BENVENUTI NEL ROMANZO
di STEFANO VILLA
IL TEMPO
Correva l'anno 1991 un anno come tanti
altri, quasi sempre monotono e tedioso.
Steve che faceva parte di un'orchestra
sinfonica, suonava volentieri con essa
ma, guadagnando
molto
poco anzi, una
miseria e considerato da tutti … un
pezzente. I servizi erano sempre di
più e proventi
sempre di meno. L'orchestra
si esibiva in gran parte nelle città
della sua nazione
e le critiche erano
anche buone, mancava solo che gli
orchestrali, dovessero (oltre che
studiare
nuovi concerti senza aver
neppure il tempo di assimilarli) dover
ancora accollarsi le spese delle prove.
Nei luoghi più reconditi di
Steve, si
celava un grande mistero. Le giornate
erano sempre più plumbee e tenebrose,
pur se il sole
splendeva al massimo
della sua grande potenza.
Con rammarico
decise di mollare tutto,
appiccicare il
contrabbasso al muro e
cercare
magari di trovare un lavoro
presso l’azienda della nettezza urbana
di
qualche città.
La sua fortuna fu, che
l'azienda di una città abbastanza
distante da quella nella quale
risiedeva
attualmente, appena lessero il suo
curriculum vitae, lo assunsero
immediatamente in qualità
di
autista.
Girando qua e là per le vie di quella
grande metropoli, raccattando
immondizia, un bel
dì...
vide che una
splendida fanciulla dai lunghi capelli
castani, avanzava verso di lui con due
pesanti sacchi
per gettarli nel
cassonetto, cantando la parte dei
soprani del sesto brano del Requiem di
Wolfgang
Amadeus Mozart, per
l'esattezza il lacrimosa. A quel punto senza indugiare scese dal camion s'avvicinò
ai suoi due colleghi e disse: "Abbiate pazienza ma vorrei
conoscere questa bella fanciulla che
canta in
maniera così sublime e poiché
suonai per diversi anni musiche di tutti
i generi, conosco molto bene il
Requiem
del
grande Mozart". I colleghi che sapevano
bene chi fosse Steve e da dove veniva risposero:
"Sì Steve, fai
pure amicizia con questa stupenda
signorina, noi nel frattempo saliremo in
cabina
e ne
approfitteremo per mangiarci
un bel panino". Steve ringraziò queste
due brave persone e
aspettò che
la bella
fanciulla gli fosse vicino. Più lei si
avvicinava e più il cuore di lui,
palpitava forte. Ad un certo
punto
quando la bella ragazza gli fu
vicinissima egli da vero gentlemen le si avvicinò dicendole:
"Prego
signorina
dia pure a me, ci penserò io a
depositare i suoi pesanti sacchi al loro
posto".
Lei meravigliata
smise di
cantare lo fissò e gli disse: La
ringrazio
infinitamente e, mi dica
come si chiama? Perché non
ho mai
ricevuto una simile cortesia da
parte di
persone che lavorano per
società della nettezza urbana,
voglio
telefonare in sede per elogiare la sua
grande sensibilità
accompagnata da
raffinata educazione.
Lui rispose: "La
ringrazio molto … vede signorina,
io
sono fatto così quando l'ho vista in
difficoltà, non
ho fatto altro che fare
ciò che mi suggeriva il cuore in quel
preciso istante cioè di aiutarla.
Il
mio nome è Steve e se posso permettermi
le
dico che per parecchi anni ho
suonato in un'orchestra
sinfonica in qualità di primo contrabbassista, ora invece sono qua per
togliere dalle strade l'immondizia
e, non mi vergogno affatto perché oggi
finalmente, ho conosciuto una persona alla quale piace Mozart.
Vede il
lacrimosa lo conosco molto bene come
del resto tutto il Requiem
perché l'ho
suonata parecchie
volte con l'orchestra
di cui facevo parte in concerti vari
e in molte città della nostra
bella penisola. Lei
rimase a bocca aperta e disse: "Io canto in un coro molto
preparato
e stavo ripassando a
memoria le
parti
che dovrò cantare, perché fra due mesi
(salvoimprevisti)
salperemo con una
splendida nave da
crociera, daremo il
via a una tournée facendo scalo nei posti più belli e suggestivi del
mediterraneo,
naturalmente il primo
debutto sarà sul transatlantico
Sibilla
ah!! Mi scusi non mi sono presentata, mi
chiamo Eugenia e con me Salwa siamo
le
cantanti soliste di questo coro però
stiamo volentieri anche
con la nostra
sezione. Il nostro maestro si chiama
Bordignon ed è molto bravo sia a
dirigere che come
persona, dirige
pure
l'orchestra che suonerà assieme a noi,
però c'è un problema.
Steve perplesso
domandò: "In che cosa consiste questo
problema?" Eugenia rispose:"Forse tu
potrai
capire una ragazza che
vuole
aiutare il maestro perché è buono e ora
vengo al dunque.
Il problema è,
che il nostro contrabbassista non è più
con noi perché ora sta riposando in pace
a causa di una brutta
malattia e quindi bisogna
assolutamente trovare qualcuno in grado
di
sostituirlo, il più presto possibile
sennò salta tutto.
Sai lui era molto bravo, a volte
eseguiva
anche concerti come solista. È stato il cielo
che ha
voluto il nostro incontro; tu
saresti in
grado di sostituirlo? Egli le andò più vicino e fissò i
suoi
occhi marroni per alcuni istanti
senza
dire nulla poi, prendendole dolcemente tutte due
le mani disse:
Se
non ti
vergogni
dirò ai
miei gentili colleghi
di scendere perché il giro
continua se tu non hai impegni
sali
in
cabina
assieme a me e ne parleremo con calma, perché così
su due piedi devo rifletterci un
po'
sai non ero pronto così all'improvviso
di
ricevere una proposta come quella che tu
mi hai appena
fatto.
Eugenia rispose: "Non ho impegni, mi siederò volentieri al tuo
fianco e converseremo ma ti supplico,
non mi dire di no,
ah! E i tuoi colleghi?" Steve rispose:
Per loro non c'è problema
perché stanno dietro
al
camion, in piedi sul predellino". Cammin facendo ragionarono molto
seriamente su
quell'argomento,
al che entrò in campo l'astuzia femminile della bella Eugenia.
Gli
disse. "Steve, accetti (sempre che tu
non abbia impegni), di venire questa sera a casa mia
per una
cenetta tete-à-tete e magari al lume di
candela così potremo parlare con calma?"
Lui stupito
non poco, le rispose: "Mais ouì mia cara
Eugenia;
vedi io la sera non ho mai impegni perché
desidero stare tranquillo a casa col
mio amico contrabbasso
e ricordare i bei tempi
trascorsi
andando di città in città, dando
concerti di
vari compositori compresi
Mozart, Bach, Beethoven e
molti altri. Adesso non m'interessa più nulla … sono finalmente libero e
guadagno di più, suono
finché non crollo dal sonno poi, vado a letto portando con me, solo
i ricordi più
belli e significativi".
Aggiunse
ancora: "Devo
solo ricordarmi di mettere la sveglia tutte le sere
perché
l'indomani, mi devo alzare alle
quattro,
però per te farò un eccezione quindi, questa sera mi
renderò
libero per cenare in tua
compagnia e in più perché mi piaci da morire". Eugenia disse:" Lo
sai che mi
sta rendendo felice? Adesso
se non ti do troppo disturbo
desidero rimanere assieme a te fino
alla fine
del giro, poi prenderemo un taxi così vedrò dove abiti dopodiché, mi
farò accompagnare a casa e
per
noi due soli cucinerò
qualcosa di molto, molto speciale; ti
va l'idea? Steve rispose:"tu tu sei un angelo
mandato dalla grande potenza divina sento che
qualcosa cambierà, ho deciso accetto
molto volentieri
l'invito. Tutto andò come aveva
stabilito la bellissima Eugenia. Alle
ore
diciotto
in punto, Steve sentì
suonare il campanello del citofono
della propria abitazione quindi corse a
rispondere. Era Eugenia la
quale disse:
"Eccomi mi
fai salire un secondo? Dopo
andremo a
casa mia, perché la cena è già pronta".
Sali pure
rispose Steve ti stavo aspettando. Quando la cantante fu innanzi al netturbino, si sedette
accanto a lui ed egli commentò: lo sai Eugenia di essere bellissima? La minigonna che indossi
mi piace
moltissimo e le tue gambe
ancor di più, mi fanno impazzire ma sei talmente bella
che non vedevo l'ora
di dirtelo. Io sono pronto, però prima di andare ti posso offrire
qualcosa da bere? L'elegante fanciulla
disse:
"Si volentieri, offrimi pure
ciò che vuoi tu e poi con la
mia auto andremo da me". Dopo essersi
dissetata, mise la sua bella mano sulla spalla di
Steve e s'avviarono verso l'auto.
Salirono,
dopodiché
Eugenia mise in moto e dopo non molto,
arrivarono alla sfarzosa villa della
bella primadonna.
Il povero spazzino, non volle scendere
dall'auto e lei gli domandò: "Steve
cosa ti prende, perché fai
così?
Dimmi
ti supplico non
farmi soffrire eravamo d'accordo che t'avrei
portato a casa mia per cenare".
Piangendo gli disse:
"E
adesso? Non riesco a capire questo tuo
atteggiamento, se puoi spiegami farò di
tutto per
capirti". Steve che non era uno sciocco
le
rispose:
"Eugenia mia cara perdonami, ma sento
che ho sbagliato accettando il tuo invito
a
cena, sono contento di averti conosciuta e
mi sarà
difficile
dimenticarti ma ora lascia che ritorni nella mia modesta bicocca perché domani alle quattro mi dovrò
alzare per andare
al lavoro e ci sono tanti cassonetti ad attendermi
perciò scusami ancora, ora col tuo
permesso
scenderò e raggiungerò il mio piccolo
tugurio a piedi non ci metterò molto; addio". Il cuore
di Eugenia era
affranto al massimo, la poverina senza colpa alcuna
singhiozzava
in
silenzio senza poter
dire una parola. Ad un certo
punto, appoggiò
in suo bel viso sul
volante,
spense il motore, mentre le
sue calde lacrime scendevano
sulle sue belle gambe e sulle ginocchia. Steve fece il gesto per scendere
dall'auto
ma la mano di Eugenia accarezzò
in modo molto dolce il volto del gentiluomo
arrestando così,
la sua
uscita,
egli gliela
baciò e dopo alcuni istanti garbatamente le disse: "Perché mi vuoi bloccare?"
Solo allora la
bellissima soprano trovò la forza per parlare. Alzando
con molta grazia il viso dal volante
si avvicinò più che poteva a quello di Steve, gli domandò:
"Sarai libero di andare, ma se non ti chiedo
troppo, mi vuoi dire il perché di questo
tuo cambiamento improvviso nei miei confronti? E’ vero sono
solo poche ore che ci conosciamo e già
sentivo che stavo affezionandomi a te
ora invece, il mondo mi è
crollato addosso all'improvviso.
Dimmi solo cosa t'ho fatto dove ho sbagliato e ti prometto che cercherò
con tutte le mie
forze di correggere la mia condotta". Steve, fissando i suoi bellissimi occhi
lacrimanti,
accarezzò
dolcemente il
suo dolce viso e dopo averle asciugato le lacrime disse:
"Tu non
hai sbagliato
proprio nulla se vuoi
saperlo pure io nel mio profondo sento di
volerti un
gran bene e sono stato
molto
colpito
dalla tua bella auto, ma soprattutto, da questa lussuosa
reggia. Sai dolcezza mia, il motivo
per
cui volevo andarmene, era proprio questo, tu sei
ricca e bella...,
mentre io sono povero
e
brutto.
Adesso sei tu che se puoi dovresti perdonarmi
perché se non
ci fosse stata di mezzo
la
tua mano molto
probabilmente sarei già lontano e
avrei fatto una
gran fesseria. Adesso
sono pentito per quello che ti
ho detto e sono pronto a
riparare il danno morale arrecatoti, ti prego bambolina non soffrire più.
Lei commossa più che
mai, lo baciò teneramente poi gli chiese: "Non so se il mio cuore avrebbe retto a
lungo,
quindi mi sembra di aver capito che non mi lascerai e resterai assieme a me non
è vero?"
Steve
le rispose: "Sì amor mio, resterò con te per sempre se lo vorrai". Eugenia tutta contenta
gli disse: "Sì,
desidero che
tu rimanga con me per
sempre. Adesso posso mettere in
moto
l'auto per far sì che possa
condurti a casa nostra?"
Sì,
rispose Steve prima però
lascia che
ti coccoli un pochino e accarezzi la tua
bella pelle vellutata. Dopo le numerose coccole, mise in moto e si avviarono verso la bella casa.
Eugenia dopo aver fatto accomodare Steve, accese le
candele e andò in cucina, fece
riscaldare il cibo
perché a causa del
contrattempo s'era raffreddato. Dopo un minuto
arrivò in sala da pranzo si sedette
con Steve e cenarono.
La cena era squisita e, tra un boccone e l'altro,
conversavano sul loro prossimo
futuro,
al che
Steve disse: "Mi hai convinto; la tua proposta è molto
allettante quindi, domani andrò in
sede
e sperando che non me ne vogliano,
dirò ai miei superiori che ho deciso di
riprendere a
suonare e
dare concerti. Vedi mia cara Eugenia, penso che sarà un
po' dura campare senza uno stipendio
sicuro
perché questa è solo una bell'avventura e non si
sa come andrà a finire". A questo punto intervenne il
dolce soprano dicendo:
"Steve, ascoltami
attentamente, non ti devi preoccupare
minimamente perché
da domani, desidero ardentemente
che tu dia la disdetta
per lasciare il
luogo dove hai abitato e vieni
ad
abitare qui con me, e potremo finalmente
studiare e provare assieme i concerti ti supplico non
mi
dire di no. Questa casa è così grande
che per una ragazza
sola come me, basta e avanza e poi,
sono
certa che tu ed io, ci terremo
buona compagnia". Steve ancora incredulo, senza fiatare
alzò il braccio
e piano piano la mano sfiorò dolcemente
quelle morbide labbra che fra non
molto avrebbero dovuto
pronunciare belle strofe cantate poi quand'ebbero terminato ed
essersi rilassati, domandò alla ragazza
se avesse potuto dargli
della carta e una matita per
scrivere qualcosa.
Lei prontamente si alzò e
dopo
qualche secondo
arrivò con in mano
un taccuino, lapis e gomma. Glielo
consegnò e gli disse:
"Ti posso
stare vicino
per
sbirciare?
Non scriverai mica qualcosa
su
di me che possa nuovamente farmi soffrire,
se così
fosse non scrivere nulla e dimmelo a
voce. Dagli
occhi di Eugenia, già si vedevano scendere le
prime lacrime, ma Steve sorridendo la
abbracciò
dicendole: "No amor mio, non voglio più farti
soffrire;
sì che scrivo qualcosa su di te ma, una cosa molto
speciale e che mi auguro potrà farti
piacere; ma ora
lasciati guardare un pochino e non asciugarti le
lacrime poi, sbircia pure". Durante
la
stesura di
quello
che Steve stava scrivendo, ella disse:
"Leggerò quando avrai finito, adesso
chiudo gli
occhi e riposerò
al tuo fianco. Quando l'ex
contrabbassista ebbe finito le disse:"
Ora apri pure i
tuoi magnifici occhietti
e leggi". Quello che aveva
scritto il galantuomo, era una poesia dedicata
proprio a lei dal titolo" Non
piangere” e le
parole erano le seguenti:
Non pianger fatina
mia, lo sai che nel mondo non esiste
solo ingiustizia ma, anche amore?
Sì mia dolcezza,
quell'amore spirituale ed eterno che mai
nessuno potrà rubare.
Osservando non solo
il tuo bel corpo ma, qualcosa di molto
più bello e interiore, deduco che in
passato lo spirito
che è in te, deve aver tanto sofferto
ora però, tutto è finito perché il ciel
che
è nel tuo
cuoricino, d'ora in poi, sempre più
azzurro sarà.
Quand'ebbe finito
di leggere ciò che Steve aveva appena
scritto, non pronunciò nulla perché a parlare,
bastava il
suo silenzio mistico e imperscrutabile.
I suoi occhi trasmettevano a colui che
aveva dedicato
a questa bimba poche
righe uscite dal profondo del suo cuore,
tanta
gioia e....
gratitudine, rimanendo
abbracciati a lungo. Quando la bella
addormentata si svegliò, erano le 23.30, svegliò Steve e gli disse:
"Sono
stata molto contenta e, non ti
preoccupare per domani
mattina perché ho
dormito a
sufficienza,
metto la sveglia alle tre
poi, sarò io ad accompagnarti al lavoro e
se vorrai ti darò
volentieri una mano
per sbrigare tutte
le tue faccende,
compresa quella con i tuoi padroni di
casa, naturalmente
dovrai poi
essere tu a dare
la disdetta. Egli ancora assonnato le
rispose: "ti ringrazio tanto bambina non so come
farei senza di te, ora non ho
più dentro me quel gran
senso di
solitudine e angoscia perché sei entrata
tu a
far parte della mia vita e colmare di
gioia immensa il mio cuore". Detto ciò,
chiuse gli occhi e si
riaddormentò.
Alle tre esatte venne svegliato dalla sua bella
la quale gli disse: "Sai Steve
questa notte
mentre
dormivi, mi è venuta un'idea ed è
questa; mentre andrai a fare il tuo
solito giro col camion, io
andrò da una ditta specializzata in
traslochi di mia conoscenza (naturalmente a mie spese) farò portare
tutto il tuo mobilio nella
tua nuova residenza, sei contento? A
tutto penserà la tua bimba; dimmi di sì".
La risposta fu: "Ok
pensa tu a tutto, ora mi darò una
lavatina e poi via al
lavoro. La giornata, fu carica
di novità
ed entusiasmo da parte
di Eugenia.
Quando Steve finì il
suo giro telefonò ad Eugenia la
quale andò a prenderlo per condurlo dai
suoi datori
di lavoro, i quali rimasero un pochino sorpresi nel
sentire questa triste notizia, tuttavia
acconsentirono
e
lo pregarono di prendersi almeno dodici
mesi di aspettativa perché se qualcosa
fosse andato storto,
sarebbe
stato riassunto a
braccia aperte, nel
frattempo avrebbe potuto di nuovo girare il
mondo e ....
suonare col coro e
l'orchestra. Ad un certo punto
i due innamorati, salutarono. Appena
saliti in auto,
Eugenia sorrise a Steve poi disse:
Ah!! E’ andata, sono molto contenta; ora
ti condurrò a casa tua e
mentre
preparerai il
contrabbasso, il leggio e tutto ciò che
ti occorre per studiare, io invece
preparerò
una bella
valigia con una parte dei
tuoi indumenti poi, domani con calma
torneremo a prendere il resto
perché desidero tanto che da questa
sera dorma con me nella nostra casa, ah!
dimenticavo
di avvisare
il maestro Bordignon per dirgli di non preoccuparsi
più e di non cercare il sostituto del contrabbassista
deceduto
perché da oggi ci sarai tu.
Steve acconsentì, Eugenia mise in moto e partirono.
Dopo aver
preparato ogni cosa, caricarono l’auto e
andarono alla reggia. Arrivati che furono, la dolce
Eugenia
telefonò immediatamente al maestro, il
quale disse che non vedeva l'ora di conoscere il nuovo
contrabbassista e si sarebbe presentato
con la preziosissima Salwa il giorno successivo
naturalmente
con un graditissimo invito
a cena. Passarono così una ventina di giorni, durante i quali
Eugenia assieme
a Steve e ogni tanto Salwa, li trascorrevano facendo gite, laute mangiate ma,
soprattutto studiando
meticolosamente a
casa l'intero repertorio da eseguire molto presto a
bordo del transatlantico Sibilla,
e
nei vari teatri sulla terra ferma. Le prove con il coro e
orchestra erano molto apprezzate dal
maestro,
come pure dai coristi e dagli
orchestrali.
Finalmente arrivò
il giorno tanto atteso dove
bisognava partire per raggiungere il
porto e
poi salpare.
Ad attenderli,
c'erano due grandi pullman ciascuno
trainante un piccolo rimorchio, per poter collocare
tutti
gli strumenti. Alle quattro del mattino
del 2/5/1991, partirono per raggiungere il porto. Il
cielo era
stellato e il morale di tutti,
molto alto. Appena arrivati al porto e aver fatto il solito
check-in salirono
a
bordo, e subito dopo arrivò il
capitano per dar loro il benvenuto, disse che le
previsioni meteo davano
bel tempo e
quindi potevano stare tranquilli. La serata di gala, era
prevista per l’indomani sera alle ore
21.30.
A bordo c'erano delle
personalità importanti e anche
critici musicali nonché esperti
musicisti in
pensione per
godersi la crociera da sogno e
quindi, tutti gli orchestrali, i coristi
del maestro Bordignon,
dovevano
comportarsi in maniera degna della
situazione.
Il
Sibilla era già in mare
aperto quando l'equipe musicale si
trovava con
le gambe sotto i tavoli. Quando
finirono il
pranzo, fecero una breve visita alla
nave dopo arrivò un sottufficiale
per condurre tutti nel
grande salone da
concerti, dove fra non molto si
sarebbero svolte le prove.
Quando entrarono Eugenia
non volendo
credere ai suoi occhi
disse a Steve: Mon amour, se non
lo vedessi con i miei occhi non ci
crederei, non è meraviglioso cosa ne
dici, pensi ancora al tuo lavoro che svolgevi qualche giorno fa?
L'ex autista della nettezza urbana di
quella città
lasciata da poche ore non disse nulla
perché pensava
alla gloria che in
un
baleno
avrebbe
potuto ottenere ma, quella
poteva essere solamente una chimera
temporanea ottenuta grazie alla
sua grande esperienza musicale e consapevole
che come era arrivata
sarebbe anche potuta svanire di colpo.
Pensava a quante persone nella città
dove operava in quello
stesso istante avevano bisogno di
lui e lo
stavano pensando. Senza dire
ancora nulla si alzò da dove era seduto
e, lentamente si
avviò verso il
grande palcoscenico poi
si sedette a terra, chiuse gli occhi e …
pianse. La
carissima
Eugenia che l'aveva
seguito si sedette
accanto a lui e fissandolo disse:
"Ora cosa ti
prende non sei contento d'essere qui
con
me, lo sai che fra meno di due ore
avranno inizio le
prove? Egli prese il coraggio e disse:
"Sì bambolina
lo so, però ho avuto solo
un momento di
sconforto, fra non molto mi passerà
vedrai". Questo momento
passò e terminò
con un caloroso bacio poi, si presentò Salwa dicendo
scusate la mia intrusione, ma se
disturbo me ne vado. Eugenia
disse: "No Salwa, perché quello che
dovevamo fare è stato
completato,
parla pure". Ella
rispose: "Volevo solo informarvi che fra
meno di due ore, iniziano le prove
generali e
ho un po'
di paura per cui mi chiedevo se fosse
stato possibile fare una prova assieme a
voi. Steve le
rispose: Certo iniziamo quando vuoi.
Dopo aver accordato lo strumento,
assieme a Eugenia e Salwa,
provarono i passi più difficili del trio
per due soprani e contrabbasso di Logo Treviato e dopo tenendosi
per
mano andarono nella loro cabina a rilassarsi un po’
e prendere ancora alcune cose per le prove.
Terminate le prove
andate molto bene, si concedettero un piccolo relax, quindi la
dolce bimba mise il
suo
braccio attorno al collo di Steve e andarono nella loro camera.
Una
volta lì, Eugenia si
sdraiò sul morbido letto poi disse gli: "avvicinati a me perché desidero essere
coccolata un po' non
essendo
stata seduta i miei poveri piedi mi dolgono un pochino". Egli
senza farselo
ripetere due volte le si avvicinò sedendosi accanto poi
con molto savoir-faire prendendo
il suo bel piede
fra le sue mani le disse: ho visto che sei stata
molto in piedi, il brano
che hai cantato come solista, mi è
piaciuto parecchio e mi ha toccato
nel profondo, sai Eugenia
… hai proprio un gran talento e non lo devi
sciupare.
Ella gli rispose: ti ringrazio tanto ma
visto che hai fra le tue mani il mio piede me lo potresti
massaggiare un
po' ? Steve rispose: Certo
mia bella fatina, te lo massaggerò con molta delicatezza,
però prima
vorrei accarezzarlo un
pochino. Durante la manipolazione, le disse inoltre: "Sai amore mio,
nel
corso della mia
vita quando suonavo,
conobbi molte ragazze anche belle e di piedini ne ho visti e
accarezzati
molti ma, come i tuoi … mai. Sai i tuoi,
sono arcuati in modo speciale che solo il buon Dio
ha saputo scolpire così bene". Eugenia la quale
non s'aspettava un complimento così bello e gli disse:
"Da come hai parlato mi sono eccitata e
da domani, starò in piedi più che potrò così mi stancherò
di più
perché ormai ho trovato il
mio massaggiatore di fiducia e vorrò essere sempre massaggiata
come stai
facendo ora". Steve
contento rispose: "Fra poco smetterò
perché anch'io
mi sto eccitando,
ma adesso
dobbiamo
preparare per la cena e dobbiamo essere
lucidi". Eugenia disse: "Va bene Steve promettimi
che dopocena continuerai da dove
abbiamo interrotto". Te lo prometto rispose Steve. Dopo aver
cenato
molto
educatamente salutarono
tutti augurando loro la buona notte
e s'avviarono verso
la prua della
Sibilla.
Il mare era
calmissimo
quindi i due innamorati decisero di rimanere in quel
posto ancora un po'.
Ad un certo punto,
Eugenia appoggiò dolcemente la sua testa sulla spalla
di Steve e si
appisolò e di
conseguenza lui la
lasciò dormire vegliando su di essa.
Verso le quattro del mattino la bella
soprano, si
svegliò dicendo: "Mi devo essere addormentata
perdonami ma
perché non
mi hai svegliata?"
Le rispose:
Piccola mia, il tuo sonno era così
profondo che avevo
paura a
svegliarti eri bella anche così,
mi limitavo
solo ad accarezzarti. Il tuo respiro
era tranquillo ed io t'ho vegliata e custodita nel mio cuore,
ah! come
vorrei che si
fermasse
il
tempo ma se vuoi
possiamo andare a letto
perché oggi
ci attendono
ore intense.
Eugenia disse: "Sì andiamo ma quando
saremo lì, desidero riprendere a dormire abbracciata a te".
Tutto andò
come desiderava lei. Arrivarono
nel loro nido d'amore, tutt'e due stanchi morti, ma prima di
prender sonno ebbero
ancora il tempo di farsi tante coccole. Dormirono fino alle
dodici, poi si alzarono
perché era quasi
l'ora di pranzo. Le prove generali
per il concerto serale,
vennero fissate per le sedici
dal
maestro Bordignon. Eugenia
e Steve (come
del resto tutti i coristi e gli
orchestrali), puntualmente
si trovarono in
sala concerti alle 15.30 per accordare
gli strumenti e dopo 15 minuti, arrivò il maestro
in
grande forma. Per
l'occasione, si presentò anche il
capitano per ascoltare la prova generale e alle
16
iniziarono. Ogni tanto il maestro fermava tutti
per suggerire le ultime cose ma sarebbe potuto andare
benissimo anche così però lui era
molto esigente e quindi tutti i professori d'orchestra erano muniti di
matita, gomma e sulle loro
parti annotavano tutti i coloriti dei fraseggi musicali ad esempio piani e forti
rallentati,
respiri e altro. Dopo aver fatto loro i complimenti li lasciò liberi fino alle 20.30 dopodiché era
ora del
gran galà. A quell'ora la sala era già gremita di importanti personaggi e non. Dietro le quinte
si
udivano già gli orchestrali che accordavano i loro strumenti e coristi che scaldavano le
voci. Si udivano
anche le ugole
di Eugenia e Salwa che provavano i loro brani da cantare come soliste erano
stupende.
Steve ascoltando tutta questa confusione di suoni pensò che se si fosse aggregato anche
lui, forse non
avrebbe risolto nulla decidendo dunque che quando fosse stato il momento, sarebbe
salito sul palco
senza scaldare se stesso e lo strumento.
Alle 21.15 arrivò una graziosa
valletta ad avvisare che era
giunta l'ora del grande debutto.
Tutti quanti
smisero di mescolare i
suoni e in fila uno dietro l'altro presero posto sul palco. Dopo il
grande
applauso
iniziale ci fu un attimo di silenzio udendo solo in lontananza
il rumore dei
motori della nave poi,
nulla
altro.
Dopo pochi
secondi arrivò il maestro che andato verso il pubblico fece un grande
inchino, poi
si
voltò verso l'orchestra
e diede l'attacco. Stavano eseguendo il
Requiem di Mozart quando il
direttore
alzando le braccia fece sospendere l'esecuzione e voltatosi
verso il pubblico domandò
scusa poi, con un
piccolo gesto chiamò Eugenia la quale uscì dalla
sezione dei soprani e andò
immediatamente da lui e
gli domandò:
"Maestro cosa le succede? Egli
con un fil di voce rispose, per cortesia
chiama un medico
perché qualcosa non va, ma promettimi che questa sera
dirigerai tu perché sei molto brava. Eugenia
avvisò
subito uno dei medici di
bordo poi, andò
all'inizio del palco dicendo agli spettatori di avere
solo
un pò di pazienza che il concerto sarebbe ricominciato con lei alla direzione e a cantare, perché
questa
era la volontà del maestro Bordignon. Nella sala, nessuno si alzava o parlava e
il silenzio era totale.
Dopo circa un minuto, arrivarono due medici del Sibilla i quali dissero che
il maestro, doveva
essere
trasportato con la massima urgenza in infermeria per controlli vari.
A questo punto prese
in mano la
situazione
Eugenia,
perché era
diplomata non solo in canto corale ma anche in
composizione, direzione
di coro e di orchestra. Dopo che il maestro venne
trasportato con la
barella in infermeria Eugenia con
molta classe salì sul
podio e, volgendosi verso il disciplinato
pubblico fece un bell'inchino, dopo si
voltò
verso i coristi e gli orchestrali
prese la
bacchetta e diede l'attacco per il primo movimento del
Requiem
di Mozart (L'adagio).
L'orchestra e il coro erano preparatissimi
quindi quando doveva cantare lei, si
voltò leggermente
verso il pubblico lasciava che tutti i
componenti continuassero da soli senza essere
diretti,
si
limitava solo a dar loro gli attacchi
con il dito indice della sua mano
destra. Dopo il Requiem,
suonarono pure
brani di Vivaldi e altro.
Come finale eseguirono il
trio per due soprani e contrabbasso di Logo Treviato intitolato "Solo per te".
Il concerto fu un
successone e subito dopo, sia lei che Salwa, corsero in infermeria accompagnate da
Steve per
sapere le ultime novità sul loro maestro.
Quando arrivarono
i medici dissero che era stato
condotto nell'ospedale di bordo e che le
analisi
erano ancora in corso ma di stare tranquilli perché era
solo questione di giorni e che
per il momento, doveva restare in terapia intensiva,
era monitorato
in
continuazione perciò
non poteva
ricevere visite e che comunque sarebbero stati informati per ulteriori
informazioni.
Saputo queste cose, Salwa dedusse che il maestro aveva avuto un arresto
cardiaco. Era
certa
perché in passato in Tunisia, prima di diplomarsi in composizione e
direzione d'orchestra, era
una
infermiera presso un ospedale. Eugenia non potendo fare nulla, disse a
Steve: "Ormai si è fatto
tardi e
mi auguro che tutto
si risolva per il meglio, se Salwa vorrà seguirci andremo sul palco a ritirare tutte le
cose e le porteremo
nelle nostre camere poi andremo al ristorante a mangiare
perché ho molta fame;
Salwa disse: "Se
mi accetterete, verrei anch'io molto volentieri con voi
perché anche a me, è venuta
una fame da lupi. Dopo
aver cenato arrivò il capitano domandò se
avesse potuto sedersi assieme ai tre
compagni inseparabili. Salwa senza
indugiare rispose: "Si
accomodi pure capitano, è un onore averla
fra di noi a quest'ora della
notte".
Quando fu seduto
disse: "Vedete ragazzi,
tutti i partecipanti al concerto ed io siamo stati molto colpiti
dalla
vostra
professionalità come pure i critici, percui ci chiedevamo se vi fosse
stato possibile replicare
il
concerto fra qualche giorno. Se il maestro Bordignon se la sentirà,
saremo tutti molto contenti
sennò
come questa sera andrà benissimo". Ora a prendere la parola fu
Eugenia che disse: "Mi
dispiacerebbe
molto se ci esibissimo in un altro concerto senza il nostro
bravo maestro, se
Steve e l'orchestra come
pure i coristi saranno d'accordo,
tuttavia premetto che
questa volta a dirigere sarà la nostra
bravissima
Salwa". Il capitano
compiaciuto per la risposta
data disse: "Ok, fissate pure una riunione nella giornata
di domani
e poi tenetemi
informato, adesso vi posso offrire un digestivo o qualcos'altro prima di
andare
a
coricarvi?" La risposta fu: si vada per il digestivo grazie. Dopo aver sorseggiato il digestivo
parlarono
ancora un po',
e poi si
congedarono augurandosi la
buona notte. Lentamente i tre
amici si avviarono
verso le loro camere,
dopo si salutarono ed
entrarono. Quando Eugenia mise piede nella camera, disse
a Steve:
"Questa sera è stata piena d'imprevisti e sono un poco stanca, ma non morta e quindi quando
saremo
a letto, desidero essere
abbracciata e che mi dica sinceramente come sono andata".
Steve le rispose:
"Angioletto mio, sei stata meravigliosa e, se anche Salwa sarà alla tua
altezza,
sono
fortunatissimo di avervi conosciute
quindi ti prometto che non appena saremo a letto, ti
abbraccerò
perché non vedo l'ora di
starti vicino per farti tante coccole poi se lo vorrai, potremo
scambiarci anche
qualche bacetto
dicendoci belle frasi d'amore e amarci. Eugenia era felicissima
e malgrado l'ora fosse
tarda
acconsentì. Quand'ebbero ultimato di
fare ciò che avevano tanto desiderato si addormentarono
come due
cerbiatti. Si svegliarono quasi
contemporaneamente dopo alcune ore, e visto che non era
presto,
la bella bimba disse: "Questa mattina ho
deciso che non farò la doccia perché devo organizzare
la riunione con tutta l'equipe tu fa
pure con calma, mi raggiungerai più tardi in sala riunioni".
Steve ancora
assonnato, le diede il bacino del buongiorno e le disse: "Va pure mon
amour, farò come
hai detto".
Quando fu pronto, prenotò l'ascensore e salì tre piani sopra recandosi
in sala
riunioni. Quasi
non poteva entrare tanto era piena di coristi e
orchestrali quindi, attese fuori su
un
morbido sofà. Dopo
circa venti minuti, tramite box acustici, vennero
informati i passeggeri che
era in arrivo una tempesta
e quindi si sarebbe ballato un po'.
La riunione terminò prima di
andare a pranzo deliberando che se non
ci
fosse stato il maestro
Bordignon il concerto si sarebbe eseguito ugualmente. Eugenia disse a
Salwa:
"Hai per caso visto
Steve?" La risposta fu: "No, perché essendoci tanta gente e con
questa confusione,
non
riesco a vedere nulla ah!! Eccolo laggiù vado subito a chiamarlo".
Eugenia disse: si carissima va
pure
mentre io parlerò con le spalle delle varie sezioni".
A gran fatica Salwa riuscì a raggiungere
Steve
dicendogli: "Ciao, questa notte hai
dormito bene
accanto al tuo amore?" Lui rispose: "Sono distrutto,
ma dimmi com'è
andata la riunione?" Dalle
sue
splendide labbra uscì: "Bene, sai se il maestro non si
rimetterà in
tempo, dovrò dirigervi io sei
contento?" Il netturbino rispose: "molto, così sarò costretto ad
ammirare le tue belle
braccia e le mani quando mi darai gli attacchi per gli assoli che
dovrò eseguire,
mentre
Eugenia potrà
dedicarsi interamente al canto". Salwa
commossa rispose: "Sai Steve le parole
che hai appena pronunciato mi
sono piaciute
tantissimo e la
tua sensibilità mi ha toccata nel profondo.
Tu mi hai lusingata e,
quando ti darò gli
attacchi, i miei occhi fisseranno intensamente i tuoi ricordando
le
belle parole uscite dal tuo
cuore in quest'istante; tu forse neppure lo sai ma, ho
ammirazione per te,
non
avevo il coraggio di dirtelo e se non ci fosse Eugenia, ti giuro che
proverei a corteggiarti ma non
voglio rovinare tutto, mi basta soltanto una cosa: soffrire in silenzio.
Detto questo, si commosse tanto
e pianse non riuscendo più a pronunciare una vocale. Steve
che pure lui non aveva
il cuore di ghiaccio,
ed era molto commosso cercò di dirle:” Suvvia Salwa, non fare così perché
ti voglio bene e so che in te
non c'è soltanto un'artista ma, una vera
donna molto sensibile ed è
questo che scruto nelle persone.
Pensa che quando
Eugenia mi conobbe, ero un'autista qualunque alle dipendenze di
un'azienda
della
nettezza urbana di una metropoli, ma prima ancora di esserlo, ero
già un musicista come ora;
adesso
permettimi di asciugarti le lacrime e se ti riesce, dimmi ciò che
avevi in mente di
dirmi poc'anzi.
Salwa
lo abbracciò e
piano piano, smise di piangere poi, facendosi coraggio
disse:
"Lo so che non potrò
mai essere tua ma solo una cosa ti chiedo ed è
questa, promettimi che
dopo Eugenia,
sarò considerata
da te la prima e la più grande amica, ti scongiuro,
solo
questo desidero da te. Lui taciturno e muovendo
il capo su e giù le disse. "Se
anche non me lo avessi domandato, ti consideravo già nel mio cuore come
l'eterna e mia più
grande amica.
I
professori d'orchestra e i coristi lentamente, uscivano dalla sala
lasciando un po' di spazio per
poter
respirare, naturalmente uscendo salutavano Salwa e Steve con grande
rispetto e si allontanarono.
Eugenia non vedendo nessuno dei due arrivare, si preoccupò poi, corse
verso l'uscita e vedendo Salwa
ancora con le lacrime agli occhi le domandò: "Come mai sei così
triste, che cosa ti sta
accadendo?
Confidati siamo amiche ormai da parecchi anni dimmi tutto".
Lei scuotendo il capo
disse: "No non posso
ti farei soffrire
molto e non voglio. Eugenia che non era una
sprovveduta le
disse: "Ho capito
tutto, ti
sei innamorata non è vero?" Salwa alzò il suo bel viso
verso quello di Eugenia poi le disse: "Hai ragione
però, non è possibile dirti chi è
perché ora non
c'è e non so
dove sia". La ragazza del contrabbassista le
disse: "Ti capisco perché
quando conobbi
Steve mi capitò la stessa cosa poi si risolse tutto in un
baleno,
abbi
fiducia e vedrai
che il tuo amore molto presto ritornerà.
Purtroppo la triste conversazione venne
interrotta
per l'arrivo del medico
di
bordo informando i tre amici se lo avessero desiderato avrebbero
potuto seguirlo in ospedale perché stava arrivando un elicottero per trasportare il maestro
all'ospedale
Charles Nicolle di
Tunisi. Steve
disse: "Faccia pure strada e noi la seguiremo".
Quando arrivarono vennero informati che il paziente doveva subire un
delicato intervento al cuore che
sul Sibilla
mancavano le apparecchiature idonee per l'intervento, e che purtroppo la prestazione
del
maestro si sarebbe protratta nel tempo senza sapere una data
precisa. Il maestro volle che
le due belle
ragazze e Steve si avvicinassero al suo capezzale dicendo
loro:
"Non temete per me io
ho la pelle dura
tornerò presto e ci divertiremo ancora ma, sono sicuro che anche senza di me
ve la caverete benissimo
ora andate e fatevi onore. Poi prese la mano di Steve e disse:
"E' un vero peccato che non abbia potuto
ascoltarti e stringerti la mano
dopo i tuoi assoli, avrò
comunque modo di apprezzarti al mio ritorno ora
permettete che vi dia un bacio e che vi auguri
in bocca al lupo. Ultimato il bel discorso tacque perché
dai suoi
occhi uscivano alcune
lacrime.
Dopo qualche minuto, vennero avvisati che l'elicottero era
atterrato sulla pista
d'atterraggio del Sibilla.
Il cardiologo e gli infermieri a bordo
dell'elicottero, fecero in tempo a
sistemare il maestro Bordignon
sul grande velivolo super attrezzato per
tutte le patologie e
decollare dirigendosi velocemente verso
l'ospedale di Tunisi Charles Nicolle.
Eugenia dovette
assentarsi perché venne chiamata dai membri del
coro. Circa una ventina
di
minuti più tardi, come
annunciato tramite gli altoparlanti, si scatenò la fine
del mondo. All'improvviso il cielo si
oscurò un vento impetuoso accompagnato da folgori e tuoni
avvolse
il Sibilla per cui i marosi a poco, a poco si avvicinavano ingigantendosi
sempre di più.
Il
Sibilla reggeva bene però si ballava veramente al punto che Salwa,
tentando di trovare un
appiglio e
non riuscendo a trovarlo, finì contro la sua volontà in
braccio a Steve abbracciandolo. Rimase per un
momentino in quella posizione poi disse:
"Perdonami Steve ma è
stato contro la mia
volontà. Anche se
mi sarebbe piaciuto, non lo avrei mai fatto perché
stimo molto Eugenia e te sai,
non voglio rovinare
l'amicizia
che esiste fra noi a meno che tu...... Steve le rispose, anch'io lo vorrei tanto perché pure io
provo qualcosa di dolce per te ma ho una
paura tremenda.
Ora sono inquieto e purtroppo non abbiamo
tempo
per queste distrazioni perché tu ed Eugenia, avete
una grande responsabilità verso
l'orchestra e
il coro
ed io come orchestrale e
come
solista.
Se ti può fare piacere e se per ora ti
puoi accontentare,
sappi che con la tua semplicità, hai fatto sì che
m'innamorassi di te e in cuor mio, ti amo tanto ma....
promettimi che
qualsiasi
cosa accada non svelerai mai
ad alcuno il nostro segreto che rimarrà custodito
per sempre
nei nostri cuori, non voglio fare soffrire entrambe
preferirei morire. Salwa piangendo disse:
"si Steve te lo prometto se però
ogni tanto potrò stringerti come sto facendo adesso e magari
baciarti,
sarò più che soddisfatta
ma ti prego non trascurarmi se no andrò via per sempre e non
mi vedrai più".
Steve
commosso dalle belle parole disse: "Salwa, ti prometto che non sarai
trascurata". Detto questo,
la
bella ragazza si alzò e andò a sedersi sul divano accanto ad uno
degli oblò per osservare il mare
in
burrasca il quale non accennava a diminuire.
Dopo non molto
tempo arrivò Eugenia
bellissima e pimpante dicendo: "Salve ragazzi come va, perché
siete così
taciturni
avete forse paura? Io
vi dirò che ne ho avuta parecchia e adesso sto piano, piano
abituandomi,
sapete sono riuscita a parlare con il capitano
e mi ha detto che se avessi voluto salire con
lui sul ponte di comando, avrei visto lo
spettacolo del mare in tempesta. Dapprima ero terrorizzata ma
poi è stato
eccitante e piano piano la paura è passata. Mentre
stavo parlando con una ragazza
addetta
al computer, è arrivato il
bollettino meteo dicendo che tra poco il tempo migliorerà. Abbiamo
discusso
sul prossimo concerto che verrà
replicato dopodomani e se per voi
va
bene, informerò immediatamente
i nostri
colleghi. Salwa disse: "Io sarei pronta e tu Steve cosa ne pensi?" Egli rispose:
"Sì non ho
nulla
in contrario, ma dovrò prepararmi molto bene perché non vorrei fare una figuraccia il
pubblico è molto
esigente. Eugenia si avvicinò a Steve e dopo
averlo baciato disse: "Bene ora corro a
riferire a tutti che
le prove le fisserò per domani sera alle ventuno. Salwa disse: "Non ti spiace
se rimango ancora un po'
qui con Steve aspettando che mi passi la nausea causata dal mal di
mare?"
Eugenia le rispose: "Assolutamente no, rimanete pure qui e tenetevi compagnia così se
avrai bisogno di
assistenza ci sarà il mio caro Steve ora vi lascio."
Piano piano la burrasca
cessò e le onde non facevano
più terrore e andavano via via scemando. Salwa si alzò e
andò a sedersi accanto a Steve dopo averlo
accarezzato disse: "La nausea
non
mi è ancora
passata, per caso non
hai qualcosa per farmela passare?
Mi sembra di morire; per fortuna che non
eravamo in
concerto, altrimenti avrei dovuto sospendere la
direzione." Egli estrasse dalla tasca una caramella
gommosa dicendole: "Ecco Salwa, masticala come se
fosse un chewingum e abbi pazienza perché
l'effetto non è immediato". Lei rispose: "Ti ringrazio tanto
ma mentre aspetto di sentirmi meglio,
dimmi qualcosa di carino perché mi sento sola e desidero un po'
di carezze da te così mi
potrò concentrare sulle tue belle
frasi e non penserò alla nausea. Dopo tutti i
bei discorsi Salwa
guardò il quadrante dell'orologio
vide che si erano ormai
fatte le ore diciotto quindi
disse: "Mi
è venuta fame e la nausea m'è passata speriamo che arrivi Eugenia così potremo prepararci
per la
cena e poi se riuscissimo, mi piacerebbe provare noi tre soli, alcuni brani del repertorio".
Proprio
in quell'istante arrivò Eugenia dicendo di scusarla per il ritardo perché aveva incontrato il
capitano
invitandola al bar
a bere qualcosa. Andò poi vicino a Steve e dopo averlo preso per mano, si
avviarono
verso il salone ristorante. Finito di cenare, i tre inseparabili amici (anche se un po'
stanchi), riuscirono a
ripassare qualcosa. Il giorno dopo alle 15.30, tutti i
componenti erano pronti per la grande
prova.
Le due ragazze erano divine, Eugenia aveva una voce
angelica ben impostata e Salwa
stupì Steve per la
grazia con la quale muoveva la sue belle mani
e aveva saputo trasmettergli il suo pensiero. Il giorno
seguente il grande salone era gremito
di ascoltatori ansiosi di riascoltare
il grande coro e l'orchestra.
Dopo l'inchino di Salwa
verso il pubblico, voltatasi fissò gli orchestrali e a Steve fece un piccolo
sorriso
muovendo dolcemente il capo
come per dire sì inizia pure.
Gli occhi della
bella direttrice
erano lucidi ma
lei essendo sicura di sé, non si
lasciò prendere dalla commozione e continuò imperterrita perché sapeva
che Steve quella
sera stava suonando per
lei ed Eugenia, e infatti il contrabbassista suonò in maniera
esemplare e
molti passi difficili che li eseguì a memoria con gli occhi
socchiusi. Naturalmente il coro e
l'orchestra non furono da meno finito il
concerto andato alla grande ci fu un mega rinfresco con tanti
pasticcini
e altro poi tutti andarono a
nanna.
I tre amiconi
andarono nelle proprie stanze facendosi
tanti
complimenti.
A un certo punto Salwa domandò
ad Eugenia se avesse potuto abbracciare e
baciare Steve
per aver suonato così egregiamente.
Ella le rispose: "Ma certo, prima fallo tu
perché hai diretto da
vera
professionista e poi lo farò
io". I passeggeri del Sibilla erano
soddisfatti e la nave procedeva per il porto
di Tunisi
dove si sarebbe dovuto tenere il concerto.
Una volta sbarcati, i tre
amiconi accompagnati da
pochissimi colleghi andarono con i taxi
all'ospedale Charles Nicolle
per
andare a trovare il
loro maestro.
Poiché
i visitatori erano troppi, gli infermieri fecero entrare solo Eugenia,
Salwa e
Steve gli altri invece
dovettero aspettare il loro turno. Il maestro quando li vide fu
molto contento e domandò tante cose. In
quell'istante,
arrivò il cardiologo Saffa colui che eseguì l'intervento al cuore del maestro
dicendo che era
andato
tutto bene ma prima di ristabilirsi
definitivamente, avrebbe dovuto stare a riposo per almeno
quindici giorni perché aveva un bypass
e dopo avrebbe potuto
riprendere la normale
attività. Disse di
andare pure a
eseguire il concerto che dopo lo avrebbe dimesso per cui
sarebbe potuto
salire sul Sibilla
assieme al coro e l'orchestra. Tutti i visitatori rimasero
soddisfatti e uscirono. A bordo di due pullman si
recarono in teatro e poi
in albergo. Dopo il concerto andarono in
ospedale a
prendere il maestro e poi
salparono per altre destinazioni.
Piano, piano e con
l'aiuto del buon Dio, il maestro Bordignon si riprese bene, ma
doveva
assumere molti
farmaci per il cuore, per la pressione del sangue e
altro, e tenersi inoltre in costante controllo medico.
Riprese anche a dirigere, a comporre musiche
proprie ottenendo degli
ottimi risultati. Purtroppo arrivò
il triste giorno
del rientro in patria, però non per molto tempo perché il calendario degli anni
successivi
era già molto pieno d'impegni anche per quanto riguardava gli
impegni discografici e con l'incisione di
musiche di sua composizione.
Eugenia domandò a Salwa se avesse desiderato abitare nella reggia con
Steve e lei per studiare assieme a loro, ella accolse l'invito con grande piacere.
Un bel dì a Steve venne una brillante idea; andò da Eugenia e Salwa
dicendo loro: "Non riuscirei
a fare
a meno di voi e del nostro buon maestro Bordignon, però dal
momento che ho del tempo
a disposizione,
avrei pensato di andare a salutare i miei ex datori di
lavoro per dir loro che se
anche sono diventato
ricco, non mi sono scordato di chi tanto mi ha
stimato e dato una mano, ed
inoltre sarò sempre a loro
disposizione qualora ne avessero necessità,
magari saltuariamente
quando non abbiamo grossi impegni,
sei d'accordo anche tu? Eugenia con
le lacrime agli occhi
gli rispose: "Si Steve e se vorranno potrei pure
io svolgere un lavoro
così assieme a te e
passare
un po' di tempo spazzando le vie della metropoli".
Salwa la quale sentì
tutto disse: "Bravo Steve,
poiché ho pure io come voi del tempo a disposizione, se
vorrete mi unirò
a voi perché non mi va
di stare a casa tutta sola a bighellonare; mi annoierei".
Eugenia
sorridendo disse: "Ok ora tirerò fuori
l'auto dal garage e partiamo alla volta dell'azienda della
nettezza
urbana. Una volta che
furono arrivati, vennero accolti a braccia aperte dagli impiegati e
fatti
entrare
nell'ufficio del direttore. Appena entrati il signor Roberto (dirigente)
disse loro: "Ragazzi mi fa
piacere rivedervi, come va?" I tre amici esposero la loro richiesta e
lui disse perfetto proprio l'altro ieri
sono arrivati degli auto compattatori nuovi
e
uno lo consegnerei a voi perché sono
a corto di personale
e se lo vorrete, opererete tutti tre sullo stesso
mezzo e potrete
prendere
servizio anche domani". Volle
ancora aggiungere: "Naturalmente sarete
retribuite
bene perché conoscendo il signor Steve, desidero
trattare bene pure voi ed
inoltre sarete messe in regola e se fra qualche mese dovrete ripartire sarete
libere di andare
… siete soddisfatti?"
Eugenia, Salwa e Steve lo ringraziarono e dopo averlo salutato
garbatamente
si congedarono da
lui.
E fu così che i tre inseparabili amiconi vissero assieme senza mai
avere il
minimo diverbio, suonando
nelle località più belle del mondo per lunghi anni fino a che
in una
notte tenebrosa e molto fredda Steve
non per volontà sua si ammalò gravemente e i medici
diagnosticarono che si
trattava di un tumore.....
maligno e nel giro di pochi mesi e con grandi
dolori
lancinanti, si spense lasciando un bel ricordo di se a
tutti ma, in particolare alla sua
tanto amata Eugenia e alla sua grandissima amica Salwa; a queste due
meravigliose ragazze, lasciò
tutti i suoi averi. Ora egli è vivo e vegeto e
si trastulla felice nell'immensità
dei verdi pascoli di Dio.
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