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BENVENUTI NEL ROMANZO

DI STEFANO VILLA

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VIAGGIO NELLA TERRA DEL SOLE E DEL MARE

    La dottoressa Silvia, grandissima amica del signor Lorenzo nonché suo medico personale,
    ricevette nel proprio appartamento situato nell'enorme Villa Lawrence, una bella notizia da
    parte della signorina Martina (la segretaria capo dell'ultra miliardario) riguardante un invito
    nella terra del Salento dove non potevano mancare, né sole e tantomeno il mare.
    Silvia informò immediatamente il suo amico Lorenzo, il quale, dopo aver passato una notte
    insonne per aver pensato molto, decise che sarebbe stato opportuno informare subito Laura
    una sua impiegata. Quest'ultima si prodigava volentieri anche per servigi più umili e il signor
    Lorenzo, riconoscendo i suoi meriti, la retribuiva molto lautamente. Egli, arricchitosi grazie
    alle opere di bene che faceva verso il suo prossimo, ricevette un ingente eredità dall'ultima
    nipote di una granduchessa quando decedette nell’ormai lontano 1970.
    Dopo aver ponderato bene attorno a un tavolo rotondo, esistente nel grande salone della
    sfarzosa dimora Lawrence, all'unanimità "Silvia, Laura, Martina e Lorenzo", deliberarono che
    il lungo viaggio lo si sarebbe potuto affrontare, però, non prima di una settimana o quindici
    giorni, a causa di numerosi impegni verso i bisognosi nel vasto territorio del buon Lorenzo.
    Sul far dell'alba di un giorno del mese di maggio dell’anno 1979, Silvietta si mise alla guida
    della lussuosissima limousine bianca del signor Lawrence.
    Dopo essersi data il cambio diverse volte con Laura e Martina, crollò in un sonno profondo,
    sognando l'arrivo nella tanto sospirata terra salentina. Il signor Lorenzo non s'accorse di nulla
    quando le tre ragazze si davano il cambio alla guida, per il fatto che, dopo aver fatto nulla,
    dormiva saporitamente e comodamente, sul sedile posteriore dell'auto.
    Passarono così diverse ore prima di raggiungere i loro cari amici, (i quali erano) la contessa
    Adriana e il marchese Luigi che ansiosi di riabbracciare Lawrence li stavano attendendo nella
    loro sfarzosa Villa Episcopo, situata a S. Maria di Leuca.
    Quando giunsero all'ingresso, un distinto signore vestito di tutto punto, e indossante una
    splendida livrea, aperse loro il cancello, dopodiché attraversarono l'enorme parco circondato
    sia a destra che a sinistra da alberi di alto fusto prima di raggiungere i primi sei scalini della
    reggia. La prima persona ad aprire lo sportello dell’auto fu naturalmente il marchese Luigi e
    non mancarono gli abbracci. Subito dopo intervenne la contessa Adriana dicendo: "Hei!, hei!
    Luigino, ricorda che ci sono pure io, e vorrei abbracciare questi nostri amici che non vediamo
    da secoli". Egli, piano piano, si discostò da loro, lasciando ampio spazio alla sua contessina
    perché potesse dialogare un pochino pure lei. Lawrence puntando gli occhi verso il portale
    della villa, vide l'avvicinarsi di un'angelica creatura. Vestiva un tailleur color giallo canarino
    cortissimo, percui chiunque avrebbe potuto ammirare le sue stupende gambette mozzafiato...
    in questo caso, ad esserne stato vivamente colpito fu proprio il buon Lorenzo.
    La dolce visione finì la sua sfilata di moda proprio innanzi a lui, porgendogli la sua manina.
    Lo fissò intensamente negli occhi come se qualcosa di lui l'avesse ammaliata, poi, con voce
    sensuale rivolgendogli la parola, disse:" Salve gentil signore, il mio nome è Silvia, però se
    preferisce, mi chiami pure Sylvie, perché sono italo francese, e i miei cari nonni attualmente
  
 dimorano a Grenoble una bellissima città ubicata nella Francia sud orientale e sono al servizio
    del marchese e della contessa da qualche anno in qualità di autista".
    La pregherei di non preoccuparsi minimamente per questa sua lussuosa vettura perché penso
    personalmente a portargliela in rimessa, ah! Un'altra cosa, se lo desidera mi dia pure del tu,
  
 ne sarei onorata.
    Egli ancora incredulo, le prese la tiepida manina poi, avvolgendosela dolcemente fra le sue, le
    rivolse la parola dicendo:" Molto piacere Sylvie, io mi chiamo Lorenzo, diamoci pure del tu …
    sai, sei tu ad onorarmi e sono lusingato. Ora scenderemo dall'auto così sarai libera di metterti
    al volante e andare in garage, mi auguro che oggi resterai in nostra compagnia". Ella rispose:
    Assolutamente sì, stanne pur certo anche perché, sarò la vostra chauffeuse (autista).
    A questo punto, entrò in scena la contessina Adriana dicendo: " Queste conversazioni sono
    molto belle e secondo me, da quello che le mie orecchie hanno appena udito, dedurrei che fra
    voi due è già sbocciato qualcosa di molto bello e tenero. Sarò felicissima se la cosa andrà a
    lieto fine, ora però, se saliamo questi gradini e andiamo ad  accomodarci in salone, durante il
    pasto, potrete continuare la vostra bella relazione sentimentale". Silvietta, Lauretta e Martina
    si guardarono qualche istante negli occhi poi, le loro labbra mutarono. Dapprima sorrisero e
  
 dopo, non potendo più controllarsi, scoppiarono tutt’e tre, con una bella risata, facendo tanti
  
 complimenti ai due neo amici. Appena entrati nel gran salone, una signora elegantissima si
  
 avvicinò a loro ma in particolare al signor Lawrence, rivolgendogli la parola disse di chiamarsi
  
 Cinzia. Intervenne immediatamente la gentil contessina rivolgendosi al Signor Lorenzo disse:
    "Questa bella signorina, è la capo cuoca e ti consiglierei di ascoltala perché mi ha detto che
  
 avrebbe desiderato parlarti". Gentilissimo come sempre, il buon Lorenzo disse:"Ma certo sono
  
 tutt'orecchi, parli pure signorina Cinzia".
   
Ella un po' spaesata iniziò il discorso così:" Vede egregio signor Lawrence, ciò che devo dirle
  
 preferirei che lo sapesse più tardi. Dopo aver desinato, il signor Lawrence perplesso perché
 
  non vedeva l'avvicinarsi di Cinzia, disse a Sylvie:"Ti prego mia dolce fanciulla, puoi chiamare
  
 la signorina Cinzia perché sono incuriosito per ciò che dovrebbe dirmi? Ella rispose:"Per te
    caro Lawrence non solo questo farò ma anche di più". Alzatasi, con molta grazia si allontanò.
  
 Lawrence dopo quindici minuti alzò lo sguardo e vide arrivare la sua Sylvie in compagnia di
  
 mademoiselle Cinzia, la quale facendo un piccolo inchino disse:" Buon pomeriggio signor
  
 Lawrence", egli la interruppe dicendo:" Prego signorina Cinzia, si accomodi su questo comodo
  
 divano, suppongo che ora avrà finito di cucinare e quindi parli liberamente che io la ascolterò
   
molto attentamente".
   
Troppo gentile signor Lawrence e iniziò il discorso così: "Ho sentito parlare molto bene di lei".
    Poi, molto educatamente aggiunse: "Signor Lawrence, sa che anche qui ci sono dei bisognosi
  
 in cerca di un'anima pia che li possa aiutare? Vede, il marchese e la contessina, fanno tutto
  
 quello che è umanamente possibile per aiutarli ma, se lei potesse dare anche solo un piccolo
  
 contributo, penso che non se ne pentirebbe". Egli che aveva ormai desinato abbondantemente
  
 disse: "Permettete che rimanga in vostra compagnia, però, perdonatemi se sarò assente in
  
 mezzo a voi per un po', ma questa notizia appena appresa, mi fa star male e vorrei riflettere
  
 un momentino su come fare per aiutare questa povera gente". Il marchese Luigi disse alla
  
 nostra Cinzia: "Signorina, lo sa che ha proprio ragione?" Intervenne la contessina Adriana
  
 dicendo:"Se non avessi mangiato al sentire ciò che dalle labbra di Cinzia è appena uscito, non
  
 avrei potuto toccare cibo, ma purtroppo, se non si mangia qualcosa non si può stare in piedi …
  
 avrei quindi deciso che se sarete d'accordo, dopo aver fatto la pennichella, la nostra graziosa
  
 autista Silvie ci condurrà a far visita in casa di qualche persona veramente bisognosa e se non
  
 basterà la limousine, metteremo a disposizione pure la nostra voiture, domando scusa signori;
  
 siete d'accordo?" All'unanimità si sentì un solo sì ben sicuro, dopodiché il signor Lawrence
  
 disse:"gentilissima Martina, vuoi essere così gentile di mettere nella tua borsetta carta penna
  
 e calamaio? Perché dove andremo dopo il sonnellino pomeridiano, dovrai annotare parecchie
  
 cose". La risposta fu:"Certamente mio gentil principale non lo scorderò". Dopo la pennichella,
  
 Sylvie andò a prendere l'auto del signor Lawrence parcheggiandola proprio innanzi ai gradini
  
 di Villa Episcopo, dopodiché scendendo dall'auto, mostrò qualcosa di bello e naturalmente a
  
 beneficiarne fu Lawrence. Passarono alcuni istanti e disse:" Prendete pure posto".
   
La contessina Adriana, la quale non era una sprovveduta, notò che il signor Lawrence se ne
  
 stava in disparte senza proferir parola quindi con voce risoluta disse:"Un momento, solo un
  
 momentino per cortesia signore mie, il posto accanto all'autista è assegnato al buon Lorenzo,
  
 prego Lorenzo, prendi posto accanto alla tua Sylvie. Quando tutta l'equipe fu comoda in auto,
  
 Silvie mise in moto e partirono.
   
Man mano che visitavano le famiglie, Lawrence staccava i primi assegni e Martina annotava
  
 su di un taccuino garantendo loro che in futuro tutto sarebbe cambiato in meglio. Egli così
  
 facendo, si sentiva molto alleggerito non perché le sue tasche si stavano svuotando, ma per il
  
 fatto di aver aiutato qualcuno che ne aveva veramente bisogno. Passarono così gran parte del
  
 pomeriggio visitando tanta gente finché ad un certo punto Laura disse:" Allora caro Lawrence,
  
 per oggi ti è bastato ciò che hai fatto?" Egli rispose:" Sì certo, però avrei voluto fare di più,
  
 ora si è fatto tardi rincasiamo pure". Arrivarono alla villa che era ormai notte e naturalmente
  
 dovevano cenare; allorché si presentò Tania, una bellissima cameriera alta dai capelli neri e
  
 dal bel portamento. Indossava una bella camicetta nera la quale lasciava trasparire le sue
  
 forme aggraziate e faceva un tutt’uno con i pantaloni attillatissimi.
  
 Davanti, aveva un grembiulino bianco bordato di pizzo. Anche il cappellino era bianco e molto
  
 molto carino. Col suo sorriso smagliante disse:"Prego signori, la cena sta per essere servita
  
 accomodatevi". Quand'ebbero cenato, stettero ancora un po' a dialogare del più e del meno
  
 poi, Sylvie portando la sua manina destra davanti alla bocca sbadigliò e subito dopo disse:"
  
 Domando scusa ma sono molto stanca, col vostro permesso mi congedo da voi appartandomi
  
 per un meritato riposo … a domani". La contessina fissandola negli occhi disse:" Perdonami
  
 Sylvie, ma tu da questa notte in poi, non dovrai più dormire tutta sola, su, prendi per mano il
  
 tuo Lawrence e andate pure a dormire in camera tua; non sarete svegliati sino a domattina
  
 per la colazione.. buonanotte, ah da domani vi trasferirete nella camera rosa confetto la quale
  
 è più ampia sei contenta?" Silvie rispose:"Non ho parole grazie … grazie di cuore contessina
  
 Adriana". Il marchese Luigino, compiaciuto per ciò che le labbra della sua nobil fidanzatina
  
 avevano appena proferito disse:"Andate pure e sogni d'oro". Detto questo, Sylvie e Lawrence
  
 si allontanarono così dalla simpatica compagnia ma ad un certo punto egli tornò indietro per
   
parlare un momento con la sua segretaria Martina e appoggiandole dolcemente la mano sulla
  
 spalla le disse: "Come sempre, hai fatto un ottimo lavoro anche oggi grazie". Rivolgendosi poi
  
 verso Laura, Silvia, Cinzia e Tania rinnovò loro la buonanotte e raggiunse Sylvie che lo stava
  
 attendendo in fondo al lungo corridoio.
   
Appena entrati in camera, Silvie si lasciò cadere sul morbido letto poi con voce sensuale disse:
  
 Avvicinati a me perché ho bisogno di coccole … sai, il lavoro che svolgo mi piace tantissimo
  
 perché vedo molti paesi e faccio conoscenza con tante persone. Il marchese e la contessina,
   
mi stimano moltissimo e non mi fanno mancare nulla ed io li porto dove desiderano andare
  
 però, non potranno mai darmi quello che tu forse potresti donarmi". Egli si avvicinò e dopo
  
 essersi seduto quasi in braccio a lei, le prese la manina dopodiché l'abbracciò e le disse: "Mia
  
 dolcissima Sylvie, tu, tu sei molto giovane e bella mentre io sono solo un vecchio, brutto e
  
 stanco. Ho capito cos'è che cerchi; tu, tu cerchi affetto tenerezza e altre cose carine … io ti
  
 posso solo offrire la mia amicizia per sempre e tanti miei soldi però, sono certo che appena
  
 troverai qualcun altro più giovane, mi dimenticherai e prima che ciò avvenga è meglio darci
  
 un taglio … perdonami Sylvie". Ella non potendo resistere ad una trafitta così grande, scoppiò
  
 in un gran pianto. Le sue calde lacrime scesero fino a bagnare il bel tailleur giallo poi, ancora
  
 con il viso bagnato, si strinse a Lawrence baciandolo dopodiché gli disse:"Se vuoi, sono pronta
  
 anche a sposarti; non sono i tuoi soldi che cerco, io, io desidero te per sempre perché mi sono
  
 innamorata appena t'ho visto e non m'interessa nulla delle tue ricchezze credimi mon amour".
  
 A questo punto, Lawrence rimase senza parole e non sapendo cosa fare iniziò ad accarezzarla
  
 e quella notte la trascorsero in modo meraviglioso. Alle prime luci dell'alba Sylvie si svegliò e
  
 notò che Lawrence dormiva come un ghiro. Lo lasciò dormire, invece lei ancora assonnata,
  
 mise i suoi piedini fuori dal letto e andò in bagno a farsi bella.
   
Verso le nove sentì che qualcuno stava bussando alla porta quindi andò ad aprire. Era Tania
  
 la quale spingeva un bel carrello con sopra tante (cose) per fare la colazione. Verso le dieci,
  
 Sylvie e Lawrence scesero nel salone e trovavano tutte le signorine che se la raccontavano.
   
Il marchese Luigi, notò la bella coppietta e ironicamente disse: Bonjour mademoiselle Sylvie
  
 e garçon Lawrence (buongiorno signorina Silvie e giovanotto Lawrence), avete dormito bene?
  
 Sylvie gentilmente rispose:"Si marchese poi aggiunse; quali sono i vostri programmi odierni?
  
 A questo punto intervene la contessina dicendo: "Luigino, mi potresti seguire un momentino
  
 perché avrei da dirti una cosa? Egli ignaro per quello che avrebbe dovuto sentire le rispose:"
   
Ti seguo". Si appartarono quindi Egli si sedette, in un salottino adiacente al salone dopodiché
  
 la contessina si sbottonò e disse: Ora siediti perché quello che devo dirti, non ti farà piacere.
   
Egli si sedette e lei con tono imperativo incominciò a dirgli:" Mio caro marchesino, non ti devi
  
 permettere mai più di burlarti della dolce Sylvie e Lawrence né in pubblico né in privato perché
  
 essa è una cara ragazza e lui, il nostro migliore amico sennò mi perderai per sempre ... hai
  
 inteso?" Egli mortificato per la ramanzina rispose: "Perdonami Adriana, non uscirà mai più
  
 nulla del genere dalla mia bocca … te lo prometto; anche perché ti amo tanto". La contessina
  
 disse:"Voglio crederti … ora baciami e dopo andiamo dai nostri ospiti ah! Quando saremo lì,
   
lascia che parli io". 
  
 Appena arrivati nel salone, la contessina si avvicinò alla bella autista dicendole:" Sai Sylvie,
  
 mi piacerebbe che tu conducessi questi nostri gradite ospiti (me e il marchesino) a fare un bel
  
 giro turistico e visitare parte di S. Maria di Leuca. Magari prima potremmo andare al faro poi,
  
 entreremo nella basilica "De Finibus Terrae", la quale un tempo era un Santuario.
   
Allora come ora, si venera la (Madonna De Finibus Terrae), perché il 13 aprile dell'anno 365,
  
 furono miracolosamente salvati i pescatori da una burrasca. Dal momento che la basilica è
  
 sempre molto frequentata da persone devote, ci sono sacerdoti che a rotazione, si mettono al
   
servizio per chi avesse piacere di essere confessato, quindi chi di noi desiderasse, potrà farsi
  
 confessare … sei d'accordo anche tu Luigino?" la risposta fu: "Certo; perché no cara Adriana?
    Lawrence disse: "Mia fedelissima Martina ti posso chiedere un favore?" Ella immediatamente
  
 rispose: "Signor Lorenzo, sono alle sue dipendenze ormai da parecchi anni, mi domandi tutto
  
 ciò che vuole e cercherò di non deluderla".
   
Lui timidamente le disse: per prima cosa, desidererei essere chiamato da te, non più signor
  
 ma semplicemente Lorenzo o Lawrence … come preferisci e quindi dammi del tu. La seconda
  
 cosa è questa: ti posso chiamare Marty?” Lei compiaciuta gli rispose:"ma certo Lawrence, è da
 
  molto tempo che desideravo questo da te … sono onorata; adesso dimmi cosa vuoi che faccia
  
 per te e lo farò". Lawrence parlò in questo modo:"Gentilissima Marty dal momento che fra
   
poco lasceremo questa villa per raggiungere il faro e la basilica, munisciti di un gran quaderno
  
 perché mi piacerebbe che annotasti, tutti gli spostamenti, poi piano piano, farai una bella
  
 stesura da quando siamo partiti, fino a quando lasceremo questo luogo d'incanto e chissà,
  
 magari comporrai un romanzo che naturalmente farò stampare a mie spese; la firma sarà la
  
 tua cioè, Martina P. Lei tutta contenta disse:"Sono felicissima perché ciò che mi hai appena
  
 detto, è una proposta allettante … non avrei mai pensato che un giorno avrei scritto per te e
  
 magari avrei potuto anche diventare famosa". E ancora: "Adesso corro in camera e metterò
  
 tutto l'occorrente nella tua valigetta che è sopra il secretaire … posso?" Certamente rispose
  
 Lawrence. Quando Marty tornò con la valigetta, Laura disse: "La contessina freme dalla voglia
  
 che ha di partire". Sylvie, dopo aver baciato il suo amore, domandò alla contessina: Ora corro
  
 in rimessa e prenderò la limousine o la Rolls-Royce? Intervenne il marchese dicendo: "Prendi
  
 pure la limousine perché desidererei che assieme a noi, si unissero anche Cinzia, Tania e altri
  
 della servitù quindi darò immediatamente disposizioni a Cinzia perché vada a prendere la
  
 Rolls-Royce". E ancora: "A guidarla ci dovrà pensare lei perché la contessina si sente poco
  
 bene e io non ne ho nessuna voglia". Al sentirlo, si intuiva perfettamente che la ramanzina
  
 appena ricevuta da Adriana, doveva averlo toccato nell'intimo e quindi era mogio mogio come
  
 un cane bastonato.
   
Sylvie, stupenda come sempre e col sorriso sulle labbra disse: Bene marchese Luigi, andrò e
  
 farò in un lampo". Tornò in un batter di ciglio e la contessina disse: "Aspettiamo che arrivi
   
Cinzia dopodiché, partiremo per raggiungere il faro". L'allegra compagnia riuscì finalmente a
 
   partire e a raggiungere il faro. Arrivati nell'ampio piazzale, Lawrence disse: "Mi sento poco
  
 bene, proseguite pure voi la gita e non curatevi di me, la giornata è stupenda … godetevela".
  
 Silvietta (la dottoressa personale di Lawrence), la quale sedeva sul sedile posteriore della
  
 limousine, proprio dietro a lui disse: "Lorenzo, che stai dicendo … sono o no il tuo medico? Per
  
 favore mi vuoi spiegare che sintomi hai?” Egli rispose: "Silvietta, respiro a fatica però prima
  
 desidero entrare nella basilica e parlare con un sacerdote. Desidererei che venisse assieme a
  
 me anche la mia Sylvie perché solo lì, le confiderò un segreto".
   
Silvie, che era alla guida accanto a lui, ruotò la chiave e il motore si spense, poi si avvicinò
  
 più che poteva a lui e dopo averlo baciato gli disse: "Tu … tu vuoi farmi di nuovo piangere?
  
 Ma certo che entrerò assieme a te nella basilica, però ti supplico non farmi mai più soffrire,
  
 forse non hai ancora capito che la tua Sylvie ti ama alla follia e qualsiasi cosa ti succeda,
  
 potrai sempre contare su me … hai inteso?" Non resistette e scoppiò in lacrime mentre lui si
  
 sentiva sempre peggio. Tutti quanti, compresi il marchese e la contessina, si domandavano:"
  
 Ma cosa mai gli starà succedendo a questo sant'uomo?" Erano tutti ammutoliti. Nel frattempo,
  
 Sylvie prese sottobraccio il suo amato e con la dottoressa Silvietta al suo fianco entrarono in
  
 chiesa, non notando neppure che la cattedrale aveva una sola navata.
  
 Lawrence disse a Sylvie: "Mon amour, per cortesia, aiutami a sedere qui e poi vieni accanto a
  
 me perché avrei una cosa importante da confidarti". Lei fece quanto chiesto, ma dopo essersi
 
  messa come egli desiderava avendo la gonna cortissima, la sua gamba destra, sfiorò la mano
  
 di Lawrence e lui disse: Che il buon Dio mi perdoni, lo so che questi discorsi non sono da
  
 tenersi nei luoghi di culto, però non riesco a trattenermi e lasciami dire ancora una volta che
  
 hai due gambe stupende fatte proprio per essere accarezzate, come tutto il resto del corpo …
  
 in fondo che male c'è, è Lui che ti ha voluta creare come sei. Ora se mi stai ascoltando, avrei
  
 da domandarti probabilmente un ultimo favore.
   
Dis-moi mon éternel amour (dimmi mio eterno amore), cosa vuoi che la tua piccolina faccia
  
 per te? Rispose Sylvie. Egli le disse: "Per cortesia, vai a chiamare  Martina la mia segretaria e
  
 dille di venire qui … ti ringrazio". Sylvie si alzò e corse da Martina che si trovava all'esterno
  
 sul sacrato e stava discorrendo con tutta la simpatica compagnia di casa Episcopo. Arrivata, si
  
 sedette alla destra di Lawrence dicendo: "Eccomi sono qui, in che cosa posso esserti utile?"
  
 Egli fissandola disse: Vorrei che sul tuo quaderno annotassi proprio tutto ciò che concerne il
  
 romanzo che dovrai scrivere ah! scusa, hai già pensato al titolo?
   
Marty, con la sua bella vocina rispose: "Si Lawrence, mi è venuto in mente la notte scorsa
  
 perché non riuscivo ad addormentarmi". Orbene disse lui: "Me lo vuoi dire o è un tuo segreto
  
 e me lo dirai solo a romanzo ultimato?" Martina timidamente rispose: "Ti piacerebbe se fosse
 
  "Viaggio nella terra del sole e del mare? " Il volto di Lawrence si illuminò per la felicità che
  
 Martina gli aveva appena infuso e compiaciuto le disse: "Tu non sei solo un'ottima segretaria
  
 ma sei un angelo, sì un angelo che fa di tutto per soddisfare il suo amico Lawrence … ottimo
  
 Marty, il titolo mi piace tantissimo e con il mio aiuto farai carriera".
   
Dopo averle detto ciò, volgendo lo sguardo verso Silvie, le domandò: "Mia cara, piace pure a
  
 te questo titolo?" Moltissimo, io non sarei riuscita a trovarne uno migliore rispose lei.
  
 Lawrence le disse ancora: "Sai Sylvie, se mi vuoi ancora sono pronto a sposarti anche subito,
  
 però temo che non sia possibile perché mancano i documenti". Il marchese e la contessina, i
  
 quali erano appena entrati, udirono tutto e la contessina disse: "Non ti preoccupare Lorenzo,
  
 perché conosco gente in vista miei ottimi amici, i quali abitano nella tua città e fra qualche
  
 giorno, riuscirai a sposare la tua Sylvie". Laura, con un piccolo gesto della mano, fece capire
  
 alla dottoressa Silvia che si sarebbe dovuta avvicinare e così avvenne. Quando le fu accanto,
  
 a bassa voce parlò così: "Cosa ne pensi della condizione di salute di Lawrence non credi anche
  
 tu che sarebbe opportuno portarlo al pronto soccorso?" Rispose: "E’ proprio quello che stavo
  
 pensando, perché secondo me, è un inizio di infarto. I battiti del polso sono lentissimi e molto
  
 aritmici, ha bisogno quindi di essere sottoposto ad un ECG (elettrocardiogramma) ed inoltre,
  
 ad un ecocardiogramma … solo così il cardiologo riuscirà a diagnosticare cosa veramente ha.
  
 Ora avviso immediatamente Sylvie dopodiché partiremo senza indugiare, sai Laura su queste
  
 cose non si scherza. Quatta, quatta, la dottoressa con passo felpato, si avvicinò a Lawrence,
  
 gli misurò la pressione notando che era salita alle stelle. Lui non parlava più sembrava morto.
  
 Sylvie che gli era accanto, disse: "Ora uscirò e andrò a prendere l'auto".
   
Fatto salire con cura in limousine e si avviarono verso un pronto soccorso, ma poiché non vi
  
 era un ospedale vicino, dovettero percorrere ancora circa cinque km. Arrivati sul posto, venne
  
 sottoposto a vari esami dopodiché lo misero in terapia intensiva per alcuni giorni.
  
 Naturalmente, a cominciare dal marchese, la contessina e le ragazze, dovettero sospendere la
  
 loro visita al faro in segno di solidarietà verso il loro grande amico, anche perché se avessero
  
 continuato la gita non si sarebbero per nulla divertiti, e all'unanimità decisero di ritornare a
  
 Villa Episcopo, dove ad attenderli c'era il resto della servitù.
   
Lawrence dopo la terapia intensiva fu sottoposto ad un delicato intervento chirurgico al cuore
   
e dopo alcuni giorni lo dimisero poiché l'intervento era perfettamente riuscito. La gioia di tutti
  
 i suoi amici nel rivederlo, fu talmente grande che si commosse e disse: ohi ragazzi, calmatevi
  
 perché non sono mica morto … eccomi qua vivo e vegeto; ditemi piuttosto, quando si partirà
  
 per raggiungere questo benedetto faro?" Intervenne la contessina dicendo: "Ora devi riposare
    e fare un po' di convalescenza, poi ne riparleremo",  poi aggiunse: "Martina, vuoi essere così
  
 gentile di andare nel mio studio e di portare su di un piatto d'argento qualcosa che Lawrence
   
apprezzerà sicuramente?" Corro disse Marty.
   
Quando tornò, teneva in mano un vassoio che conteneva tutti i documenti perché Lawrence
  
 potesse unirsi in matrimonio con la dolce SYlvie. Egli ancora commosso domandò al marchese:
    "Mi potresti concedere una cosa?" Luigino rispose: "Certo siamo amici, esprimi il tuo desiderio
  
 e vedrò di esaudirlo". Lawrence, sempre commosso e con un fil di voce tendendo il braccio
  
 verso Adriana, disse: "Desidero abbracciare e baciare qui davanti a tutti la tua straordinaria
  
 ragazza". Il marchese disse: "Non mi oppongo". La contessina con molta classe si avvicinò a
  
 Lawrence e dopo avergli detto "Ben tornato tra noi", si lasciò abbracciare e baciare.
   
Il buon Lawrence ansioso di unirsi in matrimonio con Sylvie disse : "Non mi darò pace finché
 
  Sylvie ed io non ci saremo detti un bel si, in presenza di un sacerdote all'altare della basilica,
 
   quindi questo pomeriggio, partiremo per raggiungere in primo luogo il luogo di culto, e poi
  
 andremo al faro. Sì o sì? La convalescenza la farò poi". Non avendo voce in capitolo furono
 
  obbligati ad assecondarlo dicendo sì, partiremo nel primo pomeriggio ora sei contento? Sylvie,
  
 non vergognandosi minimamente dei presenti, gli saltò in grembo non smettendo di baciarlo,
  
 al che egli disse: "Piano, piano amor mio, ogni tanto lasciami anche prendere fiato sennò mi
  
 potrebbe venire un altro infarto". In quell'istante, arrivò Cinzia dicendo di accomodarsi pure a
  
 tavola perché il pranzo stava per essere servito.
   
Nel pomeriggio, Sylvie mise in moto la limousine invece la Rolls-Royce, volle guidarla Adriana
  
 e dopo non molto giunsero nel piazzale della basilica. Dopo aver concordato con il sacerdote
  
 responsabile il giorno delle nozze, poterono andare finalmente al faro e ammirarono da quel
    dirupo, la vasta distesa e l'orizzonte del mare e Marty annotava tutto nei minimi particolari.
  
 Ad un certo punto Lawrence disse alla sua fidatissima segretaria: "Se ti dettassi ciò che ora
   
mi sta passando per la mente, lo potresti annotare sul taccuino?" Ma certo rispose Martina, tu
  
 detta ed io scriverò. Lawrence disse: "Il titolo è Vista sul mare" e incomincia così:

                                                               Vista sul mare

    Mai potrò scordar codesto tramonto concesso per volontà divina ad un umil servo suo.
    L'anima del piccin uomo, ringrazia di cuore tutti gli amici qui presenti ed in particolar modo,
  
 la sua futura sposina e l'ottima sua segretaria Marty.
    Bello è il mar e la leggera brezza, fa sì che le lunghe chiome di codeste donzelle, si levino in
  
 volo verso l'azzurro ciel, dando così un salutino a codesto spazio meraviglioso e infinito.

    Lawrence, soddisfatto per come aveva trascorso l'intera giornata, disse alla contessina:"Ora
  
 mi sento un tantino stanco e, se non ti spiace, desidererei rincasare per mangiare qualcosa
  
 così potrò assumere i farmaci serali prescritti dal cardiologo".
   
Ottimo rispose Adriana … rincaseremo tutti assieme a te, perché il sole sta per tramontare e
  
 andrà oltre l'orizzonte. Ammira i bei riflessi color arancio tenue, appoggiati dolcemente sulle
 
  onde di questo immenso mare … ti piacciono? Lawrence rispose: "Molto; desidererei però, che
 
  la mia Sylvie si avvicinasse per poterle accarezzare la sua lunga chioma d'oro, tenendomela
  
 stretta stretta e assieme, contemplare questo spettacolo meraviglioso della natura che piano
   
piano ci saluta". Sylvie, (la quale era tutt'orecchi), non esitò e in un baleno, gli fu accanto.
  
 Il sole ormai tramontato, a poco a poco, lasciava ampio spazio alla luce notturna, mentre la
    bianca luce della lanterna emetteva il suo potente fascio a decine di km di distanza aiutando
   
i naviganti nella loro rotta.
   
A questo punto Laura disse: "Signori miei, ora dopo aver contemplato così a lungo, potremmo
 
   avviarci verso Villa Episcopo poiché ho molta fame?" La risposta di tutta l'allegra comitiva fu:
    Per noi va bene Laura, partiamo pure. Silvia (la dottoressa) disse:" Va bene anche per me ma
  
 avrei una richiesta da fare". La contessina Adriana disse: "Dimmi Silvietta, quale sarebbe la
  
 tua richiesta?" La dottoressa rispose: "Osserva come Sylvie guarda Lawrence mangiandoselo
  
 con gli occhi; quindi la limousine, la vorrei guidare io sino alla villa e lascio i due innamorati
  
 l'uno accanto all'altra, sul sedile posteriore sei d'accordo?" Certo rispose sorridendo Adriana.
   
Durante il breve tragitto, per i due fidanzati fu stupendo, accaddero delle cose meravigliose
  
 ma ahimè, ben presto arrivarono alla sfarzosa dimora e tutti erano affamati più che mai, non
  
 rimase loro che accomodarsi ed attendere che arrivasse Cinzia, quando arrivò disse loro: "Ben
  
 tornati signori, la cena sta per essere servita".
  
 Dopo aver desinato, Lawrence domandò al marchese Luigi: "Perdona la mia curiosità, non
  
 sarebbe possibile accedere all'interno del faro per visitarlo?" Il marchese rispose: "Vedi caro
  
 Lawrence, che io sappia è gestito dalla marina militare e non so proprio quale sia la procedura
  
 da seguire per ottenere l'ok all'accesso". Il viso della contessina, da normale che era, cambiò
  
 d'aspetto e un attimo dopo, si mise a ridere e appena finito disse: "Ah! Questi uomini. Luigino,
  
 non ricordi quella sera a Bari, quando a cena all'Hotel Boston conoscemmo il contrammiraglio
  
 Salvatore GIUFFRE’ e il capitano di vascello Mario della VALLE di POMPEI?" In quell'istante, il
  
 marchese ebbe un flash e disse: "Ma sì, ora ricordo tutto … proprio tutto". Lei replicò: "Allora
  
 ricorderai anche che entrambi dissero di contare ciecamente su di loro qualora ne avessimo
  
 bisogno, ho il numero di telefono di entrambi in borsetta e domattina entrerò in azione.
  
 Rivolgendosi poi a Lawrence, gli disse testuali parole: Abbi fede, per te farò questo ed altro;
  
 ad una ragazza non oseranno sottrarsi e così andò. La telefonata inaspettata fu molto gradita
  
 dal contrammiraglio GIUFFRE' Il quale invitò a pranzo i sette amiconi compresa Martina per
    prendere appunti per il romanzo.
  
 Diede loro appuntamento per il giorno dopo in quanto al momento era impegnato nella sala
  
 riunioni con gli ufficiali superiori e quelli di vascello, inoltre disse che era ansioso di conoscere
  
 il signor Lawrence. Il giorno seguente, l'allegra compagnia (ancor prima dell'alba), si mise in
  
 viaggio per raggiungere Bari e andare all'Hotel Boston. Durante il pranzo, il contrammiraglio
  
 disse di aver con sé dieci permessi per accedere al faro e di aver già provveduto a dare le
  
 disposizioni ai tecnici per la visita. Finalmente, arrivò il giorno in cui si poteva accedere alla
    maestosità ottocentesca progettata dall'ing. Achille Rossi nel lontano 1864 e fatta funzionare
  
 la sera del 6 settembre 1866.
  
 In quella circostanza, la contessina disse alle signorine presenti: "Guarda, guarda; lo sapete
 
  che giorno è oggi? Prendendo la parola Silvietta (la dottoressa), disse: "ma certo mia cara …
  
 oggi è il 21 giugno e con ciò?" La risposta fu: "Sappiate tutti che oggi, è S. Luigi la ricorrenza
 
  dell'onomastico del nostro beneamato marchesino, quindi domani (salvo impegni da parte dei
 
  nostri due illustrissimi e grandi amici del mare), partiremo per Villa Episcopo e faremo una
  
 grande festa al nostro Luigino. Gli impegni del contrammiraglio e del capitano (non essendo
  
 urgenti), lasciarono ancora un po' di libertà a questi due simpaticissimi amici, potendo quindi
   
andare con Roberto (il loro autista) a S. Maria di Leuca per i festeggiamenti del marchese e
  
 lasciare le piccole incombenze ai loro ufficiali subalterni accettando così l'invito.
  
 Dopo una giornata di assoluto relax, poterono recarsi al faro. Una volta entrati nella torre,
  
 dovettero a grande fatica, farsi ben 254 gradini su una scala a chiocciola che naturalmente il
  
 buon Lawrence tenne a contare ad uno ad uno anche con l'ausilio di Laura e Silvietta, invece
  
 Martina, annotava ogni cosa. Arrivarono sul terrazzo circolare stanchi morti e accaldati anche
  
 perché faceva molto caldo. La giornata era splendida, e l'azzurro cielo terso. I simpatici ospiti,
  
 poterono quindi osservare anche da lontano, Corfù e i monti Acrocerauni.
  
 La bella Sylvie domandò al fanalista che faceva loro da cicerone: "Mi dica signore e perdoni la
  
 mia curiosità … mi saprebbe dire che diametro ha la lanterna? Perché mi sembra grande; sa
  
 abituata a vederla dal piazzale, mi è sempre sembrata piccina piccina". Egli gentilmente le
  
 rispose: "Lo sa signorina che quassù arrivano spesso dei visitatori? Ma mai nessuno ha fatto
  
 una simile domanda. Certo che dabbasso la vedeva piccola, perché deve considerare che è
  
 appoggiata sopra questa torre ottagonale che è alta dal suolo ben 47 metri ed ora le dico che
  
 il diametro su cui poggiano i suoi piedi, è di tre metri". Si notava benissimo che il giovane
  
 fanalista, tentava un approccio con Sylvie ma l'occhio vigile del capitano Mario della Valle lo
  
 bloccò dicendo: "Ehi! Ehi! Signore, ora cerchi di prestare un po' di attenzione pure a me … mi
  
 sa dire suppergiù a che altezza siamo dal livello del mare?" Egli non sapendo cosa rispondere,
  
 dopo aver bofonchiato le più spropositate assurdità si eclissò lasciando tutti quanti nel dubbio.
 
  Sulla lanterna i visitatori erano ormai in balia di sé stessi e dopo essersi guardati ben bene
  
 negli occhi, Laura facendosi coraggio disse: "E, e adesso cosa facciamo? Ma, ma tu guarda …
  
 caspiterina, avete visto che strano tipo? Senza dirci nulla si è dileguato … che modi". Intanto
  
 Martina, non preoccupandosi più di tanto di quello che stesse accadendo attorno a sé, senza
  
 proferir parola, prendeva appunti.
   
A questo punto il contrammiraglio GIUFFRE', stufatosi alquanto di rimanere lì impalato come
  
 uno che è appena stato preso per il fondoschiena da uno che manco sarebbe più tornato gli
   
disse: "Ah! No, no, e no questa poi no … avverto che stanno per saltarmi i nervi". Adesso....
    scendo nell'edificio sottostante e vedremo chi l'avrà vinta; voi intanto, aspettatemi qua e non
    vi muovete. Sylvie avvicinatasi pian pianino a Lawrence, il quale era pensieroso e incollato
    alla grande vetrata circolare, gli sussurrò: "Suvvia mon amour (amore mio), non t'avvilire in
    codesto modo, perché la tua Sylvie che ti ama tanto, muore dalla voglia di fare quella bella
    cosina assieme a te, quindi sta in campana e preparati, perché  vuole rendere felice colui che
    ama; vedrai che ci divertiremo un sacco … naturalmente dopo aver cenato" All'istante il volto
    di Lawrence da smunto che era, diventò radioso sprizzando gioia da tutti i pori … detto ciò, ci
    scappò un caloroso bacio alla francese.
    Laura, che era l'unica persona rimasta in se è senza perdere la calma all'improvviso esclamò:
    Eureka!!!!! Ragazzi ssh, zittite tutti perché odo uno scalpitio, provenire dalla scala metallica
    dal basso di questa torre … allorché, tutti tacquero.

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