ENRICO

QUANDO L’ARTE DIVENTA «VIAGGIANTE»
«Matilde», l'auto ricoperta da un collage di dipinti realizzati da Enrico Campioli

INGRANDISCE LA FOTO Lontana dal grigiore del «fatto in serie», «Matilde» da un po' di tempo si aggira per le strade della nostra città.Tra colori accesi e scintillanti, che coprono tutta la gamma dell’arcobaleno, «Matilde» illumina le piazze, le vie, i viali e le vite dei parmigiani. Ma «Matilde», concepita non solo per far «star bene» gli altri, è anche arte viaggiante. «Matilde è una macchina interamente ricoperta da un collage di quadri che ho realizzato in questi anni - spiega Enrico Campioli, suo ideatore -. Dato che spesso le gallerie d’arte restano deserte, soprattutto per le mostre di artisti emergenti, ho pensato di portare l’arte fuori dalle gallerie, tra le vie della città». È nata così, da un’intuizione di un giovane pittore parmigiano, «Matilde», l’Opel Zafira multicolore. «Il modo migliore per realizzare il mio progetto, portando così “la montagna da Maometto”, era ricoprire la mia auto con la mia arte». E, prendendo spunto dagli autobus cittadini imbellettati da pubblicità sulla carrozzeria grazie a speciali plastiche adesive, è iniziato un lungo periodo di attenta progettazione. INGRANDISCE LA FOTO «Per due anni ho lavorato per realizzare la copertura in plastica della macchina. Poi, quando tutti i quadri erano al posto giusto, sono andato da una ditta specializzata, la Gapa di Parma, per farla fissare». Il costo dell’operazione estetica? «Circa 2500 euro. Per la manutenzione non ci sono particolari problemi, basta lavarla senza getti d’acqua troppo forti, preferibilmente con le spazzole rotanti che sono più delicate». Da allora le pitture astratte di Campioli viaggiano per la città e rendono felici le persone che incrociano l’auto sulla loro strada. «Sono tanti i concittadini che vedendo la macchina sorridono, soprattutto i bambini». La macchina nelle intenzioni dell’autore «vuole essere anche un simbolo per dare coraggio, per fare qualcosa di diverso. Le macchine non devono per forza essere tutte grigie». Intanto «Matilde» - il nome è stato scelto dai tre figli dell’artista - ha già iniziato a «colpire» grazie ad internet. Il sito dedicato alla vivace auto ( http://digilander.libero.it/enricogallery/matilde.htm, ) ha ricevuto commenti entusiasti da tantissimi viaggiatori virtuali. «Anche il numero di cellulare e la e-mail che ho messo sul lunotto posteriore sono stati molto utili. Non ho ancora ricevuto offerte per la macchina, ma non la darei mai via. Come, del resto, non potrei mai ricoprirla con qualcos'altro. «Matilde» è «Matilde» e lo sarà per sempre».

di Stella Ricchini

Fonte: GAZZETTA DI PARMA
Articolo pubblicato lunedì 18 giugno 2007



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