C'era una volta il Web... ovvero: volevo la Hompage.
Sì, accadeva anni fa, quando alcuni pionieri della rete, allestivano i primi siti personali.
Per la verità intorno al 1998 non erano poi tanti, molti dei quali erano "del settore",
e magari componevano le pagine con il vecchio Netscape Composer, quando Netscape era il
browser per eccellenza (perchè NOI navighiamo sul serio in Internet mica siamo
dei ragazzini che ci cazzeggiano!).
E a quei tempi il monopolio era maschile: i siti avevano per lo più un'impostazione tecnica,
e comunque riflettevano gli interessi di quell'universo che scopriva di poter trasporre i propri discorsi
da bar (playstation, giochini, fantacalcio, trucchi per pc, hakeraggio e affini) nel Web.
Ma l'esercito in gonnella era pronto a sbarcare in questa terra di nessuno, e ben presto la rete si
popolo' di siti, sitini e sitarelli tutti pieni di gif animate, di tinte pastello e di una fantasia
e creatività geneticamente insita nei cromosomi XX.
Erano gli anni 2000-2001 e ragazzine quindicenni ai primi
amori tormentati e brave mamme di famiglia si ritrovavano tutte insieme tra faccine, animaletti,
ricette di cucina, musichette e post-it del loro mondo.
E qui signori miei...tutti rimanemmo stupiti da come le adolescenti del 2K non fossero le "torde"
degli anni 80 che eravamo noi. Capimmo che le mamme erano, prima di tutto, donne e che le donne sapevano davvero
scrivere bene, scrivere al cuore, scrivere con autoironia, con una folle fantasia e che
le loro conoscenze tecnologico-informatiche erano splendide-splendenti.
Ma si sa... il delirio del potere, la smania di andare oltre, ci portarono a spingerci
sempre più avanti... a varcare i confini di questo mondo sconfinato, verso
orizzonti in continua evoluzione, pronti a gratificare la nostra smania di autorcelebrazione
e di autogratificazione internettiana.
Ed eccoci così al 2002, che ci ha travolto, dapprima timidamente, e poi via via sempre più prepotentemente
con il suo Web-Log.
Web-Log che contratto è diventato BLOG. E questo la dice lunga!
La dice lunga su questo strumento che ha
cambiato lessico e semantica ai nostri pensieri. Che ci ha insegnato ad esprimerci per contrazioni e con frasi
a metrica ridotta. Che ci ha insegnato a stravolgere la punteggiatura, la sintassi e a scrivere e parlare in termini
binari-trinari-senzaspazi-tuttodunfiato-eprividisensologico.
Blog. Gioie e dolori del web targato 2003.
Blog: l'apoteosi del proprio ego, la risposta radical-chic-inernettianamente-democartica,
a tutte i siti, homepage e casette varie del web.
Blog. Un oggetto del desiderio, uno status quo della rete, uno strumento di potere, la rivincita dell'incomunicabilità,
la dimostrazione che quel minimo di html selfstudied altro non era che un'inutile perdita di tempo da recycled bin.
Blog. Un'universo alla portata di tutti, alla portata di tutte le ca..te che ancora transitano nei neuroni, una gara e
uno strumento di snobbismo (i bloggers si linkano solo tra di loro e guardano con sdegno, raccapriccio
e con il tipico sorrisino della new-generation verso i vecchi babbani, ai normali, banali, onestissimi siti web).
Blog: una fede, una tribu', un clan con i suoi adepti e le sue regole, i suoi deliri e i suoi vezzi (imperdibile il ritratto che ne fa
Personalita' confusa nei turbamenti
del giovane blogger.
Ma... il web-progress ha il suo lato luminoso. Eh già perchè tanti maschietti hanno tirato fuori il meglio di sè.
Molti uomini ci stanno facendo scoprire il loro "insight", la loro fantasia, il loro umor e la loro voglia
di racontarsi. Potenza del fatto che i ragazzini se ne stanno ancora abbastanza lontani dal Blog? Potenza del fatto
che le donne hanno poi tirato fuori la tirannia e lo snobbismo che da sempre le distingue?
Bahhhh chissà..... E come scrive Patway "guardo, ascolto, sogno e... mi adeguo", ma mi affaccio
ancora con nostalgia i bei cari siti web, con la loro bella homepage, con la ricerca delle immagini, delle
"parole per dirlo", con i pensieri raccolti tra i fonts e i colori diversi di ogni pagina, con le pagine
da sfogliare come un libro, con ogni pagina che è un patchwork di fantasia.
E siccome "chi è senza peccato scagli la prima pietra", io me ne sto buonina, buonina con le manine
dietro la schiena a chiedere venia per quel peccato di vanità che mi ha fatto approdare ad una forma del tutto
casalinga di blog, ma che pur sempre blog è.
Signore e Signori non chiedo sconti nè pietà: scriverò 200 pagine web e prometto che parlerò solo bene del Blog, ma me
ne resterò sempre una Vecchia Signora che cede il suo passo incerto alla teconologia.
"Andate voi, che io me ne resto qui."
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