale solo coloro che ricevono il battesimo con lo Spirito Santo dopo il battesimo in acqua nascono di nuovo ed entrano a fare parte del corpo di Cristo. Una cosa ancora va detta: la distinzione tra i 144.000 e le altre pecore ha avuto una nefasta conseguenza anche sulla dottrina del battesimo; difatti l’annulla.

La cena del Signore è stata istituita per tutti i credenti senza distinzione

Cominciamo col dire che non è vero che Dio fece due patti, ossia il Nuovo Patto e un ‘patto per un regno’ solo con i dodici discepoli di Cristo perché questi erano parte dei 144.000 (e naturalmente anche con coloro che in avvenire sarebbero entrati a far parte di questo gruppo); mentre coloro che non sarebbero stati dei 144.000, ossia ‘le altre pecore’, non sarebbero entrati né nel Nuovo Patto e né in questo ‘patto per un regno’. E questo lo diciamo perché il patto è uno solo, è chiamato Nuovo Patto nel sangue di Cristo, ed è stato fatto da Dio con tutti i credenti e non solo con una parte di essi. E il mediatore di questo Nuovo Patto è Cristo Gesù perché è lui l’eterno sommo sacerdote, secondo l’ordine di Melchisedec, costituito da Dio a pro degli uomini, che nella pienezza dei tempi, offrì il suo sangue per fare la propiziazione dei nostri peccati. Infatti quando Gesù, nella notte che fu tradito, diede il calice disse ai suoi discepoli: "Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, il quale è sparso per voi" (Luca 22:20). Dunque, se Cristo ha chiamato quell’unico calice il Nuovo Patto nel suo sangue ed il suo sangue è stato sparso anche per tutti noi che ancora non esistevamo a quel tempo (secondo Matteo infatti Gesù disse che il suo sangue era "sparso per molti per la remissione dei peccati" [Matt. 26:28]), da dove spunta fuori adesso che c’è un altro patto, cioè un ‘patto per un regno’, contratto solo con i 144.000? Non è forse scritto agli Ebrei che se il "primo patto fosse stato senza difetto, non si sarebbe cercato luogo per un secondo" (Ebr. 8:7)? Il Nuovo Patto è dunque chiamato il secondo. Ora, se il ‘patto per un regno’ fosse un altro patto concluso con il suo popolo, certamente lo scrittore agli Ebrei ne parlerebbe di questo terzo patto, ma in tutta questa epistola che tratta ampiamente la differenza tra l’Antico Patto e il Nuovo, di quest’altro patto non c’è il benché minimo accenno. Perché? Perché Dio ha fatto con il suo popolo un solo patto oltre a quello che fece ai giorni di Mosè; il Nuovo Patto, che è il secondo e che è eterno. E coloro che mediante Cristo sono entrati in questo Nuovo Patto sono stati costituiti da Cristo eredi del Regno.

Ma andiamo avanti con la nostra confutazione. Noi domandiamo: ‘Se non si può dire che il corpo di Cristo fu dato solo per quei dodici discepoli e che il sangue di Cristo fu sparso solo per quei dodici discepoli che erano presenti in quella stanza con Gesù, quantunque Gesù disse solo a loro (quando diede loro il pane): "Questo è il mio corpo il quale è dato per voi" (Luca 22:19); e (quando diede loro il calice): "Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, il quale è sparso per voi" (Luca 22:20), come si può dire che il pane e il calice del Signore si debbano dare solo ad una parte dei credenti solo perché in quella notte i discepoli a cui furono dati quegli elementi erano solo dodici? Ed infine diciamo che è veramente arbitrario affermare che quei discepoli del Signore a cui Gesù diede il pane ed il calice erano parte dei 144.000! Ma ammettiamo anche che i discepoli del Signore presenti in quella stanza facessero parte dei 144.000; ma con quale autorità scritturale si potrebbe affermare che ‘le altre pecore’ non possono partecipare alla cena del Signore perché non fanno parte dei 144.000? La risposta è nessuna. Non è forse vero che il calice della benedizione che noi benediciamo è la comunione con il sangue di Cristo? Non è forse vero che il pane che noi rompiamo è la comunione con il corpo di Cristo? Perché dunque, se Cristo ha dato il suo sangue e il suo corpo per ciascuno di noi, si dovrebbero negare gli elementi che rappresentano il suo sangue e il suo corpo ad una parte di coloro per i quali Cristo ha dato sia il suo corpo che il suo sangue? Perché impedirgli di avere comunione con il sangue ed il corpo di Cristo?

Da qualsiasi lato dunque si analizza l’istituzione della cena del Signore emerge che ad essa possono e devono partecipare tutti (e non solo una parte) coloro che hanno creduto nel nome di Cristo Gesù, perché essi sono, in virtù della loro fede, tutti dei figliuoli di Dio, con cui Dio ha fatto il Nuovo Patto nel sangue del suo Figliuolo. Ed in virtù di questo patto essi sono eredi del Regno di Dio.

 

I 144.000

La dottrina dei Testimoni di Geova

Nel corso dell’esposizione delle dottrine dei Testimoni di Geova che ho compiuto sin ad ora è emerso diverse volte che i 144.000 sono una classe di credenti a se stante per i Testimoni di Geova. Vediamo ora di parlare di quello che essi dicono a riguardo del destino di questi 144.000 dopo la loro morte e di come fa un Testimone di Geova a dire di farne parte. I Testimoni di Geova affermano che in cielo andranno solo i centoquarantaquattromila che sono menzionati nel libro dell’Apocalisse, mentre tutti gli altri credenti regneranno sulla terra. ‘QUANTI VANNO IN CIELO? (....) Anni dopo il suo ritorno in cielo, in una visione Gesù fece conoscere il numero esatto all’apostolo Giovanni, che scrisse: ‘Vidi, ed ecco, l’Agnello stava sul monte Sion, e con lui centoquarantaquattromila...che sono stati comprati dalla terra (.....) Comunque, ‘il piccolo gregge’ che va in cielo non è il solo a ricevere la salvezza. Come abbiamo visto, avranno felici sudditi terreni. Gesù si riferì a questi come alle sue ‘altre pecore’, di cui ‘una grande folla’ anche ora presta fedelmente servizio a Dio..’ (La verità che conduce alla vita eterna, pag. 77-78). Loro dicono che di questi centoquarantaquattromila solo un piccolo numero rimane ancora in vita sulla terra, e si trova esclusivamente tra loro. Si tenga presente però riguardo a questo andare in cielo dei 144.000, che i Testimoni di Geova negando che costoro hanno un anima immortale che vive dopo la loro morte fisica, li fanno andare in cielo mediante la ‘risurrezione’. In altre parole essi affermano che quando uno di questi 144.000 muore, viene subito ‘risuscitato’ spiritualmente (quindi questa loro ‘risurrezione’ non si può vedere con questi occhi perché invisibile) ‘al suon dell’ultima tromba’ (perché per loro l’ultima tromba suona ogni qual volta muore uno di costoro) e assunto in cielo per regnare con Cristo. Un’altra cosa però va detta; come vedremo meglio in appresso i 144.000 hanno potuto cominciare ad andare in cielo solo a partire dal 1918, data in cui Cristo per loro assunse il Regno, e ci fu la prima risurrezione a cui parteciparono il grosso dei 144.000 formato dagli apostoli e dai discepoli morti dopo la Pentecoste. ‘Sebbene gli apostoli e gli altri eletti fossero accolti nel patto per il Regno ossia nella chiesa celeste, essi non vennero immediatamente assunti in cielo ed ivi uniti col Capo della ‘chiesa’. Ma dormirono nei sepolcri fino alla prima risurrezione, alla venuta di Cristo Gesù nel tempio di Geova nel 1918, e allora furono elevati alla gloria...’ (Sia Dio riconosciuto verace, pag. 112). Quindi, fra di essi non ci sono Abramo, Isacco e Giacobbe, tutti i profeti e tutti gli altri giusti dell’Antico Patto; perché vissero e morirono prima del giorno della Pentecoste, di cui si parla negli Atti degli apostoli al secondo capitolo. A riguardo di questa dottrina che solo i centoquarantaquattromila sono destinati ad andare in cielo occorre dire che all’inizio non veniva insegnata dai Testimoni di Geova perché per loro anche la gran moltitudine andava in cielo con essi: ‘Per molto tempo essi avevano considerato ‘la grande moltitudine’ come una classe spirituale secondaria che si sarebbe associata in cielo agli unti 144.000 come damigelle d’onore o ‘compagne’ di questa Sposa di Cristo’ (Annuario dei Testimoni di Geova del 1976, pag. 155) ma con l’avvento di Rutherford il destino della grande folla cambiò direzione perché costui, nel 1935, disse prima a voce e poi scrisse che la grande moltitudine era destinata a vivere sulla terra e non in cielo. Per quanto riguarda l’annuncio orale di questa ‘rivelazione’ si legge nell’Annuario dei Testimoni di Geova del 1976: ‘Le incertezze sulla ‘grande moltitudine’ furono eliminate quando il fratello Rutherford considerò questo soggetto durante l’assemblea che i testimoni di Geova tennero dal 30 maggio al 3 giugno a Washington, nel Distretto di Columbia. In quel discorso fu scritturalmente mostrato che la ‘grande moltitudine’ era sinonimo delle ‘altre pecore’ del tempo della fine. Webster L. Roe ricorda che in un momento culminante J. F. Rutherford chiese: ‘Tutti quelli che hanno la speranza di vivere per sempre sulla terra sono pregati di alzarsi in piedi’. Secondo il fratello Roe, ‘si alzò più di una metà dell’uditorio’, e l’oratore allora disse: ‘GUARDATE! LA GRANDE MOLTITUDINE!’ ‘In principio ci fu un silenzio’, ricorda Mildred H. Cobb, ‘quindi una gioiosa acclamazione e l’applauso fu lungo e scrosciante’ (ibid., pag. 155). Rutherford scriverà poi nel suo libro Ricchezze: ‘I 144.000 sono membri spirituali dell’organizzazione divina che vivranno in eterno in cielo, mentre la ‘grande moltitudine’ comprende le ‘altre pecore’, la classe dei Gionadab, gli uomini di buona volontà che otterranno le ricchezze terrestri e vivranno per sempre sulla terra in una pace e in una gioia senza fine’. Ma come fa un Testimone di Geova ad affermare di fare parte di questa classe dei 144.000? Ecco come risponde a questa domanda un libro della Torre di Guardia. ‘COME PUÒ SAPERE UNA PERSONA SE APPARTIENE AL ‘PICCOLO GREGGE’. I membri del ‘piccolo gregge’ sanno che Dio li ha chiamati alla vita celeste. Come? Per mezzo dell’opera dello spirito di Dio, che pone in loro e coltiva la speranza della vita celeste. L’apostolo Paolo, come uno ‘del piccolo gregge’ scrisse: ‘Lo spirito stesso rende testimonianza col nostro spirito che noi siamo figli di Dio. Se, dunque, siamo figli, siamo anche eredi: eredi in realtà di Dio, ma coeredi di Cristo, purché soffriamo insieme per essere insieme anche glorificati... L’opera dello spirito di Dio cambia l’intera prospettiva di tale persona, così che i suoi pensieri e le sue preghiere si volgono al servizio di Dio in vista della speranza celeste. Essere con Cristo in cielo è per lei più importante di qualsiasi legame terreno’ (La verità che conduce alla vita eterna, pag. 78). Come si può ben vedere la questione è interamente soggettiva.

Confutazione

Chi sono i 144.000 secondo le Scritture

Per confutare questa falsa dottrina sui 144.000 mi limiterò a ricordarvi chi sono questi centoquarantaquattromila di cui parla Giovanni.

Giovanni dice: "Dopo questo, io vidi quattro angeli che stavano in piè ai quattro canti della terra, ritenendo i quattro venti della terra affinché non soffiasse vento alcuno sulla terra, né sopra il mare, né sopra alcun albero. E vidi un altro angelo che saliva dal sol levante, il quale aveva il suggello dell’Iddio vivente; ed egli gridò con gran voce ai quattro angeli ai quali era dato di danneggiare la terra e il mare, dicendo: Non danneggiate la terra, né il mare, né gli alberi, finché abbiam segnato in fronte col suggello i servitori dell’Iddio nostro. E udii il numero dei segnati: centoquarantaquattromila segnati di tutte le tribù dei figliuoli d’Israele:

Della tribù di Giuda dodicimila segnati,

della tribù di Ruben dodicimila,

della tribù di Gad dodicimila,

della tribù di Aser dodicimila,

della tribù di Neftali dodicimila,

della tribù di Manasse dodicimila,

della tribù di Simeone dodicimila,

della tribù di Levi dodicimila,

della tribù di Issacar dodicimila,

della tribù di Zabulon dodicimila,

della tribù di Giuseppe dodicimila,

della tribù di Beniamino dodicimila segnati" (Ap. 7:1-8).

Più avanti Giovanni dice di avere visto l’Agnello in piedi sul monte Sion, e che con lui c’erano appunto questi centoquarantaquattromila servitori di Dio che avevano il suo nome e quello del Padre suo scritto sulle loro fronti; essi cantavano un cantico nuovo davanti al trono e davanti alle quattro creature viventi ed agli anziani e nessuno poteva imparare il cantico all’infuori di quei centoquarantaquattromila segnati. Poi l’apostolo dice di essi: "Essi son quelli che non si sono contaminati con donne, poiché son vergini. Essi son quelli che seguono l’Agnello dovunque vada. Essi sono stati riscattati di fra gli uomini per esser primizie a Dio ed all’Agnello. E nella bocca loro non é stata trovata menzogna: sono irreprensibili" (Ap. 14:4-5. Diodati nell’ultima parte del verso 5 ha messo "...sono irreprensibili davanti al trono di Dio").

Come si può ben vedere la prima volta che Giovanni menziona i 144.000 fa capire che erano ancora sulla terra perché dice che l’angelo che saliva dal sol levante gridò ai quattro angeli posti ai quattro canti della terra di non danneggiare la terrà, né il mare, né gli alberi finché non avessero segnato col suggello in fronte i 144.000 servitori di Dio. Si può confrontare questo segnare in fronte con quello descritto in Ezechiele per capire che gli uomini da segnare erano ancora sulla terra quando l’angelo gridò. "..l’Eterno chiamò l’uomo vestito di lino, che aveva il corno da scrivano alla cintura, e gli disse: ‘Passa in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme, e fa’ un segno sulla fronte degli uomini che sospirano e gemono per tutte le abominazioni che si commettono in mezzo di lei’. E agli altri disse, in modo ch’io intesi: ‘Passate per la città dietro a lui, e colpite; il vostro occhio non risparmi alcuno, e siate senza pietà; uccidete, sterminate vecchi, giovani, vergini, bambini e donne, ma non vi avvicinate ad alcuno che porti il segno; e cominciate dal mio santuario" (Ez. 9:3-6). Per quanto riguarda la seconda volta in cui Giovanni parla dei 144.000 viene detto che furono da lui visti sul monte Sion con l’Agnello. E noi sappiamo che il monte Sion è sulla terra; ma pure si può dire che essi erano in cielo con il Signore perché è scritto che seguono l’Agnello dovunque egli vada, e poi perché viene detto che sono stati riscattati dalla terra, il che fa intendere che non fossero più sulla terra. Dopo avere detto ciò passiamo a descrivere i 144.000. Ora, innanzi tutto bisogna dire che tutti costoro sono degli uomini (per cui di donne non ce ne sono di fra loro, come invece dicono i Testimoni di Geova) [, che quanto alla carne sono Giudei di nascita infatti é scritto chiaramente che per ogni tribù d’Israele ve ne sono dodicimila. Quindi l’interpretazione dei Testimoni di Geova secondo la quale costoro sono ‘l’Israele spirituale’ (per difendere la dottrina che afferma che tra di loro Gentili di nascita esiste un residuo di questi centoquarantaquattromila) è falsa perché è smentita dalla Parola di Dio . Poi bisogna dire che essi non hanno conosciuto donna difatti é scritto che sono vergini e che in bocca loro non si é trovata menzogna.

Ma oltre a ciò è necessario dire che Giovanni vide in cielo una folla di persone di cui lui non ne sentì il numero; era "una gran folla che nessun uomo poteva noverare, di tutte le nazioni e tribù e popoli e lingue, che stava in piè davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di vesti bianche e con delle palme in mano. E gridavano con gran voce dicendo: La salvezza appartiene all’Iddio nostro il quale siede sul trono, ed all’Agnello" (Ap. 7:9-10). Secondo quello che disse uno degli anziani a Giovanni questi "son quelli che vengono dalla gran tribolazione, e hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello" (Ap. 7:14). Quindi non c’erano solo i centoquarantaquattromila in cielo con il Signore ma molti e molti altri. Ma c’è da dire qualcosa d’altro a proposito di coloro che vanno in cielo e che Giovanni mise per iscritto, e cioè che Giovanni vide in cielo, ancora prima che parlasse dei 144.000 o che li vedesse, ventiquattro anziani attorno al trono di Dio: "E attorno al trono c’erano ventiquattro troni; e sui troni sedevano ventiquattro anziani, vestiti di bianche vesti, e aveano sui loro capi delle corone d’oro" (Ap. 4:4), e le anime di coloro che erano stati messi a morte a motivo della parola di Dio secondo che è scritto: "E quando ebbe aperto il quinto suggello, io vidi sotto l’altare le anime di quelli ch’erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che aveano resa..." (Ap. 6:9). Quindi Giovanni in cielo vide prima ventiquattro anziani, poi le anime dei martiri, poi vide la grande folla che veniva dalla gran tribolazione. E non è finita qui, perché sempre nell’Apocalisse troviamo scritto che dei due unti che profetizzeranno per milleduecentosessanta giorni e che saranno messi a morte, che essi in capo a tre giorni "si drizzarono in piè e grande spavento cadde su quelli che li videro. Ed essi udirono una gran voce dal cielo che diceva loro: Salite qua. Ed essi salirono al cielo nella nuvola, e i loro nemici li videro" (Ap. 11:11-12). Come la mettiamo allora Testimoni di Geova? Non vedete e riconoscete che in cielo andranno più di 144.000 persone?

Ma andiamo avanti col confutare questa dottrina di demoni dei Testimoni di Geova. Gesù disse: "Là dove son io, quivi sarà anche il mio servitore" (Giov. 12:26), perciò non importa se chi serve il Signore su questa terra é Giudeo o Gentile, sposato o celibe, perché egli, secondo le parole di Gesù, quando morirà sarà ricevuto in gloria dal suo Signore nel regno dei cieli. Egli disse anche: "Beati i perseguitati per cagion di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli" (Matt. 5:10), e: "Beati voi, quando v’oltraggeranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro a voi ogni sorta di male per cagion mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande ne’ cieli..." (Matt. 5:11-12), ed ancora: "Non vi fate tesori sulla terra, ove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri sconficcano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, ove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sconficcano né rubano" (Matt. 6:19-20). Quindi noi diciamo, se Gesù ha detto ai suoi discepoli che i perseguitati a cagion di giustizia sono beati perché il regno dei cieli è il loro, che quando saranno oltraggiati dagli uomini a motivo del suo nome dovranno rallegrarsi perché il loro premio è grande in cielo, e di non farsi dei tesori in terra ma in cielo, questo significa che per i perseguitati a cagion di giustizia, per gli oltraggiati a cagion del suo nome, e per coloro che si fanno tesori in cielo, li aspetta il cielo. Veniamo a queste altre parole di Gesù: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno de’ cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è ne’ cieli" (Matt. 7:21). Come potete vedere, secondo Gesù in cielo ci entrerà chiunque avrà fatto la volontà del Padre suo. Ma qual’è questa volontà? Eccola: "Perché questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che v’asteniate dalla fornicazione, che ciascun di voi sappia possedere il proprio corpo in santità ed onore, non dandosi a passioni di concupiscenza come fanno i pagani i quali non conoscono Iddio; e che nessuno soverchi il fratello né lo sfrutti negli affari..." (1 Tess. 4:3-6), dice Paolo ai Tessalonicesi. Perciò, nessuno può dire che il numero di coloro che possono entrare in cielo è limitato a 144.000 perché Gesù ha detto che chi avrà fatto la volontà di Dio vi entrerà.

A proposito di Abramo, Isacco e Giacobbe e i profeti dell’Antico Patto che per la Torre di Guardia non entreranno nel regno dei cieli perché non sono parte dei 144.000, va detto che secondo quanto ha detto il Signore, essi ci sono entrati infatti Gesù disse: "Or io vi dico che molti verranno di Levante e di Ponente e sederanno a tavola con Abramo e Isacco e Giacobbe, nel regno dei cieli..." (Matt. 8:11), ed ancora: "Quivi sarà il pianto e lo stridor de’ denti, quando vedrete Abramo e Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, e che voi ne sarete cacciati fuori" (Luca 13:28).

Cristo non ha fatto mai una distinzione tra i credenti, destinando gli uni a regnare in cielo con lui e tutti gli altri a regnare sulla terra sotto la sua direzione e quella dei destinati al cielo. Questa distinzione l’hanno fatta i Testimoni di Geova e non ha nessun fondamento scritturale. Che dire allora delle parole di Gesù quando parla delle altre pecore? Diciamo questo. Che quando Gesù disse: "Ho anche delle altre pecore, che non son di quest’ovile; anche quelle io devo raccogliere, ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore" (Giov. 10:16), si riferiva a coloro di fra i Gentili che egli avrebbe salvato, e tra questi ci siamo noi. Come potete vedere Gesù disse che ci sarebbe stato un solo gregge come anche un solo pastore; quindi se il gregge è uno ed è piccolo secondo che è scritto: "Non temere, o piccol gregge...." (Luca 12:32) di conseguenza anche a queste altre pecore al Padre è piaciuto di dare il regno perché Gesù rivolgendosi al piccolo gregge ha detto: "..al Padre vostro è piaciuto di darvi il regno". E quindi anche queste altre vanno in cielo. Come potete vedere i Testimoni di Geova si contraddicono da loro stessi!

Tutti coloro che hanno creduto in Gesù fanno parte del piccolo gregge di Gesù e perciò sono eredi del regno celeste di Dio

Per quanto riguarda il loro discorso sopra citato che spiega come si può dire di appartenere al piccol gregge non è errato. Il fatto è però che secondo loro il numero di coloro che vanno in cielo è ristretto a centoquarantaquattromila, di cui solo un piccolo rimanente rimane in vita sulla terra, essendo che gli altri sono già entrati nel regno dei cieli, e questo è falso. E’ vero che il gregge a cui Dio ha dato il regno è piccolo perché Gesù ha detto ai suoi: "Non temere, o piccol gregge; poiché al Padre vostro è piaciuto di darvi il regno" (Luca 12:32); ma esso non è composto solo di centoquarantaquattromila persone vissute dal giorno della Pentecoste fino ad adesso, ma da tutti coloro che nel corso dei secoli hanno seguito e servito Cristo Gesù che sono molti di più. Vogliamo ribadire così che il numero di quelli che sono entrati in cielo fino a questo presente giorno è molto superiore a 144.000. E noi credenti tuttora viventi siamo anche noi parte di questo piccolo gregge del Signore a cui al Padre è piaciuto di dare il regno, perché siamo stati costituiti eredi di Dio e coeredi di Cristo. In che maniera siamo stati costituiti eredi del regno dei cieli? Nascendo di nuovo. Abbiamo nei nostri cuori lo Spirito Santo di Dio che ci attesta che siamo figli di Dio secondo che è scritto: "E perché siete figliuoli, Dio ha mandato lo Spirito del suo Figliuolo nei nostri cuori, che grida: Abba, Padre" (Gal. 4:6). Per questo siamo sicuri di andare in cielo quando moriremo quantunque siamo Gentili e non facciamo parte di quel particolare numero di 144.000. Ma si tenga presente che noi in cielo quando moriremo ci andremo con la nostra anima e non in virtù di una ‘risurrezione spirituale’ che avverrebbe alla morte (come invece attesta la Torre di Guardia in relazione ai 144.000, perché essa nega l’esistenza di un anima immortale all’interno dei loro presunti 144.000).

Quindi, per concludere; solamente quando si ha lo Spirito di Dio nel proprio cuore si può dire con assoluta certezza di fare parte del piccolo gregge erede del regno celeste; e noi possiamo affermarlo appunto per questo. Grazie a Dio per averci fatto suoi eredi. Amen. Diletti, nessuno vi tragga in errore in alcuna maniera dicendovi che il numero di quelli che vanno in cielo sono solo centoquarantaquattromila perché questa dottrina non ha nessun fondamento nella Parola di Dio; essa ha il suo fondamento su delle interpretazioni arbitrarie ed assurde che questa setta ha dato alle Scritture che concernono questo particolare numero di Giudei riscattati.

 

CONCLUSIONE

In questo capitolo dedicato alla confutazione delle dottrine della Torre di Guardia sulla chiesa, sugli ordinamenti, e sui 144.000 abbiamo dimostrato quanto i Testimoni di Geova mediante questa loro peculiare dottrina sui 144.000 hanno stravolto la dottrina sulla chiesa perché per loro la vera chiesa è composta solo di 144.000 credenti; quella del battesimo in acqua perché essendo che si può nascere di nuovo solo dopo di esso mediante il battesimo con lo Spirito Santo uno che ha creduto che Gesù è il Cristo non può dire di essere nato di nuovo prima di ricevere il battesimo in acqua, ma soprattutto prima di avere ricevuto il battesimo con lo Spirito Santo; la dottrina relativa alla cena del Signore perché solo i componenti della classe degli ‘unti’ può partecipare ad essa, gli altri possono solo guardare; ed infine anche quella sullo stato dopo la morte perché per loro in cielo ci vanno solo 144.000. In mezzo a questa setta dunque questa classe dei 144.000 ricopre una posizione nettamente superiore a quella delle ‘altre pecore’; i primi sono destinati a regnare con Cristo gli ultimi sono destinati ad essere dei sudditi col compito di ubbidire; i primi possono nascere di nuovo mediante il battesimo con lo Spirito mentre gli altri no; i primi possono partecipare al Pasto serale gli altri possono solo guardare; i primi vanno in cielo mediante la ‘prima risurrezione’ mentre gli altri vivranno per sempre sulla terra.

Tutto ciò è inconciliabile con l’insegnamento di Cristo e quello degli apostoli; gli si oppone in maniera netta, evidente. Guardatevi dunque da queste dottrine dei Testimoni di Geova; riprovatele, confutatele pubblicamente e privatamente.

 

 

NOTE

 

[1] Nella Torre di Guardia del 15 giugno 1965 si legge: ‘Vogliamo noi essere distrutti con tutti loro e perdere la risurrezione dai morti? Quindi uscite da Babilonia la grande ora! Separatevi dalla marcia internazionale verso Har-Maghedon. Salvatevi dalla Geenna! (pag. 375). Quindi, in definitiva il motivo per cui questa Har-Maghedon mette una terribile paura ai Testimoni di Geova è perché è stato loro detto che chi verrà distrutto in quella battaglia non avrà l’opportunità di tornare in vita durante il millennio perché sarà sprofondato nella non-esistenza. Niente risurrezione, niente prova, niente possibilità di guadagnarsi il diritto alla vita eterna!! La Torre di Guardia quindi con la sua Har-Maghedon imminente riesce a tenere schiave tante anime e ad incitarle ad andare a convincere gli altri.

 

[2] I Testimoni di Geova non festeggiano il natale perché la ritengono una festa di origini pagane. Si tenga presente però che ai giorni di Russell e per alcuni anni sotto Rutherford il natale veniva festeggiato dagli Studenti Biblici. La celebrazione del natale fu abolita infatti nel 1928. I Testimoni di Geova quindi rigettano la data del 25 dicembre come data della natività di Gesù. Questo non significa però che loro non hanno stabilito nessuna data sulla nascita di Gesù, infatti per loro egli ‘nacque nel mese di etanim (settembre-ottobre) del 2 a.E.V’ (Perspicacia nello studio delle Scritture, vol. I, Roma 1992, prima ristampa in italiano, pag. 1065). Nel loro libro Nuovi cieli e Nuova terra sono un po’ più precisi perché dicono che nacque verso il 1° ottobre dell’anno 2 a.C (cfr. Nuovi cieli e Nuova terra, pag. 139).

 

[3] Un’altra cosa da cui i Testimoni di Geova dicono di astenersi è la politica; loro fanno presente che come Testimoni di Geova non possono fare compromessi con i governi satanici di questo mondo perché non sono di questo mondo. E a tale riguardo fanno presente che la chiesa cattolica romana e molte chiese protestanti invece questi compromessi li hanno fatti con i governi di questo mondo. Intanto però anche loro hanno chiesto ed ottenuto dallo Stato italiano il riconoscimento giuridico, e si sa che per ottenere questo riconoscimento dallo Stato occorre scendere a qualche compromesso perché lo Stato pone delle condizioni ben precise che per essere soddisfatte portano a dover calpestare la Parola di Dio su diversi punti. Ma questa è una cosa conosciuta; una cosa molto meno conosciuta invece è il tentativo di compromesso che i dirigenti della Torre di Guardia cercarono di fare a suo tempo con il regime di Hitler. Ora, non è difficile imbattersi sui libri e sulle riviste della Torre di Guardia in discorsi che raccontano come molti Testimoni di Geova, durante il nazismo, persero la vita a motivo della loro netta e ferma posizione contro i princìpi del terzo Reich di Hitler. In Sia Dio riconosciuto verace si legge per esempio: ‘Vittime dell’aggressione Nazi-Fascista-Vaticana, i testimoni di Geova dovettero subire delle torture indescrivibili durante i dodici lunghi anni del dominio nazista. Molti suggellarono la loro testimonianza col proprio sangue’ (Sia Dio riconosciuto verace, pag. 248-249). Questi discorsi hanno lo scopo di dimostrare come i Testimoni di Geova, a differenza della chiesa cattolica che fece il concordato con Hitler per scampare alla persecuzione nazista, non fecero nessun compromesso con Hitler. Ma il fatto è che - come già detto - molti non sanno che in realtà la Società della Torre di Guardia fece il tentativo di accattivarsi il favore del regime dittatoriale di Hitler, tentativo però che risultò vano perché le autorità naziste rifiutarono di prestare attenzione alle richieste della Società, per cui la persecuzione contro di loro fu inevitabile. Rutherford e i suoi stretti collaboratori cercarono di salvaguardare la filiale tedesca dalla persecuzione nazista attaccando gli Ebrei (tenete presente che i Testimoni di Geova prima sotto Russell e poi sotto Rutherford - sotto costui solo fino al 1932 perché in quell’anno Rutherford rinnegò la sua posizione a favore degli Ebrei tenuta sin dall’inizio della sua presidenza - avevano sostenuto la causa sionista), la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e la Lega delle Nazioni. Le seguenti parole tratte da due documenti ufficiali della Torre di Guardia indirizzati ai funzionari del governo nazista e ad Hitler medesimo lo fanno comprendere bene. ‘Questa compagnia del popolo tedesco, costituita da cittadini pacifici e osservanti delle leggi in rappresentanza di molti altri di ogni parte della Germania, che si sforzano lealmente di operare per il suo benessere, si è radunata a Berlino in questo 25° giorno del mese di giugno del 1933, per dichiarare gioiosamente la sua completa devozione a Geova, l’Iddio Onnipotente, ed al suo regno retto da Cristo Gesù, che versò il suo sangue per ricomprare la razza umana. (...) Siamo stati accusati falsamente dai nostri nemici di avere ricevuto aiuti finanziari per la nostra opera dagli Ebrei. Niente è più lontano dalla verità. Fino ad ora gli Ebrei non hanno contribuito alla nostra opera nemmeno con un centesimo. Noi siamo fedeli seguaci di Cristo Gesù e crediamo in lui quale Salvatore del mondo, mentre gli Ebrei lo rigettano totalmente e negano con vigore che egli sia il Salvatore del mondo mandato da Dio per il bene dell’uomo. Ciò, di per sé, dovrebbe costituire prova sufficiente a smentire ogni accusa che noi riceviamo sostegno dagli Ebrei e quindi che le accuse contro di noi sono malignamente false e provengono certamente da Satana, il nostro grande nemico. L’impero più grande e oppressivo della terra è quello anglo-americano. Vale a dire l’impero britannico, del quale gli Stati Uniti d’America fanno parte. Sono stati gli affaristi ebrei dell’impero britannico americano che hanno costituito l’Alta Finanza allo scopo di sfruttare e opprimere i popoli di molte nazioni. Questo è vero in modo particolare per le città di Londra e di New York, le fortezze dell’Alta Finanza. Questo fatto è così noto in America che vi è un proverbio riguardante la città di New York che dice: ‘Gli Ebrei la posseggono, i Cattolici irlandesi la governano, e gli Americani pagano i conti’. (...) L’attuale governo della Germania si è schierato apertamente contro gli oppressori dell’Alta Finanza e contro la perniciosa influenza religiosa che viene esercitata nelle vicende politiche della nazione. Questa è esattamente la nostra posizione; la nostra letteratura inoltre spiega la ragione per cui esiste l’oppressiva Alta Finanza e la perniciosa influenza religiosa, in quanto le Sacre Scritture mostrano chiaramente che questi strumenti oppressivi procedono dal Diavolo, ed il completo sollievo da essi sarà possibile soltanto quando giungerà il Regno di Dio retto da Cristo. E’ perciò impossibile che la nostra letteratura o la nostra opera possano in qualche modo costituire un pericolo o una minaccia per la pace e la sicurezza dello stato. (...) Un attento esame dei nostri libri e della nostra letteratura mostrerà chiaramente che gli stessi alti ideali condivisi e promulgati dall’attuale governo nazionale vengono ribaditi e messi in grande risalto nelle nostre pubblicazioni, e mostrerà che Geova Dio farà in modo che al tempo opportuno tali alti ideali si realizzino a beneficio di tutte le persone che amano la giustizia e che obbediscono all’Altissimo. Non è vero, quindi, che la nostra letteratura e la nostra opera costituiscano una minaccia per i princìpi dell’attuale governo; viceversa noi siamo i più accesi sostenitori dei suoi nobili ideali. (...) E’ stato in America che la nostra organizzazione sotto la guida evidente del suo presidente ha sottolineato con grande enfasi che la Lega delle Nazioni non è un’istituzione voluta da Geova Dio, perché è oppressiva ed ingiusta. Fu tale situazione, esistente a quel tempo, che ci ha spinti ad usare il modo di esprimerci che appare nei nostri libri quando in essi si parla della Lega delle Nazioni e viene richiamata l’attenzione sul fatto che tale Lega delle Nazioni non potrà mai portare pace e benedizioni agli uomini (...) Noi facciamo perciò appello all’elevato senso di giustizia del governo e della nazione e chiediamo con il massimo rispetto che venga revocato l’ordine di proibizione nei confronti della nostra opera, e che ci sia data l’opportunità di essere ascoltati con imparzialità prima di essere giudicati (...) Prendiamo pertanto la Risoluzione che copie di questa Dichiarazione siano rispettosamente consegnate agli alti funzionari del governo (...)’ (citato da Achille Aveta - Sergio Pollina, I Testimoni di Geova: martiri o opportunisti?, Napoli 1990, pag. 67,70,71,73,74,78). Ad Hitler fu scritto: ‘Onorevolissimo Signor Cancelliere del Reich, Il 25 giugno del 1933 si è tenuta presso la Sporthalle Wilmersdorf di Berlino un’assemblea degli Studenti Biblici tedeschi (i testimoni di Geova), alla quale hanno preso parte 5.000 delegati in rappresentanza di parecchi milioni di tedeschi che da molti anni sono non solo amici ma anche seguaci di questo movimento. Lo scopo della riunione era quello di far sì che in qualche modo si potesse far conoscere a Lei, Signor Cancelliere, ed agli altri preminenti membri del Governo del Reich tedesco, oltre che ai governi dei Lànder (stati), quanto segue: (...) è stato detto nel corso dell’assemblea, come si evince dalla Dichiarazione, che gli Studenti Biblici si stanno battendo per gli stessi elevati princìpi ed ideali etici per i quali lotta il governo nazionale della Germania (...). E’ stato anche detto nel corso del congresso che non vi è assolutamente nessun contrasto fra gli Studenti Biblici tedeschi ed il governo nazionale del Reich tedesco, ma che, al contrario, per quanto riguarda gli obbiettivi squisitamente religiosi e le mète apolitiche degli Studenti Biblici, può affermarsi categoricamente che essi siano in piena armonia con gli stessi obbiettivi del Governo del Reich tedesco. Alcuni dei nostri libri sono stati messi al bando perché si è detto che contenevano espressioni eccessivamente critiche. I delegati al convegno hanno precisato al riguardo che (....) ciò che nei nostri libri può sembrare aggressivo, quindi, nei confronti della finanza, della politica o del cattolicesimo romano (ultramontano), si riferisce esclusivamente agli oppressori del popolo e dello stato tedesco, e non ai tedeschi che si battono contro tali ingiustizie. (...)’ (op. cit., pag. 79,82-83).

 

[4] Questo battesimo - secondo loro - è quello con lo Spirito Santo che ricevettero i discepoli a Gerusalemme il giorno della Pentecoste; per cui si tenga presente che i Testimoni di Geova quando parlano di battesimo con lo Spirito Santo intendono un battesimo che fa nascere di nuovo e fa entrare nel corpo di Cristo: ‘La persona ‘nasce di spirito’ al tempo del suo battesimo con tale spirito’ (Ragioniamo facendo uso delle Scritture, pag. 51), un battesimo con lo Spirito Santo però senza il segno delle lingue perché per loro, come vedremo, le lingue sono cessate.

 

[5] ‘I contraenti di quel patto sono Geova Dio e i suoi figli spirituali, i quali collettivamente formano l’Israele spirituale (...) Questi sono gli stessi che Gesù introduce in un ‘patto per un regno’, e che quindi saranno infine impiegati, insieme al loro Re Gesù Cristo, per trasmettere le vivificanti benedizioni di Geova a tutte le famiglie della terra’ (ibid., pag. 13) Come vedremo dopo, il Corpo Direttivo per sostenere questo ‘patto per un regno’ fatto da Dio solo con i discepoli di Cristo ha manipolato delle parole di Gesù.

 

[6] Forse qualcuno vorrà sapere come rispondono i dirigenti dei Testimoni di Geova alla domanda come mai i loro ‘unti’ prendono parte alla cena del Signore quando, secondo le parole di Paolo, chi vi partecipa annuncia la morte del Signore "finch’egli venga" (1 Cor. 11:26). In altre parole, se come dicono loro Gesù è venuto nel 1914 come mai i 144.000 prendono parte ancora alla cena del Signore? Ebbene, essi rispondono dicendo che quel "finch’egli venga" significa ‘finché egli porti gli ultimi d’essi da questa terra e dimora a sé nell’invisibile dimora e regno celeste. Questo spiega perché i ‘rimanenti’ ancora sulla terra continuano a celebrare il pasto serale del Signore’ (Vita eterna nella libertà dei figli di Dio, USA 1967, pag. 137). Come potete vedere, queste persone hanno una astuta risposta anche per spiegare questa loro palese contraddizione. In verità la Bibbia nelle loro mani è come argilla che essi modellano a loro piacimento per fargli dire quello che vogliono. Guai a loro; ne porteranno la pena. Badate fratelli a voi stessi, studiatevi di tagliare rettamente la parola di verità per non cadere in contraddizione ed essere costretti poi a dire un’assurdità dopo l’altra a sostegno di dottrine non bibliche! Che quello che fanno i Testimoni di Geova vi serva di lezione e di ammonimento. Temete Dio.

 

[7] A proposito della santa cena i Testimoni di Geova asseriscono pure che quando Gesù la istituì non era presente Giuda Iscariota infatti dicono che costui ‘se ne andò prima che Cristo istituisse la commemorazione della sua morte’ (La Torre di Guardia, 15 maggio 1969, pag. 319). Ma anche questo è falso perché Luca dice che quando Gesù, dopo aver cenato, diede il calice agli apostoli dicendo: "Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, il quale è sparso per voi" (Luca 22:20) disse pure: "Del resto, ecco, la mano di colui che mi tradisce è meco a tavola" (Luca 22:21). Come potete vedere quel "è con me a tavola" conferma in maniera chiara che anche Giuda Iscariota mangiò il pane e bevve il calice in quella notte. Egli quindi se ne andò dalla stanza dopo che Gesù istituì la santa cena.

 

[8] Tenete sempre presente che siccome quando una persona crede col cuore in Gesù Cristo nasce da Dio e diventa un figliuol di Dio (cfr. 1 Giov. 5:1; Giov. 1:12-13), viene giustificato da Dio (cfr. Rom. 3:21-24,26; 5:1; Gal. 2:16; 3:24,26), viene affrancato dal peccato (cfr. Rom. 6:17-18), ottiene la remissione dei suoi peccati (cfr. Atti 10:43), e la vita eterna (cfr. Giov. 6:48), il battesimo non può in alcun modo precedere l’ottenimento della autorità di essere chiamato un figlio di Dio, l’ottenimento della remissione dei peccati, della giustificazione, dell’affrancamento dal peccato e la vita eterna. Per un ulteriore approfondimento su questo argomento si vedano nel mio libro La chiesa cattolica romana il primo capitolo (dove ho trattato in maniera approfondita la dottrina della salvezza per sola fede) e il secondo (dove ho confutato la dottrina cattolica sul battesimo).

 

[9] Faccio notare di passaggio che siccome nell’Apocalisse viene detto che i 144.000 sono vergini perché non si sono contaminati con donne (cfr. Ap. 14:4) l’apostolo Pietro e gli altri apostoli che come lui erano sposati non possono essere parte dei 144.000.

 

[10] Fra non molti anni si verrà a creare un problema tra i Testimoni di Geova, perché da quello che si sa la maggior parte dei componenti del rimanente dei 144.000 che si trova tra di loro è composto da persone che hanno più di settanta anni e quindi non molto lontani dalla morte. Quando tutti moriranno quindi, verrà a mancare nella Società ‘lo schiavo fedele e discreto’ che nutre spiritualmente i Testimoni di Geova per tutto il mondo. Conoscendo però la furbizia di questa classe dirigente che sta a Brooklyn, c’è da aspettarsi un altra loro astuta mossa per cercare di risolvere quest’altro inconveniente molto imbarazzante. Sicuramente ci stanno già pensando nelle loro camere segrete a come affrontare la situazione.

 

[11] Alcune domande sorgono nel sentir dire ai Testimoni di Geova che tra di loro attualmente un certo preciso numero di persone sono parte dei 144.000. Per esempio viene da domandare ai Testimoni di Geova: ‘Se la maggior parte dei 144.000 è ‘andata in cielo’ nel 1918, sotto la presidenza di Rutherford, si deve concludere che solo da quell’anno si è potuto cominciare a dire quanti posti vuoti rimanevano in cielo; ma in base a quale criterio fu stabilito che sulla terra rimanevano solo quel preciso numero di persone appartenenti a questa classe? Chi disse quanti erano stati i ‘risorti’ tra tutti i cristiani morti dopo la Pentecoste del 33 d.C? Mettiamo il caso che fu detto che il numero dei ‘risorti’ in quell’anno era stato di 100.000; come si giunse a stabilire con precisione questa cifra? E poi: se la loro ‘risurrezione’ fu invisibile come si poté sapere chi erano stati coloro che erano ‘risorti’ e coloro che invece non erano ‘risorti’? Forse la risposta sarà che la cifra dei ‘risorti’ fu rivelata da Dio a Rutherford. In questo caso però sarebbe da dirgli: Come fate a fidarvi di questa ‘rivelazione’ quando altre ‘rivelazioni’ di Dio a Rutherford si sono palesate poi col tempo degli errori, e quindi delle imposture? Per esempio quella sulla risurrezione dei patriarchi che era stata fissata con la consueta precisione per il 1925. Se Rutherford si sbagliò grandemente nel dire che nel 1925 si sarebbe verificata la risurrezione visibile dei patriarchi, come fate a credere che egli disse la verità quando disse che nel 1918 si era verificata la ‘risurrezione invisibile’ del grosso dei 144.000?

 

[12] Russell infatti aveva insegnato che anche loro sarebbero andati in cielo: ‘... il Signor Gesù, nostro Avvocato, il Capo della nostra Salvezza che porta i veri eletti alla gloria per mezzo del sacrificio volontario, porterà anche i membri della grande moltitudine ad una benedizione spirituale - alla perfezione su un piano inferiore di essere-spirito - perché hanno avuto fiducia in lui e non hanno rinnegato né il suo nome né la sua opera’ (Studi sulle Scritture, vol. VI).

 

[13] ‘... non significa nemmeno che i 144.000 fossero tutti uomini’ (Perspicacia nello studio delle Scritture, vol. I, pag. 727).

 

[14] I Testimoni di Geova intendono spiritualmente le cose che sono scritte nell’Apocalisse quando lo vogliono loro infatti non intendono spiritualmente le parole: "Tu sei degno di prendere il libro e d’aprirne i suggelli, perché sei stato immolato e hai comprato a Dio, col tuo sangue, gente d’ogni tribù e lingua e popolo e nazione, e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e de’ sacerdoti; e regneranno sulla terra" (Ap. 5:9-10). Qui infatti dicono che si tratta dei 144.000 che sono persone di ogni tribù e lingua e nazione e popolo che sono state comprate a Dio da Cristo. Ma le cose non le possono far quadrare perché di questi re e sacerdoti viene detto che regneranno sulla terra e non in cielo. Per non fare dire a Giovanni dunque quello che non disse mai occorre intendere letteralmente sia le sue parole in relazione ai 144.000 secondo cui essi sono delle dodici tribù d’Israele, e sia quelle in relazione a gente di ogni tribù, lingua, nazione e popolo.

Faccio inoltre notare che per la Torre di Guardia mentre i membri delle dodici tribù d’Israele menzionate in Apocalisse 7:4-8 sono gli ‘israeliti spirituali’ eredi di Dio e coeredi di Cristo, che regneranno in cielo con Gesù per sempre e che ‘giudicheranno’ gli abitanti della terra durante il millennio, i membri delle dodici tribù d’Israele di cui parlò Gesù agli apostoli quando disse: "Io vi dico in verità che nella nuova creazione, quando il Figliuol dell’uomo sederà sul trono della sua gloria, anche voi che m’avete seguitato, sederete su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele" (Matt. 19:28), sono ‘il mondo del genere umano che non fa parte di quella classe regale e sacerdotale e che sarà giudicato da coloro che siedono sui troni celesti’ (Perspicacia nello studio delle Scritture, vol. II, pag. 1140). Come potete vedere, interpretando le cose in questa maniera il Corpo Direttivo fa dire alla Scrittura tutto quello che vuole. Ma è evidente che anche nelle parole di Cristo per dodici tribù d’Israele occorre intendere Giudei secondo la carne; in questo caso però sono Giudei che non avendo creduto nel nome del Figliuol di Dio verranno in giudizio, e Cristo in quel giorno darà ai suoi apostoli l’autorità di giudicarli.

 

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