La placenta
Durante lo sviluppo dell'embrione si formano le 4 membrane extraembrionali, cioè il sacco vitellino, l'allantoide, l'amnios e il corion . Il sacco vitellino è pieno di tuorlo nei rettili e negli uccelli, ma rimane presente anche nei mammiferi come sacca vuota.
L'allantoide darà origine al cordone ombelicale; l'amnios, racchiude uno spazio pieno di liquido in cui è sospeso l'embrione in via di sviluppo.
Nei mammiferi e nell'uomo, il corion , la membrana più esterna, si specializza per formare parte della placenta, un organo che garantisce il nutrimento all'embrione.
La placenta è una massa spugnosa dalla forma discoidale attraverso la quale avvengono gli scambi tra madre ed embrione. Verso la terza settimana la placenta occupa il 20% dell'utero e presenta una ricca vascolarizzazione.
I sistemi circolatori embrionale e materno non sono direttamente connessi per cui le cellule ematiche della madre e dell'embrione non si mescolano. Le sostanze nutritive e l'ossigeno dal sangue materno passano attraverso la placenta per trasferirsi nei vasi sanguigni dell'embrione.
Nello stesso tempo, l'anidride carbonica e gli altri prodotti di rifiuto dell'embrione passano dal sangue embrionale alla placenta per essere eliminati con il sangue materno.
Per sopperire a tutte queste richieste, il sangue materno aumenta di volume, così come l'appetito e l'assorbimento di certe sostanze come il calcio e il ferro.
L'embrione, fino alla nascita, rimane saldamente attaccato alla placenta per mezzo del cordone ombelicale, che gli permette di galleggiare nel suo sacco amniotico.
La placenta rappresenta per l'embrione la fonte di nutrimento, la superficie di respirazione e l'organo escretore.
La placenta è costituita per metà da parte materna con la decidua e per l'altra dal feto con il corion. Dalla placenta si estendono numerosi villi coriali digitiformi all'interno dello spazio sanguigno materno posto nella parete dell'utero; questo spazio è irrorato dalle ramificazioni dell'arteria uterina.