Capitolo 2
La Trinità, Gesù Cristo, lo Spirito Santo |
LA TRINITÀ |
La dottrina dei Testimoni di Geova |
Russell diceva che Dio non é trino, in altre parole negava che la Divinità sia composta dal Padre, dal Figliuolo e dallo Spirito Santo, e difatti disse: ‘...viene denominata dottrina della Trinità! Essa dichiara, nel catechismo, esservi ‘tre persone in un solo Dio ed esse sono il Padre il Figliuolo e lo Spirito Santo, uguali in sostanza, in potenza ed in gloria’. Questa concezione poteva ammettersi nelle età oscure, in cui regnavano le tenebre e vigevano i misteri - di cui essa faceva parte - i quali sono irragionevoli ed antiscritturali’ (Charles Taze Russell, Studi su le Scritture, s.d., stampato in America, serie V, Ad-una-mente fra Dio e l’uomo [La riconciliazione fra Dio e l’uomo], pag. 148) , e: ‘...dottrina d’uomini, che non trova nessun appoggio nella Parola di Dio’ (Russell, op. cit., pag. 41), ed ancora: ‘In nessun luogo nelle Scritture è mai fatta menzione di una trinità’ (ibid., pag. 92). I Testimoni di Geova affermano la stessa cosa. Nella loro rivista Torre di Guardia si legge infatti: ‘La dottrina della Trinità non ha onorato Dio avvicinando maggiormente le persone a lui. Al contrario, ne ha gravemente travisato l’identità. E’ quindi evidente che coloro che contribuirono allo sviluppo di questa dottrina avevano apostatato dal vero cristianesimo’, e più avanti nell’articolo viene detto che questa dottrina affonda le sue origini nel paganesimo e che la nostra adorazione ‘richiede che respingiamo con fermezza tutte le falsità religiose pagane’ tra cui appunto la Trinità (La Torre di Guardia, 1 luglio 1984, pag. 8). Nel loro libro Sia Dio riconosciuto verace si legge: ‘Se una persona tiene presente le parole dell’apostolo che ‘Iddio non è l’autore di confusione’ (...) si vede subito che tale dottrina non procede da Dio’ (Sia Dio riconosciuto verace, Brooklyn - Watchtower 1949, pag. 81). |
Confutazione |
La Scrittura attesta chiaramente che la Divinità è composta da tre Persone, ossia il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo |
Nella Scrittura non è menzionato il termine Trinità ; ma non si può dire che in essa non vi sia menzionato il concetto della Trinità perché le seguenti Scritture attestano che il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo sono tre persone divine distinte (che esistono da sempre ed esisteranno per sempre), e che nello stesso tempo sono un solo Dio . |
Ÿ "Allora Gesù dalla Galilea si recò al Giordano da Giovanni per esser da lui battezzato. Ma questi vi si opponeva dicendo: Son io che ho bisogno d’esser battezzato da te, e tu vieni a me? Ma Gesù gli rispose: Lascia fare per ora; poiché conviene che noi adempiamo così ogni giustizia. Allora Giovanni lo lasciò fare. E Gesù, tosto che fu battezzato, salì fuor dell’acqua; ed ecco i cieli s’apersero, ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venir sopra lui. Ed ecco una voce dai cieli che disse: Questo é il mio diletto Figliuolo nel quale mi son compiaciuto" (Matt. 3:13-17). In questo evento che si verificò al Giordano vediamo il Padre che parlò dal cielo, il Figliuolo che era sulla terra che fu battezzato da Giovanni, e lo Spirito Santo che discese su lui in forma corporea a guisa di colomba. |
Ÿ Gesù disse ai suoi discepoli: "Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti. E io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché stia con voi in perpetuo, lo Spirito della verità..." (Giov. 14:16-17). Gesù, mentre era ancora sulla terra con i suoi discepoli, era il Consolatore che Dio aveva mandato per consolare quelli che facevano cordoglio, ma siccome Egli doveva tornare al Padre che lo aveva mandato, pregò il Padre di dare ai suoi discepoli un altro Consolatore, appunto lo Spirito Santo il quale sarebbe rimasto con loro per sempre. Il Padre quindi, supplicato dal suo Figliuolo, ha mandato lo Spirito della verità per supplire alle necessità che si vennero a creare con la dipartenza del suo Figliuolo. Il concetto della trinità è evidente nelle parole di Gesù. |
Ÿ Gesù, prima di essere assunto in cielo, disse ai suoi discepoli: "Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo...." (Matt. 28:19). Il battesimo in acqua, che ricordiamo non purifica dai peccati perché è la richiesta di una buona coscienza fatta a Dio, deve essere ministrato nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. Il Signore non avrebbe mai comandato una simile cosa se Lui, il Padre e lo Spirito Santo non fossero stati uno. |
Ÿ Paolo dice ai Romani: "E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, Colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi" (Rom. 8:11). In queste parole troviamo Dio Padre che ha risuscitato Gesù; il Figliuolo che é stato da lui risuscitato; e lo Spirito Santo che Egli ha mandato nei nostri cuori. Anche qui il concetto della trinità é espresso in maniera chiara. |
Ÿ
Paolo, al termine di una delle sue epistole ai Corinzi, scrisse:
"La grazia del Signor Gesù Cristo e l’amore di Dio e la
comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi" (2 Cor. 13:13).
Anche qui le tre persone sono nominate distintamente, ma benché ciò
sono una stessa cosa. |
Ÿ
Paolo agli Efesini dice: "V’è... un unico Spirito...V’è un
solo Signore... un Dio unico e Padre di tutti, che é sopra tutti, fra
tutti ed in tutti" (Ef. 4:4,5,6). Anche da queste parole
comprendiamo come le tre persone divine di cui é composta la Divinità,
sono distinte tra loro ma unite tra loro in perfetta unità. |
Ÿ
Paolo disse ai Corinzi: "Or vi é diversità di doni, ma v’è un
medesimo Spirito. E vi é diversità di ministerî, ma non v’è che un
medesimo Signore. E vi é varietà di operazioni, ma non v’è che un
medesimo Iddio, il quale opera tutte le cose in tutti" (1 Cor.
12:4-6). Notate come Paolo menziona prima lo Spirito, poi il Signore Gesù
Cristo e poi Dio. Anche queste sue parole fanno capire come queste tre
persone divine, benché distinte l’una dall’altra, sono uno stesso
Dio. |
Ÿ
La Scrittura condanna le tre bestemmie indirizzate a tutte e tre le
persone della Divinità. Chi bestemmia il nome di Dio si rende colpevole
di un peccato perché é scritto: "Non bestemmierai contro
Dio" (Es. 22:28); anche chi bestemmia contro il Figliuol
dell’uomo e contro lo Spirito Santo si rende colpevole di un peccato.
Ma il fatto é che mentre coloro che bestemmiano contro Dio e contro il
Figliuol dell’uomo possono essere perdonati, chi bestemmia contro lo
Spirito Santo non può ottenere la remissione del suo peccato, perché
Gesù disse: "Ai figliuoli degli uomini saranno rimessi tutti i
peccati e qualunque bestemmia avranno proferita; ma chiunque avrà
bestemmiato contro lo Spirito Santo, non ha remissione in eterno, ma é
reo d’un peccato eterno" (Mar. 3:28-29). Queste parole del
Signore ci fanno capire come lo Spirito Santo sia una persona divina
distinta dal Figliuolo di Dio e dal Padre; per questo noi quando
parliamo del Figliuolo non parliamo dello Spirito Santo e viceversa; e
perché quando parliamo del Padre non parliamo né del Figliuolo e né
dello Spirito Santo, appunto perché i tre sono differenti. Per farvi
capire questo concetto vi parlo in questa maniera: noi non possiamo dire
che il Padre del nostro Signore Gesù Cristo é morto sulla croce per i
nostri peccati, perché questo non corrisponde al vero, infatti la
Scrittura dice che Cristo, il Figlio di Dio, morì sulla croce, e non il
Padre. Noi non possiamo dire neppure che lo Spirito Santo sia morto per
i nostri peccati perché anche questo non é vero. Noi non possiamo dire
neppure che lo Spirito Santo battezza con lo Spirito Santo perché la
Scrittura attesta che é Cristo che battezza con lo Spirito Santo e con
il fuoco. Però, benché dobbiamo nominare separatamente il Padre, il
Figliuolo e lo Spirito Santo, e le loro caratteristiche, pure sappiamo
che i tre sono una stessa cosa. Fratelli, ci troviamo davanti ad un
mistero, per questo le nostre parole non riescono a spiegarlo . Ed a
proposito di misteri, a riguardo della Trinità che non è comprensibile
alla mente umana, la rivista Torre di Guardia afferma: ‘Non
c’è qualcosa di strano in un concetto di Dio che risulta
inspiegabile? Dio può essere onorato da un concetto che ‘nessuno
capisce’? I veri cristiani devono conoscere l’Iddio che adorano. Non
c’è spazio per i misteri!’ (La Torre di Guardia, 1 luglio
1984, pag. 7). Vani ragionamenti che mostrano come i Testimoni di Geova
rifiutano di accettare tutto ciò che secondo loro non è ragionevole
per la mente umana. Ma essi dimenticano che Tsofar di Naama disse:
"Puoi tu scandagliare le profondità di Dio? arrivare a conoscere
appieno l’Onnipotente? Si tratta di cose più alte del cielo... e tu
che faresti? di cose più profonde del soggiorno de’ morti... come le
conosceresti?" (Giob. 11:7-8); parole queste che si possono
benissimo applicare anche al concetto di Dio trino. Non si può dunque
affermare che non c’è spazio per i misteri; perché lo spazio
dedicato ai misteri attorno a Dio, alla sua natura e al suo modo di
agire c’è ed è vasto. Ma quantunque ci siano dei misteri divini a
noi non rivelati pure noi siamo pienamente consci di avere conosciuto
Dio perché Giovanni dice: "Figliuoletti, v’ho scritto perché
avete conosciuto il Padre" (1 Giov. 2:14); ed anche: "Chiunque
ama è nato da Dio e conosce Iddio" (1 Giov. 4:7). E’ evidente
però che questo non significa che per noi tutto è chiaro e non
rimangano più dei misteri che riguardano Dio perché è altresì
scritto: "Noi conosciamo in parte" (1 Cor. 13:9) ed anche che
"ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro" (1 Cor.
13:12). Ma viene il giorno in cui conosceremo appieno come anche siamo
stati appieno conosciuti. A Dio sia la gloria in eterno. Amen. |
La perfetta unità esistente tra il
Figlio ed il Padre |
Gesù nei giorni della sua carne fece
menzione della perfetta unità che vi era tra di lui e il Padre in
diverse maniere. Egli disse: "Io ed il Padre siamo uno" (Giov.
10:30); "Nella vostra legge é scritto che la testimonianza di due
uomini é verace. Or son io a testimoniar di me stesso, e il Padre che
mi ha mandato testimonia pur di me" (Giov. 8:17-18);
"Credetemi che io sono nel Padre e che il Padre é in me" (Giov.
14:11); "Le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa similmente.
Poiché il Padre ama il Figliuolo, e gli mostra tutto quello che Egli
fa; e gli mostrerà delle opere maggiori di queste, affinché ne
restiate maravigliati. Difatti, come il Padre risuscita i morti e li
vivifica, così anche il Figliuolo vivifica chi vuole. Oltre a ciò, il
Padre non giudica alcuno, ma ha dato tutto il giudicio al Figliuolo,
affinché tutti onorino il Figliuolo come onorano il Padre" (Giov.
5:19-23); "Perché come il Padre ha vita in se stesso, così ha
dato anche al Figliuolo d’aver vita in se stesso; e gli ha dato
autorità di giudicare, perché è il Figliuol dell’uomo" (Giov.
5:26-27); "Chi crede in me, crede non in me, ma in Colui che mi ha
mandato; e chi vede me, vede Colui che mi ha mandato" (Giov.
12:44-45); "Se m’aveste conosciuto, avreste conosciuto anche mio
Padre" (Giov. 14:7); "Niuno conosce appieno il Figliuolo, se
non il Padre; e niuno conosce appieno il Padre, se non il
Figliuolo" (Matt. 11:27); "Tutte le cose che ha il Padre, son
mie" (Giov. 16:15); "E io ho dato loro la gloria che tu hai
dato a me, affinché siano uno come noi siamo uno; io in loro, e tu in
me" (Giov. 17:22-23). Per spiegare questa perfetta unione e
collaborazione che esisteva ed esiste tuttora fra il Figliuolo ed il
Padre metteremo ora a confronto fra loro alcuni passi della Scrittura. |
Ÿ
Gesù parlò ai Giudei della sua risurrezione in questa maniera:
"Disfate questo tempio, e in tre giorni lo farò risorgere" (Giov.
2:19), facendo capire che lui stesso avrebbe risuscitato il suo corpo
dopo che esso sarebbe stato ucciso ; mentre Pietro disse ai Giudei:
"Uccideste il Principe della vita, che Dio ha risuscitato dai
morti" (Atti 3:15), facendo chiaramente capire che fu Dio a fare
risorgere il corpo di Cristo Gesù. |
Ÿ
Gesù, quando promise ai suoi discepoli lo Spirito Santo, disse:
"Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio
nome, egli v’insegnerà ogni cosa" (Giov. 14:26), ed anche:
"Ma quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte
del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli
testimonierà di me" (Giov. 15:26), facendo capire chiaramente che
lo Spirito Santo sarebbe stato mandato sia dal Padre che dal Figliuolo
(rimane il fatto però che lo Spirito Santo procede dal Padre come disse
lo stesso Gesù). |
Ÿ
Gesù disse, parlando delle sue pecore: "Io do loro la vita
eterna" (Giov. 10:28), e nella preghiera che rivolse al Padre
disse: "Padre, l’ora é venuta; glorifica il tuo Figliuolo,
affinché il Figliuolo glorifichi te, poiché gli hai data potestà
sopra ogni carne, onde egli dia vita eterna a tutti quelli che tu gli
hai dato" (Giov. 17:1-2), facendo chiaramente capire che chi dona
la vita eterna é lui. Paolo invece dice ai Romani: "Il dono di Dio
è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore" (Rom. 6:23), e
Giovanni dice: "Iddio ci ha data la vita eterna" (1 Giov.
5:11), facendo ambedue capire chiaramente che è Dio a dare la vita
eterna. Possiamo dunque dire che la vita eterna la dà sia il Padre che
il Figliuolo. |
Ÿ
Gesù disse: "Poiché questa è la volontà del Padre mio: che
chiunque contempla il Figliuolo e crede in lui, abbia vita eterna; e io
lo risusciterò nell’ultimo giorno" (Giov. 6:40). Notate che Gesù
qui ha detto che sarà lui a risuscitare noi che abbiamo creduto in lui.
Ma è altresì scritto che sarà Dio a risuscitarci infatti Paolo ai
Corinzi disse: "E Dio, come ha risuscitato il Signore, così
risusciterà anche noi mediante la sua potenza" (1 Cor. 6:14). |
Ÿ
Paolo dice ai Romani: "... fra i quali Gentili siete voi pure,
chiamati da Gesù Cristo.." (Rom. 1:6). Quindi colui che ci ha
chiamati è Cristo. Ma sempre Paolo dice più avanti in questa epistola
che quelli che Dio ha preconosciuti "li ha pure predestinati ad
esser conformi all’immagine del suo Figliuolo, ond’egli sia il
primogenito fra molti fratelli; e quelli che ha predestinati, li ha pure
chiamati..." (Rom. 8:29-30). Quindi noi siamo stati chiamati da Dio
e da Cristo Gesù. |
Ÿ
Paolo dice a Timoteo: "Io rendo grazie a colui che mi ha reso
forte, a Cristo Gesù, nostro Signore, dell’avermi egli reputato degno
della sua fiducia, ponendo al ministerio me..." (1 Tim. 1:12).
Questo significa che Paolo fu approvato da Cristo che lo stimò degno
della sua fiducia affidandogli il ministerio della Parola. Lo stesso
apostolo dice ai Tessalonicesi: "... siccome siamo stati approvati
da Dio che ci ha stimati tali da poterci affidare l’Evangelo, parliamo
in modo da piacere non agli uomini, ma a Dio che prova i nostri
cuori" (1 Tess. 2:4). Quindi lui era stato approvato da Dio e da
Cristo Gesù. |
Ÿ
Paolo disse agli anziani di Efeso: "Ma io non fo alcun conto della
vita, quasi mi fosse cara, pur di compiere il mio corso e il ministerio
che ho ricevuto dal Signor Gesù..." (Atti 20:24). Quindi fu Cristo
a stabilirlo ministro del Vangelo, e questo lo confermò anche a Timoteo
quando gli disse che lui rendeva grazie a Cristo che lo aveva reputato
degno della sua fiducia ponendo al ministerio lui che prima era stato un
bestemmiatore, un persecutore e un oltraggiatore (cfr. 1 Tim. 1:12-13).
Ma ai Colossesi Paolo dice che fu Dio a dargli il ministerio: ‘... io
sono stato fatto ministro, secondo l’ufficio datomi da Dio per voi di
annunziare nella sua pienezza la parola di Dio" (Col. 1:25). |
I Tre operano di comune accordo |
I seguenti esempi mostrano come il
Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo operano tutte le cose assieme e
di comune accordo. |
Ÿ
L’uomo fu creato dal Padre, dal Figliuolo e dallo Spirito Santo. |
Nel libro della Genesi, a riguardo
della creazione dell’uomo, troviamo scritto: "Poi Dio disse:
Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza..."
(Gen. 1:26). Queste parole mostrano come Dio, quando parlò, usò il
verbo al plurale e non al singolare infatti egli non disse: ‘Farò’,
ma bensì: "Facciamo". Con chi parlò? Con gli angeli forse?
Affatto, perché essi sono delle creature. Egli parlò con la Parola che
era con Lui, e con lo Spirito eterno che era altresì con Lui. |
Ÿ
Dio, la Parola e lo Spirito Santo ci hanno formato nel seno di nostra
madre. |
Davide dice a Dio: "Poiché sei
tu che hai formato le mie reni, che m’hai intessuto nel seno di mia
madre...." (Sal. 139:13). Elihu disse a Giobbe: "Lo Spirito di
Dio mi ha creato..." (Giob. 33:4). Giovanni dice che "ogni
cosa è stata fatta per mezzo di lei" (Giov. 1:3) riferendosi alla
Parola di Dio; e quindi noi siamo stati formati dalla Parola di Dio nel
seno di nostra madre. |
Ÿ
L’apostolo Paolo fu mandato a predicare da Dio Padre, dal Figliuolo
e dallo Spirito Santo. |
A Tito, l’apostolo Paolo dice:
"Paolo, servitor di Dio e apostolo di Gesù Cristo per la fede
degli eletti di Dio e la conoscenza della verità che é secondo pietà,
nella speranza della vita eterna la quale Iddio, che non può mentire,
promise avanti i secoli, manifestando poi nei suoi proprî tempi la sua
parola mediante la predicazione che é stata a me affidata per mandato
di Dio, nostro Salvatore..." (Tito 1:1-3), facendo intendere che
egli fu mandato a predicare da Dio Padre. Ai Corinzi lo stesso apostolo
dice: "Cristo non mi ha mandato a battezzare ma ad
evangelizzare..." (1 Cor. 1:17), facendo capire che lui fu mandato
a predicare ai Gentili dal Figliuolo di Dio. Se poi a questi passi si
aggiunge quello che dice: "Essi (Barnaba e Saulo) dunque, mandati
dallo Spirito Santo, scesero a Seleucia, e di là navigarono verso
Cipro" (Atti 13:4) allora noteremo come furono tutti e tre, cioè
il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo, che di comune accordo
mandarono Paolo a predicare l’Evangelo ai Gentili. |
Ÿ
Per ciò che concerne la nostra salvezza dobbiamo dire che i tre, cioè
il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo, hanno operato assieme in
perfetta collaborazione. |
Il Padre ha mandato lo Spirito Santo
secondo che è scritto: ".. lo Spirito Santo, che il Padre manderà
nel mio nome..." (Giov. 14:26), il quale ci ha convinti quanto al
peccato, alla giustizia ed al giudizio secondo che é scritto: "E
quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla
giustizia, e al giudizio" (Giov. 16:8); poi Egli ci ha attratti al
Figliuolo secondo che disse Gesù: "Niuno può venire a me se non
che il Padre, il quale mi ha mandato, lo attiri" (Giov. 6:44), ed
anche: "Tutto quel che il Padre mi dà, verrà a me" (Giov.
6:37); ed il Figliuolo ci ha salvati dai nostri peccati secondo che é
scritto: "Cristo ci ha affrancati perché fossimo liberi"
(Gal. 5:1). |
Ÿ
Il processo di trasformazione all’immagine del Figliuolo di Dio che
é cominciato in noi e che sta tuttora proseguendo è compiuto da tutte
e tre le persone della Deità, nessuna esclusa. Ecco i passi che lo
confermano. |
Paolo ai Filippesi dice: "Dio è
quel che opera in voi il volere e l’operare, per la sua
benevolenza" (Fil. 2:13). Ai Corinzi egli dice: "Cristo che
verso voi non é debole, ma é potente in voi" (2 Cor. 13:3), e
sempre ai Corinzi dice: "E noi tutti, contemplando a faccia
scoperta, come in uno specchio, la gloria del Signore, siam trasformati
nella stessa immagine, di gloria in gloria, come per lo Spirito del
Signore" (2 Cor. 3:18 Diod.). |
Ÿ
L’opera di santificazione è compiuta da Dio Padre, dal Figliuolo e
dallo Spirito Santo. Le seguenti Scritture lo confermano: |
Paolo dice ai Tessalonicesi: "Or
l’Iddio della pace vi santifichi Egli stesso completamente..." (1
Tess. 5:23). Lo scrittore agli Ebrei afferma: "Poiché e colui che
santifica (Cristo) e quelli che son santificati, provengon tutti da
uno..." (Ebr. 2:11). Pietro dice nella sua epistola che noi siamo
stati "eletti secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la
santificazione dello Spirito..." (1 Piet. 1:2). |
Ÿ
Per ciò che concerne la guida dobbiamo dire che siamo guidati da
Dio, dal suo Cristo e dallo Spirito Santo. Le seguenti Scritture lo
confermano. |
Nei Salmi è scritto di Dio :
"Poiché questo Dio è il nostro Dio in sempiterno; egli sarà la
nostra guida fino alla morte" (Sal. 48:14). In Matteo, Gesù dice:
"E non vi fate chiamar guide, perché una sola è la vostra guida,
il Cristo" (Matt. 23:10). In Giovanni é scritto: "Ma quando
sia venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la
verità" (Giov. 16:13). |
Noi credenti riconosciamo di conoscere
in parte, riconosciamo che la conoscenza di questo mistero è troppo
alta per noi, tanto alta che noi non ci possiamo arrivare; a ciascuno di
noi la Scrittura dice tuttora: "Puoi tu scandagliare le profondità
di Dio? arrivare a conoscere appieno l’Onnipotente? Si tratta di cose
più alte del cielo...e tu che faresti? di cose più profonde del
soggiorno de’ morti...come le conosceresti? La lor misura è più
lunga della terra, più larga del mare" (Giob. 11:7-9). Siamo in
grado, per ora, solo di esaminare le Scritture che parlano del Padre,
del Figliuolo e dello Spirito Santo, ma non siamo in grado di spiegare
come i tre sono una stessa cosa. Noi non abbiamo tre dii, perché noi
non siamo politeisti come lo sono tante popolazioni sulla terra; ma noi
abbiamo un solo Dio, in Lui crediamo, Lui conosciamo, Lui amiamo, Lui
serviamo, Egli é l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo;
abbiamo pure un solo Signore, il Figlio di Dio; ed abbiamo pure un unico
Spirito nei nostri cuori, quello eterno del nostro Dio per il quale
gridiamo: Abba! Padre! Queste tre persone sono Dio ab eterno in eterno.
Amen. |
I Tre sono uno e dimorano in noi |
Ora vediamo delle Scritture dalle
quali si comprende che in noi figliuoli di Dio dimorano sia il Padre che
il Figliuolo che lo Spirito Santo. |
Ÿ
La Parola attesta che Dio il Padre dimora in noi con queste parole.
|
Gesù disse: "Se uno mi ama,
osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo a lui
e faremo dimora presso di lui" (Giov. 14:23). Giovanni dice:
"Chi confessa che Gesù é il Figliuol di Dio, Iddio dimora in lui,
ed egli in Dio" (1 Giov. 4:15). Paolo dice: "Poiché noi siamo
il tempio dell’Iddio vivente, come disse Iddio: Io abiterò in mezzo a
loro e camminerò fra loro..." (2 Cor. 6:16). |
Ÿ
La Parola attesta che Gesù Cristo il Figlio di Dio dimora in noi in
queste maniere. |
Gesù disse: "Dimorate in me, e
io dimorerò in voi... Colui che dimora in me e nel quale io dimoro
porta molto frutto..." (Giov. 15:4,5). Paolo dice agli Efesini:
"Io piego le ginocchia dinanzi al Padre,... perch’Egli vi dia,
secondo le ricchezze della sua gloria, d’esser potentemente
fortificati mediante lo Spirito suo, nell’uomo interiore, e faccia sì
che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori..." (Ef.
3:14-17). Ai Colossesi, lo stesso apostolo dice: "Ai quali (ai
santi) Iddio ha voluto far conoscere qual sia la ricchezza della gloria
di questo mistero fra i Gentili, che é Cristo in voi, speranza della
gloria" (Col. 1:27). Ai Galati: "Sono stato crocifisso con
Cristo, e non son più io che vivo, ma é Cristo che vive in me.."
(Gal. 2:20). Ai Romani: "E se Cristo é in voi, ben é il corpo
morto a cagion del peccato..." (Rom. 8:10). Ai Corinzi:
"Esaminate voi stessi per vedere se siete nella fede; provate voi
stessi. Non riconoscete voi medesimi che Gesù Cristo é in voi?"
(2 Cor. 13:5). |
Ÿ
La Parola attesta nelle seguenti maniere che lo Spirito Santo dimora
in noi (tenete presente che Esso é chiamato sia Spirito di Dio che
Spirito del suo Figliuolo). |
Gesù disse: "Voi lo conoscete,
perché dimora con voi, e sarà in voi" (Giov. 14:17). Paolo dice
ai Romani: "Or voi non siete nella carne ma nello spirito, se pur
lo Spirito di Dio abita in voi; ma se uno non ha lo Spirito di Cristo,
egli non é di lui" (Rom. 8:9). Ai Corinzi egli dice: "Non
sapete voi che il vostro corpo é il tempio dello Spirito Santo che é
in voi, il quale avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?"
(1 Cor. 6:19). Ai Galati: "E perché siete figliuoli, Dio ha
mandato lo Spirito del suo Figliuolo nei nostri cuori, che grida: Abba,
Padre" (Gal. 4:6). A Timoteo: "Custodisci il buon deposito per
mezzo dello Spirito Santo che abita in noi" (2 Tim. 1:14). Giacomo
dice: "Ovvero pensate voi che la Scrittura dichiari invano che lo
Spirito ch’Egli ha fatto abitare in noi ci brama fino alla
gelosia?" (Giac. 4:5). |
Come potete vedere fratelli, queste
Scritture parlano in maniera chiara; in noi abita Dio, Cristo Gesù e lo
Spirito Santo. Ma come possiamo comprendere tutto ciò? Non possiamo,
possiamo solo accettarlo per fede per ora. O profondità della sapienza
e della conoscenza di Dio, quanto imperscrutabili sono le sue opere! |
|
GESÙ CRISTO |
La dottrina dei Testimoni di
Geova |
Russell negava la deità di Gesù
Cristo infatti ebbe a dire che Gesù ‘esisteva quale essere spirituale
prima che ‘fu fatto’ carne e dimorò tra gli uomini. 2) Sia in quel
tempo, che successivamente, Egli fu appropriatamente conosciuto come
‘un dio,’ un potente (...) 3) Egli era non solo l’essere più
elevato della creazione di Jehovah, ma anche il primo essere creato’ (Charles
Taze Russell, op. cit., pag. 70-71). Ed i Testimoni di Geova,
fedeli al loro fondatore in questo, negano anch’essi la deità di
Cristo infatti insegnano che Gesù non è Dio ma una creatura di Dio, un
dio. Ecco cosa si legge nel loro libro Sia Dio riconosciuto verace:
‘Questi non era Geova Iddio, però ‘esisteva in forma di Dio’.
Come? Egli era infatti una persona spirituale, così come ‘Dio è uno
spirito’; era una creatura potente, sebbene non onnipotente com’è
Geova Dio; precorreva pure tutte le altre creature di Dio perché era il
primo figlio creato da Geova Dio (...) ed essendo prima di tutte le
altre creature, era un Dio, non però l’Onnipotente Iddio, che è
Geova’ (Sia Dio riconosciuto verace, pag. 34,35). E in uno dei
tanti articoli contro la divinità di Cristo apparsi sulla rivista Torre
di Guardia si legge: ‘Pur essendo esistito molto tempo prima di
Abraamo, Gesù non è senza principio. A differenza del Padre suo, che
è ‘da tempo indefinito a tempo indefinito’ si dice che il Figlio
ebbe ‘origine’ (..) Il fatto stesso che Gesù è chiamato il
‘Figlio di Dio’ rivela che fu prodotto dal Padre...’ (La Torre
di Guardia, 15 febbraio 1975, pag. 111). Nella sostanza, essi
affermano la stessa cosa che affermava l’eretico Ario (280 ca. -336) e
cioè che il Figlio di Dio non è coeterno con il Padre ma è
anch’egli una creatura di Dio e perciò non può essere Dio. Ario
diceva infatti: ‘Non sempre Dio fu padre, non lo fu quando Dio era
solo, e non ancora padre: di poi divenne padre. Non sempre vi fu il
figlio, imperocchè tutte le cose essendo uscite dal non essere, e tutte
le cose che sono essendo divenute, perché create e fatte, anche lo
stesso Verbo di Dio uscì dal non essere, e vi fu tempo in cui esso non
era, e non era prima che addivenisse, ma ebbe anche esso il principio di
sua creazione...’. A sostegno di questa dottrina negante la divinità
di Cristo perché ritiene Gesù una creatura di Dio, i Testimoni di
Geova prendono prevalentemente questi passi della Scrittura:
"L’Eterno mi formò al principio de’ suoi atti...." (Prov.
8:22); "Il quale è... il primogenito d’ogni creatura" (Col.
1:15); "Queste cose dice l’Amen... il principio della creazione
di Dio" (Ap. 3:14); "Il Padre è maggiore di me" (Giov.
14:28) . I Testimoni di Geova ritengono che Gesù Cristo prima di venire
in questo mondo era l’arcangelo Michele: ‘Michele era il nome del
Figlio di Dio prima che lasciasse il cielo per diventare Gesù Cristo e
anche dopo che vi tornò’ (Perspicacia nello studio delle Scritture,
vol. II, Roma 1990, pag. 277-278) . La stessa cosa che riteneva Russell
infatti costui disse: ‘Come Capo degli angeli e prossimo al Padre,
Egli fu conosciuto come ‘Arcangelo’ (angelo o messaggero superiore),
il cui nome, ‘Micael’ significa: ‘Colui che è come Dio’ o ‘il
rappresentante di Dio’ (Russell, op. cit., pag. 71). Quindi,
secondo loro il Michele che nel libro dell’Apocalisse fu visto
combattere in cielo assieme ai suoi angeli contro il diavolo e i suoi
angeli è Gesù Cristo. Le ragioni che adducono sono queste: 1) Il nome
Michele significa ‘Che è simile a Dio’. Perciò Michele
dev’essere uno che ci tiene a rivendicare la sovranità di Geova
dimostrando che nessuno è paragonabile a Lui’ 2) Il titolo arcangelo
è usato con riferimento a un’unica persona Gesù Cristo infatti Paolo
dice di lui che il Signore stesso scenderà dal cielo con potente grido
e con voce d’arcangelo. |
Per quanto riguarda la nascita
verginale di Gesù essi non la negano: ‘Avendo trasferito la sua
perfetta, immacolata vita dal cielo nel seno d’una vergine giudea, Gesù
nacque come una creatura umana..’ (Sia Dio riconosciuto verace,
pag. 41). A tale proposito dicono che lo Spirito Santo avrebbe
trasferito nel seno di Maria, la forza vitale (che è la capacità di
vivere) di Michele . Alla forza vitale poi va aggiunta la memoria di ciò
che Michele-Gesù era in cielo. Questi due elementi, forza vitale e
memoria, fanno la continuità fra Michele e Gesù. Per i Testimoni di
Geova, dato che Egli non era Dio, Gesù sulla terra non aveva due
nature, cioè una divina e una umana, perché era solamente un uomo.
Come vedremo anche in appresso i Testimoni di Geova insegnano anche che
Gesù fu da Dio generato come figlio spirituale al Giordano dopo che fu
battezzato da Giovanni nelle acque del fiume; in altre parole, per loro,
fu quando lo Spirito Santo scese su di lui che Egli diventò l’Unto di
Dio, e il Sommo Sacerdote di Dio. ‘Riconoscendolo come il Suo diletto
figliuolo, Iddio lo generò ancora una volta quale suo Figliuolo
spirituale invece di Figliuolo umano . Con l’effusione del Suo santo
spirito sopra Gesù battezzato (...) Gesù divenne il Messia (...) egli
divenne effettivamente Gesù Cristo...’ (Sia Dio
riconosciuto verace, pag. 40) . |
Per quanto riguarda la sua opera
espiatoria i Testimoni di Geova insegnano che affinché il genere umano
potesse essere liberato dalla schiavitù del peccato e riacquistare ciò
che di prezioso Adamo perse peccando, era necessario che venisse pagato
un prezzo corrispondente, quindi che qualcuno offrisse una vita perfetta
senza peccato; e Gesù fece proprio questo quando morì sul palo di
tortura, sì perché Gesù non è morto sulla croce, ma su un palo. E
quindi coloro che credono in Gesù vengono affrancati dal peccato e
ricevono il diritto di vivere eternamente. Ma come vedremo in appresso,
non tutti coloro che esercitano fede in Gesù possono essere
giustificati (pienamente in questa vita), non tutti possono nascere di
nuovo, non tutti possono andare a vivere in cielo con Gesù, perché
questo privilegio è riservato solo ad un gruppo di credenti,
esattamente 144.000; tutti gli altri sono destinati a vivere eternamente
sulla terra come sudditi dei 144.000, ma dopo avere passato per una
scuola durante il millennio e dopo avere passato la prova finale alla
fine del millennio. Tutte cose che vedremo meglio in appresso, quando
parleremo della giustificazione, della nuova nascita e della salvezza, e
del millennio. |
Veniamo ora alla loro dottrina sulla
risurrezione di Gesù perché essa è collegata alla suddetta dottrina
sul riscatto pagato da Gesù uomo. Russell scrisse a proposito della
risurrezione di Cristo: ‘Egli fu messo a morte come uomo, ma fu
risuscitato dai morti come essere-spirito, dell’ordine più
elevato della natura divina (...) l’uomo Gesù è morto, morto
per sempre’ (Russell, op. cit., serie V, pag. 410,411). In
altre parole secondo Russell Gesù non risuscitò con il corpo con il
quale era morto ma con lo spirito; del suo corpo si è persa ogni
traccia non si sa dove sia! I Testimoni di Geova si attengono a questa
dottrina infatti insegnano che Cristo non è risuscitato con il corpo ma
solo con lo spirito. Essi affermano: ‘Dopo avere giaciuto tre giorni
morto nella tomba, il suo Padre immortale, Geova Iddio, lo risuscitò da
morte, non come un Figliuolo umano, ma come un potente, immortale Figlio
spirituale...’ (Sia Dio riconosciuto verace, pag. 42). E a
sostegno di questa dottrina citano le seguenti parole di Pietro:
"Essendo stato messo a morte, quanto alla carne, ma vivificato
quanto allo spirito" (1 Piet. 3:18). Che fine ha fatto dunque il
suo corpo? La risposta è: ‘Nessuno lo sa’. Essi dicono
semplicemente che Dio lo fece sparire: ‘Che accadde allora al corpo
carnale di Gesù? I discepoli non trovarono forse la tomba vuota? Sì,
poiché Dio fece sparire il corpo di Gesù’ (Potete vivere per
sempre su una terra paradisiaca, stampato nella Repubblica federale
di Germania, 1982, pag. 144) . Ma quale è il motivo per cui i Testimoni
di Geova affermano che Cristo non è risuscitato con il corpo con cui
era morto? Questa: ‘Cristo non poteva riprendere il suo corpo dopo la
risurrezione, perché se l’avesse fatto si sarebbe ripreso il
sacrificio offerto a Dio per l’umanità’ (Perspicacia nello
studio delle Scritture, vol. II, pag. 780). E le sue apparizioni
allora? Per quanto riguarda le apparizioni di Cristo i Testimoni di
Geova affermano: ‘Durante i quaranta giorni successivi egli si
materializzò, come avevano fatto degli angeli prima di lui, per
mostrarsi vivente ai suoi discepoli quali testimoni’ (Sia Dio
riconosciuto verace, pag. 42-43); ‘Per convincere Tommaso che era
proprio lui, Gesù usò un corpo con delle ferite. Sembrava proprio un
uomo (...) Mentre a Tommaso Gesù apparve con un corpo simile a quello
col quale era stato ucciso, nell’apparire ai Suoi seguaci assunse
anche corpi diversi’ (Potete vivere per sempre su una terra
paradisiaca, pag. 145). Come vedremo in appresso, questa dottrina
sulla ‘risurrezione’ di Gesù (come essere spirito) è collegata
anche alla loro dottrina sul ‘ritorno’ invisibile di Gesù nel 1914.
In altre parole, secondo loro, Gesù, essendo uno spirito, non poteva
essere visto al suo ritorno avvenuto nel 1914. |
Confutazione |
I Testimoni di Geova affermano il
falso e non si attengono alla verità e noi confuteremo quello che
dicono mediante la Parola di Dio, dimostrando che Gesù Cristo, il
Figlio di Dio, è Dio (e perciò eterno come il Padre e con il Padre) e
non una creatura di Dio che un tempo non esisteva. Lo faremo innanzi
tutto facendo alcuni confronti tra delle Scritture dell’Antico Patto e
delle Scritture del Nuovo Patto, e poi citando delle parole di Gesù e
degli apostoli che attestano la divinità di Cristo. Dopodiché
dimostreremo la falsità del loro insegnamento sulla risurrezione di Gesù.
Per quanto riguarda la confutazione della loro dottrina sugli effetti
che produce l’espiazione di Gesù su coloro che credono in lui vi
rimando alla parte dove ho trattato la giustificazione, la nuova nascita
e la salvezza; mentre per quella relativa alla loro dottrina sul suo
presunto ritorno avvenuto nel 1914, vi rimando alla parte dove ho
confutato questo loro ritorno. |
Il seguente confronto tra dei passi
dell’Antico e del Nuovo Patto attesta che Gesù Cristo è Dio e non
una creatura di Dio |
Ÿ
Dio, sotto l’Antico Patto, disse spesso per bocca dei santi profeti di
essere l’unico salvatore esistente in tutto il creato; ecco alcuni di
questi passi: "Io, io sono l’Eterno, e fuori di me non v’è
salvatore" (Is. 43:11); "Non v’è altro Dio fuori di me, un
Dio giusto, e non v’è Salvatore fuori di me" (Is. 45:21);
"L’Eterno è il nostro re, egli è colui che ci salva" (Is.
33:22). Ma Dio (Yahweh: Colui che è), oltre a proclamare di
essere il solo Salvatore disse che sarebbe venuto a salvare Israele
dalle sue iniquità. Isaia infatti disse: "Dite a quelli che hanno
il cuore smarrito: ‘Siate forti, non temete!’ Ecco il vostro Dio!
Verrà la vendetta, la retribuzione di Dio; verrà egli stesso a
salvarvi" (Is. 35:4), ed ancora: "Israele sarà salvato
dall’Eterno d’una salvezza eterna" (Is. 45:17); e nei Salmi era
stato detto: "O Israele, spera nell’Eterno, poiché presso
l’Eterno è benignità, e presso di lui è abbondanza di redenzione.
Ed egli redimerà Israele da tutte le sue iniquità" (Sal.
130:7-8). Ora, prima che Gesù nascesse un angelo del Signore apparve in
sogno a Giuseppe, il marito di Maria, e tra le altre cose gli disse:
"Ed ella partorirà un figliuolo, e tu gli porrai nome Gesù, perché
è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati" (Matt. 1:21),
perciò, siccome che Colui che è potente a salvare è uno solo, e cioè
Dio, e che Dio aveva detto che sarebbe stato lui a salvare il suo
popolo, Gesù Cristo è Dio. Non vi sono due salvatori ma uno solo
secondo quello che insegna la Scrittura, quindi Cristo è Dio, il
Salvatore d’Israele. Egli disse in casa di Zaccheo che "il
Figliuol dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era
perito" (Luca 19:10), attestando in questa maniera che Lui aveva (e
lo ha tuttora) il potere di salvare i perduti; perciò non può non
essere Dio. |
Ÿ
Dio aveva detto anche di essere Colui che redime Gerusalemme e che
l’avrebbe redenta mediante la giustizia. Egli disse infatti tramite
Isaia: "L’Eterno redime... Gerusalemme" (Is. 52:9), e:
"Sion sarà redenta mediante la rettitudine, e quelli che in lei si
convertiranno saran redenti mediante la giustizia.." (Is. 1:27), ed
ancora: "Ecco, l’Eterno proclama fino agli estremi confini della
terra: ‘Dite alla figliuola di Sion: Ecco, la tua salvezza giunge;
ecco, egli ha seco il suo salario, e la sua retribuzione lo
precede" (Is. 62:11). Questa è la ragione per cui, quando nacque
Gesù vi erano coloro che aspettavano la redenzione di Gerusalemme,
perché Dio aveva promesso di salvarla. Ora, secondo quello che insegna
la Scrittura, il redentore di Gerusalemme è Gesù Cristo, Dio benedetto
in eterno; lui è la salvezza di Sion che Dio manifestò nella pienezza
dei tempi nel cospetto di tutte le nazioni e che ha posto sul monte
Sion. Anna, la profetessa che non "si partiva mai dal tempio,
servendo a Dio notte e giorno con digiuni ed orazioni" (Luca 2:37),
quando sopraggiunse e vide il bambino Gesù si mise a lodare Dio anche
lei e "parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la
redenzione di Gerusalemme" (Luca 2:38), perché pure lei credette
che Gesù era Colui che avrebbe redento gli abitanti di Gerusalemme dai
loro peccati (cioè che egli era la salvezza di Sion promessa da Dio). |
Ÿ
Davide nei Salmi disse: "L’Eterno è… la mia salvezza" (Sal.
27:1), ed anche: "Egli solo è... la mia salvezza" (Sal.
62:6), quindi lui credeva che Dio era la sua salvezza. Paolo dice ai
Corinzi che Cristo Gesù ci è stato fatto da Dio "redenzione"
(1 Cor. 1:30), quindi Gesù è la nostra salvezza. Egli quindi è Dio. |
Ÿ
Dio, il Salvatore del mondo, prima che Gesù venisse in questo mondo,
ordinò a tutti gli abitanti del mondo di volgersi a lui per essere
salvati secondo che è scritto in Isaia: "Volgetevi a me e siate
salvati, voi tutte, le estremità della terra" (Is. 45:22), ciò
significa che Egli aveva ed ha il potere di salvare gli abitanti del
mondo. Quando Gesù si manifestò ad Israele disse: "Io non son
venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo" (Giov. 12:47).
Ma allora quanti salvatori del mondo ci sono? Uno o due? Noi ne
conosciamo uno solo che è Cristo Gesù, Dio benedetto in eterno. Il
nostro Signore Gesù Cristo é il nostro Dio che è venuto a salvarci!
Noi, come quei Samaritani che credettero in lui, "sappiamo che
questi é veramente il Salvator del mondo" (Giov. 4:42). A conferma
di tutto ciò vi sono le seguenti parole di Pietro: "E in nessun
altro è la salvezza; poiché non v’è sotto il cielo alcun altro nome
che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad esser
salvati" (Atti 4:12). Diletti, Gesù è potente a salvare perché
egli è Dio. Egli è Colui che ora è magnificamente ammantato, e che
cammina fiero nella grandezza della sua forza, Colui che dice: "Son
io, che parlo con giustizia, che son potente a salvare" (Is. 63:1). |
Ÿ
Dio aveva detto che avrebbe riscattato alcuni dalle mani
dell’avversario senza denaro infatti disse: "Poiché così parla
l’Eterno: Voi siete stati venduti per nulla, e sarete riscattati senza
denaro" (Is. 52:3), e il salmista disse: "Celebrate
l’Eterno, poich’egli è buono, perché la sua benignità dura in
eterno! Così dicano i riscattati dall’Eterno, ch’egli ha riscattati
dalla mano dell’avversario..." (Sal. 107:1-2). Gesù Cristo ha
fatto proprio questo; Egli ci ha riscattati dalla potestà del diavolo
avendoci riscattato dalle nostre iniquità con il suo proprio sangue.
Paolo dice a Tito che Gesù Cristo "ha dato se stesso per noi affin
di riscattarci da ogni iniquità..." (Tito 2:14); ed ai Galati che
"Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo
divenuto maledizione per noi" (Gal. 3:13). Egli quindi è Dio. |
Ÿ
Dio aveva detto pure che avrebbe consolato il suo popolo infatti Egli
disse: "Come un uomo cui sua madre consola, così io consolerò
voi, e sarete consolati in Gerusalemme" (Is. 66:13), ed ancora:
"L’Eterno sta per consolare Sion, consolerà tutte le sue ruine.."
(Is. 51:3). Ma in che maniera li avrebbe consolati? Tramite il suo Unto,
perché anche per questo Egli lo avrebbe mandato, per consolare tutti
quelli che facevano cordoglio. Gesù ha confermato di essere il
Consolatore d’Israele, perché Egli consolò quelli che facevano
cordoglio dicendo loro: "Beati voi che ora piangete, perché
riderete" (Luca 6:21), ed ancora: "Beati quelli che fanno
cordoglio, perché essi saranno consolati" (Matt. 5:4). Lui stesso
affermò di essere il Consolatore mandato da Dio, quando disse ai suoi
discepoli, prima di essere arrestato: "Io pregherò il Padre, ed
Egli vi darà un altro Consolatore, perché stia con voi in
perpetuo..." (Giov. 14:16). Perché parlò di un altro Consolatore?
Chi era quello precedente? Era lui, Dio benedetto in eterno, ma siccome
che Egli stava per dipartirsi per tornare al Padre, promise che avrebbe
mandato loro il Consolatore (l’altro Consolatore) che sarebbe rimasto
con loro in perpetuo, cioè lo Spirito della verità che procede dal
Padre (cfr. Giov. 16:7). |
Ÿ
Davide disse a Dio: "Tu sei la mia speranza, o Signore, o
Eterno" (Sal. 71:5), e Geremia rivolgendosi sempre a Dio dice:
"Speranza d’Israele, o Eterno, tutti quelli che t’abbandonano
saranno confusi... perché hanno abbandonato l’Eterno" (Ger.
17:13), e dice che i nemici d’Israele dicevano: "Noi non siamo
colpevoli poich’essi han peccato contro l’Eterno, dimora della
giustizia, contro l’Eterno, speranza de’ loro padri" (Ger.
50:7). Paolo, che vi ricordo era un Giudeo che sapeva molto bene tutto
ciò, chiama Cristo "nostra speranza" (1 Tim. 1:2), quindi lui
riteneva che Gesù fosse la speranza di tutti coloro che credevano in
lui, Giudei credenti quindi inclusi. Quindi, l’apostolo credeva che
egli era Dio. |
Ÿ
Dio, sotto l’Antico Patto, aveva detto che avrebbe mandato il suo
messaggero davanti a lui stesso infatti disse tramite Malachia:
"Ecco, io vi mando il mio messaggero; egli preparerà la via
davanti a me" (Mal. 3:1). Ora, noi sappiamo che queste parole si
riferiscono a Giovanni il Battista che Dio mandò davanti al suo Cristo,
infatti Gesù disse di Giovanni: "Egli è colui del quale è
scritto: Ecco, io mando il mio messaggero davanti al tuo cospetto, che
preparerà la via dinanzi a te" (Matt. 11:10). Ma se voi notate
bene, in Malachia Dio disse che lo avrebbe mandato davanti a se stesso
infatti disse: "Egli preparerà la via dinanzi a me", mentre
nella citazione di Malachia fatta da Gesù, Dio dice al suo Unto del suo
messaggero: "...Preparerà la via davanti a te". Quindi anche
in questo caso noi giungiamo alla inevitabile conclusione che Gesù
Cristo è Dio benedetto in eterno. Zaccaria, il padre di Giovanni,
quando profetizzò, disse: "E tu, piccol fanciullo, sarai chiamato
profeta dell’Altissimo, perché andrai davanti alla faccia del Signore
per preparar le sue vie" (Luca 1:76), e secoli prima Isaia aveva
detto: "La voce d’uno grida: ‘Preparate nel deserto la via
dell’Eterno, appianate ne’ luoghi aridi una strada per il nostro
Dio!" (Is. 40:3), quindi siccome che Giovanni fu mandato da Dio
davanti a Gesù Cristo a preparargli la via (Giovanni stesso disse:
"Io non sono il Cristo; ma sono mandato davanti a lui" [Giov.
3:28]), di conseguenza noi proclamiamo che Gesù Cristo è il nostro
Dio. |
Ÿ
Gesù un giorno disse ai Giudei: "Abramo, vostro padre, ha
giubilato nella speranza di vedere il mio giorno; e l’ha veduto, e se
n’è rallegrato" (Giov. 8:56), al che i Giudei gli dissero:
"Tu non hai ancora cinquant’anni e hai veduto Abramo?" (Giov.
8:57) e "Gesù disse loro: In verità, in verità vi dico: Prima
che Abramo fosse nato, io sono" (Giov. 8:58). Ora, noi sappiamo che
l’Io sono apparve a Mosè al monte Horeb nella fiamma d’un pruno
ardente e gli parlò e lo mandò in Egitto a liberare Israele, ma
vediamo ora quando l’Io sono apparve al patriarca Abramo, perché Gesù
proclamò di avere visto Abramo e che Abramo aveva veduto il suo giorno
e se n’era rallegrato. E’ scritto: "L’Eterno apparve ad
Abrahamo alle querce di Mamre, mentre questi sedeva all’ingresso della
sua tenda durante il caldo del giorno. Abrahamo alzò gli occhi, ed ecco
che scòrse tre uomini, i quali stavano dinanzi a lui...." (Gen.
18:1,2). Notate che la Scrittura dice che Abrahamo vide davanti a sé
tre uomini. Proseguendo nella lettura di questa visita che ricevette
Abrahamo si noterà che due di questi uomini erano due angeli infatti
dopo che tutti e tre gli uomini ebbero mangiato quello che Abrahamo
aveva loro messo davanti, la Scrittura prima dice: "E quegli
uomini, partitisi di là, s’avviarono verso Sodoma.." (Gen.
18:22), e poco dopo: "Or i due angeli giunsero a Sodoma verso
sera..." (Gen. 19:1). Quindi, due di quei tre uomini erano due
angeli; ma allora chi era il terzo? Esso era l’Eterno, cioè l’Io
sono, infatti la Scrittura dopo avere detto che "l’Eterno apparve
ad Abrahamo" dice che, dopo che quei due uomini si partirono da
Abrahamo, il patriarca "rimase ancora davanti all’Eterno"
(Gen. 18:22). Adesso voglio farvi notare un’altra cosa che giudico
importante perché essa conferma che quell’uomo che apparve ad
Abrahamo era Dio (il Figlio) prima della sua incarnazione. Dopo che i
due angeli presero per la mano Lot, sua moglie e le sue due figliuole e
li menarono fuori dalla città di Sodoma, la Scrittura dice che
"allora l’Eterno fece piovere dai cieli su Sodoma e Gomorra zolfo
e fuoco, da parte dell’Eterno" (Gen. 19:24). Notate
l’espressione: "L’Eterno fece piovere... da parte
dell’Eterno", perché essa conferma che quell’uomo che fece
piovere da parte di Dio fuoco e zolfo su Sodoma era Dio, il Figlio. |
Ÿ
Lo stesso Figlio di Dio che ai giorni di Abramo fece cadere zolfo e
fuoco sugli empi, secoli dopo, fece scendere lo Spirito Santo sui suoi
discepoli in Gerusalemme sempre da parte di Dio. Egli, quando promise lo
Spirito Santo, disse ai suoi: "Ma quando sarà venuto il
Consolatore che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della
verità che procede dal Padre, egli testimonierà di me" (Giov.
15:26); quindi Egli disse che avrebbe fatto scendere lo Spirito su loro
da parte del Padre suo. E questo è quello che avvenne il giorno della
Pentecoste perché Pietro, quando parlò ai Giudei che si erano radunati
nel sentire quel suono somigliante al suono di vento impetuoso che
soffia, e che si meravigliavano di sentire parlare dei Galilei in lingue
straniere, disse loro: "Questo Gesù, Iddio l’ha risuscitato; del
che noi tutti siamo testimoni. Egli dunque, essendo stato esaltato dalla
destra di Dio, e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha
sparso quello che ora vedete e udite" (Atti 2:32-33); quindi fu Gesù
Cristo dalla destra del Padre a spandere lo Spirito Santo sui discepoli.
Ma che cosa è scritto nel libro del profeta Gioele? E’ scritto:
"E avverrà negli ultimi giorni, dice Iddio, che io spanderò del
mio Spirito sopra ogni carne..." (Atti 2:17; Gioele 2:28); ma qui
è Dio che promette di spandere il suo Spirito! Quindi? Quindi Gesù
Cristo è Dio! |
Ÿ
Nel libro dell’Esodo è scritto che quando l’Angelo dell’Eterno
apparve a Mosè nella fiamma d’un pruno ardente gli disse: "Io
sono l’Iddio di tuo padre, l’Iddio d’Abrahamo, l’Iddio
d’Isacco e l’Iddio di Giacobbe" (Es. 3:6). Che Colui che
apparve e parlò a Mosè era Dio lo confermò pure Gesù quando disse ai
Sadducei: "Quanto poi ai morti ed alla loro risurrezione, non avete
voi letto nel libro di Mosè, nel passo del pruno, come Dio gli parlò
dicendo: Io sono l’Iddio d’Abramo e l’Iddio d’Isacco e l’Iddio
di Giacobbe?" (Mar. 12:26). Ora, sempre nel passo del pruno, come
lo ha chiamato il Signore, è scritto che Dio disse a Mosè: "Io
sono quegli che sono" (Es. 3:14), ed anche: "Dirai così ai
figliuoli d’Israele: L’Io sono m’ha mandato da voi" (Es.
3:14). Con queste parole Dio ha proclamato di essere ab eterno e in
eterno. Nel Vangelo scritto da Giovanni è scritto che Gesù disse ai
Giudei: "In verità, in verità vi dico: Prima che Abramo fosse
nato, io sono" (Giov. 8:58), facendosi così uguale a Dio perché
solo Dio può dire di essere Colui che é. Anche questo confronto di
Scritture conferma che Cristo Gesù è Dio e non un dio. Vorrei che
notaste che i Giudei quando sentirono proferire queste parole a Gesù
presero delle pietre per lapidarlo per bestemmia perché così dicendo,
secondo loro, egli toglieva all’invisibile ed eterno Iddio l’onore
che gli appartiene. Essi non presero delle pietre per lapidarlo quando
poco prima Gesù aveva detto loro: "Abramo, vostro padre, ha
giubilato nella speranza di vedere il mio giorno; e l’ha veduto, e se
n’é rallegrato" (Giov. 8:56) (confermando la sua preesistenza),
tanto è vero che a questa affermazione di Gesù essi gli dissero:
"Tu non hai ancora cinquant’anni e hai veduto Abramo?" (Giov.
8:57) (rimanendo meravigliati ma non indignati perché secondo loro in
questo caso egli non aveva bestemmiato contro Dio), ma essi presero
delle pietre per lapidarlo quando lui parlò in modo da farsi uguale a
Dio. Ma d’altronde Gesù disse il vero e non mentì dicendo di
esistere da sempre; però i Giudei non lo credettero, e perciò
cercarono di ucciderlo. |
Ÿ
Nel libro del Deuteronomio è scritto che Mosè disse al popolo
d’Israele: "L’Eterno, il vostro Dio, è l’Iddio degli dèi,
il Signor dei signori" (Deut. 10:17); le parole "Signore dei
signori" qui si riferiscono a Dio Padre. Anche Paolo ha confermato
che Dio Padre è il Signore dei signori quando dice a Timoteo che
l’apparizione del nostro Signore Gesù Cristo "sarà a suo tempo
manifestata dal beato e unico Sovrano, il Re dei re e Signor dei
signori, il quale solo possiede l’immortalità ed abita una luce
inaccessibile; il quale nessun uomo ha veduto né può vedere; al quale
siano onore e potenza eterna. Amen" (1 Tim. 6:15-16). Nel libro
dell’Apocalisse questo nome viene dato al Signore Gesù infatti è
scritto: "Costoro guerreggeranno contro l’Agnello, e l’Agnello
li vincerà, perché egli è il Signor dei signori e il Re dei re"
(Ap. 17:14), ed ancora: "E sulla veste e sulla coscia porta scritto
questo nome: Re dei re, Signor dei signori" (Ap. 19:16). Ora, come
potete vedere il Figlio porta lo stesso nome del Padre e quindi egli é
Dio. |
Ÿ
Nei Salmi Davide disse per lo Spirito: "Coll’aiuto di Dio, io
loderò la sua parola" (Sal. 56:4 Diod.), e siccome in un altro
luogo dice anche: "Io loderò l’Eterno finché vivrò" (Sal.
146:2), di conseguenza lui credeva che la Parola di Dio era Dio,
altrimenti non l’avrebbe lodata. Ora, noi sappiamo che Cristo Gesù è
la Parola di Dio che è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo in
mezzo agli uomini: il suo nome, come dice Giovanni, "è la Parola
di Dio" (Ap. 19:13), e noi facciamo bene nel lodare e glorificare
la Parola di Dio perché è Dio, e perché altri prima di noi lo hanno
fatto secondo che è scritto: "E i Gentili, udendo queste cose, si
rallegravano e glorificavano la parola di Dio" (Atti 13:48). Non è
questa un’altra chiara prova che Gesù Cristo è Dio? |
Ÿ
Nei Salmi è scritto: "O porte, alzate i vostri capi; alzatevi, o
porte eterne, e il Re di gloria entrerà. Chi è questo Re di gloria?
E’ l’Eterno degli eserciti; egli è il Re di gloria" (Sal.
24:9-10). Paolo dice ai Corinzi che se i principi di questo secolo
avessero conosciuto la sapienza misteriosa ed occulta di Dio "non
avrebbero crocifisso il Signor della gloria" (1 Cor. 2:8), quindi
Cristo Gesù è il Re di gloria, l’Eterno degli Eserciti; in altre
parole Egli è Dio. |
Ÿ
Il profeta Zaccaria disse: "E l’Eterno mi disse: Gettalo per il
vasaio, questo magnifico prezzo al quale m’hanno stimato! E io presi i
trenta sicli d’argento, e li gettai nella casa dell’Eterno per il
vasaio" (Zacc. 11:13). Come potete vedere, nelle parole del
profeta, Dio dice di essere stato stimato trenta sicli d’argento. Nel
Vangelo scritto da Matteo troviamo scritto che quando Giuda andò dai
capi sacerdoti disse loro: "Che mi volete dare, e io ve lo
consegnerò? Ed essi gli contarono trenta sicli d’argento" (Matt.
26:15). In questo caso è detto che Gesù fu stimato trenta sicli
d’argento. In seguito, dopo che Giuda glielo dette nelle mani, Giuda
prese i trenta sicli d’argento e li riportò ai capi sacerdoti e agli
anziani i quali "presero i trenta sicli d’argento, prezzo di
colui ch’era stato messo a prezzo, messo a prezzo dai figliuoli
d’Israele; e li dettero per il campo del vasaio.." (Matt.
27:9-10). Anche da questo confronto scritturale emerge che Gesù Cristo
è Dio. |
Ÿ
Il profeta Zaccaria disse: "L’Eterno, il mio Dio, verrà, e tutti
i suoi santi con lui" (Zacc. 14:5). L’apostolo Paolo dice ai
Tessalonicesi: "Il Signor nostro Gesù verrà con tutti i suoi
santi" (1 Tess. 3:13); anche Paolo avrebbe potuto dire come
Zaccaria: "Il mio Dio, verrà, e tutti i suoi santi con lui",
ma disse una cosa leggermente diversa perché invece di dire: "Il
mio Dio", in questa occasione disse: "Il Signore nostro Gesù".
Ma nella sostanza le cose non cambiano perché l’Iddio di Zaccaria che
verrà con tutti i suoi santi è Cristo Gesù. Amen. Paolo ha confermato
che Gesù Cristo è il nostro Iddio che verrà dal cielo con tutti i
suoi santi quando disse a Tito: "Aspettando la beata speranza e
l’apparizione della gloria del nostro grande Iddio e Salvatore, Cristo
Gesù" (Tito 2:13). Anche le parole di Paolo confrontate con quelle
di Zaccaria confermano in maniera inequivocabile che Gesù Cristo è Dio
e non un dio come dicono invece i bugiardi. |
Ÿ
Isaia disse: "Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore, l’Eterno,
viene con potenza" (Is. 40:9-10); quindi secondo le parole di Isaia
il nostro Dio verrà con potenza. Ora, confrontando le suddette parole
del profeta con queste parole di Gesù: "E allora vedranno il
Figliuol dell’uomo venir sopra le nuvole con potenza e gran
gloria" (Luca 21:27), e queste di Giovanni: "Ecco, egli viene
colle nuvole; ed ogni occhio lo vedrà..." (Ap. 1:7), si comprende
che Gesù Cristo è il nostro Dio che viene con potenza. Se poi si
esaminano le seguenti parole dette dal Signore Gesù a Giovanni:
"Io son l’Alfa e l’Omega, dice il Signore Iddio che è, che era
e che viene, l’Onnipotente" (Ap. 1:8), si noterà che Colui che
viene si definisce l’Alfa e l’Omega e l’Onnipotente; e perciò
anche questa è una conferma che Gesù Cristo, il quale deve venire, è
Dio. |
Ÿ
Dio disse tramite il profeta Isaia: "Ogni ginocchio si piegherà
davanti a me" (Is. 45:23). L’apostolo Paolo parlando di Gesù
dice: "Ed è perciò che Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha
dato il nome che è al disopra d’ogni nome, affinché nel nome di Gesù
si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto la
terra..." (Fil. 2:9-10); quindi Gesù Cristo è Dio perché è
davanti a lui che si devono piegare tutte le ginocchia. |
Ÿ
Il profeta Isaia predisse che Dio stesso avrebbe pasciuto il suo gregge
infatti disse: "Dì alle città di Giuda: ‘Ecco il vostro Dio!...
Come un pastore, egli pascerà il suo gregge; raccoglierà gli agnelli
in braccio, se li torrà in seno, e condurrà pian piano le pecore che
allattano" (Is. 40:9,11). Come potete vedere queste parole si
riferiscono a Dio, e mettendole a confronto con queste altre parole che
disse Michea a proposito del Cristo: "Ma da te, o Bethlehem Efrata,
piccola per esser fra i migliai di Giuda, da te mi uscirà colui che sarà
dominatore in Israele, le cui origini risalgono ai tempi antichi, ai
giorni eterni... Egli starà là e pascerà il suo gregge colla forza
dell’Eterno, colla maestà del nome dell’Eterno, del suo Dio" (Mich.
5:1,3), si può notare che in ambedue le predizioni vi è
l’espressione: "Egli pascerà il suo gregge". Ma mentre in
Isaia è detto che Dio avrebbe pasciuto il suo gregge, in Michea è
detto che lo avrebbe pasciuto Colui che sarebbe nato in Betleem. Ora,
noi sappiamo che Gesù che è chiamato Cristo, benché esistesse da
sempre avanti la fondazione del mondo, è nato secondo la carne in
Betleem, e che lui è il buon pastore che pasce il gregge di Dio perché
egli ha detto: "Io sono il buon pastore" (Giov. 10:11), e
Pietro lo chiama il Pastore e Vescovo delle anime nostre (cfr. 1 Piet.
2:25) ed anche "il sommo Pastore" (1 Piet. 5:4); quindi Egli
è Dio. |
Ÿ
In Isaia leggiamo: "Egli renderà a ciascuno secondo le sue
opere..." (Is. 59:18), e nel libro dei Proverbi: "E non renderà
egli a ciascuno secondo le opere sue?" (Prov. 24:12). Queste parole
si riferiscono a Dio. Gesù ha detto: "Il Figliuol dell’uomo verrà
nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, ed allora renderà a
ciascuno secondo l’opera sua" (Matt. 16:27) ed anche che tutte le
chiese conosceranno che lui è colui che darà "a ciascun di voi
secondo le opere vostre" (Ap. 2:23). Ancora una volta, il risultato
evidente che scaturisce da questo confronto tra passi dell’Antico e
passi del Nuovo Patto è che Gesù Cristo è Dio. |
Ÿ
Nel libro del profeta Isaia troviamo scritto: "L’Eterno degli
Eserciti, quello, santificate! Sia lui quello che temete e paventate! Ed
egli sarà un santuario, ma anche una pietra d’intoppo, un sasso
d’inciampo per le due case d’Israele..." (Is. 8:13-14). Quindi,
secondo il profeta, Dio sarebbe stato una pietra d’intoppo per il
popolo d’Israele. L’apostolo Pietro nella sua prima epistola dice
riferendosi a Cristo che per gli increduli la pietra angolare eletta e
preziosa (cioè Cristo) è "una pietra d’inciampo e un sasso
d’intoppo; essi, infatti, essendo disubbidienti, intoppano nella
Parola..." (1 Piet. 2:7-8). Da questo confronto emerge che Cristo
Gesù, essendo la pietra d’intoppo in cui hanno intoppato gli
increduli per decreto divino, è Dio. Notate infatti che in Isaia è
detto che gli Israeliti avrebbero intoppato nell’Eterno degli
Eserciti, e in Pietro che gli increduli intoppano nella Parola. Quindi
la Parola è Dio, l’Eterno degli eserciti, e di conseguenza, dato che
Cristo è la Parola fatta carne, Cristo è Dio, e non un dio. |
Ÿ
Nei Salmi è scritto: "I cieli furon fatti dalla parola
dell’Eterno..." (Sal. 33:6), e siccome che Gesù Cristo è la
Parola di Dio fattasi carne ("E la Parola è stata fatta
carne" [Giov. 1:14]), tanto è vero che il suo nome è la Parola di
Dio, egli non può essere un dio inferiore al grande Iddio perché in un
altro luogo è scritto che "Nel principio Iddio creò i
cieli..." (Gen. 1:1). In altre parole, siccome che la creazione dei
cieli viene attribuita sia a Dio che alla Parola di Dio, questa è Dio:
e siccome Gesù è la Parola di Dio, egli è Dio. |
Ÿ
Nei Salmi è scritto: "Io ho detto: Dio mio, non mi portar via nel
mezzo dei miei giorni; i tuoi anni durano per ogni età. Tu fondasti ab
antico la terra, e i cieli son l’opera delle tue mani. Essi periranno,
ma tu rimani; tutti quanti si logoreranno come un vestito; tu li muterai
come una veste e saranno mutati. Ma tu sei sempre lo stesso, e gli anni
tuoi non avranno mai fine" (Sal. 102:24-27). Queste parole (da
"Tu fondasti ab antico la terra..." in poi) nella lettera agli
Ebrei vengono applicate dallo scrittore al Figliuolo di Dio perché
prima di citarle è detto: "Dice del Figliuolo" (Ebr. 1:8) e
poi: "Tu, Signore, nel principio, fondasti la terra..." (Ebr.
1:10). Ora, dato che sappiamo che colui che nel principio creò i cieli
e la terra è Dio di conseguenza il Figliuolo é Dio. Ma oltre a questo
notate che nel Salmo il salmista prima dice: "Dio mio" (Sal.
102:24) e poi: "Tu fondasti ab antico la terra..." (Sal.
102:25), il che conferma che Gesù Cristo, il Figlio del Padre, è Dio.
Vi ricordate che cosa disse Toma a Gesù quando questi apparve anche a
lui? Non gli disse forse: "Signor mio e Dio mio" (Giov.
20:28)? Notate perciò come le parole del salmista rivolte al Figliuolo
sono le stesse che Toma rivolse a Gesù Cristo dopo che questi risuscitò
dai morti: "Dio mio". |
Ÿ
Nel centodiciannovesimo Salmo è scritto in riferimento a Dio il
Creatore di tutte le cose: "La tua fedeltà dura d’età in età;
tu hai fondato la terra ed essa sussiste. Tutto sussiste anche oggi
secondo i tuoi ordini, perché ogni cosa è al tuo servigio" (Sal.
119:90-91). Ora, abbiamo visto dal precedente confronto che le parole
"tu hai fondato la terra" che si riferiscono a Dio si
riferiscono anche al Figlio; ora vediamo come anche le parole
"tutto sussiste anche oggi secondo i tuoi ordini" che si
riferiscono a Dio si riferiscono anche al Figliuolo. L’apostolo Paolo
nella sua lettera ai Colossesi dice del Figliuolo: "Tutte le cose
sono state create per mezzo di lui e in vista di lui; ed egli è avanti
ogni cosa, e tutte le cose sussistono in lui" (Col. 1:16-17), e lo
scrittore agli Ebrei conferma ciò dicendo che Dio ha creato i mondi
mediante il suo Figliuolo "il quale, essendo lo splendore della sua
gloria e l’impronta della sua essenza e sostenendo tutte le cose con
la parola della sua potenza, quand’ebbe fatta la purificazione dei
peccati, si pose a sedere alla destra della Maestà ne’ luoghi
altissimi" (Ebr. 1:3). Quindi sia nella lettera ai Colossesi che in
quella agli Ebrei è detto che il Figliuolo sostiene tutte le cose, il
che equivale a dire come è scritto nei Salmi che tutte le cose
sussistono agli ordini del Figliuolo di Dio. Ora, se Egli non fosse
l’Onnipotente Dio come potrebbe sostenere tutte le cose? Certamente
non potrebbe, ma appunto perché Egli é l’Onnipotente Dio può farlo. |
Ÿ
Nei Salmi è detto: "Tu sei salito in alto, hai menato in cattività
dei prigioni, hai preso doni dagli uomini, anche dai ribelli, per far
quivi la tua dimora, o Eterno Iddio" (Sal. 68:18). Nella lettera
agli Efesini Paolo applica queste parole a Cristo infatti dice: "Or
questo è salito che cosa vuol dire se non che egli era anche disceso
nelle parti più basse della terra? Colui che è disceso, è lo stesso
che è salito al disopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni
cosa" (Ef. 4:9-10). Quindi, Cristo, dato che è colui che salito in
alto ha menato in cattività i prigioni, è Dio. |
Ÿ
Dio disse tramite Isaia: "Io ho fatto sparire le tue trasgressioni
come una densa nube, e i tuoi peccati, come una nuvola.." (Is.
44:22). Ma non disse forse Giovanni di Gesù: "Ecco l’Agnello di
Dio che toglie il peccato del mondo" (Giov. 1:29)? Quindi, siccome
è stato Gesù a fare sparire tutti i nostri vecchi peccati come una
nuvola, Egli è Dio. |
Ÿ
Nei Salmi Davide dice: "Egli è quel che ti perdona tutte le tue
iniquità" (Sal. 103:3), ed anche: "Io ho detto: Confesserò
le mie trasgressioni all’Eterno; e tu hai perdonato l’iniquità del
mio peccato" (Sal. 32:5). Quindi è solo Dio che può perdonare
all’uomo i suoi peccati; solo lui può rimettergli i suoi peccati.
Marco dice che Gesù disse a quell’uomo paralitico portato da quattro:
"Figliuolo, i tuoi peccati ti sono rimessi" (Mar. 2:5). Al che
alcuni degli scribi che erano lì presenti ragionarono in cuore loro
dicendo: "Perché parla costui in questa maniera? Egli bestemmia!
Chi può rimettere i peccati, se non un solo, cioè Dio?" (Mar.
2:7). Ma Gesù conosciuti i loro pensieri disse loro: "Perché fate
voi cotesti ragionamenti ne’ vostri cuori? Che è più agevole, dire
al paralitico: I tuoi peccati ti sono rimessi, oppur dirgli: Lèvati,
togli il tuo lettuccio e cammina? Ora, affinché sappiate che il
Figliuol dell’uomo ha potestà in terra di rimettere i peccati: Io tel
dico (disse al paralitico), lèvati, togli il tuo lettuccio, e vattene a
casa tua" (Mar. 2:8-11). Come potete vedere Gesù Cristo aveva il
potere di rimettere i peccati. Perciò Gesù non poteva non essere Dio
oltre che uomo. Se lui fosse stato solo un uomo allora sì che avrebbe
bestemmiato, ma il fatto è che Egli era, oltre che vero uomo, anche
vero Dio e perciò aveva il potere di rimettere i peccati agli uomini.
Ancora oggi Cristo Gesù rimette i peccati a coloro che credono in lui
perché Egli é Dio. |
Ÿ
Il profeta Geremia disse: "Ma l’Eterno è il vero Dio, egli é
l’Iddio vivente, e il re eterno" (Ger. 10:10). Giovanni nella sua
prima epistola dice: "E noi siamo in Colui che è il vero Dio, nel
suo Figliuolo Gesù Cristo. Quello è il vero Dio e la vita eterna"
(1 Giov. 5:20). Ora, noi sappiamo che c’é un solo vero Dio; questo lo
attestò pure il Figliuolo di Dio nei giorni della sua carne quando
rivolgendosi al Padre suo disse: "E questa è la vita eterna: che
conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù
Cristo" (Giov. 17:3); quindi come è possibile che Giovanni chiami
Gesù Cristo "il solo vero Dio"? Per certo non ci possono
essere due veri Dii perché questo contrasterebbe la verità; quindi il
fatto che Giovanni abbia chiamato il Figliuolo il solo vero Dio conferma
che Egli é Dio. Il Padre e il Figliuolo sono uno. |
Ÿ
Dio disse tramite il profeta Geremia: "Il cuore è ingannevole più
d’ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi lo conoscerà? - Io,
l’Eterno, che investigo il cuore, che metto alla prova le reni, per
retribuire ciascuno secondo le sue vie, secondo il frutto delle sue
azioni" (Ger. 17:9-10). Gesù Cristo disse all’angelo della
chiesa di Tiatiri: "Ecco, io getto lei sopra un letto di dolore, e
quelli che commettono adulterio con lei in una gran tribolazione, se non
si ravvedono delle opere d’essa. E metterò a morte i suoi figliuoli;
e tutte le chiese conosceranno che io son colui che investigo le reni ed
i cuori; e darò a ciascun di voi secondo le opere vostre" (Ap.
2:22-23). Quindi Gesù, essendo Colui che investiga il cuore e mette
alla prova le reni e retribuisce ciascuno secondo le sue opere, é Dio
perché possiede le stesse caratteristiche che Dio tramite il profeta
disse di avere. |
Ÿ
Il profeta Geremia disse: "Benedetto l’uomo che confida
nell’Eterno, e la cui fiducia è l’Eterno!" (Ger. 17:7). Non è
la sola citazione dell’Antico Testamento che proclama la benedizione
di coloro che hanno fede in Dio; ma voglio citare solo questa. Ora, noi
siamo tutti figliuoli di Dio perché crediamo in Cristo Gesù secondo
che è scritto: "Siete tutti figliuoli di Dio, per la fede in
Cristo Gesù" (Gal. 3:26), e siamo benedetti secondo che è
scritto: "Talché coloro che hanno la fede, sono benedetti col
credente Abramo" (Gal. 3:9); quindi Gesù è Dio e non solo un uomo
perché se noi avessimo riposto la nostra fiducia solo in un uomo per
certo non saremmo benedetti. Noi non saremmo benedetti se avessimo
riposto la nostra fiducia solo in un uomo perché Geremia disse anche:
"Maledetto l’uomo che confida nell’uomo" (Ger. 17:5). Ecco
perché Gesù poté dire ai suoi discepoli: "Abbiate fede in Dio, e
abbiate fede anche in me" (Giov. 14:1), perché Egli era Dio
assieme al Padre. Pensate voi che se Gesù fosse stato solo un uomo
avrebbe mai detto ai suoi discepoli di riporre la loro fiducia anche in
lui? No, perché in tale caso invece che renderli benedetti li avrebbe
resi maledetti. Ma proprio perché egli era Dio poté ordinare loro di
avere fiducia anche in Lui oltre che in Dio Padre. |
Ÿ
Il profeta Isaia disse del Cristo: "Ecco, la vergine concepirà,
partorirà un figliuolo, e gli porrà nome Emmanuele.." (Is. 7:14)
ed anche: "Poiché un fanciullo ci è nato, un figliuolo ci é
stato dato, e l’imperio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato
Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della
pace" (Is. 9:5). Ora, noi sappiamo che Gesù è il fanciullo che
nacque a Betlemme da una donna vergine di nome Maria (cfr. Matt.
1:18-25; Luca 1:26-38; 2:1-7), e sempre Lui è il Figliuolo che ci è
stato dato perché quale Figliuolo di Dio egli era presso il Padre suo
avanti la fondazione del mondo e nella pienezza dei tempi Dio l’ha
dato per le nostre trasgressioni (cfr. Giov. 3:16; Gal. 4:4). Fu detto
che l’imperio sarebbe riposato sulle sue spalle quindi che lui sarebbe
stato a capo del regno e questo si è adempiuto perché il regno è
stato dato a Cristo Gesù. Le seguenti parole di Gesù ai suoi discepoli
confermano ciò: "Io dispongo che vi sia dato un regno, come il
Padre mio ha disposto che fosse dato a me" (Luca 22:29), e:
"Ogni potestà m’é stata data in cielo e sulla terra" (Matt.
28:18). Anche l’apostolo Paolo conferma che il regno di Dio è di
Cristo Gesù quando dice agli Efesini: "Poiché voi sapete molto
bene che niun fornicatore o impuro, o avaro (che è un idolatra), ha
eredità nel regno di Cristo e di Dio" (Ef. 5:5); e Pietro fa lo
stesso quando dice: "Facendo queste cose, non inciamperete giammai,
poiché così vi sarà largamente provveduta l’entrata nel regno
eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo" (2 Piet.
1:10-11); quindi siccome noi sappiamo che c’é un solo regno celeste
che è di Dio e sul quale regna solo Dio (secondo che é scritto:
"In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato d’acqua
e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio" (Giov. 3:5), ed
altrove: "All’Eterno appartiene il regno" [Sal. 22:28]), e
gli apostoli dicono che esso è di Cristo Gesù, Cristo è Dio.
D’altronde non disse forse Gesù: "Tutte le cose che ha il Padre,
son mie" (Giov. 16:15)? Se poi esaminiamo i nomi con i quali Isaia
disse sarebbe stato chiamato il Cristo allora vedremo che essi sono
propri di Dio e di nessun altro. |
Emmanuele
che interpretato vuole dire ‘Iddio con noi’. Nei Salmi è detto:
"L’Eterno degli eserciti è con noi" (Sal. 46:11), e siccome
che solo Dio può dire di essere con tutti noi figliuoli di Dio che ci
troviamo ai quattro canti della terra perché Egli é onnipresente e Gesù
ha detto: "Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età
presente" (Matt. 28:20), egli non può non essere Dio, perché
altrimenti non avrebbe potuto dire di essere sempre con noi. |
Consigliere ammirabile.
Ora, nei Salmi è scritto che Dio disse a Davide: "Io ti consiglierò"
(Sal. 32:8), e Davide stesso nel sedicesimo salmo disse: "Io
benedirò l’Eterno che mi consiglia" (Sal. 16:7); quindi Dio era
il consigliere di Davide. Del fanciullo che sarebbe nato fu detto che
sarebbe chiamato Consigliere, e difatti Cristo Gesù è il nostro
Consigliere. A conferma di ciò sottopongo alla vostra attenzione le
seguenti parole che il Figlio di Dio rivolse all’angelo della chiesa
di Laodicea: "Poiché tu dici: Io son ricco, e mi sono arricchito,
e non ho bisogno di nulla, e non sai che tu sei infelice fra tutti, e
miserabile e povero e cieco e nudo, io ti consiglio di comprare da me
dell’oro affinato col fuoco, affinché tu arricchisca; e delle vesti
bianche, affinché tu ti vesta e non apparisca la vergogna della tua
nudità; e del collirio per ungertene gli occhi, affinché tu vegga"
(Ap. 3:17-18). Come potete vedere da voi stessi Gesù Cristo consigliò
all’angelo della chiesa di Laodicea di fare alcune cose per il bene
dell’anima sua; quindi questo conferma che Egli è il Consigliere
della Chiesa di Dio; egli è l’Iddio che ci consiglia e perciò
ciascuno di noi può dire: ‘Io benedirò Cristo Gesù, il Signore che
mi consiglia’. |
Dio potente.
Sotto l’Antico Patto Geremia chiamò così il Creatore di tutte le
cose infatti gli disse: "Ah, Signore, Eterno! Ecco, tu hai fatto il
cielo e la terra con la tua gran potenza e col tuo braccio disteso; non
v’é nulla di troppo difficile per te; tu usi benignità verso mille
generazioni, e retribuisci l’iniquità dei padri in seno ai figliuoli,
dopo di loro; tu sei l’Iddio grande, potente, il cui nome è
l’Eterno degli eserciti" (Ger. 32:17-18). Anche Isaia chiamò così
Dio quando disse: "Un residuo, il residuo di Giacobbe, tornerà
all’Iddio potente" (Is. 10:21). Quindi siccome che non vi possono
essere due dii che si possano chiamare ambedue ‘Dio potente’ perché
c’è un solo Dio potente, Cristo Gesù, Colui che nacque da Maria a
Betlemme, è Dio. Egli mentre era sulla terra lo ha dimostrato
ampiamente di essere l’Iddio potente, e tuttora lo sta dimostrando
perché salva, guarisce, battezza con lo Spirito Santo, e opera
potentemente in noi ciò che è gradito nel cospetto di Dio secondo che
dice Paolo ai Corinzi: "Cristo che verso voi non è debole, ma è
potente in voi" (2 Cor. 13:3). |
Padre eterno.
Nessuna creatura avrebbe potuto portare un simile nome perché esso
s’addice solo a Dio. Gesù è chiamato Padre eterno perché egli quale
Figlio di Dio è eterno, cioè senza inizio di giorni e senza fine di
vita, e poi perché noi credenti essendo stati generati da Lui gli
veniamo figliuoli. Ricordatevi a tale proposito che Gesù chiamò i suoi
discepoli non solo fratelli ma anche figliuoletti ("Figliuoli,
avete voi del pesce?" (Giov. 21:5), e: "Figliuoletti, è per
poco che sono ancora con voi" (Giov. 13:33). Il profeta aveva detto
di lui: "Egli sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per
la casa di Giuda" (Is. 22:21), ed in verità Egli lo è un padre
per tutti noi. Badate che con questo non vogliamo dire che Cristo Gesù
è il Padre perché in tale caso negheremmo l’esistenza della prima
persona della Trinità, cioè del Padre, ma solo che egli è un padre
per tutti noi. |
Principe della pace.
Chi è colui che dà la pace? Dio, secondo che è scritto in Isaia:
"O Eterno, tu ci darai la pace" (Is. 26:12); e per questo Egli
è chiamato "l’Iddio della pace" (Rom. 16:20). Ma Isaia
disse del fanciullo che sarebbe nato dalla vergine che sarebbe stato
chiamato Principe della pace, quindi anche lui avrebbe dato la pace. E
questo fece Gesù, infatti disse ai suoi discepoli: "Io vi lascio
pace; vi do la mia pace" (Giov. 14:27). Quindi, siccome che solo
Dio può dare pace all’anima afflitta e Isaia disse che Egli ci
avrebbe dato la pace, Gesù Cristo è Dio. |
Ÿ
Dio disse tramite Isaia: "Io sono l’Eterno; tale è il mio nome;
e io non darò la mia gloria ad un altro, né la lode che
m’appartiene, agl’idoli" (Is. 42:8). Gesù, prima di essere
arrestato, nella preghiera che fece al Padre suo disse: "Ed ora, o
Padre, glorificami tu presso te stesso della gloria che avevo presso di
te avanti che il mondo fosse" (Giov. 17:5); questo lo disse perché
egli voleva che il Padre gli restituisse quella gloria di cui Lui, quale
Figlio di Dio coeterno col Padre, si era privato per un breve tempo
assumendo la forma di un servo e divenendo simile agli uomini per morire
sulla croce annoverato tra i malfattori. Più avanti nella preghiera Gesù
disse anche: "Padre, io voglio che dove son io, siano meco anche
quelli che tu m’hai dati, affinché veggano la mia gloria che tu
m’hai data; poiché tu m’hai amato avanti la fondazione del
mondo" (Giov. 17:24); quindi da ciò si comprende che Dio ha dato
la sua gloria al suo Figliuolo, e siccome che la gloria appartiene solo
a Dio (secondo che è scritto: "A te appartengono il regno, la
potenza e la gloria, in sempiterno. Amen" [Matt. 6:13]) si deduce
che Gesù Cristo, il Figlio di Dio, è l’Iddio a cui appartiene la
gloria. L’Agnello è ora circondato di gloria in cielo; Giovanni nel
libro della Rivelazione dice tra le altre cose: "E vidi, e udii una
voce di molti angeli attorno al trono e alle creature viventi e agli
anziani; e il numero loro era di miriadi di miriadi, e di migliaia di
migliaia, che dicevano con gran voce: Degno è l’Agnello che è stato
immolato di ricever la potenza e le ricchezze e la sapienza e la forza e
l’onore e la gloria e la benedizione" (Ap. 5:11-12); e siccome
che poco prima egli aveva visto i ventiquattro anziani prostrarsi
davanti a Dio Padre che era seduto sul trono ed adorarlo dicendo:
"Degno sei, o Signore e Iddio nostro, di ricever la gloria e
l’onore e la potenza..." (Ap. 4:11), e tra le cose che anche
l’Agnello è degno di ricevere al pari di Dio ci sono pure la gloria,
l’onore e la potenza si deve affermare che Gesù é Dio benedetto in
eterno. |
Ÿ
Dio disse tramite Isaia: "Io sono il primo e sono l’ultimo, e
fuori di me non v’è Dio" (Is. 44:6). Gesù, quando apparve a
Giovanni sull’isola di Patmo, gli disse: "Non temere; io sono il
primo e l’ultimo, e il Vivente..." (Ap. 1:17-18); quindi, dato
che non ci sono ‘due primi e due ultimi’ Gesù Cristo è Dio. Gesù
non disse di essere il secondo (in questo caso sarebbe stato come dire
che egli era stato creato avanti la fondazione del mondo), ma disse di
essere il primo, facendosi così uguale a Dio suo Padre. Presunzione
forse? Per tutti noi che lo abbiamo conosciuto no, perché Egli in verità
è il solo vero Dio che é ab eterno in eterno. "In lui abita
corporalmente tutta la pienezza della Deità" (Col. 2:9), come dice
Paolo ai Colossesi, e per questo Egli è degno di essere adorato da noi
che siamo sulla terra e dagli angeli che sono in cielo (secondo che è
scritto: "Tutti gli angeli di Dio l’adorino" [Ebr. 1:6]).
Quando Gesù risuscitò dai morti avvenne che sia le donne che lo videro
e sia gli undici discepoli lo adorarono; ora, se egli fosse stato un
angelo o un’altra creatura di Dio, certamente li avrebbe ammoniti
dicendo loro: ‘Guardatevi dal farlo, adorate Iddio’, ma Egli accettò
la loro adorazione perché ne era degno, essendo il loro Dio. Ma Egli è
pure il nostro Dio, per questo noi gli rendiamo la lode e la gloria;
Egli è chiamato Emmanuele che significa "Iddio con noi" ed è
veramente sempre con noi; Egli è chiamato Consigliere perché ci
consiglia del continuo; il suo nome è Ammirabile (Meraviglioso) perché
egli è l’Iddio che fa meraviglie; Egli è chiamato Dio potente perché
possiede il potere di compiere qualsiasi cosa che chiediamo nel suo
nome; Egli è chiamato Padre eterno e noi siamo i suoi figliuoletti che
ha generati. Di lui voglio parlare, il suo nome voglio cantare, il suo
nome voglio esaltare perché mi ha amato e ha dato se stesso anche per
me. Al nostro grande Iddio e Salvatore Gesù Cristo sia la gloria ora e
in eterno. Amen. |
Ulteriori prove scritturali che
confermano la divinità di Gesù Cristo |
Ÿ
Giovanni dice: "Nel principio era la Parola, e la Parola era con
Dio, e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa é
stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose
fatte è stata fatta.... E la Parola è stata fatta carne ed ha abitato
per un tempo fra noi, piena di grazia e di verità" (Giov.
1:1-3;14). E siccome è detto chiaramente che la Parola era Dio e che la
Parola è stata fatta carne, noi dichiariamo che Dio è stato
manifestato in carne nella persona di Cristo Gesù. Le seguenti parole
scritte nei Salmi: "I cieli furon fatti dalla parola
dell’Eterno" (Sal. 33:6), confermano ciò che Giovanni ha detto
("La Parola era Dio" [Giov. 1:1]) perché noi sappiamo che i
cieli sono stati fatti da Dio secondo che è scritto: "Nel
principio Iddio creò i cieli e la terra" (Gen. 1:1); perciò se la
Parola di Dio non fosse stata Dio essa non avrebbe potuto creare i
cieli. |
Ÿ
Giovanni il Battista disse: "Chi crede nel Figliuolo ha vita
eterna" (Giov. 3:36), perciò tutti coloro che credono in Cristo
Gesù hanno la vita eterna. Gesù invece ha detto: "In verità, in
verità io vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha
mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla
morte alla vita" (Giov. 5:24), facendo capire che per ricevere la
vita eterna bisogna credere in Dio. Ma allora qualcuno dirà: ‘In chi
bisogna credere per avere la vita eterna? In Cristo Gesù perché Egli
è Dio assieme al Padre e ci ha riferito le parole del Padre suo e perché
colui che crede in lui automaticamente crede in Dio che lo ha mandato
perché Gesù disse: "Chi crede in me, crede non in me, ma in Colui
che mi ha mandato" (Giov. 12:44). |
Ÿ
Gesù disse: "Io ed il Padre siamo uno" (Giov. 10:30). Non è
forse chiaro il significato di queste parole dette da Gesù? Lui ed il
Padre benché siano due persone distinte sono Dio . I Testimoni di Geova
dicono invece che queste parole significano solo che il Figliuolo ed il
Padre sono uno nell’accordo e nel proposito. Ma noi diciamo: ‘Se
fosse solo questo il significato delle parole di Gesù perché i Giudei
subito dopo che egli le pronunziò presero delle pietre per
lapidarlo?’ Non è forse un’altra, e precisamente perché egli si
faceva uguale a Dio, la ragione per cui essi presero delle pietre per
lapidarlo? Sì, infatti è scritto che i Giudei gli dissero: "Non
ti lapidiamo per una buona opera, ma per bestemmia; e perché tu, che
sei uomo, ti fai Dio" (Giov. 10:33). Il fatto di dichiararsi solo
d’accordo con Dio non avrebbe scatenato l’ira di quei Giudei
increduli. |
Ÿ
Gesù rispose a quell’uomo che lo aveva chiamato "Maestro
buono" (Mar. 10:17): "Perché mi chiami buono? Nessuno è
buono, tranne uno solo, cioè Iddio" (Mar. 10:18). Ora, qualcuno
dirà: ‘Perché prendere questo passo per attestare che Gesù è Dio?
Per questo motivo, perché Gesù non rifiutò di essere chiamato buono,
ma chiese solo a quell’uomo perché lo chiamasse buono dato che solo
Dio è buono. E quindi, dato che Dio solo è buono il Maestro è Dio,
perché Egli è buono. Se Gesù non fosse stato buono certamente avrebbe
detto a quell’uomo di chiamare buono solo Dio, e perciò
implicitamente si sarebbe dichiarato solo un uomo. Ma proprio perché
Egli era una stessa cosa con Dio Padre, Egli era buono. Quindi, noi
facciamo bene a chiamarlo Maestro buono, perché Egli è Dio. |
Ÿ
Paolo disse di Gesù Cristo ai Colossesi che "in lui si compiacque
il Padre di far abitare tutta la pienezza" (Col. 1:19). Ed è
proprio in virtù del fatto che in Cristo abitò tutta la pienezza della
Divinità che noi abbiamo potuto ricevere da lui grazia sopra grazia
infatti Giovanni dice: "E’ della sua pienezza che noi tutti
abbiamo ricevuto, e grazia sopra grazia" (Giov. 1:16). In altre
parole noi non avremmo potuto ricevere da Cristo né la salvezza, né la
vita, né la pace e nessun altra benedizione se in Lui non avesse
dimorato la pienezza della Deità, ovvero se Egli non fosse stato Dio. |
Ÿ
L’apostolo Paolo disse ai Romani: "Dai quali (dagli Israeliti) è
venuto, secondo la carne, il Cristo, che è sopra tutte le cose Dio
benedetto in eterno. Amen" (Rom. 9:5). Quindi Cristo Gesù, benché
fu trovato nell’esteriore come un uomo, é l’Iddio che è benedetto
per l’eternità. |
Ÿ
Paolo dice a Tito: "Aspettando la beata speranza e l’apparizione
della gloria del nostro grande Iddio e Salvatore, Cristo Gesù..."
(Tito 2:13). Ora, il profeta Daniele chiamò Dio "il grande
Iddio", infatti dopo che parlò al re Nebucadnetsar gli disse:
"Il grande Iddio ha fatto conoscere al re ciò che deve avvenire
d’ora innanzi" (Dan. 2:45); Geremia fece lo stesso infatti disse:
"Tu sei l’Iddio grande" (Ger. 32:18); Davide riconobbe che
solo Dio è grande quando disse: "Sì, io conosco che l’Eterno è
grande" (Sal. 135:5); quindi se Paolo ha chiamato Gesù "il
nostro grande Iddio" significa che lui credeva fermamente che
Cristo è Dio. Se Gesù non fosse stato Dio, e perciò se egli non fosse
stato uguale a Dio, Paolo non lo avrebbe giammai chiamato "il
nostro grande Iddio", perché in tale modo avrebbe definito una
creatura Dio, rendendosi colpevole di idolatria. Ricordatevi che Paolo
era un Giudeo di nascita che sapeva molto bene che Dio aveva detto:
"Non avere altri dii nel mio cospetto" (Es. 20:3), e perciò
non si sarebbe mai permesso, se Gesù Cristo fosse stato solo un uomo,
di chiamarlo "il nostro grande Iddio". Anche il fatto che
Paolo abbia chiamato Gesù Cristo "il nostro Salvatore" mostra
che Egli credeva che Egli era Dio. Egli sapeva che Dio aveva detto
tramite Isaia: "Non v’é Salvatore fuori di me" (Is. 45:21),
eppure Egli non chiamò "nostro Salvatore" solo Dio Padre (in
Tito dice: "La predicazione che è stata a me affidata per mandato
di Dio, nostro Salvatore" [Tito 1:3], e a Timoteo dice:
"Paolo, apostolo di Cristo Gesù per comandamento di Dio nostro
Salvatore" [1 Tim. 1:1], e: "Abbiamo posto la nostra speranza
nell’Iddio vivente, che é il Salvatore di tutti gli uomini,
principalmente dei credenti" [1 Tim. 4:10]) ma anche il suo
Figliuolo Gesù Cristo secondo che è scritto in Tito: "Grazia e
pace da Dio Padre e da Cristo Gesù, nostro Salvatore" (Tito 1:4). |
Ÿ
L’apostolo Pietro ha chiamato anche lui Gesù Cristo "il nostro
Dio e Salvatore", infatti all’inizio della sua seconda epistola
è scritto: "Simon Pietro, servitore e apostolo di Gesù Cristo, a
quelli che hanno ottenuto una fede preziosa quanto la nostra nella
giustizia del nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo" (2 Piet. 1:1).
Anche lui come Paolo sapeva che esiste solo un Dio ed un solo Salvatore
ma chiamò il Cristo che lui aveva conosciuto anche nei giorni della sua
carne "nostro Dio e Salvatore", perché Egli lo è. |
Ÿ
Nel libro degli Atti degli apostoli tra le parole che Paolo rivolse agli
anziani della chiesa di Efeso vi sono queste: "Badate a voi stessi
e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti
vescovi, per pascere la chiesa di Dio, la quale egli ha acquistata col
proprio sangue" (Atti 20:28). Ora, in queste parole è detto che
Dio ha acquistato la sua chiesa con il suo sangue, il che a prima vista
parrebbe incredibile perché sappiamo che non è Dio che è morto sulla
croce ed ha versato il suo sangue per noi, ma il suo unigenito
Figliuolo. Ma esaminando attentamente questo passo e confrontandolo con
altri passi della Scrittura noteremo che qui Paolo si riferisce al
Figliuolo di Dio e non a Dio il Padre il quale nei giorni della carne
del suo Figliuolo continuava ad essere assiso sul suo trono nel cielo.
Ricordatevi che quando Toma disse a Gesù: "Signor mio e Dio
mio" (Giov. 20:28), ammise implicitamente che il suo Dio era morto
sulla croce, che aveva sparso il suo sangue per comprarci con esso, e
poi era risorto; ma badate che non è che con quelle parole ammise che
Dio Padre era morto sulla croce; dico questo per farvi comprendere che
c’è sempre da fare una chiara distinzione tra Dio Padre e Dio
Figliuolo. Sono due persone unite e della medesima sostanza da ogni
eternità, ma nello stesso tempo diverse tra loro e devono essere
nominate separatamente al fine di non scambiare l’una per l’altra.
In conclusione, Gesù Cristo è l’Iddio che, secondo le parole di
Paolo, ha comprato la sua chiesa con il suo sangue. |
Ÿ
Nella epistola agli Ebrei é scritto: "Dice del Figliuolo: Il tuo
trono, o Dio, é ne’ secoli dei secoli.." (Ebr. 1:8). Anche da
queste parole tratte dal quarantacinquesimo salmo si comprende
chiaramente che il Figliuolo é Dio, e non un dio. |
Ÿ
Sempre in questa lettera è scritto: "E quando di nuovo introduce
il Primogenito nel mondo, dice: Tutti gli angeli di Dio
l’adorino" (Ebr. 1:6). Ora, noi sappiamo che gli angeli adorano
solo Dio secondo che è scritto: "L’esercito de’ cieli
t’adora" (Neh. 9:6); quindi, siccome gli angeli sanno che si deve
adorare solo Dio (l’angelo di Gesù che apparve a Giovanni
sull’isola di Patmo, quando vide che Giovanni si prostrò davanti a
lui per adorarlo gli disse: "Guàrdati dal farlo... Adora
Iddio!" [Ap. 22:9]) essi sanno e riconoscono che Gesù Cristo è
Dio. E poi se Dio Padre ha ordinato ai suoi angeli di adorare il suo
Figliuolo vuole dire che Egli stesso riconosce in Cristo Gesù la
seconda persona della Divinità. Se Gesù non fosse Dio, il Padre non
avrebbe giammai ordinato ai suoi angeli di adorarlo. |
Ÿ
Matteo dice che i magi "entrati nella casa, videro il fanciullino
con Maria sua madre; e prostratisi, lo adorarono..." (Matt. 2:11).
Queste parole attestano che Gesù era Dio anche quando era in fasce,
perché i magi venuti dall’Oriente gli rivolsero l’adorazione dovuta
solo a Dio. |
Ÿ
Lo stesso apostolo dice alla fine del Vangelo da lui scritto che le
donne accostatesi a Gesù risorto "gli strinsero i piedi e
l’adorarono" (Matt. 28:9), e poi che i discepoli "andarono
in Galilea sul monte che Gesù avea loro designato. E vedutolo,
l’adorarono" (Matt. 28:16-17). Ora, siccome che è scritto nella
legge: "Adora il Signore Iddio tuo, ed a lui solo rendi il
culto" (Matt. 4:10), di conseguenza Cristo era Dio. Se il Figliuolo
non fosse stato Dio non solo Egli non sarebbe stato degno di essere
adorato, ma anche avrebbe Egli stesso ripreso sia le donne che i suoi
discepoli quando lo adorarono. Ricordatevi che Gesù non si tirò mai
indietro dal riprendere i suoi quando questi lo meritarono; Egli sgridò
Giacomo e Giovanni quando gli chiesero se voleva che dicessero di fare
scendere il fuoco dal cielo per divorare quei Samaritani che non lo
avevano ricevuto perché era diretto a Gerusalemme (cfr. Luca 9:51-56);
e riprese Pietro perché questi non voleva che lui soffrisse e morisse (cfr.
Matt. 16:22-23). Quindi se i suoi discepoli, adorandolo, si fossero resi
colpevoli di idolatria Gesù li avrebbe sgridati e gli avrebbe detto:
‘Adorate Iddio!’; il fatto invece che Egli accettò la loro
adorazione conferma che Gesù era Dio e non solo uomo. |
Ÿ
Paolo dice ai Filippesi: "Abbiate in voi lo stesso sentimento che
è stato in Cristo Gesù; il quale, essendo in forma di Dio non riputò
rapina l’essere uguale a Dio, ma annichilì se stesso, prendendo forma
di servo e divenendo simile agli uomini...." (Fil. 2:5-7). In
questa maniera Paolo ha confermato sia che Cristo Gesù era uguale a
Dio, e sia che Egli come Figliuolo di Dio era presso il Padre avanti la
fondazione del mondo. |
Ÿ
Nella lettera agli Ebrei è scritto: "Ma voi siete venuti... a Dio,
il Giudice di tutti" (Ebr. 12:22,23). Dio in questo caso è
chiamato il Giudice di tutti; ma anche il Figliuolo è il Giudice di
tutti perché Pietro ha detto di lui "ch’egli è quello che da
Dio è stato costituito Giudice dei vivi e dei morti" (Atti 10:42).
Perciò dato che sappiamo che il giudicio appartiene all’Eterno, cioè
al solo e vero Dio, e a nessun’altro, Gesù Cristo è Dio. |
Gesù quale Figliuol dell’uomo fu
fatto poco minor di Dio |
Come voi ben sapete Gesù Cristo è
chiamato il Figliuol dell’uomo perché egli, pur essendo il Figlio di
Dio, nacque secondo la carne da una donna. Egli, oltre ad essere il vero
Dio secondo che è scritto: "In lui si compiacque il Padre di far
abitare tutta la pienezza" (Col. 1:19), era anche un vero uomo, con
un corpo umano come il nostro. Quindi, avendo egli un corpo come il
nostro, doveva mangiare, bere, dormire, come noi. Ora, la natura umana
di Gesù Cristo emerge dalle seguenti Scritture che noi paragoneremo con
delle altre che si riferiscono a Dio e ciò al solo fine di farvi
comprendere che Gesù come Figliuol dell’uomo era di poco minore a Dio
secondo che è scritto nei Salmi: "Tu l’hai fatto poco minor di
Dio" (Sal. 8:5). |
Ÿ
Giovanni dice: "Gesù dunque, stanco del cammino, stava così a
sedere presso la fonte" (Giov. 4:6), quindi Gesù si stancò. Ma
noi sappiamo che in Isaia é scritto di Dio che "Egli non
s’affatica e non si stanca" (Is. 40:28); ma questo non ci spinge
a dire che Gesù nei giorni della sua carne non era Dio, perché quella
sua stanchezza era dovuta al fatto che Egli aveva un corpo umano
soggetto a dei limiti. |
Ÿ
Matteo dice: "Ed essendo egli entrato nella barca, i suoi discepoli
lo seguirono. Ed ecco farsi in mare una così gran burrasca, che la
barca era coperta dalle onde; ma Gesù dormiva" (Matt. 8:23-24);
mentre nei Salmi è detto che "colui che protegge Israele non
sonnecchierà né dormirà" (Sal. 121:4). Ora, sulla barca, in
quell’occasione il Figlio di Dio dormiva e questo perché aveva un
corpo che si stancava ed aveva bisogno di riposo. Notate che Matteo dice
che Gesù dormiva, ma non che Dio dormiva perché Dio non può mettersi
a dormire. Ma benché Gesù dormì noi non diciamo che Gesù non era Dio
e questo perché sappiamo che il Figliuolo, essendo nell’esteriore
come uomo, aveva bisogno pure di dormire. |
Ÿ
Gesù disse: "Ma quant’é a quel giorno ed a quell’ora nessuno
li sa, neppure gli angeli dei cieli, neppure il Figliuolo, ma il Padre
solo" (Matt. 24:36). Ora, noi sappiamo che "l’Eterno è un
Dio che sa tutto" (1 Sam. 2:3), quindi come mai Gesù Cristo che
era Dio disse di non sapere né il giorno e né l’ora della sua
seconda venuta? La ragione è perché egli era anche un uomo. |
Non c’é quindi da meravigliarsi se
Gesù prima di morire disse ai suoi discepoli: "Se voi m’amaste,
vi rallegrereste ch’io vo al Padre, perché il Padre é maggiore di
me" (Giov. 14:28), perché Egli come Figliuol dell’uomo era
inferiore a Dio Padre secondo che é scritto nei Salmi: "Tu l’hai
fatto poco minor di Dio" (Sal. 8:5), ed in quest’occasione parlò
come Figliuol dell’uomo. Le suddette parole dunque che i Testimoni di
Geova prendono per negare la divinità di Gesù Cristo ossia: "Il
Padre è maggiore di me..." ricevono da loro una errata
interpretazione perché queste parole di Gesù messe a confronto con
molte altre parole di Gesù, con delle parole degli apostoli e con
quelle dei profeti attestanti in una maniera o nell’altra la sua
divinità annullano palesemente quella loro interpretazione. Certo, ogni
qualvolta parliamo della natura umana che assunse il Figlio di Dio pur
rimanendo Dio tutti i giorni della sua carne, riconosciamo di parlare di
qualcosa che non comprendiamo appieno; ma ciò non ci impedisce affatto
né di crederlo e neppure di proclamarlo. "Senza contraddizione,
grande é il mistero della pietà" (1 Tim. 3:16). A Cristo Gesù,
nostro Dio e Salvatore, sia la gloria ora e in eterno. Amen. |
Spiegazione di alcuni passi male
interpretati dalla Torre di Guardia |
Abbiamo dunque spiegato il significato
delle parole di Gesù: "Il Padre è maggiore di me" (Giov.
14:28) prese dai Testimoni di Geova per negare la divinità di Gesù. Ma
come abbiamo detto innanzi la Torre di Guardia per affermare che Gesù
Cristo non è sempre esistito assieme a Dio suo Padre prende i seguenti
passi della Scrittura: "Queste cose dice l’Amen, il testimone
fedele e verace, il principio della creazione di Dio..." (Ap.
3:14); e: "Il quale è l’immagine dell’invisibile Iddio, il
primogenito d’ogni creatura... egli che è il principio" (Col.
1:15,18). Come potete vedere in questi passi Gesù è chiamato il
principio della creazione di Dio, il primogenito d’ogni creatura e il
principio. Ora, apparentemente sembra che Cristo sia definito una
creatura di Dio, ma in effetti si tratta solo di un’apparenza perché
confrontando queste Scritture con altre Scritture si evince che le cose
non stanno così perché Cristo non è stato mai creato ma è sempre
esistito come Dio suo Padre e lo Spirito Santo. Vediamo dunque queste
altre Scritture che annullano l’interpretazione errata data a quei
passi dai Testimoni di Geova. |
Ÿ
Gesù disse ai Giudei: "Prima che Abramo fosse nato, io sono"
(Giov. 8:58). Questo Egli lo poté dire quantunque nell’esteriore
appariva una creatura perché egli esisteva da ogni eternità prima di
prendere la natura umana. Se così non fosse stato, cioè se Cristo
fosse stato creato da Dio prima del mondo, egli non avrebbe potuto fare
quell’affermazione perché si sarebbe arrogato un attributo che non
gli spettava. Avrebbe potuto affermare: ‘Prima che Abramo fosse nato
io esistevo o io ero’, ma non "io sono" come fece. |
Ÿ
Gesù disse a Giovanni: "Non temere; io sono il primo e
l’ultimo..." (Ap. 1:17-18). Se egli fosse stato creato da Dio e
quindi se fosse stato una creatura non avrebbe mai potuto affermare di
essere il primo; perché in tale caso avrebbe deturpato Dio della sua
gloria. Egli se fosse stato veramente una creatura avrebbe detto di
essere il secondo, e mai il primo come lo è anche Dio Padre. Anche
queste parole di Gesù quindi attestano che Egli è Dio. |
Ÿ
Paolo dice ai Romani a proposito di coloro che Dio ha abbandonati nelle
concupiscenze dei loro cuori perché hanno mutato la gloria
dell’incorruttibile Iddio in immagini simili a quelle dell’uomo
corruttibile: "Essi, che hanno mutato la verità di Dio in
menzogna, e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che
è benedetto in eterno. Amen" (Rom. 1:25). Ora, se Cristo fosse una
creatura di Dio perché creato da Dio in qualche tempo dell’eternità
noi, a motivo dell’adorazione che gli rivolgiamo, saremmo considerati
degli idolatri alla stessa stregua di quelli che adorano gli angeli,
Maria ecc. Che differenza passerebbe infatti tra Cristo e qualche altra
creatura di Dio? Solo il fatto che egli fu creato per prima e basta!
Cristo dunque non può essere una creatura di Dio. Prendiamo i discepoli
del Signore che lo adorarono ancora prima di noi quando egli apparve
loro risuscitato. Se Cristo fosse stato una creatura come avrebbero
potuto adorare Cristo e non rendersi colpevoli di idolatria? Era
impossibile. Ma diciamo di più: Come avrebbe fatto Cristo, se fosse
stato una creatura, a non riprenderli nel vederli che lo adoravano
quando lui stesso aveva detto: "Se il tuo fratello pecca,
riprendilo.." (Luca 17:3) (i discepoli furono da Cristo chiamati
"miei fratelli" [Matt. 28:10])? Ma se un santo angelo (una
creatura di Dio dunque) quando vide Giovanni prostrarsi davanti a lui lo
riprese dicendogli: "Guàrdati dal farlo... Adora Iddio" (Ap.
22:9) non avrebbe fatto Cristo, se fosse stato una creatura, la stessa
cosa in verso i suoi discepoli? Certo, che li avrebbe pure lui ammoniti
affinché adorassero solo Iddio; ma il fatto che non lo fece indica che
egli sapeva di essere Dio e di essere quindi degno di adorazione. Vorrei
infine fare notare alcune cose a riguardo delle suddette parole di Paolo
ai Romani: l’espressione "invece del Creatore" significa che
gli idolatri adorano qualcuno che non è il Creatore ma solo una
creatura. Quindi noi dobbiamo adorare il Creatore, e non la creatura; e
perciò se Cristo è una creatura noi dovremmo cessare di adorarlo. Ma
come possiamo smettere di adorare Cristo quando la Scrittura ci dice che
i magi, i suoi discepoli e le donne lo adorarono? Ma come possiamo
smettere di adorare Cristo quando i santi angeli di Dio che sono in
cielo lo adorano in ubbidienza all’ordine di Dio? Non è forse
scritto: "Sia fatta la tua volontà anche in terra com’è fatta
nel cielo" (Matt. 6:10)? E’ dunque la volontà di Dio che noi
adoriamo Cristo come fanno gli angeli in cielo, e non qualcosa di
ingiusto agli occhi di Dio. Qualcuno dirà: ‘Ma allora Cristo è il
Creatore che è benedetto in eterno"? Sì, egli assieme al Padre ha
creato tutte le cose. Non può essere altrimenti infatti più avanti
nella stessa epistola Paolo chiama Cristo "Dio benedetto in
eterno" (Rom. 9:5). Notate quel "benedetto in eterno"
comune ai due versetti, perché essi attestano in maniera inequivocabile
che Cristo è co-creatore con il Padre, ma non come lo intendono i
Testimoni di Geova, cioè che il Figliuolo prima sia stato creato e poi
egli abbia creato , perché egli era Dio avanti la fondazione del mondo
da ogni eternità. |
Ma allora se Gesù non è una creatura
di Dio, che significato hanno le suddette Scritture? Esse significano
che Cristo è il principio della creazione di Dio ed il primogenito di
ogni creatura nel senso che egli è superiore alla creazione e a ogni
creatura essendo che è scritto che Egli "è sopra tutte le
cose" (Rom. 9:5) e "sopra tutti" (Giov. 3:31), ed anche
nel senso che tutta la creazione ha il suo principio in Lui; ma non che
egli è la prima creatura di Dio perché il Figlio di Dio è ab eterno
in eterno con il Padre. E poi facciamo notare che se si dovesse
affermare che Gesù un giorno fu creato perché è chiamato "il
principio" (Col. 1:18) la stessa cosa si dovrebbe dire anche di Dio
Padre perché anche lui è chiamato "il principio" (Ap. 21:6).
Come mai allora quando Paolo dice che Gesù è il principio, i Testimoni
di Geova, dicono che ciò significa che egli ha avuto un inizio, mentre
quando Dio dice di essere lui "il principio" i Testimoni di
Geova non ardiscono dire che Dio ha avuto un inizio, e perciò che Egli
non è sempre esistito? E’ evidente la ragione, perché essi si
accostano alla Bibbia per fargli dire quello che essi vogliono. Il
termine primogenito poi, nel suddetto verso ai Colossesi indica la
supremazia di Cristo sopra tutte le creature di Dio; come quando nei
Salmi è detto: "Io altresì lo farò il primogenito, il più
eccelso dei re della terra" (Sal. 89:27). Non può dunque
sussistere alla luce delle Scritture la sopra citata spiegazione di quei
versi biblici data dalla Torre di Guardia. |
Diciamo adesso qualcosa circa il passo
della Scrittura scritto nei Proverbi preso dai Testimoni di Geova per
dire che Gesù non è Dio: "L’Eterno mi formò (altri traducono:
L’Eterno mi produsse, o: mi ebbe con sé) al principio de’ suoi
atti, prima di fare alcuna delle opere sue, ab antico" (Prov.
8:22). Ora, secondo i Testimoni di Geova queste parole confermano che
Cristo fu creato anche lui da Dio e che non è eterno; e questo perché
la Scrittura lo definisce "sapienza di Dio" (1 Cor. 1:24) e
"la sapienza di Dio" (Luca 11:49). Ma le cose non stanno
affatto così perché da una attenta lettura delle parole della sapienza
di Dio si nota che Essa parla in questa maniera per far capire a coloro
che l’ascoltano quanto importante sia prestare attenzione a tutto
quello che Essa dice. In altre parole Essa dice che esisteva assieme a
Dio ancora prima che Dio creasse tutte le cose e fu testimone della
creazione compiuta da Dio e quindi vale la pena prestarle ascolto perché
Essa sa perfettamente ciò che è bene per l’uomo fare e ciò che non
è bene per l’uomo fare. Ma riflettete: Non sarebbe assurdo asserire
che la sapienza con quelle parole ha asserito di essere stata
anch’essa creata da Dio? Certo che lo sarebbe, perché in tal caso
dovremmo giungere alla conclusione che ci fu un tempo in cui Dio fu
senza sapienza! E quindi che Egli non è sempre stato lo stesso, cosa
che andrebbe contro le parole di Dio: "Io, l’Eterno, non
muto" (Mal. 3:6). Ma poi, in questo caso verrebbe giustamente da
domandarsi: Come fece Dio senza sapienza a creare la sapienza?! Nella
sostanza verrebbe da farsi una domanda molto simile a quella che - come
abbiamo visto - verrebbe da farsi se dicessimo che la Parola fu creata
anch’essa da Dio, e cioè: Se ogni cosa è stata fatta per mezzo della
Parola, e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta, come
fece Dio a creare la Parola senza la Parola?! Come potete vedere, se le
cose stessero così come dicono i Testimoni di Geova noi ci troveremmo
inevitabilmente ad andare contro la Parola di Dio. Non si può dunque
accettare questa loro spiegazione data alle parole di Salomone. Ancora
una volta dobbiamo riconoscere che negare l’eternità al Figliuolo di
Dio, cioè negare che Egli sia senza principio, anche appoggiandosi su
alcuni passi della Scrittura apparentemente attestanti che egli ebbe un
inizio, vuol dire dover andare contro l’insegnamento globale della
Parola, e perciò rimanere confusi da essa stessa. |
Gesù Cristo prima di venire nel
mondo non era Michele perché quest’ultimo è una creatura |
Voglio dire ora qualcosa a riguardo
della loro dottrina secondo cui il Figlio di Dio, prima che venisse in
questo mondo, era l’arcangelo Michele. Michele non può essere Gesù
Cristo perché egli è solo una creatura. Tutte le cose sono state fatte
per mezzo della Parola, cioè per mezzo di Cristo, e quindi anche
Michele. Ricordiamo inoltre che nel libro di Daniele, dove compare
Michele, di lui è detto che è "uno dei primi capi" (Dan.
10:13) il che conferma che non poteva essere il Figliuolo di Dio perché
il Figlio di Dio non era uno dei primi capi ma il Capo supremo essendo
Dio. E quindi Colui che nacque da Maria non era il Michele che era in
cielo (o la continuità con quell’essere angelico). La Scrittura dice
che "la Parola è stata fatta carne" (Giov. 1:14) e siccome
che la Parola era Dio prima di essere fatta carne, di conseguenza anche
dopo che fu fatta carne rimase Dio. Per quanto riguarda le parole di
Paolo ai Tessalonicesi, da esse non si deduce affatto che Gesù sia
l’arcangelo Michele; Paolo dice solamente che quando Gesù scenderà
dal cielo griderà con la voce di un arcangelo il che è cosa diversa
dall’affermare che egli sia un arcangelo. Per quanto riguarda poi le
parole di Giovanni nell’Apocalisse facciamo notare solo che leggendo
tutto il libro ci si accorge che Gesù Cristo e Michele sono due esseri
diversi l’un dall’altro. |
Che ammaestramento traiamo da questi
errori dei Testimoni di Geova? Questi errori interpretativi fatti dai
Testimoni di Geova, che sono abbastanza diffusi nelle sette, ci
insegnano che quando si incontrano nella Scrittura dei passi difficili
da capire che apparentemente vogliono dire qualcosa di inesatto, innanzi
tutto si devono leggere nel loro contesto e poi si devono subito
confrontare con altri passi della Scrittura. Questo evita di cadere
nell’errore perché la Scrittura spiega la Scrittura. E’ una regola
infallibile questa che Dio ci ha lasciato; seguiamola per il nostro
bene. Taglieremo così rettamente la parola di verità e non rimarremo
confusi. |
Gesù Cristo risuscitò
riprendendosi il suo corpo |
Passiamo ora alla confutazione della
dottrina dei Testimoni di Geova sulla risurrezione di Gesù. Innanzi
tutto vogliamo dire che non ha senso affermare - come fanno i Testimoni
di Geova - che Cristo è risuscitato con un corpo di spirito e non con
il corpo con il quale era morto per il semplice motivo che non esiste
una risurrezione del genere. E poi vogliamo dire questo: Se i Testimoni
di Geova dicono che Cristo non aveva un’anima immortale perché egli
era un’anima umana, che accadde quando egli morì? Accadde che Gesù
Cristo smise di esistere. Quindi, questo significa che dopo tre giorni,
se è vero che non aveva né un’anima né uno spirito e che egli non
risuscitò con il suo corpo, avvenne una ‘ricreazione spirituale’ e
non una risurrezione spirituale; quindi questa loro risurrezione di Gesù
non sarebbe neppure da chiamare una risurrezione ma bensì una
ricreazione perché Dio avrebbe fatto smettere di esistere l’uomo Gesù
e avrebbe creato un nuovo essere col nome di Gesù, questa volta però
un essere spirituale. E quindi il Cristo che i Testimoni di Geova dicono
che risuscitò non può essere - per logica - lo stesso Cristo che morì
sulla croce!!! In verità questa dottrina sulla risurrezione spirituale
di Gesù dei Testimoni di Geova è una combinazione di menzogne generate
dal diavolo. |
Per ciò che riguarda le affermazioni
di Russell bisogna riconoscere che costui errava grandemente perché
l’uomo Gesù morì ma non per sempre come disse lui, ma una volta per
sempre il che è differente, ed essendo risorto dai morti con il suo
corpo con il quale era morto ora non muore più ed è alla destra di Dio
dove intercede per noi. Sì, Gesù Cristo uomo (e non essere spirituale)
è in cielo presso Dio a mediare tra Dio e gli uomini secondo che é
scritto: "V’é un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e
gli uomini, Cristo Gesù uomo, il quale diede se stesso qual prezzo di
riscatto per tutti" (1 Tim. 2:5-6). |
Adesso vediamo cosa dice la Scrittura
a proposito della risurrezione di Cristo al fine di smascherare la
cosiddetta risurrezione di Gesù insegnata dai membri di questa setta.
Secondo il Vangelo, Gesù risuscitò con il corpo (poteva però passare
attraverso i muri ed apparire ai suoi discepoli quando lo voleva, come
anche scomparire davanti a loro quando voleva), infatti Luca dice:
"Or mentr’essi parlavano di queste cose, Gesù stesso comparve in
mezzo a loro, e disse: Pace a voi! Ma essi, smarriti e impauriti,
pensavano di vedere uno spirito. Ed egli disse loro: Perché siete
turbati? E perché vi sorgono in cuore tali pensieri? Guardate le mie
mani ed i miei piedi, perché son ben io; palpatemi e guardate; perché
uno spirito non ha carne e ossa come vedete che ho io. E detto questo,
mostrò loro le mani e i piedi. Ma siccome per l’allegrezza non
credevano ancora, e si stupivano, disse loro: Avete qui nulla da
mangiare? Essi gli porsero un pezzo di pesce arrostito; ed egli lo
prese, e mangiò in loro presenza" (Luca 24:36-43). Come potete
vedere Gesù per dimostrare ai suoi discepoli che era risuscitato con un
corpo fatto di carne ed ossa, e che non era uno spirito come loro
inizialmente avevano pensato nel vederlo, ordinò loro di palparlo e di
guardare il suo corpo. Gesù mostrò ai suoi discepoli il segno dei
chiodi nelle sue mani ed il suo costato secondo che é scritto: "E
detto questo, mostrò loro le mani ed il costato" (Giov. 20:20).
Perciò quello con il quale Gesù risuscitò era il corpo con il quale
egli era morto sulla croce; certo, esso era stato vivificato e reso
potente, glorioso ed incorruttibile, ma nonostante ciò rimanevano in
esso i segni indelebili della sua crocifissione. Ma oltre a ciò Gesù
dimostrò ai suoi discepoli di non essere uno spirito mettendosi a
mangiare davanti a loro un pesce arrostito e parte di un favo di miele.
Dunque, per quanto riguarda la fine che ha fatto il corpo di Gesù
bisogna dire che esso non rimase sulla terra a decomporsi e non tornò
in polvere; la Scrittura dice infatti che esso non vide la corruzione
secondo che è scritto: "Tu non permetterai che il tuo Santo vegga
la corruzione. Poiché Davide, dopo aver servito al consiglio di Dio
nella sua generazione, si è addormentato, ed è stato riunito coi suoi
padri, e ha veduto la corruzione; ma colui che Dio ha risuscitato, non
ha veduto la corruzione" (Atti 13:35-37), ed ancora: "Egli
(Davide) dunque, essendo profeta e sapendo che Dio gli avea con
giuramento promesso che sul suo trono avrebbe fatto sedere uno dei suoi
discendenti, antivedendola, parlò della risurrezione di Cristo, dicendo
che non sarebbe stato lasciato nell’Ades, e che la sua carne non
avrebbe veduto la corruzione" (Atti 2:30-31). Il corpo di Gesù
quindi non si dissolse in gas; esso risuscitò glorioso e poté essere
visto e palpato dai suoi discepoli. In quali mani e piedi Gesù
possedeva i segni dei chiodi ricevuti sulla croce che i suoi discepoli
poterono vedere? In quale costato Gesù possedeva il segno della lancia
con la quale il soldato romano glielo aveva forato sulla croce? Forse su
un corpo differente da quello con il quale era morto crocifisso?
Affatto! era lo stesso corpo con il quale il nostro Signore gustò la
morte per tutti noi sul legno della croce. Ma che vanno cianciando i
Testimoni di Geova? Ah, ma costoro dicono che Gesù si materializzò:
essi dicono che è per questo motivo che sembrava proprio lui, che
sembrava proprio un uomo; essi dicono che il corpo con il quale egli
apparve a Tommaso era simile a quello col quale era morto. Ma allora, o
insensati, anche i segni nelle sue mani e il segno nel suo costato non
erano quelli che egli ricevette sulla croce? Se è così quindi, Gesù
avrebbe operato un prodigio su quel suo altro corpo facendogli quei
segni, vero? Ma allora quei segni potevano andare e venire a secondo
dell’esigenza? Ma ditemi: ma non avete mai letto in Zaccaria:
"Che sono quelle ferite che hai nelle mani? Ed egli risponderà:
Son le ferite che ho ricevuto nella casa dei miei amici" (Zacc.
13:6)? Come potete vedere quelle ferite Gesù dice di averle ricevute
nella casa dei suoi amici; le ha ricevute quindi da altri, e non se l’è
fatte su un corpo simile per l’occasione per mostrare a Tommaso che
egli era risorto. Rientrate in voi stessi, o uomini e donne che giacete
nel buio. |
Anche dire che il corpo di Gesù non
vide la decomposizione perché fu preservato da essa per opera di Dio ma
rimase sulla terra è una menzogna perché Gesù Cristo prima di
morire aveva detto ai Giudei parlando del tempio del suo corpo:
"Disfate questo tempio, e in tre giorni lo farò risorgere" (Giov.
2:19). Questo significa che quando Gesù risuscitò tornò ad avere
quello stesso corpo con il quale era morto crocifisso. Sì, esso era
stato reso glorioso, immortale e incorruttibile, ma rimaneva pur sempre
il suo precedente corpo, infatti come abbiamo visto portava ancora i
segni dei chiodi nelle mani e nei piedi e il segno della lancia nel suo
costato. Ma riflettete: se Gesù aveva deciso di non riprendersi il suo
corpo dopo morto, che senso avrebbero avuto le sopra citate sue parole
dette ai Giudei? Che senso avrebbe avuto dire ai Giudei:
"Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere"
se lui quel tempio, una volta distrutto, non voleva restaurarlo?
Nessuno, non vi pare? Anzi, c’è di più; potremmo benissimo dire che
Gesù mentì ai Giudei in quell’occasione, perché lui il suo corpo
dopo morto lo lasciò sulla terra. Ma no, egli non mentì affatto nel
dire quelle parole, perché lui il suo corpo (che era il tempio di Dio
perché egli ebbe ad affermare più volte che il Padre suo dimorava in
lui), una volta che fu distrutto dai Giudei lo fece risorgere, egli se
lo riprese, egli lo trasformò rendendolo immortale e incorruttibile. A
lui sia la gloria in eterno. Amen. |
E poi ancora, perché c’è ancora da
dire in difesa della risurrezione di Cristo: ma come fanno i Testimoni
di Geova ad affermare che Gesù non riprese il suo corpo quando la
Scrittura dice: "Perciò s’è rallegrato il cuor mio, e ha
giubilato la mia lingua, e anche la mia carne riposerà in isperanza..."
(Atti 2:26)? Perché è scritto la mia carne riposerà in isperanza? In
speranza di che cosa? Di qualche cosa che si sarebbe compiuto appresso,
perché la speranza di quel che si vede non è speranza. E questo
qualcosa era appunto la risurrezione di esso, evento che affinché si
compiesse aveva bisogno del ritorno dell’anima di Cristo nel corpo;
ecco perché subito dopo è scritto: "Perché tu non lascerai
l’anima mia nell’Ades". Se la sua anima fosse stata lasciata
per sempre nell’Ades o magari fosse stata rapita in cielo, la sua
carne non avrebbe riposato in isperanza; come non avrebbe riposato in
isperanza neppure nel caso egli non si sarebbe ripreso il suo corpo
(perché fatto sparire da Dio) ma sarebbe stato ‘ricreato’
spiritualmente, perché in questo caso la sua carne avrebbe semmai
riposato senza alcuna speranza. Infatti in quale speranza avrebbe potuto
giammai riposare la carne di Cristo se destinata a sparire dalla terra o
a dissolversi? Invece, il tempio del suo corpo che ricordiamo gli era
stato preparato da Dio secondo che è scritto: "Mi hai preparato un
corpo" (Ebr. 10:5), non fu da Dio fatto sparire ma fu da Dio
preservato dalla corruzione e vivificato mediante la sua potenza il
terzo giorno. In quel giorno l’anima di Cristo Gesù, salita dall’Ades
rientrò nel suo corpo immortale e glorioso. E con quel glorioso corpo
egli apparve ai suoi discepoli, parlò loro, mangiò e bevve con loro,
ed infine con esso fu assunto in cielo alla destra di Dio. E dal cielo,
che lo ha accolto, con quello stesso corpo egli tornerà con gloria e
potenza. Amen. Il popolo di Dio esulti, perché Cristo ha distrutto la
morte risuscitando il suo corpo. |
Proseguiamo: noi leggiamo nel Vangelo
scritto da Giovanni che Maria Maddalena quando la mattina del primo
giorno si recò al sepolcro, veduta la pietra tolta dal sepolcro, corse
e venne da Pietro e dal discepolo che Gesù amava a dirgli che avevano
tolto il corpo del Signore e non si sapeva dove l’avessero posto.
Avvenne allora che Pietro e l’altro discepolo corsero al sepolcro a
vedere come stavano le cose. Il discepolo che Gesù amava arrivò per
prima al sepolcro e chinatosi, vide i pannilini giacenti nel sepolcro ma
non entrò. Pietro invece quando giunse poco dopo, volle entrare nel
sepolcro. A questo punto la Scrittura dice: "Allora entrò anche
l’altro discepolo che era giunto primo al sepolcro, e vide, e credette.
Perché non aveano ancora capito la Scrittura, secondo la quale egli
dovea risuscitare dai morti" (Giov. 20:8-9). Ma che cosa vide
Giovanni che lo spinse a credere che Gesù era risuscitato? Di certo non
vide Gesù perché non era nel sepolcro. Egli vide il sepolcro vuoto, e
i pannilini giacenti e il sudario ch’era stato sul capo di Gesù, non
giacente coi pannilini, ma rivoltato in un luogo a parte. Quindi, a lui
la vista del sepolcro vuoto, dei pannilini e del sudario che erano stati
sul corpo di Gesù, lo spinsero a credere che Gesù era risorto. Ma non
di quella risurrezione di cui parlano i Testimoni di Geova (cioè con la
sparizione del suo corpo), perché per Giovanni quando Gesù sarebbe
risorto sarebbe tornato a vivere con il corpo con cui era morto. E
difatti quando lui vide il sepolcro vuoto, senza il corpo di Gesù, e i
pannilini e il sudario, capì che quello stesso corpo che era stato
posto in quel luogo era tornato a vivere per la potenza di Dio. E non si
sbagliò, perché quando Gesù apparve ai discepoli apparve proprio con
quel corpo con cui era stato trafitto. Mettiamo però il caso che
Giovanni pensava che Gesù per risorgere non si doveva riprendere il suo
corpo; di certo nel vedere il sepolcro vuoto, i pannilini e il sudario,
avrebbe creduto che Gesù in realtà non era veramente morto quando fu
messo nel sepolcro, ma lo era solo apparentemente perché era riuscito a
uscire dal sepolcro con quello stesso corpo o qualcuno lo aveva aiutato
a uscire dal sepolcro, e quindi che egli non era risuscitato. In altre
parole, per credere alla ‘risurrezione’ dei Testimoni di Geova egli
avrebbe dovuto vedere il corpo morto di Gesù in quel sepolcro. Le cose
quindi non possono essere come dice la Torre di Guardia, appunto perché
fu proprio la mancanza del corpo di Gesù nel sepolcro che convinse
Giovanni a credere che Gesù era veramente risorto. E poi che senso
avrebbero avuto le parole degli angeli del Signore rivolte alle donne:
"Egli non è qui, ma è risuscitato" (Luca 24:6)? Non
avrebbero essi dovuto semmai dire loro: ‘Il suo corpo non è qui perché
Dio lo ha fatto sparire, ma lui vive’? Ma in questo caso quelle parole
non avrebbero attestato che Gesù era risorto. Quindi ancora una volta
dobbiamo dire che la risurrezione di Gesù non consistette nel non
riprendersi il suo corpo ma nel riprenderselo trasformato. |
Qualche parola adesso sulle parole di
Pietro: "Essendo stato messo a morte, quanto alla carne, ma
vivificato quanto allo spirito". E’ chiaro che alla luce di tutte
le Scritture che abbiamo citato fino ad ora che affermano che Gesù
risuscitò corporalmente, il senso delle parole di Pietro non può
essere quello che gli danno i Testimoni di Geova. E difatti non è
quello il senso, perché subito dopo Pietro dice: "E in esso andò
anche a predicare agli spiriti ritenuti in carcere, i quali un tempo
furon ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava, ai giorni di Noè..."
(1 Piet. 3:19-20). Quel "in esso" significa inequivocabilmente
dopo morto, spiritualmente senza il corpo, andò a predicare agli
spiriti ritenuti in carcere nell’Ades. E questi spiriti erano coloro
che erano morti ai giorni di Noè infatti poco dopo Pietro dice:
"Poiché per questo è stato annunziato l’Evangelo anche ai
morti..." (1 Piet. 4:6). |
Che dire poi del motivo che i
Testimoni di Geova adducono per spiegare questa loro dottrina sulla
risurrezione di Gesù? Esso è falso perché Gesù offrì sì il suo
corpo per riscattarci dalle nostre trasgressioni, quindi quale prezzo di
riscatto per tutti noi; ma affinché questa sua morte potesse
riscattarci dalle nostre iniquità era necessario, indispensabile, che
egli tornasse in vita proprio con quel corpo che era stato trafitto per
le nostre iniquità. Come avrebbe potuto infatti Gesù annullare il
peccato nel suo corpo senza annullare la morte corporale che aveva
sperimentato? Non avrebbe potuto. Per questo egli doveva risuscitare con
quello stesso corpo con il quale era morto, cioè doveva riprenderselo,
per distruggere la morte fisica e potere così affrancarci dal peccato
che ci dominava. Ma noi vi domandiamo: ‘Ma come si potrebbe affermare
che Gesù ha vinto la morte che ha gustato per tutti noi se non fosse
tornato a vivere nello stesso corpo che egli aveva assunto per venire in
questo mondo? Sarebbe un controsenso perché non si può affermare
contemporaneamente che il corpo di Gesù è rimasto sulla terra e non si
sa che fine abbia fatto e nello stesso tempo affermare che egli ha vinto
la morte. Quale sarebbe infatti la vittoria? In che cosa consisterebbe
questa vittoria? Ma che specie di vittoria sarebbe? La vittoria che
Cristo ha riportato sulla morte fisica è proprio questa: che lui dopo
avere deposto il suo corpo in sacrificio per tutti noi, dopo averlo
fatto flagellare, percuotere, e dopo averlo fatto crocifiggere; se lo è
ripreso per ordine di Dio trasformandolo in un corpo glorioso e
incorruttibile in un corpo che non muore più. Ed ora può mostrare a
chiunque i segni dei chiodi nelle mani e nei piedi, e il segno lasciato
dalla lancia del soldato nel suo costato. Ed è proprio questo che ci
consola grandemente; sapere che come Cristo si riprese quel corpo
sanguinante e martoriato rendendolo glorioso, così ridarà pure ai
morti in Cristo il loro corpo rendendolo conforme al suo. D’altronde
non dobbiamo mai dimenticarci che il corpo di Cristo era il tempio del
Padre suo; e così anche il nostro corpo, essendo membra di Cristo, è
il tempio di Dio. |
Fratelli, vi esorto a turare la bocca
a codesti cianciatori che vanno proclamando tale assurdità attorno alla
resurrezione del nostro Signore Gesù Cristo. |
|
LO SPIRITO SANTO |
La dottrina dei Testimoni di
Geova |
Russell, a proposito dello Spirito
Santo, affermò: ‘Le Scritture sono concordi nell’insegnare (...)
che lo Spirito Santo non è un altro Dio, ma lo Spirito (ossia
l’influenza o potenza) trasfuso da Dio, nostro Padre, e dal Suo
Figliuolo Unigenito’ (Russell, op. cit., pag. 148), ed ancora:
‘Lo Spirito Santo è l’energia spirituale, o potenza di Dio’ (ibid.,
pag. 179). E i cosiddetti Testimoni di Geova seguono questo insegnamento
di Russell infatti negano che lo Spirito Santo è la terza persona della
Divinità perché dicono che ‘lo spirito santo è l’energia attiva
invisibile dell’Onnipotente Iddio che spinge i suoi servitori a fare
la sua volontà’ (Sia Dio riconosciuto verace, pag. 89) e che:
‘Non solo la maggioranza dei passi biblici, ma tutte le
Scritture sono quindi d’accordo che lo spirito di Dio è ‘non
qualcuno’, ma ‘qualcosa’. Una semplice ma attenta lettura delle
Scritture rende chiaro che lo spirito di Dio è davvero la sua
invisibile forza attiva’ (La Torre di Guardia, 1 gennaio 1975,
pag. 7). |
Confutazione |
Lo Spirito Santo è una persona e
non una forza |
Lo Spirito Santo é una persona
infatti parla secondo che é scritto: "Perciò, come dice lo
Spirito Santo, Oggi, se udite la sua voce, non indurate i vostri
cuori.." (Ebr. 3:7-8); "E lo Spirito disse a Filippo:
Accostati, e raggiungi codesto carro" (Atti 8:29); "E come
Pietro stava pensando alla visione, lo Spirito gli disse: Ecco tre
uomini che ti cercano. Lèvati dunque, scendi, e và con loro, senza
fartene scrupolo, perché sono io che li ho mandati" (Atti
10:19-20); "E mentre celebravano il culto del Signore e
digiunavano, lo Spirito Santo disse: Mettetemi a parte Barnaba e Saulo
per l’opera alla quale li ho chiamati" (Atti 13:2); "Ma
quando sia venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in
tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che
avrà udito, e vi annunzierà le cose a venire" (Giov. 16:13);
"Ma lo Spirito dice espressamente che nei tempi a venire alcuni
apostateranno dalla fede" (1 Tim. 4:1). |
Lo Spirito Santo rivela secondo che é
scritto in Luca: "Gli era stato rivelato dallo Spirito Santo che
non vedrebbe la morte prima d’aver veduto il Cristo del Signore"
(Luca 2:26). |
Lo Spirito ascolta perché Gesù disse
di lui: "Dirà tutto quello che avrà udito" (Giov. 16:13). |
Lo Spirito vede infatti i sette occhi
che aveva l’Agnello che vide Giovanni sono i sette Spiriti di Dio, o
come disse il profeta Zaccaria "gli occhi dell’Eterno" (Zacc.
4:10). |
Lo Spirito prega secondo che é
scritto: "Lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri
ineffabili... esso intercede per i santi secondo Iddio" (Rom.
8:26-27). |
Lo Spirito Santo fa nascere di nuovo
secondo che è scritto: "...se uno non è nato d’acqua e di
Spirito non può entrare nel regno di Dio... quel che è nato dallo
Spirito, è spirito" (Giov. 3:5,6). |
Lo Spirito Santo costituisce gli
anziani nella chiesa secondo che disse Paolo agli anziani di Efeso:
"Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo
Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, la
quale egli ha acquistata col proprio sangue" (Atti 20:28). |
Lo Spirito Santo può vietare di fare
qualcosa, come fece verso gli apostoli, secondo che é scritto:
"Poi, traversarono la Frigia e il paese della Galazia, avendo lo
Spirito Santo vietato loro d’annunziar la Parola in Asia" (Atti
16:6) (vorrei che notaste che il verbo vietare é menzionato anche in
queste Scritture che si riferiscono alla persona di Gesù: "Allora
vietò ai suoi discepoli di dire ad alcuno ch’egli era il Cristo"
[ Matt. 16:20], e: "E Gesù ordinò loro di non parlarne ad alcuno;
ma più lo divietava loro e più lo divulgavano..." [Mar. 7:36]). |
Lo Spirito Santo può non permettere
certe cose secondo che é scritto: "Giunti sui confini della Misia,
tentarono d’andare in Bitinia; ma lo Spirito di Gesù non lo permise
loro" (Atti 16:7) (anche in questo caso vorrei che notaste che in
queste altre Scritture il non permettere qualcosa si riferisce alla
persona di Gesù: "E come egli montava nella barca, l’uomo
ch’era stato indemoniato lo pregava di poter stare con lui. E Gesù
non glielo permise..." [Mar. 5:18-19]; "Non permetteva loro di
parlare, perché sapevano ch’egli era il Cristo" [Luca 4:41]). |
Lo Spirito può essere contristato
infatti é scritto: "E non contristate lo Spirito Santo di
Dio.." (Ef. 4:30); "Ma essi furono ribelli, contristarono il
suo Spirito Santo" (Is. 63:10). |
Lo Spirito può essere contrastato
infatti Stefano disse davanti al Sinedrio: "Voi contrastate sempre
allo Spirito Santo; come fecero i padri vostri, così fate anche
voi" (Atti 7:51). |
Lo Spirito può essere tentato infatti
Pietro disse a Saffira: "Perché vi siete accordati a tentare lo
Spirito del Signore?" (Atti 5:9). |
Allo Spirito si può mentire infatti
Pietro disse ad Anania: "Anania, perché ha Satana così riempito
il cuor tuo da farti mentire allo Spirito Santo e ritener parte del
prezzo del podere?" (Atti 5:3). |
Allo Spirito si può parlare contro
secondo che è scritto: "Ma a chiunque parli contro lo Spirito
Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quello
avvenire" (Matt. 12:32). |
Lo Spirito Santo insegna secondo che
é scritto: "Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre
manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa..." (Giov.
14:26), ed ancora: "Quando poi vi condurranno davanti alle
sinagoghe e ai magistrati e alle autorità, non state in ansietà del
come o del che avrete a rispondere a vostra difesa, o di quel che avrete
a dire; perché lo Spirito Santo v’insegnerà in quell’ora stessa
quel che dovrete dire" (Luca 12:11-12); ed ancora: "E desti
loro il tuo buono Spirito per istruirli..." (Neh. 9:20); ed anche:
"Noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma
insegnate dallo Spirito..." (1 Cor. 2:13). |
Lo Spirito investiga infatti é
scritto: "Lo Spirito investiga ogni cosa, anche le cose profonde di
Dio" (1 Cor. 2:10). |
Lo Spirito ricorda le parole del
Signore secondo che è scritto: "E vi rammenterà tutto quello che
v’ho detto" (Giov. 14:26). |
Lo Spirito ha un sentimento secondo
che é scritto: "Colui che investiga i cuori conosce qual sia il
sentimento dello Spirito.." (Rom. 8:27). |
Dopo avere citato dalle sacre
Scritture tutti questi passi che indicano chiaramente che lo Spirito
Santo è una persona non si può non rimanere stupiti nel sentire dire
alla Torre di Guardia che una semplice ma attenta lettura delle
Scritture rende chiaro che lo Spirito Santo è la forza attiva di Dio e
non qualcuno! In verità i Testimoni di Geova errano grandemente perché
non conoscono le Scritture. |
Il seguente confronto, tra dei
passi che si riferiscono allo Spirito Santo ed altri che si riferiscono
a Dio, attesta che lo Spirito è Dio |
Ora, metteremo a confronto dei passi
della Scrittura che si riferiscono allo Spirito Santo di Dio con altri
che si riferiscono a Dio al fine di dimostrare che lo Spirito Santo é
Dio, e non un energia sprigionata da Dio come dicono invece i Testimoni
di Geova. |
Ÿ
Lo scrittore agli Ebrei dice: "..Quanto più il sangue di Cristo
che mediante lo Spirito eterno ha offerto se stesso puro d’ogni colpa
a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire
all’Iddio vivente?" (Ebr. 9:14), e Mosè afferma di Dio: "Ab
eterno in eterno, tu sei Dio" (Sal. 90:2). Lo Spirito è quindi
eterno come lo è Dio. |
Ÿ
Davide disse a Dio: "Dove me ne andrò lungi dal tuo Spirito?"
(Sal. 139:7), mentre Dio disse a Geremia: "Potrebbe uno nascondersi
in luogo occulto sì ch’io non lo vegga? dice l’Eterno" (Ger.
23:24). Lo Spirito è dunque onnipresente come lo è Dio. |
Ÿ
Paolo dice che "lo Spirito investiga ogni cosa, anche le cose
profonde di Dio" (1 Cor. 2:10), mentre Anna disse di Dio:
"L’Eterno è un Dio che sa tutto" (1 Sam. 2:3). Lo Spirito
è quindi onnisciente come lo è Dio. |
Ÿ
Elihu disse: "Lo Spirito di Dio mi ha creato" (Giob. 33:4),
mentre Davide disse a Dio: "Poiché sei tu che hai formato le mie
reni, che m’hai intessuto nel seno di mia madre" (Sal. 139:13).
Lo Spirito quindi crea come fa Dio. |
Ÿ
Gesù disse: "...se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può
entrare nel regno di Dio... quel che è nato dallo Spirito, è
spirito" (Giov. 3:5,6), mentre Giovanni dice che coloro che credono
nel nome del Figlio di Dio "son nati da Dio" (Giov. 1:13). Lo
Spirito fa dunque nascere di nuovo come fa Dio. |
Ÿ
Pietro, prima disse ad Anania: "Anania, perché ha Satana così
riempito il cuor tuo da farti mentire allo Spirito Santo e ritener parte
del prezzo del podere?" (Atti 5:3), e poi gli disse: "Tu non
hai mentito agli uomini ma a Dio" (Atti 5:4). Mentire allo Spirito
Santo quindi equivale a mentire a Dio. |
Ÿ
Nel libro degli Atti degli apostoli é scritto che Paolo disse a dei
Giudei che rifiutarono di credere nel Vangelo: "Ben parlò lo
Spirito Santo ai vostri padri per mezzo del profeta Isaia dicendo: Và a
questo popolo e dì: Voi udrete coi vostri orecchi e non intenderete;
guarderete coi vostri occhi, e non vedrete..." (Atti 28:25-26),
mentre nel libro del profeta Isaia queste parole sono attribuite al
Signore degli eserciti che Isaia vide in visione secondo che é scritto:
"Nell’anno della morte del re Uzzia, io vidi il Signore assiso
sopra un trono alto... Poi udii la voce del Signore che diceva: Chi
manderò? E chi andrà per noi? Allora io risposi: ‘Eccomi, manda
me!’ Ed egli disse: ‘Và, e dì a questo popolo: Ascoltate, sì, ma
senza capire; guardate, sì, ma senza discernere!..." (Is.
6:1,8-9). Quindi lo Spirito Santo mandò Isaia a predicare come fece
anche il Signore degli eserciti. |
Ÿ
Nel libro degli Atti degli apostoli dopo che lo Spirito Santo parlò ad
Antiochia dicendo: "Mettetemi a parte Barnaba e Saulo per l’opera
alla quale li ho chiamati" (Atti 13:2), è scritto che essi
"mandati dallo Spirito Santo, scesero a Seleucia, e di là
navigarono verso Cipro" (Atti 13:4). Gesù disse: "Ben è la mèsse
grande, ma pochi son gli operai. Pregate dunque il Signor della mèsse
che spinga degli operai nella sua mèsse" (Matt. 9:37-38), facendo
chiaramente capire che é Dio che manda i suoi operai nella sua messe;
quindi lo Spirito Santo è Dio perché mandò Paolo e Barnaba nella
messe del Signore. |
Ÿ
Gesù chiamò lo Spirito Santo "il Consolatore" (Giov. 15:26)
quindi Egli consola quelli che sono abbattuti. Paolo ai Corinzi dice:
"Ma Iddio che consola gli abbattuti, ci consolò con la venuta di
Tito.." (2 Cor. 7:6), ed anche: "Benedetto sia Iddio, il Padre
del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre delle misericordie e l’Iddio
d’ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra
afflizione" (2 Cor. 1:3-4). Quindi lo Spirito Santo consola come fa
Dio. |
Ÿ
In Isaia é scritto che gli Israeliti nel deserto "contristarono il
suo Spirito Santo" (Is. 63:10), mentre nei Salmi é scritto:
"Quante volte si ribellarono a lui nel deserto, e lo contristarono
nella solitudine!" (Sal. 78:40). Gli Israeliti quindi, contristando
lo Spirito Santo contristarono Dio. |
Ÿ
Paolo disse ai Corinzi "Non sapete voi che il vostro corpo é il
tempio dello Spirito Santo che é in voi..?" (1 Cor. 6:19) ed
anche: "Non sapete voi che siete il tempio di Dio..?" (1 Cor.
3:16). Lo Spirito Santo quindi abita nel credente assieme a Dio. |
Ÿ
Gesù disse: "Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre
manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa..." (Giov.
14:26), ma disse anche: "Saranno tutti ammaestrati da Dio" (Giov.
6:45), e Davide dice che Dio "insegnerà ai mansueti la sua
via" (Sal. 25:9). Lo Spirito Santo quindi insegna come fa Dio. |
Ÿ
Gesù ha detto dello Spirito: "Ma quando sia venuto lui, lo Spirito
della verità, egli vi guiderà in tutta la verità" (Giov. 16:13);
e Davide nei Salmi dice a Dio: "Guidami nella tua verità" (Sal.
25:5). Quindi se lo Spirito della verità guida nella verità come fa
Dio ciò significa che Egli è Dio. |
Come potete da voi stessi vedere le
Scritture affermano che lo Spirito Santo è eterno, onnipotente,
onnipresente e onnisciente come Dio (e quindi non può non essere Dio),
e molte cose che fa Dio le fa Lui medesimo. Con quale coraggio dunque la
Torre di Guardia afferma che tutte le Scritture sono d’accordo che
lo Spirito di Dio non è qualcuno ma qualcosa? |
Confutazione di alcuni ragionamenti
fatti dai Testimoni di Geova sullo Spirito Santo |
Ora noi vogliamo confutare alcuni
ragionamenti che fanno i Testimoni di Geova per persuadere le persone
che lo Spirito Santo non è una persona, e lo faremo sempre con le
Scritture. |
1) ‘Le personificazioni non sono una
positiva prova di personalità. Per esempio la Bibbia dice che il
peccato ‘regna’, ‘riceve occasione’, ‘produce concupiscenza’,
‘seduce’, e ‘uccide’ (...) La sapienza è allo stesso modo
personificata e viene detto che ha ‘figli’ e ‘opere’ (....)
Tuttavia nessuno asserirebbe che questo significhi che ‘il peccato’
e la ‘sapienza’ siano persone. Similmente la personificazione dello
spirito di Dio non è in contrasto con la chiara testimonianza della
Bibbia che esso è in realtà ‘qualcosa, non qualcuno’ (La Torre
di Guardia, 1 gennaio 1975, pag. 6). Siamo d’accordo che il
peccato non è una persona; non siamo d’accordo invece con
l’affermazione che la sapienza non è una persona perché Gesù ha
detto: "Per questo la sapienza di Dio ha detto: Io manderò loro
de’ profeti e degli apostoli..." (Luca 11:49) . Anche se va detto
che è vero che in taluni casi la Scrittura parla della sapienza non
come di una persona, come quando dice: "Ecco: temere il Signore:
questa è la Sapienza" (Giob. 28:28). Ma veniamo allo Spirito
Santo, se Egli fosse qualcosa e non qualcuno come mai può essere
contristato? Difatti Paolo dice agli Efesini: "Non contristate lo
Spirito Santo di Dio.." (Ef. 4:30)? Come può una forza impersonale
essere contristata da delle parole o delle azioni? Ora, ci sono tre
passi nella Scrittura in cui è detto che Dio, il suo Figliuolo e lo
Spirito Santo sono stati contristati dalla condotta errata dei Giudei.
Per quanto riguarda Dio è detto nei Salmi: "Quante volte si
ribellarono a lui nel deserto, e lo contristarono nella
solitudine!" (Sal. 78:40); per quanto riguarda il Figliuolo è
detto in Marco: "Allora Gesù, guardatili tutt’intorno con
indignazione, contristato per l’induramento del cuor loro, disse
all’uomo: Stendi la mano!" (Mar. 3:5); e per quanto riguarda lo
Spirito Santo è detto in Isaia: "Ma essi furon ribelli,
contristarono il suo Spirito Santo" (Is. 63:10). Ora, noi diciamo:
Ma se Dio può essere contristato perché è una persona, se il
Figliuolo può essere contristato perché è una persona perché lo
Spirito Santo può essere contristato ma non può essere una persona?
Non è tutto questo - parliamo alla maniera della Torre di Guardia -
illogico e irragionevole? |
2) Lo Spirito Santo non può essere
una persona perché nessuno può essere battezzato con una persona. Gesù
ha detto: "Giovanni battezzò sì con acqua, ma voi sarete
battezzati con lo Spirito Santo fra non molti giorni" (Atti 1:5);
quindi come l’acqua con cui battezzava Giovanni non era una persona ma
una cosa, così anche lo Spirito Santo con cui Cristo promise di
battezzare i suoi discepoli non può essere una persona. Come si può
essere ripieni di una persona? Questo è un ragionamento che i Testimoni
di Geova fanno spesso per negare la personalità dello Spirito Santo.
E’ un ragionamento puerile che non tiene conto di tutte le altre
Scritture riguardanti lo Spirito Santo. Gesù Cristo sapeva bene che lo
Spirito Santo era una persona, e precisamente la terza persona, assieme
a lui e al Padre, della Trinità, e se ha detto quelle parole vuole dire
che è possibile essere battezzati pure con la persona dello Spirito
Santo. Certo, noi non lo comprendiamo come ciò sia possibile ma pure
sappiamo che "a Dio ogni cosa è possibile" (Matt. 19:26) e
che non v’è nulla di troppo difficile per lui. Negare la personalità
dello Spirito solo perché non si comprende come un uomo può essere
battezzato con lo Spirito Santo è follia. Certo è che quando il
credente viene battezzato con lo Spirito Santo, comincia a pregare per
lo Spirito Santo ossia in altre lingue come lo Spirito gli dà di
esprimersi. Paolo dice infatti che "lo Spirito intercede egli
stesso per noi con sospiri ineffabili" (Rom. 8:26). Come è
possibile che la terza persona della Trinità preghi Dio per bocca di un
mortale è qualcosa che noi non comprendiamo; ma lo fa. Ed infine
facciamo notare che se dovessimo negare la personalità allo Spirito
Santo solamente perché non è ‘logico’ affermare che una persona può
essere in molte persone contemporaneamente, allora dovremmo pure
affermare che anche il Padre e il suo Figliuolo non sono persone perché
anche di Loro è detto che dimorano nei credenti. Gesù infatti disse:
"Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà,
e noi verremo a lui e faremo dimora presso di lui" (Giov. 14:23).
Che faremo allora? Negheremo la personalità sia al Padre che al
Figliuolo solo perché non riusciamo a spiegare come è possibile che
Essi vengano a dimorare assieme in tutti coloro che amano Gesù e
osservano la sua parola? Così non sia. Quindi, non è irragionevole
affermare che si può essere ripieni dello Spirito Santo. |
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CONCLUSIONE |
Come abbiamo visto in questo capitolo
i Testimoni di Geova negano la Trinità, la divinità di Cristo e la sua
risurrezione corporale, la personalità e la divinità dello Spirito
Santo: tutte cose che la sacra Scrittura insegna chiaramente e che sono
alla base della nostra fede. E’ chiaro dunque che stando così le
cose, essi costituiscono un pericolo per tutti noi che abbiamo
conosciuto la verità perché cercano di persuaderci che noi siamo
nell’errore; in altre parole di sviarci dalla verità. State dunque
saldi fratelli nella verità che avete conosciuto, nessuno di costoro
faccia di voi sua preda con i suoi fallaci ragionamenti fatti contro la
Trinità, contro la divinità di Cristo e la sua resurrezione, e contro
la personalità e divinità dello Spirito Santo. |
Quello che voi fratelli dovete sempre
ricordarvi anche quando parlate della Trinità, della divinità di
Cristo e della sua risurrezione corporale, della personalità e divinità
dello Spirito Santo è questo, e cioè che nella Scrittura ci sono sia
cose nascoste che cose rivelate: le cose nascoste appartengono a Dio
mentre quelle rivelate sono per noi. E sulla Trinità, sulla divinità
di Cristo e sulla sua risurrezione corporale, sulla personalità e
divinità dello Spirito Santo permangono cose che non si possono ancora
né intendere e neppure spiegare. Qualcuno allora dirà: ‘Ma allora
perché Dio ha voluto che fossero scritte anche quelle cose che non si
possono ancora intendere perché ci sono state da Dio occultate?’ Per
indurci a comprendere quanto Egli sia grande e che "è gloria di
Dio nascondere le cose" (Prov. 25:2), e mantenerci umili conoscendo
la nostra natura e con quanta facilità ci insuperbiamo; e poi per farci
investigare cose difficili, il che ridonda a lode di coloro che fanno
queste investigazioni secondo che è scritto che "scrutare cose
difficili è un onore". Quindi è buona cosa per noi investigare le
cose difficili. Ma lungi da noi il negare dottrine vere solo perché
sono avvolte nel mistero; e lungi da noi pure il manomettere le cose che
sono difficili a capire presenti nelle Scritture per cercare di
conformarle a vedute nostre personali; perché ciò ridonderebbe a
nostro disonore perché Pietro dice che sono gli uomini instabili e
ignoranti che contorcono le cose difficili a capire (cfr. 2 Piet. 3:16).
E per noi, alla morte, si aprirebbe la bocca del soggiorno dei morti. Le
nostre investigazioni e le nostre meditazioni sulle cose difficili o
impossibili per ora a capire devono essere dunque sempre accompagnate da
un santo timore di Cristo il Signore; perché esso ci eviterà di
abbandonarci ai vani ragionamenti dei razionalisti la cui via mena alla
rovina. "La carità... crede ogni cosa" (1 Cor. 13:4,7), dice
Paolo, e non ‘spiega o conosce ogni cosa’. Beati coloro che nel loro
cuore hanno l’amore di Dio, perché esso li spingerà del continuo ad
accettare tutto quello che Dio insegna tramite la sua Parola, anche ciò
che umanamente è incomprensibile e inaccettabile. |
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NOTE |
[1] Degli Studi sulle Scritture
ho potuto consultare direttamente solo il primo e il quinto volume.
Faccio presente che Russell di questi suoi Studi sulle Scritture
ebbe a dire: ‘Inoltre non solo non si possono conoscere i piani divini
studiando la Bibbia da sola, ma se vengono messi da parte gli Studi
sulle Scritture dopo averli usati (....) e ci si rivolge soltanto
alla Bibbia per dieci anni, l’esperienza mostra che entro due anni si
ritornerà nell’oscurità. D’altra parte, se si leggono
semplicemente gli Studi sulle Scritture con i riferimenti e non
si legge in tal modo una sola pagina della Bibbia, al termine di due
anni si giungerà alla luce, perché si avrebbe la luce delle
Scritture’ (Torre di Guardia del 15 settembre 1910; citata da La
Torre di Guardia del 1 novembre 1958 pag. 670). Da parte nostra
invece diciamo che chi si appoggia sugli scritti di Russell se un giorno
camminava nella luce, comincerà a brancolare nel buio per ritrovarsi
poi, prima nell’Ades alla sua morte e poi nel fuoco eterno in cui sarà
tormentato nei secoli dei secoli. Chi invece cammina nelle tenebre e si
appoggia agli scritti di Russell, nelle tenebre rimarrà perché le sue
parole oscurano chi le accetta invece che illuminarlo. La Bibbia, solo
la Bibbia si legga, perché essa è la Parola di Dio che illumina chi
giace nelle tenebre e lo porta a conoscere Colui che è la luce del
mondo, cioè Cristo Gesù, Dio benedetto in eterno. Amen. Essa corregge,
ammaestra, consola, educa alla giustizia, chi ha creduto affinché egli
sia reso perfetto e completo per il giorno di Cristo. Gli scritti di
Russell vanno bruciati o buttati dopo averli resi in mille pezzi, perché
sono immondizia; la Bibbia invece va conservata con cura perché è il
libro più prezioso che esiste sulla terra. Il suo valore supera quello
di tutto l’oro e di tutte le ricchezze del mondo. Essa è la Parola di
Dio. |
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[2] Il termine Trinità deriva dal
latino Trinitas che significa ‘la riunione di tre’, una
parola coniata da Tertulliano di Cartagine alla fine del secondo secolo.
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[3] A riguardo del termine persona che
usiamo sia per Dio Padre, che per il Figliuolo che per lo Spirito Santo
è necessario che si sappia che la parola latina persona significa
‘maschera’ o ‘personaggio di rappresentazione’. Ma evidentemente
noi quando la usiamo in relazione al Padre, al Figliuolo e allo Spirito
Santo non la usiamo con quel senso originale, perché in questo caso
definiremmo le tre Persone della Divinità delle maschere di un
personaggio teatrale, in altre parole è come se dicessimo che Dio è
come un attore di uno spettacolo che è apparso sulla scena del mondo in
tre differenti costumi o ruoli, il che noi sappiamo non è affatto vero.
L’uso della parola persona ha il solo scopo di spiegare che sia il
Padre che il Figliuolo che lo Spirito Santo sono tre Esseri distinti con
una personalità propria. Nel caso specifico dello Spirito Santo a cui i
Testimoni di Geova negano la personalità, la parola persona rende
meglio il concetto che Egli non è qualcosa ma qualcuno. |
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[4] A queste Scritture che seguono
vanno aggiunte - per avere un quadro il più completo possibile sulla
Trinità - le Scritture da me citate più avanti a dimostrazione che Gesù
è Dio, e che lo Spirito Santo è Dio e non una forza. Questo intero
capitolo infatti è praticamente quasi tutto dedicato alla dimostrazione
che la Trinità è una dottrina perfettamente scritturale. |
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[5] Per quanto riguarda il passo di
Giovanni: "Poiché tre son quelli che rendon testimonianza nel
cielo: il Padre, la Parola e lo Spirito Santo; e questi tre sono una
stessa cosa", (1 Giov. 5:7) nella versione Riveduta fatta da Luzzi
non viene inserito nel testo; Diodati invece lo aveva inserito nel
testo. I Testimoni di Geova riguardo ad esso affermano che probabilmente
esso è spurio. In effetti è stato riconosciuto anche da molti studiosi
biblici evangelici che queste parole mancano nei più antichi
manoscritti. Noi diciamo che anche se quelle parole fossero spurie le
cose non cambiano minimamente: la dottrina della Trinità rimane
ampiamente confermata dalla sacra Scrittura. |
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[6] I Testimoni di Geova
sfacciatamente negano che Gesù intese dire che avrebbe risuscitato se
stesso: ‘Con queste parole, Gesù voleva forse dire che avrebbe
risuscitato se stesso dai morti? (...) Niente affatto’ (Ragioniamo
facendo uso delle Scritture, Roma 1990, pag. 421). |
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[7] Inoltre i Testimoni di Geova
prendono dei passi della Scrittura che sono stati adulterati dai loro
traduttori. A riguardo di essi si veda la parte dove tratto le
falsificazioni apportate alla Bibbia. |
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[8] Anche gli Avventisti ritengono che
il Figlio di Dio prima di nascere secondo la carne fosse l’arcangelo
Michele, solo che loro insegnano che Gesù era ed è Dio. |
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[9] ‘Al tempo in cui la giovine
donna concepì per la potenza dell’Onnipotente Iddio che opera
miracoli, la vita del Figliuolo di Dio venne trasferita dalla sua
gloriosa posizione con Dio Padre nel cielo nell’embrione umano’ (Sia
Dio riconosciuto verace, pag. 38). |
|
[10] A questo atto di rigenerazione
avrebbe partecipato pure la donna del Padre celeste: ‘Comunque, la
donna del Padre celeste, la ‘Gerusalemme di sopra’, aveva generato
il primo della sua progenie, una progenie spirituale...’ (Nuovi
cieli e Nuova terra, pubblicato in italiano nel 1955, pag. 142). |
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[11] Anche per Russell Gesù al
Giordano sperimentò una sorta di nuova nascita: ‘Quell’atto di
essere ripieno dello Spirito Santo fu la sua procreazione ad una nuova
natura, la natura divina che doveva svilupparsi e nascere pienamente
allorquando egli avrebbe compiuto il suo sacrificio - sacrificio della
natura umana’ (Studi sulle Scritture, serie I, Il divin
piano delle età [Il piano delle età], stampato in USA, s.d. pag.
266). |
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[12] Russell disse che se il corpo di
Cristo ‘si dissolse in gas o se sia tuttora conservato in qualche
luogo... nessuno lo sa’; mentre Rutherford affermò che la Scrittura
‘non rivela quale fu la sua sorte se non che non subì la
decomposizione o la corruzione’. |
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[13] Anche in questo i Testimoni di
Geova si attengono a Russell infatti costui disse: ‘Nostro Signore non
avrebbe potuto essere mai risuscitato come uomo e, nello stesso
tempo, lasciare alla Giustizia il prezzo del nostro riscatto, al
fine di liberare Adamo (e la sua razza) dalla sentenza e dalla prigione
della morte. Era necessario, non solo che l’uomo Cristo Gesù morisse,
ma era anche esattamente necessario che non rivenisse alla vita, perché
occorreva che restasse morto, qual prezzo del nostro riscatto per tutta
l’eternità’ (Russell. op. cit., serie V, pag. 410). |
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[14] Per quanto riguarda queste parole
di Tommaso i Testimoni di Geova ricorrono a queste spiegazioni. 1)
Quando Toma disse: "Signore mio" stava guardando a Gesù, ma
quando disse: "Mio Dio" stava guardando al cielo e
rivolgendosi al Padre. Ennesimo sofisma dei Testimoni di Geova che viene
annullato dalla Parola di Dio che dice: "Toma gli rispose e disse:
Signore mio e Dio mio". Quel "gli rispose e disse" si
riferisce solo a Gesù che egli aveva davanti in quel momento. 2) Sì,
Toma, in realtà si rivolse a Gesù quando gli disse: "Signore mio,
e Dio mio", ma per "Dio mio" egli intese dire ‘Figlio
di Dio’, e quindi intese dire che Gesù era ‘un dio’ ma non
l’Iddio Onnipotente, non il solo vero Dio. Ma anche in questo caso la
Scrittura annulla questa spiegazione, perché Toma, essendo un Giudeo
che credeva in un solo vero Dio, non avrebbe mai chiamato Gesù il suo
Dio se non avesse riconosciuto in Lui il suo vero Dio. E perciò egli
con quelle parole non intese dire che Gesù era un essere inferiore a
Dio, ma Dio. E poi si tenga presente che Gesù non riprese Toma per
avergli detto: "Mio Dio", ma gli disse che perché lo aveva
visto aveva creduto. In altre parole, il fatto che Gesù non riprese
Toma perché questi lo aveva chiamato il suo Dio mostra che Gesù
riteneva di essere uguale a Dio Padre e perciò degno di essere chiamato
Dio. |
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[15] Per spiegare questa unione tra il
Figlio e il Padre (formanti un solo Dio pur rimanendo distinti) con
alcuni esempi biblici, diciamo che è come quella tra l’uomo e la
donna sposati secondo che è scritto: "..e saranno una stessa
carne" (Gen. 2:24) ed anche: "non son più due, ma una sola
carne" (Matt. 19:6). E’ chiaro che marito e moglie rimangono due
persone distinte, ma davanti a Dio diventano una sola carne. Anche
quando la Scrittura dice che "chi si unisce al Signore è uno
spirito solo con lui" (1 Cor. 6:17) parla di un unione che non
esclude però la separazione e la diversità di coloro di cui parla,
infatti essa non ha inteso dire che l’uomo che si unisce a Cristo
diventa lo Spirito di Dio o si fonde con Esso o diventa Cristo e perciò
Dio perché in questo caso Essa avrebbe divinizzato l’uomo. L’uomo
continua ad essere uomo, e il suo spirito continua a rimanere distinto
dallo Spirito di Dio infatti Paolo ai Romani dice che "lo Spirito
stesso attesta insieme col nostro spirito, che siamo figliuoli di
Dio" (Rom. 8:16). Quindi, sì unione tra l’uomo e la donna, sì
unione tra il credente e il Signore; ma un unione nella diversità. |
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[16] Essi dicono: ‘...dopo essere
stato da Dio creato come il suo Figlio primogenito, Iddio lo impiegò
come suo Collaboratore nella creazione di tutto il rimanente
dell’universo’ (Sia Dio riconosciuto verace, pag. 35). |
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[17] Una simile affermazione fa
nascere la domanda: Perché Dio avrebbe dovuto nascondere il corpo di
Gesù preservandolo dalla decomposizione? Rutherford suppose per esempio
che Dio lo avrebbe potuto preservare da qualche parte per poi esibirlo
alla gente durante il millennio!!! Ma allora noi diciamo: Perché invece
Dio non lo lasciava nel sepolcro il suo corpo se voleva dimostrare alla
gente che Gesù aveva rinunciato al suo corpo. Non sarebbe stato più
logico?!! |
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[18] Se si confrontano queste parole
di Gesù con quest’altre scritte in Matteo: "Perciò, ecco, io vi
mando de’ profeti e de’ savî e degli scribi..." (Matt. 23:34)
si può capire che la sapienza di Dio è Gesù Cristo.
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