La città di Cagliari è circondata ad Est e ad Ovest da alcuni stagni
costieri che ne hanno influenzato non solo gli aspetti climatici,
ma anche quelli storici ed economici.
Queste zone umide, originatesi naturalmente già dal quaternario, sono
da sempre utilizzate dall'uomo che le ha modificate con la trasformazione
in saline.
Oggi che il sale non viene più prodotto, l'attività è stata sospesa
nel 1985 per via dell'inquinamento, le saline vengono tenute in vita
per salvaguardare questa zona umida di incomparabile bellezza e unica
nel Mediterraneo.
Negli ultimi anni Molentargius è vissuto in uno stato
di abbandono e di degrado. Se oggi esistono ancora margini per un
recupero della zona lo si deve alla circolazione delle acque che dai
tempi della produzione delle saline non si è fermata. Ogni anno vengono immessi cinque milioni di metri
cubi di acqua di mare che impediscono l'evaporazione e la desertificazione
dell'area umida.
Fanno da contorno allo stagno filari di canneti dove
trovano rifugio, a ridosso del caos cittadino, numerose specie di
uccelli e, dall'estate del 1993 nidificano i fenicotteri.
Dal 1979 l'area è inquadrata nel primo piano paesistico della
Sardegna, a cui èseguita nel 1985 la protezione ai sensi della
legge 431 e nel 1989 l'inserimento tra le aree protette della legge
regionale 31.
Nel 1977 lo stagno di Molentargius è stato assoggettato alla
Convenzione Internazionale di Ramsar sulle zone umide, in quanto biotopo
di interesse internazionale soprattutto come habitat per gli uccelli
acquatici.
Il Consorzio Ramsar si è aggiudicato i lavori di
risanamento naturalistico ed economico dello stagno. Le saline, non
più Monopolio di Stato, passeranno alla Regione e riprenderanno la
loro attività.
Molentargius diventerà un'oasi tra le più belle d'Europa, alla pari
della Camargue francese.