Storia Nascosta |
La necropoli di Pian Sultano La necropoli di Pian Sultano deve il suo nome al vasto altopiano ove è situata. Quest'ultimo ha un'altezza compresa tra i 150 e i 260 metri slm, è coperto da vegetazione e macchia mediterranea e delimitato da alcuni ruscelli che sfociano nel mare. La necropoli è prospicente su un pianoro presso la valle del Fosso Eri, quasi di fronte alla località di Fontanile Pietrone, nel comune di Santa Marinella, a circa 50 chilometri da Roma. L'area sepolcrale presenta una tipologia tombale differente dalle altre necropoli dei Monti della Tolfa. Infatti nel sito di Pian Sultano sono presenti alcune tombe costruite mediante grossi lastroni irregolari di travertino sorretti e contenuti da un tumulo di sassi e terra. Il motivo principale di tale differenza è probabilmente da ricercarsi nelle caratteristiche geologiche della zona, costituita da rocce argillose e calcaree, che ostacolarono le tecniche escavatorie degli antichi abitanti di queste zone. I primi scavi archeologici sono del 1840, quando la duchessa di Sermoneta, Donna Teresa Caetani, proprietaria di numerosi possedimenti lungo il litorale cerite, iniziò una notevole attività in questo sito. Del risultato di questi lavori non abbiamo alcuna notizia, ed anche dei materiali, che sicuramente furono rinvenuti, non conosciamo né consistenza che destinazione. Tranne un articolo pubblicato nel 1941, bisognerà aspettare il 1954 affinché l'interesse archeologico torni nuovamente su quest'area con gli scavi del Puglisi. Egli riteneva che alcune delle sepolture fossero pertinenti alla civiltà appenninica dell'età del Bronzo, mentre di avviso diverso era il Blanch, per il quale la realizzazione delle tombe avvenne nell'VII secolo, in piena epoca etrusca, su un sito abitativo appeninico. Le ricerche e gli studi conoscono un periodo di oblìo fino al 1962, quando il Colonna la visitò nel corso delle sue ricognizioni dell'entroterra pyrgense. La necropoli si differenzia in tre addensamenti diversi distanti un centinaio di metri l'uno dall'altro. Nel primo, posto a settentrione, troviamo le tombe definite dal Puglisi a struttura dolmenica, mentre nella parte centrale e meridionale vi sono delle sepolture a camera. L'attività clandestina è frequente in tutta l'area sepolcrale con notevoli scassi, anche di ragguardevole ampiezza sia antichi che recenti. Purtroppo la difficoltà d'accesso e l'isolamento dell'area archeologica rendono difficile un programma di salvaguardia. |