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Il problema della clonazione è tornato alla ribalta con la notizia del 22 febbraio 2000, in cui si afferma che l'Ufficio europeo dei brevetti, un'autorità comunitaria con sede a Monaco, ha registrato un brevetto per manipolare embrioni umani a scopo scientifico. Il brevetto porta il numero EP 695 351 ed è stato registrato nel dicembre 1999. Nei laboratori dell'università di Edimburgo, la Bio Transplant, americana, e la Stem Cell Sciences, australiana, cooperano per sperimentare sulla clonazione umana grazie a questo brevetto. Il portavoce dell'Ufficio europeo dei brevetti, Rainer Osterwalder, sostiene che c'è stato un errore e che sia le direttive europee che la legislazione nazionale dei principali Stati dell'Europa vieta nel modo più assoluto sperimentazioni transgeniche su cellule umane. In tutti i paesi dell'Unione Europea non esiste una regolamentazione chiara e uniforme. La Direttiva UE sulle biotecnologie ha l'obiettivo di mettere l'industria biotecnologica europea al passo con quella degli Stati uniti e del Giappone. Le norme Ue fanno divieto assoluto di clonare gli uomini ma non le cellule, inoltre permettono la brevettabilità di sequenze di DNA. In Europa è vietato:
Inoltre la convenzione bioetica di Oviedo del '97 vieta di trarre profitto dal corpo umano e dalle sue parti. In Gran Bretagna la ricerca scientifica sugli embrioni umani è già legalmente possibile fino al quattordicesimo giorno di sviluppo e sta per essere autorizzata la clonazione di embrioni umani a scopi terapeutici. La normativa da rispettare è molto severa: per esempio gli embrioni da destinare alla scienza potranno essere solo quelli soprannumerari venuti a prodursi con la fecondazione in vitro. |
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