CASAMICCIOLA 1883
Il "Big One"
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Pietro Ramella UN BERSAGLIERE FRA LE MACERIE |
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Ramella Pietro di Domenico, panettiere da Favaro Biellese e di Pistonatto Giovanna Bosconerese, era nato il 5 dicembre 1861. Dopo la concessione della decorazione e la fine del servizio militare presenta domanda presso la Soc. Strada Ferrata Centrale e Tramvie del Canavese prendendo servizio il 10 settembre 1886 con la qualifica di fuochista, poi macchinista. Nel 1887 la famiglia si trasferisce da Bosconero a Castellamonte, stazione terminale della ferrovia dopo il prolungamento della linea da Rivarolo. Fu posto in quiescenza il 31 maggio 1927, dopo 40 anni e 9 mesi di servizio e morirà il 27 luglio 1949. |
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De Andreis F. I terremoti e l’isola d’Ischia nel luglio 1883 |
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…È il 28 luglio 1883, siamo a Casamicciola, sull’isola d’Ischia. Sono le 9,30 della sera. Il paese risplende di mille lumi: alberga in essa la gioia e la vita. Quando in un baleno la coprono le tenebre: in esse regna il dolore e la morte. S'ode improvviso un rombo cupo e profondo; un boato orribile e tremendo o come una specie di mina che esplodendo sotto i piedi volesse sprofondare e inabissare la terra, accompagnata dall’urto strisciante di vento che tagliava gli arti ed il tronco .. un moto sussultorio ed ondulatorio, uniti al vorticoso, produssero rumore assordante che ripercuotendosi risuonava con un tono metallico speciale, fragoroso; in soli 13 secondi ebbe termine l’opera istantanea di distruzione, d’inaudito terrore e di generale desolazione. Nel medesimo tempo si sollevò un polverio opprimente, immenso e la più completa oscurità sorprese ogni superstite nel luogo ove si trovava; ognuno barcollando cadeva e l’isola intera fu coperta in dieci minuti da un vasto lenzuolo di morte e sepolcrale silenzio. Nel movimento sussultorio, i tetti, le travi, le mura, le volte ed i lastrichi si aprirono in varie direzioni e tutto fu lanciato in aria a vari metri d’altezza in guisa di piume, e così distaccati allontanati e gittati a distanza, lasciavano profonde voragini, orrendi spechi. Precipitavano confusi insieme uomini, donne, fanciulli, fino a raggiungere abbracciati ed ammonticchiati i pianoterra o le sottostanti cantine restando ivi sepolti e coperti da monti di rovine che furono la pietra sepolcrale di tanti infelici. Le vie erano scomparse, i rottami dei fabbricati di una strada sottoposta l’avevano ingombrata fino a farne scomparire ogni traccia. Nel medesimo tempo si sollevò un polverio opprimente, immenso e la più completa oscurità sorprese ogni superstite nel luogo ove si trovava; ognuno barcollando cadeva e l’isola intera fu coperta in dieci minuti da un vasto lenzuolo di morte e silenzio. |
Dal diario del bersagliere Pietro Ramella - Mio nonno raccontava - del nipote Pietro Ramella (Jr) |
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Alle 21,30 la terra aveva quindi tremato per
15 lunghissimi secondi (8° grado Mercalli). 2.333 morti e 706 feriti. Solo
a Casamicciola si ebbero 1.784 morti e 448 feriti; tra essi 625
villeggianti e 51 stranieri. Dimorava allora a Villa Verde Pasquale Croce
con la moglie Luisa e i figli Benedetto, di 17 anni, e Maria, di 13
(Alfonso era in collegio). Benedetto Croce, futuro Filosofo e Storico,
rimase molte ore sotto le macerie riportando per tutta la vita le angosce,
fisiche e morali, di quei sepolti vivi. “Eravamo a tavola per la cena io
la mamma, mia sorella ed il babbo che si accingeva a prendere posto. Ad un
tratto come alleggerito, vidi mio padre ondeggiare e subito in un baleno
sprofondare nel pavimento stranamente apertosi, mia sorella schizzare in
alto verso il tetto. Terrorizzato cercai con lo sguardo mia madre che
raggiunsi sul balcone dove insieme precipitammo e così io svenni”. Il
padre fu coperto tutto dalle macerie, ma parlò dalle nove e mezzo del
sabato fino alle undici antimeridiane della domenica successiva. Benedetto
era sepolto fino al collo nelle pietre, aveva però il capo fuori di esse.
Il giovinetto fu estratto dalle rovine verso mezzogiorno, poco prima che
il padre avesse cessato di parlare. Si racconta che con gran senso pratico
dicesse al figlio "offri centomila lire a chi ti salva". A peggiorare la
situazione venne un temporale che sembrò sommergere tutto e tutti. La voce
del padre, implorante invano soccorso, gli giungeva sempre più fioca fino
a che egli stesso perse i sensi. Verrà dissepolto assieme ai suoi da quel
groviglio di sassi, calcinacci e travi. Trasportato a Napoli, gli venne
inflitto il duplice ingessamento della gamba e del braccio fratturati:
duplice, perché l’operazione, riuscita male la prima volta, dové essere
ripetuta (claudicò comunque per tutta la vita).
Dalle parole di Benedetto Croce … una brusca interruzione
e un profondo sconvolgimento sofferse la mia vita familiare per il
terremoto di Casamicciola del 1883, nel quale perdetti i miei genitori e
la mia unica sorella, e rimasi io stesso sepolto per parecchie ore sotto
le macerie e fracassato in più parti del corpo. Rinvenni a notte alta, e
mi trovai sepolto fino al collo, e sul mio capo scintillavano le stelle, e
vedevo intorno il terriccio giallo, e non riuscivo a raccapezzarmi su ciò
ch’era accaduto, e mi pareva di sognare. Compresi dopo un poco, e restai
calmo, come accade nelle grandi disgrazie. Chiamai al soccorso per me e
per mio padre, di cui ascoltavo la voce poco lontano; malgrado ogni
sforzo, non riuscii da me solo a districarmi.
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Sabato
28 luglio 1883 una violenta scossa di terremoto colpì l’isola d’Ischia con
epicentro la cittadina di Casamicciola, ove distrusse completamente la
ridente stazione termale frequentata al momento da duemila villeggianti,
tra cui numerosi stranieri. Il Comandante del Presidio Militare di Napoli.
ordinò che gli Zappatori del 6° Bersaglieri partissero subito per
l’isola. Il reparto, di cui facevo parte io, si trovava a Maddaloni dove
aveva partecipato con il resto del Reggimento al campo estivo
d’istruzione. Raggiunta Napoli in treno, il 29 ci siamo imbarcati su uno
dei battelli a vapore che facevano la spola con Ischia, c’erano medici,
infermieri, carabinieri, pompieri, e materiale vario, al ritorno le navi
portavano a Napoli i feriti. Quando siamo arrivati al porto mi sono reso
conto della gravità del disastro, la città non c’era più., tutte le case
erano crollate o fortemente danneggiate, la piazzetta della marina era
piena di scampati e di feriti, che attendevano di essere imbarcati per
Napoli. Una volta a terra, il tenente che comandava la Compagnia ci divise
in gruppi affidandone il comando ai sottoufficiali. A me, come caporale il
tenente affidò il comando di sei uomini e m’indicò il luogo dove si doveva
scavare.
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Il comune di Casamicciola nell’isola d’Ischia contava allora 4.300 anime e il terremoto ne uccise oltre 1/3, avendo provocato 1.784 vittime, oltre a 448 feriti. Già allora l'isola d'Ischia era meta turistica tanto che nella sventura morirono 625 forestieri. Casamicciola era un centro mondano e oltre alle terme nuove vi si potevano ammirare pittoresche rovine d’impianti termali risalenti all’antica Roma. L’arcipelago include Ischia, lProcida e Nisida. Ischia con i suoi 46,4 km2, è la più estesa dell’arcipelago. D'origine vulcanica come le altre, è prevalentemente montuosa e culmina nei 788 m del monte Epomeo. Già il 4 marzo 1881, alle ore 13, una scossa violentissima della durata di soli 7 secondi sconvolse Casamicciola, provocando la morte di 124 persone e gravi danni agli abitati di Casamicciola e di Lacco Ameno (altre 2 rinomate località dell’isola sono Forio (sulla costa occidentale) e Barano (alle pendici meridionali del monte Epomeo). I soccorsi organizzati immediatamente procedettero al recupero delle vittime e al ripristino delle case abitabili. |
MINISTRO SEGRETARIO DI STATO PER GLI AFFARI DELL’INTERNO Veduto Il D.R. 11 Agosto 1884 con cui fu conferita a RAMELLA Pietro, zappatore nel 6° Reggimento Bersaglieri la medaglia d’argento al Valor Civile con la seguente motivazione: “Addì 29 luglio 1883, nell’isola di Ischia adoperandosi con manifesto rischio della vita al soccorso dei pericolanti per le macerie rovinate dal terremoto rendendo meno gravi le conseguenze di quella catastrofe” notifica al benemerito RAMELLA Pietro la sovrana concessione suddetta e spedisce al medesimo questa notificazione in testimonianza dell’onore ottenuto, del quale sarà dato annunzio nella Gazzetta Ufficiale del Regno. Roma, addì 28 Agosto 1884 |
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[…] il miglior pregio della vita, la maggiore soddisfazione che in essa possa provarsi è data non dalle fortune materiali, non dagli arricchimenti, non dai gradi conseguiti, non dagli onori, ma dal produrre qualcosa di obiettivo e di universale, dal promuovere un nuovo e più alto costume, una nuova e più alta disposizione negli animi e nelle volontà, dal modificare in meglio la società in mezzo a cui si vive, godendo di quest’opera come un artista della sua pittura o della sua statua, e un poeta della sua poesia. Benedetto Croce |
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"La sera di sabato 28 luglio 1883 avanzava con la consueta serenità. Gli alberghi, i palazzi, le case private erano animate; s'era intenti alla cena, si passeggiava e si conversava per le vie. Alle falde dell’Epomeo, sul versante settentrionale dell’isola d’Ischia, di fronte al mare aperto, il paese era costituito, a quei tempi, da casette ed aristocratiche villette disperse tra giardini, orti e vigneti. Il sole calava all’orizzonte; le luci spuntavano nei casolari dove i contadini si riposavano dalle fatiche quotidiane. Così a Forio dove si celebrava, con luminarie e fuochi pirotecnici, la festa di Sant’Anna. A Panza, a Serrara, a Fontana, a Lacco e negli altri paesi dell’isola, la sera procedeva tranquilla come al solito. Dicesi che, per quanto il giorno prima avesse rinfrescato una brezza soave, verso il tramonto l’aria s'era fatta quieta e soffocante; che, allo zeffiro della giornata, era succeduta quell’afa opprimente, dagli abitatori dell’Italia meridionale chiamata “aria di terremoto”. Sono le nove e mezza della sera quando in un baleno la coprono le tenebre..... In soli 13 secondi ebbe termine l’opera istantanea di distruzione, d’inaudito terrore e di generale desolazione. De Andreis F. I terremoti e l’isola d’Ischia nel luglio 1883 |
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Da un fascicolo d'autore ignoto (consegnato dal nipote Pietro Ramella) riportiamo dalle pagine 6/7/8 | ||
Il giorno 30 giunse finalmente la truppa (il grosso con non poche polemiche per il ritardo). La 14ma Compagnia del 6° del Capitano Barbieri s‘imbarcò alle 3.35 (notte) sul piroscafo elettrico e giunse nel pomeriggio insieme con 60 operai delle Società Cassian Bonn per la canalizzazione dell’acqua potabile. Il capitano Gervasi: in quel cumulo di rovine non v’era speranza di rintracciare qualcuno ancora vivo ma attraversando per caso verso le quattro del giorno 31 quei monti di macerie con il Capitano Mastelloni e il Tenente Battezzati avvertirono qualche voce e dei rumori che provenivano da sotto le macerie: dato l’allarme insieme ad alcuni soldati cominciarono lo scavo. Dopo varie ore di 1avoro animati dalle voci che rispondevano dalle cavità aprirono una specie di tunnel che li condusse in un vuoto di volta di una delle stanze del pianterreno di un’abitazione. Incontrarono una prima sepolta, la signora Amalia Cobuzio che presa da forte emozione non poté fare a meno di piangere e in singhiozzi faceva capire che c’era un’altra sepolta di nome Giuletta Bregy. Un Bersagliere da solo si accinge all’opera di aprire un varco la dove avverte un gemito e, dopo penoso 1avoro, rinviene una fanciulla bellissima di circa 16 anni, senza nessuna ferita Se la mette sulle spalle e la conduce alla Marina, facendo più di due chilometri. Durante il tragitto la giovane abbraccia e bacia il suo salvatore, gli dona un anello, e quando sono alla spiaggia gli chiede «Mi accompagni a Napoli?» «Non posso» risponde il bersagliere, allora essa piange e segna il suo nome su un taccuino. Un altro bersagliere con grande fatica pratica un foro nelle macerie e si fa calare a capo in giù dove a un certo punto trova una donna che allattava il suo bambino e 1i estrae sani e salvi.
l'argento di Pietro Ramella |
I Bersaglieri salvano il marchese Martorana Fra le macerie dello
stabilimento termale Belliazzi si trovava il marchese Martorana ancora
vivo sotto le macerie. L’onorevole Giustino Fortunato si impegnò con
questi di salvarlo e così fu. Mise a guardia sul posto un domestico che
non doveva abbandonare il luogo finché il marchese Martorana non venisse
disseppellito.
Una Donna viene salvata da 5 Bersaglieri Il signor Girauld Lèopoldo e la guardia municipale Giuseppe Quintavalle qui giunsero a a bordo del piroscafo Tifeo portando provvigioni di pane. Essi dopo aver eseguito il proprio compito stavano per tornare alla Marina quando seppero che da sotto le macerie si sentivano dei gemiti di persone ancora vive. Allora essi insieme a cinque Bersaglieri dissotterrarono in brevissimo tempo una donna per nome Lucia Marotta, semiviva estratta dalla casa rovinata. A Lacco Ameno i Bersaglieri si distinguono per coraggio e altruismo. Nei dintorni della chiesa del Rosario crollata e situata nella parte superiore di Lacco i soldati lavorano senza sosta scavando con abnegazione e sfidando ogni pericolo, cacciandosi a preferenza là dove più facile appariva la caduta di un muro o di una frana: erano i Bersaglieri che si distinguevano tra l’altro per il loro berretto da lavoro il fez. Una vecchia volendo esprimere l’ammirazione per essi e a suo modo esclamò «Ma chiste songo aneme de’ cane» (questi hanno un coraggio da cani) I Bersaglieri ed il terremoto del 28 luglio 1883 di Pietro Ramella (Jr) |
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Da tutte le città partirono soccorsi e truppe. Tra i primi ad accorrere i soldati e gli ufficiali distaccati presso lo Stabilimento Termale Militare di Ischia. Nella giornata successiva reparti del genio e del 15° fanteria seguiti dal resto dei Bersaglieri. Seguirono poi i contingenti del 7°, 8°, 65° e 66° reggimento di fanteria.
Il 20 aprile 2000 è stato aperto al pubblico il Museo
Civico di Casamicciola Terme nella Villa
Comunale della Bellavista. Il Museo è realizzato in collaborazione con il
Servizio Sismico Nazionale e rappresenta la prima struttura culturale
pubblica di Casamicciola. Il Museo è collegato all’antico Osservatorio
Geofisico sulla collina della Gran Sentinella istituito nel 1891 e
dismesso nel 1923 con il recupero della " vasca sismica" inventata
dall’autodidatta triestino Giulio Grablovitz con la quale registrò il
terremoto di San Francisco nel 1906. |
Alle ore 21,30 di sabato 28 luglio 1883 una scossa di terremoto
dell’8° grado della scala Mercalli colpì l’isola d’Ischia con
epicentro la cittadina di Casamicciola. Nota del sito * Alla costituzione organica del 6° reggimento nel 1871 concorsero gli ex battaglioni autonomi VI-XIII-XIX e XXI assumendo però la numerazione interna dal I al IV. Allora i reggimenti erano 10 con 4 battaglioni cadauno per un totale di 40. Il 16 settembre del 1883, solo dopo il terremoto per effetto della legge 29/6/1882 e R.D. 27/8/1883 il IV battaglione andò a far parte del 12° reggimento neocostituito su tre battaglioni appunto il IV poi XXI-XXIII-XXXVI. La numerazione antica venne ripristinata completamente nel 1886 nel 50° della fondazione del corpo. i neo costituiti erano l'11° e 12° reggimento. L'intero corpo passava quindi su 12 reggimenti da 3 battaglioni cadauno per un totale di 36 corrispondenti ai 12 corpi d'armata territoriali. |