DIPINTO E FIABA DI STEFANO VILLA

                                                                   VIALE  AUTUNNALE       

             L'autunno era ormai inoltrato e nel vialetto sottostante il bosco di una località di nome Agata, un angioletto
             dalla lunga chioma bionda e tanto triste, transitava su di esso.
             Dai secolari alberi di entrambi i lati scendevano tante foglioline dalle tinte più svariatele quali dopo
non molto
             tempo, si sarebbero seccate assumendo un bel color ruggine.
Lo sguardo di questo bellissimo angioletto, era
             fisso verso il fondo del viale notando che piano piano, stava calando l'umida nebbia.
             Ormai la giornata stava volgendo al declino e l'angioletto decise di rincasare,
ma all'improvviso ecco che dalla
             nebbiolina bassa un elegante signore con in testa un cilindro, avanzava tendendole la mano; presentandosi,
             le disse d'essere il marchesino Augusto e la località da cui proveniva si chiamava Avignone la quale si
 trovava
           
 nel marchesato di Agata.
             Avignone era una magnifica località distante da Agata molti chilometri, ma possedendo una buona carrozza e
            
un esperto cocchiere, trainata da almeno sei robusti cavalli, la si sarebbe potuta raggiungere in men che non
           
 si dica. Questo elegante gentleman, le disse di essere pure il figlio del proprietario di tutto questo ben di Dio,
           
 dicendo inoltre a questo angioletto: "Orsù bimbetta mia, non spaventarti di me, non voglio farti del male, ma
           
 dimmi piuttosto ciò per cui sei turbata e se vuoi anche il tuo nome". La bella bimba, con un dolce sorriso gli
           
 disse: "Te lo dirò non appena mi avrai detto chi tu sei veramente, perché i tuoi modi mi piacciono tanto e...
             secondo me, non fanno parte di questo mondo".
           
 Egli, fissando i bellissimi occhi azzurri della bambina e abbracciandola dolcemente, sottovoce le disse: "Devi
             sapere che molti anni orsono, l'astronave che aveva a bordo la mia mamma, il mio papà e me ebbe un guasto
             e precipitò
su questo fantastico suolo terrestre. Perirono tutti tranne la mia dolcissima mammina e me.
             Fummo quindi soccorsi da una splendida famiglia e portati al castello dove fummo curati da dei bravi medici.
             Io venni adottato da questi due nobili signori mentre la mia mammina, volle ritornare su Augusta.
             Questi signori, desiderarono che il
 mio nome fosse Augusto ed io con molto piacere, acconsentii. Venni poi a
           
 sapere non ricordo da chi, che probabilmente durante un sogno che il pianeta da cui provenivo era Augusta,
            
ora per favore mi dici qual è il tuo nome. Il biondo angioletto con gli occhi lucidi di pianto rispose ad Augusto:
             "
dopo questo commovente racconto, credo in ciò che hai detto e ti dico che il mio nome è Tamara ti piace? Il
            
marchesino le rispose: "molto; anzi, moltissimo, ma adesso se ti fa piacere, andiamo a casa mia e lì potrai
 
           conoscere i miei genitori". Ella, lasciandosi prendere la tiepida manina acconsentì, fidandosi ciecamente di
           
 Augusto. In fondo al viale, dopo una curva a sinistra tra la nebbia, una carrozza elegantissima trainata da sei
           
 cavalli bianchi e un cocchiere vestito di tutto punto, erano pronti per intraprendere il lungo viaggio, verso la
           
 dimora del gentilissimo marchesino.
            
Cammin facendo, Augusto disse: "mia dolce Tamara ormai temo che non riusciremo ad arrivare in tempo per
           
 cenare al castello, se lo gradisci potremmo cenare in una locanda lungo la via, per poi continuare il nostro
           
 viaggio. Tamara rispose: "Sono d'accordo Augusto perché … non osavo dirtelo ma, ho tanta fame". Dopo non
           
 molto, il marchesino disse al cocchiere di sostare presso la locanda degli innamorati. Naturalmente dopo aver
           
 fatto rifocillare i cavallini, fu invitato pure Silvino (il cocchiere) a cenare con queste due splendide creature
           
 (Tamara e Augusto).
           
 Tamara pur essendo molto timida, si sedette elegantemente accanto ad Augusto e dopo aver conversato un
             po' le venne voglia di scoprire le sue belle gambe per farsele ammirare dal marchesino. La sua chioma dorata
           
 era a dir poco stupenda e i suoi occhi azzurri, ancor di più. Ad un certo punto, il bel giovine sospirò poi disse:
           
 "Ti chiedo umilmente perdono mia piccola Tamara; se non lo vuoi, non ti costringerò a seguirmi e ti riporterò
           
 indietro perché ho capito di non essere degno di te … ora finiamo di cenare dopodiché, sarai libera".
            
Tamara ebbe un piccolo fremito causato da codeste parole e, chiudendo gli occhietti … pianse. Il marchesino
           
 stupito, le prese la manina delicatamente accarezzandola le disse: "Tamara, bambolina mia, perché piangi?
            
Ti lascio libera non farmi soffrire". Con gli occhi lacrimanti, la bellissima Tamara mettendo le sue esili braccia
             attorno al collo di Augusto, disse: amore mio, non abbandonarmi proprio in questo momento buio, tu ora mi
           
 stai rendendo felice e sento che mi fai sentire donna.
           
 Detto questo, il marchesino fissando attentamente negli occhi la bella Tamara, si commosse tantissimo e la
           
 baciò teneramente, poi le disse: "ti amo tanto, non abbandonarmi mai ma ora dovremmo riprendere il viaggio
           
 perché non vedo l'ora di farti conoscere la mia mamma e il mio papà.
            
Ella tutta sorridente, sussurrò all'orecchio del buon marchesino: "Yes Augusto, partiamo pure perché sono
           
 ansiosa di conoscere i tuoi genitori. Era ormai notte fonda quando la carrozza arrivò al castello era buio pesto
           
 e il freddo pungente. Ad attenderli c'era un signore alla finestra il quale uscì tenendo in mano una lanterna
           
 dicendo di essere Omar il maggiordomo al servizio  dei marchesi.
            
Dopo aver salutato la bella Tamara e il marchesino Augusto, fece strada fino alla biblioteca dove c'erano Kate
           
 e Erdi (i genitori adottivi di Augusto). Non appena videro la Piccola Tamara rimasero incantati dalla bellezza
           
 indescrivibile e dopo aver conversato un po' la bambina si appisolò sulla spalla di Augusto dopodiché vennero
           
 accompagnati ognuno nella propria camera da letto. All'alba, Augusto svegliatosi di soprassalto, pensò di aver
 
      
     sognato tutto quanto ma, ad un tratto qualcuno stava bussando alla porta.
           
 Era Tamara la quale disse ad Augusto: " ho tanto freddo posso entrare nel tuo lettone per essere riscaldata e
           
 magari ricevere qualche carezza affettuosa? Egli prontamente, fece spazio dicendole: "accomodati pure mia
            
dolce Tamara, perché anch'io ho tanto freddo e ho bisogno del tuo calore forse stringendosi l'uno all'altra, ci
           
 riscalderemo entrambi. Tutto andò meravigliosamente bene fino al loro risveglio.
             Quando si svegliarono notarono che la pioggia scendeva a catinelle e quindi decisero di rimanere ancora un
             po' a letto coccolandosi a vicenda. In tarda mattinata, arrivò Silvestro (un altro maggiordomo), portando loro
           
 il pranzo in camera. Era proprio un tempaccio da lupi e continuò così, ancora per parecchi giorni.
             Era una bellissima giornata di dicembre e il sole già splendeva su tutto il territorio, quando i due piccioncini
           
 ritornarono da una e lunga passeggiata nei boschi. Dopo aver fatto un'abbondante colazione, Tamara sospirò
           
 poi, pensierosa reclinò il capo e stette per qualche attimo in assoluto silenzio e dopodiché le venne un'idea...
             brillante e disse: "caro marchesino posso esprimere un mio desiderio?" Augusto rispose: mia dolce bambina,
           
 chiedimi ciò che vuoi e farò di tutto per soddisfare le tue esigenze, non solo questo tuo desiderio, ma anche
           
 tutti i tuoi desideri. Tamara disse: "Mi puoi condurre con la tua splendida carrozza nel viale in cui ci siamo
             conosciuti?" E lì, ti dirò una cosa che forse potrà farti piacere.
            
In quell'istante Augusto, fu avvolto da una grande luce che solo lui la poteva vedere e in un batter d'occhio,
           
 si trovarono nel viale desiderato da Tamara. Augusto, non appena toccò il suolo del viale dell'incontro, si rese
           
 conto di aver ricevuto dei poteri da qualche entità, ma solo a scopo benefico, per cui, poteva solo usufruirne
           
 per fare del bene al prossimo. Per un po', stette in silenzio senza aprir bocca (come se stesse dormendo in
             piedi) poi, venne toccato da Tamara la quale gli disse: "Marchesino perché non parli, sei pentito di avermi
           
 portata qui? Augusto ancora sotto choc le rispose: "vedi bambolina ora farò un piccolo esperimento, pensa a
           
 quello che desidereresti accadesse in questo istante senza dirmi nulla e io, con la forza del pensiero, cercherò
           
 di esaudirlo.
           
 Detto questo, all'istante innanzi a loro, apparve la carrozza guidata dal bravo cocchiere Silvino trainata dai
           
 sei bellissimi cavalli bianchi dalla quale scesero Kate e Erdi (i genitori di Augusto). Kate disse: "Il papà ed io,
           
 siamo molto contenti di essere qui con voi però, ora fa molto freddo e quindi salite in carrozza che torniamo
            
a casa a riscaldarci, abbiamo dato l'ordine di accendere tutti i caminetti e la servitù vi accoglierà a braccia
           
 aperte". E così fu; ma l'incantesimo non era ancora finito. Con un pizzico di magia, tutta l'intera famiglia, più
           
 l'espertissimo cocchiere Silvino e i cavalli con l'elegante carrozza vennero avvolti da una calda nuvoletta che
           
 in un batter d'occhio, li depositò al castello ed erano già riscaldati.
             Naturalmente i genitori del marchesino, erano all'oscuro di questo incantesimo. Dopo che Kate e Erdi furono
           
 andati in cucina per dare disposizioni, Tamara disse ad Augusto: "amore mio sento dentro me, che sto per
           
 svenire m …  ma …  ma prima posso sedermi accanto a te sul morbido divano accanto al caminetto perché ho
           
 tanto freddo? Egli con un piccolo inchino, la prese per mano conducendola lentamente, verso il morbidissimo
           
 sofà a orecchioni a destra del caminetto. Una volta seduta e dopo essersi ripresa, prese la parola e con un fil
           
 di voce disse: "Augusto, mi vuoi spiegare che cosa è successo? Forse sai qualcosa per quanto riguarda questo
           
 brevissimo arrivo al castello? Il nobiluomo le rispose: "Tamara … mio eterno amore, se mi prometti che non
           
 svelerai ad alcuno ciò che si cela dietro a questo mistero te lo dirò. Tamara col sorriso sulle fresche e candide
           
 labbra rispose: "te lo prometto Augusto, non svelerò mai a nessuno questo segreto, perché questa è la prova
           
 dell'amore che nutro per te". Egli incominciò così: "mia cara devi sapere che quando mi chiedesti se fossimo
             potuti andare assieme per rivedere il luogo in cui ci conoscemmo, risposi prontamente va bene tesoro perché
             ti amo, ma pensai anche a quanta strada fredda e insidiosa, avremmo dovuto percorrere con il buon Silvino,
           
 come pure allo stress che sarebbero stati sottoposti i cavalli, ora vengo al dunque. Proprio in quell'istante, fui
            
avvolto da una grande luce che mi infuse tanta energia interiore per poter compiere prodigi come questo ma
           
 solo a scopo benefico e sento che desidero tanto (sempre se ti fa piacere), che tu diventi mia moglie.
            
Ti prometto che questo sacramento, non sarà con l'aiuto dei miei poteri ma in forma del tutto naturale.
            
Quando il marchesino ebbe finito di parlare la bella Tamara con le lacrime agli occhi dalla gioia gli disse: "Mon
           
 amour, ti amerò per sempre e desidero che tu mi sposi, saprò mantenere il tuo segreto".
            
In quello stesso istante, arrivò Kate accompagnata da Erdi dicendo loro, che il pranzo era pronto per essere
           
 servito. Dopo il Santo Natale, vennero fissate le nozze tra i due fidanzati e fu stabilito anche che la funzione
             sarebbe stata celebrata, nell'abazia di S. Corona e così avvenne.
            
Il dieci maggio del 1886 ci fu una cerimonia degna dei marchesini Tamara e Augusto e tutto andò benissimo.
 
            Furono invitati molti abitanti di Agata e Avignone. Si presentò anche una donnaccia di strada, cicciottella e di
           
 un'altra nazionalità, sempre in cerca di principi azzurri molto ricchi e pieni di soldi e sani di salute, per poi
           
 mollarli a suo piacimento quando lo voleva lei ma, Silvino se ne accorse in tempo buttandola fuori a schiaffoni
           
 e a calci nel sedere. Insomma era una poco di buono sotto tutti gli aspetti e non si vergognava minimamente.
       
     Tutto questo, si svolse senza prodigi e in maniera molto naturale poi, alla sposina venne in mente un'altra
           
 geniale idea. Prese Augusto per mano e timidamente gli disse: mio carissimo maritino potrei esprimere un
           
 altro mio piccolo desiderio? Egli non sapendo dire di no le rispose: "parla pure mio piccolo angioletto e, farò
           
 di tutto per esaudirlo". Allora Tamara tutta contenta e col sorriso sulle labbra lentamente pronunciò questa
           
 frase: "gradirei trascorrere la nostra luna di miele sul pianeta Augusta assieme ai tuoi genitori Kate, Erdi e il
           
 buon Silvino, cosi avrò l'opportunità, conoscere Lellina la tua vera mamma … pensi che ti sarà possibile?"
            
Il marchesino non esitò e rispose: "Tamara, per te tutto è possibile". Dopo alcuni giorni di preparativi tutta la
             famiglia più Silvino (il cocchiere), erano pronti per partire ma non succedeva nulla. All'improvviso si sollevò
           
 un vento impetuoso seguito subito dopo da un grande boato poi, più nulla.... tutto tacque. Non si udivano
           
 neppure più i cinguettii degli uccellini e il vociare degli animaletti del bosco. Tutti quanti guardandosi il faccia
           
 dissero: "questo è solo uno scherzo che Augusto voleva farci e ci è riuscito in pieno quindi ora, torniamo pure
           
 al castello a disfare le valige ma, non ebbero neppure il tempo per pronunciare la parola seguente che furono
           
 avvolti da una luce enorme e accecante la quale in pochissimi microsecondi, trasferì queste persone con i loro
           
 bagagli, sul pianeta Augusta dove ad attenderli, c'era l'affascinante Lellina (la dolce mammina di augusto) la
           
 quale, essendo al corrente tramite telepatia, dell'arrivo imminente del suo figlioletto Augusto accompagnato
          
  dalla sua mogliettina Tamara e dei suoi genitori adottivi, aveva predisposto tutto per l'accoglienza dei suoi
           
 graditissimi ospiti. Dopo l'arrivo, ci furono molti festeggiamenti, anche da parte degli Augustanesi (gli abitanti
           
 del pianeta Augusta). C'è da dire un'altra cosa molto bella e importante a proposito di questo straordinario e
           
 ospitale pianeta. I suoi abitanti si volevano tutti bene ed erano l'uno per l'altro e inoltre invecchiavano solo
            
all'interno del loro corpo mentre all'esterno, erano tutti giovani e bellissimi, in modo particolare Lellina.
             Questa donna stupenda, quando si avvicinava a Tamara per conversare un po', o con Kati e Erdi (i genitori
           
 terrestri di Augusto), il suo corpo emanava un gradevolissimo profumo di rosa, e lo trasmetteva anche a loro
           
 impregnandosi nei loro pori per lungo tempo. E per chi avesse soggiornato per almeno dieci tempi su Augusta
           
 avrebbe potuto godere di tutti questi benefici che Augusta avrebbe offerto loro, anche se avessero deciso di
           
 tornare da dove erano venuti. Kati e Erdi, decisero poi che la loro permanenza su Augusta, sarebbe stata di
           
 loro gradimento, perché così avrebbero potuto ammirare meglio questo paradiso e stringere amicizia, con
             tanti augustanesi.
             Un tempo che non si sa, per via telepatica venne chiesto ai nuovi e simpatici amici di Lellina, se... avessero
           
 gradito (oltre che avere la residenza sulla terra), essere anche cittadini onorari di Augusta. Essi ancora assai
           
 increduli dissero: "sì ci terremo tantissimo e ne saremmo onorati". Vennero convocati i massimi esponenti di
            
Augusta, deliberando che: "Visto la grande serietà, semplicità e umiltà, noi tutti dichiariamo apertamente che
           
 i nostri ospiti, sono ammessi come graditissimi amici di Augusta. Inoltre, inviarono loro per via telepatica tutti
           
 i poteri magici come quelli in possesso da Augusto ma, anche a loro, solo per scopi benefici e il loro involucro
             esterno, non invecchierà mai. Saranno liberi di andare sulla terra e tornare su Augusta quando lo vorranno
           
 anche separatamente. Ci fu poi, una grande festa dove tutti erano felici, anche senza arrivare agli eccessi.
            
Su Augusta, non c'erano poveri e non vi erano ricchi, si volevano tutti bene e si stimavano l'un l'altro. Ad un
           
 certo tempo a Lellina venne un'idea e dalle sue labbra uscirono queste parole: "Kati sono molto contenta che
           
 tu e Erdi abbiate adottato il mio figliolo, dovrei però, chiedervi un piccolo favore". Kati rispose: "parla pure
           
 Lellina ti ascolto". Lellina disse: "gradirei trasferirmi per qualche tempo sul vostro pianeta (naturalmente con
           
 la forza del pensiero), per ammirare assieme a Tamara e Augusto, le vostre bellezze terrene, Silvino potrà
           
 rimanere su Augusta assieme a voi". Avrò il vostro consenso? All'unanimità, Kate, Erdi e Silvino dissero: "ma
             certo
Lellina, puoi fare quello che vuoi, trasferisciti pure sulla terra e ammira tutto ciò che c'è, nel frattempo,
             noi
resteremo qui per visitare Augusta.
             Dopo un quarto di tempo, la solita luce accecante, s'impadronì di Lellina e dei neo sposini, trasferendoli in un
             istante nel viale dell'incontro al che, Lellina disse: "ragazzi miei, questo posto è da favola e mi ricorda quando
           
 ero giovane come voi, mi piace immensamente ora possiamo andare a riposare?" Domani vorrei ritornare qui,
           
 per assaporare il profumo della primavera. Il giorno seguente il risveglio di Lellina fu bellissimo, ed era già
           
 seduta sopra una pietra assieme a Tamara parlando di tante cose poi, arrivò Augusto e si sedette accanto alla
          
  dolce mammina.
             Dopo circa dieci minuti, facendosi coraggio l'abbracciò forte dicendo: "mammina cara sappi che ti voglio tanto,
           
 tanto bene, grazie per avermi messo al mondo. A questo punto, finisce il racconto di questa fiaba, sperando
           
 che qualche persona facente parte della terra, si ravveda e mediti a lungo sul suo comportamento e piano...
           
 piano, impari a stare al mondo e cambi vita.

 
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