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OGM: Alcune Raccomandazioni e Linee

Guida

a cura di Alessandro Gimona
 

All’ inizio del 2001 e’ stata pubblicata una nuova direttiva europea sugli Oraginismi Geneticamente Modificati.
La direttiva, che dice di ispirarsi al Principio di Precauzione, regola l’introduzione di organismi modificati  e impone una serie di condizioni per le autorizzazioni al loro rilascio nell'ambiente. Tra queste vi sono gli studi di valutazione di impatto.
Benche’ la direttiva contenga molte indicazioni riguardo alla protezione di salute ed ambiente, saranno i dettagli della sua implementazione  a determinarne l’efficacia o il fallimento.
Alcune aree avranno particolare importanza. Tra queste, citiamo l’indipendenza degli esperti che avranno il compito di valutare l’adeguatezza degli studi pre-autorizzazione,   il livello di rigore scientifico a cui tali studi debbano essere condotti, l’esistenza di studi 'base-line' su cui basare ogni successivo monitoraggio, e l’esistenza di procedure di consultazione che assicurino l' effettiva partecipazione del pubblico ai processi decisionali ed ai comitati etici.
E’ possibile rendere la normativa piu’ efficace? In questo documento PeaceLink mette a disposizione una collezione di raccomandazioni che sono frutto di lunga elaborazione e vengono da due fonti. La e'  prima scientifica. Si tratta del rapporto "Elements of Precaution:Recommendations for the Regulation of Food Biotechnology in Canada", elaborato dal massima istituzione scientifica canadese, la Royal Society of Canada. Il rapporto e' importante perche' e' uno dei primi documenti rivolti ai decisori politici e prodotti da scienziati  che rifiuta apertamente il Principio di Equivalenza Sostanziale e raccomanda stringenti stadard scientifici nella valutazione degli impatti. La seconda e’ una collezione di raccomandazioni di tre Conferenze del Consenso, in cui una giuria di cittadini (accuratamente pre-selezionata per rappresentare la diversita’ nella societa’ civile) pone domande a numerosi esperti e scrive un rapporto finale destinato ai decisori politici.
In molti casi  la Direttiva e’ in sintonia con le raccomandazioni che presentiamo. Tuttavia, in essa, alcune aree chiave, come quelle citate sopra, ricevono scarsa o frettolosa menzione.
Se adottate come linee guida, le raccomandazioni presentate qui potrebbero contribuire a creare una normativa che garantisca  maggior protezione dell’ambiente e della salute dei consumatori.
 
 

La Direttiva Europea Scarica il file PDF
Raccomandazioni della Royal Society of Canada
Introduzione alle Conferenze del Consenso
Riassunto delle Raccomandazioni delle Conferenze
 
 
 

Raccomandazioni per le politiche ed i principi guida sulla regolamentazione delle biotecnologie in agricoltura

[tratto dall' executive summary del rapporto "Elements of Precaution: Recommendations for the Regulation of Food Biotechnology in Canada"

Traduzione di Rosamaria Mutarelli e Cristina Cesarone
 

7.1 Il Panel raccomanda che l'approvazione per il rilascio ambientale di nuovi organismi transgenici, per uso alimentare o come mangime, si basi sulla valutazione scientifica rigorosa della loro potenzialità di causare danno all'ambiente o alla salute umana. Tale prova dovrebbe sostituire l'attuale ricorso al principio della " sostanziale equivalenza " come soglia di decisione.

7.2 Il Panel raccomanda che la progettazione e l'esecuzione di tutti i test di nuovi organismi transgenici siano condotte con la consultazione pubblica degli esperti della comunità scientifica.

7.3 Il Panel raccomanda che l'analisi dei risultati di tutte le prove sui nuovi organismi transgenici sia controllata da un gruppo appropriatamente configurato di esperti "indipendenti" provenienti da tutti i settori, che facciano una relazione sulle loro decisioni e le spieghino in un pubblico dibattito.

8.1 Il Panel raccomanda l'assunzione preventiva che, in generale, le nuove tecnologie non sono da considerare sicure a meno che ci sia una base scientifica certa che le consideri tali. Il Panel rifiuta l'uso del principio di " sostanziale equivalenza" come soglia di decisione che esenta i nuovi prodotti GM dalle valutazioni rigorose di sicurezza in base alle somiglianze superficiali, perché tale procedura non prevede l'assegnazione precauzionale dell'onere della prova.

8.2 Il Panel raccomanda che l'onere della prova principale ricada su chi presenta i prodotti alimentari biotecnologici, e che dovrebbe effettuare tutta la gamma completa di test necessari per dimostrare l'attendibilità che tali prodotti non comportano inaccettabili rischi.

8.3 Il Panel raccomanda che, dove ci siano motivi teorici o pratiche ragionevoli dal punto di vista scientifico che stabiliscano un caso di possibile danno serio per la salute umana, animale o per l'ambiente, il fatto che i migliori dati dei test disponibili siano incapaci di stabilire con sicurezza l'esistenza o il livello del rischio, non deve essere assunto come un motivo per rifiutare una ferma restrizione sul prodotto.

8.4 Come misura precauzionale, il Panel raccomanda che in caso, di possibili gravi rischi per la salute umana, di vaste e irrimediabili dissesti degli ecosistemi naturali, o di seria diminuzione della biodiversità, si richieda che siano impiegati i metodi scientifici migliori per ridurre le incertezze riguardo a questi rischi. L'approvazione dei prodotti con questi rischi potenzialmente seri dovrebbe attendere che l'incertezza scientifica raggiunga i minimi livelli.

8.5 Il Panel raccomanda un uso precauzionale di standard di sicurezza "prudenti" nel caso di alcuni generi di rischi (per esempio potenzialmente catastrofici). Quando il principio di " sostanziale equivalenza" è invocato come standard di sicurezza inequivocabile, (e non come soglia di decisione per la valutazione di rischio), si esige come condizione essenziale un ragionevolmente cauto standard di sicurezza, compatibile con un approccio precauzionale per la regolazione dei rischi connessi con gli alimenti GM.

9.1 Il Panel raccomanda che le agenzie governative che si occupano della stesura dei regolamenti ed i funzionari canadesi esercitino una grande cura nel mantenere una posizione obiettiva e neutrale riguardo al dibattito pubblico circa i rischi ed i benefici delle biotecnologie nelle loro dichiarazioni pubbliche ed interpretazioni dei processi regolatori.

9.2 Il Panel raccomanda che le agenzie governative canadesi che si occupano della stesura dei regolamenti cerchino i modi per aumentare l'evidenza pubblica dei dati e dei fondamenti logici scientifici sui quali sono basate le loro decisioni.

9.3 Il Panel raccomanda che le agenzie governative canadesi incrementino un sistema regolare di revisione delle valutazioni di rischio su cui sono basate le approvazioni dei prodotti geneticamente modificati. Questa revisione parallela dovrebbe essere condotta da un comitato di esperti esterno ed indipendente (non governativo). I dati ed i fondamenti logici su cui la valutazione di rischio e la decisione regolatrice sono basate dovrebbero essere disponibili all'esame pubblico.
9.4 Il Panel raccomanda che la Commissione Consultiva di Biotecnologia Canadese (CBAC) intraprenda un esame dei problemi collegati alla crescente dominazione di interessi privati commerciali nella ricerca pubblica e raccomandi politiche pubbliche che promuovano e proteggano una ricerca completamente indipendente sulla salute e sui rischi ambientali delle biotecnologie in agricoltura.

Le raccomandazioni sui regolamenti e le linee guida

4.1 Il Panel raccomanda che i funzionari federali che in Canada si occupano della stesura dei regolamenti, stabiliscano criteri chiari per quanto riguarda se e quali tipi di studi tossicologici sono richiesti per sostenere la sicurezza dei nuovi costituenti derivati dalle piante transgeniche.

4.3 Il Panel raccomanda che, in considerazione della disponibilità di indicatori alternativi adatti, quelli basati sulla resistenza ad antibiotici non siano usati in piante transgeniche destinate al consumo umano.

4.8 Il Panel raccomanda che non siano date autorizzazioni per prodotti GM con omologhi usati come cibo per le persone che portino limitazioni sul loro uso per gli scopi non commestibili (per esempio colture approvate per alimentazione animale ma non umana). Questi prodotti dovrebbero essere approvati soltanto se accettabili per consumo umano, a meno che ci siano modi certi per garantirne la segregazione e il ritiro dal commercio se necessario.

5.1 Il Panel raccomanda che l'Agenzia canadese per il Controllo degli Alimenti (CFIA) emani dettagliata linee guida che descrivono il processo di approvazione per gli animali transgenici destinati: (a) come cibo o (b) ad altri usi non commestibili, compresi i test di verifica scientifici adatti per la valutazione dei cambiamenti del comportamento o fisiologici in animali che derivino da modificazioni genetiche.

6.10 Il Panel raccomanda che alle aziende che fanno domanda per rilasciare un organismo GM nell'ambiente debbano fornire i dati sperimentali (che usino protocolli sperimentali ecologicamente significativi) su tutti gli aspetti del potenziale impatto ambientale.

6.11 Il Panel raccomanda che un comitato indipendente valuti, sia i protocolli sperimentali sia gli insiemi di dati ottenuti, prima che siano assegnate le approvazioni di piante modificate con le nuove caratteristiche.

6.12 Il Panel raccomanda che le linee guida di riferimento standard dovrebbero essere elaborata per il controllo di lunga durata dello sviluppo di resistenza dell'insetto quando sono usati organismi GM che contengono i prodotti " insetticidi ", facendo particolare attenzione a quelle specie di parassiti conosciute per migrazioni su grandi distanze.

6.13 Il Panel raccomanda che sia disposta una moratoria sull'allevamento dei pesci GM nelle gabbie in acque libere.
6.14 Il Panel raccomanda che l'approvazione per produzione commerciale di pesci transgenici sia limitata soltanto all'allevamento dei pesci nelle attrezzature a terra.

Raccomandazioni riguardo ai processi di regolamentazione

4.2 Il Panel raccomanda che le autorità competenti alla normativa stabiliscano un principio scientifico che permetta la valutazione della sicurezza degli alimenti in toto derivanti da produzione transgenica. Visto l’interesse internazionale per questo tema, il Panel inoltre raccomanda che i  responsabili Canadesi, addetti alla normativa,  collaborino con i loro colleghi in tutto il mondo al fine di consolidare tale principio e/o di finanziare la ricerca necessaria al supporto del suo sviluppo.

4.4 Il Panel esorta il governo canadese a supportare le iniziative di ricerca per incrementare l’affidabilità, accuratezza e sensibilità degli attuali metodi di accertamento del livello allergenico della proteina alimentare, nonché degli sforzi impiegati nello sviluppo di nuove tecnologie atte ad appoggiare questi accertamenti.

4.5 Il Panel esorta al rafforzamento e allo sviluppo delle infrastrutture al fine di semplificare la valutazione del livello allergenico delle proteine GM. Ciò comporta lo sviluppo di una banca centrale di siero derivante da individui accuratamente esaminati, un gruppo di allergenici alimentari standard e le nuove proteine alimentari GM o gli estratti alimentari GM, mantenimento e aggiornamento dei database delle sequenze allergeniche, ed un registro dei volontari con allergie alimentari.

4.6 Il Panel esorta allo sviluppo dei meccanismi di  vigilanza dopo introduzione sul mercato degli alimenti OGM che contengono nuove proteine.

4.7 Il Panel raccomanda che le appropriate agenzie di regolamentazione adottino un approccio specifico, scientificamente valido e di ampia portata per garantire un adeguato accertamento sul fattore allergenico dei prodotti geneticamente modificati.

4.9 Il Panel raccomanda che tutti gli accertamenti sugli alimenti geneticamente modificati, confrontati con il materiale di controllo, rispettino gli standard necessari alla pubblicazione su un riviste scientifiche, e che tutte le informazioni relative all’accertamento siano disponibili a pubblica analisi. Le informazioni devono includere ogni  ingrediente di composizione (Health Canada, 1994), un’analisi di ogni sostanza non nutriente e, dove possibile, una valutazione della proteina come da approvazione della United Nations Food and Agricolture Organization (FAO).

4.10 Il Panel raccomanda che i siano sviluppati protocolli che usino diete sperimentali per test sui futuri alimenti geneticamente modificati.

4.11 Il Panel raccomanda che il Canadian Nutrient File sia aggiornato per includere la composizione di alimenti geneticamente modificati e sia in breve tempo disponibile al pubblico.

5.2 Il Panel raccomanda che il processo di approvazione per gli animali transgenici includa un accertamento rigoroso sui potenziali impatti in tre aree principali:
1) l’impatto delle modifiche genetiche sulla salute e benessere dell’animale;
2) un accertamento ambientale che incorpori gli impatti nella diversità e sostenibilità genetica; e
3) le implicazioni sulla salute umana nella produzione di animali resistenti alle malattie o con un metabolismo modificato (es. funzioni immunitarie).

5.3 Il Panel consiglia che il controllo sugli animali transgenici sia eseguito allo stesso modo di quello già in atto per gli animali da pedigree, e che la loro registrazione sia obbligatoria.

5.4 Il Panel raccomanda che gli animali ed i prodotti transgenici derivanti da animali prodotti per scopi non alimentari (es. la produzione di farmaci) non siano permessi nella catena alimentare se non scientificamente dimostrata la loro sicurezza al consumo umano.

5.5 Il Panel raccomanda che i governi federale e provinciale garantiscano un investimento pubblico adeguato per la ricerca genetica delle università e l’educazione così che il Canada abbia la possibilità di valutare e sviluppare indipendentemente le tecnologie transgeniche.

5.6 Il Panel raccomanda che l’utilizzo delle biotecnologie per la selezione di animali sia regolata da adeguati programmi per mantenere la diversità genetica, che potrebbe essere minacciata da un’intensa sollecitazione selettiva.

5.7 Il Panel propone che venga stabilito un programma di ricerca nazionale per esaminare gli effetti a lungo termine degli organismi GM sull’ambiente, sulla salute umana, e sulla salute e benessere animale.

5.8 Il Panel raccomanda che nel processo di approvazione venga tenuto presente il potenziale di trasferimento in animali ed alimenti di microbi generanti tossine derivante dall’ alterazione nella tolleranza di piante geneticamente elaborate.

5.9 Il Panel raccomanda che venga istituita e controllata dal governo federale una banca dati contenente i profili delle sostanze nutritive di ogni pianta geneticamente modificata che potrebbe essere potenzialmente utilizzata nei mangimi per gli animali.

5.10 Il Panel raccomanda che i laboratori universitari vengano coinvolti nella convalida della sicurezza ed efficacia delle piante ed animali geneticamente modificati.

5.11 Il Panel raccomanda che Environment Canada (Equivalente ANPA, NdT)  e Canadian Food Inspection (Ispezione degli Alimenti del Canada)  istituiscano un processo di accertamento ed un sistema di osservazione per assicurare l’introduzione inoffensiva degli organismi geneticamente modificati in Canada, conformemente agli intenti del Canadian Environmental Protection Act (Legge quadro di Protezione Ambientale Canadese).

6.1 Il Panel raccomanda che tutte le informazioni ecologiche disposte dalla normativa in atto riguardo il destino e gli effetti dei prodotti derivanti dalla biotecnologia transgenica sugli ecosistemi vengano realizzate e siano rese disponibili all’analisi degli esperti.

6.2 Il Panel raccomanda l’esecuzione di test esaurienti e su lungo termine degli effetti ecologici dei prodotti della biotecnologia che comportano rischi ambientali, con speciale attenzione alla persistenza dell’organismo o di un prodotto dell’organismo, agli effetti persistenti sui cicli biogeochimici, o agli effetti dannosi derivanti dal trasferimento e dalla selezione orizzontale genetica.

6.3 Il Panel raccomanda che nel processo di valutazione dei rischi ambientali venga posta enfasi scientifica sui potenziali effetti della selezione operante su un organismo introdotto o sui geni trasferiti in recipienti naturali da tale organismo.

6.4 Il Panel propone che venga intrapresa un’analisi dettagliata della competenza necessaria al Canada  per la stima degli effetti ambientali dei nuovi prodotti biotecnologici e che, in caso venga accertata una mancanza a livello di specializzazione appropriata, risorse vengano assegnate per migliorare la situazione.

6.5 Il Panel raccomanda un’attenta considerazione della cronistoria della coltura e in particolar modo il periodo di tempo e l’intensità impiegata dalla selezione artificiale, durante il processo di accertamento sui potenziali impatti ambientali delle piante geneticamente modificate. Le specie con una breve cronistoria di coltura devono esser poste ad un esame particolarmente ravvicinato poiché possono più facilmente portare a rischi ambientali.

6.6 Il Panel raccomanda particolare attenzione alla biologia riproduttiva durante gli accertamenti sulle piante GM, tenendo in considerazione i sistemi di accoppiamento, le distanze di flusso dei pollini, fecondità, i meccanismi di dispersione dei semi e di inattività.

Le informazioni riguardanti queste caratteristiche di memoria storica devono essere conseguite da esperimenti specifici sull’organismo di coltura GM che viene esaminato, e non unicamente dai resoconti letterari per le specie in generale.

6.7 Il Panel raccomanda che gli accertamenti sulle piante GM non vengano limitate agli impatti sui sistemi agroambientali ma includano una considerazione attenta dei loro potenziali impatti sugli ecosistemi naturali e alterati nelle aree nelle quali devono essere messi a coltura.

6.8 Il Panel raccomanda che i dati delle ricerche derivanti da esperimenti condotti dall’industria sugli impatti potenziali delle piante GM utilizzati  dall’ufficio per la Protezione Ambientale del Canada siano messi a disposizione del pubblico.

6.9 Il Panel propone l’istituzione di un’iniziativa di ricerca multidisciplinare sugli impatti ambientali delle piante GM, finanziata. Con fondi federali. I fondi devono esser messi a disposizione degli scienziati di ogni settore (industria, governo e università) aventi finalità garantite e soggette ad analisi rigorosa degli esperti.

6.15 Il Panel propone l’instaurazione di programmi di ricerca di vasta portata dediti allo studio delle interazioni tra pesci selvatici e di acquacoltura. Accertamenti affidabili sui potenziali rischi ambientali posti dal pesce transgenico potranno esser presi in considerazione solo dopo una esauriente ricerca in questo campo.

6.16 Il Panel consiglia che gli accertamenti sui potenziali rischi ambientali posti dal pesce transgenico non siano verificati solo caso per caso, ma anche popolazione per popolazione.

6.17 Il Panel raccomanda che l’identificazione di effetti pleiotropici, o secondari sul fenotipo risultante dall’inserimento di un costrutto monogenetico negli organismi GM sia una ricerca di prioritaria importanza.

7.4 Il Panel raccomanda che il Canada sviluppi e mantenga una linea di base pubblica di risorse informative che interessino la biologia di sistemi principali  agroecologici e biologici sia presenti che futuri .

7.5 Il Panel raccomanda che il Canada sviluppi ricerche genetiche moderne per ogni principale coltura, animale da allevamento e pesce da acquacoltura, e che le utilizzi per implementare metodologie efficaci al supporto della sua linea di condotta e normativa.

Conferenze del Consenso: partecipazione pubblica alle decisioni sul rischio biotecnologico

Alessandro Gimona

La capacita’ di modificare il corredo genetico di organismi viventi, apre opportunita’ nel campo biomedico ed agricolo, ma comporta anche rischi. Questi sono principalmente dovuti al fatto che il funzionamento cellulare degli organismi che subiscono le modificazioni e’ ancora noto solo in piccola parte, specialmente quando si tratta di organismi superiori. Non e’ dunque sempre possibile prevedere sempre le conseguenze delle modificazioni che si introducono.

I sostenitori di queste tecnologie tendono a minimizzare i rischi e a sottolineare quelli che ritengono i benefici produttivi e sociali e cioe’ una maggior resa delle colture, un supposto minor uso di sostanze chimiche  e il fatto che queste tecnologie possano rappresentare una soluzione al problema della fame in paesi in via di sviluppo.  L’ottimismo dei sostenitori, spesso non e’ sempre confermato da dati e rapporti ufficiali,  si vedano  ad esempio

http://www.rsc.ca/foodbiotechnology/indexEN.html

http://www.genewatch.org/Publications/farmers.htm

http://europa.eu.int/comm/dg06/public/gmo/cover.htm

http://www.fao.org/FOCUS/E/SOFI/for-e.htm

I critici sottolineano che l’ introduzione di queste tecnologie ha implicazioni potenzialmente profonde, sia dal punto di vista pratico, perche’ rischi e benefici sono distribuiti in modo diseguale,che dal punto di vista etico (si veda ad esempio la controversia sulla brevettabilita’ degli organismi viventi).

I potenziali rischi non devono essere sottovalutati. Tuttavia, non esiste accordo su una procedura standardizzata per stabilire quali siano questi rischi,  quali abbiano piu’ o meno peso di altri, e come comportarsi in presenza di incertezza.
Quando i governi debbono mettere  a punto una linea di condotta i cui risultati non possono essere garantiti, sarebbe' necessario considerare le diverse opinioni di coloro che ne saranno influenzati. Nel caso delle biotecnologie cittadini, consumatori, agricoltori, non vengono messi sufficientemente al corrente delle questioni ne’ hanno la possibilita’ di influenzare le decisioni, se non attraverso il voto. In questo contesto, e’ facile capire come le lobby chimico-biotecnologiche, che premono per una frettolosa deregulation, possano prevalere. Cio’ rappresenta un rischio che va oltre la questione biotecnologica: il disequilibrio nella capacita’ di influenzare decisioni importanti può alienare sempre di piu’ i cittadini dalla politica e dal processo democratico .
In controversie che comprendano aspetti scientifici, inoltre, la mancanza di consultazione alimenta la diffidenza  dei cittadini nei confronti degli scienziati. A questo proposito, puo' essere utile avere presenti alcuni principi che i sociologi hanno appreso dallo studio delle decisioni riguardo ad ambiente e salute:
 

  • Strumenti quantitativi producono risultati che dipendono dalle assunzioni a monte e sono piu' incerti di quel che a volte puo' sembrare

  •  Se vengono usati tali strumenti, crisi ambientali e politiche possono emergere a lungo termine, come nel caso della Encefalopatia Spongiforme (Mucca Pazza) e la fiducia della societa' nei decisori risultare.compromessa

  •  E' bene rendere chiaro quando assenza di evidenza non derivi da risultati negativi ma da assenza di (o insufficiente) ricerca.

  •   La trasparenza serve a conquistare la fiducia della societa' civile.


 I comuni cittadini hanno sempre meno fiducia nella possibilita’ che la scienza da sola sia in grado di produrre decisioni soddisfacenti ed obbiettive.  E’ dunque necessario creare opportune sedi di discussione. In altre parole, accanto alle tradizionali formule che vedono le decisioni prese da politici o funzionari a porte chiuse, sulla base  delle consulenze scientifiche, sono necessari nuovi strumenti di partecipazione democratica attiva e decentrata, che integrino gli strumenti esistenti. Cio’ aumenterebbe la fiducia che i cittadini ripongono nel sistema decisionale.

 E’ bene chiarire che maggiore partecipazione non costituisce un attacco alla “Scienza”. Innanzitutto gli scienziati sono consci di limitazioni ed incertezze nei loro risulatati. Inoltre, fino ad ora, il metodo scientifico si e'  dimostrato lo strumento migliore per stabilire fatti, quando questo sia ragionevolmente possibile. Non sarebbe dunque sensato proporre che vi sia partecipazione nella fase tecnica dei processi scientifici. La partecipazione e’ necessaria nella fase dei processi decisionali che implica giudizi soggettivi  poiche’ le decisioni, non vengono prese solo in base a fatti, ma anche in base a valori che attribuiscono loro un senso.

     In presenza di incertezza, persino all'interno della comunita' scientifica, e' apparente come le considerazioni di valori influenzino il punto di vista riguardo   a rischi.e decisioni sulla loro accettabilita'. Si prenda il caso delle colture modificate geneticamente: i biologi molecolari e gli agronomi spesso tendono ad enfatizzare i potenziali benefici, mentre medici ed ecologi spesso tendono ad enfatizzare i potenziali costi e rischi.

     La percezione dell'incertezza cambia poi al di fuori della comunita' scientifica. L'incertezza viene di solito filtrata, eliminata dai decisori che agiscono come se le incertezze non esistessero quando debbano giustificare le proprie decisioni. La societa' civile, che si e' resa conto da anni che questo puo' portare a effetti non desiderati, reagisce con proteste. Sarebbe dunque opportuno riconoscere l'incertezza e renderala parte di un trasparente processo di  decisione che consulti la societa' civile.
 

     Pertanto il parere degli esperti, per quanto indispensabile, non e' sufficiente a determinare decisioni accettabili e a mantenere o a ricostruire i rapporti di fiducia tra cittadini e istituzioni. Per questo e' necessario che gli esperti comunichino da pari a pari con i cittadini e che questi ultimi abbiano la possibilita' di influenzare sia quali questioni vengano investigate, sia decisioni che li riguardano da vicino.

E’ interessante citare il parere della commissione di scienziati della Royal Society of Canada . (pagina 8, exec.summary del Report) riguardo ai rispettivi ruoli degli scienziati e dei comuni cittadini:

"There is no doubt that questions about the potential hazards inherent in the products of agricultural biotechnology and the mechanisms for assessing the magnitude of the health risks they pose are primarily scientific, requiring the very best scientific methods and expertise for their resolution. But they are not purely scientific. It is now generally recognized in the scholarly literature on the nature of risk analysis that many aspects of the task of assessing the magnitude of technological risks and managing them within the limits of safety involve  judgments and decisions that are not themselves strictly scientific (Salter et al., 1988; Mayo et al., 1991; Shrader-Frechette, 1991). They involve value judgments related to such issues as the appropriate way to handle uncertainties in scientific data and results, assignment of the burden of proof among stakeholders in risk issues, standards of proof, definition of the scope of the risk issue (e.g. should human error be considered part of the risk of the technology?), and, of course, the central issue, already noted, of what levels of risk should be considered “acceptable”. Such “extra-scientific” judgments are inherent in any assessment of risk and in the judgments about the technological and social mechanisms for maintaining it within safe limits."
 

Benche’ la societa’ abbia diritto ad esprimersi, è bene notare che questa, tuttavia, non e’  formata da un gruppo omogeneo di persone, al contrario. E' dunque lecito aspettarsi che convivano una moltitudine di   atteggiamenti culturali, valori, stili di vita, che influenzano il punto di vista degli individui sulle piu' diverse questioni e che, non esistano schieramenti rigidi e definitivi, ma schieramenti di opinione che cambiano al cambiare delle questioni in esame.   E’ necessario tenere conto di tutto cio' nella messa a punto di strumenti di consulatazione, cioe’ strumenti democratici integrativi, che servano da ponte sullo iato tra fatti scientifici e valori.
A questo punto sorge naturale l'obbiezione che probabilmente i cittadini non hanno sufficienti conoscenze per partecipare a decisioni tecniche e intricate e che quindi la partecipazione e’ di fatto impossibile. E' possibile comunque informare i cittadini in modo comprensibile. Questo e' cio' che succede, per  esempio, nei tribunali di vari paesi , durante processi in cui la giuria ascolti le opinioni di vari esperti in materia a cui venga chiesto di esplicitare la base delle proprie opinioni usando un linguaggio compensibile. Sviluppando questo concetto sono stati messi in atto esperimenti pratici, creando 'giurie di cittadini' composte da 10-25 membri selezionati con cura in modo da rappresentare il piu' ampio spettro possibile della societa'. I membri di questa selezione decidono quali questioni porre, si incontrano con numerosi esperti, (di solito di opinioni diverse riguardo alla stessa questione) ne ascoltano il parere e possono fare domande e chiedere approfondimenti. Nel caso delle conferenze del consenso, tenutesi in vari paesi, gli incontri durano 2-3 giorni.

     Alla fine degli incontri con gli esperti e' la commissione di cittadini che stila un rapporto contenente esplicite raccomandazioni per i decisori politici. Il  tutto si svolge 'a porte aperte'.

     Cio' che contraddistingue questa formula da sondaggi e referendum è che i componenti del gruppo di cittadini possono venire a contatto diretto con gli esperti e discutere apertamente e direttamente i loro dubbi. Inoltre, come si notera', cio' e' ben diverso dall' avere qualche rappresentante della societa' civile che sieda allo stesso tavolo di esperti mentre questi conducono una discussione tecnica e dunque spesso oscura per i non addetti ai lavori.

Risultati fin qui ottenuti mostrano che questioni complicate da molti aspetti possono venire ben comprese e che e' possibile arrivare a decisioni informate

 Questa formula e' stata usata in vari paesi (ad es. Australia, Nuova Zelanda, Danimarca, UK) in conferenze pubbliche denominate Conferenze per il Consenso, aventi come tema gli OGM.

Analizzando le raccomandazioni   cio’ che emerge chiarmente e’ che  i cittadini vogliono una legislazione che anteponga l’interesse pubblico a quello delle lobby biotecnologiche, nonche’ la creazione di  nuove istituzioni pubbliche indipendenti, i cui esperti siano al riparo dalle pressioni lobbistiche di cui sopra. Tali istituzioni dovrebbero condurre valutazioni basate su evidenza scientifica, con procedure trasparenti.  Le decisioni dovrebbero essere prese ‘caso per caso’,  evidenziando sia  l’ incertezza  che i  giudizi di valore e  tenendo conto, se necessario, delle obbiezioni della societa’ civile. La legislazione dovrebbe essere in grado di integrare – tramite nuove istituzioni - evidenza scientifica, valori etici ed interessi economici.
Le Conferenze hanno dimostrato di capire che nel prendere decisioni sulle biotecnologie e’ necessario riconoscere che la nostra comprensione dei sistemi biologici e’ ancora scarsa e che la loro introduzione ha implicazioni che richiedono un’ ampia partecipazione e collaborazione tra esperti e non esperti.

Riassumiamo sotto le raccomandazioni delle tre conferenze nella speranza che cio’ contribuisca ad un dibattito informato.
 

Riassunto delle raccomandazioni delle Conferenze per il Consenso di Australia, Nuova Zelanda e Danimarca

Di Paolo Costantini

In questo documento per brevità  denomineremo le conferenze con le sigle AU = Australia, NZ = Nuova Zelanda, DK = Danimarca.  I numeri dopo ciascuna sigla si riferiscono al numero della questione specifica affrontata nel rapporto finale delle rispettive conferenze. Per esaminare le questioni in dettaglio
 

Conferenza australiana
Conferenza neozelandese
Conferenza danese
 
  Le tematiche affrontate nelle tre conferenze esaminate possono essere riassunte sotto i seguenti titoli:
 

Conseguenze sull'ambiente         Considerazioni generali
        Raccomandazioni

                Salvaguardia dall’"inquinamento genetico"
                Salvaguardia del suolo e monitoraggio delle resistenze
                Salvaguardia della biodiversità

Conseguenze sulla salute umana

        Considerazioni generali
        Raccomandazioni
                Sperimentazione e valutazione del rischio
                Monitoraggio

Considerazioni scientifiche

        Considerazioni generali
        Raccomandazioni

Rapporti fra consumatori, imprese e autorità politiche

        Considerazioni generali
        Raccomandazioni

                Informazioni ai consumatori
                Accesso ai prodotti non modificati
                Organismi di controllo
                Etichettatura
                Monopolio

Legislazione

        Considerazioni generali
        Raccomandazioni

Considerazioni etiche

        Considerazioni generali
        Raccomandazioni
 
 
Conseguenze sull’ambiente

        Considerazioni generali

Tutte e tre le conferenze pongono il problema delle possibili conseguenze negative dovute all’introduzione degli OGM nell’ambiente (AU 2; DK 1, DK 2; NZ 4, NZ 5). In particolare, vengono prospettati i seguenti rischi:
invasione di materiale transgenico nell’ecosistema naturale (NZ 4), trasferimento involontario di materiale genetico ad altri organismi e alterazione del ciclo naturale (DK 1);sviluppo di parassiti resistenti, inquinamento del suolo da parte di tossine, su cui non vi sono ancora dati disponibili (DK 2);
perdita della biodiversità (AU 2, DK 1, NZ 4).

Raccomandazioni

  •  

  • Salvaguardia dall’"inquinamento genetico"

    AU 2, DK 2, NZ 4 raccomandano la necessità di un continuo monitoraggio delle coltivazioni e dell’avanzamento della ricerca. Tutte e tre le conferenze sottolineano l'importanza dell'indipendenza degli enti che si occupano del monitoraggio e autorizzazione.

    In particolare, AU 2 propone che siano coinvolte le autorità politiche (ministeri dell’ambiente e della sanità), mentre NZ 4 auspica che il monitoraggio sia di competenza di gruppi o organizzazioni non interessate economicamente, e DK 2 propone un tempo minimo di monitoraggio di ad es. 7 anni.

    NZ 4 propone, dove possibile, la sterilizzazione degli OGM al fine di evitare l’impollinazione incrociata. DK 1 propone la stretta separazione dei metodi di produzione biologica da quelli di produzione biogenetica, e ritiene che l’isolamento delle coltivazioni transgeniche sarebbe necessario, ma difficilmente praticabile in Danimarca.

     Salvaguardia del suolo e monitoraggio delle resistenze

    DK 2 è particolarmente attenta ai possibili effetti negativi, sul suolo e su altri organismi utili, di tossine prodotte da piante transgeniche, e propone un attento monitoraggio su questo aspetto.

    AU 2 e DK 2 si preoccupano anche della possibilità di sviluppo di parassiti resistenti, raccomandando indagini preliminari e attento monitoraggio. DK 2 invita a sviluppare i piani di irrorazione per le coltivazioni di OGM in modo da individuare le dosi più basse di pesticidi necessarie alla coltivazione.

    Salvaguardia della biodiversità

    DK 1 e NZ 5 propongono la costituzione di banche del seme e del protoplasma, accessibili a tutti coloro che lo desiderano (NZ 5); NZ 5 ne suggerisce il finanziamento tramite imposte o altri metodi, a cui sarebbero soggetti tutti i produttori e commercianti dei prodotti conservati, transgenici o meno. DK 1 propone anche la registrazione dei dati rilevanti su siti e metodi di coltivazione.

  • Conseguenze sulla salute umana

    Considerazioni generali

    Tutte e tre le conferenze pongono, sotto vari aspetti, il problema delle possibili conseguenze negative che l’utilizzo degli OGM potrebbe avere sulla salute umana, e l’importanza della prevenzione in tal senso. AU 2 è molto chiaro in proposito: "La salute ambientale ed umana deve rappresentare la preoccupazione principale in ogni decisione che

  • DK 3 elenca i seguenti rischi più probabili dell’ingestione di OGM:

    effetti tossici;
    reazioni allergiche;
    modificazioni del valore nutritivo rispetto agli alimenti tradizionali;
    effetti dei geni resistenti agli antibiotici.
    Secondo DK 3, gli esperti ritengono che l’utilizzo di OGM nell’alimentazione umana non interferisca sulla fertilità né sul sistema immunitario. Non sono ancora note evidenze su nuove malattie eventualmente causate da OGM.
     
     

    Raccomandazioni

            Sperimentazione e valutazione del rischio

     

    1. La valutazione del rischio per la salute umana dovuto agli OGM è strettamente legato alla questione delle autorizzazioni. Per gli aspetti legali rimandiamo al successivo punto 5.

    2. DK 3 afferma la necessità di un ampio margine di sicurezza nella valutazione del rischio dei cibi OGM, e propone che tali valutazioni vengano effettuate caso per caso, così da poter prendere caso per caso decisioni in cui tutti i dati rilevanti siano presi in considerazione.

    AU 1 ritiene che in Australia gli OGM non dovrebbero essere consentiti "finché ed a meno che un Ufficio per la Tecnologia Genetica indipendente ed imparziale sia creato all'interno di una Authority al fine di valutare e riferire su tutti gli aspetti della sicurezza degli OMG". Ritiene anche che i ministeri dell’ambiente e della sanità siano attivamente coinvolti nella prevenzione contro tali rischi.

    NZ 7C elenca dettagliatamente una serie di requisiti che dovrebbero essere soddisfatti da un controllo efficiente, al fine di ottenere una certificazione legale di sicurezza; rimandiamo al punto 5 sulla legislazione. Accenniamo soltanto al seguente requisito: "I risultati delle analisi condotte da un solo laboratorio di analisi non dovrebbe essere sufficiente per ottenere l’accettazione della FAA".

    Monitoraggio
     Come già visto nel punto precedente a proposito della sperimentazione, il problema del monitoraggio nel caso della sicurezza per la salute umana si intreccia strettamente con il problema delle autorizzazioni. Per gli aspetti strettamente legali rimandiamo al successivo punto 5. .

    Rileviamo qui soltanto alcuni punti. DK 7 afferma che "Si dovrebbe assicurare che in ogni momento, la produzione di cibi geneticamente modificati prenda in considerazione lo stato dell’attuale conoscenza dei rischi. I cittadini dovrebbero avere accesso a questa conoscenza", e propone che le autorizzazioni vengano riviste periodicamente (ad es. dopo 7 anni). Al fine di monitorare i legami fra OGM e effetti sulla salute umana, AU 2 propone l’istituzione di un registro delle reazioni fisiologiche avverse.

     

    Considerazioni scientifiche

    Considerazioni Generali
    Come già rilevato nei precedenti punti 1 e 2, appare chiaro a tutte le conferenze che la ricerca scientifica non ha ancora raggiunto una conoscenza sufficiente delle implicazioni che risultano dalla diffusione nell’ambiente di piante geneticamente modificate, e dall’utilizzo di OGM nell’alimentazione umana. NZ 2 afferma esplicitamente che gli scienziati non possono dare garanzie sull’affidabilità delle procedure di manipolazione genetica e sulla sicurezza dei prodotti così ottenuti; questo è fonte di preoccupazione. Afferma anche che la ricerca nel campo delle biotecnologie abbia una componente di inevitabilità, e che i suoi risultati possano portare a benefici nell’agricoltura in termini di quantità e qualità, pur non essendo da considerarsi la sola soluzione della fame nel mondo.

    In AU 5 si esprime preoccupazione per la tendenza della ricerca ad essere accentrata nelle mani delle imprese che ne traggono beneficio.

     Raccomandazioni

    L’esigenza di una ricerca indipendente dalle imprese produttrici e commercializzatrici di OGM è particolarmente sentita. DK 0 è estremamente chiara in proposito: "[…] la Commissione raccomanda l’incremento del finanziamento pubblico per la ricerca in questo campo, con l’obiettivo di portare le competenze dell’autorità garante e di controllo alla pari con quelle delle imprese." DK 2 raccomanda il finanziamento della ricerca indipendente nel caso specifico delle conseguenze ambientali. DK 4 si preoccupa invece dell’utilizzo degli OGM nei paesi del Terzo mondo, e raccomanda il finanziamento pubblico di una ricerca indipendente dedicata allo studio dei problemi di tali paesi che, non portando un immediato profitto alle imprese, non vengono affrontati.

     

    Rapporti fra consumatori, imprese e autorità politiche

    Il tema dei rapporti fra consumatori e opinione pubblica in generale, settore delle imprese di produzione e commercializzazione di OGM, e autorità pubbliche è uno dei più delicati fra quelli trattati dalle conferenze esaminate.

    AU 7 e NZ 3 affermano chiaramente che i cittadini dei rispettivi paesi non hanno sufficiente accesso alle informazioni scientifiche sugli OGM. NZ 3 aggiunge che "il potere dei media non è sufficientemente sfruttato come strumento didattico".

    In NZ 7D si afferma esplicitamente che "Il consumatore Neozelandese non ha sufficiente influenza nel processo decisionale sugli OGM". Considerazioni analoghe sono formulate in AU 1 ("Si stanno prendendo decisioni troppo velocemente e con una mancanza di consultazione pubblica"). NZ 7E crede inoltre che in Nuova Zelanda non vi sia ancora un sistema di etichettatura adeguato. DK 6 afferma che è necessaria una etichettatura completa per gli OGM, e che le richieste dei consumatori differiscono dalla legislazione sull’etichettatura. La Danimarca, infatti, segue la legislazione dell’Unione Europea, che si limita alla segnalazione della semplice presenza di OGM, mentre il consumatore desidererebbe conoscere informazioni relative a tutto il processo produttivo.

    Per quanto riguarda gli organismi di controllo, AU 0 afferma con chiarezza che gli enti di regolamentazione non stanno attualmente difendendo gli interessi della comunità. Analogamente, in NZ 7B si citano gli organismi di controllo della Nuova Zelanda, e si esprime preoccupazione per la loro effettiva capacità di svolgere i compiti istituzionali. DK 5, invece, constata come in Danimarca sia impossibile valutare al momento la validità dei controlli esistenti, dato lo scarsissimo numero di procedure di autorizzazione e controllo già attivate.

    Le conferenze australiana e danese condividono la preoccupazione per la possibile concentrazione di risorse da parte di poche grandi imprese multinazionali (AU 5, DK 4). In particolare, DK 4 ricorda che il sistema dei brevetti può contribuire ad accrescere la concentrazione.

    Raccomandazioni

    NZ 3 raccomanda un maggiore impegno dei media sui temi della biotecnologia, tramite articoli su quotidiani e trasmissioni televisive stimolanti. Constata inoltre la necessità di stimolare l’interesse degli studenti di scuola elementare e media; a questo fine è necessaria la formazione specifica degli insegnanti.

    AU 3 ricorda che in una democrazia l’opinione pubblica deve essere coinvolta nelle decisioni, e a questo fine deve essere informata adeguatamente. Raccomanda quindi che le informazioni ricavate dalle valutazioni indipendenti sulla fattibilità e sui rischi dell’utilizzo della biotecnologia, nelle sue varie ramificazioni, siano ampiamente diffuse presso il pubblico, e raccomanda la necessità di consultazioni con coinvolgimento della comunità, delle autorità, del mondo scientifico e di quello economico.

    Più specificamente, AU 7 individua alcuni strumenti adatti alla diffusione di informazioni: campagne informative finanziate dal governo, numeri verdi e siti web per informazioni al consumatore, annunci pubblici relativi a questioni sugli OGM, dépliants, informazione specifica nell’ambito scolastico, CD-Rom.

    In modo del tutto analogo, DK 6 afferma la necessità di diffondere un’informazione dettagliata e competente, e propone strumenti analoghi a quelli di AU 7: campagne informative, dépliants scritti in linguaggio comprensibile, utilizzo di strumenti informatici aggiornati, pubblici dibattiti e educazione agli adulti.

    Accesso ai prodotti non modificati
     

    DK 8 si preoccupa di stabilire se gli OGM siano effettivamente utili ai consumatori. Allo stato attuale tali prodotti non sembrano offrire vantaggi diretti, che potrebbero però emergere in futuro con il progresso della tecnologia. Si raccomanda quindi che ai consumatori sia garantito l’accesso ai prodotti non geneticamente modificati.

    L’esigenza di conservare la libertà di scelta viene fortemente espressa da AU 8.

    Organismi di controllo

    In NZ 7B si raccomanda che anche i consumatori siano presenti nei consigli di amministrazione degli organismi di controllo. In NZ 7C si raccomanda inoltre che il finanziamento di tali organismi sia a carico del Governo e delle imprese, e non a carico dei consumatori, e che gli oneri di test siano strettamente a carico dei produttori e/o manipolatori.

    AU 0 afferma che la tecnologia genetica, se adottata in Australia, andrà soggetta a stretti controlli da parte di enti indipendenti; l’autoregolamentazione da parte delle imprese è considerata totalmente inaccettabile. Si raccomanda inoltre la costituzione di una nuova authority in cui siano rappresentati molteplici punti di vista, finanziata dalle tasse di autorizzazione pagate dalle imprese, che dovrebbe occuparsi anche della responsabilità civile riguardo a possibili danni da OGM.

    DK 5 raccomanda che le autorità preposte al controllo abbiano sufficienti risorse, così da salvaguardare la loro indipendenza e oggettività; sostiene la direttiva dell’Unione Europea, in cui la valutazione del rischio deve essere effettuata sia dalle imprese sia dalle autorità di controllo prima del rilascio delle autorizzazioni; raccomanda che gli introiti provenienti dalle tasse di autorizzazione siano utilizzati per la ricerca indipendente nei campi considerati importanti dalla società, ma poco significativi dalle imprese private.

    Etichettatura

    NZ 7E afferma che sono sufficienti le diciture "contiene" e "non contiene" OGM, e che l’assegnazione ad un prodotto della categoria "non contiene" sia condizionata ad un processo, che ne dimostri effettivamente la veridicità. Propone inoltre la costituzione di un’Organizzazione dei Produttori senza manipolazioni genetiche, e la possibilità da parte di questi produttori di adottare un logo apposito per i loro prodotti. I prodotti con il logo dovrebbero essere testati dall’autorità di controllo, e dovrebbe essere garantita un’informazione adeguata sul significato del logo.

    AU 8 sottolinea con forza la necessità di una etichettatura completa degli OGM, comprendente tutte le informazioni pertinenti la salute umana e animale. Riguardo la cosiddetta "equivalenza sostanziale" degli OGM alle loro controparti tradizionali, il comitato è chiarissimo: "Respingiamo l'uso del termine equivalenza sostanziale per i cibi transgenici in quanto ha una ristretta applicazione scientifica".

    DK 6 raccomanda di adottare la normativa dell’Unione Europea sui requisiti nazionali supplementari per l’etichettatura, in modo da permettere al consumatore di sapere in che modo la tecnologia genetica è stata applicata nella produzione di un dato prodotto.

    Monopolio

    AU 5 raccomanda che l’ACCC (Commissione Australiana per i Consumatori e la Competizione) assuma un ruolo attivo nella prevenzione dei monopoli multinazionali nell’industria alimentare, e che vi sia un contributo pubblico a proposte di ricerca orientate alla realizzazione di interessi pubblici.

    DK 4 raccomanda una regolamentazione pubblica capace di contrastare i monopoli, il divieto di utilizzo degli "stop-genes", e misure per evitare che la brevettazione contribuisca alla formazione di monopoli (limite di durata di 5 anni e perdita dei diritti per brevetti inutilizzati).

    Riguardo ai rapporti con paesi in via di sviluppo, DK 4 è convinta che la mancanza di cibo in tali paesi dipenda da problemi di distribuzione e non di produzione, e propone l’utilizzo della regola del "no-charge" (i paesi in via di sviluppo non dovrebbero pagare i diritti per l’utilizzo della tecnologia genetica). Raccomanda inoltre l’incremento di finanziamento pubblico destinato alla ricerca nei paesi in via di sviluppo.

    Legislazione


    Considerazioni generali

    DK 8 è dedicata espressamente al contenuto della legislazione danese in materia di manipolazione genetica. Si esprime generale soddisfazione per le regole attuali, ma si afferma anche la necessità di costanti miglioramenti, in quanto non sono ancora considerati, ad esempio, danni e sanzioni in caso di effetti indesiderati degli OGM. Si afferma inoltre che "è fondamentale assicurare che la legislazione rifletta sempre lo stato attuale della conoscenza nell’area".

    AU 0 è invece meno ottimista, affermando di essere "convinta che gli enti di regolamentazione (ANZFA,GMAC ecc..) al momento non facciano gli interessi della comunità", e rilevando che la regolamentazione attuale "sia focalizzata troppo strettamente sulla scienza", mentre il principio guida dovrebbe essere la tutela della salute umana e dell’ambiente. L’autoregolamentazione da parte delle imprese è vista come "totalmente inaccettabile".

    Come DK 8, anche AU 0 afferma la necessità di periodiche revisioni della legislazione.

    Un’altra preoccupazione di AU 0 è l’uniformità della legislazione federale, necessaria "per prevenire l'eventualità che stati singoli si diano leggi che possano consentire ai produttori di aggirare la legge di altri stati". Questo principio è applicabile a tutti gli stati di tipo federale, e potrebbe esserlo in una futura evoluzione in senso federale dell’Unione Europea.

    La protezione legale, afferma NZ 7B, è attiva in Nuova Zelanda, ma non è sufficiente. Le strutture regolatorie attualmente attive "devono ancora dimostrare di essere in grado di fornire un livello sufficiente o uno standard di protezione legale contro ogni possibile effetto nocivo".

    Raccomandazioni

    AU 0 ritiene che in Australia gli OGM dovrebbero essere consentiti soltanto dopo che si siano verificate alcune condizioni, fra cui:

    la messa in atto di un esauriente sistema di etichettatura;
    l’attivazione di un processo di consultazione fra industrie, governo e consumatori;
    l’attivazione di un sistema di valutazione scientifica della ricerca sugli OGM e dei rischi degli esperimenti in campo.
    NZ 7B ritiene che la protezione legale fornita attualmente non sia sufficiente, e raccomanda che:
    venga istituito un fondo di indennità, finanziato da produttori e manipolatori, per coprire eventuali reclami relativi all’ingestione di OGM. I costi per la gestione del fondo non dovrebbero gravare sui consumatori;
    la protezione legale si dedichi all’analisi di rischi di lungo termine (ad es. allergeni), così che vengano inclusi tutti i cibi aventi almeno un componente geneticamente modificato;
    l’onere del test della prova di sicurezza sia a carico dei produttori e/o manipolatori;
    i risultati delle analisi condotte da un solo laboratorio non siano considerati sufficienti per l’accettazione da parte dell’organismo di controllo;
    le decisioni degli organismi di controllo e di autorizzazione coinvolgano non esperti e la Commissione del Commercio.

    Considerazioni etiche


    Considerazioni generali

    DK 9, DK 10 e AU 4 trattano esplicitamente delle conseguenze etiche delle biotecnologie. I temi fondamentali che ricadono sotto la considerazione etica sono i seguenti:
    proprietà commerciale della vita, accettabilità della brevettazione di modificazioni genetiche;accettabilità della creazione stessa di organismi geneticamente modificati;
    rispetto dei div

    DK 10 afferma che gli aspetti etici non sono ancora stati incorporati nelle attuali procedure di autorizzazione e di controllo, che finora è stato dato un peso minore agli aspetti etici, rispetto a quelli puramente tecnici, e che non è stato ancora lanciato un ampio dibattito etico.

    NZ 6 si pone il problema del rapporto fra modificazioni genetiche e valori culturali della popolazione Maori. Vale la pena riportare le seguenti parole, che inquadrano lo sviluppo scientifico legato agli OGM e potrebbero essere applicate in ogni altro caso di rapporto con culture differenti:

    "Le evoluzioni scientifiche che hanno portato allo sviluppo degli OGM sono avvenute in una particolare condizione sociale e culturale e perciò ne riflettono una serie di ideologie culturali particolari. Tale serie di ideologie fanno parte di un’opinione mondiale decisamente di origine dell’Europa Occidentale. Gli interessi Maori quindi possono essere distinti dagli interessi di una popolazione più ampia in Aotearoa/Nuova Zelanda, dato che gli interessi Maori derivano da una serie di credenze culturali distinte. […] Gli interessi culturali ed etici dei Maori circa gli OGM sono quindi da distinguere dal resto della popolazione in generale, siccome derivano da una visione del mondo distinta e richiedono una considerazione specifica […] ".

    Raccomandazioni

    DK 10 raccomanda che nel caso di richieste di sperimentazione, produzione o commercializzazione di organismi geneticamente modificati ad uso alimentare, agli aspetti etici venga dato lo stesso peso degli aspetti tecnici a tutti i livelli delle procedure di autorizzazione; le imprese dovrebbero motivare le richieste di autorizzazione sulla base di ragioni di utilizzazione. Raccomanda inoltre la costituzione di un consiglio sull’etica genetica, che dovrebbe sia partecipare attivamente alle procedure di valutazione e autorizzazione, sia promuovere iniziative di dialogo fra le parti interessate. Raccomanda infine l’apertura di un ampio dibattito etico, da sostenere tramite campagne di informazione mirata alla popolazione.

    AU 4 raccomanda che "uno studioso di etica dovrebbe essere coinvolto nella formulazione di importanti decisioni riguardo la linea di condotta sugli OGM".