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   RACCONTI DI STEFANO VILLA

UN PICCOLO PENSIERO  


          Questo è un piccolo pensiero d'amore venutomi alla mente, dopo una lunga e faticosa giornata trascorsa
 
        componendo una poesia malinconica, riguardante attimi da dimenticare. 
          Questo racconto non vuole essere frutto dell'invenzione di chi sta scrivendo ma bensì della pura verità.
      
   Un distinto signore passeggiando con passo lento e tranquillo nel bosco di una montagna non molto alta
        
 ma, neppure troppo bassa, situata in una località il cui nome (per volontà degli abitanti) venne chiamata
        
 molti anni orsono "Senza Nome",
ode una vocina di bimbo o di bimba. Bloccatosi all'istante, vuole essere
        
 ben sicuro di avere sentito giusto e da quale parte proviene la voce.
 Stanco e pensieroso, vede a breve
        
 distanza, una roccia dove poter posare le sue stanche membra, quindi lentamente si avvicina prendendo
        
 dimora.
 
All'intorno nulla oltre al cinguettio di qualche uccellino e in lontananza, l'abbaiare di alcuni cani.
  
     
 Un venticello leggero, muove le prime foglioline delle fronde degli alberi svegliando così due scoiattolini
        
 e facendoli uscire dalla loro casetta
 incavata in un albero secolare,
situato proprio a pochi metri da lui.
         
Ora, come per incanto, ode di nuovo la voce di quella umana creatura e, preso dalla curiosità, il distinto
        
 signore, facendosi forza tenta di alzarsi per perlustrare la zona ma, allo tempo stesso, una bella bimba
        
 avanza verso di lui
tenendo dolcemente fra le proprie braccia i due simpaticissimi scoiattoli.
          La bimba non temendo il distinto signore, con voce tranquilla gli dice: "ciao, non ho paura di te e lo sai
        
 perché?" Egli meravigliato risponde: "non ne ho la più pallida idea, per cortesia me
lo puoi dire tu?" La
        
 bimba gli disse: "si te lo dirò, vieni assieme a me al ruscello e ti stupirai,
 
ora ti dico perché non ho paura
        
 di te, ecco, vedi questi due graziosi scoiattolini? Ebbene,
loro sono i miei amici e non fuggono vedendo
          me, quindi se non scappano vedendo te ciò
significa che sei buono e non oseresti farmi del male per cui,
        
 neppure io ho paura di te e allora perché dovrei fuggire?"

     
    Su corriamo al ruscello e vedrai ciò che i tuoi occhi non hanno mai visto. La bimba e il distinto signore si
        
 avviano sorridenti, verso il ruscello canticchiando
una bella canzoncina imparata sul momento dal titolo:
        
 "Ho trovato un amico".
Come sono felice di aver incontrato un amico, un grande amico sincero e molto
        
 cortese e d'a
nimo buono. Lui sempre gioviale è entrato ormai nel mio cuore ed è parte integrante della
        
 mia vita.
Desidero immortalarlo nella mia collezione, con i miei amichetti appartenenti a
codesto bosco
         
incantato. Per ora, egli è il primo essere umano ad essere stimato da me e in futuro, mi auguro anche
        
 dalla gente appartenente al pianeta Aurius.
Grazie di cuore mio eterno amico.
         
Cammin facendo alcuni uccellini si posano dolcemente
sulle spalle della bambina e il signore meravigliato
        
 le dice: "sono senza parole; anche questi
uccellini ti vogliono bene e non hanno paura di me?" La bella
        
 fanciulla risponde: "certo
che no, vedi come ti fissano cinguettando? Se li guardi anche tu e parli loro,
        
 sicuramente si
poseranno pure sulle tue spalle, non saresti contento?" Egli commuovendosi non poco,
        
 per le belle parole appena pronunciate dalla bocca della
bellissima bimba, prostrandosi innanzi ad essa
        
 (senza spaventare
le bestiole), prendendole la mano destra, l'avvicina più a se rispondendole: "si piccola
        
 mia, ne sarei onorato".
         
Sai, non mi merito tanto e devo dirti che loro sapendo quanto tu sei buona, contraccambiano in questa
      
   maniera. Ora mi permetti di domandarti una cosa?
 La bimba con la sua grazia risponde: "certo non vedo
        
 perché no, parla pure e cercherò di esaudire questo tuo desiderio." Lui con le lacrime agli occhi le dice:
         
"desidererei tantissimo, sapere il tuo nome …
per favore, me lo puoi dire?" Prontamente la bimba dice:
        
 "su Aurius, il mio nome è Vauria,
ma tradotto nella tua lingua è Valeria; ti piace?" Il distinto gentleman
        
 commosso più che mai le dice:" è
 bellissimo e vorrei tanto essere il tuo buon papà ma, senza dubbio ne
        
 avrai già uno, però, nel caso in cui
 non fosse così mi accetteresti? Senza esitare e con un indescrivibile
        
 
sorriso sulle labbra, Valeria risponde: "si, sarei felicissima anche perché, non ho più il mio papà da molto
        
 tempo ossia da quando su
 Aurius fummo bombardati da una violenta esplosione interplanetaria con delle
        
 conseguenze catastrofiche e le cause restano da noi tutt'ora sconosciute risparmiando solo pochi abitanti
        
 oltre la mia cara mamma il cui nome nella tua lingua è,
Ketty. Ora potrei sapere il tuo nome? Il distinto
 
        signore, le dice:
"il mio nome è Pablo ti piace? La bimba dice: "si mi piace tantissimo."
         
Detto questo, gli animaletti che riposano sulle spalle di Valeria, pian piano vanno a posarsi sul distinto
        
 signore. Dopo che Valeria ha finito di baciare il suo nuovo papà, si prendono per
mano e canticchiando la
        
 bella canzoncina imparata poco prima si avviano verso il ruscello. Arrivati sul posto le sorprese non sono
        
 ancora finite e chi sta scrivendo dice che la piccola Valeria, osservando il ruscello ancora gorgogliante,
        
 come quando l'ha lasciato l'ultima volta dice al nuovo papà: "vedi come quest'acqua cristallina gorgoglia,
         
facendo lo slalom fra queste pietre?"

     
    Adesso vedrai come gli scoiattolini sono contenti che io l'immerga
per fare loro il bagno. Dopo il bagnetto
        
 il papà non osa
 proferir parola perché ha capito
che la bimba ha dei poteri magici, essendo così diventata
        
 la sua fatina.
 Quando fece
uscire gli scoiattoli dalla fresca acqua montana, sembravano molto soddisfatti.
        
 
Ad un certo punto Valeria dice: "mio caro papà ora è giunto il momento di lasciare questo luogo favoloso,
        
 perché il tempo della mia vacanza sul suolo terrestre è ormai scaduto. Sento che
la mia dolce mammina
        
 attende te e me sul pianeta Aurius mi vuoi seguire?"
         
Ti prometto che sarò molto buona e non ti farò disperare; la mia mammina è molto
 bella e buona.

          Potremo portare anche i nostri amici qui presenti con noi e di tanto in tanto con la forza del pensiero,
        
 scenderemo sulla terra per trascorrere le vacanze assieme alla tua dolce mogliettina, ti
prego non dirmi
        
 di no. La risposta del papà è: "si piccola mia, accetto molto volentieri l'invito e sono sicuro che su Aurius
        
 ci divertiremo molto.
Poi abbracciandosi e con l'ausilio della sola forza del pensiero prendono il volo per
        
 raggiungere Aurius,
il pianeta che dista dalla terra miliardi di anni luce, trascorrendo momenti magici e
        
 indimenticabili in compagnia di Katy, la stupenda e dolcissima mamma di Valeria nonché, con parte degli
        
 abitanti di Aurius.    

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LA MIA PSICOLOGA

 

          Sai Giorgia avevi ragione quando quel pomeriggio invernale con tono gentile e al tempo stesso imperativo
        
 mi dicesti: "Stefano non farmi arrabbiare, devi anche dormire altrimenti ti ammalerai ed io non lo voglio".
        
 Lo so che ami stare sveglio di notte per comporre i tuoi testi e le musiche, ma non è bene. Se continuerai
        
 così il tuo fisico prima o poi cederà, ascolta questa tua piccola ed eterna amica. Volgendo lo sguardo verso
        
 l'enorme vetrata, situata alla mia destra, notai che la neve aveva ripreso scendere con insistenza e con
     
    grandi falde asciutte. In effetti avevo molto sonno e un torpore m'avvolse interamente lasciandomi appena
      
   il tempo di domandarti, se mi fossi potuto riposare un pochino sul tuo morbidissimo e splendido divano per
      
   poi continuare a scrivere poesie per te. Fai pure mi dicesti, sono felice perché se me lo consenti, mentre
       
  dormi darò una sbirciatina ai tuoi manoscritti, posso?
          Si mia dolcissima Giorgia tu puoi tutto, fa pure come se fossi a casa tua. Mi dicesti: "buon riposo Stefano".
 
         Dopo di che non udii più la tua dolcissima voce perché entrai in un sonno profondo che durò qualche ora.
        
 Tu eri ormai ricca grazie al tuo talento artistico e di tanto in tanto, desideravi che ti stessi accanto per
       
  leggere i testi che scrivevo per te e tu a tua volta li studiavi per recitarli poi in teatro. Ero ignaro di tutto e
      
   non sapevo che da li a poco mi avresti annunciato una cosa che mi avrebbe fatto molto piacere.
       
  Infatti dopo pochi istanti ti avvicinasti e mi dicesti: "sono felice di fare teatro, lo amo e ti ringrazio molto
      
   non lo abbandonerò mai, permettimi di dirti un'altra cosa, ti dissi parla pure amica mia e dicesti: "Stefano
      
   tu non lo sai ma sono una psicologa e ho già anche esercitato. "Di scatto mi alzai e mi sedetti accanto a te
      
   volsi lo sguardo verso il tuo ti guardai fisso negli occhi e stetti in silenzio per qualche istante.
      
   Con voce tremante e lo sguardo impaurito, mi dicesti: "Stefano, che cosa ho detto di tanto sconvolgente?
          Ti vedo turbato non mettermi paura ti supplico apri la bocca e tira fuori almeno qualche parola su non far
       
  così. Al che il mio volto si fece allegro e fissandoti sempre, sempre più intensamente ti dissi sai Giorgia,
       
  questa si che è una bella notizia, non sai quanto tu mi rendi felice, ora se mi lasci parlare ti spiego perché.
       
  Non volevo dirtelo per non turbarti perché so che sei molto sensibile e soffri tanto quando vieni a sapere
       
  qualcuno sta male. Da qualche tempo c'è qualche cosa che mi affligge e non so minimamente di cosa si
       
  tratti. Avevo quasi deciso di non dirti nulla, e a tua insaputa contattare un bravo psicologo che fosse in
        
 grado di capire ciò che mi stesse accadendo. Ora ti ho detto tutta la verità.
      
   Mettendo la tua mano sulla mia spalla, timidamente mi dicesti: "Se vuoi ora ci sono qua io per aiutarti ad
       
  uscire da questa situazione e lo farò molto volentieri chi meglio di me conosce i lati oscuri del tuo essere?"
          Ormai siamo ottimi amici da parecchi anni e se ho tutto questo grande successo lo devo solo te, per cui
      
   permettimi di aiutarti. Ora sono io che con tutto il cuore desidero la tua felicità, non mi dire di no soffrire
      
   tantissimo. Ti dissi: "Giorgia lo desidero anch'io e ti ringrazio, cominciamo quando vuoi, fammi le domande
      
   e io ti risponderò senza tralasciare nulla.
       
  E fu così che con il tuo grande aiuto e tanto amore per la tua professione, non che tantissima pazienza,
      
   riuscisti a guarirmi totalmente. Oltre alla carriera del teatro, riuscisti a fare altrettanto con quella della
       
  psicologia, che ti soddisfava molto. Trascorremmo così da ottimi amici ancora parecchi anni, stimandoci e
      
   aiutandoci a vicenda e volendoci tanto, tanto bene come due fratelli.

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