IL REGNO DEL PESCE PAPPAGALLO




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C'era una volta un regno in cui il potere non era sempre nelle mani del re. Infatti, secondo un'antica leggenda, se il re pescava un pesce pappagallo, il potere passava al pesce. Questo era già successo nel 1867, quando un pesce pappagallo aveva regnato per molti anni. Dovete sapere bambini che i pesci pappagallo possono vivere anche fuori dall'acqua. Un pesce pappagallo, tuttavia, non è molto intelligente ed il re deve rimanergli vicino per aiutarlo a comandare.

Il re della nostra favola era un tiranno che desiderava molto andare a pescare, ma temeva di perdere il potere. Un giorno, però, decise di sfidare la sorte e ordinò alle guardie di organizzare una pesca "sicura". Gli aiutanti del re lo portarono in un luogo dove non c'erano pesci pappagallo e, per precauzione, recintarono l'area con delle reti. Come spesso accade nelle favole, però, la fortuna non fu dalla parte del re.

Re: "Sono stanco di stare rinchiuso in questo palazzo! Voglio andare a pescare!"

Guardia: "Ma sire, non è sicuro. Se pesca un pesce pappagallo, perderà il potere."

Re: "Non ho paura! Non posso vivere senza andare a pescare."

La notte precedente alla pesca, un pesce pappagallo si perse e si addormentò in una zona del fiume inospitale, dove i pesci pappagallo evitavano di passare. Dovete sapere bambini che i pesci pappagallo dormono avvolti nelle alghe e in questo modo nessuno inserviente del re poté vederlo. Alla mattina il pesce era così affamato che, appena il re iniziò a pescare, abboccò all'amo.

Re: "Ecco un bel pesce! Sarà perfetto per cena."

Così il re perse il potere e fu costretto a lavorare come inserviente in un negozio da barbiere. Ora il suo umile lavoro era di aiutare il parrucchiere a tagliare i capelli. Il pesce pappagallo, invece, divenne il nuovo re. Come nuovo re aveva fatto un decreto in cui si stabiliva che tutti gli aiutanti da barbiere lavorassero senza poter mai prendere un'ora di permesso.

Un giorno, l'inserviente chiese un permesso per andare a prendere alla stazione la moglie, l'ex regina, e suo figlio, l'ex principe. Il pesce pappagallo, furioso, aveva ordinato agli altri inservienti di licenziarlo al suo ritorno.

Re: "Quello stupido inserviente ha osato chiedere un permesso! Licenziatelo al suo ritorno. E dite a tutti i regni confinanti di non assumerlo come aiuto parrucchiere. Non troverà mai più lavoro in questo campo!"

L'inserviente ritornò al negozio molto di fretta. Aveva fatto tardi e, per una strana coincidenza, le guardie che dovevano fermarlo al rientro si erano messe davanti al negozio, senza pensare al retro. L'inserviente, tutto preso dalla fretta, passo proprio di là per fare prima. Si vestì in un lampo perché quel giorno doveva venire a pettinarsi proprio il pesce pappagallo. Nessuno notò l'inserviente fino all'ultimo momento quando si ritrovò con il pettine in mano, pronto a fare il proprio mestiere, di fronte al pesce pappagallo. Il sovrano, benché furioso, era molto impaziente di essere pettinato. Preso dall'impazienza ordino:

Re: "Pettinami presto! Poi ti licenzierò".

L'inserviente riuscì a pettinare il re. Il pesce pappagallo fu così soddisfatto del lavoro dell'inserviente che gli appoggiò il becco sulla testa, in segno di riconoscimento. Questo gesto nel regno del pesce pappagallo conferiva un grande onore. Quando qualcuno lo riceveva tutti erano obbligati a rispettarti, compreso il re e, soprattutto, nessuno poteva più licenziarti.

Inserviente: "Grazie, sire. Sono stato felice di aiutarvi."

Re: "Sei un inserviente molto bravo. Non ti licenzierò più."

I due iniziarono a parlare e l'inserviente si rivelò essere un uomo molto intelligente e saggio. Il pesce pappagallo iniziò a fidarsi di lui e lo nominò suo consigliere.

Insieme, i due governarono il regno con saggezza e giustizia. La tirannia finì e tutti vissero felici e contenti.

Morale: Il potere non è sempre nelle mani di chi lo detiene. L'umiltà e la saggezza possono portare al successo. La tirannia è sempre sbagliata.

Enrico


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