foto ht

 

HENRY TAYLOR

 

Enrico Sartori: clarinet, alto sax

Fabrizio Puglisi: piano

Antonio Borghini: double bass

Zeno De Rossi: drums

 

 

Henry Taylor project contains, in his music, a soul, sometimes sweet sometimes worry, sometimes sarcastic sometimes angry, but always true.
Just like a mask or many masks at the same time.
The purpose of the group  is a direct music, no  filter, with two strong attraction poles: the “jazz” tradition and the total improvisation.
The musicians have been working together for many years, here and in many other projects with many musicians.

 

Henry Taylor è il nuovo progetto di Enrico Sartori che racchiude nei suoi brani l’anima del suo leader, un pò dolce un pò tormentata, a volte sarcastica altre volte incazzata, ma sempre vera.
Come una maschera o tante maschere insieme.
L’intento dichiarato del gruppo è quello di una musica diretta, senza filtri e con due forti poli di attrazione: la tradizione “jazz” e l’improvvisazione totale. I musicisti lavorano insieme da molti anni anche in altri progetti.

copertina disco

 

DOWNTOWN MUSIC GALLERY
3 febbraio 2006

HENRY TAYLOR - Crooning The Anger (El Gallo Rojo 3148; Italy) Henry Taylor (the band name) features Enrico Sartori on clarinet & alto sax, Fabrizio Puglisi on piano, Antonio Borghini on double bass and guess who, Zeno De Rossi on drums. Again, like the previous disc, only Zeno is a familiar name here. Each of the bandmembers except for Mr. Borghini contributes pieces to the disc with just one cover by Carla Bley. Mr. Sartori plays clarinet on all but one tune here and is the main composer and often the featured soloist here. Zeno's superb drumming is fabulous throughout, reminding me of Joey Baron at times with the way he plays with his hands on the drums. Their pianist, Mr. Puglisi, is also quite crafty, often outlining the structure of the pieces, both he and Zeno often holding things together. Enrico's amazing "Triadi" is one of those difficult pieces way tight layers of intricate lines. Zeno plays a jumping marching beat as Enrico solos on alto sax splendidly, then Antonio also plays an truly inspired solo, leaving their bassist to continue the feisty rhythmic scheme. Carla Bley's "Jesus Maria" features Fabrizio playing delicately inside the piano as Enrico plays that quirky, touching melody sublimely on the clarinet. So fine! Zeno's "O.C." has another slightly funky, march beat with more inspired solos from the clarinet, piano and the drums. This is a particularly strong quartet in which each player is integral to the group sound and all four play fabulously throughout. Again Zeno and his Italian comrades really amaze me.

bruce lee gallanter

 

 

INFRATUNES
Gennaio 2006

Quartette originaire de Bologne emmené par Enrico Sartori, Henry Taylor défend
une vision musicale des choses qui assume les contradictions. Voilà pourquoi le
titre, Crooning The Anger, clame haut vouloir cadrer la rage, comme dévier
malignement la première chanson douce.
Pour bien faire, la section rythmique (la contrebasse d’Antonio Borghini et la
batterie de Zeno de Rossi) dépose les bornes inaltérables contre lesquelles
viendront se briser les phrases libres du saxophone de Sartori (Triadi). A
l’unisson avec le piano de Fabrizio Puglisi, le même alto se contentera de
trois phrases mélodiques appelées à la dissolution, tout juste rencontrées sur
le champ libre offert par un gimmick de contrebasse (O.C.).
Ailleurs, se glissent références et clins d’œil : dans la reprise d’un thème de
Carla Bley, démembré (Jesus Maria) ; dans l’évocation de Mingus via l’usage
d’une clarinette basse rappelant celle de Dolphy (Underdog, muant rapidement en
une valse speedée pêchant par trop de brillances) ; ou dans le fantasme d’une
situation, celle où l’on révèlerait à un crooner de légende les atmosphères
particulières des compositions de Nino Rota (The Crooner).
Un morceau mis à part (The Rebels, interprété par un groove band sans saveur),
l’ensemble persuade intelligemment du bien fondé des intentions du quartette,
comme de leur mise en pratique. Revigorant, le jazz d’Henry Taylor se paye même
parfois le luxe de griser sans artifice ronflant

Grisli

 

MUSICBOOM
31 marzo 2006

Rabbia raccontata
El Conjunto del Gallo Rojo ha trovato dei punti di contatto con un´altra realtà interessante, e cioè il gruppo Basse Sfere di Bologna. Ne è spuntato un lavoro di alto livello e che ha le qualità per imporsi all´attenzione della critica, non solo italiana.
Il batterista Zeno De Rossi ha formato un quartetto con il notevole clarinettista Enrico Sartori e con il contrabbassista Antonio Borghini ed il pianista Fabrizio Puglisi, ambedue presenti nelle pubblicazioni della Basse Sfere.
Crooning the Anger è un lavoro che mette a fuoco il lavoro di Enrico Sartori, abile sia nella scrittura dei brani che nell´improvvisazione al clarinetto. Su "Triadi" suona il sax alto con una sonorità da shenai, strumento orientale simile all´oboe.
Sono tutte composizioni originali, con l´eccezione di "Jesus Maria" di Carla Bley e che era stata interpretata dal trio di Paul Bley con Steve Swallow e Jimmy Giuffre. È proprio a questo clarinettista che Sartori si ispira, elegante quando è necessario, ma anche capace di percorrere le strade di un free di stampo europeo quando si trova nel momento giusto per farlo.
Le atmosfere sono dinamiche, libere, una musica limpida e tuttavia con una forte carica ritmica all´interno, anche quando il ruolo del bravo De Rossi si trasforma in quello di un colorista. La capacità comunicativa del gruppo è immediata, sulle vie di un´avanguardia che guarda al lato europeo del jazz.
I brano sono tutti molto riusciti, un altro pregio di un disco tenuto volutamente breve e compatto, senza cadute di ispirazione, intenso. Oltre alla suddetta "Jesus Maria", eseguita rispetto all´originale con la batteria, ci sono altri brani memorabili, come "Il giallo" d´apertura e "Underdog".
Un disco notevole, che esce fuori dai soliti schemi da cui la maggioranza del jazz italiano fa fatica a staccarsi.

Cosimo Parisi

 

 

L’ ARENA DI VERONA
7 marzo 2006


La creatività «pura» del clarinettista di Henry Taylor
Chi è Henry Taylor? Un ex pilota di Formula Uno? Un famoso nuotatore inglese nato nel 1885? Un poeta? O è invece la traduzione maccheronica di Enrico Sartori? Ovviamente propendiamo per quest'ultima risposta, sapendo che il leader di questo nuovo e freschissimo quartetto è proprio Enrico Sartori, uno dei più noti clarinettisti jazz dell'area bolognese.
Il gruppo, completato da Zeno De Rossi alla batteria e altri due appartenenti al circuito del nuovo jazz bolognese come Fabrizio Puglisi al pianoforte e Antonio Borghini al contrabbasso, ha immortalato un bellissimo esordio per la Gallo Rojo Records: "Crooning The Anger".
Ancora una volta parlando dell'etichetta nata l'anno scorso dall'incontro tra Zeno De Rossi e Danilo Gallo ci troviamo a fare i conti con un disco pensato secondo una bella peculiarità. La spinta alle volte eversiva e dirompente dell'improvvisazione viene qui riportata ad una dimensione pura, secondo un concetto di creatività molto autentico. Una dimensione realizzata grazie anche ad alcuni temi straordinari come «Jesus Maria» di Carla Bley che, dopo l'epocale versione che ne diede il trio di Jimmy Giuffrè sul disco «Fusion» nel '61, pochi hanno ripreso in considerazione. Un pezzo pieno di una forza impressionistica che, al di là della buona interpretazione, sembra essere connaturata alla stessa partitura. Il clarinetto del leade é un altro punto di forza del disco: suono molto calibrato e grande capacità di spostarsi tra improvvisazioni animate, alternate a situazioni sonore refrattarie o a momenti in cui uno swing completamente ubriaco prende il sopravvento su tutto («The Crooner»).
Borghini, una specie di nuovo Jimmy Garrison di cui altre volte abbiamo parlato in occasione delle sue rarissime presenze a Verona, e Fabrizio Puglisi, autentico appassionato della tastiera da cui estrae momenti puntillinistici o straordinarie pienezze sonore, sono in perfetta sintonia con De Rossi, arcinoto batterista che dal jazz riesce a marciare senza rete sul filo di una personale idea di percussività. Tra i brani più belli oltre a quelli già citati va ricordato anche l'iniziale «Il Giallo» con il tema costruito, nella sua prima parte, su una scala di pianoforte morriconiana accompagnata dalla batteria inconfondibile di De Rossi. Niente male anche «Triadi», in cui l'improvvisazione prende le strade più imprevedibili in modo fluente e naturale.

Luigi Sabelli

 

ALL ABOUT JAZZ

20 febbraio 2006

Curioso fin dalla denominazione il terzo CD, Crooning the anger di Henry Taylor - che altri non è se non il quartetto formato da Enrico Sartori, Fabrizio Puglisi, Antonio Borghini e Zeno De Rossi. Il lavoro ruota comunque attorno alla figura di Enrico Sartori, autore di metà dei brani e sempre in primo piano, talvolta in solitudine. La cifra generale è sempre di marca El Gallo Rojo, con De Rossi a pennellare strutture e atmosfere alla batteria, Puglisi spesso impegnato in un puntillistico lavoro percussivo, Borghini a supporto ma pronto ad interventi solistici, e Sartori libero di spaziare su trame così aperte da consentire sempre grandi possibilità. Il dinamismo, pur sempre sensibile, viene qui stemperato in più occasioni da momenti maggiormente quieti, come “Jesus Maria” di Carla Bley, o il cameristico “Dvjie Kune” di Sartori, nei quali si fa tangibile l'influenza su quest'ultimo della lezione di Jimmy Giuffre. Notevole l'ornettiano “O.C.” di Zeno De Rossi, sostenuto dall'intenso contrabbasso di Borghini.

Neri Pollastri

 

 

JAZZITALIA


Sarà anche per l'ironia del nome del gruppo, Henry Taylor, che nasconde dietro un sorridente nom de plume la valente mente del gruppo, Enrico Sartori, alle ance e alla composizione della maggior parte dei brani. Interessante il brano d'atomosfera Il gialloed il ribollente Triadi, rilassato ed ispirato l'omaggio a Carla Bley in Jesus Maria.                                      

Il clarinetto di Sartori mi ricorda nel suono -ed in alcuni momenti solistici-quello del poco conosciuto e sottovalutato John Carter. Un pezzo meditabondo e ricco di echi, Dvjie kune, introduce poi al brano forse più interessante del lavoro, Underdog, introdotto sornionamente da alcuni gorgheggi in stile carteriano per proseguire su un ritmo di marcia che sfocia in un breve tema delicato e sognante. L'aspetto che mi conquista del brano è la varietà delle atmosfere ed il susseguirsi di momenti diversi ed anche contrastanti tra loro, tenuti però insieme da un legato di idee. Dal tema infatti prende le mosse un rapido solo di pianoforte di Fabrizio Puglisi che sale di temperatura fino a cedere il posto al clarinetto, in un breve ma infuocato passaggio free che però subitamente si spegne tra le mani del contrabbasso di Antonio Borghini, il quale ha il compito di riportare a terra il suono fino al rientro di tutto il quartetto per un rapidissimo ritorno al tema delicato e sognante, ma ancora una volta l'incantesimo lirico si spezza ed il temino viene presto decomposto e frammentato nella coda.
                                                                                                                                        
Franco Bergoglio

 

 

JAZZ REVIEW


El Gallo Rojo Records has produced a wonderful release in 2005 which features amazing voices from Italy such as reedist Enrico Sartori, pianist Fabrizio Puglisi, bassist Antonio Borghini and drummer Zeno De Rossi. The collective is a called Henry Taylor.                               

Reedist Enrico Sartori is the main composer here although the release also crafts other band member’s creations. The scheme is a mingling of eight originals.  De Rossi, Puglisi, Sartori and Borghini engage a powerful interplay in “Il Giallo”, setting the mood for the entire record.  Sartori arduously performs with every song making it all the more eloquent when, while on his solo in “Triadi”, he acutely builds the intensity with a series of syncopated chords. Borghini and De Rossi tarry in perfect synchrony, rejoining Sartori and Puglisi while keeping with a minimized elegance and boldness that characterize every tune.                                           

 “The Rebels”, “Underdog”, “Jesus Maria” receive the heed they deserve; themes imbued with meaning in an almost minimal approach that relies on subtle nuance and finely altered phrasing, rather than dramatic interpretation. Sartori and De Rossi seem sang-froid on the border of slow intermingling during “Dvjie Kune”, but they create a lovely tension by never quite getting there.          Throughout this album, Sartori’s lyrical playing makes for some of the most memorable moments. And De Rossi, who emerged out of the European jazz scene as a player who's comfortable in any setting, is especially attuned to Puglisi and Borghini’s approach.                         The Henry Taylor band is capable of much more. The band’s melodic writing dovetails perfectly with the sourced material. Crooning The Anger will appeal to listeners who love edginess or complexity in the music; those who love unassuming stances. Crooning The Anger deserves a meaningful listening for those who are looking beyond borders.

Dr. Ana Isabel Ordonez