Elenco provvisorio e breve descrizione delle aree archeologiche del territorio di Santa Elisabetta







MONTE GUASTANELLA (mt, 608,6 s.1,m,)
Su una collina gessosa, acclive e rupestre, sull'antica trazzera Agrigento-Corleone-Palermo, insediamento musulmano medievale,
Vi si accede da una sella ad est alla quale si innestano, salendo, i ruderi di una antica strada larga circa un metro e mezzo, In vetta gli avanzi della fortezza in muratura e scavata nella roccia.
Tracce di insediamento anche nella sella e ad est (quota 500). Nei pressi, a nord?ovest, esiste una collinetta detta significativamente "Poggio dell'assedio".
Il nome evoca l'evento traumatico della conquista araba o piuttosto normanna. Da qui veniva certamente mosso assedio alla fortezza sorvegliandone ogni movimento fino alla resa.
 

CHELI o KELI
A nord del centro storico di Santa Elisabetta, Collina sulla cui parete nord è una necropoli tardo romano-bizantina (tombe ad arcosolio).
Negli anni Ottanta vi si rinvenne il coperchio di un sarcofago ricavato da un unico enorme blocco di locale pietra di gesso.
Attorno e in alcune aree dell'abitato sono state rinvenute monete e qualche oggetto di età imperiale romana, come testimoniano i vecchi del paese,
 

CHIANU'U CAPU
Terreno pianeggiante, tra Monte del Comune e Kel i, in prossimità di una sorgente d'acqua da cui ha derivato il nome, Vi sarebbero stati rinvenuti schegge di selce e addirittura ossa di elefanti. 1 vecchi la chiamavano 1a piccola Palermo,
 

GIAMMARITARU
In un'ampia conca sono i resti di un abitato romano, si dice sprofondato per un evento tellurico, Ovunque cocci erosi e danneggiati di ceramica e di tegole sparse in terreni alberati e coltivati.
Le parti più alte sono occupate da tombe terragne, delimitate e coperte con lastroni di pietra di gesso o tufacea rossiccia, Quest'ultima estratta dalla vicina contrada Muxarello, altro centro romano dominante sul fiume Platani, ma in territorio di Sant'Angelo Muxaro.
 
 

                         Monte Comune: grotta frammento di grande vaso dell'età del bronzo.
 
 
 

CARBONIA (anticamente CARONIA)
Contigua alla contrada Giammaritaro. Nome di probabile derivazione romana e con cui dovette chiamarsi tutta l'area anche del confinante Giammaritaru, Vi continuano i resti dell'abitato romano, Sul luogo sono i ruderi di un monastero con chiesetta, oggi utilizzata a pagliera. Si favoleggia di tesori esistenti un tempo. I contadini raccontano d'avervi trovato spesso durissime bocce di pietra (proiettil i per catapulte) e, aderente agli alberi, dove la terra è meno raggiungibile da attrezzi e mezzi agricoli, i resti di pavimenti in terracotta a spina di pesce.
 

MONTE DEL COMUNE
Domina l'abitato di Santa Elisabetta da nord-ovest. Imponente collina gessosa a tre creste elevantesi rispettivamente mt. 639,8 - 611,8 e 649,1, Circa una cinquantina di metri sotto quest'ultima cresta, di rimpetto al monte Guastanella, si apre l'ingresso di una grotta naturale a stretti cunicoli con modesti slarghi e ambienti di pochi metri quadrati,
Di interesse speleologico, contiene materiali archeologici purtroppo sconvolti da scavi di clandestini incompetenti. E probabile qualche vaso integro sia stato trafugato, mentre una gran quantità di cocci sono sparsi sul terriccio umido e orribilmente rimosso.
Un esame superficiale li fa ritenere dell'antica età del bronzo, Due soli se ne sono trovati dipinti: uno, assai spesso (cm. 2,5), presenta una superficie dipinta con linee brune e bianche e potrebbe assegnarsi ai tipi castellucciani; l'altro, di minore spessore (cm. 1 circa), ha superficie piuttosto lucida di colore rosso-ocra solcata da sottile linee brune.
 
 

                           Monte Comune: grande muro a secco.
 
 

Tra questo materiale preistorico si mescolano cocci di vasi più recenti, fors'anche del secolo scorso,
La grotta merita un attento studio sia per il materiale, sia perché si trova a breve distanza dalla località di grande interesse archeologico - monumentale di Guastanella, sia perché insiste in una nuda e suggestiva collina che richiama aspetti di sacralità arcaica. Nel mezzo della collina è un grande muro a secco, lungo una cinquantina di metri, difficilmente riconducibile a problemi di recinzione di proprietà in ambiente spoglio non utilizzabile.
Due incavi artificiali, pressoché circolari (cm, 50 circa di diametro), scavati in due solitari massi calcarci, sottostanti il manufatto, nella desolante bellezza e purezza del luogo, rimandano, quasi d'istinto, a riti magico-religiosi.
La grande montagna con le vette a mammelone avrà suggerito qualcosa di magico alle popolazioni primitive a cui appartennero i vasi dei meandri della grotta. Quelle forme riecheggiano in grande gli idoli ginecomorfi caretteristici dell'antica età del bronzo e della cultura castellucciana. In particolare somigliano, pur nelle differenti proporzioni, ad un alare rinvenuto di recente in una grotta del tutto simile della vicina Sant'Angelo Muxaro.
 
 

                           Monte Comune: vaschetta scavata in masso calcareo.
 
 
 
 
 

RAFFO

Località a circa tre - quattro chilometri da Santa Elisabetta, a destra della strada provinciale di Sant'Angelo Muxaro,
Sul terreno numerosi frammenti di ceramica e tegole di età tardo-romana e bizantina.

Ignazio Alessi

 
 
 

                           Monte Comune: vaschetta scavata in masso calcareo.
 
 

Torna all'indice