Complesso di quattro orologi solari ubicato sulla "Terrazza delle stelle" presso il centro "Incontri con la natura Don Paolo Chiavacci" di Crespano del Grappa (TV). Indicano le ore temporarie, babiloniche, italiche e astronomiche, consentendo al visitatore di conoscere i quattro sistemi orari più diffusi nel passato per misurare il tempo.
Un pò di storia sui questi sistemi orari aiuterà a comprendere l'importanza didattica di questo manufatto gnomonico.
Il sistema orario temporario che dominò la cronometria nel mondo greco e romano si basa sulla suddivisione, attribuita ai Caldei, del giorno in 24 parti: 12 ore di luce e 12 di buio.
E' evidente che la variazione della durata del periodo di luce, provocata dall'avvicendarsi delle stagioni, fa sì che le ore temporarie hanno maggior durata durante il periodo estivo e, viceversa, minor durata durante quello invernale. Per questo motivo esse venivano chiamate anche ineguali.
I popoli che maggiormente si servirono di questo sistema furono quelli insediati a latitudini poco elevate dal momento che in questi luoghi le diseguaglianze della durata dell'ora sono meno evidenti. Ricordiamo che le ore temporarie erano in uso anche presso i Giudei; perciò si chiamavano anche ore giudaiche.
Come testimoniano i Vangeli esse venivano indicate: ora prima, ora seconda, ora terza e così via.
A partire dal sec. XIII con lo sviluppo e la diffusione dei primi orologi meccanici si rese necessario l'accostamento ad un sistema orario dove la durata delle ore fosse costante per tutto l'arco dell'anno e cioè un sistema che coincide con quello orario equinoziale nel quale il giorno è diviso in 24 parti di eguale durata.
Ne derivarono il sistema ad ore italiche che fissa l'inizio del giorno al tramonto del Sole, quello ad ore babiloniche che inizia la conta dal sorgere del Sole e quello astronomico che fa partire il giorno dalla mezzanotte.
Il sistema italico ebbe grande diffusione specialmente nel mondo cattolico. Ancora oggi è possibile trovare diverse meridiane ad ore italiche, ubicate in gran parte nei muri delle canoniche e dei monasteri.
Sul piano pratico l'ora italica è utile poiché ci consente di stabilire tra quanto tempo tramonterà il Sole e quindi quante ore di lavoro ancora restano nella giornata. Ad esempio se la meridiana segna e ore 20 allora mancheranno 4 ore al tramonto del Sole.
Questo sistema venne utilizzato all'incirca fino all'ottocento, poi fu sostituito con quello astronomico detto anche francese od oltramontano, provocando, come è facile immaginare, non pochi disagi.
In particolare, a Treviso, le autorità lo imposero il 1° gennaio 1797.
Nel sistema babilonese, da noi poco usato, la meridiana ci informa da quante ore è sorto il Sole.
Se questo tipo di meridiana è accostato ad una ad ore italiche allora è facile calcolare la durata del periodo di luce del giorno che si considera; basterà, infatti, sommare le indicazioni dei due quadranti.