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Fondamenti e scopi

- La crisi dello Stato nazionale -

Il Movimento federalista europeo é stato fondato a Milano il 27-28 agosto 1943 da un gruppo di antifascisti raccolti intorno ad Altiero Spinelli.

I principi sulla base dei quali esso é nato sono contenuti nel Manifesto di Ventotene, elaborato nel 1941 dallo stesso Spinelli, con la collaborazione di Ernesto Rossi e Eugenio Colorni. L'analisi e le proposte politiche contenute nel Manifesto si basano sulla presa di coscienza della crisi dello stato nazionale - ritenuto la causa principale delle guerre mondiali e dell'affermazione del nazifascismo - e sulla convinzione che solo il superamento della sovranita' assoluta degli Stati attraverso la creazione della Federazione europea avrebbe assicurato la pace in Europa. Il federalismo rappresenta un'idea rivoluzionaria e del tutto innovativa nei confronti delle ideologie tradizionali (liberalismo, democrazia, socialismo). La nuova linea di divisione fra le forze progressiste e le forze reazionarie secondo i federalisti é quella che separa coloro che ritengono compito centrale la creazione di uno Stato federale europeo da coloro che consapevolmente o di fatto agiscono per il mantenimento del sistema degli Stati nazionali sovrani.

La Federazione Europea

- L'obiettivo strategico immediato del MFE é la Federazione europea, in quanto il grado di interdipendenza raggiunto dai rapporti politici, economici e sociali rende indispensabile e possibile portare a compimento il processo di integrazione sviluppatosi nel corso degli ultimi cinquant'anni e giunto ormai allo stadio cruciale della cessione della sovranità monetaria e politica da parte degli Stati europei. La Federazione europea non solo garantirà agli europei il controllo democratico sulle decisioni che li riguardano, ma costituirà la prova più evidente che è possibile superare la divisione dell'umanità in Stati sovrani. Il popolo europeo sarà il primo nucleo del popolo mondiale in formazione.

Verso un governo mondiale

- La lotta per la creazione della Federazione europea per la creazione della Federazione europea è sempre stata concepita dal MFE nel quadro più vasto del processo di unificazione mondiale, presupposto essenziale per la realizzazione della pace e della democrazia internazionale. Solo con un governo mondiale, in grado di elaborare e far rispettare leggi comuni, si può garantire la sicurezza di ogni popolo e di ogni individuo, che ormai riguarda non solo la pace, ma anche la difesa dell'ambiente e lo sviluppo dei paesi arretrati. Per questo il MFE è diventato la sezione italiana del World Federalist Movement, che è attivamente impegnato per la riforma e la democratizzazione dell'ONU, in quanto potenziale governo mondiale.


 

Ruolo e azione

Metodo costituente e gradualismo costituzionale

Le battaglie strategiche condotte dal MFE per perseguire l'obiettivo della Federazione europea sono state e sono basate su una considerazione fondamentale: la creazione di un nuovo Stato con metodi democratici può avvenire solo attraverso la partecipazione al processo costituente del popolo in quanto depositario in ultima istanza della sovranità. Gli appelli al popolo per la sua mobilitazione hanno avuto caratteristiche e obiettivi diversi, a seconda dei momenti e delle occasioni che si sono via via presentate. Così sono state organizzate azioni che hanno mirato ad affidare al popolo o ai suoi rappresentanti a livello europeo l'elaborazione della costituzione, che i vari Stati avrebbero dovuto successivamente ratificare. Ma in certe fasi del processo di integrazione è emersa la necessità di battersi per obiettivi strategici più limitati, scegliendo quindi la via del gradualismo, definita da Jean Monnet come l'identificazione di "un'azione concreta e risoluta su di un punto limitato ma decisivo che provochi un cambiamento fondamentale su questo punto e modifichi progressivamente i termini dell'insieme dei problemi". Il gradualismo è, in definitiva, il metodo che permette avanzamenti parziali del processo di integrazione come base per una successiva e più incisiva battaglia costituente. I due metodi sono dunque complementari, avendo un'unico obiettivo in comune, la costituzione europea.

La battaglia per la CED

- Le azioni più importanti del MFE, che hanno sempre avuto un ruolo decisivo nel coagulare il fronte delle forze favorevoli all'unità europea, ebbero inizio con la battaglia per la creazione di una Comunità politica europea(CEP) da affiancare alla Comunità Europea di difesa (CED). Altiero Spinelli, allora segretario del MFE, presentò al governo italiano un memorandum che illustrava il progetto; De Gasperi lo accolse e lo fece accettare anche da Schuman e Adenauer. Nel marzo del 1853 l'Assemblea ad hoc elaborò un progetto di Trattato istitutivo della CEP. Esso fu subito ratificato da Germania e Benelux, ma le esitazioni di Italia e Francia e il mutato clima internazionale in seguito alla morte di Stalin portarono alla caduta del progetto, respinto dall'Assemblea nazionale francese nell'agosto 1954.

La critica al Mercato comune

- Dopo il fallimento della CED, i governi europei ripiegarono sulla creazione del Mercato comune europeo e dell'Euratom, illudendosi che l'integrazione economica avrebbe prima o poi condotto all'unificazione politica (funzionalismo). Il MFE si oppose a questo metodo e lanciò una campagna a livello europeo per rivendicare il potere costituente del popolo europeo. Le tappe di questa campagna furono il Congresso del popolo europeo (CPE) e il Censimento volontario del popolo federale europeo. L'immobilismo nazionale alla fine prevalse, ma queste campagne vanno ricordate come la prima azione politica di base in un quadro internazionale.

Il Parlamento europeo e il mandato costituente

- Verso la metà degli anni '60 il MFE scelse la via della rivendicazione della democrazia europea attraverso l'elezione diretta dei delegati italiani al Parlamento Europeo e presentò, nel 1969, un progetto di legge di iniziativa popolare al Parlamento italiano. Lo sviluppo di iniziative analoghe in Germania, Francia e Benelux e una continua azione di sensibilizzazione e dibattito ebbero come risultato la fissazione, da parte del Vertice di Roma del dicembre 1975, della data della prima elezione europea, tenutasi nel giugno 1979. Vinta la battaglia per l'elezione, i federalisti indicarono per primi l'obiettivo della moneta europea, resa sempre più necessaria dal grado di sviluppo dell'integrazione economica. Il risultato fu la creazione del Sistema monetario europeo (SME). Agli inizi degli anni '80 l'azione del MFE si concentrò sul Parlamento europeo eletto democraticamente: Altiero Spinelli, membro del Parlamento europeo, elaborò un progetto di Trattato di Unione, approvato nel febbraio 1984. La grande mobilitazione popolare in occasione del vertice di Milano (1985) no riuscì a indurre i governi ad approvare il Trattato. Venne invece approvato l'Atto Unico per l'istituzione, entro il 1992, del mercato interno. Nonostante i suoi limiti, l'Atto Unico pose le basi per la successiva azione del MFE, che avviò la Campagna per la democrazia europea per attribuire un mandato costituente al Parlamento europeo. In Italia si ottenne un referendum consultivo, tenutosi insieme alle elezioni europee del '89, in cui l'88% dei cittadini si dichiarò favorevole alle proposte dei federalisti.

Il Trattato di Maastricht

- I governi, spinti dalla necessità di creare un quadro istituzionale più avanzato per gestire il mercato unico europeo, prepararono un nuovo Trattato di Unione, approvato a Maastricht nel febbraio 1992. Il Trattato - che prevede precise scadenze per la creazione della moneta unica e che assegna un ruolo maggiore al Parlamento europeo, attribuendogli, a partire dal 1995, il potere di decidere su varie materie insieme al Consiglio dei Ministri (codecisione) - ha posto le premesse per una nuova battaglia costituente. La contraddizione fra cessione della sovranità monetaria all'Unione e mancanza di un governo democratico europeo, legata al persistente ruolo predominante che il Trattato di Maastricht riserva al Consiglio dei Ministri, ha messo ormai sotto gli occhi di tutti ciò che i federalisti hanno denunciato con le loro azioni fin dalla battaglia per la CED: che non è pensabile una gestione dell'economia e della sicurezza europee senza la creazione di uno stato federale europeo che riconosca ai cittadini europei il diritto di scegliere e controllare democraticamente il proprio governo.

La creazione di un "nucleo federale"

- La necessità di raggiungere al più presto l'obiettivo finale, la Federazione europea, si è fatta ancora più pressante in seguito agli avvenimenti seguiti al crollo dell'Unione Sovietica. Da un lato, il riemergere del nazionalismo e del micronazionalismo, ad Est come ad Ovest, ha messo in moto un processo di disgregazione che può essere fermato solo se prevale il processo opposto di aggregazione fra i popoli. D'altro lato la necessità di garantire uno sbocco veramente democratico ai paesi dell'Est europeo rende urgente e necessario offrire loro la prospettiva di essere accolti nell'Unione. Ma l'allargamento di questa senza una riforma in senso federale renderebbe sempre più difficile, se non impossibile, tale riforma, annullando i risultati acquisiti nel corso del processo di integrazione e vanificando il primo tentativo nella storia di unire fra di loro Stati nazionali consolidati. Per queste ragioni il MFE ha posto l'accento sulla necessità che i paesi che lo vogliono si uniscano in tempi brevi in una vera federazione, a cui potranno aderire in tempi successivi gli Stati che ancora non possono o non vogliono farlo. Questo progetto è alla base dell'attuale dibattito sulla riforma delle istituzioni dell'Unione prevista dal Trattato di Maastricht per il 1996 ed è il fulcro dell'attuale azione del MFE .


 

Un nuovo modo di fare politica

Il Movimento federalista europeo si differenzia radicalmente dai modelli normali di organizzazione politica, i partiti e i gruppi di pressione. Diversamente dai gruppi di pressione, che cercano solo vantaggi particolari per gruppi particolari senza modificare necessariamente l'assetto dei poteri costituiti, e a differenza dei partiti, che hanno come quadro privilegiato di azione il quadro nazionale, il MFE esercita una iniziativa politica autonoma rivolta alla fondazione di uno Stato nuovo, la Federazione europea. Il MFE mira a realizzare, con la pace, le condizioni per ricondurre la politica alla sua natura di scienza del bene comune. Questo obiettivo fa del MFE un laboratorio di permanente sperimentazione politica, a cui tutti i militanti hanno il diritto-dovere di contribuire. Lo Statuto prevede una specifica rete organizzativa allo scopo di far partecipare tutti alla elaborazione del pensiero comune.

Il MFE ha le seguenti caratteristiche: è autonomo dalle forze politiche tradizionali e non partecipa direttamente alle elezioni; svolge un ruolo di iniziativa politica mirante a mobilitare e far convergere le forze politiche e sociali e tutti i cittadini sugli obiettivi strategici che di volta in volta consentono di avanzare verso la Federazione europea e, in prospettiva, verso la Federazione mondiale; elabora la sua politica a livello sovranazionale come sezione italiana dell'Unione Europea dei federalisti (UEF), costituita nel 1947, e del World Federalist Movement, fondato anch'esso nel 1947; è un insieme di centri di cultura politica di carattere militante, che collaborano a elaborare e diffondere la teoria generale del federalismo - che rappresenta il nucleo vitale della cultura della pace - e la critica degli aspetti falsi dell'idea nazionale; si basa sull'autofinanziamento e sul lavoro volontario dei militanti.

Storia

A seguito:

Fondamenti e scopi Fondamenti e scopi.pdf

Ruolo e azione Ruolo e azione.pdf

Un nuovo modo di fare politica Un nuovo modo di fare politica.pdf