Capitolo 6

Altre dottrine

 

IL BATTESIMO CON LO SPIRITO SANTO

La dottrina branhamita

Quando lo si riceve, il segno che ne attesta l’avvenuta ricezione non è il parlare in altre lingue. Riguardo al battesimo con lo Spirito Santo, che come abbiamo detto per i Branhamiti si riceve dopo avere creduto e mediante il quale si nasce di nuovo, occorre dire che per loro le lingue non sono il segno esteriore del battesimo con lo Spirito Santo e questo perché per Branham le lingue non erano il segno evidente che uno ha ricevuto il battesimo con lo Spirito Santo infatti egli disse: ‘..il parlare in lingue non è il segno evidente e ‘legalizzatore’ del battesimo con lo Spirito Santo’ (Esposto …., pag. 186), ed anche: ‘Le lingue non sono l’evidenza o la prova che uno è riempito dello Spirito, bensì è semplicemente una delle 9 manifestazioni menzionate in 1 Corinzi 12’ (ibid., pag. 187); il che è differente da quello che dicono la maggior parte delle chiese pentecostali unitariane che affermano (giustamente in questo caso) che il segno esteriore che uno ha ricevuto il battesimo con lo Spirito è costituito dalle lingue. Per Branham l’evidenza che uno ha ricevuto il battesimo con lo Spirito Santo era l’accettazione della Parola di Dio. Ecco alcune sue dichiarazioni a proposito: ‘Vorrei che notaste accuratamente che Gesù non disse che l’evidenza o il segno evidente per coloro che sono battezzati dello Spirito Santo era il parlare in lingue, interpretare, profetizzare, esultare e danzare. Invece disse chiaramente che l’evidenza o il segno evidente in merito è di essere nella VERITÀ. Di essere cioè nella Parola di Dio destinata per il vostro tempo. L’evidenza o il segno evidente ha dunque a che fare con l’accettazione della Parola. (…) Vedete anche qui? L’evidenza o la prova evidente che lo Spirito dimora in una persona era di riconoscere e SEGUIRE ciò che il profeta di Dio diede per la sua epoca nella Chiesa (…) Oggi l’evidenza o il segno evidente d’aver ricevuto lo Spirito Santo è proprio il medesimo che era per l’addietro ai giorni del nostro Signore: E’ ricevendo la Parola di Verità per l’epoca in cui viviamo’ (ibid., pag. 219-220, 225). Ciò significa che in questa epoca, che vi ricordo è l’ultima della storia della Chiesa, è riempito di Spirito Santo chi dà ascolto alle parole di Branham perchè è lui il profeta suscitato da Dio in questa epoca per riportare alla Parola i sedicenti Cristiani che se ne sono allontanati e che sono in mezzo alle denominazioni.

Attenzione, non è che Branham escludesse il parlare in lingue, lui escludeva che fosse il segno legalizzatore (come lo ha chiamato lui) del battesimo con lo Spirito, pur ammettendo che poteva succedere che uno quando riceveva il battesimo con lo Spirito Santo si potesse mettere a parlare in lingue. In un suo sermone tenuto il 7 agosto 1960 in Yakima, Washington, U.S.A, egli raccontando un discorso che ebbe con un credente che aveva ricevuto il battesimo con lo Spirito Santo e quindi parlava in altre lingue, spiegò di avere chiesto a questo credente se quando aveva parlato in altre lingue la congregazione aveva capito quello che aveva detto in altre lingue. E alla risposta negativa del credente gli rispose che stando così le cose egli non aveva ricevuto quello che avevano ricevuto i discepoli il giorno della Pentecoste perché i discepoli quando parlarono in altre lingue furono capiti dagli increduli che li ascoltarono (Dal sermone intitolato Debate On Tongues [Dibattito sulle lingue] del 7 Agosto 1960 in Yakima, Washington, U.S.A. Audio cassetta 60-0807). Questo concetto egli lo conferma anche nel suo libro Esposto sulle sette epoche della chiesa quando dice: ‘So che è una grande tentazione di riferirsi a ciò che avvenne a Pentecoste come pure a quel che avvenne in casa di Cornelio allorquando lo Spirito Santo scese, e rappresentarsi poi queste due identiche esperienze come se fossero l’evidenza, o la prova evidente del battesimo dello Spirito Santo. Notate bene che in ognuna di queste occasioni il parlare in lingue era compreso da coloro che stavano in ascolto. Quelle due esperienze furono ben altro e son ben lontane e distinte dalla moderna babele delle riunioni pentecostali’ (Esposto…, pag. 190).

Dunque, Branham non escludeva che un credente potesse parlare in altre lingue per lo Spirito Santo, ma escludeva che il parlare in altre lingue fosse il segno dell’avvenuto battesimo con lo Spirito Santo perché per lui il segno era la vita nuova, l’amore, i frutti di giustizia, l’accettazione del Messaggio del Profeta degli ultimi tempi che è la Parola di Dio. Se poi qualcuno affermava di avere cominciato a parlar in altre lingue quando era stato battezzato con lo Spirito, allora le lingue erano autentiche solo se esse erano state comprese da coloro che erano presenti; in qualsiasi altro caso esse non venivano da Dio ma dall’avversario.

Ed a proposito di lingue che vengono dal diavolo, Branham spesso ne parlava per spiegare questa sua dottrina: nel suo libro prima citato egli per esempio dice: ‘Sono stato fra i selvaggi, dove i loro stregoni bevono il sangue da un teschio umano, poi parlano in un’altra lingua; interpretavano e per finire arrivavano persino a profetizzare. Potevano perfino scrivere in una lingua sconosciuta. Se dunque il parlare in lingue fosse LA evidenza di aver ricevuto lo Spirito Santo, allora anche queste lingue dei selvaggi dovrebbero essere da Dio. (…) Se rimanete sull’evidenza del parlare in lingue e non potete sapere nulla in merito a quel che è stato detto, allora dovreste concludere e dire che ogni parlare in lingue è da Dio. Tale ipotesi ci condurrebbe a non poter credere che il Diavolo può parlare in lingue. Ma non è così. Nemmeno un attimo! Qualunque vero missionario sul suolo straniero sa troppo bene che il Diavolo può parlare o far parlare in lingue. Anch’io lo so per esperienza’ (Esposto…, pag. 187-188).

Confutazione

Il battesimo con lo Spirito Santo e le lingue sono inscindibili

Per ciò che concerne le lingue occorre dire che in base a quello che troviamo scritto negli Atti degli apostoli esse sono il segno esteriore che attesta che un credente è stato riempito di Spirito Santo, infatti il giorno della Pentecoste quando quei circa centoventi credenti furono ripieni dello Spirito Santo "cominciarono a parlare in altre lingue secondo che lo Spirito dava loro d’esprimersi" (Atti 2:4), a casa di Cornelio quando gli uditori della Parola ricevettero lo Spirito Santo cominciarono anch’essi a parlare in altre lingue infatti è scritto: "Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo cadde su tutti coloro che udivano la Parola. E tutti i credenti circoncisi che erano venuti con Pietro, rimasero stupiti che il dono dello Spirito Santo fosse sparso anche sui Gentili; poiché li udivano parlare in altre lingue, e magnificare Iddio" (Atti 10:44-46), e ad Efeso quando i circa dodici discepoli ricevettero lo Spirito anch’essi si misero a parlare in lingue secondo che è scritto: "Dopo che Paolo ebbe loro imposto le mani, lo Spirito Santo scese su loro, e parlavano in altre lingue, e profetizzavano" (Atti 19:6). L’errore di Branham quando dice che le lingue sono solo una delle nove manifestazioni scritte in 1 Corinzi 12 è quello di confondere il segno delle lingue con il dono della diversità delle lingue; il segno delle lingue comincia ad essere presente nel credente dal preciso momento in cui viene riempito di Spirito Santo ed è quindi presente in tutti quei credenti riempiti di Spirito, il dono della diversità delle lingue invece non è presente in tutti i credenti ripieni di Spirito perché consiste nella capacità di parlare mediante lo Spirito più lingue straniere e non una sola. E questo dono può manifestarsi quando il credente viene riempito di Spirito Santo (in questo caso il credente comincia subito a parlare più lingue straniere e non una sola), o dopo qualche tempo (quando riceve il dono delle lingue).

Che dire allora del ragionamento fatto da Branham secondo cui se le lingue parlate quando si riceve il battesimo con lo Spirito Santo non vengono comprese da chi ascolta esse sono dal diavolo? Diremo che è un ragionamento sbagliato, e lo confutiamo subito. Innanzi tutto, se è vero che il giorno della Pentecoste il parlare in altre lingue fu compreso dagli uditori, è altresì vero che a casa di Cornelio il parlare in lingue non fu compreso (o almeno, non ci viene detta una simile cosa) perché è detto soltanto che tutti i credenti circoncisi che erano venuti con Pietro li udivano parlare in altre lingue e magnificare Dio (che sono due cose distinte), come è anche vero che il parlar in altre lingue non fu compreso ad Efeso (o almeno, non ci viene detta una simile cosa). Ma ammesso e non concesso che in tutti e questi tre casi il parlare in altre lingue fu compreso da qualcuno degli uditori, non per questo si potrebbe arrivare a dir che la regola per sapere se il parlare in lingue ricevuto col battesimo con lo Spirito è vero o falso sia questa, e ciò perché nella lettera ai Corinzi quando Paolo parla del parlare in lingue dice: "Chi parla in altra lingua non parla agli uomini, ma a Dio; poiché nessuno l’intende, ma in ispirito proferisce misteri" (1 Cor. 14:2). Non importa dunque se chi parla in altra lingua parla una sola lingua straniera o più lingue straniere, se egli viene compreso dagli astanti o meno, perché il suo parlare è rivolto a Dio, egli in ispirito proferisce misteri. E a conferma di ciò ci sono anche queste parole di Paolo rivolte a chi in assemblea parla in altre lingue senza interpretare: "Altrimenti, se tu benedici Iddio soltanto con lo spirito, come potrà colui che occupa il posto del semplice uditore dire ‘Amen’ al tuo rendimento di grazie, poiché non sa quel che tu dici? Quanto a te, certo, tu fai un bel ringraziamento; ma l’altro non è edificato" (1 Cor. 14:16-17). Notate che Paolo non ha detto che dato che colui che occupa il posto del semplice uditore non intende quello che tu dici in altre lingue, le tue lingue sono dal diavolo, ma che di certo tu fai un bel ringraziamento a Dio, ma l’altro non è edificato. Naturalmente Paolo in quel caso parlava del dono delle lingue che si manifesta quando la chiesa è riunita, tuttavia questo ragionamento è applicabile anche al parlare in lingue come segno che si comincia a manifestare in coloro che ricevono il battesimo con lo Spirito Santo, nell’istante in cui vengono battezzati con lo Spirito, e questo perché il parlare in altre lingue è sempre rivolto a Dio. E poi, se dovessimo seguire la ‘regola di Branham’ dovremmo arrivare alla conclusione che per essere battezzati con lo Spirito Santo è necessario che ci sia qualcuno, credente o non credente, ad ascoltarci. Non si potrebbe essere battezzati con lo Spirito Santo mentre si è soli! Una simile conclusione ci pare a dir poco assurda.

Attenzione, con questo discorso non si vuole negare né che il diavolo può e fa parlar in lingue e neppure che ci sono contraffazioni del parlare in lingue anche in seno alle Chiese, ma solo che per capire se le lingue sono da Dio o meno non si può prendere la regola enunciata di Branham. Ma allora come si fa a dire che le lingue che un credente parla sono autentiche e non una contraffazione? Innanzi tutto, il parlare in lingue per lo Spirito, dato che avviene per lo Spirito di Dio che è santo, è un parlare che quand’anche non viene inteso è pieno di potenza e di santità. La potenza ci potrebbe essere in quello prodotto dal diavolo, ma certamente non ci può essere la santità. Ed inoltre mediante il dono del discernimento degli spiriti, che si manifesta con visioni, Dio fa intendere che la persona in questione parla in lingue assistito da spiriti maligni. Ed infine c’è il dono dell’interpretazione delle lingue mediante cui lo Spirito dà di intendere anche il significato di quelle parole proferite per l’assistenza degli spiriti maligni. Una cosa comunque va detta, il parlar in lingue satanico prima o poi viene smascherato. Un’altra cosa che mi preme dire è che non si può dedurre che un parlar in lingue è falso o viene dal diavolo dal modo di condursi di chi parla in lingue; voglio dire con questo che non è detto che un credente o una credente che magari ancora non si vestono in maniera decente e modesta, o che magari sono caduti in qualche peccato, non parlino in lingue per lo Spirito Santo. Nella Chiesa di Corinto di credenti che parlavano in lingue ma che nello stesso tempo si comportavano male ce n’erano parecchi; pur tuttavia Paolo non mise in dubbio il loro parlar in lingue. Questo va detto, perché troppo spesso si fa riferimento alla condotta di un credente per stabilire se parla lingue vere o false (naturalmente non escludiamo che ci siano credenti che si comportano male e parlano lingue false).

Come abbiamo visto, Branham faceva un ragionamento a sostegno di questa sua idea che le lingue non erano il segno dell’avvenuta ricezione del battesimo con lo Spirito Santo, che ancora oggi fanno molti fratelli. Nella sostanza questi credenti domandano: ‘Come è possibile che degli uomini come Wesley, Whitefield, Finney, ed altri famosi predicatori del passato, non fossero ripieni di Spirito Santo solo perché non parlarono mai in altre lingue?’ Dunque il fatto che questi uomini di Dio parlarono a così tante persone e tanti furono salvati per mezzo della loro predicazione, - dicono loro - significa che essi erano battezzati con lo, o ripieni di, Spirito Santo. Il fatto che essi non parlavano in lingue significa che le lingue non sono il segno comprovante il battesimo con lo Spirito Santo. Ci possono e non ci possono essere; ma non sono il segno legalizzatore del battesimo con lo Spirito Santo’. Che dire? Diremo semplicemente che dopo la Pentecoste, non importa quanto un uomo sia eloquente e potente nel presentare l’Evangelo, non importa a quante persone egli annunci l’Evangelo, possono essere pure centinaia di milioni di persone come nel caso di Billy Graham, non importa se egli prega sugli ammalati e avvengono delle guarigioni, se egli dice di essere stato battezzato con lo Spirito Santo ma quando lo ha ricevuto non ha cominciato a parlare in altra lingua, egli non ha ricevuto il battesimo con lo Spirito Santo di cui vediamo la prima manifestazione nel libro degli Atti degli apostoli al capitolo secondo. E’ un fratello in Cristo, un ministro del Vangelo, ma non è battezzato con lo Spirito Santo. Per alcuni questo è duro da accettare; anzi impossibile, ma è la verità. E tutto questo perché è impossibile per loro accettarlo? Perché essi pensano di fare torto a quei famosi predicatori del Vangelo del passato e a dei famosi predicatori del Vangelo ancora viventi, dicendo che i primi non erano, e i secondi non sono, battezzati con lo Spirito Santo. Ma in fin dei conti non si sta mica dicendo che sono ancora perduti, o che sono ancora sotto la potestà del diavolo!! Si sta semplicemente dicendo che non hanno sperimentato quello che sperimentarono i discepoli il giorno della Pentecoste. Ma pare proprio che costoro non ci riescano a parlare in questa maniera. Eppure negli Atti degli apostoli non c’è una conferma sola ma ce ne sono ben tre di conferme sul segno delle lingue come segno comprovante l’avvenuta ricezione del battesimo con lo Spirito Santo! Ma pare proprio, che ce ne potrebbero essere anche tremila di conferme: questi credenti continuerebbero a parlare nella stessa maniera.

Fratelli, vi esorto a rimanere attaccati anche a questa parte del consiglio di Dio. Non vi lasciate ingannare da vani ragionamenti.

Alcune lezioni che si imparano dai ragionamenti di Branham sul parlare in lingue

Dalla presa di posizione di Branham rispetto al battesimo con lo Spirito Santo si imparano alcune cose, che sono le seguenti.

Il vedere dei credenti appartenenti al Movimento pentecostale che parlano in altre lingue perché riempiti veramente un giorno di Spirito Santo, ma che nella loro vita privata si comportano male fomentando scandali di ogni genere, può indurre coloro che ancora non hanno ricevuto il battesimo con lo Spirito Santo a dire che l’evidenza del battesimo con lo Spirito Santo non sia il parlare in altre lingue, anzi a dire di peggio e cioè che quelle lingue sono dal diavolo. Perché questo? Perché il comportamento sconveniente di questi credenti è un intoppo per chi ancora non ha ricevuto il battesimo con lo Spirito Santo. Questo ostacolo può dunque fare cadere nell’errore chi ancora non è stato battezzato con lo Spirito Santo. Ecco perché coloro che hanno ricevuto il battesimo con lo Spirito Santo devono tenere una condotta irreprensibile sia nella vita pubblica che in quella privata, al fine di non fare cadere nell’errore chi non ha ancora ricevuto il battesimo con lo Spirito. In altre parole, chi rimane disgustato dalla condotta di costoro si mette a dire: ‘Ma come fanno costoro a dire di essere stati riempiti con lo Spirito Santo quando tengono una condotta che neppure certa gente del mondo tiene?’ e: ‘Quelle lingue devono essere dal diavolo, perché è il diavolo che fa commettere quegli scandali e non Dio’. Branham aveva incontrato diversi credenti pentecostali che dicevano di parlare in altre lingue ma che vivevano in una maniera dissoluta; non deve dunque sorprendere che si sia messo a dire quelle cose.

E come lui ce ne sono tanti che sono arrivati alle medesime conclusioni dopo avere incontrato di questi operatori di scandali molto diffusi all’interno del Movimento Pentecostale. Esorto quindi chi legge a non mettersi a parlare nella maniera di Branham riguardo alle lingue quand’anche avesse incontrato dei credenti pentecostali che operano male e non bene. Non dobbiamo ignorare, fratelli, le macchinazioni di Satana il quale ha tutto l’interesse a non fare credere che le lingue siano l’evidenza del battesimo con lo Spirito Santo perché in questa maniera riuscirà a tenere lontano i credenti dalla potenza di Dio perché il battesimo con lo Spirito Santo è il conferimento di potenza da parte di Cristo ai suoi discepoli. E poi si tenga sempre presente che il parlare in altre lingue è sempre rivolto a Dio, perché consiste in una preghiera o in una lode o in un ringraziamento detto in ispirito che edifica chi lo proferisce, e chi lo sente se esso è accompagnato dalla relativa interpretazione. E come voi sapete il diavolo non vuole che i discepoli di Cristo siano edificati.

Attenzione dunque fratelli; state attaccati alla parola di Dio e riguardate a coloro che sono battezzati con lo Spirito Santo e parlano in altre lingue ma hanno anche una condotta santa e irreprensibile. Seguite il loro esempio, imitate le loro vie; ma ritiratevi da tutti coloro che parlano in altre lingue (anche se autentiche) ma operano scandali.

 

LA DECIMA

La dottrina branhamita

Il pagamento della decima è obbligatorio anche sotto la grazia. Branham era per il pagamento obbligatorio della decima: ‘Sissignore! Io credo nel pagare le Decime. Essa è una delle benedizioni di Dio la quale è stata provata essere una benedizione. Tu dirai: ‘Essa è del Vecchio Testamento’. Essa è pure del Nuovo Testamento! Sissignore!’ (Domande e risposte, Jeffersonville 23 agosto 1964; 185). I Branhamiti quindi si attengono a Branham e impongono la decima e arrivano a dire: ‘Il credente che non dà la decima al Signore, è un ladro, perché ruba Dio; e un ladro non entrerà nel Regno dei Cieli’ (Da una nota a Domande e risposte) cosa questa però che Branham non affermò infatti alla domanda: ‘Può un Cristiano andare in Cielo se lui o lei non paga la Decima’, Branham rispose così: ‘Ora, questa è una domanda a cui io non posso rispondere Scritturalmente. A questa io non potrei dire ‘sì’ o ‘no’. Ma io credo che ogni cristiano è obbligato a pagare le Decime, poiché esso è un comandamento del Signore’ (Domande e risposte [Dio viene incompreso], Jeffersonville 23 Luglio 1961; 43,45). I passi della Bibbia presi dai Branhamiti a sostegno dell’obbligatorietà della decima sotto la grazia sono Matteo 23:23 e Ebrei 7:8.

Confutazione

La decima, sotto la grazia, non è un comandamento vincolante i discepoli di Cristo

I Branhamiti come gli Avventisti e i Mormoni, ed anche tanti pentecostali trinitari, sono a favore dell’imposizione della decima per il sostegno dei ministri del Vangelo. Questa imposizione però non è confermata dalle Scritture del Nuovo Testamento. I credenti infatti sono chiamati a fare parte dei loro averi a coloro che li ammaestrano secondo che è scritto: "Colui che viene ammaestrato nella Parola faccia parte di tutti i suoi beni a chi l’ammaestra" (Gal. 6:6), ma non a dare loro la decima delle loro entrate come invece dovevano fare gli Israeliti verso i Leviti. Non c’è un solo passo, ripeto un solo passo, nelle Scritture del Nuovo Testamento che prescriva ai credenti di dare la decima ai ministri del Vangelo.

I passi del Nuovo Testamento che vengono presi dai Branhamiti, come del resto anche da tutti quelli che impongono la decima sotto la grazia, e che sono Matteo 23:23 e Ebrei 7:8, non vogliono per nulla dire che i cristiani devono pagare la decima. Esaminiamoli brevemente.

Il passo di Matteo: "Guai a voi, scribi e Farisei ipocriti, perché pagate la decima della menta e dell’aneto e del comino, e trascurate le cose più gravi della legge: il giudicio, e la misericordia, e la fede. Queste son le cose che bisognava fare, senza tralasciar le altre" (Matt. 23:23). Gesù riprese gli scribi e i Farisei non perché pagavano la decima, ma perché tralasciavano le cose più importanti della legge, ossia la giustizia, la misericordia e la fede. Queste - disse Gesù - sono le cose che bisognava fare, senza però per questo tralasciare le altre. Ovviamente tra le cose che secondo Gesù non bisognava tralasciare c’erano anche i precetti sulle feste, il precetto della circoncisione, i precetti sui cibi, e così via, e non solo il precetto della decima, tutte cose che prescriveva la legge di Mosè. Quindi per essere coerenti, se non si deve tralasciare il precetto della decima, non si deve tralasciar neppure quello sulla circoncisione, quello sul sabato, quello sui cibi, ecc.; ma questo significherebbe ricadere sotto la legge, cosa che è espressamente proibita a noi cristiani. Ecco dunque perché a noi la decima non ci è imposta, perché fa parte della legge mosaica, e non della legge di Cristo.

Il passo agli Ebrei: "E poi, qui, quelli che prendon le decime son degli uomini mortali; ma là le prende uno di cui si attesta che vive" (Ebr. 7:8). Leggendo tutto il contesto in cui esso si trova, non si evince affatto che i Cristiani d’allora pagavano la decima per sostenere i ministri di Dio che annunziavano il Vangelo, ma si evince piuttosto che gli Ebrei pagavano le decime ai Leviti in base alla legge di Mosè; ossia che i figli di Levi che ricevevano il sacerdozio avevano l’ordine di prendere le decime dai loro fratelli. E qui vorrei sottolineare qualche cosa che non mi stancherò mai di ripetere per fare capire che non è giusto imporre la decima ai santi, e cioè che le decime dovevano essere riscosse dai Leviti, perché questo era detto nella legge di Mosè, e per un preciso scopo, sostenere coloro che svolgevano il loro servizio nel tempio. Come possono dunque dei ministri del Vangelo mettersi a riscuotere le decime per portare avanti la predicazione dell’Evangelo della grazia? Non possono in nessuna maniera; e difatti Paolo non impose mai la decima ai santi, quantunque lui come ministro del Vangelo avesse il diritto di non lavorare e il diritto di essere sostenuto finanziariamente dalla fratellanza. E prima di lui non la impose neppure Gesù né a favore di lui medesimo, e neppure dei suoi apostoli. Il diritto di essere sostenuti con le decime ce lo hanno dunque i Leviti sotto la legge, ma non i ministri del Vangelo che sono sotto la grazia.

 

IL PECCATO COMMESSO DA EVA

La dottrina branhamita

Eva ebbe una relazione con Satana e da questo rapporto nacque Caino. Per Branham il peccato che commise Eva nel giardino d’Eden fu di natura sessuale. Ecco quanto ebbe a scrivere: ‘Ora il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che l’Eterno Iddio aveva fatti’. Questo animale era tanto rassomigliante ad un essere umano (sebbene fosse un vero animale) che poteva ragionare e parlare. Egli era una creatura che poteva tenersi in piedi ed avere un poco le sembianze fra lo scimpanzé e l’uomo. Era tanto somigliante ad un essere umano che la sua semenza poteva, anzi si mescolò con quella della donna provocando in lei la concezione. Quando avvenne questo, Dio maledì il serpente e trasformò ogni ossa del suo corpo sì che questi ebbe da strisciarsi come un boa. (…) Prima che Adamo avesse comunione di corpo con Eva, il serpente l’aveva già avuta prima di lui e da questa nacque Caino. Caino era dal Maligno, nato, generato dal Maligno (…) Eva non ha mangiato una mela. No! Fu invece la degradazione dell’umanità che avvenne tramite un miscuglio di semenza (…) Sapete bene che l’ibrido proviene da due cose mescolate insieme ed il risultato o il prodotto che ne consegue, non è più come quello originale. E’ un miscuglio! Così fu quando Eva permise il miscuglio fra il suo seme e quello della bestia; il risultato fu che ella diede alla luce una creatura chiamata Caino, il quale non fu più umano nel senso ‘puro’ della parola, bensì era dal MALIGNO. Infatti potete notare che Caino era tutt’altro che Abele e Seth. Egli odiava Dio e non volle obbedire alla Parola. Inoltre perseguitò ed uccise il giusto e si pose al disopra della Parola di Dio. (…) Se osservate con particolare attenzione quanto disse Eva, vi accorgerete che ella aveva molto più intelletto che molti altri. Infatti non ha attribuito il suo figliuolo a Satana, altrimenti avrebbe innalzato tale nemico al rango di Dio. Dio solo poteva creare le cellule in Maria. Satana non poteva farlo ed Eva lo sapeva bene. Satana può solo pervertire. Così egli la sedusse con la falsa semenza. Fu la semenza del serpente che generò Caino. Ma fu la semenza d’Adamo che generò Abele e Seth’ (Esposto…, pag. 128, 130, 136, 162, 165). Oltre a Caino fanno parte della progenie del diavolo anche tutta una generazione di ‘figli del diavolo’ tra cui molti intellettuali e scienziati di oggi: ‘La semenza del serpente ha recato un commercio terribile e meravigliose invenzioni, ma con tutto ciò anche la morte. I loro mitragliatori e le bombe atomiche uccidono in tempo di guerra mentre in quello di pace le loro invenzioni meccaniche, come ad esempio l’automobile, uccidono di più che le invenzioni in tempo di guerra o in periodo di emergenza. Morte e distruzione sono frutti del loro lavoro. Eppure sono religiosi, credono in Dio, sono come il loro padre antenato Caino’ (ibid., pag. 140-141).

Ma allora se il peccato di Eva consistette in una relazione sessuale con Satana, in che cosa consistette il peccato di Adamo? Branham dice questo: ‘Adamo riprese Eva e pur conoscendo esattamente l’errore tragico che commetteva, agì ugualmente in quel modo. Ella era una parte stessa di lui e Adamo prese volontariamente su di sé la responsabilità di sua moglie. Egli non l’avrebbe lasciata partire. Così Eva concepì per mezzo di Adamo. Adamo sapeva bene con esattezza ciò che sarebbe avvenuto in tal modo della razza umana, la quale egli non esitò a vendere al peccato pur di avere Eva ch’egli amava. Così vennero al mondo quei due figliuoli che dovevano essere in certo qual modo i padri della razza umana, venutasi a trovare così profanata ed insozzata’ (ibid., pag. 136-137).

Confutazione

Eva non ebbe nessuna relazione con Satana

Anche la dottrina di Branham del seme del serpente va apertamente contro la Parola di Dio perché la Scrittura non insegna affatto che Satana ebbe una relazione carnale con Eva (prima che ella fosse conosciuta da Adamo suo marito) e che da questo illecito rapporto nacque Caino. Caino nacque dall’accoppiamento tra Adamo ed Eva sua moglie infatti dopo che la donna fu sedotta e cadde in trasgressione assieme a suo marito, è scritto che "Adamo conobbe Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino" (Gen. 4:1).

Il peccato che compì Eva non consistette nell’avere avuto una relazione carnale con il serpente antico, ma nell’aver mangiato il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male. Ecco quanto leggiamo nel libro della Genesi: "Or il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che l’Eterno Iddio aveva fatti; ed esso disse alla donna: ‘Come! Iddio v’ha detto: Non mangiate del frutto di tutti gli alberi del giardino?’ E la donna rispose al serpente: ‘Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell’albero ch’è in mezzo al giardino Iddio ha detto: Non ne mangiate e non lo toccate, che non abbiate a morire’. E il serpente disse alla donna: ‘No, non morrete affatto; ma Iddio sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri s’apriranno, e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male’. E la donna vide che il frutto dell’albero era buono a mangiarsi, ch’era bello a vedere, e che l’albero era desiderabile per diventare intelligente; prese del frutto, ne mangiò, e ne dette anche al suo marito ch’era con lei, ed egli ne mangiò. Allora si apersero gli occhi ad ambedue, e s’accorsero ch’erano ignudi; e cucirono delle foglie di fico, e se ne fecero delle cinture. E udirono la voce dell’Eterno Iddio il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l’uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza dell’Eterno Iddio, fra gli alberi del giardino. E l’Eterno Iddio chiamò l’uomo e gli disse: ‘Dove sei?’ E quegli rispose: ‘Ho udito la tua voce nel giardino, e ho avuto paura, perch’ero ignudo, e mi sono nascosto’. E Dio disse: ‘Chi t’ha mostrato ch’eri ignudo? Hai tu mangiato del frutto dell’albero del quale io t’avevo comandato di non mangiare?’ L’uomo rispose: ‘La donna che tu m’hai messa accanto, è lei che m’ha dato del frutto dell’albero, e io n’ho mangiato’. E l’Eterno Iddio disse alla donna: ‘Perché hai fatto questo?’ E la donna rispose: ‘Il serpente mi ha sedotta, ed io ne ho mangiato’ (Gen. 3:1-13). Si noti quante volte viene menzionato il verbo mangiare in questi passi della Scrittura. Dunque è da escludersi che il peccato che commise Eva quando fu sedotta dal serpente fu di natura sessuale.

Questa ennesima falsa dottrina di Branham è molto vecchia perché fa parte di quell’insieme di favole giudaiche che ancora oggi molti Giudei credono. Nel Dizionario di usi e leggende ebraiche per esempio si legge: ‘Satana che attraverso il serpente indusse Eva a mangiare il frutto proibito dall’albero della conoscenza nel Giardino dell’Eden, ebbe rapporti sessuali con lei, e Caino nacque da questa unione, mentre Abele era figlio di Adamo’ (Alan Unterman, Dizionario di usi e leggende ebraiche, Bari 1994, pag. 104).

Diciamo adesso qualcosa a proposito della progenie del diavolo di cui parla la Scrittura. Questa progenie è composta dai figli del diavolo che sono tali spiritualmente dato che sono ribelli a Dio e servi di varie concupiscenze e non da persone che sono venute all’esistenza in virtù di un rapporto sessuale tra Satana ed Eva. Quando Gesù un giorno chiamò i Giudei che lo contrastavano e volevano ucciderlo progenie del diavolo dicendogli: "Voi siete progenie del diavolo, ch’è vostro padre, e volete fare i desiderî del padre vostro" (Giov. 8:44) non intese dire che essi erano materialmente figli del diavolo ma che lo erano spiritualmente. Infatti Gesù sapeva che essi quanto alla carne erano progenie di Abramo perché poco prima gli aveva detto: "Io so che siete progenie d’Abramo..." (Giov. 8:37) e poco dopo gli disse: "Abramo, vostro padre, ha giubilato nella speranza di vedere il mio giorno" (Giov. 8:56). Ma come ho detto prima, questi Giudei spiritualmente erano progenie del diavolo e furono loro ad uccidere il Signore della gloria; si adempirono così le parole che Dio aveva detto al serpente: "Tu le ferirai il calcagno" (Gen. 3:15; (alla progenie della donna, cioè il Messia che è nato da donna sotto la legge).

Un’ultima cosa; se il peccato di Eva fu l’aver mangiato del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, il peccato di Adamo fu lo stesso, e questo lo confermò Adamo stesso quando Dio gli disse: "Chi t’ha mostrato ch’eri ignudo? Hai tu mangiato del frutto dell’albero del quale io t’avevo comandato di non mangiare?" (Gen. 3:11) infatti egli rispose a Dio: "La donna che tu m’hai messa accanto, è lei che m’ha dato del frutto dell’albero, e io n’ho mangiato" (Gen. 3:12). E’ così chiaro anche quello che disse Adamo che non si capisce proprio dove mai Branham poteva leggere nella sua Bibbia che il peccato di Adamo fu quello di prendersi ‘l’adultera’ Eva. Ma d’altronde Dio aveva detto ad Adamo a proposito del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male: "Nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai" (Gen. 2:17). E difatti la Parola ci dice che fu solo quando Adamo mangiò di quel frutto che egli morì spiritualmente: non quando conobbe Eva, ma quando mangiò di quel frutto. Tutto è in armonia, tutto segue la logica. Branham dunque insegnava il falso anche sulla natura del peccato di Adamo ed Eva.

 

IL DIVORZIO

La dottrina branhamita

All’uomo è permesso risposarsi mentre la moglie è ancora viva. Branham insegnava che nel caso la moglie commetta adulterio, essa, mandata via dal marito non può risposarsi, ma il marito sì purché si risposi una vergine e non una divorziata. Le seguenti dichiarazioni fatte durante un sermone non lasciano dubbi a riguardo: ‘Vedete, ella ha un marito vivente, cosicché nessun uomo la può sposare. Badi a quello che fa e cosa ella è, ella ha un marito vivente…. Non è dichiarato contro il marito di non risposarsi ma contro di lei. Perché? … Egli può risposarsi; egli può sposarsi… egli può risposarsi ancora se ella è una vergine; ma egli non può sposarsi la moglie di qualcun altro. No davvero. E se lui sposa una donna divorziata, egli vive in adulterio…. Ora, voi notate in 1 Corinzi 7:10, notate, Paolo comanda alla moglie che divorzia da suo marito di rimanere così o di riconciliarsi con suo marito, non di risposarsi. Ella deve rimanere singola o deve riconciliarsi con suo marito…. Ma notate, Paolo non lo ha mai detto dell’uomo’ (Dal sermone intitolato Marriage and divorce [Matrimonio e divorzio] del 21 Febbraio 1965 tenuto alla Parkview Junior High School in Jeffersonville. Audio cassetta 65-0221M).

Un’altra cosa riguardante il divorzio che ha detto Branham è che un marito ha il diritto di divorziare da sua moglie se questa si taglia i capelli: ‘Ma voi donne Pentecostali state diventando disgustose nella stessa maniera che il resto di loro (Giusto.) tagliandovi i capelli. E la Bibbia ha detto, che qualsiasi donna che taglia i suoi capelli, suo marito ha il diritto di darle il divorzio e di lasciarla: 1 Corinzi l’undicesimo capitolo. Guardate se ciò non è giusto. Ella persino disonora suo marito’ (Dal sermone intitolato The Mark of the Beast del 15 Luglio 1956. Il testo in inglese dice: ‘But you Pentecostal women are getting just as rotten as the rest of them (That’s right.), chopping off your hair. And the Bible said, any woman that cuts her hair, her husband has the right to give her divorce and leave her: I Corinthians the 11th chapter. See if that’s not right. She even dishonors her husband’).

Confutazione

Solo la morte scioglie il matrimonio

Per confutare questa ennesima falsa dottrina di Branham ripetiamo brevemente quello che abbiamo detto nel caso degli Unitariani. Gesù ha insegnato che a cagione di fornicazione il credente può mandare via la moglie senza tuttavia potersi risposare mentre questa è ancora in vita. Le parole di Gesù sono queste: "Io vi dico che chiunque manda via sua moglie, quando non sia per cagion di fornicazione, e ne sposa un’altra, commette adulterio" (Matt. 19:9); ed ancora: "Chiunque manda via sua moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei" (Mar. 10:11). Notate che in queste ultime parole non c’è scritto "salvo che a cagion di fornicazione", il che significa che sia che egli la manda via giustamente per fornicazione e sia che la manda via per altre ragioni, se egli si sposa un’altra donna commette adulterio.

Ora, Branham per sostenere che l’uomo da cui si separa la moglie, può risposarsi anche se lei è ancora vivente, prende delle parole di Paolo. Vorrei fare notare però che Branham ha ignorato una cosa molto importante nel citarle, e cioè che se alla donna separata dal marito viene comandato di rimanere così come è o di riconciliarsi con il marito, vuol dire che lei ha solo queste alternative, e dato che una di queste alternative è quella di riconciliarsi con il marito è evidente che per potersi riconciliare con lui quest’ultimo deve rimanere anche lui come è, cioè non deve risposarsi. Come farebbe infatti la moglie separata a riconciliarsi con il marito se quest’ultimo decidesse di passare a nuove nozze? Dunque Paolo con quelle sue parole ha voluto dire implicitamente che anche il marito, in caso di separazione, deve rimanere così com’è se non vuole rendersi colpevole di adulterio. Questo modo di spiegare le Scritture da parte di Branham ci insegna ancora una volta che ogni qual volta si prendono le Scritture per fargli dire una menzogna, queste si ritorcono contro chi le usa malamente.

Va infine detto che secondo la Scrittura l’unica ragione che dà il diritto al marito di mandare via la propria moglie è la fornicazione; se lei si taglia i capelli fa certo una cosa sbagliata, ma certamente lui non la può mandare via. Se lo fa, la fa essere adultera. In verità Branham sbagliò pure in questo.

 

 

NOTE

 

[1] A riguardo di questa posizione, Branham faceva un discorso che viene ancora fatto da molti in seno alla fratellanza. Eccolo: ‘V’è una dottrina speciale che provoca una grande differenza d’opinioni e ferisce molti. Infatti quando i Pentecostali dicono che DOVETE parlare in lingue altrimenti non siete battezzati con lo Spirito Santo, allora negano che i grandi uomini come Knok, Moody, Taylor, Goforth ed altri ancora abbiano ricevuto lo Spirito Santo, oppure dicono che questi uomini di Dio parlarono in lingue di nascosto senza sapere di che si trattasse. Ciò non è affatto vero. Questo è un grande errore’ (ibid., pag. 187). Proprio pochi giorni fa ho parlato con un fratello che nella sostanza mi ha fatto lo stesso discorso, infatti mi ha detto che non è possibile che degli uomini come Billy Graham, non siano ripieni di Spirito Santo perché non parlano in altre lingue. In altre parole questo fratello, mi diceva che si può essere ripieni di Spirito Santo senza necessariamente parlare in lingue.

 

[2] Stando a quanto si legge su un sito Internet di Bible Believers in Australia, Branham parlò in lingue alcune volte: ‘Il Fratello Branham disse che egli parlò in lingue in una occasione un anno dopo circa la sua nuova nascita, e solo in altre due occasioni circa’ [Brother Branham said he spoke with tongues on one occasion about one year after his new birth, and on only about two other occasions].

 

[3] Faccio anche presente che questa dottrina di Branham della relazione sessuale tra il serpente ed Eva ha una certa somiglianza con quella del coreano Moon, il fondatore della Chiesa dell’Unificazione, perché anche costui afferma che Eva ebbe un rapporto sessuale con Satana.

 

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