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Fiat "690"

La gamma “690” - nelle gamme “N” (autocarro) e “T” (trattore) - contraddistinse la produzione Fiat degli anni Sessanta.

All’introduzione, fra il ’60 e il ’61, dei primi modelli “690 N” e “T” (equipaggiati con il motore Fiat “203”, un sei cilindri di 10.676 cc) fece seguito pochi mesi dopo quella dei “690 N1” e “T1”, i quali rimasero in produzione fino al 1967.
Essi adottavano un propulsore a cilindrata maggiorata, il “203 A/61” di 11,548 litri, che trovò largo impiego anche sulla fortunata serie “682”. L’alesaggio e la corsa erano rispettivamente di 130 e 145 mm. L’unità, di tipo aspirato e raffreddato ad acqua, erogava una potenza massima di 132,3 kW (180 CV) a 1900 giri/min e una coppia di 833,8 Nm (85 kgm) a 900 giri/min. Ciò consentiva al Fiat di raggiungere una velocità massima di 63,5 km/h, superando pendenze del 35,5% nella configurazione autocarro e del 16,2% in quella autotreno. Il cambio, abbinato a una frizione monodisco a secco, disponeva di otto rapporti in avanti e due retromarce. Il modello “690 N1” corrispondeva all’autocarro a tre assi, di cui i due anteriori sterzanti.

Il telaio, composto da due longheroni sagomati nella zona anteriore, era di acciaio. Sulla sinistra di questo, si trovavano il vano porta-batterie e la ruota di scorta, con i relativi attrezzi per sostituirla. Sulla destra invece, si trovava il serbatoio del carburante (in questo caso gasolio).
Le sospensioni erano costituite da molle a balestra, integrate anteriormente da ammortizzatori idraulici a doppio effetto.
I freni di servizio, di tipo pneumatico, agivano mediante tre circuiti indipendenti (rispettivamente per gli assi anteriori, quello posteriore e il rimorchio).
L’”N1” era disponibile nei passi “A” (3900+1485) e “B” (3000+1485). La prima versione, lunga 8260 mm, aveva una tara di 7500 kg; la seconda, con una lunghezza di 7160 mm, era caratterizzata da un peso a vuoto di 7300 kg. Le rispettive portate erano di 10.500 e 10.700 kg (più il peso rimorchiabile di 18 tonnellate, elevabili a 22 con il rimorchio a quattro assi). La larghezza, per tutte le versioni era pari a 2500 mm.

La cabina del “690 N1” era la classica dei pesanti Fiat degli anni Sessanta, con il caratteristico baffo anteriore, che “tagliava” a metà la grossa presa d’aria del radiatore. Questa era composta da bacchette verticali cromate. Il modello si distingueva dagli altri per il diverso taglio del parafango anteriore. L’”N1” l’aveva di forma semicircolare, al contrario degli altri pesanti che lo adottavano di altro disegno. Un’altra caratteristica erano gli indicatori laterali di direzione montati in posizione verticale. L’interno dell’abitacolo era strutturato nel modo più razionale possibile, con la consueta guida a destra e due sedili regolabili, con quello di guida senza poggiatesta. Dietro questi si potevano montare due lettino per il riposo durante le lunghe trasferte. Al centro della cabina, c’era un voluminoso tunnel motore, sollevabile grazie a una maniglia posta in posizione avanzata. Il cruscotto, in metallo, conglobava indicatori di tipo circolare. Sulla sinistra di questo, c’erano due leve. Quella più lunga serviva per azionare il freno motore, un dispositivo che, agendo sulle valvole di scarico, rallentava la velocità dell’autocarro senza usufruire dei freni di servizio (costituiti solamente da tamburi ad azionamento pneumatico). La seconda leva, più corta, fungeva da acceleratore a mano.

Infine, gli optionals disponibili per questo modello erano le prese di forza, dipendenti o no dalla frizione e il quarto asse (così da ottenere una configurazione 8x2).