Capitolo 3

La giustificazione, la nuova nascita, la salvezza

 

LA GIUSTIFICAZIONE

La dottrina dei Testimoni di Geova

Ecco cosa insegnano i Testimoni di Geova a proposito del come si viene giustificati da Dio: ‘Molti protestanti credono nella giustificazione, o nell’essere dichiarati giusti, mediante la sola fede, e pensano che credere in Gesù garantisca la salvezza..’ (La Torre di Guardia, 1 dicembre 1985, pag. 6), e: ‘..credono che per essere salvati sia sufficiente credere in Gesù e, pertanto, che la giustificazione preceda il battesimo’ (ibid., pag. 7) ed anche: ‘Il concetto della giustificazione sostenuto dai protestanti, secondo i quali il cristiano viene dichiarato giusto sulla base dei meriti del sacrificio di Cristo, è senza dubbio più vicino all’insegnamento della Bibbia’ (ibid., pag. 7) (di quanto lo sia quello cattolico esposto poco prima). Già queste dichiarazioni basterebbero per comprendere che la giustificazione proclamata dai Testimoni di Geova non è quella biblica; ma noi vogliamo proseguire ed esporre la loro dottrina sulla giustificazione al fine di manifestarvela a tutti voi nella sua interezza. E’ abbastanza complicato esporre questa loro dottrina sulla giustificazione perché in essa troviamo due giustificazioni, quella dei 144.000 e quella delle ‘altre pecore’ che sono differenti l’una dall’altra; ma riteniamo che sia necessario esporla per smascherarla.

Innanzi tutto, essi affermano che ‘il sacrificio di riscatto di Cristo rende possibili due speranze, una celeste e l’altra terrena’ e che ‘per nutrire l’una o l’altra speranza occorre trovarsi in una condizione giusta agli occhi di Dio’ (ibid., pag. 7). Per quanto riguarda la speranza celeste essa è posseduta solo dai 144.000, per quanto riguarda invece la speranza di vivere sulla terra paradisiaca essa è posseduta da tutti gli altri che costituiscono la grande folla o ‘le altre pecore’. Vediamo ora da vicino come essi parlano di questa condizione giusta davanti a Dio (la giustificazione) in relazione a queste due classi di persone.

La giustificazione dei 144.000. Alla domanda: ‘Chi sono quelli che sono stati giustificati, o dichiarati giusti, nel corso dell’attuale sistema di cose?’ (ibid., pag. 9-10), essi rispondono che sono ‘coloro che Geova sceglie per formare i giusti ‘nuovi cieli’, il governo del Regno retto dal Re Gesù Cristo’ e ‘secondo quanto è rivelato, il numero di questi ‘santi’ scelti per governare con l’Agnello Gesù Cristo sul celeste monte Sion è di 144.000’ (ibid., pag. 10); in altre parole, essi affermano che solo questi possiedono una giustificazione ‘completa’ (la chiamiamo così per distinguerla da quella dell’altra categoria di persone che tratteremo dopo). Per loro infatti l’insegnamento della giustificazione esposto da Paolo nella lettera ai Romani è usato in relazione ai 144.000! ‘I 144.000 ‘santi’ vengono definiti ‘giusti che sono stati resi perfetti’; costoro dopo che muoiono al peccato vengono destati a novità di vita, e Dio avendoli dichiarati giusti li può generare mediante il suo Spirito affinché siano suoi figli spirituali. Divengono così Israeliti spirituali ed eredi di Dio. Sono loro che regneranno in cielo con Cristo, infatti alla loro morte (se rimangono fedeli sino alla fine della loro vita terrena) verranno ‘risuscitati’ (loro usano questo verbo impropriamente, perché non si tratta di una risurrezione corporale ma di una ‘risurrezione spirituale’ di cui la Scrittura non dice proprio nulla) ed andranno in cielo con Cristo. Ricordiamo che di questi 144.000, secondo quanto essi dicono, la maggior parte sono morti e coloro che rimangono in vita si trovano esclusivamente tra i Testimoni di Geova. A questo punto è lecito domandarsi: ‘Ma come fa un Testimone di Geova a diventare uno di questi ‘unti’ giustificati con questa speranza celeste, ossia quale è la via che deve seguire per essere salvato in cielo? La risposta si può riassumere in queste fasi: innanzi tutto deve credere che Dio esiste e che è il rimuneratore di quelli che lo cercano, credere che la Bibbia è la verità di Dio e la sicura guida dell’uomo, e deve accettare Gesù come proprio Salvatore; questa fede produrrà in lui il pentimento dai propri peccati. La fede e il pentimento richiedono che la persona rinunzi a se stessa e si dedichi a fare la volontà di Dio. E questa sua rinunzia egli la deve manifestare tramite il battesimo per immersione che simboleggia la sua dedicazione. Viene detto che Dio dichiara giusta una persona quando esercita fede nel sangue di Cristo (e quindi prima del battesimo) infatti si legge in Sia Dio riconosciuto verace: ‘Cristo Gesù opera allora [dopo che uno ha esercitato fede e ha dedicato se stesso a Dio] come avvocato, coprendo i peccati di quella persona con i meriti del Suo sacrificio, e questi vengono in tale modo giustificati mediante il sangue di Cristo’ (Sia Dio riconosciuto verace, pag. 297), ma in effetti la giustificazione avviene dopo il battesimo, cioè dopo l’atto simboleggiante la dedicazione. Ma quando? Nella Torre di Guardia a proposito di colui che entra a fare parte dei 144.000 si legge: ‘Se quest’uomo rimane fedele, Geova non solo si astiene dall’imputargli i suoi falli, ma gli attribuisce realmente la giustizia’ (La Torre di Guardia, 1 dicembre 1985, pag. 9) e che qui si parla della fedeltà fino alla morte lo si deduce anche da quest’altra espressione a riguardo dei 144.000: ‘Se rimangono fedeli sino alla fine della loro vita terrena, muoiono letteralmente e vengono risuscitati a un’eredità incorruttibile...’ (ibid., pag. 12). Quindi, da queste loro ultime affermazioni si evince che questa giustificazione gli ‘unti’ non la ottengono né prima del battesimo e neppure subito dopo il battesimo, ma la otterranno solo alla fine della loro vita se si saranno mostrati ubbidienti alla società della Torre di Guardia (in effetti, ho potuto riscontrare che la Torre di Guardia è ambigua sul quando vengono ‘giustificati’ i 144.000). A questo punto (dopo il battesimo) Dio gli dona lo Spirito Santo e lo adotta come figlio spirituale. E in questa maniera egli nasce di nuovo e diventa re e sacerdote. Ma egli ancora non ha la vita eterna ma solo la speranza di essa davanti a lui, speranza che egli deve procacciare come una ricompensa. Solo dopo essersi mostrati fedeli a Dio dimostrando con i loro atti la loro elezione, tra cui il principale è quello di predicare l’Evangelo del Regno (il loro Evangelo ben inteso) egli otterrà la vita eterna ; quindi alla fine della sua vita. In realtà i membri dei 144.000 una volta ‘giustificati’ dovranno sacrificare loro stessi (come Gesù fece con se stesso) per ottenere il diritto di partecipare alla vita celeste con Cristo dopo morti .

La giustificazione delle ‘altre pecore’. Ma veniamo ora alle cosiddette altre pecore, che costituiscono la maggioranza, per vedere in che maniera essi sono giustificati davanti a Dio secondo la Torre di Guardia. Innanzi tutto anch’essi, per essere giustificati, devono esercitare fede in Dio e in Cristo, e dopo essersi pentiti devono dedicare la loro vita a fare la volontà di Dio manifestando tutto ciò con il battesimo e con una vita dedicata a Dio. Ma a differenza dei 144.000, di cui viene detto che ricevono la giustificazione (quella piena per intenderci) quando credono, di costoro non viene detta la stessa cosa sulla giustificazione. Ecco come parla la Torre di Guardia a loro riguardo: ‘Le ‘altre pecore’ radunate in questo tempo della fine formeranno la ‘grande folla’ che l’apostolo Giovanni vide in visione (...) A motivo della loro fede nel sangue sparso dell’Agnello viene loro attribuito un certo grado di giustizia (...) Il fatto che i componenti delle ‘altre pecore’ siano amici di Dio e che già ora godano di una condizione relativamente giusta agli occhi di Dio è pure reso chiaro dalla profezia di Gesù relativa al ‘segno della sua presenza’ (...) i componenti della ‘grande folla’ che sopravviveranno alla ‘grande tribolazione’ non vengono già dichiarati giusti per la vita (...) anche se Dio li aveva già considerati giusti rispetto all’umanità in generale e quali suoi amici, essi hanno bisogno di ulteriore aiuto, o di compiere altri passi, prima di potere essere dichiarati giusti per la vita (..) Dopo la prova finale saranno dichiarati giusti per la vita..’ (La Torre di Guardia, 1 dicembre 1985, pag. 17-18). ‘Alla fine del regno millenario di Cristo, dopo avere superato la prova del giudizio finale, questi acquisteranno il loro diritto alla vita, ossia la giustificazione da parte di Geova Dio...’ (Sia Dio riconosciuto verace, pag. 276). Essi spiegano questo concetto dicendo che per ora le ‘altre pecore’ che ripongono la loro fede in Gesù hanno il loro nome scritto in un libro di memorie; se poi passeranno la prova, alla fine del millennio il loro nome verrà scritto nel libro della vita. ‘Geova stesso allora li dichiarerà giusti in senso completo. Saranno stati giustificati per vivere in eterno’ (La Torre di Guardia, 1 dicembre 1985, pag. 18).

Confutazione

La giustificazione di cui parla la Scrittura si ottiene mediante la sola fede, ed è posseduta da tutti coloro che hanno creduto in Gesù senza alcuna distinzione

La giustificazione dei Testimoni di Geova in relazione ai 144.000 (che essi si sforzano di sostenere con le Scritture) si dimostra non essere la giustificazione di cui parla la Scrittura innanzi tutto perché la giustificazione di cui parla la Scrittura si ottiene da Dio prima del battesimo mediante la sola fede in Cristo secondo che è scritto: "Il giusto vivrà per la sua fede" (Habac. 2:4), (quindi senza compiere nessuna opera giusta) e non dopo come dicono i Testimoni di Geova . E poi perché la giustificazione di cui parla la Scrittura è posseduta da tutti coloro che si sono ravveduti ed hanno creduto in Cristo Gesù senza distinzione alcuna. Sono ciance quelle che vogliono fare credere che la giustificazione di cui Paolo parla ai Romani si riferisce a quella posseduta solo dai centoquarantaquattromila. Ma da quando in qua Paolo fece una benché minima differenza tra la giustificazione dei 144.000 e quella del resto dei credenti? La giustificazione di cui parla Paolo in tutte le sue epistole (come anche la santificazione e redenzione che si ottengono assieme ad essa) la ottengono tutti coloro che credono infatti Paolo disse ai Giudei di Antiochia di Pisidia: "Siavi dunque noto, fratelli, che... per mezzo di lui, chiunque crede è giustificato di tutte le cose..." (Atti 13:38,39). Come potete vedere il "chiunque crede" annulla tutta questa dottrina della giustificazione relativa ai 144.000, perché mostra che tutti coloro che credono vengono giustificati da Dio. E questo - mi ripeto, ma è necessario farlo - avviene nel medesimo istante in cui la persona crede; non dopo il battesimo (perché è mediante l’atto di fede individuale che si ottiene la giustizia di Dio in Cristo, e questo atto precede sempre il battesimo in acqua), non giorni dopo avere creduto o mesi o anni dopo avere dimostrato determinati atti di fedeltà a Dio e non è neppure qualcosa che avviene nel tempo. Difatti la Scrittura dice che quando Abramo credette, Dio gli mise subito la sua fede in conto di giustizia secondo che è scritto: "Credette all’Eterno, che gli contò questo come giustizia" (Gen. 15:6); quello stesso giorno egli fu dunque giustificato, non qualche tempo dopo, magari quando fu circonciso o quando offrì in sacrificio il suo figlio Isacco. Questo esempio scritturale fa capire come e quando Dio dichiara una persona giusta nel suo cospetto; egli lo fa in base alla sua fede, non in base al suo comportamento, e quindi nel momento in cui egli crede e non dopo tempo che egli ha creduto. E tutto questo perché la giustificazione si ottiene soltanto mediante la fede, senza compiere opere giuste, secondo che è scritto: "...avendo pur nondimeno riconosciuto che l’uomo non è giustificato per le opere della legge ma lo è soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù..." (Gal. 2:16), e: "...poiché noi riteniamo che l’uomo è giustificato mediante la fede, senza le opere della legge" (Rom. 3:28), ed ancora: "Giustificati dunque per fede, abbiam pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore..." (Rom. 5:1). Ed a proposito di Abramo va detto pure questo per confutare e rendere confusi i Testimoni di Geova. Ora, secondo loro, Abramo non faceva parte dei 144.000 e quindi egli non fu giustificato per la vita (cioè non ottenne la giustificazione completa), ma, strano a dirsi, i Testimoni di Geova dicono che l’insegnamento della giustificazione esposto da Paolo ai Romani è usato in relazione ai 144.000! Domandiamo quindi a questa gente: come mai l’apostolo Paolo per parlare della giustificazione completa dei 144.000 ha preso come esempio di uomo giustificato appieno Abramo che non era dei 144.000? Se Abramo non fu giustificato per la vita e perciò deve anche lui passare la prova del millennio per essere dichiarato tale per la vita, come mai la giustificazione da lui ottenuta si riferisce ai 144.000 che la prova del millennio non la devono passare? E poi ancora: come mai il padre di tutti quelli che credono, sarebbe stato destinato da Dio a vivere sulla terra, mentre i suoi figli in cielo? Come mai i suoi figli (i 144.000) dovrebbero stare in cielo a comandare pure sul loro padre? Il discorso dei Testimoni di Geova sulla giustificazione dei 144.000 quindi, ancora una volta, si dimostra falso. La verità è che Abramo, pur non facendo parte dei 144.000 (ma non per i motivi addotti dai Testimoni di Geova), fu giustificato pienamente per mezzo della sua fede, ed aveva una speranza celeste perché aspettava di andare nella sua patria celeste infatti agli Ebrei è detto di lui e di altri: ‘... Ma ora ne desiderano una migliore, cioè una celeste" (Ebr. 11:16). E noi che abbiamo creduto in Cristo abbiamo ottenuto la medesima giustificazione di Abramo, che è nostro padre, e desideriamo, come lo desiderò lui a suo tempo, una patria migliore di quella nostra terrena, cioè quella celeste.

Vogliamo ricordare poi che quando Dio giustifica l’uomo mediante la fede gli dona pure la vita eterna, perciò chi viene giustificato è sicuro di avere la vita eterna secondo che è scritto: "Io v’ho scritto queste cose affinché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figliuol di Dio" (1 Giov. 5:13) ed ancora: ‘...affinché, giustificati per la sua grazia, noi fossimo fatti eredi secondo la speranza della vita eterna" (Tito 3:7). Ma ciò non è presente nella teologia della Torre di Guardia perché da come essa parla nessuno può dire di avere la vita eterna. Neppure i 144.000? Neppure loro, perché costoro devono prima sacrificare loro stessi sulla terra prima di ottenere la vita eterna. Da quello che si legge nei loro libri infatti l’uomo la vita eterna non la riceve in dono da Dio per i meriti ed il sacrificio di Cristo, ma la ottiene in virtù dei suoi meriti e dei suoi sacrifici terreni . Opere, opere, opere; di queste si sente loro sempre parlare; come se la vita eterna fosse stata messa in vendita da Dio. Nella sostanza il loro messaggio è identico a quello della chiesa cattolica romana; la vita eterna ce la si deve guadagnare. Ma essi errano grandemente perché la vita eterna è il dono di Dio in Cristo Gesù nostro Signore, che si ottiene solo per fede secondo che è scritto: "Chi crede ha vita eterna" (Giov. 6:48), ed anche: "Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna" (Giov. 3:36). Gloria a Dio in ogni età. Amen.

E diciamo anche che quando Dio giustifica l’uomo lo salva pure, perciò egli è sicuro di essere salvato; ma anche questo concetto non è presente nella teologia di questa setta perché nessuno può dire di possedere la salvezza con assoluta certezza da quando crede. Neppure i 144.000? Neppure loro, perché essi devono prima mostrarsi ubbidienti a Dio fino alla morte. Nessuno di loro può dire di essere salvato fino a che non avrà terminata la sua vita terrena . In altre parole i Testimoni di Geova a prescindere se sono ‘unti’ o ‘le altre pecore’ non si permettono di dire di essere stati salvati o possedenti la vita eterna perché dire ciò, per loro, è presunzione; per questo quando ci sentono affermare che siamo stati salvati ed abbiamo la vita eterna ci accusano di essere presuntuosi. Ma è forse presunzione affermare di avere ciò che Dio nella sua grande misericordia ci ha donato gratuitamente? Affatto, ma per loro lo è. Il motivo? Sono ancora perduti, e perciò si sentono colpevoli e impossibilitati a dire di essere salvati o di avere la vita eterna. Non è dunque perché sono umili e modesti (come essi dicono) che non si sentono di dire di essere stati salvati e di avere la vita eterna; ma perché essi sono ancora perduti.

Qualcuno potrebbe dire allora: ‘Ma come mai allora coloro che costituiscono il cosiddetto residuo dei 144.000 che si trova in mezzo a loro non è accusato di presunzione come noi? Eppure anche di loro è detto che sono stati giustificati come dice Paolo ai Romani, anche di loro è detto che sono nati di nuovo e sono figliuoli di Dio. La ragione è che anche costoro che formano questa classe di Testimoni di Geova non essendo stati veramente giustificati dai loro peccati e non avendo ancora ricevuto la vita eterna non possono dire di essere stati salvati e di avere la vita eterna; e perciò i loro compagni non li accusano di presunzione come invece fanno verso noi.

Per riassumere quindi brevemente, la dottrina sulla giustificazione dei ‘144.000’ non è affatto vera ma è falsa, innanzi tutto perché non esiste nella Scrittura una giustificazione riservata solo a questi 144.000, e poi perché nella realtà questa giustificazione si basa sui meriti dell’uomo e non sui meriti di Cristo; sulle opere e non sulla fede. In realtà è il loro sacrificio personale (dei cosiddetti unti) che farà sì che alla fine della loro vita gli verrà attribuita realmente la giustizia, e non la fede nel nome di Gesù che gli viene messa in conto di giustizia nel momento stesso in cui essi credono. Non vi fate ingannare dai loro discorsi infarciti di versi biblici nei quali sembra che questi ‘unti’ vengono giustificati per fede, perché le cose non stanno affatto così come sembra.

L’opera di Cristo fu perfetta, per questo chi crede in Lui è sin da ora sicuro della sua giustificazione e della sua salvezza

Vediamo ora di spendere alcune parole anche a proposito della giustificazione delle ‘altre pecore’. Le cose sono chiare: anche per quanto riguarda la giustificazione delle ‘altre pecore’ essa non è quella di cui parla la Scrittura. Questo si comprende bene leggendo espressioni come ‘viene loro attribuito un certo grado di giustizia’ (La Torre di Guardia, 1 dicembre 1985, pag. 17), ‘godano di una condizione relativamente giusta agli occhi di Dio’ (ibid., pag. 17), ‘prima di poter essere dichiarati giusti per la vita’ (ibid., pag. 17), ‘dopo la prova finale saranno dichiarati giusti per la vita’ (ibid., pag. 18), ‘Geova stesso allora li dichiarerà giusti in senso completo...’ (ibid., pag. 18). La sacra Scrittura afferma in maniera inequivocabile che la persona che si ravvede e ripone la sua fede nel sangue di Cristo viene giustificata appieno da Dio, non in parte, non relativamente per cui deve aspettare la fine del Millennio prima di essere giustificato appieno. Quando Dio giustifica il peccatore gli imputa mediante la fede la Sua giustizia che è Cristo Gesù; Paolo dice che Cristo ci è stato fatto da Dio giustizia (cfr. 1 Cor. 1:30), quindi lui è la nostra giustizia davanti a Dio. E dato che Cristo ha adempiuto la legge senza peccare mai, la giustizia che viene accreditata a colui che crede in Gesù è completa. In altre parole chi viene giustificato da Dio viene considerato agli occhi di Dio come uno che non aveva peccato mai, perché Dio gli cancella tutti i suoi vecchi peccati e non se ne ricorda più. Per questo egli è sicuro di essere salvato; perché è stato giustificato dai suoi peccati. Perché invece i Testimoni di Geova (sia che siano considerati parte dei 144.000 sia che siano considerati ‘le altre pecore’) non sono sicuri di essere salvati? E’ semplice: perché essi non hanno ottenuto la giustificazione di cui parla la Scrittura; giustificazione, lo ripeto questo, completa e piena che non fa difetto alcuno e che si ottiene subito quando ci si ravvede e si crede in Cristo. Ecco ora alcune Scritture attestanti quello che abbiamo appena detto: Paolo dice ai Colossesi: "Voi, dico, Egli ha vivificati con lui, avendoci perdonato tutti i falli" (Col. 2:13), e ai Romani dice: "Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, sarem per mezzo di lui salvati dall’ira" (Rom. 5:9). Notate nel primo verso le parole "tutti i falli" che attestano la piena giustificazione che si ottiene in Cristo, e nel secondo verso le parole "essendo ora giustificati" che attestano che Dio ci ha già giustificati e perciò nessun credente ha bisogno di attendere la fine del Millennio prima di dire di essere stato giustificato appieno da Dio. Egli ha la fede in Gesù e perciò la giustizia di Dio basata sulla fede; sin da ora. Quello che il credente deve fare quindi è ritenere questa giustizia fino alla venuta del Signore, al fine di essere trovato in Cristo avendo non una giustizia sua, ma quella che si ha mediante la fede in Cristo "la giustizia che vien da Dio, basata sulla fede" (Fil. 3:9), come dice Paolo. Se si considera bene questo strano insegnamento della parziale giustificazione delle ‘altre pecore’ per il tempo presente si deve convenire che essa è un attacco sfrontato al valore e al potere dell’espiazione compiuta da Cristo Gesù. Esso infatti attribuisce al sangue di Cristo un potere relativo; non un potere assoluto tale da cancellare i peccati e rendere l’uomo subito perfettamente giusto davanti a Dio e riconciliarlo subito con lui appieno in virtù dell’offerta del corpo di Cristo, perché afferma che la piena riconciliazione tra i credenti (che non fanno parte dei 144.000) e Dio avrà luogo alla fine del Millennio quando Dio giustificherà appieno le altre pecore: ‘Geova stesso allora li dichiarerà giusti in senso completo (...) Saranno stati giustificati per vivere in eterno. Dio li adotterà quali suoi figli terreni (...) Nell’universo saranno state ristabilite la pace e l’armonia. Le ‘cose sulla terra’ e le ‘cose nei cieli’ saranno state pienamente riconciliate con Dio (....) La misericordiosa disposizione della giustificazione presa da Geova avrà conseguito il suo scopo’ (La Torre di Guardia, 1 dicembre 1985, pag. 18). Questo loro insegnamento è un duro attacco alla dottrina dell’espiazione di Cristo perché la fa passare per incompleta e perciò non appieno efficace . Noi lo respingiamo e lo annulliamo proclamando quello che la Scrittura dice a riguardo dell’espiazione compiuta da Cristo per riconciliarci con Dio.

Ÿ Giovanni dice: "E quando Gesù ebbe preso l’aceto, disse: E’ compiuto! E chinato il capo, rese lo spirito" (Giov. 19:30). Quindi l’opera compiuta da Cristo sulla croce è stata completa e non ha bisogno affatto di essere completata da nessun atto umano.

Ÿ Lo stesso apostolo dice nella sua prima epistola: "Se camminiamo nella luce, com’Egli è nella luce, abbiam comunione l’uno con l’altro, e il sangue di Gesù, suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato" (1 Giov. 1:7). Dunque, siccome il sangue di Cristo purifica appieno chi si attiene ai suoi insegnamenti dobbiamo concludere che esso è sufficiente per essere salvati. Questo è confermato dalle seguenti parole, già citate prima, di Paolo ai Romani: "Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, sarem per mezzo di lui salvati dall’ira" (Rom. 5:9).

Ÿ Nella lettera agli Ebrei è scritto: "Ma venuto Cristo, Sommo Sacerdote dei futuri beni, egli, attraverso il tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto con mano, vale a dire, non di questa creazione, e non mediante il sangue di becchi e di vitelli, ma mediante il proprio sangue, è entrato una volta per sempre nel santuario, avendo acquistata una redenzione eterna" (Ebr. 9:11-12), ed ancora: "Ed è per questa ragione che egli è mediatore d’un nuovo patto, affinché, avvenuta la sua morte per la redenzione delle trasgressioni commesse sotto il primo patto, i chiamati ricevano l’eterna eredità promessa" (Ebr. 9:15). Quindi Cristo Gesù mediante il versamento del suo sangue ci ha acquistato una salvezza eterna e ci ha messo in grado di ricevere l’eterna eredità promessaci da Dio. Il suo sangue è sufficiente per ricevere la salvezza dell’anima, non c’é affatto bisogno di aspettare qualche altro evento per ricevere la salvezza perché essa è già disponibile nella sua pienezza. Possiamo dunque affermare che lo spargimento del sangue di Cristo assicura a chiunque crede in Lui una benedizione eterna, e subito. Gloria al suo santo nome. Amen.

Ÿ Sempre agli Ebrei è scritto: "Perché con un’unica offerta egli ha per sempre resi perfetti quelli che son santificati" (Ebr. 10:14). Quindi tutti coloro che hanno creduto nel nome del Figliuolo di Dio sono stati aspersi di quell’aspersione che ha purificato la loro coscienza dalle opere morte. Mentre i sacrifici espiatori offerti secondo la legge non potevano togliere i peccati dalla coscienza di coloro che li offrivano, mediante il sacrificio di Cristo i credenti sono stati resi perfetti, quanto alla coscienza, e questo una volta per sempre.

Ÿ E’ scritto nella epistola ai Corinzi: "E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ha dato a noi il ministerio della riconciliazione; in quanto che Iddio riconciliava con sé il mondo in Cristo non imputando agli uomini i loro falli" (2 Cor. 5:18-19). Anche queste parole fanno comprendere che in virtù del sangue di Cristo noi siamo stati riconciliati con Dio in maniera piena. Questo è potuto avvenire perché l’opera che Cristo ha compiuto sulla croce è stata completa. Ecco perché quando si parla con i cosiddetti Testimoni di Geova della remissione dei peccati e della redenzione che noi abbiamo ricevuto mediante la fede in Cristo, essi fanno quei strani ragionamenti quasi che nessuno possa essere sicuro di essere perdonato o salvato durante la sua vita terrena e chi dice di esserlo è un presuntuoso. Ma d’altronde è scritto: "Egli ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figliuolo, nel quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati" (Col. 1:13-14). Quindi noi non siamo affatto dei presuntuosi nell’affermare che in Cristo siamo stati salvati e purgati da tutti i nostri peccati mediante il suo sangue.

Ÿ Paolo dice agli Efesini: "Benedetto sia l’Iddio e Padre del nostro Signor Gesù Cristo, il quale ci ha benedetti d’ogni benedizione spirituale ne’ luoghi celesti in Cristo" (Ef. 1:3), ed anche: "Ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere ne’ luoghi celesti in Cristo Gesù" (Ef. 2:6). Noi credenti in virtù del sacrificio espiatorio compiuto da Cristo siamo stati benedetti d’ogni benedizione spirituale; questo "ogni" significa qualsiasi quindi è del tutto errata la dottrina dei Testimoni di Geova che considera il sacrificio di Cristo come insufficiente a farci ricevere ora la piena giustificazione.

Ÿ Pietro dice nella sua seconda epistola: "Poiché la sua potenza divina ci ha donate tutte le cose che appartengono alla vita e alla pietà mediante la conoscenza di Colui che ci ha chiamati mercé la propria gloria e virtù" (2 Piet. 1:3). Pietro qui dice che Dio, in Cristo, ci ha donate tutte le cose che appartengono alla vita ed alla pietà: quindi il sacrificio di Cristo è del tutto sufficiente a fare ricevere tutte le benedizioni agli uomini, nessuna esclusa; perciò anche la piena giustificazione dai loro peccati. Ma questo ora, non alla fine del millennio.

Ÿ Paolo dice ai Colossesi: "In lui voi avete tutto pienamente" (Col. 2:10), quindi noi in Cristo abbiamo tutto, proprio tutto. Abbiamo lo Spirito d’adozione per il quale gridiamo ‘Abba’ Padre, abbiamo la redenzione, la remissione dei nostri peccati, la vita eterna, la coscienza pura, la fede mediante la quale piacere a Dio, la pace di Dio che sopravanza ogni intelligenza, la gioia della salvezza, la speranza della gloria di Dio, la sapienza di Dio, la conoscenza di Dio, la forza, l’amore di Dio nei nostri cuori. Che diremo dunque? Che ci manca qualcosa per essere salvati e per essere benedetti da Dio o che ancora non siamo appieno giustificati per cui dobbiamo aspettare la fine del regno millenario? Affatto.

Alcune parole infine sulla loro dottrina secondo la quale i nomi di coloro che credono in Cristo verranno scritti nel libro della vita alla fine del Millennio se essi saranno trovati degni. Essa è una impostura. I nomi dei giusti sono già scritti nel libro della Vita dell’Agnello e lo sono dalla fondazione del mondo (cfr. Ap. 13:8; 17:8) e non hanno bisogno di esservi ancora trascritti. Paolo diceva dei suoi collaboratori: "I cui nomi sono nel libro della vita" (Fil. 4:3) , e non: ‘I cui nomi saranno scritti nel libro della vita alla fine del millennio se....’. Ma che vanno cianciando i Testimoni di Geova? Sappiatelo fratelli; nella Scrittura non esiste il passaggio del nome dei credenti dal libro delle memorie al libro della vita. Certo, il nome di colui che è scritto nel libro della vita verrà cancellato da questo libro se esso rinnegherà il Signore perché è scritto: "Colui che ha peccato contro di me, quello cancellerò dal mio libro" (Es. 32:33); ma se egli crederà nel Signore fino alla fine vi rimarrà scritto in maniera chiara per l’eternità.

 

LA NUOVA NASCITA

La dottrina dei Testimoni di Geova

Vediamo adesso qual è l’insegnamento della Torre di Guardia attorno alla nuova nascita. Parlerò innanzi tutto dello ‘scopo per cui Dio fa nascere di nuovo alcuni’, così come ne parlano loro. Ma per comprendere questo scopo occorre parlare prima di tutto dei propositi di Dio per la terra e l’uomo dal punto di vista della Torre di Guardia.

Dopo che Dio creò l’uomo e la donna ordinò loro di crescere, di moltiplicare, di riempire la terra e di rendersela soggetta. Essi erano figli di Dio perché erano perfetti. Dio li aveva messi in un giardino delizioso e potevano dirsi veramente felici. L’intera terra in base a quello che essi dovevano fare per ordine di Dio sarebbe diventata un paradiso popolato di creature umane perfette come loro. Questa era la splendida prospettiva che essi avevano dinanzi. Ma essi trasgredirono l’ordine di Dio e Dio ‘li cacciò dalla sua famiglia di figli e li condannò alla morte’. Così ‘né i nostri primogenitori né alcuno dei loro discendenti hanno potuto adempiere il mandato originale che Dio diede alla famiglia umana’. Ma comunque il proposito di Dio che riguarda la terra e l’uomo sarà adempiuto; come? La risposta è: ‘Per mezzo di un Seme come Dio predisse nel giardino d’Eden e come promise anche ad Abraamo. L’apostolo Paolo mostra che quel Seme è primariamente Gesù Cristo (....) Come poteva Gesù Cristo far adempiere l’originale proposito di Dio? Prima di tutto, togliendo la condanna sotto cui si trova la famiglia umana a causa della ribellione di Adamo’ (La Torre di Guardia, 1 febbraio 1982, pag. 18-19). Questo egli fece ‘morendo in sacrificio sul palo di esecuzione’ quando diede la sua vita come prezzo di riscatto. ‘Egli aprì così alla progenie di Adamo la strada per rientrare nell’approvata famiglia di Geova..’ (ibid., pag. 19). Ma prima di morire Gesù dovette anche lui nascere di nuovo; e difatti Gesù nacque di nuovo. Dove e quando? La Torre di Guardia ci fa sapere che questo avvenne al Giordano dopo che Giovanni lo battezzò, quando lo Spirito scese su lui. Ecco le parole: ‘Lì, per mezzo dello spirito santo, Dio aveva generato Gesù come Figlio spirituale (...) Gesù divenne in tale modo non solo uno spirituale Figlio di Dio ma anche il Messia, il Cristo o Unto che doveva essere re del regno di Dio (....) Gesù era stato generato dallo spirito, era ‘nato di nuovo’ (ibid., pag. 19). Dopo che Gesù morì, risuscitò (teniamo sempre presente però cosa la Torre di Guardia insegna a riguardo della risurrezione di Cristo), e fu esaltato da Dio Padre; cosicché egli ‘è ora in grado di far adempiere il proposito che Dio ebbe in origine riguardo alla terra e all’uomo (...) Gesù Cristo farà tutte queste cose da solo? (...) No. Parteciperanno con lui all’adempimento di queste profezie messianiche alcuni che vissero come creature umane sulla terra, proprio come lui. Ma per potere partecipare al governo del Regno di Cristo devono prima, come lui ‘nascere di nuovo’ mentre sono sulla terra’ (ibid., pag. 19-20). Quanti sono costoro? Chi sono? La Torre di Guardia ce lo dice: ‘..sono comparativamente pochi quelli che ‘nascono di nuovo’ (...) L’apostolo Giovanni dice di avere visto 144.000 israeliti spirituali suggellati sulle loro fronti, e 144.000 in piedi sul monte Sion con l’Agnello Gesù Cristo (...) Solo questi ‘nascono di nuovo’. Insieme al loro Signore e Maestro, Gesù Cristo, essi formano il regno per il quale Gesù insegnò ai suoi seguaci a pregare. Costituiscono il ‘seme d’Abraamo’ mediante cui si benediranno tutte le nazioni’ (ibid., pag. 20-21). E questi ‘unti’, come Gesù, devono predicare la buona notizia e produrre il frutto dello Spirito fino alla fine della loro vita terrena, perché ‘solo dimostrandosi fedeli sino alla morte gli unti possono sperare di ricevere la corona della vita..’ (ibid., pag. 20). Abbiamo visto quindi il perché per la Torre di Guardia è necessario che alcuni nascono di nuovo come Gesù, quanti sono e quali sono i loro obblighi sulla terra. A questo punto vediamo di spiegare come si nasce di nuovo per la Torre di Guardia e come fa una persona a sapere se è tra quei 144.000 ‘nati di nuovo’. Per nascere di nuovo i futuri discepoli devono fare sei distinti passi che, comunque, devono fare tutti coloro che ‘desiderano diventare veri cristiani e ottenere la salvezza, sia che la ricompensa finale sia celeste o terrena’ (ibid., pag. 22).

1) ‘Anzitutto devono acquistare accurata conoscenza di Geova Dio, loro Creatore (...) e di suo Figlio, Gesù Cristo...’ (ibid., pag. 22).

2) ‘La conoscenza da sola, però, non basta. Bisogna esercitare fede...’ (ibid., pag. 23).

3) ‘La prima opera che si deve compiere per dar prova della propria fede è quella del pentimento...’ (ibid., pag. 23).

4) ‘Non basta però smettere semplicemente di fare ciò che è peccaminoso. Bisogna fare il passo della conversione..’ (ibid., pag. 23).

5) ‘Quindi, come Gesù si presentò al Giordano per fare la volontà del Padre suo, così tutti coloro che desiderano diventare seguaci di Gesù Cristo, indipendentemente dalla speranza, devono compiere il passo successivo, cioè presentarsi a Dio. Oggi questo include il fare la dedicazione a Geova...’ (ibid., pag. 23).

6) ‘Poi, come sesto passo, devono simboleggiare questa dedicazione e farne un’aperta confessione sottoponendosi al battesimo come vi si sottopose Gesù...’ (ibid., pag. 23).

Ma facendo tutti questi passi si è sicuri di essere nati di nuovo, ossia si nasce automaticamente di nuovo? Assolutamente no. La Torre di Guardia dice infatti: ‘Acquistare conoscenza di Geova Dio e di Gesù Cristo, esercitare fede, pentirsi, convertirsi, dedicarsi ed essere battezzati; è con questi passi che automaticamente l’individuo ‘nasce di nuovo’? Tutt’altro! (...) Tutto ciò che può fare la persona che compie i succitati passi è di mettersi in condizione di ‘nascere di nuovo’, se questa è la volontà di Dio’ (ibid., pag. 23).

Vediamo adesso allora il ruolo che Dio ha in questa cosiddetta ‘nuova nascita’. ‘..A questo punto è Dio ad agire a favore di coloro che si compiace di chiamare al regno celeste (...) A quelli che Dio dichiara giusti è perciò attribuito il diritto alla vita umana perfetta. Per tale motivo Geova Dio può ora agire direttamente su di loro mediante il suo spirito (..) Quelli che Dio dichiara giusti sono ora generati come suoi figli spirituali. Come? Per mezzo del suo spirito santo o forza attiva, che fa agire a loro favore, per cui possono ‘nascere di nuovo’...’ (ibid., pag. 24). Ma come fanno a sapere se essi sono veramente tra gli ‘eletti’? Mediante la testimonianza dello Spirito perché ‘riguardo a questi ‘eletti’ l’apostolo Paolo dichiarò: ‘Lo spirito stesso rende testimonianza col nostro spirito che noi siamo figli di Dio’ (...) Mentre essi mantengono una buona relazione con il loro Padre celeste, egli, mediante i suoi provvedimenti, li rafforza nella convinzione che sono davvero cristiani ‘nati di nuovo’ (ibid., pag. 24).

Ma è possibile che uno che ha seguito tutti i sei passi citati si possa sbagliare e dica di essere nato di nuovo quando non lo è? Certo; infatti la Torre di Guardia alla fine del suo lungo discorso sulla nuova nascita dice: ‘Chiunque si sia dedicato e sia stato battezzato in tempi relativamente recenti e che reputa d’essere ‘nato di nuovo’ fa bene a riflettere seriamente sulle seguenti domande: Quali ragioni hai per pensare che Geova Dio abbia posto in te questa speranza? Non può darsi che il tuo sentimento sia un residuo dell’erronea credenza che avevi prima quando eri in Babilonia la Grande, cioè che il cielo è il destino di tutti i buoni? O può darsi che ti senti così a causa di grave turbamento interiore? Può darsi che tu abbia dapprima lottato contro l’idea ma che essa abbia gradualmente avuto il sopravvento? Tuttavia, ha essa avuto il sopravvento perché tu lo volevi, forse anche inconsciamente? Tali conflitti non provano di per sé che sei ‘nato di nuovo’ (ibid., pag. 25).

Confutazione

La nuova nascita si sperimenta quando ci si ravvede e si crede in Gesù e non è affatto limitata ai 144.000

Passiamo ora a confutare questo falso insegnamento sulla nuova nascita che la Torre di Guardia rivolge agli uomini. Lo faremo parlando della nuova nascita insegnata dalla Scrittura sottolineando man mano gli errori della Torre di Guardia.

Gesù parlò della nuova nascita a Nicodemo, uno dei capi dei Giudei, il quale era venuto a lui di notte. Gesù gli disse: "In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio. Nicodemo gli disse: Come può un uomo nascere quand’è vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel seno di sua madre e nascere? Gesù rispose: In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne, è carne; e quel che è nato dallo Spirito, è spirito. Non ti maravigliare se t’ho detto: Bisogna che nasciate di nuovo. Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né donde viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito" (Giov. 3:3-8). Dalle parole di Gesù sulla nuova nascita si evince che per entrare e per vedere il Regno di Dio è indispensabile nascere di nuovo. Le seguenti espressioni: "...non può vedere il regno di Dio... non può entrare nel regno di Dio... Bisogna che nasciate di nuovo.." lo dimostrano. Quindi tutti quelli che vogliono entrare nel Regno di Dio che è nei cieli devono nascere di nuovo, altrimenti ne rimarranno fuori. Ma perché gli uomini devono nascere di nuovo per poter entrare nel Regno di Dio? Perché essi sono morti nei loro falli e nelle loro trasgressioni privi della vita di Dio (cfr. Ef. 2:1). La nuova nascita è infatti una risurrezione spirituale che permette a colui che è morto spiritualmente di risuscitare e diventare vivo dal punto di vista spirituale e quindi atto ad entrare nel Regno di Dio. A questo punto è lecito domandarsi: ‘Ma quanti possono nascere di nuovo? Tutti coloro che lo vogliono. Precisiamo però che con questa espressione non intendiamo dire che coloro che nascono di nuovo sperimentano la nuova nascita perché lo vogliono loro perché essi la sperimentano perché lo vuole Dio infatti è scritto che essi "non son nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma son nati da Dio" (Giov. 1:13), ed anche: "Egli ci ha di sua volontà generati mediante la parola di verità, affinché siamo in certo modo le primizie delle sue creature" (Giac. 1:18). Con la suddetta espressione vogliamo dire solamente che noi non conosciamo il numero esatto di coloro che Dio ha decretato di generare mediante la sua Parola e perciò diciamo a tutti gli uomini che essi devono nascere di nuovo per entrare nel regno di Dio; una cosa sappiamo; essi non sono 144.000! Sia ben chiaro questo; è del tutto privo di fondamento scritturale dire che solo 144.000 possono nascere di nuovo, o che Dio aveva stabilito di fare nascere di nuovo solo questo numero di persone. Certo, pure questo numero di eletti di fra la nazione d’Israele secondo la carne (quindi non ci sono Gentili tra di loro) è stato da Dio prima della fondazione del mondo preordinato a nascere di nuovo; ma assieme a loro Dio aveva decretato di fare rinascere, oltre che a tanti altri, anche una grande folla di persone che nessuno può noverare (quelli che vengono dalla grande tribolazione), e ci riferiamo a quella che Giovanni vide in cielo. Sì, in cielo; perché essi erano davanti al trono di Dio in cielo e non su qualche posto sulla faccia della terra (cfr. Ap. 7:9-10). Come si può dunque affermare che solo 144.000 possono nascere di nuovo, quando Giovanni vide in cielo, nel Regno di Dio, molte e molte altre persone? Non si può; ma i Testimoni di Geova lo fanno, a danno loro perché sono loro che ne porteranno la pena.

Occorre dire che questo falso insegnamento sul numero di coloro che possono nascere di nuovo la Torre di Guardia lo fa perché secondo essa solo questo numero di eletti entreranno in cielo; gli altri, cioè ‘le altre pecore’ ne rimarranno fuori e precisamente sulla terra. Per essa infatti i 144.000 sono i soli tra le creature terrene a regnare con Cristo dal cielo sulla terra; quando la Scrittura non fa distinzione tra una classe destinata a regnare in cielo e un’altra a regnare sulla terra. Ma l’altro errore che essa fa è quello di dire che i 144.000, dato che devono assieme a Cristo benedire tutte le nazioni perché assieme a lui formano la progenie d’Abramo, devono nascere di nuovo come nacque di nuovo Cristo al Giordano! Ma da quando in qua nella Scrittura è scritto che la progenie d’Abramo è formata da 144.001 persone, cioè da Cristo più i 144.000? Cristo è la progenie d’Abramo, e assieme a lui dato che i credenti sono uno in Cristo e il corpo di Cristo ci sono pure appunto tutti i credenti secondo che è scritto: "E se siete di Cristo, siete dunque progenie d’Abramo; eredi, secondo la promessa" (Gal. 3:29). E poi, ma da quando in qua la Scrittura dice che Cristo nacque di nuovo? Egli non aveva bisogno di nascere di nuovo; lui al Giordano non diventò il Figlio di Dio perché già lo era infatti a dodici anni disse ai suoi genitori: "Non sapevate ch’io dovea trovarmi nella casa del Padre mio?" (Luca 2:49); lui al Giordano non diventò il Cristo perché già egli lo era perché l’angelo disse ai pastori quando nacque Gesù: "Oggi, nella città di Davide, v’è nato un salvatore, che è Cristo, il Signore" (Luca 2:11). Ma che vanno cianciando i Testimoni di Geova? Ancora una volta constatiamo la veracità delle parole: "Un abisso chiama un altro abisso..." (Sal. 42:7) e come le profane ciance rodono come fa la cancrena.

Abbiamo visto quindi che la nuova nascita la possono sperimentare tutti e la sperimentano tutti coloro che Dio ha decretato di fare nascere di nuovo (di cui solo lui ne conosce il numero, che è nettamente superiore a 144.000). Ma come si fa a nascere di nuovo? Dalla predicazione che Gesù Cristo rivolgeva ai Giudei, tenendo presente che le parole che lui disse a Nicodemo: "Bisogna che nasciate di nuovo" erano rivolte a tutti i Giudei (e non Giudei naturalmente), si evince che per nascere di nuovo bisogna ravvedersi e credere nel Vangelo secondo che diceva Gesù ai Giudei: "Ravvedetevi e credete all’evangelo" (Mar. 1:15). Non è dunque necessario il battesimo in acqua per nascere di nuovo? No; perché la nuova nascita la si sperimenta quando ci si ravvede e si crede nel Figliuolo di Dio, e non quando si viene immersi nelle acque battesimali o quando si esce fuori da esse. Il battesimo rappresenta ciò che il credente ha già sperimentato mediante la fede nel Cristo di Dio, cioè la nuova nascita; l’immersione è il seppellimento con Cristo, l’uscire dall’acqua la risurrezione con Cristo. Qualcuno dirà: Ma non è forse scritto che si nasce di nuovo dall’acqua? Sì, ma essa non è l’acqua del battesimo, ma la Parola di Dio che nella Scrittura è simboleggiata dall’acqua secondo che è scritto in Isaia: "E come la pioggia e la neve scendon dal cielo e non vi ritornano senz’aver annaffiata la terra, senz’averla fecondata e fatta germogliare sì da dar seme al seminatore e pane da mangiare, così è della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, senz’aver compiuto quello ch’io voglio, e menato a buon fine ciò per cui l’ho mandata" (Is. 55:10-11).

La nuova nascita è un esperienza reale che si è perfettamente consci di sperimentare quando essa avviene e si è perfettamente sicuri di averla vissuta dopo che la si è sperimentata; e questo quantunque noi non riusciamo a spiegare come essa abbia potuto compiersi nella nostra vita perché opera imperscrutabile operata da Dio mediante la sua Parola e il suo Santo Spirito. Possiamo paragonarla all’uscita di un morto dalla tomba dove era stato seppellito; all’uscita di un prigioniero da una prigione, all’uscita alla luce del sole di una persona rinchiusa per anni in una stanza buia; al ricupero della vista di un cieco nato; all’essere liberato da forti e pesanti catene; insomma vogliamo dire che chi l’ha sperimentata sa che cosa ha provato quando è nato di nuovo perché è stata una esperienza che ha segnato la sua esistenza in maniera radicale. Ciò che si sperimenta quando si nasce di nuovo è la salvezza, il perdono di tutti i vecchi peccati; la sparizione quindi di quel senso di colpa che travaglia l’uomo senza Dio; per questo chi nasce di nuovo è sicuro all’istante di essere stato salvato, di essere stato purificato da tutti i suoi peccati e di non avere più la coscienza che lo accusa. E questo produce subito in lui una grande gioia, una gioia profonda che sgorga da Cristo che viene a dimorare nel suo cuore; e assieme alla gioia una pace profonda, vera, che viene sempre da Cristo. Egli diventa così un figliuolo di Dio; come? Lo abbiamo visto; mediante il ravvedimento e la fede in Cristo. Ma è sicuro di essere un figliuolo di Dio? Certo. In ragione di cosa può dire di essere un figliuolo di Dio? in virtù di quello che dice la Parola di Dio; "Ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il potere di diventar figliuoli di Dio" (Giov. 1:12), ed anche: "Vedete di quale amore ci è stato largo il Padre, dandoci d’esser chiamati figliuoli di Dio! E tali siamo" (1 Giov. 3:1); ed in virtù della testimonianza dello Spirito Santo che è venuto a dimorare nel suo cuore infatti è scritto: "Avete ricevuto lo Spirito d’adozione, per il quale gridiamo: Abba! Padre! Lo Spirito stesso attesta insieme col nostro spirito, che siamo figliuoli di Dio" (Rom. 8:15-16). E quindi egli è sicuro di essere un erede di Dio e un coerede di Cristo; egli è sicuro di avere la vita eterna perché ha nel cuore colui che è la vita eterna; e perciò sa che quando morirà andrà ad abitare in cielo con Cristo e con gli altri santi in attesa della risurrezione. Tutto ciò non esiste nella nuova nascita predicata dai Testimoni di Geova perché essa ha solo il nome di nuova nascita ma in effetti è una macchinazione dell’avversario per tenere le persone lontane dalla nuova nascita e perciò dalla salvezza. Basta considerare che essi affermano che dopo avere acquistato conoscenza di Dio e di Gesù Cristo, esercitato fede, dopo il pentimento, la conversione, la dedicazione e il battesimo, una persona non nasce automaticamente di nuovo ma si mette ‘in condizione di nascere di nuovo se questa è la volontà di Dio’ per comprendere quanto sia fasulla questa loro nuova nascita. Ma da quando in qua nella Scrittura c’è scritto che uno dopo che si è pentito e ha creduto nel Figliuolo di Dio può nascere di nuovo se questa è la volontà di Dio? Ma come si fa a dire tali assurdità quando è manifesto che chi si è ravveduto e ha creduto in Cristo è già nato di nuovo, e non deve mettersi in condizione di nascere di nuovo se questa è la volontà di Dio. Dio ha voluto fare nascere di nuovo colui che si è ravveduto e ha creduto in Cristo; questo insegna la Scrittura; al bando le ciance dei Testimoni di Geova!

Ma diciamo anche questo; come voi sapete anche ‘le altre pecore’ che non fanno parte dei 144.000 devono fare quei sei passi per esser salvati; ma da quello che ci viene dato di comprendere leggendo la teologia della Torre di Guardia, queste altre pecore a differenza dei 144.000, quantunque esercitino la loro fede in Dio e in Cristo non vengono fatti rinascere di nuovo da Dio e non vengono consacrati da lui né re e né sacerdoti. Perché queste sono prerogative che spettano solo al piccolo residuo dei 144.000 che si trova ancora sulla terra. Ma questo non si accorda con l’insegnamento della Scrittura. Giovanni dice infatti che "chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio" (1 Giov. 5:1), ed anche : "Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede. Chi è colui che vince il mondo, se non colui che crede che Gesù è il Figliuol di Dio?" (1 Giov. 5:4-5). Come potete dunque vedere da voi stessi, tutti coloro che si pentono dai loro peccati e credono che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, vengono fatti rinascere da Dio e sono dichiarati dalla Scrittura nati da Dio e vincitori sul mondo. E’ assurdo dunque affermare che uno può credere che Gesù è il Cristo, che lui è il Figliuol di Dio e non essere nato di nuovo nello stesso tempo come nel caso delle ‘altre pecore’!

E poi noi diciamo: non è forse anche scritto che "chiunque ama è nato da Dio" (1 Giov. 4:7)? Perché dunque affermare che le ‘altre pecore’ non sono nate da Dio, quando anch’esse amano Dio e coloro che sono da lui stati generati?

Inoltre, diciamo che tutti coloro che credono, essendo che sono nati di nuovo, sono anche sacerdoti di Dio; infatti Pietro dopo avere detto all’inizio della sua prima epistola: "Benedetto sia l’Iddio e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, il quale nella sua gran misericordia ci ha fatti rinascere, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, ad una speranza viva..." (1 Piet. 1:3-4), afferma: "Ma voi siete... un real sacerdozio.." (1 Piet. 2:9). Vedete? Tutti coloro che sono rinati sono sacerdoti di Dio. E quindi tutti coloro che hanno creduto nel Figliuolo di Dio sono sacerdoti. E, sempre secondo la Scrittura, tutti coloro che hanno creduto sono stati fatti anche un regno e regneranno con Cristo sulla terra infatti Giovanni dice che Cristo "ci ha fatti essere un regno e sacerdoti all’Iddio e Padre suo" (Ap. 1:6), e che sentì le creature viventi e i ventiquattro anziani affermare: "..Hai comprato a Dio, col tuo sangue, gente d’ogni tribù e lingua e popolo e nazione, e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e de’ sacerdoti; e regneranno sulla terra" (Ap. 5:9-10).

Come potete vedere la Scrittura insegna che tutti coloro che credono sono nati da Dio, e di conseguenza sono re e sacerdoti per la grazia di Dio; nessuna distinzione è fatta fra i credenti a tale riguardo.

 

LA SALVEZZA

La dottrina dei Testimoni di Geova

I Testimoni di Geova insegnano che quando Adamo peccò, oltre che a diventare schiavo del peccato e a trasmettere questa schiavitù ai suoi discendenti, perse pure il diritto a vivere eternamente sulla terra. Per quanto riguarda le parole che Dio gli aveva detto: "Nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai" (Gen. 2:17), esse si adempirono nel giorno che Adamo disubbidì, ma questo giorno, in base alla loro interpretazione, non è un giorno di ventiquattro ore: e lo confermano facendo notare che Adamo morì fisicamente a 930 anni ! ‘Ciò che Adamo aveva perso era la vita umana perfetta, senza peccato, con la prospettiva della vita eterna’ (La Torre di Guardia, 15 marzo 1981, pag. 9), e affinché il genere umano potesse essere liberato dalla schiavitù del peccato e riacquistare ciò che di prezioso Adamo aveva perso e fatto perdere era necessario che venisse pagato un prezzo corrispondente. Era necessario in base alla legge: "Darai vita per vita" (Es. 21:24), che qualcuno offrisse una vita perfetta senza peccato per ricomprare il genere umano dalla schiavitù del peccato e dargli la prospettiva di vivere eternamente sulla terra. Nessun uomo nato col peccato avrebbe potuto quindi offrire questo riscatto a Dio; ma Dio mandò il suo Figliuolo (che però secondo loro non è Dio perché anch’esso è stato creato un giorno), che in virtù del fatto che era nato senza peccato e che durante la sua vita non peccò mai, mediante la sua morte poté offrire questo prezzo di riscatto. ‘Come Adamo Gesù era perfetto. A differenza di Adamo, rimase ubbidiente (...) Perciò Gesù possedeva l’unica cosa equivalente a una vita umana perfetta: un’altra vita umana perfetta (..) Quindi alla sua morte egli sacrificò qualcosa che equivaleva esattamente alla vita umana perfetta persa da Adamo’ (op. cit., pag. 9). Il prezzo del riscatto è dunque stato pagato, e coloro che vogliono essere liberati dal peccato e ricevere la vita eterna devono esercitare fede in Gesù Cristo: così essi dicono. Ma vediamo ora la maniera in cui si viene salvati secondo la Torre di Guardia perché da questa si capisce come per i Testimoni di Geova la salvezza si ottiene per opere e non soltanto mediante la fede in Cristo come insegna la Scrittura. Prima è necessario dire però che quando i Testimoni di Geova parlano della salvezza si riferiscono sia alla salvezza dalla schiavitù del peccato, sia alla salvezza dal presente secolo malvagio, ed infine, e vogliamo dire soprattutto, alla salvezza dalla distruzione di Armaghedon. William Schnell nel suo libro Trent’anni schiavo della Torre di Guardia dice a proposito dei componenti della classe ‘Gionadab’, cioè delle cosiddette altre pecore destinate a vivere sulla terra, quanto segue: ‘Con cura venne loro insegnato che se fossero rimasti entro i confini dell’Organizzazione senza deviare, se avessero seguito religiosamente tutte le sue istruzioni, ascoltando attentamente l’indottrinamento della Torre di Guardia, andando fuori come Proclamatori e facendo uno scrupoloso e regolare rapporto del tempo speso per questo, allora forse ad Armaghedon sarebbero stati salvi’ (William Schnell, Trent’anni schiavo della Torre di Guardia, Napoli 1983, pag. 130) . Ma i Testimoni di Geova quando parlano di salvezza non si riferiscono mai alla salvezza dalle fiamme dell’Ades e da quelle dello stagno ardente di fuoco e di zolfo, perché per loro non esiste un luogo di tormento dove vanno le anime dei peccatori in attesa del giudizio, e neppure il fuoco eterno dove i peccatori dopo la risurrezione saranno gettati per starvi per sempre. Ma quello che si capisce leggendo le loro riviste è che la salvezza di cui essi parlano non è qualcosa che l’uomo può avere sull’istante da Dio, e perciò essere sicuro di possederla durante la sua vita, ma qualcosa proiettato sempre nel futuro, qualcosa da raggiungere operando, insomma qualcosa da potersi meritare col tempo per cui nessuno può dire di possederla adesso (ricordatevi le parole di William Schnell sopra citate). E difatti questo lo si capisce quando si parla con loro; all’affermazione che il Signore ci ha salvati dai nostri peccati reagiscono sempre citando le parole di Gesù "chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato" (Matt. 24:13), come per dire che è presunzione affermare di essere stati salvati sin da adesso. Da ciò si capisce che essi sono ancora perduti schiavi del peccato quantunque parlino di salvezza, di prezzo del riscatto offerto da Gesù, di liberazione dal peccato ecc.

Ma veniamo ora al come si ottiene la salvezza per i Testimoni di Geova. ‘Signori, che cosa devo fare per essere salvato? chiese un atterrito carceriere del primo secolo dopo avere assistito alla miracolosa liberazione di tutti i suoi prigionieri, fra i quali l’apostolo Paolo e il suo compagno Sila. La risposta fu: Credi al Signore Gesù e sarai salvato, tu e la tua casa. Cosa comportava il ‘credere al Signore Gesù ed esser salvato’? Era sufficiente dire di credere in Gesù e di avere fede in lui quale ‘salvatore del mondo’? Possiamo comprenderlo esaminando il racconto biblico delle migliaia di persone salvate nel primo secolo E.V’ (La Torre di Guardia, 1 febbraio 1984, pag. 6). Proseguendo la Torre di Guardia dice: ‘Per essere salvati era necessario apprendere la verità della Parola di Dio, studiare regolarmente le Scritture e applicarle alla propria vita’ (op. cit., pag. 6)! Ma per essere salvati per la Torre di Guardia è anche indispensabile disconoscere Gesù come Dio; ecco le sue parole: ‘..Per essere veramente salvati è necessario separarsi da quelle religioni della cristianità che falsamente insegnano che Gesù sia Dio’ (La Torre di Guardia, 1 febbraio 1984, pag. 8).

Confutazione

La salvezza è per fede e quindi per grazia

Come potete vedere la salvezza per i Testimoni di Geova non si ottiene mediante la fede, ma per mezzo del buon operare e questo è in aperto contrasto con la Scrittura che ripetutamente dice che si viene salvati mediante la fede e non in virtù di opere giuste compiute affinché nessuno si glori nel cospetto di Dio. Paolo dice agli Efesini: "Poiché gli è per grazia che voi siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non vien da voi; è il dono di Dio" (Ef. 2:8), e a Tito scrive che "quando la benignità di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore verso gli uomini sono stati manifestati, Egli ci ha salvati non per opere giuste che noi avessimo fatte, ma secondo la sua misericordia..." (Tito 3:4-5) ed ai Romani dice che l’Evangelo "è potenza di Dio per la salvezza d’ogni credente" (Rom. 1:16), ed anche: "Se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore, e avrai creduto col cuore che Dio l’ha risuscitato dai morti, sarai salvato..." (Rom. 10:9). Queste poche Scritture attestano che la salvezza è totalmente gratuita perché la si ottiene solo per mezzo della fede, e quindi non si può in nessuna maniera meritare. I Testimoni di Geova annunciano quindi un altro Evangelo!

Ma voglio dire qualcosa d’altro che si evince chiaramente da tutto il loro insegnamento sulla salvezza, che ricordiamo è strettamente collegato alla loro dottrina sul millennio, e cioè che alla fin fine il Testimone di Geova che fa parte delle ‘altre pecore’ non potrà dire di essere salvato neppure alla fine della sua vita terrena; tutt’al più potrà dire che per avere creduto in Gesù e fatto opere buone ed essere andato di casa in casa avrà il diritto di esser risuscitato durante il millennio. E questo perché per lui il periodo decisivo da cui dipenderà la sua salvezza eterna è quello del millennio durante il quale se si mostrerà ubbidiente alla Torre di Guardia gli verranno applicati i benefici del riscatto di Cristo e sarà liberato appieno dalla schiavitù del peccato. E poi si tenga presente che alla fine del millennio egli dovrà passare la prova finale quando Satana cercherà di sedurre coloro che saranno sulla terra paradisiaca. Quindi lui fino alla fine del millennio non potrà giammai essere sicuro di vivere eternamente sulla terra. E poi va detto che stando così le cose, al Testimone di Geova morto, paragonando la sua sorte a quella degli ‘empi’, non sarà valso proprio niente avere ‘creduto’ in Gesù e fatto opere buone perché ci saranno tanti uomini che risorgeranno durante il millennio come lui senza avere mai avuto la possibilità di credere in Gesù e fare le opere buone, ai quali sarà data la stessa possibilità di ottenere la vita eterna sulla terra che sarà data a lui. E non solo questo, perché Dio, da quello che insegna la Torre di Guardia, quando farà tornar in vita i Testimoni di Geova morti e coloro che non erano stati Testimoni di Geova, non terrà nessun conto delle loro opere compiute prima di morire; né di quelle buone e neppure di quelle malvagie. Quindi ci saranno tanti non-Testimoni di Geova che pur non avendo fatto parte della Torre di Guardia ed essendo vissuti da peccatori impenitenti torneranno a vivere sulla terra con le loro stesse possibilità. Non è questa una chiara assurdità che scaturisce da questa loro dottrina sulla salvezza? Certo che lo è. In verità il Dio dei Testimoni di Geova non è l’Iddio giusto che noi abbiamo conosciuto; perché tali cose non possono procedere da Lui.

Anche per quanto riguarda la vita eterna occorre dire qualcosa; innanzi tutto come abbiamo visto c’è differenza tra vita eterna in relazione ai 144.000 e quella in relazione alle ‘altre pecore’ perché la prima è ‘celeste’ mentre l’altra è ‘terrena’; e poi che essa non è posseduta dai Testimoni di Geova (né dal ‘rimanente dei 144.000’ e neppure dalle ‘altre pecore’) perché secondo loro la vita eterna il rimanente dei 144.000 la riceveranno alla fine della loro vita terrena se ne saranno reputati degni mentre gli altri la riceveranno alla fine del millennio, se passeranno la prova, ed allora finalmente potranno dire di averla ricevuta o meglio meritata. Ora, prescindendo dal fatto che in mezzo al popolo di Dio non ci sono persone destinate a vivere eternamente in due luoghi diversi, uno in cielo e l’altro in terra; vediamo cosa dice la Torre di Guardia a riguardo della vita eterna. Commentando le parole di Gesù: "Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna" (Giov. 3:16) (nella loro versione si legge: ‘affinché chiunque esercita fede in lui..’) la Torre di Guardia afferma: ‘Sì, quelli che esercitano fede in Gesù Cristo, mediante il quale Dio provvide il riscatto, riceveranno la vita eterna che la deliberata disubbidienza di Adamo aveva sottratto loro’ (La Torre di Guardia, 15 marzo 1981, pag. 10). E quando riceveranno la vita eterna? Alla fine del Millennio naturalmente, dopo che avverranno tutte le loro previsioni! Ma essi dimenticano che la Scrittura non solo afferma che Dio "renderà a ciascuno secondo le sue opere: vita eterna a quelli che con la perseveranza nel bene oprare cercano gloria e onore e immortalità..." (Rom. 2:6-7), ma anche che coloro che credono in Cristo hanno già la vita eterna dimorante in loro stessi secondo che è scritto: "Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna..." (Giov. 3:36); "Chi crede ha vita eterna" (Giov. 6:48); "Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figliuolo e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno" (Giov. 6:40) (notate che il ricevere la vita eterna precede la risurrezione nelle parole di Gesù, mentre nella teologia della Torre di Guardia la vita eterna sulla terra i Testimoni di Geova che muoiono con la speranza terrena la potranno ottenere solo dopo essere risuscitati dopo avere passato tutte le prove); "Io v’ho scritto queste cose affinché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figliuol di Dio" (1 Giov. 5:13); "Chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita" (Giov. 5:24); questi sono alcuni dei versetti biblici che attestano in maniera chiara che coloro che credono hanno la vita eterna, e non devono aspettare la fine del millennio per riceverla.

 

CONCLUSIONE

Abbiamo visto dunque la distinzione che fanno i Testimoni di Geova, a proposito della giustificazione, tra i 144.000 e le altre pecore. Che dire? In verità dobbiamo riconoscere che il serpente antico ancora una volta facendo uso delle Scritture è riuscito a ingannare tante persone. Pensate, secondo la teologia della Torre di Guardia, ci sono due distinte categorie di ‘credenti’ di cui quella dei 144.000 in virtù di una diversa giustificazione ottenuta da Dio possiede oltre che dei privilegi che l’altra non ha (ricordiamo di sfuggita quello di mangiare i simboli della cena del Signore) un destino diverso infatti essa regnerà in cielo con Cristo mentre gli altri dovranno starsene sulla terra. In verità i Testimoni di Geova fanno passare Dio per un Dio ingiusto, per un Dio pieno di riguardi personali! E poi, sempre in base a questa dottrina: la Torre di Guardia fa passare la maggiore parte dei passi del Nuovo Testamento, quelli che parlano della giustificazione, della santificazione, del sacerdozio, della gente santa, del suggellamento con lo Spirito Santo, della sposa di Cristo, del corpo di Cristo e tanti altri (la lista è molto lunga) come passi che si riferiscono alla classe degli ‘unti’ vale a dire ai centoquarantaquattromila, e non a tutti coloro che hanno creduto, quando ciò non è affatto vero. Questo modo di interpretare le Scritture e di farle capire alle persone è veramente riprovevole. Ma oltre a ciò abbiamo visto come la Torre di Guardia anche quando parla della giustificazione non ne parla in maniera retta, né nel caso dei 144.000 né nel caso delle ‘altre pecore’, perché in realtà non attribuisce alla sola fede nel nome di Gesù il potere di giustificare appieno l’uomo perché secondo loro la sola fede in Gesù fa sempre difetto, ci vogliono le opere per ottenere la giustificazione. Cosicché gli ‘unti’ la otterranno se avranno compiute fino alla loro morte le opere ‘giustificanti’ che prescrive la Torre di Guardia (e così potranno ‘salire’ in cielo avendo la speranza celeste); mentre tutti gli altri la otterranno dopo la risurrezione, e precisamente dopo avere passato il ‘test’ del millennio e quello finale che avrà luogo alla fine del millennio, solo allora i loro nomi verranno scritti nel libro della vita!

Per quanto riguarda invece la nuova nascita - come avete potuto vedere - essa è solo per i 144.000 (e nonostante ciò costoro entreranno nel regno di Dio in base ai loro meriti!); tutti gli altri non la possono sperimentare. A differenza dunque della giustificazione, ‘le altre pecore’ in questo caso non la possono sperimentare in nessuna maniera la nuova nascita, neppure parzialmente. Ma strana cosa ancora, nonostante ciò, essi un giorno potranno lo stesso ereditare la vita eterna (anche se solo quella terrena dopo che passerà il millennio)!! Quindi si può pure non nascere di nuovo per avere la vita eterna per la Torre di Guardia. Ma soprattutto per la Torre di Guardia si può credere in Gesù e nello stesso tempo non essere nati di nuovo!! Ci troviamo dunque davanti all’ennesime dottrine di demoni, che però vengono abilmente presentate con versetti biblici col fine di farle apparire bibliche e quindi vere.

Anche la loro dottrina sulla salvezza è condizionata dalla loro suddivisione tra i 144.000 e le ‘altre pecore’, infatti i primi verranno salvati nel regno celeste alla loro morte e gli altri nel regno terreno alla fine del millennio; naturalmente ambedue le categorie otterranno la ‘salvezza’ in base ai loro meriti personali e non per la grazia di Dio, perché la sola fede in Gesù non gli assicura automaticamente la salvezza eterna.

Stando così questi loro insegnamenti vi dico dunque per l’ennesima volta di guardarvi dai Testimoni di Geova perché queste loro dottrine sulla giustificazione, sulla nuova nascita e sulla salvezza sono delle eresie di perdizione che non hanno nulla a che fare con la verità e che menano nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, perché annullano la grazia di Dio. E non vi lasciate trarre in inganno dai loro discorsi infarciti di versetti biblici. Sappiate diletti che anche quando essi citano i versetti della Bibbia e sembra che stiano facendo un discorso retto anche allora essi stanno cercando di sedurvi e farvi apostatare dalla fede che è in Cristo Gesù e farvi perdere la salvezza che avete ricevuto gratuitamente da Dio. Sono dei lupi pronti a divorarvi, ricordatevelo questo!

 

 

NOTE

 

[1] In Sia Dio riconosciuto verace si legge: ‘I membri risuscitati uniti ora con Cristo Gesù nel tempio, i quali vennero tutti trovati fedeli in virtù di un’adeguata carriera di predicazione e di ministerio mentr’erano sulla terra, sono per l’eternità nel cielo...’ (pag. 115).

 

[2] Notate come affiora in maniera evidente in questi loro insegnamenti sulla giustificazione il merito dell’uomo, il sacrificio umano in vista della vita eterna, e come la grazia di Dio sia annullata.

 

[3] Notate anche che pure la nuova nascita di questi presunti 144.000 è fasulla e non autentica perché è detto che Dio genera questi ‘credenti’ dopo che sono stati battezzati mentre la Scrittura afferma che la nuova nascita si sperimenta prima del battesimo quando ci si ravvede e si crede; ma su questo torneremo più avanti.

 

[4] Negli Atti per esempio è scritto che "molti dei Corinzî, udendo Paolo, credevano, ed eran battezzati" (Atti 18:8) e siccome che Paolo predicava che "col cuore si crede per ottener la giustizia..." (Rom. 10:10), di conseguenza quelli che lui battezzava erano già stati giustificati da Dio.

 

[5] Vedi la parte dove ho parlato del come e quando le ‘altre pecore’ ottengono la vita eterna, per capire perché costoro non possono dire di avere la vita eterna sin da ora, pur avendo creduto.

 

[6] ‘...non significa che quelli che ottengono ‘la risurrezione di vita’ non superino una prova prima di ricevere effettivamente la vita eterna’ (La Torre di Guardia, 15 giugno 1965, pag. 374). Quindi, anche i 144.000 per essere sicuri di essere salvati nel regno celeste con Cristo devono meritarsi la salvezza.

 

[7] Anche Russell attaccò l’espiazione di Cristo. A proposito del riscatto pagato da Cristo egli ebbe infatti a dichiarare: ‘Il ‘riscatto per tutti’ dato ‘dall’uomo Cristo Gesù’, non dà e non garantisce a nessuno la vita o la benedizione eterna, ma esso garantisce ad ognuno un’altra opportunità o prova per la vita eterna’ (op. cit., serie I, pag. 173). Perché questo? Perché per Russell, Gesù ‘s’è dato in riscatto (prezzo corrispondente) per tutti’ affin di poterli benedire tutti e di dare ad ogni uomo una prova individuale di vita’ (ibid., pag. 172). Spieghiamo il senso di queste sue parole. Il riscatto che Cristo pagò per tutti assicura agli uomini morti solo il ritorno in vita nel millennio (la liberazione dalla morte che è la condanna passata su tutti gli uomini) e la possibilità di essere giustificati e di meritarsi la vita eterna sulla terra; mentre a coloro che saranno in vita quando inizierà il millennio solo la possibilità di essere giustificati e di meritarsi la vita eterna sulla terra. ‘Quella prova deciderà, una volta per sempre, chi uscirà giusto e santo da mille prove, e chi da mille prove uscirà ingiusto, empio, e si contaminerebbe ancora’ (ibid., pag. 173). Da questa prova milleniale sono esclusi però i membri della piccola greggia, perché per Russell solo i membri del piccolo gregge non avrebbero dovuto passare la prova milleniale per meritarsi la vita eterna, perché loro la prova la passano già in questa vita. ‘...soltanto quei pochi (la chiesa eletta e provata per lo scopo speciale di lavorare con Dio per la benedizione del mondo, - rendendo ora testimonianza, e poi - governando, benedicendo e giudicando il mondo nella sua età di prova) - godono già, fino ad un certo punto, dei benefizi del riscatto, o si trovano attualmente alla prova per la vita’ (ibid., pag. 175). Ecco dunque il fine per cui Cristo avrebbe offerto se stesso per tutti, per dare ad ogni uomo una prova individuale sulla terra per ottenere la vita eterna. Ai membri della sua chiesa (la piccola greggia) la prova gliela accorda adesso sulla terra, mentre a tutti gli altri gliela accorderà durante il millennio. Nella sostanza dunque si deve dire che i Testimoni di Geova, per quanto riguarda il valore e lo scopo del riscatto pagato da Cristo, si attengono agli insegnamenti di Russell. Perché anch’essi affermano che il riscatto offerto da Gesù offre una prova per la vita eterna sia alla piccola greggia che a tutti gli altri; ai primi qui sulla terra, agli altri durante il millennio. Preciso però che permangono delle differenze tra l’insegnamento di Russell e quello dei Testimoni di Geova, che vedremo più avanti. E’ evidente quindi la falsità di questo insegnamento sul riscatto offerto da Cristo; perché Cristo secondo quanto insegna la Scrittura non diede se stesso qual prezzo di riscatto per tutti per offrire a tutti gli uomini (per i Testimoni di Geova non proprio a tutti però) una prova sulla terra, prova che se sarà da essi superata gli permetterà di meritarsi la vita eterna; ma egli offrì se stesso per noi ‘affin di riscattarci da ogni iniquità" (Tito 2:14) e farci servi della giustizia, e per farci così eredi di una eterna eredità sin da adesso. Quindi i benefici del riscatto di Cristo li possono esperimentare e li sperimentano solo coloro che credono in lui; per coloro che muoiono nei loro falli non ci sarà mai più la possibilità di sperimentarli perché sono perduti per sempre.

 

[8] Ecco cosa dicono a riguardo: ‘In vista delle loro prospettive di vita, si può ritenere che i loro nomi siano scritti in un libro di memorie. Questo libro contiene il nome di coloro che sono considerati ‘giusti’ da Geova, avendo dimostrato la loro fede con opere giuste e avendo la prospettiva di ricevere la vita eterna sulla terra. Questi nomi, comunque, non sono ancora scritti da Geova nel suo ‘libro della vita. (...) Il nome di coloro che rimarranno leali a Geova verrà indelebilmente scritto nel ‘libro della vita’ (La Torre di Guardia, 1 dicembre 1985, pag. 15, 16, 18).

 

[9] Anche le parole che Gesù disse ai settanta quando questi erano tornati contenti perché avevano constatato che anche i demoni erano sottoposti al nome di Gesù, e cioè: "...rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti ne’ cieli" (Luca 10:20) confermano che i nomi dei discepoli di Cristo sono già scritti nel libro della vita.

 

[10] Ci dovrebbero spiegare quindi i Testimoni di Geova come mai le ‘altre pecore’ che sono esclusivamente Testimoni di Geova e di cui viene detto che amano Dio, il suo nome, e si amano a vicenda come Cristo ha comandato, non sono nate da Dio.

 

[11] Adamo - secondo la sacra Scrittura - morì spiritualmente nello stesso giorno in cui disubbidì a Dio e fu in quel giorno che si adempirono le parole che gli aveva rivolto Dio. Quindi la morte fisica che sperimentò a 930 anni non è la morte che Dio gli aveva detto avrebbe gustato nel giorno che gli avrebbe disubbidito.

 

[12] Notate in queste sue parole che la salvezza da Armaghedon non era data per certa neppure a coloro che si attenevano alle regole della società e che si affaticavano nella proclamazione del messaggio della Torre di Guardia. Ho potuto appurarmi personalmente che in realtà i Testimoni di Geova non sono sicuri di scampare ad Armaghedon parlando con un Testimone di Geova che da diversi anni è nell’organizzazione, infatti alla mia domanda se fosse certo di scampare ad Armaghedon mi ha risposto che non lo era e non ardiva dirlo per non peccare di superbia!

 

[13] E.V sta per Era Volgare perché la Torre di Guardia non dice dopo Cristo. Quando deve invece indicare un periodo prima della venuta di Cristo mette a. E.V cioè avanti Era Volgare.

 

[14] A conferma che la vita eterna per la Torre di Guardia non la si può ottenere per fede ma bensì con le opere ecco quanto dicono a proposito del ladrone che si pentì sulla croce: ‘Benché il ladrone avesse riconosciuto l’erroneità della sua attività criminosa in contrasto con l’innocenza di Gesù (Lu 23:41), nulla indica che avesse imparato a ‘odiare la malvagità e ad amare la giustizia’; in punto di morte non era ovviamente in condizione di convertirsi e compiere ‘opere degne di pentimento’; non era stato battezzato. (...) Pare quindi che una volta risuscitato egli riceverà l’opportunità di intraprendere questa condotta’ (Perspicacia nello studio delle Scritture, vol. II. pag. 550) In altre parole, quell’uomo quando risusciterà intraprenderà il corso di rieducazione previsto per i ‘risorti’, che se lui passerà gli permetterà di meritarsi finalmente la vita eterna!

 

[15] Quindi, è evidente che noi credenti per i Testimoni di Geova siamo ancora perduti perché non ci siamo ancora separati da coloro che dicono che Gesù è Dio, e non ci siamo uniti a loro! Questa affermazione è un ulteriore prova che i Testimoni di Geova brancolano nel buio e non sanno non solo quello che dicono ma neppure dove stanno andando. Ma lo sappiamo noi dove stanno andando. La Scrittura insegna che Gesù Cristo è Dio; Egli è Colui potente a salvare, Egli è il nostro Dio che è venuto a salvarci come aveva predetto Isaia. Come potremmo affermare contemporaneamente che Gesù è il Salvatore del mondo e nello stesso tempo negare la sua divinità quando sappiamo che la salvezza appartiene a Dio? Non possiamo. Se è vero che Gesù Cristo è il Salvatore del mondo deve per forza di cose essere Dio. E questo lo abbiamo dimostrato abbondantemente in precedenza. Come potete vedere Satana riesce a fare sentire le persone perdute sicure di sé, sicure delle menzogne che dicono. In questo caso il diavolo riesce a fare sentire sicuri i Testimoni di Geova, e fargli credere che per essere salvati di una salvezza vera bisogna separarsi da coloro che dicono che Gesù è Dio. La verità invece è che queste anime se vogliono essere salvate dai loro peccati, dalle fiamme dell’inferno dove sono diretti, e dall’ira a venire devono uscire da quel carcere sotterraneo nel quale sono ed entrare nella casa di Dio formata da tutti coloro che hanno creduto in Cristo secondo che è scritto: "La sua casa siamo noi..." (Ebr. 3:6). Ed in questa casa spirituale si può entrare solo per la porta che è una sola, Cristo Gesù, Dio benedetto in eterno (cfr. Ef. 2:22).

 

[16] Vedi la parte dove ho trattato il millennio per comprendere meglio quanto ho detto.

 Torna indietro