Per Aristotele la sostanza è un
ente individuale e autonomo che dura anche se muta le qualità. È formata dalla
forma ( ciò che è universale: es.:l’uomo )
E dalla materia (ciò che è particolare: es.: la carne e le ossa). L’unione della
materia e della forma danno il sinolo.
Giacomo Lander
Il concetto di sostanza è stato elaborato dalla filosofia greca ( una tematizzazione classica , che riprende la filosofia dai presocratici a Platone, è nella Metafisica di Aristotele) e indica il fatto che una certa realtà (cosa, idea, ente e così via) ha essenza, esistenza di natura identificabile in se e/o separata rispetto alle altre realtà. Ma quali siano le sostanze , a quali realtà si debba attribuire questo concetto, e quante siano ( vi sono delle teorie per le quali ogni ente esistente è una sostanza, altre per le quali la sostanza è una sola, ed è il tutto, perché soltanto l’assoluto è davvero in se identificabile senza rimandi ad altro, e altre ancora) è oggetto di dibattito presso le filosofie di ogni tempo
FONTI: CD “L’officina del pensiero”
In filosofia, essenza o principio permanente di per sé, al di là di ogni mutamento o divenire ( contrapposto ad accidente)
FONTI: dizionario della lingua italiana “ Le Monier”
In filosofia, essenza o principio permanente di per sé, al di là di ogni mutamento o divenire ( contrapposto ad accidente)
FONTI: dizionario della lingua italiana “ Le Monier”
La teoria aristotelica è esposta per la prima volta nelle Categorie, poi ripresa ampliata nella Metafisica. Nelle Categorie la sostanza è in primo luogo la “sostanza prima”, o individuo ( es.: uomo, pianta, tavolo). È definita come “ciò che non è detto di un soggetto né è in un soggetto”, ed è distinta dalla “sostanza seconda” cioè dai generi e dalle specie naturali ( animale uomo ecc...), e opposta alle proprietà accidentali ( qualità, quantità, ecc…). Nella Metafisica Aristotele sostiene il problema di ogni filosofia, cioè “che cos’è l’ente?”, si riduce il problema di cosa sia la sostanza, perché l’ente, ciò che vi è, è in primo luogo la sostanza. Si distinguono tre tipi di sostanza : 1) la sostanza sensibile ed eterna. 2) la sostanza sensibile e peritura, cioè i corpi del mondo sublunare, piante, animali. 3) la sostanza immutabile. Le sostanza del primo e del secondo tipo sono composte e il problema è di sapere quale parte di esse è la sostanza fondamentale. la scelta ricade su quattro accezioni di sostanza: il soggetto, il genere, l’universale, l’essenza. La sostanza in senso proprio della Metafisica aristotelica è l’essenza o specie formale ( eidos), immanente in ogni individuo, che è appunto “sinolo” composto di materia e forma.
FONTI: universale- filosofia (in collaborazione con le garzatine)
In filosofia aristotelica: l’essere, il sottratto che rimane identico sotto il mutare delle qualità ed è uno, mentre i fenomeni e le qualità sono molteplici.
FONTI: universale- enciclopedia generale (in collaborazione con le garzatine)
In filosofia: termine che indica qualcosa che dura sotto il mutare delle qualità. Per Aristotele indica il substrato delle qualità; lui la distingue in due parti: la sostanza prima, la cosa materiale, che è la vera sostanza, e le sostanza seconde, che sarebbero modi astratti di rappresentare il reale (i generi e le specie).
FONTI: l’enciclopedia- la biblioteca di repubblica
ACCIDENTE
Gli accidenti sono le qualità che una sostanza può o non può avere.
Essi sono gli aspetti della materia che non influiscono sulla forma.
Termine proprio della filosofia di Aristotele, e grazie a lui della tradizione, almeno fino alla scolastica. Indica tutte le proprietà di un ente che non appartengono alla sua essenza: “ ciò che appartiene a una cosa e si può dire di vero di essa, ma necessariamente.
FONTI: CD “L’officina del pensiero”
In filosofia, qualità di una cosa, che può anche mutare o venir meno senza che l’idea della cosa venga modificata.
FONTI: dizionario della lingua italiana “ Le Monier”
Termine aristotelico: esso indica ciò che appartiene a una cosa e si può dire di vero di essa, ma non necessariamente né per lo più.
FONTI: universale- filosofia (in collaborazione con le garzatine)
Nella filosofia aristotelica e medievale, qualsiasi carattere non necessario di un essere, cioè qualunque proprietà che non faccia parte della sua essenza.
FONTI: universale- enciclopedia generale (in collaborazione con le garzatine)
In filosofia fu definito per la prima volta da Aristotele nell’ambito del suo discorso sulla sostanza. Egli ha distinto due diversi punti di vista dai quali si può considerarlo, quello ontologico e quello logico. Dal punto di vista dell’ontologia accidente è la determinazione che inerisce all’essere in quanto sostanza, ma è estraneo alla sua essenza necessaria e perciò alla sua definizione reale.
Dal punto di vista della logica accidente è ciò che è predicabile di un soggetto. In Aristotele tuttavia i due punti di vista quello logico e quello ontologico hanno una stretta relazione, non potendosi attribuire logicamente un predicato a un soggetto se non gli appartiene realmente.
FONTI: l’enciclopedia- la biblioteca di repubblica
Giacomo Lander
Ed è sostanza il sostrato, cioè in un senso la materia ( chiamo materia quella che, senza essere in atto qualcosa di determinato, è, però, potenzialmente qualcosa di determinato), in un altro senso il concetto e la forma, ossia ciò che, essendo qualcosa di determinato, può esistere separatamente solo per logica astrazione; in terzo luogo è sostanza il composto di materia e forma, e di esso soltanto c’è generazione e corruzione, ed è esso quello che, in modo assoluto, ha un’esistenza separata: infatti, tra le sostanze formali, alcune hanno esistenza separata, altre no.
Metafisica, VIII (H), i, 1042a, in Opere, vol. VI, p. 234 (tratto dal libro di testo Filosofia. Testi e argomenti, vol. 1, p. 280 )
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La sostanza è il composto di materia e di forma, soggetto alla generazione e alla corruzione. ( vedi figura: esplosione di una stella e granuli di materia )
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