Il Manifesto di Banca Etica
(Bologna,
24 marzo 2001 + integrazione sulla Pace, Cattolica 1 e 2 febbraio 2002)
Banca Etica nasce all'interno di un movimento che si riconosce
nella promozione di un'economia civile e solidale. Le numerose iniziative ed
esperienze che si sono sviluppate in questo contesto rappresentano i tanti modi
attraverso cui i cittadini, organizzati in gruppi, associazioni, cooperative si
sono mobilitati per la realizzazione del bene comune. Banca Etica si inserisce
in queste iniziative "portatrici di senso" di cui le nostre società
hanno bisogno per recuperare identità civile e speranza di futuro; non dottrine
o ideologie, ma progetti attorno ai quali le persone si aggregano e lavorano
assieme per rispondere alle grandi sfide che l'umanità ha attualmente di
fronte: la lotta all'esclusione, alla povertà ed ai processi di degenerazione
sociale, la disoccupazione, la tutela dell'ambiente, i rapporti Nord/Sud, una
più equa distribuzione delle ricchezze/risorse del pianeta. Tutto ciò va fatto tenendo
conto che la rimozione delle diseguaglianze non può prescindere dall’evidente
disparità, nei diritti e nelle situazioni di fatto, delle donne nei confronti
degli uomini. Il valore di questa economia civile e solidale poggia
essenzialmente su di un concetto di cittadinanza attiva e responsabile anche e
soprattutto nei processi di crescita umana ed economica della società. Banca
Etica, nello specifico, si propone come strumento di partecipazione
responsabile del cittadino in uno dei settori più complessi e, al tempo stesso,
decisivi dell'assetto della società mondiale: la finanza. La dimensione del
mercato finanziario è ormai planetaria e il suo potere è in grado di
condizionare le politiche delle stesse Nazioni. E' bene però ricordare che la
materia prima di questo "mercato", quella che dà "potere" a
chi lo gestisce, è il risparmio, proprio quel risparmio che i cittadini, nel
loro piccolo, producono. Come risparmiatori dobbiamo quindi essere consapevoli
delle conseguenze che l'uso del nostro denaro può comportare ed organizzarci
per riaffermare l'importanza dei valori e dell'etica nella gestione di una così
importante risorsa. Banca Etica non è una istituzione di beneficenza ma un
intermediario creditizio trasparente, senza segreti per i cittadini, che trasferisce
alle imprese, oltre che il risparmio, anche i valori e le aspettative dei
risparmiatori, affinché l'attività economica sia effettivamente strumento di
crescita e di promozione umana. Obiettivo della Banca Etica è quello di far
confluire risorse e fiducia verso quei progetti di cui la comunità civile ha
bisogno per crescere, con la consapevolezza che l’opera di Banca Etica non
resterà residuale solo se si permeeranno la società e le istituzioni politiche
di cultura e regole diverse. Una
finanza quindi non come strumento di standardizzazione, di spersonalizzazione e
di disgregazione, ma come valorizzazione delle identità, delle differenze,
delle relazioni interpersonali, dell'interazione solidale tra le persone, le
imprese e le istituzioni che "animano" il territorio, una finanza che
diventa parte integrante nei processi di sviluppo locale. Nella definizione
delle sue strategie Banca Etica considera fondamentale l’apporto attivo e
responsabile della sua base sociale.
La cooperazione nord e sud
La finanza etica, in
quanto strumento finanziario finalizzato allo sviluppo umano e sociale, ha
sempre dimostrato una grande attenzione alle problematiche che affliggono i
paesi del sud del Mondo e spesso si è interrogata su quali iniziative
finanziarie essa può mettere in “campo” per dare risposte concrete alle
richieste di aiuto e di collaborazione che giungono dalle organizzazioni di
auto sviluppo presenti in questi paesi. Questa tensione alla solidarietà
nord/sud viene tuttora confermata da molti soci e risparmiatori di Banca Etica
che la ritengono come prioritaria tra le attività di finanziamento della banca
stessa. Elemento fondante di questa attenzione è la convinzione che
l’emancipazione dalla miseria e dalla povertà delle popolazioni più povere non
può dipendere da programmi di aiuto/sovvenzioni provenienti dai paesi più
ricchi – programmi spesso mal dimensionati,
generanti dipendenza e determinati da obiettivi strategico politici - ma
deve fondarsi sull’avvio di attività di auto - sviluppo, che sappiano mettere
in moto, anche in campo economico, dei
circuiti virtuosi in base ai quali ognuno
possa “produrre reddito” e accedere ai beni e ai servizi essenziali.
L'obiettivo è dunque quello di mettere la persona nelle condizioni di poter
partecipare in modo attivo e responsabile ai processi di crescita sociale,
economica e politica della sua comunità. In questa concezione dello sviluppo un
elemento importante è l’accesso al credito per i gruppi sociali più deboli; il
credito infatti permette loro di disporre dei capitali necessari per
l’attivazione di iniziative economiche anche semplici.
La questione sociale
I processi di
sviluppo delle nostre società sono sempre più rapidi; l'ormai diffusa
interdipendenza tra i paesi della Terra e lo sviluppo di una sempre più
sofisticata tecnologia (soprattutto per ciò che concerne la comunicazione ed il
movimento degli uomini e delle cose) accelera questi processi al punto che essi
spesso avvengono a spese delle stesse società civili, non sempre attrezzate per
comprendere e gestire questi cambiamenti. Le relazioni interpersonali che
qualificano il rapporto tra le persone sono venute meno, ed hanno messo in
crisi quelli che un tempo erano
considerati i luoghi privilegiati di aggregazione e di formazione socio –
politica; il rischio reale è ora quello che il mercato ormai planetario sfugga
al controllo delle stesse sovranità nazionali e che arrivi ad auto attribuirsi
il ruolo che invece spetta alla politica nel governo della società.
Banca Etica fa
propria una visione della società, condivisa dal Terzo Settore, che parte dal
presupposto che si debba riconoscere
uguale dignità sostanziale a tutte persone che la compongono, garantire e
stimolare l'interdipendenza, la corresponsabilità, la solidarietà, contemplando
al tempo stesso il diritto - dovere di attenzione preferenziale alle persone
più svantaggiate. Frutto di questa concezione sociale è il grande sviluppo che
ha avuto nel nostro paese il movimento della cooperazione sociale e del
volontariato; un movimento che agisce principalmente nel servizio alle persone
e per l’inserimento sociale e lavorativo dei soggetti più svantaggiati, con
l’obiettivo di creare un contesto umano, dove ognuno possa vivere, lavorare, salvaguardare la propria dignità,
interagire con gli altri per il bene comune. Questa visione della società
afferma nei fatti, che la persona umana vale
di per sé, non per le risorse di intelligenza di cui è dotata, né per i beni
economici che possiede o per la sua produttività. Afferma, attraverso il
proprio agire, che le strutture sono per l’uomo, non l’uomo per le strutture.
Come pure testimonia nei fatti, che l’aiuto alla persona, anche quando è
economico, è autentico se è liberante o promozionale, se restituisce alla
persona i suoi diritti e l’accompagna verso l’autonomia.
L’economia
sociale, che scaturisce da questa tensione mira alla più totale assunzione di
responsabilità dei vari soggetti, all’analisi e alla ricerca di risposte idonee
ai bisogni sociali. Questo non significa esonerare lo stato e le istituzioni
governative da questo processo di crescita civile, quanto recuperare, in modo
più partecipato ed efficace, i valori che sono stati alla base dello stato
sociale.
Banca Etica
ritiene che l’emergenza occupazionale nel meridione assume i connotati di grave
problema sociale che, oltre a colpire personalmente ed esistenzialmente le
fasce più deboli della popolazione, mina le basi della democrazia e promuove
mafia e reti di potere occulto. Per queste ragioni dà priorità al sostegno di
iniziative per la occupazione.
L'ambiente
Banca
Etica riconosce che qualsiasi sistema economico è un sotto - insieme del
sistema naturale, e quindi ne deve riconoscere e rispettare i limiti.
Lo sviluppo sostenibile
passa inevitabilmente attraverso la tutela dell'ambiente e le sue risorse, sia
perché è strettamente collegato alla qualità della vita delle nostre comunità,
sia perché la sua integrità rappresenta anche la garanzia del futuro per le
generazioni che verranno. La finanza etica deve quindi porsi al servizio non
solo della promozione di una cultura ecologica, ma anche di quei processi
produttivi che avvengono senza compromettere il bene Ambiente.
Oggi i
meccanismi di tutela ambientale attivati dalle leggi di difesa dell’ambiente
non sono sufficienti a modificare comportamenti di produzione e di consumo
dissipatori, ed è quindi necessario accompagnare le azioni che promuovono la
nascita di una coscienza ecologica con azioni capaci di incidere concretamente
da un lato, sui consumi, e dall’altro, sui metodi di produzione, chiarendo che
il concetto di sviluppo, soprattutto se sostenibile, non è da necessariamente
associabile alla crescita.
La difesa ed il
rispetto dell'ambiente non sono solo un problema estetico e di buona educazione
nei confronti dei vicini contemporanei, ma scaturiscono dalla coscienza che la
natura è la casa comune, proprietà comune dell'umanità e c'è perciò il dovere
di passarla integra, vivibile, bella, come un testimone alle generazioni
future.
Il concetto di
fondo è quello di finanziare esclusivamente iniziative economiche che siano
"ecologicamente sostenibili" o meglio che conservino integro il
capitale naturale non intaccando le capacità degli ecosistemi di rigenerarsi.
Va superata infatti la dicotomia tra la produzione economica e la conservazione
della natura, armonizzando invece gli obiettivi economici con la tutela di
questo patrimonio.
Come banca ci
impegniamo a:
q
prevenire,
grazie ad una gestione attenta agli aspetti ecologici e sociali, potenziali
danni e squilibri ambientali che possono essere causati dal nostro istituto e/o
dai destinatari dei nostri finanziamenti,
q
introdurre, tra i criteri per la valutazione del
rischio e delle capacità manageriali ed imprenditoriali, le attenzioni e le
azioni poste in essere dalle aziende verso la salvaguardia dell'ambiente,
q
Sollecitare e promuovere la nascita di una vera e
propria imprenditorialità in campo ambientale, nonché attivare il confronto con
le attività economiche, indirizzandole verso processi produttivi
eco-compatibili.
Il sistema finanziario
L'attività
finanziaria ha, nella sostanza, l'obiettivo di trasferire la ricchezza, di chi
risparmia a chi ne necessita per effettuare investimenti (personali, familiari,
di imprese, di enti pubblici). Si tratta di una funzione indispensabile non
solo per lo sviluppo di una economia di mercato, come oggi lo conosciamo, ma
per gran parte dei modelli economici attualmente presenti sulla terra. Il
risparmiatore, comprendendo la complessità di questa funzione, preferisce
rivolgersi ad un intermediario - solitamente una banca - fiducioso che questa
gestisca in modo corretto e professionale il risparmio, sino a che, egli
stesso, non ne abbia bisogno per realizzare i propri progetti.
Oggi
però il mercato finanziario va ben oltre questo ruolo. I mercati finanziari -
un complesso sistema di transazioni e di prodotti che vengono scambiati
ventiquattro ore su ventiquattro su scala mondiale - hanno conosciuto una
crescita esponenziale fuori dal controllo delle autorità nazionali e
internazionali, ma soprattutto al di fuori di qualsiasi forma economica o
sociale che non sia l’esclusiva massimizzazione del profitto.
Oggi
si scambiamo, su questo mercato internazionale, quotidianamente, migliaia di
miliardi di dollari. Questa enorme massa di capitali "erratici", che
si muove attraverso canali informatici in cerca di sbocchi speculativi a breve
termine, è pronta a spostarsi in pochi istanti da una parte all'altra del globo
alla minima variazione di un tasso d’interesse. Caratteristiche di questa
strategia finanziaria sono l’alta velocità di movimento del capitale (molto
contratti di scambio hanno durata inferiore alle 12 ore) e l’innovazione
estrema dei prodotti. Spesso però queste transazioni non corrispondono più ad
investimenti reali, ossia non corrispondono più al finanziamento di attività
economiche che producono beni, servizi e occupazione. Gli stessi strumenti,
utilizzati nell'attività finanziaria, diventano sempre più sofisticati e
mirano, nell'essenza, a moltiplicare il "rendimento del denaro"
puntando sulla speculazione e rendendo così sempre più evidente il prevalere
del reddito da capitale su quello da lavoro; quest'ultimo anzi, che si fonda
sul valore dell'uomo nell'attività economica, diventa addirittura un costo che
può essere "tagliato" per realizzare un profitto più elevato.
La finanza etica mira
invece ad introdurre come parametro di riferimento il riflesso
dell’investimento sull’economia cosiddetta “reale”, e si propone di modificare
i comportamenti “finanziari” in senso più sociale sostenendo tutte le attività
che si muovono in un’ottica di sviluppo umanamente ed ecologicamente
sostenibile. Essa punta pertanto ad elaborare degli indicatori che rilevino,
assieme alla performances aziendali e ai rendimenti economici, anche l’impatto
sociale ed ambientale dell’attività finanziabili; questi criteri si rifanno ai
nuovi indici di sviluppo, fatti propri dalle Nazioni Unite, i quali partono dal
presupposto che non vi può essere crescita economica senza sviluppo umano. La
finanza etica ha avuto, nel corso degli ultimi 20-25 anni, una forte
evoluzione: nata focalizzando l’attenzione prevalentemente sulla gestione del
risparmio, come reazione pacifista e ambientalista al potere e alle operazioni
scarsamente trasparenti del sistema bancario, potrà meglio svilupparsi mettendo
al centro della propria identità ed operatività - ed in rapporto tra loro - la
responsabilità sociale ed ecologica degli investitori e degli investimenti,
dunque assumendo un ruolo più attivo e propositivo nel sistema economico.
La pace e la nonviolenza
"La
nostra banca considera il credito uno dei diritti primari, poiché di
"credito/fiducia" hanno bisogno tutti gli esseri umani per accedere
alle risorse necessarie alla realizzazione del loro progetto di vita. Noi
crediamo nel rispetto dell'altro, nel confronto delle idee, nell'impiego e
nello sviluppo di metodi non violenti anche in campo economico. Siamo
consapevoli che le motivazioni che stanno alla base dei conflitti sono
complesse, riteniamo però che l'unica
vera soluzione di questi passi necessariamente attraverso un'assunzione
responsabile degli stessi che si traduce nella disponibilità al dialogo e al
confronto, nella ricerca continua della giustizia, soprattutto in campo
economico, senza la quale non ci può essere pace. Il denaro è fonte, in quanto
strumento di potere, di conflitti, sopraffazioni, violenze, crudeltà. Banca
Etica, proponendo invece l'uso del denaro per una reale promozione umana, mira
a ridurre o eliminare questi elementi di conflittualità, che viceversa
caratterizzano una visione violenta dell'economia.
La scelta di una
metodologia non violenta deve quindi tradursi in criteri chiari e procedure
corrette sui tre diversi livelli che identificano l'azione di Banca Etica:
Provenienza del denaro: poiché il denaro è
frutto dell'attività economica, va verificato che quest'attività sia stata
realizzata nel pieno rispetto delle persone, della natura, dei principi che
regolano la pacifica convivenza tra i popoli. Questo comporta anche una
capacità di analisi e di gestione dei flussi finanziari, evitando di concorrere
ad alimentare, anche indirettamente, azioni illegali (vedi il terrorismo o la
criminalità organizzata) o inaccettabili un punto di vista etico (come la
guerra).
Impiego del denaro: nella valutazione dei
progetti da finanziare, va introdotta anche un'analisi di quanto la non
violenza sia parte integrante della cultura dell'organizzazione finanziata, del
suo modo di intendere i rapporti interni ed esterni, di quanto essa sia in
grado di contribuire alla "pacificazione" della realtà socio-economica
in cui essa opera.
Gestione dei rapporti tra tutti gli interlocutori delle
imprese: Banca Etica, per la sua complessità, può essere
paragonata ad una comunità umana, di cui fanno parte soci, clienti,
risparmiatori, amministratori, dipendenti, fornitori, ecc. Fra gli elementi che
costituiscono il "legante" di questa comunità vanno valorizzate le
modalità con cui questi soggetti interagiscono: la trasparenza, la definizione
chiara degli interessi in gioco e la reale disponibilità a rimetterli in discussione
in funzione di una più alta e condivisa finalità o interesse, il rispetto delle
pari opportunità, la soluzione dei conflitti attraverso il dialogo e il
confronto continui."