Deduttivo / Induttivo (metodo)

METODO INDUTTIVO:             metodo che muove dallo studio delle esperienze sensibili per arrivare ad una definizione generale ed universale. Dal latino inducere, cioè condurre, trarre per mezzo del particolare.

 

METODO DEDUTTIVO:            metodo che muove da assiomi e postulati per ricavare dimostrazioni e spiegare i fenomeni. Dal latino deducere, cioè trarre da, per ragionamento.

 

 o       Francis Bacon (1561-1626):  INDUTTIVO

La conoscenza muove dall’osservazione sistematica dell’esperienza. Si basa, cioè, su un procedimento scientifico capace,  mediante  la registrazione su tavole ed esperimenti, intesi come lo studio di qualsiasi trasformazione, di arrivare alla definizione della legge che può venir in tal modo applicata e può portare allo studio della natura dell’oggetto.

 

o       Galileo Galilei (1564-1642): INDUTTIVO

La conoscenza parte dell’esperienza, dalla quale si ricavano le ipotesi, basate su dati quantitativi, che devono essere verificate attraverso esperimenti, anche mentali, intesi come relazioni artificiali tra variabili quantificate, per arrivare alla formulazione della legge sottoforma di equazione.

 

o      Isaac Newton (1642-1727):  INDUZIONE / SISTEMA MONDO (DEDUTTIVO)     

Risolve il problema dell’induzione, cioè del passaggio da un numero limitato di osservazioni ad una legge universale, formulando “le regole del filosofare” , in modo da giustificare la generalizzazione induttiva, arrivando a stabilire delle leggi, verificate con esprimenti e basate su dati quantitativi, come equazioni. Grazie a tali leggi, ricavate per via induttiva, si possono dedurre  e spiegare tutti i principi ed i fenomeni dell’universo.

Francesca Tani

MATERIALI

1. Il metodo di Galilei

 “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” - Prima giornata- Il metodo

SALVIATI. Ma per dar soprabbondante soddisfazione al signor Simplicio e torlo, se è possibile, di errore, dico che noi aviamo nel nostro secolo accidenti ed osservazioni nuove e tali, ch'io non dubito punto che se Aristotile fusse all'età nostra, muterebbe oppinione. Il che manifestamente si raccoglie dal suo stesso modo di filosofare: imperocché mentre egli scrive di stimare i cieli inalterabili etc., perché nissuna cosa nuova si è veduta generarvisi o dissolversi delle vecchie, viene implicitamente a lasciarsi intendere che quando egli avesse veduto uno di tali accidenti, averebbe stimato il contrario ed anteposto, come conviene, la sensata esperienza al natural discorso, perché quando e' non avesse voluto fare stima de' sensi, non avrebbe, almeno dal non si vedere sensatamente mutazione alcuna, argumentata l'immutabilità.

SIMPLICIO. Aristotile fece il principal suo fondamento sul discorso a priori, mostrando la necessità dell'inalterabilità del cielo per i suoi principii naturali, manifesti e chiari; e la medesima stabilì doppo a posteriori, per il senso e per le tradizioni de gli antichi.

SALVIATI. Cotesto, che voi dite, è il metodo col quale egli ha scritta la sua dottrina, ma non credo già che e' sia quello col quale egli la investigò, perché io tengo per fermo ch' e' proccurasse prima, per via de' sensi, dell'esperienze e delle osservazioni, di assicurarsi quanto fusse possibile della conclusione, e che doppo andasse ricercando i mezi da poterla dimostrare, perché così si fa per lo più nelle scienze dimostrative: e questo avviene perché, quando la conclusione è vera, servendosi del metodo resolutivo, agevolmente si incontra qualche proposizione già dimostrata, o si arriva a qualche principio per sé noto; ma se la conclusione sia falsa, si può procedere in infinito senza incontrar mai verità alcuna conosciuta, se già altri non incontrasse alcun impossibile o assurdo manifesto. E non abbiate dubbio che Pitagora gran tempo avanti che e' ritrovasse la dimostrazione per la quale fece l'ecatumbe, si era assicurato che 'l quadrato del lato opposto all'angolo retto nel triangolo rettangolo era eguale a i quadrati de gli altri due lati; e la certezza della conclusione aiuta non poco al ritrovamento della dimostrazione, intendendo sempre nelle scienze demostrative. Ma fusse il progresso di Aristotile in qualsivoglia modo, sì che il discorso a priori precedesse il senso a posteriori, o per l'opposito, assai è che il medesimo Aristotile antepone (come più volte s'è detto) l'esperienze sensate a tutti i discorsi oltre che, quanto a i discorsi a priori, già si è esaminato quanta sia la forza loro.

Fonti: http://www.liberliber.it/biblioteca/g/galilei/index.htm
“Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”- Giornata Prima

 

2. Il metodo induttivo