tratto dalla relazione di Felice Mazza in
"La Qualità e la Sicurezza Alimentare:
dalle produzioni d'eccellenza a quelle di largo consumo"
Atti Convegno Nazionale Flai Cgil Roma, 15 Marzo 2001:
Le biotecnologie sono nate da quando si è sviluppata l'agricoltura come
attività economica. Produrre il vino, lo yogurt, l'aceto implica una tecnica
biologica. Il vino è in sè una produzione bio-tecnologica. Con questo
termine si intende, infatti, l'utilizzazione di processi determinati da
microrganismi per ottenere un prodotto, una tecnica appunto, che in natura
non si verificherebbe spontaneamente.
Nelle bio-tecnologie è necessaria, infatti, la progettualità dell'uomo
affinchè un determinato processo si verifichi. E la conoscenza da parte
dell'uomo del fenomeno biologico che si utilizza è funzionale e finalizzata
al processo bio-tecnologico.
Quindi, quando si afferma che l'agricoltura, anche italiana, fa
storicamente uso di processi biotecnologici si afferma il vero.
Negli anni'70, le conoscenze scientifiche dei fenomeni biologici si sono
a tal punto sviluppate da permettere la modifica genetica degli organismi.
E' stata, cioè, scoperta la tecnica che consente di gestire processi
molecolari, cambiare porzioni di informazione genetica corrispondente a dei
geni e permette il loro trasferimento da una specie ad un'altra. Con il
termine OGM si intende
appunto il risultato di tale processo.
Dal punto di vista degli impatti ambientali, la differenza tra
biotecnologie e OGM consiste nel grado di condivisione di certezze
all'interno della comunità scientifica. Se nel caso delle biotecnologie gli
effetti in natura sono stati a lungo studiati e sperimentati, nella storia
delle pratiche agricole, per ciò che riguarda gli OGM, la questione è ancora
aperta.
Le divergenze nel dibattito scientifico riguardano, in particolare, i
processi di trasferimento di DNA, lo sviluppo di resistenze e gli effetti
non - bersaglio (non attesi). A riguardo, le conclusioni di un seminario
internazionale organizzato dall'Ufficio Regionale Europeo della
Organizzazione Mondiale della Sanità e dall'ANPA, che si è tenuto a Roma nel
novembre scorso, indicano la necessità di studi continuativi e di un
significativo incremento di fondi per la ricerca associata alla biosicurezza
e per la formazione di competenze. In particolare, rilevano il bisogno di
maggiori informazioni su:
il trasferimento genetico "che potrebbe essere un pericolo se sono
coinvolti i geni che codificano per proteine che influiscono sulla salute
umana";
"il trasferimento e sull'espressione del DNA nei vari ecosistemi";
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