Tutte e tre le conferenze pongono il problema delle possibili conseguenze
negative dovute all’introduzione degli OGM nell’ambiente (AU 2; DK 1, DK 2; NZ
4, NZ 5). In particolare, vengono prospettati i seguenti rischi: Raccomandazioni
Salvaguardia dall’"inquinamento genetico" AU 2, DK 2, NZ 4 raccomandano la necessità di un continuo monitoraggio delle coltivazioni e dell’avanzamento della ricerca. Tutte e tre le conferenze sottolineano l'importanza dell'indipendenza degli enti che si occupano del monitoraggio e autorizzazione. In particolare, AU 2 propone che siano coinvolte le autorità politiche (ministeri dell’ambiente e della sanità), mentre NZ 4 auspica che il monitoraggio sia di competenza di gruppi o organizzazioni non interessate economicamente, e DK 2 propone un tempo minimo di monitoraggio di ad es. 7 anni. NZ 4 propone, dove possibile, la sterilizzazione degli OGM al fine di evitare l’impollinazione incrociata. DK 1 propone la stretta separazione dei metodi di produzione biologica da quelli di produzione biogenetica, e ritiene che l’isolamento delle coltivazioni transgeniche sarebbe necessario, ma difficilmente praticabile in Danimarca. Salvaguardia del suolo e monitoraggio delle resistenze DK 2 è particolarmente attenta ai possibili effetti negativi, sul suolo e su altri organismi utili, di tossine prodotte da piante transgeniche, e propone un attento monitoraggio su questo aspetto. AU 2 e DK 2 si preoccupano anche della possibilità di sviluppo di parassiti resistenti, raccomandando indagini preliminari e attento monitoraggio. DK 2 invita a sviluppare i piani di irrorazione per le coltivazioni di OGM in modo da individuare le dosi più basse di pesticidi necessarie alla coltivazione. Salvaguardia della biodiversità DK 1 e NZ 5 propongono la costituzione di banche del seme e del protoplasma, accessibili a tutti coloro che lo desiderano (NZ 5); NZ 5 ne suggerisce il finanziamento tramite imposte o altri metodi, a cui sarebbero soggetti tutti i produttori e commercianti dei prodotti conservati, transgenici o meno. DK 1 propone anche la registrazione dei dati rilevanti su siti e metodi di coltivazione. Conseguenze sulla salute umana Considerazioni generali Tutte e tre le conferenze pongono, sotto vari aspetti, il problema delle possibili conseguenze negative che l’utilizzo degli OGM potrebbe avere sulla salute umana, e l’importanza della prevenzione in tal senso. AU 2 è molto chiaro in proposito: "La salute ambientale ed umana deve rappresentare la preoccupazione principale in ogni decisione che DK 3 elenca i seguenti rischi più probabili dell’ingestione di OGM: effetti tossici; Raccomandazioni Sperimentazione e valutazione del rischio
AU 1 ritiene che in Australia gli OGM non dovrebbero essere consentiti "finché ed a meno che un Ufficio per la Tecnologia Genetica indipendente ed imparziale sia creato all'interno di una Authority al fine di valutare e riferire su tutti gli aspetti della sicurezza degli OMG". Ritiene anche che i ministeri dell’ambiente e della sanità siano attivamente coinvolti nella prevenzione contro tali rischi. NZ 7C elenca dettagliatamente una serie di requisiti che dovrebbero essere soddisfatti da un controllo efficiente, al fine di ottenere una certificazione legale di sicurezza; rimandiamo al punto 5 sulla legislazione. Accenniamo soltanto al seguente requisito: "I risultati delle analisi condotte da un solo laboratorio di analisi non dovrebbe essere sufficiente per ottenere l’accettazione della FAA". Monitoraggio
Considerazioni Generali In AU 5 si esprime preoccupazione per la tendenza della ricerca ad essere accentrata nelle mani delle imprese che ne traggono beneficio. Raccomandazioni L’esigenza di una ricerca indipendente dalle imprese produttrici e commercializzatrici di OGM è particolarmente sentita. DK 0 è estremamente chiara in proposito: "[…] la Commissione raccomanda l’incremento del finanziamento pubblico per la ricerca in questo campo, con l’obiettivo di portare le competenze dell’autorità garante e di controllo alla pari con quelle delle imprese." DK 2 raccomanda il finanziamento della ricerca indipendente nel caso specifico delle conseguenze ambientali. DK 4 si preoccupa invece dell’utilizzo degli OGM nei paesi del Terzo mondo, e raccomanda il finanziamento pubblico di una ricerca indipendente dedicata allo studio dei problemi di tali paesi che, non portando un immediato profitto alle imprese, non vengono affrontati.
Rapporti fra consumatori, imprese e autorità politiche Il tema dei rapporti fra consumatori e opinione pubblica in generale, settore delle imprese di produzione e commercializzazione di OGM, e autorità pubbliche è uno dei più delicati fra quelli trattati dalle conferenze esaminate. AU 7 e NZ 3 affermano chiaramente che i cittadini dei rispettivi paesi non hanno sufficiente accesso alle informazioni scientifiche sugli OGM. NZ 3 aggiunge che "il potere dei media non è sufficientemente sfruttato come strumento didattico". In NZ 7D si afferma esplicitamente che "Il consumatore Neozelandese non ha sufficiente influenza nel processo decisionale sugli OGM". Considerazioni analoghe sono formulate in AU 1 ("Si stanno prendendo decisioni troppo velocemente e con una mancanza di consultazione pubblica"). NZ 7E crede inoltre che in Nuova Zelanda non vi sia ancora un sistema di etichettatura adeguato. DK 6 afferma che è necessaria una etichettatura completa per gli OGM, e che le richieste dei consumatori differiscono dalla legislazione sull’etichettatura. La Danimarca, infatti, segue la legislazione dell’Unione Europea, che si limita alla segnalazione della semplice presenza di OGM, mentre il consumatore desidererebbe conoscere informazioni relative a tutto il processo produttivo. Per quanto riguarda gli organismi di controllo, AU 0 afferma con chiarezza che gli enti di regolamentazione non stanno attualmente difendendo gli interessi della comunità. Analogamente, in NZ 7B si citano gli organismi di controllo della Nuova Zelanda, e si esprime preoccupazione per la loro effettiva capacità di svolgere i compiti istituzionali. DK 5, invece, constata come in Danimarca sia impossibile valutare al momento la validità dei controlli esistenti, dato lo scarsissimo numero di procedure di autorizzazione e controllo già attivate. Le conferenze australiana e danese condividono la preoccupazione per la possibile concentrazione di risorse da parte di poche grandi imprese multinazionali (AU 5, DK 4). In particolare, DK 4 ricorda che il sistema dei brevetti può contribuire ad accrescere la concentrazione. Raccomandazioni NZ 3 raccomanda un maggiore impegno dei media sui temi della biotecnologia, tramite articoli su quotidiani e trasmissioni televisive stimolanti. Constata inoltre la necessità di stimolare l’interesse degli studenti di scuola elementare e media; a questo fine è necessaria la formazione specifica degli insegnanti. AU 3 ricorda che in una democrazia l’opinione pubblica deve essere coinvolta nelle decisioni, e a questo fine deve essere informata adeguatamente. Raccomanda quindi che le informazioni ricavate dalle valutazioni indipendenti sulla fattibilità e sui rischi dell’utilizzo della biotecnologia, nelle sue varie ramificazioni, siano ampiamente diffuse presso il pubblico, e raccomanda la necessità di consultazioni con coinvolgimento della comunità, delle autorità, del mondo scientifico e di quello economico. Più specificamente, AU 7 individua alcuni strumenti adatti alla diffusione di informazioni: campagne informative finanziate dal governo, numeri verdi e siti web per informazioni al consumatore, annunci pubblici relativi a questioni sugli OGM, dépliants, informazione specifica nell’ambito scolastico, CD-Rom. In modo del tutto analogo, DK 6 afferma la necessità di diffondere un’informazione dettagliata e competente, e propone strumenti analoghi a quelli di AU 7: campagne informative, dépliants scritti in linguaggio comprensibile, utilizzo di strumenti informatici aggiornati, pubblici dibattiti e educazione agli adulti. Accesso ai prodotti non modificati DK 8 si preoccupa di stabilire se gli OGM siano effettivamente utili ai consumatori. Allo stato attuale tali prodotti non sembrano offrire vantaggi diretti, che potrebbero però emergere in futuro con il progresso della tecnologia. Si raccomanda quindi che ai consumatori sia garantito l’accesso ai prodotti non geneticamente modificati. L’esigenza di conservare la libertà di scelta viene fortemente espressa da AU 8. Organismi di controllo In NZ 7B si raccomanda che anche i consumatori siano presenti nei consigli di amministrazione degli organismi di controllo. In NZ 7C si raccomanda inoltre che il finanziamento di tali organismi sia a carico del Governo e delle imprese, e non a carico dei consumatori, e che gli oneri di test siano strettamente a carico dei produttori e/o manipolatori. AU 0 afferma che la tecnologia genetica, se adottata in Australia, andrà soggetta a stretti controlli da parte di enti indipendenti; l’autoregolamentazione da parte delle imprese è considerata totalmente inaccettabile. Si raccomanda inoltre la costituzione di una nuova authority in cui siano rappresentati molteplici punti di vista, finanziata dalle tasse di autorizzazione pagate dalle imprese, che dovrebbe occuparsi anche della responsabilità civile riguardo a possibili danni da OGM. DK 5 raccomanda che le autorità preposte al controllo abbiano sufficienti risorse, così da salvaguardare la loro indipendenza e oggettività; sostiene la direttiva dell’Unione Europea, in cui la valutazione del rischio deve essere effettuata sia dalle imprese sia dalle autorità di controllo prima del rilascio delle autorizzazioni; raccomanda che gli introiti provenienti dalle tasse di autorizzazione siano utilizzati per la ricerca indipendente nei campi considerati importanti dalla società, ma poco significativi dalle imprese private. Etichettatura NZ 7E afferma che sono sufficienti le diciture "contiene" e "non contiene" OGM, e che l’assegnazione ad un prodotto della categoria "non contiene" sia condizionata ad un processo, che ne dimostri effettivamente la veridicità. Propone inoltre la costituzione di un’Organizzazione dei Produttori senza manipolazioni genetiche, e la possibilità da parte di questi produttori di adottare un logo apposito per i loro prodotti. I prodotti con il logo dovrebbero essere testati dall’autorità di controllo, e dovrebbe essere garantita un’informazione adeguata sul significato del logo. AU 8 sottolinea con forza la necessità di una etichettatura completa degli OGM, comprendente tutte le informazioni pertinenti la salute umana e animale. Riguardo la cosiddetta "equivalenza sostanziale" degli OGM alle loro controparti tradizionali, il comitato è chiarissimo: "Respingiamo l'uso del termine equivalenza sostanziale per i cibi transgenici in quanto ha una ristretta applicazione scientifica". DK 6 raccomanda di adottare la normativa dell’Unione Europea sui requisiti nazionali supplementari per l’etichettatura, in modo da permettere al consumatore di sapere in che modo la tecnologia genetica è stata applicata nella produzione di un dato prodotto. Monopolio AU 5 raccomanda che l’ACCC (Commissione Australiana per i Consumatori e la Competizione) assuma un ruolo attivo nella prevenzione dei monopoli multinazionali nell’industria alimentare, e che vi sia un contributo pubblico a proposte di ricerca orientate alla realizzazione di interessi pubblici.
DK 8 è dedicata espressamente al contenuto della legislazione danese in materia di manipolazione genetica. Si esprime generale soddisfazione per le regole attuali, ma si afferma anche la necessità di costanti miglioramenti, in quanto non sono ancora considerati, ad esempio, danni e sanzioni in caso di effetti indesiderati degli OGM. Si afferma inoltre che "è fondamentale assicurare che la legislazione rifletta sempre lo stato attuale della conoscenza nell’area". AU 0 è invece meno ottimista, affermando di essere "convinta che gli enti di regolamentazione (ANZFA,GMAC ecc..) al momento non facciano gli interessi della comunità", e rilevando che la regolamentazione attuale "sia focalizzata troppo strettamente sulla scienza", mentre il principio guida dovrebbe essere la tutela della salute umana e dell’ambiente. L’autoregolamentazione da parte delle imprese è vista come "totalmente inaccettabile". Come DK 8, anche AU 0 afferma la necessità di periodiche revisioni della legislazione. Un’altra preoccupazione di AU 0 è l’uniformità della legislazione federale, necessaria "per prevenire l'eventualità che stati singoli si diano leggi che possano consentire ai produttori di aggirare la legge di altri stati". Questo principio è applicabile a tutti gli stati di tipo federale, e potrebbe esserlo in una futura evoluzione in senso federale dell’Unione Europea. La protezione legale, afferma NZ 7B, è attiva in Nuova Zelanda, ma non è sufficiente. Le strutture regolatorie attualmente attive "devono ancora dimostrare di essere in grado di fornire un livello sufficiente o uno standard di protezione legale contro ogni possibile effetto nocivo". Raccomandazioni AU 0 ritiene che in Australia gli OGM dovrebbero essere consentiti soltanto dopo che si siano verificate alcune condizioni, fra cui: la messa in atto di un esauriente sistema di etichettatura; Considerazioni etiche
DK 9, DK 10 e AU 4 trattano esplicitamente delle conseguenze etiche delle
biotecnologie. I temi fondamentali che ricadono sotto la considerazione etica
sono i seguenti: DK 10 afferma che gli aspetti etici non sono ancora stati incorporati nelle attuali procedure di autorizzazione e di controllo, che finora è stato dato un peso minore agli aspetti etici, rispetto a quelli puramente tecnici, e che non è stato ancora lanciato un ampio dibattito etico. NZ 6 si pone il problema del rapporto fra modificazioni genetiche e valori culturali della popolazione Maori. Vale la pena riportare le seguenti parole, che inquadrano lo sviluppo scientifico legato agli OGM e potrebbero essere applicate in ogni altro caso di rapporto con culture differenti: "Le evoluzioni scientifiche che hanno portato allo sviluppo degli OGM sono avvenute in una particolare condizione sociale e culturale e perciò ne riflettono una serie di ideologie culturali particolari. Tale serie di ideologie fanno parte di un’opinione mondiale decisamente di origine dell’Europa Occidentale. Gli interessi Maori quindi possono essere distinti dagli interessi di una popolazione più ampia in Aotearoa/Nuova Zelanda, dato che gli interessi Maori derivano da una serie di credenze culturali distinte. […] Gli interessi culturali ed etici dei Maori circa gli OGM sono quindi da distinguere dal resto della popolazione in generale, siccome derivano da una visione del mondo distinta e richiedono una considerazione specifica […] ". Raccomandazioni DK 10 raccomanda che nel caso di richieste di sperimentazione, produzione o commercializzazione di organismi geneticamente modificati ad uso alimentare, agli aspetti etici venga dato lo stesso peso degli aspetti tecnici a tutti i livelli delle procedure di autorizzazione; le imprese dovrebbero motivare le richieste di autorizzazione sulla base di ragioni di utilizzazione. Raccomanda inoltre la costituzione di un consiglio sull’etica genetica, che dovrebbe sia partecipare attivamente alle procedure di valutazione e autorizzazione, sia promuovere iniziative di dialogo fra le parti interessate. Raccomanda infine l’apertura di un ampio dibattito etico, da sostenere tramite campagne di informazione mirata alla popolazione. AU 4 raccomanda che "uno studioso di etica dovrebbe essere coinvolto nella formulazione di importanti decisioni riguardo la linea di condotta sugli OGM".
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