E rubo queste parole all'inizio di una canzone,
perché forse una canzone mi riporta a te,
perché forse, una canzone nata chissà sotto le torri della nostra città, mi porta a te…

Caro amico ti scrivo…
quasi seduta dinnanzi ad un mare, ad un tramonto, ad un campo di girasoli che sempre avrei voluto vedere con te,
e che tante volte, forse, amico mio, ho visto con i tuoi occhi.

E i pensieri mi portano a te, l'inchiostro mi porta a te, questa elettronica amica e nemica mi lega a te.
A te, a cui scrivo questa lettera senza inizio né fine, senza un perché e senza una ragione…
… e ti scrivo perché so che sei come me,
perché so che ami con la mia stessa intensità,
che ami con le mie stesse parole che ogni tanto mi rubi,
che ami della stessa euforia e della stessa delusione con cui io amo colui che rincorre altre nuvole
in cieli più grandi di quelli che io posso donargli.

E ti scrivo, perché nel tumulto di parole non dette, di lettere spedite, di poesie raccolte,
ho trovato te, amico mio.

Tu che conosci il dolore di un amore rincorso, tu che conosci il sorriso di lunghe ore al telefono.
Tu che, come me, prometti a te stesso
che mai più ti spoglierai di quella corazza impermeabile che ci ripara dall'amore che “fa male”.
Tu che come me fingi talvolta di credere di essere immune, ma che poi, neppure sai come,
ti accorgi che a nulla serve incatenare i sentimenti, dinnanzi ad un sorriso che fa illuminare il cuore…

Tu che come me sei oltre la barricata, ma dalla parte opposta…
Tu al quale non ho più chiesto nulla convinta, chissà perché, che la paura ti avesse davvero reso così forte,
Tu … di cui mai ho pensato che la vita avrebbe potuto farti cambiare idea,
che ti avesse d'improvviso illuminato quelle strade che avevi spento da tempo…
Tu... che sei stato il mio esempio di forza,
Tu... che ti ho creduto amore,
Tu...che ti ho creduto in grado di vedere le luci del mio cuore,…
Tu... che ti ho dipinto come la più bella cosa,
Tu... a cui ho dato quel miscuglio di me, presuntuosamente convinta che in quell'affetto,
forse nei momenti tristi, ti saresti rifugiato,
Tu… a cui ho accarezzato la testa quando mi dicevi “sono triste”
pensando che in quel momento avrei potuto, forse, scacciare la tua tristezza…
Tu... amico, compagno di discorsi al telefono, di scorribande elettroniche,
Tu... amico che come me, sei pronto a salire sulla tua macchina e correre da chi sa farti brillare il cuore,
magari forse, solo per lo scintillio di un momento…

Tu.. che hai pensieri uguali ai miei,
tu… che prendi a prestito le stesse poesie e parole che io rubo a poeti e scrittori….

Tu… dolce amico di un'amicizia che è pur sempre amore... e di un amore che è per sempre amicizia.

Con affetto...che è pur sempre meraviglioso

Emanuela

...per riporre in un casseto questa lettera


Gli elementi grafici appartengono a

(Le note sono de: "L'Anno che verrà" di Lucio Dalla)