I Documenti
I documenti di Pegaso
Visentium

Le catacombe romane

Un affascinante itinerario attraverso la Roma sotterranea alla ricerca delle più antiche testimonianze paleocristiane. Il Buon Pastore

Disposti a mo' di corona a formare una sorta di raccordo anulare sacro attorno alla città di Roma,i principali cimiteri paleocristiani (catacombe comunitarie e ipogei cosiddetti di diritto privato) ammontano all'incirca ad una quarantina. Ancora oggi sarebbero agevolmente visitabili se non fossero per buona parte preclusi al grande pubblico.

Ubicati lungo quei percorsi stradali che in età antica costituivano l'importante rete di comunicazione delle vie consolari, tali necropoli vennero erette nel rispetto delle antiche norme dettate dalla legislazione romana, norme che confinavano le città dei morti all'esterno delle cinte murarie urbane. Molti fra questi complessi funerari comunitari, gestiti dalle gerarchie ecclesiastiche, ospitarono importanti tombe di martiri che, già a partire dalla seconda metà del IV secolo, furono meta di veri e propri pellegrinaggi da parte di fedeli provenienti da tutte le contrade dell'orbe cristiano. Monumentalizzati e abbelliti dall'intervento del celebre pontefice e devoto cultore dei martiri Damaso (366-384), essi furono oggetto di vere e proprie guide ad uso dei pellegrini, guide che intendevano illustrare i monumenti secondo itinerari che, partendo in senso orario o antiorario da un determinato percorso stradale, percorrevano circolarmente le varie vie consolari toccando tutti i più importanti cimiteri allora esistenti e descrivendone le principali caratteristiche artistiche e devozionali.

Seguendo uno di questi itinerari - la Notitia Ecclesiarum Urbis Romae - redatto intorno alla metà del VII secolo,L'Orante troviamo tra le catacombe più importanti oggi aperte al pubblico, a partire dal settore nord di Roma, lungo la via Salaria, la catacomba di Priscilla. L'insigne monumento deve la sua origine alla nobile e antichissima famiglia degli Acilii Glabriones alcuni personaggi dei quali sono qui attestati da una serie di iscrizioni rinvenute nel cosiddetto "Ipogeo degli Acili". Tra le testimonianze artistiche più significative e antiche del cimitero ricordiamo una bella immagine di Maria con il Bambino con figura di profeta che indica una stella e la celebre "Cappella Greca". Quest'ultimo monumento - un cubicolo interamente affrescato con episodi desunti dall'Antico e dal Nuovo Testamento e con la rappresentazione della cosiddetta Fractio Panis (una scena conviviale forse allusoria al banchetto celeste e all'eucaristia) - venne così denominato dagli studiosi per la presenza di due iscrizioni in greco dipinte sulle pareti del mausoleo ipogeo.

Proseguendo il nostro itinerario in senso orario, raggiungiamo la via Nomentana e ci dirigiamo verso la catacomba di S. Agnese, dedicata con l'omonima basilica alla memoria della fanciulla martire nella persecuzione Colomba con ramoscellodi Diocleziano (284-305). Percorrendo il grande scalone che scende alla basilica, troviamo affisso sulla parete destra un bel pluteo marmoreo decorato a pelte e con, al centro, la splendida figura della giovane Agnese colta in atteggiamento orante. La visita della catacomba, alla quale si accede da un ingresso all'interno della stessa basilica, non offre particolari testimonianze di interesse artistico a causa del suo precario stato di conservazione. Ma certamente non delude la visita al vicino Mausoleo di Costanza, la celebre figlia dell'imperatore Costantino (306-337), che volle essere sepolta vicino alla martire romana. Il monumento, di forma circolare, risplende ancora per la preziosità dei suoi mosaici e per la maestosità dell'imponente sarcofago porfiretico, copia dell'originale conservato ai Musei Vaticani.

Giunti sulla via Tiburtina, la venerazione e il ricordo del grande diacono romano Lorenzo ci spinge all'interno della splendida basilica a lui dedicata. La tomba del martire, visibile nella cripta sotto l'altare, è stata nei secoli La Feniceoggetto di profonda venerazione. L'attuale edificio risulta costituito dall'unione di due chiese erette in epoche diverse (la prima chiesa è infatti del VI secolo, la seconda del XIII). Salendo sul presbiterio e guardando in alto rivolti verso l'ingresso, ci appare in tutto il suo suggestivo splendore il mosaico dell'arco trionfale della primitiva basilica pelagiana. Prima di scendere in catacomba, la cui visita è circoscritta ad una zona ben delimitata per motivi di sicurezza, vale la pena dare un'occhiata alla collezione lapidaria conservata nel chiostro del XII secolo. Ripartiti in direzione della via Aurelia, ci concediamo una sosta alla catacomba di S. Pancrazio. Nonostante il monumento sia giunto a noi in condizioni non ottimali, merita però senza dubbio una visita per l'importante culto del martire giovinetto, che la tradizione medievale vuole proveniente dalla Frigia e ucciso sotto Diocleziano. La documentazione epigrafica conferma l'esistenza di elementi orientali cristiani che trovarono sepoltura nel cimitero. L'unica regione visitabile è; quella ubicata sotto l'attuale piazzale dell'omonima basilica. L'ingresso alla catacomba si trova all'interno della chiesa. Interessante per la singolare epigrafe greca è il cubicolo di un tale Botrys che si dichiara apertamente christianòs.

Il PesceIl nostro itinerario si conclude sulle due caratteristiche arterie a sud di Roma. l'Appia e l'Ardeatina. Sulla Regina Viarum l'antica via Appia, che nell'immaginario collettivo ha sempre rappresentato fino ai nostri giorni l'essenza storica, culturale, religiosa e un po' romantica della Roma pagana e cristiana, è situato il più importante polo funerario e cultuale della primitiva comunità cristiana dell'Urbe. Per circa due secoli, infatti, la catacomba di San Callisto ha rivestito anche il ruolo di luogo di sepoltura dei primi pontefici della Chiesa Romana. Il complesso trae il suo nome da papa Callisto (217-222), che per circa un ventennio ne ricoprì anche la carica di amministratore e custode. Il nucleo storico delle tombe pontificie, che vide la sepoltura dei successori di Pietro dal 235 al 238, è ospitato nella cosiddetta "Cripta dei Papi". Assieme ai "Cubicoli dei Sacramenti", così denominati per la presenza di affreschi con scene simboliche allusive ai segni visibili della grazia divina, risulta il monumento più visitato dell'enorme complesso cimiteriale che si sviluppa per oltre venti chilometri di gallerie. Una recentissima scoperta ha portato alla luce nel sopratterra callistiano una grande basilica circiforme di epoca costantiniana da attribuire con molta probabilità alla chiesa eretta da papa Marco (336) e ricordata dalle fonti antiche.

A breve distanza da San Callisto, sempre lungo il tracciato della Regina Viarum, troviamo l'altro importante complesso cimiteriale paleocristiano situato in una zona il cui toponimo - ad Catacumbas - venne in seguito utilizzato per denominare tutti gli altri cimiteri ipogei. Si tratta della catacomba di San Sebastiano, monumento legato al ricordo del giovane soldato al servizio dell'imperatore Diocleziano condannato a morte per la sua fede cristiana e martirizzato con il supplizio delle frecce. Due monumenti particolarmente interessanti e degni di una visita approfondita sono la cosiddetta "Piazzola" e l'ambiente chiamato "Triglia". Sulla prima si affacciano tre mausolei pagani, denominati di Marcus Clodius Hermes, degli Innocentiores e dell'Ascia (quest'ultimo prende il nome dalla figura di un'ascia scolpita sulla facciata). Essi furono rinvenuti praticamente intatti grazie al loro interro avvenuto già in età antica nel momento in cui l'area venne inglobata all'interno del cimitero cristiano. Il secondo, come dicevamo, riguarda invece un ambiente munito di bancale in muratura sulle cui pareti sono tornate alla luce diverse centinaia di graffiti, a formare un vero e proprio palinsesto, invocanti i Principi degli Apostoli Pietro e Paolo.

Tornati sui nostri passi, tagliando attraverso via delle Sette Chiese, arriviamo all'ultimo complesso cimiteriale L'Ancorapaleocristiano relativo al nostro "grand tour" delle catacombe romane. Si tratta della catacomba di Domitilla che affascina il visitatore accogliendolo all'ingresso nella suggestiva basilica semipogea dedicata ai martiri Nereo e Achilleo. Ai piedi della scala di accesso è possibile leggere, affisso alla parete, il carme che papa Damaso dettò in ricordo dei due santi militari, forse pretoriani convertiti al cristianesimo, uccisi all'epoca dell'imperatore Diocleziano. È ancora possibile ammirare su una colonnina appartenuta al ciborio dell'altare la scena del martirio di Achilleo. La catacomba cristiana si sviluppò per fasi successive, da una serie di nuclei funerari primitivi, alcuni con molta probabilità di origine pagana. Il nome stesso del cimitero testimonierebbe un legame con la famiglia imperiale dei Flavi.

Bibliografia
L. DE SANTIS - G. BIAMONTE, Le catacombe di Roma, Roma 1997.
"Collana Quest'Italia", n. 245, Newton Compton Editori.
Via della Conciliazione, 15 - 00193 Roma tel. 06/6878666 - fax 06/6893076


Scrivi alla nostra e-mail e richiedi il calendario delle nostre visite guidate