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 POESIE  E  PENSIERI 
 DI  STEFANO VILLA

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Le tue calde mani      

     

         Amore, stringo dolcemente queste tue belle manine, provando tanta emozione.
         Avverto in me, una vibrazione profonda e tanta commozione. Non oso dirti nulla perché, so che in
     
   alcuni momenti, il silenzio è tutto.
         Nel silenzio più profondo, c'è un certo non so che, che sa di magico e, accarezzando queste tue calde
    
    mani, sento d'esser ormai, appagato di tutto. Stando al tuo fianco e, di tanto in tanto baciando le tue
    
    belle dita affusolate, una leggera vibrazione fa si che anche il mio cuore riceva tanto, tanto calore.
   
     Grazie angioletto mio.

 

Stéphanie al chiaro di Luna

 

        Oh!! giornata stupenda, non te n'andar lontana da chi ama codesta nobil fanciulla, ma fa sì che non
    
   sia solo un bel sogno e …. non svanisca come neve al sole, ma fa che Stéphanie, rimanga ancor per

    
   molto tempo in codesto loco accanto al suo Etienne, per contemplar la Luna.
        Orsù fatina mia, indossa il tuo bel mantel bleu e vien, vien meco piccol bocciol di rosa; noi due soli
    
   come cavalieri solitari, volerem con i nostri destrier alati verso mondi diversi; sì ... quei mondi nuovi
     
  e celestiali per contemplar di lassù, tutto quel che quaggiù, esiste già.  

 La gentile e semplice Kiara    

        Mai potrò scordar le dolci tue parole che mi sussurrasti un dì, accompagnate da calde lacrime, quando
    
   non per mia volontà, fui costretto a lasciar l'Albania e l'amor mio.
 
       Mi trovai in altro loco, come guardiano notturno di un faro, solo di giorno mi potevo concedere piccoli
    
   ritagli di tempo per pensare al mio amore ormai lontano.
     
  Dolce angelo mio, non puoi immaginare quanto soffro senza poter rivedere il tuo viso e di stringerti
    
   forte fra le mie braccia per coccolarti, sì coccolarti anche da quassù, scambiandoci dolci frasi d'amore.
     
  Vedi dolcezza mia, sono qui ad aspettare che la mia gentile Kiara, arrivi presto a trovare un piccolo
    
   uomo e dal terrazzo di codesta torre, contemplare entrambi, l'azzurro cielo e il blu del mare.
     
  Vieni, vieni presto … t'aspetterò sino allora mia gentile e semplice Kiara.   

 Dolce Renata    

        Eterna bambolina dal visino dolcissimo e sguardo sbarazzino, conosciuta per caso in una gelida notte
    
   invernale. Tu piangevi senza dir nulla, fui io a domandarti: perché sei qui tutta sola al freddo?
     
  Su prendi e indossa il mio caldo mantello riscaldato solo dal tiepido calore del mio umile corpo e gioisci.
 
       Tu; tu non rispondevi e piangevi, ed io ero lì, turbato nel vedere un piccolo e candido fiorellino, con gli
    
   occhi pieni di pianto.
     
  Facendomi coraggio, dolcemente ti domandai: "Orsù dolce angelo mio, libera nell'aria il tuo pensiero e
    
   non parlare. Il mio spirito buono, pian piano lo catturerà, tenendoselo stretto stretto a se, ma dolcezza
    
   mia, prima mi vuoi dire il tuo nome?
     
  Mi dicesti: "Renata … questo è il mio nome, però non lo deve sapere nessuno, ma tu che mi fai queste
    
   domande e sei così gentile con me, come ti chiami?
     
  Ti prego, dimmelo … desidero saperlo. Ti dissi: "Dolcezza mia il mio nome è … nessuno".
     
  Orsù affrettiamoci a rincasare, perché in quel casolare laggiù oltre il grande spazio, c'è la mia mamma
    
   il cui nome è "Oliverta" e sta cucinando per noi. E ancora: Preparerà anche tanti deliziosi pasticcini e lì
    
   potrai rifocillarti e riscaldare mia dolce Renata.      

 

Alla mia Oliverta

 

        Era un giorno di grande festa per tanta gente, ma non per il povero e vecchio Etienne, costretto suo
 
      malgrado a rimuginare il suo passato sopra una seggiola e vagare con la mente, i tempi remoti quando

    
   anch'esso era felice e spensierato come tutti e tutti i giorni.
 
      All'improvviso accadde che ... ecco; nel bel mezzo del mattino e del meriggio, ricevette una telefonata

    
   da un angelo, sì sì, proprio un angioletto, senza dubbio mandato da un'entità molto buona e potente e
   
    grande amica dei derelitti come lo è il povero Etienne.
     
  Etienne dopo aver risposto "pronto" sentì una calda voce di una dolcissima ragazza a lui nota dicendo:

    
   Ciao, sono Oli". Etienne non capendo, le domandò: Oli? Non capisco, spiegati meglio.
     
  Allora Oli, dolcemente gli sussurrò: "Sono Oliverta, la tua grandissima amica che non sentivi da tanto

    
   tempo? Ora non dire nulla e rimani in linea perché desidero farti un regalo".
 
      Oliverta, dopo aver conversato ancora un pochino con lui, gli disse: "Ti chiamerò ancora molto presto e

    
   ti scriverò più sovente". Etienne commosso le disse: "Si Oliverta angioletto mio, non m'abbandonar
    
   che ho tanto bisogno di te". Detto questo, chiuse gli occhi e … pianse.

 

Il buon cuore

 

        Per giorni e giorni mi sono scervellato senza avere idee dicendomi: non comporrò più nulla perché dal
    
   canto mio, questi testi sono tutti banali e privi significato. 
        Il cuore mio è sempre a contatto con il suo e unendosi formano un solo organo vitale, è grandissimo ed
    
   è così dilatato che sembra scoppiare.
        L'idea o il lampo di genio mi suggerisce che non devo mollare mai, perchè un giorno non molto lontano,
    
   un cuoricino identico al tuo lo troverai. 
        Questi piccolissimi pensieri, sono scaturiti da qualche esperienza passata e messi in prosa dopo alcuni
    
   decenni. Lo stare raccolti in silenzio, aiuta il cuore e lo spirito.

 

Giornata piovosa

        Una giornata come questa non la ricordo da parecchio tempo, sembra quasi che tutto ciò che è attorno
    
   a me mi crolli addosso.
     
  Sono le ore 15.45 del 30/2/2010 sono povero, triste, solo e non ho più un centesimo per far fronte alla
    
   dura realtà della vita che dovrò affrontare in futuro. Per la mia presunzione e per la mia ricchezza mi
    
   lasciai prendere dal gioco e persi tutti i miei averi.
        Ora che sono diventato povero di colpo sono dimenticato da tutti gli amici e parenti come pure i miei
     
  compagni di viaggio.
        La pioggia continua a scendere insistente e dal momento che il mio padrone di casa mi ha buttato fuori
    
   a calci perché non avevo i soldi per pagare l'affitto, mi trovo in mezzo ad una strada senza saper dove
    
   andare per ripararmi dato che piove fortissimo e fa molto freddo.
        Ci fosse almeno una tettoia qui vicino dove passare la notte al riparo dalle intemperie.

       Liberi di parlare       

 

        Libero, sono finalmente libero di dire tutto ciò che penso, senza che tu mi contraddica.
        Tu riesci a capire me come io capisco te. Assieme a te, andrei in capo al mondo, perché mi fai sentire
    
   giovane come tu sei.
        Non ti offendi mai di quello che dico e come lo dico, perché hai piena fiducia in me come io ne ho nei
    
   tuoi confronti. Peccato che il tempo a nostra disposizione, sia sempre molto limitato; ma pazienza e
    
   accontentiamoci di quello che il buon Dio ci dona.

Ricordo tutto

 

        Com'era bella quella valle tutto ciò che osservavo mi ricordava te. Ho vagato come un automa senza
   
    saper dove andare. Via via che mi allontanavo, quel gran vociare che avevo appena abbandonato pian
   
    piano andava scemando, fino a quando non ho più udito niente altro che silenzio.
 
        Un grande silenzio mi ha avvolto, impadronendosi di me. Mancavi solo tu. La tua presenza, mi avrebbe
    
   colmato di una gioia immensa, indescrivibile.
        La giornata era fredda, nebbiosa e umida. Mi sentivo tanto triste e solo, abbandonato da colei che con
    
   quel suo tocco magico, sarebbe riuscita a colmare quel gran vuoto che regnava dentro me. 
     
  Ricordavo tutto e mi tornavano alla mente, quei dolci momenti trascorsi assieme l'estate scorsa. 
     
  Tu non c'eri, chissà se almeno ti sei anche solo per un istante, ricordata del tuo grande amico e....
     
  compagno di viaggio? 

 

          La stanza vuota           

   

        Questa stanza pur essendo piccola, quando ci sei tu diventa immensa.
       
Senza la tua presenza è vuota e squallida. So che tu esisti e in te non c'è falsità.
       
Quando non lavoro per te, una grande solitudine mi investe.
       
Poiché non è sempre possibile avere accanto a me la tua presenza fisica, faccio di tutto per avere

    
   almeno quella spirituale.
       
Sono contento di entrare in questa stanza che prima di conoscerti ho tanto odiato, anche se suonavo,
    
   cantavo e dipingevo, non avevo alcuna soddisfazione anche perchè percepivo
 la netta sensazione, di
    
   fare tutto ciò che facevo per nessuno.
        Ora ci sei tu mia piccola bambina a darmi la carica necessaria per continuare.
       
Non ti stancare mai di essermi più che una semplice e insignificante amica.
       
Te ne sono e sarò infinitamente grato. Buona notte mio tenero fiorellino.
 

 

   Senza contraccambio   

 

        E' bello stare dietro le quinte e sentire il popolino che scruta e ti critica.

        Il popolino, non sa chi tu sia e agendo così, non si rende conto di danneggiare se stesso, non il diretto
    
   interessato. Tutto incomincia al mattino e chissà perché, sempre in una bellissima giornata d'autunno.
    
   Una sbinfera, prende sottobraccio uno zoticone qualsiasi, non curandosi minimamente delle persone
    
   all'intorno.
 Lei è concentrata per i suoi acquisti.
        Una persona la punta ma lei niente, non le importa nulla e continua
 imperterrita per la sua strada.
     
  Ad un certo punto mi domanda: cosa vuole questo tizio da noi? Io, tranquillo scuotendo leggermente
     
  il capo da destra a sinistra e viceversa, le rispondo:
boh, non lo so. Uscendo da quello stabile, aspetto
    
   che la sbinfera venga a prendermi. 
        C'è il sole e sono appoggiato ad un carrello per la spesa. Volgendo leggermente lo sguardo alla mia
    
   sinistra, vedo una persona; mi chiede: chi sei?. Educatamente gli rispondo: non lo so.
        Dopo pochi istanti, si avvicinano altri due tizi dicendomi: grazie per aver fatto la guardia alla nostra
      
 vettura. Rispondo loro: non c'è di che. Un altro bell'imbusto, scende dalla sua auto dandomi del tu, io
      
 coraggiosamente gli dico un po' seccato: non sono un vu cumprà.
       
Lui, ammutolendo e con voce tremante, mi chiede scusa. Allorché, tutto sorridente e col cuore colmo
      
 di gioia, m'incammino verso la macchina che vedo arrivare perché so con certezza, che alla guida c'è
    
   la mia sbinfera venuta a prendermi. Che giornata!

                       

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